La voce sembrava appartenere a una cucciola ed era straziante, piena di dolore...
Era la stessa voce che con un altro grido di sofferenza svegliò un gruppo di malcapitati che si trovava in una cella di cristallo.
Erano venuti tutti nell'Impero di Cristallo in occasione dei giochi che ci si dovevano tenere. Quando il treno arrivò alla destinazione la felicitá vibrava nell'aria insieme all'adrenalina ed emozione causata dai giochi che avrebbero dovuto svolgersi. L'atmosfera pareva quasi idilliaca. I pony e le zebre trottavano felici e parlavano tra di loro eccitati per l'evento. Si vedevabo gli atleti intenti a sgranchirsi le zampe prima di affrontare le loro sfide.
Ma tra queste creature spensierate c'era un'agitazione che veniva mascherata dall'entusiasmo dei giochi e quindi non fu percepitta in tempo, neanche da poche Zebre che vi erano presenti.
La gioia pervase tutti con l'accensione del fuoco da parte di Principessa Cadance, la splendida sovrana dal manto color lilla.
E allora acadde.
Un unicorno ricoperto dal proprio sangue e dai colori ormai inquinati dal liquido cremisi, con il corpo lacerato dalle ferite si materializzò ai suoi piedi. Disse una sola parola, sottovoce e con lacrime negli occhi.Scappate
Subito dopo spirò. La Principessa rimase paralizzata dal fatto... Presto tutti i presenti erano in panico. Nonostante l'unicorno dal manto candido tentasse di riportare l'ordine e la calma con le sue qualitá da leader i suoi tentativi erano vani. La capitale si trasformò in una mischia di equini, grifoni e draghi confusi e terrificati, e il rumore non permetteva più di udire niente. Poco dopo il cielo si oscurò, riempiendosi di nuvole nere e non lasciando più trasparire la luce solare. Nella confusione nessuno si accorse che Cadance era sparita. Nessuno tranne un pony incapucciato che si dirigeva verso il castello... E un gruppetto che decise di seguirlo.
Il.. O la pony ora li guardava da dietro le sbarre con aria grave. Si soffermò solo un attimo e poi fuggí.
Dal corridoio si udiva un'altra voce e lamenti.
-Buttala via.
Questa voce, crudele e agghiacciante aparteneva e un pony che si stava avvicinando verso la cella. Il suo manto era nero, ma dove le torcie gli donavano più luce si vedevano delle sfumatore del rosso. Gli occhi erano verdi come la foresta... Una foresta cupa e inquietante, e solo posare il proprio sguardo lí provocava terrore. Era un pegaso , le piume delle sue ali erano consumate e sporche. Il suo corpo invece era protetto un'armatura bluastra, come quella delle guardie reali. Quando si fermo dinnanzi al cancello sorrise rivelando denti aguzzi.
-Volevate vedere i giochi? Li avrete presto.
La sua voce era terrificante e il suo respiro aveva un forte odore di metallo...lo stesso del sangue .
Dopo questo si allontanò.
Si sentirono altre urla provocate da un dolore atroce...
Lamenti delle madri e degli amanti...
Fra poco doveva essere il vostro turno ma...
Un mattone cadde dalla parete.
-Se volete salva la vita... Seguitemi.