Declinò il dì che più d'ogne altro aspetto,
presto al vespro successe la compieta,
sovvenmi de la bea festa consueta
e alacre scrissi d'encomio un sonetto.
Strofa per strofa, con ritmo perfetto --
ogne cura per l'arte ormai desueta --
ogne verso Zecora fia lïeta,
di lei si prostri il poeta al cospetto.
M'arrogo al fin di chiedere perdono
se scrissi troppo tardi este mie rime,
s'il vituperio il giorno onì solenne.
Zebra falotica, Musa sublime,
che le mie rime ti sïeno strenne!
Altoriverso dormo, e t'abbandono.