Auster ha scritto:Tipo? Sono pronto a scommettere che nelle più sperdute tribù della foresta amazzonica ci sia la stessa idea della notte che rappresenta una minaccia e del giorno che rappresenta la sicurezza. Ma è per un fatto evolutivo, non culturale. Quelli che non avevano paura di andare in giro la notte evidentemente crepavano, e la selezione naturale ha fatto il resto. Ora sto entrando un po' in un ginepraio, ma l'idea resta quella.
Ci potresti scrivere una enciclopedia a proposito.
Ma per portare degli esempi: i Celti (qui mi corregga Taliesin se sbaglio) collegavano la notte come una espressione dell'"aldilà" ( Tír na nÓg ), che era un luogo mistico a metà strada tra il paradiso e un regno magico. La notte è sede per tutto ciò che riguarda le creature magiche (dagli elfi ai mostri) e il mondo dei morti in senso bello e brutto. Per loro la notte è il regno del sovrannaturale e irrazionale, ma non per forza malvagio.
Gli Egiziani legavano il concetto del Caos a Set, il dio del Deserto e delle tempeste, ed è la forza cosmica che dovevano temere di più. La Dea della notte era Nut, ed era una dea legata alla Resurrezione, e perciò positiva. Inoltre le stelle erano essenziali agli Egiziani per costruire le piramidi, e nella religione in generale dato che l'anima dei Faraoni, per raggiungere l'aldilà, doveva "andare" verso certe costellazioni (mi pare Orione, ma vado a memoria).
Inoltre gli Egiziani possedevano la figura di Sekhmet, una dea del Sole che era poteva essere distruttiva e vendicativa: per impedire che distruggesse il mondo si racconta che la fecero ubriacare...

Nel mito scandinavo/germanico, la dea della notte è NÓTT, che però credo abbia solo il ruolo di una Dea del Tempo, e sembra avesse connotati molto poetici (viene detta "Signora dei Sogni" e "piacere del sonno"). La magia era un attributo di Odino (lui imparò le Rune sull'albero che sostiene il mondo) e il caos è dato da Loki e dalle figure del Ragnarok.
Gli Aztechi davano la notte a Tezcatlipoca , che aveva attributi meravigliosi e terribili, era sia la guerra e sia la bellezza, ed era la divinità legata ai sacerdoti e alla magia; la guerra era considerata essenziale per gli Aztechi per effettuare i sacrifici di sangue ed impedire che il mondo finisse.
Insomma, non finirei più. L'idea più comune della notte è molto spesso l'irrazionale oppure la magia, tutta quella parte del mondo che non si conosce, tuttavia non era sempre pericoloso o minaccioso.
Quasi sempre la vera minaccia per la società era un dio del Caos, che distruggeva la società opponendosi al Dio che rappresentava il Re o in generale la società. Qualche volta anche il Sole poteva essere una minaccia, specialmente per i popoli in regioni desertiche dove il giorno uccide.
E' stato nel medioevo che in europa si è associata la notte al peccato, in opposizione alla luce di Dio in maniera netta, ma è una idea della nostra cultura. E nonostante questo la cultura dei paesi del nord europa (Inghilterra/Germania/Scandinavia) ha sempre conservato una certa matrice "pagana" che ha sempre influenzato fortemente il loro immaginario fantastico: il ciclo di Re Artù è un poema cavalleresco cristiano, ma impregnato fortemente da figure pagane (Merlino, la dama del Lago, ecc.); lo stesso per tutto il mito irlandese, dove dietro alla cristianizzazione si nasconde la radice pagana.
Auster ha scritto:Mi stai dicendo che Celestia è la personificazione della legge?
Per me Celestia rappresenta la legge applicata con compassione: antepone il bene dei sudditi piuttosto che applicare ossessivamente le regole. E nota che il popolo, e anche Twilight, si comporta all'opposto: sono tutti terrorizzati dal'idea di sbagliare il galateo, o fare un qualche errore davanti a lei. Celestia non da importanza perchè capisce benissimo che essere troppo severi farebbe del male alla sua gente; inoltre lei non mette mai in discussione l'etichetta di palazzo fatto di inchini o guardie reali ovunque, oppure che debba partecipare al Gala che è noiosissimo; piuttosto vuole che tutte queste regole non siano inflessibili e soffochino le persone. Il suo messaggio è che le regole servono, ma devono essere applicate per fare il bene degli altri.
Sono d'accordo sul considerarla un personaggio che esprime del bene; io la vedo però come "l'autorità" (che può essere il genitore quanto la società) nella forma più benevola.
E forse Luna non si sarà vista al Gran Gala perchè... è noiosissimo e troppo formale per lei, dunque piuttosto che annoiarsi sarà "scappata" a divertirsi altrove

Auster ha scritto:Tu mi potresti dire: esilia la sorella sulla luna perché è venuta meno al suo compito. Ma lo ha fatto perché era legale oppure perché ha dovuto scegliere il bene del suo popolo piuttosto che soddisfare un desiderio della sorella? Io penso che le decisioni prese da Celestia in primis siano per un'accurata adesione a certe regole morali (tipiche della cultura umana) che corrispondono al concetdi bene.
In teoria, Celestia avrebbe dovuto esiliare Luna anche dopo la vicenda di Nightmare Moon perchè aveva provato a detronizzarla un'altra volta, e stando alla legge un crimine viene punito. invece Celestia ha messo davanti il concetto del vero "ordine cosmico" alle regole: lei stessa ricorda alla sorella che <<dovevano regnare insieme>>. Il loro mondo è stato fatto per essere governato da due regine, non una: per riportare che cose come avrebbero dovuto sempre essere serviva che Luna tornasse al suo posto, questo sopra qualsiasi altra regola esistesse. A fare questo invito è proprio Celestia, non Twilight che vedeva in NM solo il male da distruggere invece di un individuo da recuperare.
Auster ha scritto:Perché Nightmare Moon è "capitata" a Luna? Perché Luna rappresenta la notte, Celestia il giorno. Concetto semplicissimo, non vedo perché complicarlo ulteriormente.
La domanda all'inizio era se anche Celestia ha un lato negativo.
Vedi all'inizio del post: la notte richiama l'irrazionalità umana, ma in questa ci sono cose sia buone che cattive. Luna diventa Nightmare Moon comportandosi troppo emotivamente: per l'invidia si convince che nessuno la apprezzi e proprio come si dice all'inizio, fa la testarda senza avere un motivo vero e non c'era modo di farla ragionare. Insomma ha avuto un comportamento irrazionale, che si addice alla dea "della notte".
Celestia non potrebbe mai fare come lei: la luce richiama l'idea della ragione, razionalità e cose del genere. Non sarebbe da Celestia ribellarsi solo per un sospetto o per una delusione. Tuttavia il sole e la luce possono avere anche un lato distruttivo, vedi Sekhmet egiziana, oppure troppa luce può accecarti, anche metaforicamente come i paladini di altre storie fantasy che sono resi dei fanatici intolleranti.
Anche queste sono idee semplici, e anzi le ritrovi anche in tante altre saghe fantasy più o meno famose, anche l'asse "ordine-caos-bene-male" che accenno lo ritrovi nel popolarissimo D&D e molti lo prendono come spunto (puoi avere un personaggio legale ma malvagio, e questo sarà diverso da un caotico malvagio). Niente di più facile che gli autori di FiM abbiano preso qualche idea da qualche altra serie per definire la logica del mondo.
Un'altra cosa sarà se vorranno dare un lato distruttivo a Celestia, perchè dipende tutto dalla storia che stanno facendo, e noi abbiamo visto solo il primo capitolo (perciò troppo poco). La logica dietro alla scelta c'è, usarla dipende dalla trama.
Auster ha scritto:Mmh, e questa?
Nono, mi sa che non mi sono spiegato bene riguardo alla differenza tra un'allegoria (un simbolo) e il suo strumento per metterlo in atto.
Sfortunatamente introdurre Discordia nella storia, se fa quello che dice il nome, rende Twilight molto più di una allegoria, per me diventa una specie di impersonificazione della magia/amicizia, ma non è una cattiva idea perchè anche questo è un elemento tipico del fantasy epico, tuttavia andrebbe discusso in un certo treadh. Comunque qui mi limito a sottolineare che a differenza di tutti gli altri Pony, Twilight è l'unica che possiede un Cutiemark che è lo stesso identico simbolo di un elemento: nessuna "pietra" delle altre sue amiche reca il loro cutiemark, ma simboli a caso. Penso che voglia suggerire che Twilight abbia qualcosa di diverso dagli altri Pony, dove il Cutiemark consiste in una abilità come un lavoro o una aspirazione individuale.
Poi ovviamente se è così ce lo farà capire la storia da sola.
Auster ha scritto:Il fatto che tu le attribuisca il ruolo di giudice ed osservatore mi spinge a credere maggiormente che non sia una semplice pedina nella scacchiera del mondo, ma una mano (molto) indiretta. Muove le pedine ispirandole, ma non si può fare scacco alla mano che muove il re.
Se rendi Celestia così intoccabile la rendi un personaggio troppo astratto e falso.
Nello stesso ciclo Arturiano, Merlino ha una nemesi contro cui combatte faccia a faccia, Morgana, e non si nascondono dietro agli altri: I due si scontrano usando sia i loro discepoli (Artu / Mordred) e sia di persona tra loro. L'allievo e il maestro in realtà condividono sempre la medesima lotta, lo fanno tutti e due di persona, solo con ruoli diversi: per questo motivo prima o poi arriva il momento in cui il maestro "scompare".
Il ruolo di Celestia nella prima stagione è restato sempre uguale, una maestra fuori scena, perchè non esiste neppure un nemico nè una battaglia da fare. Tuttavia con il personaggio di Discordia potremmo veder cambiare questa cosa.
Auster ha scritto:Essa prenderà in custodia la giovane pony e sarà LEI ad insegnarle cosa è giusto e cosa è sbagliato. Twilight seguirà il consiglio, perché durante il Pilot prenderà la strada giusta, e Celestia gliela ha indicata.
Lungo gli episodi non vedi Celestia che suggerisce a Twilight come comportarsi, o dargli un consiglio o un suggerimento, eccetto all'inizio. Non gli suggerisce neppure di restare a Ponyville alla fine della prima puntata: gli ricorda solo che era tempo di tornare a Canterlot e aspetta una risposta. Se avesse deciso di tornare alla Capitale, Celestia sicuramente non avrebbe discusso la decisione. La Principessa non ha mai influenzato le decisioni dell'allieva, si è sempre limitata solo ad ascoltare. L'unica cosa che fa è di metterla in situazioni particolari e lascia Twilight a prendere decisioni in completa autonomia: tutto quello che l'unicorno impara lo fa da sola e spontaneamente.
Per me tutti i risultati e le lezioni che Twilight li apprende nel corso del tempo sono esclusivamente sue: non sono parole di Celestia che o che legge nei libri. Per me è un particolare importante, perchè significa che Twilight ha dentro di sè tutta la saggezza per distinguere da sola una azione giusta da una malvagia senza dipendere da nessuno, neppure dalla Principessa. Anche il consiglio iniziale dove Celestia gli dice "fatti degli amici" non è neppure un consiglio, ma solo la spiegazione su come poteva battere NM. Come farlo lo ha dovuto scoprire tutto da sola a Twilight, e anche questo è stato un traguardo personale tutto suo.
A Canterlot Twilight ha ricevuto solo una istruzione da studiosa, ma non sapeva nulla sulla amicizia, alla prima puntata se ne sbatte del tutto dell'idea di farsi qualche amico. Anche li Celestia non deve avergli mai detto nulla sull'argomento.
Inoltre posso aggiungere che il rapporto tra Maestro e Allievo può essere anche conflittuale: riprendendo il caso di SW, l'insegnamento di Obi Wan era sbagliato: se Luke lo avesse ascoltato sarebbe diventato lui il sostituto di Darth Vader. Perciò in queste storie è l'Allievo ad confermarci cosa è il "bene": nel nostro caso è Twilight, e se nel caso Celestia facesse "un errore" sarebbe la decisione di Twilight a mostrare la cosa giusta.
Auster ha scritto:Twilight è buona, giusta e razionale, ma non perché rappresenta il bene. Ma perché è un'eroe, che sceglie invece di seguire il concetto del bene.
Nel fantasy epico e nelle favole i protagonisti tendono ad essere le metafore più o meno dirette del loro significato. Questo perchè è un genere che prende spunto dai miti, dove personaggi ed eventi sono tutti metaforici: questo non è un male, ma forza anche seguire alcune meccaniche. Ci sono un pò di cose che mi fanno includere FiM in quest'ultimo filone, invece del fantasy Eroico (cioè il filone dove puoi metterci Conan, dove i protagonisti si muovono in barba significati e morale), ma non divago.
Auster ha scritto:E abbi pazienza pure sul polpettone, ma ciò che secondo me rappresenta Celestia è qualcosa che mi è da subito rimasto nel cuore perché mi ha colpito ciò che secondo me lei rappresenta, in una metafora così semplice ma così efficace.
Sicuramente hanno reso Celestia un bel personaggio, come tutti gli altri te ne affezioni tantissimo.
Il problema vero alla fine non è come useranno Celestia, ma se la useranno egregiamente: nel cartone sono tutti personaggi stupendi, sarebbe uno spreco usare male uno di essi. In qualsiasi maniera usino la Principessa, conta solo che la storia sia sempre all'altezza delle emozioni che fa provare a noi fan: poi che diventi matta, faccia la troll, o chissà che altro, penso che conti davvero poco. La verità è che ci aspettiamo una storia dove riescano a far brillare come personaggio anche la Principessa e Luna, che sono tutti e due secondari. Se ci riescono sono sicuro che ce ne sbatteremo di tutti su cosa hanno fatto, vogliamo solo che ci riescano.

Volevo aggiungere questo solo per dire che per me tutto questo discorso è solo uno studio sul genere narrativo: prendo una storia e ne studio le possibilità.
Guarda, tutta questa discussione se Celestia possa essere resa "malvagia" è solo "accademica", intendo dire che è solo uno studio narrativo su cosa puoi fare oppure no. Tutti noi possiamo tirare solo ad indovinare su quello che hanno fatto: il vero senso dei personaggi e il significato della storia lo capiremo con gli episodi nuovi, per ora noi abbiamo visto solo il primo "capitolo" e dobbiamo vedere il resto per capire davvero il tipo di storia e come sono stati concepiti i personaggi.
Come fan, a me importa solo che la storia si dimostri all'altezza delle aspettative; poi se funziona come prevedo, meglio, si vede che ho imparato qualcosa dai miei studi. Per il resto voglio solo godermi lo show e augurarmi che resti sempre stupendo come ha fatto fin'ora.