L'idea è molto carina, devo dire che mi piace: la storia dietro ai Simboli di Bellezza può essere non solo un'ottima occasione per approfondire le storie di ogni personaggio meno sviluppato nella serie ufficiale, ma anche una maniera per analizzare quale possa essere il loro talento nascosto.
Parlerò delle le storie scritte fino adesso tutte insieme, perché l'impressione che mi hanno dato è molto simile.

Le storie, strutturate in questo modo, ricordano molto l'episodio dove sono state intervistate solo le mane 6,
The Cutie Mark Chronicles, e come maniera per raccontare i fatti devo dire che funziona molto. È un metodo che impedisce di affrontare con molta profondità certi argomenti, ma la possibilità di avere un forte riscontro con la serie crea una sorta di familiarità con la situazione narrata che dona una buona leggerezza.

Tuttavia, credo che il problema generale della storia sia proprio una quasi eccessiva superficialità nel raccontare i fatti narrati e le varie situazioni che i pony intervistati rievocano. Mi azzardo a suggerirti di utilizzare, piuttosto che un'impersonale terza persona, approfittare piuttosto della prima persona come hai fatto per l'ultimo "capitolo", quello su Sunset Shimmer. In questo modo avresti sicuramente più possibilità di affrontare con la profondità che meritano le situazioni narrate.

Poi, il mio è solo un suggerimento, potresti anche tranquillamente ignorarlo.

In soldoni, l'idea alla base è molto bella, serve solo approfondire un po' di più situazioni e stati d'animo dei personaggi. Comunque, un'ottima pensata
