! Spero vi piaccia e se ci sono imperfezioni o errori ortografici fatemelo sapere 
. Le critiche costruttive e consigli utili sono i benvenuti 
!Avvertenze: questa fanfic è stata scritta in -
mod ON-, perciò probabilmenta potrebbero scappare dei "WTF 
?", comunque...andrò postando i vari capitoli ogni volta che finirò di scriverne uno.Buona lettura
, commentate e ditemi che ve ne pare, ok ?P.S.:consiglio vivamente di leggere per prima cosa il prologo, darà una visione generale sulla fanfic.
Mondi paralleli
Prologo
/"Dove...sono?-sussurrai appena.
Sentivo la gelida bio-schiuma medica all'interno dell'armatura sciogliersi. Avevo la vista offuscata e l'HUD era andato in tilt ma capii che c'era della luce, ma non quella del sole...ero sdraiato. La schiuma mi aveva bloccato e intorpidito perciò non riuscivo a muovermi. Ad un certo punto le orecchie si scongelarono e sentii delle voci:
"Scusa Twilight, puoi ripetermelo dove hai trovato quel coso?
"Hai capito benissimo, Spike. Stavo studiando le costellazioni appena fuori da Ponyville, quando lo vedo precipitare dal cielo e schiantarsi ad un centinaio di metri da me e..."
"A-a-aiuto...".
Ancora a terra tesi la mano destra verso quelle figure offuscate.
"AAHHHHH! Twilight, si è mosso!
-SISTEMI VITALI IN CALO ATTENZIONE-
Sentivo quelle poche forze che mi erano ritornate abbandonarmi di nuovo e svenni ancora una volta./
Sentivo la gelida bio-schiuma medica all'interno dell'armatura sciogliersi. Avevo la vista offuscata e l'HUD era andato in tilt ma capii che c'era della luce, ma non quella del sole...ero sdraiato. La schiuma mi aveva bloccato e intorpidito perciò non riuscivo a muovermi. Ad un certo punto le orecchie si scongelarono e sentii delle voci:
"Scusa Twilight, puoi ripetermelo dove hai trovato quel coso?
"Hai capito benissimo, Spike. Stavo studiando le costellazioni appena fuori da Ponyville, quando lo vedo precipitare dal cielo e schiantarsi ad un centinaio di metri da me e..."
"A-a-aiuto...".
Ancora a terra tesi la mano destra verso quelle figure offuscate.
"AAHHHHH! Twilight, si è mosso!
-SISTEMI VITALI IN CALO ATTENZIONE-
Sentivo quelle poche forze che mi erano ritornate abbandonarmi di nuovo e svenni ancora una volta./
Capitolo 1
24 Novembre 2558 – avamposto Red Thunder - 16:05
Sono ormai due…due mesi…due dannati mesi in quest’avamposto, in realtà è una sorta di larga trincea con base sotterranea, non è male…dopo che ti ci abitui. Da quando che siamo qui abbiamo combattuto contro i Covenant solo una volta. Per molti miei compagni Spartan queste sono ore di continua noia ma per me è una fortuna non dover combattere continuamente contro quelle cose. In quelle due ore di combattimento abbiamo perso un uomo, Magent, si era beccato una granata al plasma dritto nell’elmetto, odio quelle granate. Una volta lanciate si appiccicano ad un oggetto e poi esplodono. Quando gli era arrivata addosso si mise a gridare:
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
In quei pochi secondi che gli erano rimasti, si mise a gridare a pieni polmoni con una forza incredibile, per poi saltare in aria. L’esplosione era bellissima ma orribile al contempo, un meraviglioso lampo blu elettrico è ciò che scaturisce quella dannatissima granata.
Jonathan, il nostro cecchino sparò due colpi a quell’élite che l’ aveva lanciata, prima alla gamba tanto per farlo soffrire, eliminando i suoi scudi e poi due di noi gli andarono in contro correndo come dei tori imbufaliti e lo picchiarono a sangue, sotto il fuoco di migliaia di nemici, fino a farlo svenire, e portarono l’élite alla trincea per punirlo per ciò che aveva fatto, non subito però…, ci era venuta un’idea al riguardo…eh, eh….
Abbiamo deciso di indossare sopra le nostre armature da Spartan un grande mantello nero in segno di lutto, Mag non era imparentato con nessuno qui, ma in questo posto ci comportiamo tutti come tanti fratelli…. Come geniere della squadra toccava a me rendergli onore grazie ad un mio amico…Hamm’, il mio lanciarazzi. Ho sempre avuto una grande passione per le armi che dopo aver premuto il grilletto, fanno fare BUM al nemico: Laser Spartan, Pistola lancia granate adesive, Fucile Railgun e il Lanciarazzi; classe JackHammer… che arma….
---------------
Sono le 23:00, prendo il mio Hamm’ e lo punto dritto il cielo stellato. Sono circondato da tutti i miei compagni che stanno facendo il saluto con la mano in fronte, messa di taglio; il classico saluto militare. Per l’occasione ho modificato il razzo che dovrò sparare, ho fatto in modo che ad un certo punto in cielo esplodesse in un grande tuono rosso, il colore della squadra, e che poi svanisse dopo circa cinque secondi, una cosa del genere può attirare il nemico.
Non so se qualcuno dei miei “fratelli” stia piangendo per il dolore, i loro elmetti mi impediscono di vedere i rispettivi volti. Prima di sparare mi venne di dire questo:
“Questo è per te Mag”.
A questa mia frase seguirono numerosi “ben detto”, “giusto”, oppure “è fatto per te amico, goditelo”.
Sparai e da Hamm’ fuoriuscì una vampata seguita da una scia di fuoco del boost del razzo che saliva sempre più in alto, finché a un certo punto il razzo esplose, un favoloso lampo accecante rosso comparve in cielo subito dopo una moderata esplosione. Era bellissimo, peccato che durò poco….
Dopo che passò, Henry esclamò:
“Stavo quasi per dimenticarmelo!”
Corse verso l’entrata sotterranea della base. Mentre andava, abbiamo detto tutti:
“Giusto!, il nostro ospite!”.
Vidi Henry salire dalla base con l’élite bendato, gli avevamo anche legato le…mani…dietro la schiena, anche se malconcio, quel tipo è molto pericoloso. Ha già tentato più volte di evadere…in vano. Lo abbiamo anche interrogato, gli abbiamo chiesto posizioni strategiche dei suoi alleati ma…non abbiamo ricavato granché…non parla molto la nostra lingua, sa qualcosina, niente di speciale….
Henry e Jonathan lo presero per le spalle e lo fecero sedere su una sedia all’aperto e lo circondammo.
Si guardava intorno freneticamente nonostante avesse la benda.
Jonathan scese verso la base, mentre andava diceva:
“Vado a chiamare il boia!”
Si mise a ridere con gusto e lo si sentiva finché non oltrepassò la soglia della porta in titanio.
Lo vidi ritornare insieme a un suo grande compare, Venom, non è il suo vero nome ma preferisce farsi chiamare così. Lui è l’assassino del team, in questo caso, il nostro boia specializzato.
La sua armatura è diversa. Non è di un colore rosso acceso come la nostra, ma più scura, color rosso granata. E’ lo specialista di coltelli e assassinii e per l’evento ha modificato un suo coltello facendolo assomigliare ad una specie d’ascia da esecutore. Il mantello nero, per il lutto, che indossava aveva anche un cappuccio che teneva sempre in testa.
Appena arrivò, disse:
“Vediamo cosa mi avete portato stavolta”.
Si mise davanti all’élite seduto, gli tolse la benda e lo guardo dritto negli occhi. Al posto della fondina per la pistola aveva uno speciale fodero per la sua ascia. Scostò il mantello, aprì il fodero e sguainò l’arma. Si avvicino di più al condannato e gli disse:
“Ultimi WORT-WORT?”
L’élite sembrava dire qualcosa…nella sua lingua. Venom si mise in posizione e come un boscaiolo che abbatte un albero, gli tagliò la testa, facendo fuori uscire sangue viola. Tutti si misero ad urlare per la gioia, io mi astenni…non so perché ma non lo feci. Venom fece finta di togliersi un cappello dalla testa e se lo poggiò sul petto. E’ una cosa che fa ogni volta che giustizia qualcuno.
Io e Jonathan siamo andati a buttare il cadavere lontano dall’avamposto, più o meno dove i Covenant si erano appostati per attaccarci. Per strada gli chiesi come aveva conosciuto Venom. Mi disse che lui gli aveva salvato la pelle e che da quel momento divennero amici.
Tornati alla trincea, io andai a letto. Il turno di guardia toccava a Jonathan.
Sono ormai due…due mesi…due dannati mesi in quest’avamposto, in realtà è una sorta di larga trincea con base sotterranea, non è male…dopo che ti ci abitui. Da quando che siamo qui abbiamo combattuto contro i Covenant solo una volta. Per molti miei compagni Spartan queste sono ore di continua noia ma per me è una fortuna non dover combattere continuamente contro quelle cose. In quelle due ore di combattimento abbiamo perso un uomo, Magent, si era beccato una granata al plasma dritto nell’elmetto, odio quelle granate. Una volta lanciate si appiccicano ad un oggetto e poi esplodono. Quando gli era arrivata addosso si mise a gridare:
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
In quei pochi secondi che gli erano rimasti, si mise a gridare a pieni polmoni con una forza incredibile, per poi saltare in aria. L’esplosione era bellissima ma orribile al contempo, un meraviglioso lampo blu elettrico è ciò che scaturisce quella dannatissima granata.
Jonathan, il nostro cecchino sparò due colpi a quell’élite che l’ aveva lanciata, prima alla gamba tanto per farlo soffrire, eliminando i suoi scudi e poi due di noi gli andarono in contro correndo come dei tori imbufaliti e lo picchiarono a sangue, sotto il fuoco di migliaia di nemici, fino a farlo svenire, e portarono l’élite alla trincea per punirlo per ciò che aveva fatto, non subito però…, ci era venuta un’idea al riguardo…eh, eh….
Abbiamo deciso di indossare sopra le nostre armature da Spartan un grande mantello nero in segno di lutto, Mag non era imparentato con nessuno qui, ma in questo posto ci comportiamo tutti come tanti fratelli…. Come geniere della squadra toccava a me rendergli onore grazie ad un mio amico…Hamm’, il mio lanciarazzi. Ho sempre avuto una grande passione per le armi che dopo aver premuto il grilletto, fanno fare BUM al nemico: Laser Spartan, Pistola lancia granate adesive, Fucile Railgun e il Lanciarazzi; classe JackHammer… che arma….
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Sono le 23:00, prendo il mio Hamm’ e lo punto dritto il cielo stellato. Sono circondato da tutti i miei compagni che stanno facendo il saluto con la mano in fronte, messa di taglio; il classico saluto militare. Per l’occasione ho modificato il razzo che dovrò sparare, ho fatto in modo che ad un certo punto in cielo esplodesse in un grande tuono rosso, il colore della squadra, e che poi svanisse dopo circa cinque secondi, una cosa del genere può attirare il nemico.
Non so se qualcuno dei miei “fratelli” stia piangendo per il dolore, i loro elmetti mi impediscono di vedere i rispettivi volti. Prima di sparare mi venne di dire questo:
“Questo è per te Mag”.
A questa mia frase seguirono numerosi “ben detto”, “giusto”, oppure “è fatto per te amico, goditelo”.
Sparai e da Hamm’ fuoriuscì una vampata seguita da una scia di fuoco del boost del razzo che saliva sempre più in alto, finché a un certo punto il razzo esplose, un favoloso lampo accecante rosso comparve in cielo subito dopo una moderata esplosione. Era bellissimo, peccato che durò poco….
Dopo che passò, Henry esclamò:
“Stavo quasi per dimenticarmelo!”
Corse verso l’entrata sotterranea della base. Mentre andava, abbiamo detto tutti:
“Giusto!, il nostro ospite!”.
Vidi Henry salire dalla base con l’élite bendato, gli avevamo anche legato le…mani…dietro la schiena, anche se malconcio, quel tipo è molto pericoloso. Ha già tentato più volte di evadere…in vano. Lo abbiamo anche interrogato, gli abbiamo chiesto posizioni strategiche dei suoi alleati ma…non abbiamo ricavato granché…non parla molto la nostra lingua, sa qualcosina, niente di speciale….
Henry e Jonathan lo presero per le spalle e lo fecero sedere su una sedia all’aperto e lo circondammo.
Si guardava intorno freneticamente nonostante avesse la benda.
Jonathan scese verso la base, mentre andava diceva:
“Vado a chiamare il boia!”
Si mise a ridere con gusto e lo si sentiva finché non oltrepassò la soglia della porta in titanio.
Lo vidi ritornare insieme a un suo grande compare, Venom, non è il suo vero nome ma preferisce farsi chiamare così. Lui è l’assassino del team, in questo caso, il nostro boia specializzato.
La sua armatura è diversa. Non è di un colore rosso acceso come la nostra, ma più scura, color rosso granata. E’ lo specialista di coltelli e assassinii e per l’evento ha modificato un suo coltello facendolo assomigliare ad una specie d’ascia da esecutore. Il mantello nero, per il lutto, che indossava aveva anche un cappuccio che teneva sempre in testa.
Appena arrivò, disse:
“Vediamo cosa mi avete portato stavolta”.
Si mise davanti all’élite seduto, gli tolse la benda e lo guardo dritto negli occhi. Al posto della fondina per la pistola aveva uno speciale fodero per la sua ascia. Scostò il mantello, aprì il fodero e sguainò l’arma. Si avvicino di più al condannato e gli disse:
“Ultimi WORT-WORT?”
L’élite sembrava dire qualcosa…nella sua lingua. Venom si mise in posizione e come un boscaiolo che abbatte un albero, gli tagliò la testa, facendo fuori uscire sangue viola. Tutti si misero ad urlare per la gioia, io mi astenni…non so perché ma non lo feci. Venom fece finta di togliersi un cappello dalla testa e se lo poggiò sul petto. E’ una cosa che fa ogni volta che giustizia qualcuno.
Io e Jonathan siamo andati a buttare il cadavere lontano dall’avamposto, più o meno dove i Covenant si erano appostati per attaccarci. Per strada gli chiesi come aveva conosciuto Venom. Mi disse che lui gli aveva salvato la pelle e che da quel momento divennero amici.
Tornati alla trincea, io andai a letto. Il turno di guardia toccava a Jonathan.
Capitolo 2
27 Novembre 2558 – avamposto Red Thunder – 12:30
Questo sembra essere un altro dei tanti giorni a Ground Zero, nessun contatto ostile, nessun ricognitore ficcanaso, nessun Jackal cecchino in cerca di trofei, neanche il più innocuo grunt. Insomma, niente di niente. Perciò ho deciso di dare una revisionata al mio equipaggiamento.
Mi tolsi l’elmetto classe Scanner e lo lucidai. Mi si era infiltrata un sacco di polvere nelle prese d’aria dei gambali Bulk e dovetti usare un compressore per tirarla fuori.
Ho passato quasi un’ora per rimettere a nuovo l’armatura e dovevo ancora pensare alle armi…
Iniziai dal DMR, lo smontai, l’ho pulii per bene, controllai i caricatoi e lo rimontai con facilità, sono un geniere, smanetto con le armi frequentemente. Dopo di che era il turno di Hamm’ ma mi ricordai che gli avevo fatto la revisione prima del funerale, se si può chiamarlo così.., di Mag. Gli diedi dunque solo una piccola occhiata ai tubi, alla maniglia e al grilletto.
Si è fatta l’una, è l’ora del rancio.
---------------
Ore 22:00
Alla base è arrivata una novità. Secondo il satellite CST Watcher, a ventitré chilometri da qui, è stato identificato un avamposto Covenant, non è molto grande ma se lo prendiamo è comunque un passo avanti. Il comando ci da il permesso di attacco domani all’alba. Tutti noi eravamo contenti perché se conquistavamo quella base potevamo tornarcene a casa.
Comunque trovo molto strano che questo avamposto spunti solo adesso….
Chiuse le comunicazioni con il comando decidemmo nell’immediato chi partiva e chi no, qualcuno doveva pur far la guardia alla nostra base. Nessuno voleva rimanere, perciò mi proposi io.
A quel punto il capitano esclamo:
“Perciò è deciso! Ragazzi andatevi a preparare per domani! Tu geniere puoi anche rilassarti perché domani dovrai fare tutti tu i turni di guardia!”
“Signore, Si Signore”- risposi nell’immediato.
Il capitano non ci chiamava per nome o per grado, ma secondo il nostro ruolo nella squadra. Questo non mi dispiaceva più di tanto….
Uscito da quella sala andai diretto in branda, domani sarei dovuto rimanere di guardia tutta la giornata, se non di più….
---------------
28 Novembre 2558 – avamposto Red Thunder – 04:00
Come tutti i giorni mi svegliai insieme ai miei compagni ma stavolta partirono senza di me….
Dopo aver indossato l’armatura mi diressi in trincea alla mitragliatrice fissa centrale, caricai il nastro di munizioni, arretrai l’otturatore, impugnai i grilletti e…aspettai e aspettai e aspettai.
Ore 08:00
Sono quattro ore che me ne sto impalato di guardia, quasi rimpiango di essermi offerto….
“Me li immagino quelli lì…staranno ancora sparando in faccia a qualche Covenant malcapitato…e io invece…niente”. Però ad essere sincero non mi dispiaceva di non combattere, mi seccava solo il fatto di dover rimanere lì appiccicato a quella mitragliatrice.
Ore 12:00
Ho smontato un minuto per scendere giù alla base per sgranocchiare qualcosa…. Entrato nelle cucine vidi che non c’era granché… mi accontentai di due barrette energetiche. Salii di corsa le scale e ritornai in posizione, con una mano mangiavo e con l’altra reggevo l’arma.
Ore 17:45
Mi sono chiesto:
“Devo per forza stare qui in piedi?”
Andai a prendere una sedia e la posizionai davanti alla mitragliatrice. Mi sedetti e impugnai i due manici dell’arma. La visuale era ridotta ma si stava più comodi!
Ore 21:15
“Ci stanno mettendo un po’ troppo…forse quella base era più organizzata di quanto pensassimo.”
Ogni tanto guardavo la mini-mappa dell’HUD nell’elmetto, vedevo solo me stesso; un puntino giallo in mezzo al niente.
Feci partire una scansione su larga scala davanti a me, grazie al mio elmetto Scanner. Era buio e non si poteva mai sapere se c’era qualche nemico occultato. Niente nel raggio di cinque chilometri….
----------------
1 Dicembre 2558 – 14:14
Ok, adesso comincio a preoccuparmi! E’ da troppo tempo che i miei compagni non si vedono.
Scendo giù alla base per andare a chiamare il comando ma tutto ciò cha hanno da dirmi è che non lo sanno neanche loro che fine hanno fatto.
Ore 15:00
Ero seduto in trincea davanti ad una cassa a fare un solitario con delle carte…quando ad un certo punto sento un tonfo provenire ad occhio e croce ad un chilometro dalla trincea.
Prendo un binocolo e affaccio la testa fuori. Scorsi all’orizzonte un oggetto che purtroppo mi era familiare; era una capsula d’assalto Covenant. Secondo la mini-mappa risultava ostile, quindi andai a prendere il fucile da cecchino di scorta di Jonathan e mi appostai, ma vidi che la capsula non si apriva.
----------------
“E’ mezzora che stanno li dentro, perché non escono? Forse non sono riusciti a sopravvivere all’atterraggio…o forse la portiera è bloccata…”.
Guardando nell’ottica del fucile, cercavo di spiegarmi come mai i nemici non uscissero dalla capsula.
Ore 16:00
“Va bene, non vogliono uscire? Allora li faccio uscire io!”
Prendo il DMR e Hamm’ e mi avvio con discrezione verso l’oggetto. La mini-mappa segnalava l’ oggetto ostile sempre più vicino. Ad un certo punto me lo trovai davanti. Per la sua grandezza poteva portare massimo due soldati, forse sono ricognitori….Accostai l’orecchio allo sportello e non si sentiva niente all’interno…. Non poteva essere aperta dall’esterno per cui sparai due proiettili alle giunture del portellone. Quando cedettero lo sportello cadde in avanti mostrandomi l’interno: non c’era nessuno li dentro. Ma subito dopo notai delle cose che non avrei mai voluto vedere: erano gli elmetti di tutti i miei compagni che erano partiti. Erano ammucchiati tutti nel sedile imbrattati di sangue rosso. Ero rimasto a bocca aperta per la scoperta…stavo li senza dire o fare niente. Poi aimè capì…. Caddi in ginocchio lì davanti, mi tolsi l’elmetto e lo buttai a terra li vicino, non volevo crederci, mi venne di piangere…e non riuscivo a fermarmi…. Dopo mi alzai, asciugandomi le lacrime, mi rimisi l’elmetto, presi anche quelli dei miei compagni e li misi nello zaino per i razzi e ritornai alla trincea. Arrivato lì presi il mio mantello nero e lo indossai…ero tristissimo, molto malinconico. Diedi la notizia al comando, mi fecero le condoglianze e mi dissero che tra un mese sarebbero arrivati dei rinforzi.
Ore 23:30
Presi Hamm’ e sparai dieci razzi d’onore in cielo, due alla volta; Hamm’ ha solo due canne….
Questo sembra essere un altro dei tanti giorni a Ground Zero, nessun contatto ostile, nessun ricognitore ficcanaso, nessun Jackal cecchino in cerca di trofei, neanche il più innocuo grunt. Insomma, niente di niente. Perciò ho deciso di dare una revisionata al mio equipaggiamento.
Mi tolsi l’elmetto classe Scanner e lo lucidai. Mi si era infiltrata un sacco di polvere nelle prese d’aria dei gambali Bulk e dovetti usare un compressore per tirarla fuori.
Ho passato quasi un’ora per rimettere a nuovo l’armatura e dovevo ancora pensare alle armi…
Iniziai dal DMR, lo smontai, l’ho pulii per bene, controllai i caricatoi e lo rimontai con facilità, sono un geniere, smanetto con le armi frequentemente. Dopo di che era il turno di Hamm’ ma mi ricordai che gli avevo fatto la revisione prima del funerale, se si può chiamarlo così.., di Mag. Gli diedi dunque solo una piccola occhiata ai tubi, alla maniglia e al grilletto.
Si è fatta l’una, è l’ora del rancio.
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Ore 22:00
Alla base è arrivata una novità. Secondo il satellite CST Watcher, a ventitré chilometri da qui, è stato identificato un avamposto Covenant, non è molto grande ma se lo prendiamo è comunque un passo avanti. Il comando ci da il permesso di attacco domani all’alba. Tutti noi eravamo contenti perché se conquistavamo quella base potevamo tornarcene a casa.
Comunque trovo molto strano che questo avamposto spunti solo adesso….
Chiuse le comunicazioni con il comando decidemmo nell’immediato chi partiva e chi no, qualcuno doveva pur far la guardia alla nostra base. Nessuno voleva rimanere, perciò mi proposi io.
A quel punto il capitano esclamo:
“Perciò è deciso! Ragazzi andatevi a preparare per domani! Tu geniere puoi anche rilassarti perché domani dovrai fare tutti tu i turni di guardia!”
“Signore, Si Signore”- risposi nell’immediato.
Il capitano non ci chiamava per nome o per grado, ma secondo il nostro ruolo nella squadra. Questo non mi dispiaceva più di tanto….
Uscito da quella sala andai diretto in branda, domani sarei dovuto rimanere di guardia tutta la giornata, se non di più….
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28 Novembre 2558 – avamposto Red Thunder – 04:00
Come tutti i giorni mi svegliai insieme ai miei compagni ma stavolta partirono senza di me….
Dopo aver indossato l’armatura mi diressi in trincea alla mitragliatrice fissa centrale, caricai il nastro di munizioni, arretrai l’otturatore, impugnai i grilletti e…aspettai e aspettai e aspettai.
Ore 08:00
Sono quattro ore che me ne sto impalato di guardia, quasi rimpiango di essermi offerto….
“Me li immagino quelli lì…staranno ancora sparando in faccia a qualche Covenant malcapitato…e io invece…niente”. Però ad essere sincero non mi dispiaceva di non combattere, mi seccava solo il fatto di dover rimanere lì appiccicato a quella mitragliatrice.
Ore 12:00
Ho smontato un minuto per scendere giù alla base per sgranocchiare qualcosa…. Entrato nelle cucine vidi che non c’era granché… mi accontentai di due barrette energetiche. Salii di corsa le scale e ritornai in posizione, con una mano mangiavo e con l’altra reggevo l’arma.
Ore 17:45
Mi sono chiesto:
“Devo per forza stare qui in piedi?”
Andai a prendere una sedia e la posizionai davanti alla mitragliatrice. Mi sedetti e impugnai i due manici dell’arma. La visuale era ridotta ma si stava più comodi!
Ore 21:15
“Ci stanno mettendo un po’ troppo…forse quella base era più organizzata di quanto pensassimo.”
Ogni tanto guardavo la mini-mappa dell’HUD nell’elmetto, vedevo solo me stesso; un puntino giallo in mezzo al niente.
Feci partire una scansione su larga scala davanti a me, grazie al mio elmetto Scanner. Era buio e non si poteva mai sapere se c’era qualche nemico occultato. Niente nel raggio di cinque chilometri….
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1 Dicembre 2558 – 14:14
Ok, adesso comincio a preoccuparmi! E’ da troppo tempo che i miei compagni non si vedono.
Scendo giù alla base per andare a chiamare il comando ma tutto ciò cha hanno da dirmi è che non lo sanno neanche loro che fine hanno fatto.
Ore 15:00
Ero seduto in trincea davanti ad una cassa a fare un solitario con delle carte…quando ad un certo punto sento un tonfo provenire ad occhio e croce ad un chilometro dalla trincea.
Prendo un binocolo e affaccio la testa fuori. Scorsi all’orizzonte un oggetto che purtroppo mi era familiare; era una capsula d’assalto Covenant. Secondo la mini-mappa risultava ostile, quindi andai a prendere il fucile da cecchino di scorta di Jonathan e mi appostai, ma vidi che la capsula non si apriva.
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“E’ mezzora che stanno li dentro, perché non escono? Forse non sono riusciti a sopravvivere all’atterraggio…o forse la portiera è bloccata…”.
Guardando nell’ottica del fucile, cercavo di spiegarmi come mai i nemici non uscissero dalla capsula.
Ore 16:00
“Va bene, non vogliono uscire? Allora li faccio uscire io!”
Prendo il DMR e Hamm’ e mi avvio con discrezione verso l’oggetto. La mini-mappa segnalava l’ oggetto ostile sempre più vicino. Ad un certo punto me lo trovai davanti. Per la sua grandezza poteva portare massimo due soldati, forse sono ricognitori….Accostai l’orecchio allo sportello e non si sentiva niente all’interno…. Non poteva essere aperta dall’esterno per cui sparai due proiettili alle giunture del portellone. Quando cedettero lo sportello cadde in avanti mostrandomi l’interno: non c’era nessuno li dentro. Ma subito dopo notai delle cose che non avrei mai voluto vedere: erano gli elmetti di tutti i miei compagni che erano partiti. Erano ammucchiati tutti nel sedile imbrattati di sangue rosso. Ero rimasto a bocca aperta per la scoperta…stavo li senza dire o fare niente. Poi aimè capì…. Caddi in ginocchio lì davanti, mi tolsi l’elmetto e lo buttai a terra li vicino, non volevo crederci, mi venne di piangere…e non riuscivo a fermarmi…. Dopo mi alzai, asciugandomi le lacrime, mi rimisi l’elmetto, presi anche quelli dei miei compagni e li misi nello zaino per i razzi e ritornai alla trincea. Arrivato lì presi il mio mantello nero e lo indossai…ero tristissimo, molto malinconico. Diedi la notizia al comando, mi fecero le condoglianze e mi dissero che tra un mese sarebbero arrivati dei rinforzi.
Ore 23:30
Presi Hamm’ e sparai dieci razzi d’onore in cielo, due alla volta; Hamm’ ha solo due canne….
Capitolo 3
40% SCRITTURA CAPITOLO BLOCCATA possibilmente perennemente bloccata...
!
) , l'idea mi incuriosisce e anche parecchio. Inoltre è scritta bene 
