Slender
The King of the Night.
Capitolo Primo
La luna si stava alzando pigramente da oriente, come ogni sera.
Celestia guardò fuori dalla finestra della sua stanza.
Era stanchissima.
Tenere alto nel cielo il sole era tremendamente faticoso, specialmente in quel periodo dell’anno, quando le giornate si prolungavano coll’avvicinarsi del solstizio d’estate.
La principessa pony guardò con gratitudine la cima della torre da cui sua sorella, Princess Luna, stava facendo sorgere la luna, come ogni notte.
Celestia era immensamente grata di avere una sorella che l’aiutasse nel gravoso compito di controllare i due corpi celesti.
Voleva inoltre molto bene alla sorella.
Luna le raccomandava sempre di riposarsi durante la notte, ma lei non ci riusciva.
Sapere Luna la fuori da sola, tutta sola, tutta la notte, l’angosciava.
Celestia però neanche immaginava gli effettivi pericoli che correva sua sorella, pericoli ai quali quelli immaginati dalla principessa del sole non si avvicinavano minimamente.
Come ogni sera, la principessa del giorno rimase a fissare la sorella all’opera fino a quando non cadde addormentata sul davanzale della finestra, sopraffatta dalla stanchezza.
Luna teneva perfettamente sotto controllo costante tutti i sogni, le stelle e la luna col suo potere, senza mostrare il minimo sforzo.
Fissava decisa gli astri, mantenendo la luna sul suo asse, lasciandola scivolare dolcemente lungo la volta celeste.
Qualcuno sospirò dietro di lei.
Luna si voltò, pensando che fosse una guardia venuta a controllare che non avesse bisogno di nulla, ma fece un balzo, e per poco non fece capitombolare un gruppo di stelle sulla cintura di Orione.
“Che notte magnifica.” Disse la creatura con aria nostalgica, come se fosse un pezzetto di quel cielo nero desideroso di ricongiungersi ad esso.
“Cosa vuoi? Avevo già detto al tuo compagno che mai avrei accettato la proposta del vostro capo.” Disse acida Luna.
L’ender-pony, altissimo, nero e avvolto da una coltre di pulviscolo violaceo, la squadrò divertito.
“Oh, ma il mio capo non vuole più avere la tua risposta. Quella che ha già ricevuto gli è bastata, se ne è fatto una ragione ed è passato ad altri pensieri, ma vedi, principessa, io credo che tu non abbia capito come è fatto lui. Vedi, se vuole una cosa, lui, la ottiene.”
“Che intendi dire? Sappi che non sarò caritatevole in caso tu voglia attaccarmi.” Rispose Luna in tono di sfida.
L’ender-pony la scrutò divertito, poi schioccò la lingua, e una squadra di altri ender-pony circondò la principessa, la quale tentò la fuga teletrasportandosi.
Troppo tardi si accorse che i suoi nemici l’avevano bloccata con una catena di acciaio levigato alla magia, che rendeva inutile gli incantesimi.
Luna provò a liberarsi, senza esito.
L’ender-pony ridacchiò divertito.
“Bene, ed ora, mia cara, facciamo un viaggettino, ti va? AHAHAHAH!”
Prima che potesse chiamare aiuto, Luna fu tramortita e portata via.
Celestia si svegliò di soprassalto.
Qualcuno bussava con insistenza alla porta.
La principessa si diresse verso essa, la aprì e trovò una guardia dall’aria sconvolta.
“È già ora?” chiese assonnata la principessa, alludendo al suo compito di far sorgere il sole.
La guardia rispose: “Mia signora, Princess Luna… è scomparsa!”