
Il film e la fiction tv raccontano storie. Le narrazioni più coinvolgenti, quelle che, a seconda dei casi, ci tengono incollati allo schermo col fiato sospeso o ci lavorano dentro per riemergere alla mente nelle ore o nei giorni successivi, sono quasi sempre riconducibili agli antichi miti. Forse perché, come ha scritto Jung, se il sogno è il mito individuale, i miti rappresentano i sogni collettivi dell'umanità. E il grande cinema è anch'esso sogno collettivo. Questo libro tenta di analizzare la figura del protagonista del film, con le stesse categorie con cui lo studioso americano Joseph Campbell, analizza l'eroe mitico e il suo percorso avventuroso. Ma non si tratta di un saggio antropologico o sociologico, bensì di una guida all'analisi della struttura fondante della sceneggiatura. Infatti l'eroe mitico è la metafora del protagonista di qualsiasi film in cui il personaggio principale compia nel racconto per immagini un percorso che lo porti alla fine della storia a conquistare una nuova consapevolezza. La struttura di questo viaggio, le stazioni di questo procedere, le figure ed i passaggi che porteranno l'eroe a compiere un tragitto "iniziatico", tutto questo viene spiegato nel libro con riferimenti continui a sequenze di grandi film. Un testo che nasce da una rielaborazione narratologica che parte da Aristotele e la sua "Poetica" e, passando per Freud e Jung, Lucas e Spielberg, torna a noi.

Da quasi cento anni "The Elements of Style" di William Strunk jr rappresenta negli Usa un fenomeno editoriale. Un libro di didattica che ha formato tutte le generazioni americane dal 1918 ad oggi, vendendo milioni di copie. Ma in che cosa consiste il segreto del suo successo? Forse il punto fondamentale è che il libro non solo dice ciò che si dovrebbe sapere sulla scrittura, ma soprattutto non dice niente di più. Perché dentro vi è distillato solo l'essenziale. Dalle norme sintattiche all'analisi dei segni d'interpunzione, delle loro funzioni e di tutti i possibili usi; dalle norme compositive alle questioni di forma all'uso improprio delle espressioni linguistiche, fino a un approfondimento sullo stile e i suoi effetti. E questo in pochissime, essenziali pagine. Perché tutto il resto è talento e applicazione. Il libro è integrato da note di approfondimento e paragrafi aggiuntivi per il lettore italiano.

Questo manuale presenta le lezioni teoriche del Gotham Writers' Workshop, la principale scuola di scrittura creativa americana, unite a una serie di esercizi di scrittura e di analisi di brani letterari raccolti dalle opere di Carver, Hemingway, Scott Fitzgerald e altri grandi scrittori. Frutto di un'esperienza decennale con allievi di tutto il mondo, è un manuale che guida il lettore attraverso tutte le fasi della scrittura. Dall'ideazione di una storia al suo sviluppo, dalla sua revisione al fatidico momento della pubblicazione.

Una narrazione efficace deriva da diversi elementi, i più importanti dei quali restano nascosti in maniera tale da risultare spesso difficili da individuare e analizzare. Tuttavia sono necessari alla coerenza e alla continuità della storia poiché creano il tessuto narrativo sul quale l'immaginazione del lettore può viaggiare ed essere coinvolta. Questo libro costituisce il secondo livello per chi già possiede gli strumenti essenziali per creare trama, scene e dialoghi. Qui infatti si parla di quelle tecniche che danno a chi scrive maggior consapevolezza del proprio operare con l'obiettivo sia di riuscire a esprimere in modo più adeguato e complesso le proprie emozioni, sia di creare un rapporto col lettore più coinvolgente ed empatico. I capitoli del libro spaziano dalla costruzione del colpo di scena o del cliffhanger - il gancio che serve a chiudere una sequenza narrativa in modo tale da catturare il pubblico e portarlo ad aspettare con ansia il proseguimento della lettura alla scrittura dei prologhi e degli epiloghi. Dalla creazione della suspense a quella dei subplot, dai problemi di ritmo e velocità a quelli della semplicità espressiva e alla cura dei dettagli. Insomma una vera e propria cassetta degli attrezzi utile sia a chi vuole costruire una storia in quanto scrittore, ma anche a chi vuole decodificarla in quanto semplice lettore.

Affrontare il blocco della pagina bianca non è facile neppure per uno scrittore professionista, figuriamoci per chi non lo è. Questo libro, invece, lo fa nel modo più semplice e concreto. Innanzitutto rifiutando l'impostazione idealistica che dice di scrivere solo quando si è ispirati. Heffron infatti fa parte dei sostenitori dell'idea che: "scrivere è per il 5% ispirazione e per il 95% traspirazione". E con questo libro tenta di dimostrare che non è la pratica che nasce dall'idea ma che al contrario le idee vengono dal praticare la scrittura. Per questo bisogna abituarsi a scrivere ogni giorno ritagliandosi uno spazio che renda la scrittura una disciplina inseparabile dal proprio quotidiano. Ma cosa scrivere? A questa domanda il libro risponde attraverso diverse centinaia di esercizi e indicazioni pratiche riguardanti non solo i personaggi o la trama ma ogni singolo aspetto della narrazione. Naturalmente ciascuno scrive ciò che vuole partendo dalla propria esperienza, sensibilità e cultura, ma i suggerimenti pratici che Heffron offre per scandagliare il proprio io e trarne materiale di racconto sono utilissimi.

Nelle grandi narrazioni i protagonisti si dividono al fondo in due grandi categorie. Da una parte gli eroi che non cambiano, qualcuno che entra nella storia già come eroe e per questo, dopo mille avventure, risolve il problema e ristabilisce l'equilibrio e l'ordine senza cambiare di una virgola. Dall'altra, ed è quella che produce i film migliori, il protagonista durante i conflitti che deve affrontare per arrivare alla risoluzione finale si modifica, acquista consapevolezza e supera un problema interiore che spesso non sapeva di avere. Il libro spiega come gestire l'arco di trasformazione del personaggio. Il nucleo del modello teorico e narrativo di Dara Marks fonde gli studi di Chris Vogler con quelli di Linda Seger e di Robert MaKee, per arrivare all'individuazione di un motore immobile che sottende la scrittura di ogni grande storia. La scoperta cioè che a dare spessore umano al film è una profonda relazione tra il movimento del plot e lo sviluppo interiore del personaggio, a partire da una "ferita inconscia" che affligge il protagonista all'inizio del suo percorso. L'arco di trasformazione dunque è insieme il cammino necessario a risolvere la maggior parte dei problemi di base di una sceneggiatura, ma anche il racconto delle tappe di un processo di crescita verso una consapevolezza che riguarda tutti noi.

Questo è uno dei rarissimi libri che nascono essendo già dei classici. Vedono là luce, cioè, dopo anni in cui la profondità delle ricerche svolte e l'efficacia didattica dell'insegnamento hanno reso celebre nell'ambiente il nome dell'autore. Sicché quando tutto ciò si solidifica e prende forma in un libro, già sono migliaia le persone pronte a riceverlo. "Anatomia di una storia" di John Truby è uno di questi libri. Basato sulle lezioni del suo pluripremiato corso, "Great Screenwriting", il libro costituisce un originale modello di analisi della sceneggiatura e al tempo stesso un manuale pratico di scrittura. Truby ci mostra le basi fondamentali di una storia, così importanti da essere considerate irrinunciabili da ogni scrittore. Da questo procede poi, attraverso ventidue passi, a illustrare il percorso necessario al racconto di una grande storia. E in questo suo procedere possiamo riconoscere le stazioni indicate da Propp in "Morfologia della fiaba" piuttosto che i tre atti aristotelici mutuati dalla "Poetica". Una differenza di sostanza rispetto a quasi tutti gli altri grandi didatti della sceneggiatura.

Più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori, questo libro è un'autobiografia del mestiere, in cui la storia personale e professionale di King si fondono totalmente. Il capitolo d'apertura, "Curriculum vitae" ripercorre gli anni della formazione attraverso i momenti di crescita fino al grande successo di "Carrie". "La cassetta degli attrezzi" è invece una disincantata elencazione dei ferri del mestiere. "Sullo scrivere" illustra le fasi del racconto creativo fino all'approdo editoriale; infine "Sul vivere" racconta come l'autore abbia visto la morte da vicino dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto e come, grazie alla scrittura, sia tornato alla vita.

Negli ultimi anni la letteratura per ragazzi si è conquistata un posto in primo piano nel panorama letterario internazionale, grazie agli strepitosi successi di romanzi che sono diventati veri e propri simboli di questo settore.
Ma come si fa a scrivere un Harry Potter o un Twilight?
Quali sono gli ingredienti che gli autori di libri per ragazzi, siano albi illustrati o romanzi per teenager, utilizzano per affascinare un pubblico di lettori così difficile, volubile e, soprattutto, destinato a crescere in fretta?
In questo manuale Manuela Salvi svela con estrema chiarezza i segreti di un mestiere meraviglioso e difficile, in cui le competenze tecniche e il talento devono mescolarsi a una visione della vita dinamica e a una conoscenza dei rigidi meccanismi che regolano un mercato redditizio e complesso.
Dai requisiti che un autore per ragazzi dovrebbe avere agli elementi con cui valutare un’idea di storia, dalla costruzione della struttura narrativa alla creazione di personaggi tridimensionali, il percorso creativo non esclude l’analisi di fattori importanti come la vendibilità, il rapporto della poetica personale con le mode e le tendenze, i metodi per aggirare le difficoltà di pubblicazione e quelli per autopromuoversi una volta diventati autori a tutti gli effetti.
Scritto con ironia e leggerezza, ricco di aneddoti ed esempi pratici, questo manuale al momento non teme concorrenza: unico in Italia, prezioso perché analizza la realtà editoriale del nostro Paese dall’interno e ne chiarisce le chiavi di accesso.

Il libro si divide in tre parti. Nella prima l'autrice esplora le potenzialità terapeutiche della scrittura, prendendo come base le teorie dello psicologo Pennebaker, e sottolinea in particolare il ruolo importante che questa può svolgere per favorire quell'apertura verso l'esterno che è vitale per il superamento dei traumi emotivi, siano essi più o meno gravi. La seconda parte costituisce il nocciolo centrale del libro ed è una vera e propria guida alla scrittura come conoscenza di sé. Qui l'autrice divide il processo in sette fasi ben distinte (preparare, pianificare, germinare, lavorare, approfondire, modellare, ordinare, completare) fornendo per ciascuna particolari indicazioni pratiche e guidando il lettore passo dopo passo durante tutta l'esperienza della scrittura. L'ultima parte offre una panoramica di esempi, tratti dalla letteratura mondiale, di autori per i quali la scrittura è diventata strumento di superamento del dolore attraverso la conoscenza e l'accettazione di sé.