Allora, il sogno si apre con il sottoscritto che a tratti pare avere un corpo da invidia (anche se non riesco dapprima a percepirlo in maniera accurata), vesto shorts chiari in cotone, maglietta verde militare, calze bianche ed un paio di Timberland o scarpe da trekking simili color beige. Il fisico è robusto ed ho i capelli corti (chi mi ha già incontrato in chat sa benissimo che ho una lunga coda ribelle).
Mi ritrovo su un sentiero di bosco, illuminato dal sole, circondato da alberelli di bassa statura e rigogliosi cespugli. Di fronte a me appare qualcosa di innaspettato; compare Rarity, in forma umanoide, pur conservando nel suo volto le fattezze di un unicorno, insieme alla lunga e bellissima chioma che la contraddistingue, ha il corpo di una donna. Rimango folgorato dalla sua visione e comincio a squadrarla velocemente dal alto verso il basso. E' snella, indossa una maglietta striata di cotone bianco con una leggera scollatura e una gonna di colore viola. Scarpe da trekking pure lei. Stavo per comporre un timido saluto tipo "Ciao" o simili quando con una mano biancastra, probabilmente guantata, mi allunga un cartoncino giallo con delle lettere fatte con una matita di cera rossa (crayons), dal aspetto leggermente infantile, come fatte da una bambina.
La scritta riportava a caratteri cubitali la domanda in inglese "Wanna RP?". Ci stetti a pensare un momento (
o forse l'avevo detto?), non avevo mai partecipato ad un gioco di ruolo su chat o forum, figuriamoci nel mondo reale, ma non mi sarei certo tirato indietro.
Massì, perchè no?Lei mi fece un sorrisino, mi passò un altro cartoncino con delle istruzioni, in stampatello, questa volta dal carattere molto più contenuto e un disegno del prossimo posto dove ci saremmo dovuti trovare. Il tempo di di addocchiarlo per qualche secondo e Lei era già sparita dalla mia vista. Il sogno continua con qualche nitida immagine, degli spezzoni, "saltando" velocemente con un effetto del tipo "nastro magnetico rovinato" o "telecamera vecchio tipo quando cade a terra e skippa" accompagnato da conseguente perdita di immagine e fruscio.
Comunque nella sequenza che ricordo mi ritrovo su una collinetta con un sentiero battuto e una biforcazione ad "Y" rovesciata. Di fianco a me c'è quello che sembra una roccia color marrone per poi accorgermi che si tratta di un blocco di legno enorme con non so che cosa incisa da qualche artigiano locale. Di fianco ad essa dei cartelli con delle scritte indecifrabili. Osservo con attenzione il cartocino datomi e mi indica di scendere lungo il sentiero verso la foresta, composta per lo più da rigogliosi pini silvestri. La discesa che corrisponde alla parte bassa della "Y" porta lungo un piccolo campo di ove l'erba è alta, folta e piegata da una leggera brezza montagnola, costellata a tratti da fiori silvestri rossi qualche margherita prima di interrompersi di fronte alla vista del bosco. Scendo lungo quel sentiero con quella brezza che mi bacia il volto.
Arrivato sulla soglia, la visione si interrompe e comincia un sussegguirsi di immagini veloci nelle quali io, anzi, il mio alter ego rivede la splendida puledra umanoide, che gli consegna puntualmente altri cartoncini, e lui comincia a fare domande del tipo; "Come ti chiami?" o "Perchè siamo qui?". Lei non risponde e sparisce di nuovo. Ad un certo punto la persona dentro la quale è "imprigionata" la mia coscienza prende una decisione sconsiderata, invero ignorare il role-playing e mettersi alla ricerca forsennata della ragazza senza preoccuparsi di seguire quanto scritto nel cartoncino, saltando diversi "checkpoint" previsti dal percorso, in preda ad una certa disperazione, che condividevo.
Finalmente il sogno riprende il suo andamento "normale" senza ulteriori salti. La foresta si apre davanti a me. C'è un laghetto al cui margine destro si trova una palafitta fatta in tronchi di legno, un pò diroccata e minuta. Dal ingresso posteriore c'era una passerella galeggiante, di costruzione recente, fatta con barili in lamiera blu e assi di legno bianche, che comunicata con una specie di torre di vedetta in mezzo al lago. In cima, la torre di osservazione era coperto con un telo semitraparente marrone-verde scuro. Intravvidi la sagoma femminile. Ero certo, in cuor mio, che la ragazza non fosse la reincarnazione di Rarity, ma bensì un abile cosplayer che si era divertira a farsi rincorrere da me in giro per la foresta e che magari aveva una forte cotta per me (e forse me n'ero innamorato). Ripresi in mano l'ultimo cartoncino colorato datomi in precedenza. Lo lessi e lo tradussi mentalmente pur non ricordandone la scritta; "
Salva la ragazza dal tizio cattivo"... Cosa? Chi?
Sentì qualcosa schiantarsi contro la porta della baracca in riva al lago. La porta si apri di scatto e sbattè. Ne usci un losco figuro, enorme. Non mi vide. Cacciò un urlo cavernoso che ricordava stranamente quello di Snowflake, camminò descrivento in cerchio di qualche metro e rientrò nella palafitta. Il tipo era dentro una tuta verde, tutta fatta a quadretti, un grosso creeper uscito direttamente da minecraft. Era robustissimo, o almeno così lasciava ad intendere dentro, poichè non era possibile vedere nemmeno una zona esposta dei suoi vestiti o della sua pelle. Il volto era chiaramente fatto con uno scatolone ricoperto di stoffa verde e delle pezze quadrate nere a comporre il volto del creeper.
"
Adesso però stiamo decisamente precipitando nel ridicolo!" Pensai. "
Al diavolo il cattivone, non ho tempo per queste stupidaggini, voglio rivederla!". Mi tuffai manco fossi un campione olimpico nel lago. Se avevo fortuna il tizio non sarebbe uscito dalla porta sul retro per controllare tanto sembrava stupido.
Nuotai con foga e raggiunsi presto la torre. Nessuna scaletta. Mi apprestai a scalarla cercando in fretta e furia i punti di appiglio (la torre era fatta anch'essa con dei tronchi di legno, credo). Raccolsi tutte le mie forze e salì senza troppi problemi. Quando arrivai sulla cima lei era sparira... Di nuovo. Mi consolai pensando che non poteva essere lontana. Magari mentre nuotavo era entrata a parlare con l'imbecille in maschera dentro il capanno.
Scesi dalla torre in maniera rovinosa e sfondai la porta sul retro... Era composta da un unica stanza, completamente buia e ristretta. Vidi subito che la porta anteriore era spalancata e che la luce del sole arrivava fino in miei piedi. Al interno non percepì nessuno. Non c'era un anima. Cercai di calmarmi e mi incamminai pacatamente verso la soglia.
Persi il controllo del mio alter ego. L'inquadratura passò in terza persona. Il tizio si lasciò alle spalle la palafitta diroccata e cominciò a camminare lentamente. Era un tipo della mia stessa età, dal taglio tattico, con l'aspetto di un militare, fisico palestrato e pelle abbronzata. Il solito figaccione da spiaggia ed io lo odiavo. Non ero di certo io! Cominciò a parlare con tono di voce normale, senza nessun accento particolare...;
"
E quella fu l'ultima volta che vidi Anita, ora sono sposato con un'altra donna e ho un figlio che mi tratta come un paio di scarpe vecchie, per cose come questa" disse, alzando il braccio sinistro e guardandomi mentre puntava al suo orologio da polso, un cronografo (Rolex?) con un quadro nero e retangolare, spesso, con file di cristalli swarowsky incastonati nel acciaio di cui era fatta la cassa. Mi venne da ridere,
sfigato!Anita? Era questo il nome della ragazza a cui avevo dato la caccia? Come faceva a saperlo? In quel momento rividi in un flashback una delle sequenze che non ero riuscito a cogliere con lucidità; un incontro tra il mio alter-ego e la ragazza, in mezzo alla boscaglia. Lei mi stava consegnando un plicco dei suoi cartoncini colorati, non riuscivo a muovermi. Cercavo di dire qualcosa ma non ci riuscivo. Ero immobile davanti a lei. Mi ripresi ed allungai il braccio per prendere i cartoncini. Gli chiesi il nome. "
Anita" rispose, con un sorriso ammiccante e quei bellissimi occhi da pony.
Mi sono svegliato. Ho maledetto me steso per non essere stato alle regole. Dal momento che erano mesi che avevo problemi a dormire quel sogno poteva essere la mia chance di trascorrere una notte serena e riposante, magari in compania di miss Rarity in carne ed ossa, beh, almeno nel sogno. Invece ero addirato e volevo sfondare il muro di Gasbeton che separava la mia stanza dal soggiorno, con la testa. Sono rimasto nel letto a cercare di riprendere ciò che era stato interrotto o di fare un sogno simile. Nulla accadde. Erano le 6 quando mi sono svegliato, ho sempre avuto la cognizione del tempo trascorso negli ultimi tempi, e alle 7 mi sono finalmente alzato per spegnere la sveglia e stendere un testo su ciò che avete appena letto. Ho trascorso quell'ora in dormiveglia cercando sia di riprendere sonno che a riordinare mentalmente le idee, senza dimenticare ciò che avevo "vissuto" sulla pelle di un individuo immaginario.
Se solo quella ragazza fosse reale...
