Quasi una trentina di mercenari del famoso gruppo delle Comparse occupano la gigantesca hall dello Sweet Hotel.
L'albergo ha passato giorni migliori: le pareti color panna e dalle belle decorazioni sono tutte sporche, la carta da parati in alcuni punti è stata strappata e qualcuno ha avuto la brillante idea di scrivere alcune simpatiche oscenità sulle pareti o di tirare dal muro i cavi elettro-magici. Tantissime bottiglie vuote e piene coprono il bancone della reception, insieme a torsoli di mela croccante e ad alcune posate sporche; solo il piccolo campanello di ottone è rimasto del vecchio arredamento della reception, accanto a lui è comparso un piccolo fornello di fortuna e varia spazzatura puzzolente.
I divanetti sono semi distrutti e messi attorno a dei tavoli di fortuna, come una vecchia macchinetta distributrice di bevande gassate stesa a terra. Questi nuovi tavoli sono coperti da altre bottiglie, lattine, coltelli, posate, armi, carte, fiches e dadi. (e
triccheballacche)
Però nella hall non c'è aria di allegria, la maggior parte dei mercenari discute del loro futuro e della chiusura del portale. Un grifone sta vandalizzando un tavolino di legno incidendo sopra una mappa del deserto del Manave, indica ai suoi compagni due montagne dicendo che lì si ritireranno per riorganizzarsi. Un mulo protesta dicendo che quella zona è infestata dai ghouls magici, ma soprattutto da gigantesche manticore radioattive. Dovrebbero dirigersi a nord ovest verso la cittadina di Goodsprings, occuparla e aprirsi un passaggio a nord verso l'altopiano del Sella Dorada.
I discorsi vengono interrotti da un forte tonfo: dalle scale è rotolato un asino che ora è steso con il muso a terra. Uno dei mercenari, una zebra dal crine rasato, si avvicina a lui urlando a tutti che Hammerkey, l'asino a terra, è proprio un misero imbranato: come può riparare il generatore se non riesce nemmeno a salire le scale? Tutti i mercenari ridono, mentre la zebra sta davanti all'asino dicendo di alzarsi e di tornare a lavoro.
L'asino non risponde e non si alza. Le risate si interrompono, la zebra gira l'asino e con sommo orrore nota che la faccia è semispappolata.
- Chi è stato a fare questo! - urla la zebra, mentre alcuni dei suoi compagni inzoccolano le proprie armi.
-
Beep! Devo essere stato io! - dice un gigantesco zebrone sorridente che privo di bardatura ha tra i zoccoli un gigantesco mitragliatore a canne rotanti.
I mercenari non riescono nemmeno a imprecare quando un'ondata di proiettili è scagliata su di loro.
I più fortunati sono quelli che muoiono subito, quelli che subiscono l'ira dello zebrone rientrano nella categoria dei poveri sfortunati.
Lo zebrone, che secondo le imprecazioni si chiama Barrazebra, finisce a suon di zoccolate i feriti oppure scarica la potenza del suo mitragliatore sul muso dei più sfortunati. Cinque minuti e la hall ritrova il silenzio che da tempo aveva perso. Si sente solo Barrazebra camminare e un mulo singhiozzare.
Il mulo che proponeva la deviazione verso Goodsprings sembra essere l'unico sopravvissuto. Singhiozza pregando la Dea Madre di salvarlo, promette di abbandonare la carriera di mercenario e di diventare un volontario, farsi monaco arrivando anche al voto di povertà e di castità.
Le preghiere aumentano quando Barrazebra gli punta il suo mitragliatore contro.
- Dove sono i miei tappi e le mie gemme,
beep! - dice lo zebrone con una voce dura, priva di qualsiasi sentimento o di pietà.
- Te li vado a prendere subito - singhiozza spaventato a morte il mulo, mentre una pozza di liquido giallastro si sta formando accanto a lui.
- Se uccido un
beep beep beep voglio essere pagato! Se uccido un gruppo di
beep beep beep voglio essere pagato immediatamente. Non drogato come una
beep beep beep beep e incatenato a un
beep muro! - continua lo zebrone, appoggiando sul petto del mulo le bocche calde del mitragliatore.
- Barrazebra, giuro sulla Dea Madre che so dove si trova il tesoro di King Donkey. È nello scantinato, lo giuro! Non uccidermi: ho figli, ho una madre, un padre, un cane, una tartaruga e due pesciolini rossi, devo finire di pagare il mutuo e non posso lasciare la mia povera nonna cieca e sorda nelle grinfie di EquiEquestria!. - scoppia a piangere il mulo.
Lo zebrone borbottando qualcosa di indecifrabile, abbassa il mitragliatore e ordina al mulo di alzarsi.
- Sì. Tutto quello che vuoi. Sei tu il capo! -
Barrazebra disgustato afferra le spalle del mulo e dice sprezzante:
- Preghi come un cane di fango! Morirai come un cane di fango. -
Il mulo non riesce nemmeno a pronunciare una parola, quando viene afferrato e lanciato verso le scale. Si sfracella su un cervo che stava correndo verso lo zebrone. Entrambi cadono a terra, ma soprattutto l'ascia del cervo cade vicino a Barrazebra, che l'afferra e sorridendo si avvicina ai due:
- Ora vi racconto la storia di quel
beep beep beep di Bambi! -