Difficile, in questo caso, sottolineare capitolo per capitolo quello che succede. Le situazioni creano un vortice apparentemente caotico di eventi rappresentato in maniera impeccabile con un crescendo notevole fino a raggiungere un riguardevole climax per poi sfociare in un epilogo semi drammatico.
La consegna di Hope a Celestia da parte di Mist è stato un duro smacco per Star che, tuttavia, non è riuscita a mantenere la freddezza necessaria per poter replicare in alcun modo. L’unicorno è stato duro con la moglie ma effettivamente questa non può recriminargli nulla, almeno non per aver consegnato Hope.
L’attacco al castello è stato davvero notevole, così come l’inutilità di Shining Armor. Se nel capitolo precedente avevo puntualizzato qualcosa riguardo i poteri del personaggio di Mist, in questo capitolo la situazione di “equipara” ma al contempo crea il classico dislivello da Shonen. Non prendere ovviamente il commento come negativo, se gli Shonen piacciono è anche per questo motivo.
Comunque, tralasciando l’incompetenza del capo delle guardie, Celestia si è dimostrata più capace rispetto a quanto la serie originale lascia pensare, il fatto che anche lei sia dotata del medesimo potere (che no, non mi sento di classificare come maledizione) di Mist ma di un elemento differente è una caratteristica molto interessante. Sarei curioso di sapere se anche Luna è dotata del medesimo ma servendo un sacrificio non ci metterei la mano sul fuoco. Inoltre, a tal proposito, vorrei conoscere chi e perché si è sacrificato per concedere il potere a Mist, ti farei qualche domanda in proposito ma sono sicuro che nei prossimi libri questi nodi saliranno al pettine.
Mentre Mist si è comportato egregiamente nella realizzazione del suo piano, Star è stata un tantino credulona andandosi a fidare di una voce apparentemente sconosciuta. Richiamare gli elementi dell’armonia e portarli a palazzo è stata inizialmente una mossa che non avevo compreso, non finché Hope non si è rivelato.
Il puledrino, nei comportamenti soprattutto, mi aveva dato l’impressione di nascondere qualcosa di grosso ma non mi aspettavo si trattasse di Greyhorn in persona. Il nonno delle principesse si è rivelato una figura interessante e, sicuramente, più onnisciente delle nipotine.
La sua schiacciante supremazia bellica ha distrutto praticamente ogni speranza facendo crollare addirittura le mene6. Nonostante le altre mi siano sembrate un tantino sotto tono, specialmente la mia adorata Rarity, hai fatto un lavoro fantastico con Pinkie la cui crisi nervosa mi è piaciuta particolarmente. Anche il crollo psicologico di Star è stato notevole anche se, temo, che purtroppo sia una cosa permanente, o che in ogni caso non si risolverà tanto presto.
La storia della famiglia Apple è curiosamente interessante anche se forse, per idee più personali che altro, mi stona un tantino. Bella però l’idea dello zio di Applejack, mi ha dato una forte sensazione di “ereditarietà” degli elementi ed è un concetto molto carino.
Anche l’idea di stabilire una differenza tra le portatrici attuali, incarnazione delle originarie, e quelle di passaggio. Probabilmente una delle idee curiosamente più interessanti, spiegherebbe perché sono accaduti tanti casini nel periodo canonico.
Però non so, mi stona il fatto che siano stati creati da Greyhorn. L’idea che sia stato lui non mi ha convinto a pieno ma soprattutto mi ha sconcertato di come quest’ultimo dica di essere stato lui a pietrificare Discord, cosa che da canon sappiamo non vera. (Ora non volermi male ma non ricordo se è spiegato prima o dopo la puntata limite del canon a cui ti sei ispirato)
Comunque. Comunque. Comunque. Ho adorato Discord dall’inizio fino, quasi, alla fine. L’idea che la sua “specie” sia stata sterminata da Greyhorn è stata interessante così come la loro quasi equivalenza in fatto di poteri, eppure la situazione mi stona leggermente. Non riesco a capire se hai considerato Discord come “uno di tanti” o come “uno su tanti”, da un lato sembra un’entità in tutto e per tutto, dall’altro l’ultimo di una specie.
Comunque, a parte questo, Luna ha fatto un gran lavoro a portarlo da noi (e vorrei capire da dove) al punto che è stato indispensabile per la battaglia finale. Vedere Discord nei panni di Goku, Mist nei panni di Piccolo e Greyhorn nei panni di Radish è stata una scena cardiopalma molto ma molto bella, peccato che fosse praticamente tutto nei piani di Greyhorn.
Vista l’apparente casualità del piano e la disorganizzazione caotica degli eventi che hanno portato al suo compimento, era palese che ci fosse qualcosa sotto. Il Re gentile ha soltanto passato il testimone sapendo che non avrebbe potuto più fare la sua parte per gestire il vero nemico.
La leggenda dei colori è finalmente chiara, meno lo è la storia del doppio6, del cutie mark nero, degli Apple e tante altre piccole informazioni. Le pietre della conoscenza (riferimento sicuramente non voluto alle pietre della sapienza nelle Leggende di Lupo Solitario), le cose precedenti e un “casino” di altre piccole informazioni ci hanno solamente accennato alla grandezza di quest’ambientazione preparandoci, in un modo o nell’altro, a quello che verrà dopo.
Su questo mi voglio fermare e voglio tirare qualche linea mettendo, ma si, anche qualche puntino sulle cosiddette “i”.
Allora, il flashback è stato egregio e tutti i capitoli dal 4 al 10 sono stati superbi, eppure c’è un contrasto talmente netto con i capitoli successivi che, sarò sincero, ho trovato leggermente pesante. Non parlo della narrazione ne del susseguirsi delle vicende, parlo delle informazioni relative ai concetti espressi sopra. Scommetto che se, anche solo come brevissimi accenni, avessi avuto a che fare con anche solo la metà delle cose che hai inserito, accennandole appena, nei capitoli successivi, sarei stato capace di seguire maggiormente il tutto comprendendo, probabilmente, sfaccettature più delicate dei discorsi.
Probabilmente questa è l’unica e forse più pesante critica che posso fare a questa cinquina di capitoli, le informazioni sono troppe, va benissimo essere inondanti all’inizio di una saga ma tecnicamente questo dovrebbe essere finale di un libro, non autoconclusivo, ma dovrebbe concludere un filone. Ho trovato l’eccesso d’informazioni un tantino pesante per il finale, anche perché mi ha dato quella sensazione di scoperte dell’ultimo momento in cui in NESSUN MODO il lettore avrebbe potuto intuire la risoluzione della situazione.
Per questo, vedi, ho apprezzato tantissimo l’arrivo di Discord. Chiamarle il draconequus è quello che avrei fatto io in una situazione del genere e sono stato contento di veder confermata la mia proposta.
Un altro esempio, sullo stesso filone, è stato l’arrivo di Dragon. Ok, si tratta di un personaggi importantissimo ma che prima della sua prima apparizione fisica non era stato neppure minimamente accennato. Se fosse stato nominato anche solo una volta durante i flashback, anche solo con un vago riferimento, avrei trovato meno strana e dubbia la sua presenza.
Comunque la storia mi è piaciuta molto, i combattimenti sono stati davvero ben resi e l’evoluzione dei personaggi è stata egregia. Avrei tanto voluto vedere più attività di Luna però la sua presenza è stata ad ogni modo utile.
Sembrerà strano, comunque, ma la cosa che più mi ha sorpreso degli eventi non è stata la rivelazione di Hope ma il carattere di Greyhorn. Il Re si è dimostrato una figura strana e decisamente inattesa e questo dovrebbe far venire qualche dubbio al nostro caro protagonista, anche se per come si è “rotta” Star penso che Mist adesso abbia decisamente altre cose per la testa.
Ora tutto è tornato “apparentemente” alla normalità e per i nostri beniamini non c’è nulla da temere. La maledizione è sconfitta e ognuno torna per la sua strada. C’è ancora per noi il desiderio e la volontà di svelare gli arcani che ci hai abilmente intavolato, però sono certo che uno alla volta verranno svelati tutti.
Ed ora concludo con l’angolo emotivo.
Tra flashback e storia presente mi sono scontrato con molti fattori, molti concetti mi avevano fatto propendere prima verso un personaggio e poi verso un altro, ma alla fine del 15esimo capitolo ho tirato finalmente le somme e il risultato è che la coppa del campione va a Windmill.
Star ha catturato il mio cuore dal primo momento che l’ho vista eppure … eppure Windmill mi ha colpito nel profondo dell’anima superando anche l’aviatrice professionista.
In un mondo dove girano poteri assurdi e la magia estrema è all’ordine del giorno, cosa può fare un semplice padre di famiglia il cui più grande pregio non è nient’altro che l’amore per la famiglia.
A mio parere quella famiglia è stata la tua creazione meglio riuscita. Sul serio, EOW, ogni tassello di quel nucleo familiare è al posto giusto: ogni singolo discorso, ogni azione, ogni singolo membro della famiglia. Quanto possono risaltare la normalità e dei sogni apparentemente banali in un mondo dove puoi letteralmente diventare un elemento e assoggettare ogni creatura con il semplice sguardo? Più di quanto possa sembrare.
Windmill è, per ora, la figura più coraggiosa e bella che ho trovato in questa storia. Coerente. Orgoglioso. Genitore.
Ha sacrificato tutto quello che poteva sacrificare per salvare la propria famiglia. Non era un mago leggendario o un elemento dell’armonia, non era baciato dalla fortuna o aveva talenti nascosti, era un semplice pegaso e non ha esitato a mettere in secondo piano se stesso e la sua salute per la salvaguardia della sua famiglia. Windmill è stato un padre affettuoso e nonostante spesso questo volesse dire accantonare i propri sogni, lui lo ha fatto volentieri solo per mantenere saldo quel dolce sorriso sul volto di quei bambini costretti in un minuscolo villaggio a causa di un’insensata maledizione.
Nulla a togliere ai curatissimi protagonisti ma il mio eroe nella saga della maledizione è lui!
Ora mi prendo una pausa da questa storia ma presto … presto … passero al secondo libro e saprai tutto riguardo alle mie reazioni in proposito

Complimenti EOW, nonostante abbiamo appena grattato la superficie, fino a qui è stata veramente una bella storia.
