Beh, qualche complimento, almeno nella prima parte del messaggio, te lo faccio eccome. Perché merita assolutamente. Mi piace il modo in cui fondi l'antica storia canon della serie per farla collidere con le vicende originali, e trovo tutto molto azzeccato e credibile.
Sì, ci tengo a rendere tutto il più credibile possibile.

E' una delle mie regole d'oro.
Anche dal punto di vista "Equestria Girls", hai decisamente aggiustato il tiro rispetto al film (anche se la tua risalga a prima della sua uscita, quindi è più corretto dire che sei stato profetico con classe!)
Terribilmente profetico in certi punti ... pensa solo alla battuta "Allora esiste anche in questo mondo la magia!" che faccio dire a Twilight

.... per non parlare di Twilight alle prese con il computer
io forse avrei esaltato un po' meno le differenze tra i due mondi, ma immagino sia stato una licenza creativa che hai adottato per contrastare i due universi.
E' resa apposta questa differenza sostanziale, perchè secondo me comunque c'è, eccome. E infatti si vede dopo cosa succede al mondo di Equestria quando diventa più simile al nostro ...
Da qui in poi però vorrei parlare di quello che meno mi ha convinto. Quindi spero tu non sia particolarmente suscettibile, e in caso, scusa se faccio calare l'ascia con troppa brutalità
E' una regola che un autore, suscettibile o meno, deve imparare, anche se amara: le critiche negative aiutano a migliorare più di quelle positive. Quindi non farti problemi a far calare l'ascia (immaginaria, mi raccomando

).
In una tua intervista (o nei commenti della storia, non ricordo esattamente dove), lessi che ti eri ispirato a FOE. Beh, direi che c'è molto di foe nella storia. Sia nelle atmosfere che in certi personaggi. Forse se avessi rielaborato con maggior fantasia gli elementi in comune, ne sarebbe uscito un prodotto più fresco. Premetto che io sto leggendo FOE in queste settimane, quindi ho ancora solida nella mente l'avventura di Littlepip. Che mi richiama durante la lettura più del necessario.
Questo può essere un male o un bene a seconda di chi legge. Stiamo parlando di una fic che ho iniziato sull'onda dell'entusiasmo della lettura del mattone di Kkat

Ho cercato di essere meno "dipendente" possibile da FOE, ma molti elementi comunque li ho presi da lì, volontariamente o inconsciamente, questo lo ammetto.
La scelta di alternare la prima persona tra vari personaggi è un piccolo guizzo di freschezza, che io ho ritrovato forse una sola volta nei miei lunghi anni di letture.
Sì, questa è una cosa che mi piace fare in tutte le mie storie, in modo da rendere appunto più fresca la lettura, per smorzare un pò certi momenti, e per permettere anche di apprezzare altri protagonisti invece di uno solo (e ovviamente di mostrare cose che il protagonista principale non potrebbe vedere).
L'unica pecca è che forse, data la scelta, avresti dovuto esaltare maggiormente il linguaggio "proprio" di ogni personaggio. In modo da creare una distinzione tra Twilight, Daniel e Rachel. Se tutti parlano allo stesso modo si perde un po' quel ché di speciale che è insito nella narrazione in prima persona. Spesso infatti ho dovuto prestare maggiormente attenzione durante i campi di soggettiva proprio per cercare di capire quale personaggio stia narrando in quel momento. Avresti almeno dovuto trovare dei stratagemmi più intuitivi per alternare le diverse sequenze.
Mmm
Sì, questa ammetto che è stata una delle mie preoccupazioni principali quando passavo da un personaggio all'altro. Per dirne una ho fatto in modo, ad esempio, che Daniel dicesse spesso "Per Dio" o "Per carità divina" o esclamazioni religiose simili, oppure ho dato a Rachel un modo di pensare più gioviale e meno pessimistico di Twilight. Forse non ci sono riuscito come avrei voluto. Ci devo lavorare ancora un pò, probabilmente. Suggerimenti?
Al riguardo dei due personaggi umani, anche, io avrei condito i loro capitoli con momenti + intimi e introspettivi tra i due, che dessero la possibilità di approfondire maggiormente le loro figure. Il vantaggio di una storia scritta, invece che di un film, è proprio di poter viaggiare nel passato e nella psiche di un personaggio per conoscerne le sfumature che lo rendono unico. Non facendolo nel modo adeguato, questo, ne risulta sul finale che i due personaggi siano ben bilanciati e credibili (un hater scettico e una pegasister sognatrice, un'alchimia davvero fantastica), fedeli ai loro ruoli (e questo è un bene), ma di poco spessore. Sono una coppia, no? Si dovrebbe conoscere qualcosa sul loro passato. Conoscere degli aneddoti che abbiano plasmato il loro duo. Ecc.
Ecco, su questo non posso darti proprio torto. Me ne sono reso conto anch'io di non aver dato il giusto spessore "amoroso" ai due. Ho provato a darvi rimedio aggiungendo un pezzo in corso d'opera, ma non è bastato. Vedrò di migliorare anche questo aspetto.
Parlando poi del fantasma del filosofo greco, forse avresti dovuto fargli usare una dizione più "arcaica" rispetto al colloquiale gergo che invece utilizzava. Viene pur sempre da un'epoca di miti e poeti, qualche decennio di colloqui con dei pony e millenni di solitudine spiritica non credo lo abbiano reso un allegro compaesano di villaggio.
Un pò si spiega questa cosa dal fatto che comunica loro attraverso il pensiero, infrangendo quindi barriere linguistiche e di gergo, e comunque ho cercato di renderlo il più possibile "sofisticato" senza però voler esagerare.
Purtroppo i termini arcaici non sono il mio forte

(sono un ragioniere, non un laureato in lingue

)
E questi sono i quattro aspetti NI che mi sono rimasti maggiormente impressi. Non pregiudicano all'interesse della storia, che scorre varia, ben scritta, e coinvolgente. Però non ho potuto fare a meno di notarli.
E hai fatto bene a notarli

E già il fatto che siano NI e non NO mi fa molto piacere
