Sono le 3 e mezza del mattino.
Io e i miei fratelli viaggiamo con la nostra auto in mezzo ad una fredda notte piovosa, attraversando le strette strade di campagna.
Nessuno proferisce parola.
Siamo tutti troppo stanchi per intrattenere una chiacchierata, e nessuno vuole distrarre l'assonnato conducente.
Dopo pochi minuti, giungemmo a quella che appariva come una casa diroccata.
Restammo fermi ad osservarla, sotto la pioggia che scrosciava contro il parabrezza, mentre gli abbaglianti illuminavano la piccola porta d'ingresso.
Qualcosa di quella casa mi rendeva assai irrequieto, ma non era l'aspetto decadente di quest'ultima.
Al suo interno percepivo una presenza. Una presenza maligna.
Sapevo di essere un sensitivo, ma in quel giorno, e proprio in quel momento, la sensazione di paura e ansia mi attanagliava maggiormente.
I miei fratelli decisero senza un mio consulto di passare la notte in quella casa.
Non provai comunque minimamente a ribattere, sapendo quanto il mio fratello maggiore fosse assonnato.
Riaccese la macchina e la parcheggiò sotto un tettuccio per metterla al riparo dalla pioggia.
Di nuovo quella sensazione.
Ansia e paura in me crescevano sempre più, ma i miei fratelli sembravano non accorgersene.
Dal bagagliaio della macchina presero un paio di torce. Le accesero e poi varcarono la soglia d'ingresso in cerca di qualche letto.
Nulla.
A parte qualche insetto e chiazze d'umidità sui muri, la casa non aveva al suo interno nulla. Nemmeno dei letti.
Presero quindi la decisione di passare la notte dormendo in macchina.
Uscimmo dalla casa e ci dirigemmo di fretta sotto il tettuccio per evitare quanta più pioggia possibile.
Mi sdraiai nei sedili posteriori e mi coprii con la coperta fino agli occhi.
Ora che davamo per dormire, l'ansia e la paura giunsero al loro culmine.
Ma, nonostante tutto, mi addormentai, anche se con difficoltà.
Mi risvegliai di colpo.
Quella presenza, quella che ho sempre percepito prima di entrare nella fase rem, che mi dava la terribile sensazione d'irrequietezza, stava ora davanti a me.
Un lampo dal cielo illuminò l'abitacolo della macchina.
Illuminata dalla luce del fulmine, apparì il fantasma di una ragazza, dai capelli bianchi e vestita con una mantellina, anch'essa bianca.
Il mio respiro si faceva sempre più veloce e corto per la paura.
La ragazza si avvicinò a me. Incrociai dei terrificanti occhi vuoti simili a buchi neri.
Si portò un dito indice vicino alla bocca, intimandomi di fare silenzio.
Nessuno dei miei fratelli sembrò accorgersi di nulla. Continuavano a dormire beati.
Ammisi a me stesso e al fantasma davanti a me di avere paura. Di avere terrore.
Fu solo allora che il fantasma si allontanò da me, per poi andarsene.
E...