




Molto più delle parole
Ore 21.00
Prigione sotterranea di Manehattan.
Settore 4 – sorvegliati speciali.
Lentamente negli stretti corridoi della prigione si iniziò ad udire il rintocco degli zoccoli della guardia.
Erano le nove, quindi ora di cena.
Un unicorno dal manto bianco e dalla divisa nera recante il simbolo dello stato della prigione, un alicorno fiammeggiante, che portava con se un carrello con varie ciotole fumanti, si stava dirigendo verso le ultime celle in fondo al corridoio.
« Che razza di lavoro... dover sfamare questa feccia...» borbottò, mentre si affiancò alla prima cella.
« Era meglio se fosse rimasta in vigore la legge marziale...» disse, mentre mediante l'uso della magia generò un paio di chiavi ed aprì la porta della cella, per poi farvi levitare all'interno un piatto maleodorante di zuppa, che si posò difronte ad un vecchio pony dall'aria malaticcia e molto invecchiata.
« Beh grazie figliolo...era ora che ti sbrigassi eheh...» disse il vecchio, per poi tossire producendo un suono piuttosto metallico.
Il pegaso richiuse la cella stizzito, per poi sputare a terra.
« Vecchio non permetterti mai più di chiamarmi in quel modo.
E ringrazia che non sono in vena di punizioni, piuttosto pensa a smettere di respirare in fretta, così non mi sarai più di peso. » sibilò la guardia, per poi proseguire verso la cella successiva.
All'interno di questa vi si trovava, come per parcondicio, un altro anziano forse ancora più vecchio del precedente.
Il pegaso eseguì la medesima azione di poco fa, stavolta però si soffermò qualche istante.
« Beh...tu non hai niente da dire nr°4251 ? » disse sadicamente.
Infatti il prigioniero non poteva di certo rispondergli visto che gli era stata mozzata la lingua come pena per la propria blasfemia.
Il vecchio lo fissò con astio e poi con gli arti anteriori afferrò la sua ciotola ed inizio a mangiare, schifato, la zuppa.
Anche la seconda cella fu fatta.
Ora restava solo lui.
La guardia procedette fino in fondo al corridoio, dove si trovava una cella completamente buia.
Prima di avvicinarsi estrasse dal carrello un paio di occhiali in diamante verde, e li indosso.
Si avvicinò alla gabbia come per scrutare all'interno, inutilmente.
Battè il corno contro le sbarre.
« Ehy sei vivo sudicio essere ? » disse con ribrezzo, scrutando nuovamente nel buio.
A quel punto si accorse della presenza del detenuto, visto che nel buio della cella potè vedere il rosso dei suoi occhi.
Un rosso rubino, come il sangue, con al centro un iride nero pece.
« Ah allora sei vivo...che peccato. » dissela guardia, mentre quegli occhi la osservavano immobili, senza che dalla cella provenisse alcuna risposta.
« E' inutile che mi fissi così, non puoi farmi nulla finchè indosserò questi.
I tuoi blasfemi trucchetti sono del tutto inutili con me. » disse, mentre iniziò a far galleggiare il piatto con la zuppa.
Stavolta non aprì la cella, teletrasportò il piatto all'interno.
Si udì un rompere di cocci.
« Oh che peccato...credo di aver lasciato cadere la ciotola da troppo in alto, ma non credo che ci siano problemi per te...veri come te saranno abituati a mangiare direttamente dal suolo ! » sibilò il pegaso, mentre continuava a fronteggiare, da dietro le lenti cristalline, quegli occhi nel buio.
« Sai, potresti anche rispondere, in questi tre anni, non hai mai detto una sola parola, una solo supplica...sai sarebbe bello se un mostro come te supplicasse per avere più cibo..certo non te lo darei ma sarebbe divertente. ».
Un colpo di tosse provenì dalla prima cella.
« Guardia...aiuto !!! Non riesco a respirare !! » disse con flebile voce il pony che era stato servito per primo.
Il pegaso si svoltò stizzito.
« Torno tra poco da te, vado a vedere se riesce a morire in modo più silenzioso. » disse mentre sul suo volto si disegnava un sorriso sadico.
Nel frattempo nel buio della cella si udì un suono si scrocchi, mentre l'elevazione degli occhi crebbe fino quasi ad arrivare all'altezza massima della cella.
La guardia passo difianco alla cella del prigioniero punito con l'amputazione, osservandolo con ribrezzo.
Quest'ultimo si avvicino alle sbarre osservandolo con odio.
Arrivò alla prima gabbia, dove giaceva riverso il prigioniero che si stava tenendo il ventre con gli arti anteriori.
« Ti prego...non respiro...aiutami...» disse con sempre meno voce.
Il suo colorito stava iniziando a diventare sempre più pallido, assumendo il colore della sua criniera bianca dovuta alla vecchiaia.
Il pegaso lo osservò con sguardo sadico.
Poi rigenerò la chiave magica ed aprì la cella.
« Va bene vecchio, ti aiuterò !! » disse, mentre iniziò a schiacciargli il collo con l'arto anteriore destro.
Il prigioniero cercò di spingere via la guardia, ma senza successo, visto che il divario di età e dimensioni era troppo grande.
Il vecchio iniziò a piangere, mentre lentamente i suoi movimenti iniziavano a farsi sempre più lenti e sempre più vaghi.
Nel frattempo l'aguzzino continuava a premere il proprio zoccolo sulla gola del prigioniero.
Nello stesso momento il detenuto della cella a fianco spingeva il muso contro le sbarre nel tentativo di osservare ciò che stava avvenendo nella cella a fianco.
Il prigioniero della cella infondo al corridoio invece poteva assistere a tutta la scena.
Se ne stava li, immobile nell'ombra, nella quale solo i suoi occhi risaltavano e rendevano evidente come, data la sua statura, non fosse un pony.
Tutto tacque all'improvviso.
Non si udì più alcun suono, nessun gemito, nessun colpo.
« Finalmente, era ora. » disse la guardia mentre alzava lo zoccolo, per poi strusciarlo a terra come per pulirlo.
Con la magia estrasse da un cassetto del carrello una ricetrasmittente.
« Un sacco al settore 4, ripeto sacco al settore 4 » disse, attendendo la risposta.
« Affermativo, arriviamo. » rispose una voce fredda ed insensibile, dal citofono della trasmittente.
Il prigioniero della cella a fianco ora stava digrignando i denti, ed osservava con astio il colui che fino ad ora aveva osservato la scena in silenzio.
Il vecchio iniziò a piangere, e gridare dei versi indistinti verso quegli occhi.
Colui che restava nell'ombra lo osservò fisso negli occhi, non poteva capire ciò che il pony stesse dicendo, ma poteva ben immaginare ciò che intendesse dire.
« Ehy ehy, cosa è tutto questo baccano ?!?! Vedi di farla finita, se non vuoi raggiungere il tuo compagno !! Che a dire il vero non sarebbe nemmeno una brutta idea. » disse la guardia, uscendo dalla prima cella ed avvicinandosi alla seconda.
Fissò il pony anziano dritto negli occhi, avvertendo tutto l'astio che essi sprigionavano.
« Che c'è ? Vuoi uccidermi ? Vuoi farmi del male ? Coraggio...provaci, ti darò una sola occasione, visto che mi sento buono. » disse la guardia, aprendo la cella.
« Coraggio, sono qui.
Non vuoi nemmeno provarci ? Oppure sei un codardo come quel pazzo di tuo figlio che ha provato a farti evadere e che abbiamo pestato fino alla morte !! » Gridò il pegaso, con gli occhi iniettati di sangue.
Il vecchio gridò con le lacrime agli occhi e si alzò, lanciandosi alla massima velocità consentita dalle sue vecchie ossa contro la guardia.
Quest'ultima lo colpì nel lato sinistro del muso scagliandolo contro la parete della cella.
Il vecchio gemette di dolore per il colpo.
Il suo torturatore emise una forte e grassa risata, mentre improvvisamente qualcosa accadde.
Proprio sulla sua groppa ricevette un doppio calcio che lo fece cadere a terra.
« AHH !!! Visto stupido fanciullo, so ancora come si colpisce ahaha !! » disse il prigioniero redivivo che poco prima era stato soffocato dalla guardia.
La guardia si rialzò stupita, ed inferocita.
« Tu..TU !! Non mi importa come fai ad essere vivo !! Ora farò in modo non ti rialzerai più !! » ruggì la guardia, mentre il prigioniero che lo aveva colpito lo osservava con sguardo di superiorità.
« I morti non possono uccidere i vivi, sciocco.» disse il vecchio pony.
Nel medesimo istante una mano uscì dalla cella infondo, ed afferrò la guardia per il collo, voltandogli il muso verso le sbarre.
Il pegaso si trovò a fronteggiare quegli occhi rossi.
Gli occhi di un umano.
Quest'ultimo, che finora era rimasto celato nella sua cella, aveva un colorito pallido, e sia il braccio che il viso avevano un aria denutrita e malridotta.
La guardia tremò per qualche istante non riuscendo a liberarsi dalla presa del prigioniero.
Poi fece mente locale e ridacchiò.
« Ed ora cosa pensi di fare ? Non puoi farmi nulla, il tuo corpo è debole, ed i tuoi occhi non possono nulla finchè avrò...» non finì la frase, non appena si rese conto che gli occhiali gli erano caduti durante l'attacco del prigioniero.
La guardia iniziò a tremare, nello stesso istante l'umano spalanco a pieno gli occhi, fissando la guardia senza alcuna emozione.
Il pegaso sbatté gli occhi, e quando li riaprì constatò di essere a terra, immobile.
Si rese conto di non riuscire a muovere nemmeno un muscolo, non riusciva neppure a muovere gli occhi.
Era immobilizzato al suolo, e dalla sua posizione poté osservare come il prigioniero umano fosse ora all'esterno della cella, assieme agli altri due pony che gli stavano difronte.
« Bel lavoro ragazzo...sei stato bravo a farmi sembrare morto eheh...il tuo potere illusorio non avrà effetto su di lui con quegli occhiali, ma su di me certo che si. » disse il prigioniero che aveva colpito la guardia, sfoggiando un lieve sorriso verso l'umano.
L'altro pony si limitò ad asciugarsi le lacrime ed osservare anch'egli quell'esile figura dinanzi a loro, con i capelli lunghi neri, e degli stracci neri che coprivano quel corpo denutrito.
L'umano restò imperturbabile osservandoli.
Faceva di certo fatica a reggersi in piedi, e dopo qualche istante la cosa fù palese dato che si piegò sulle ginocchia.
I due prigionieri si guardarono, e dopo un cenno con la la testa lo caricarono metà tra i due, in modo da spartirsi in modo equo il “peso” dell'umano.
« Coraggio ragazzo, adesso c'è ne andiamo, devi solo continuare così fino all'uscita, ricordi ? Solo uscendo da qui, potrai trovare un modo per tornare a casa...dalla tua famiglia.» disse il pony dalla criniera bianca, incrociando lo sguardo con colui che lo aveva da poco salvato.
L'umano lo guardò con quei suoi occhi rossi, e fece un cenno che parve un si con la testa, poi serrò gli occhi.
Li riaprii di scatto, per poi stringere i pugni.
« Sono pronto...andiamo. » disse l'umano, con una voce piuttosto flebile.
I due pony si osservarono, restando stupiti di questo fatto, dato che in questi tre anni, non aveva mai parlato.
I tre iniziarono ad allontanarsi, mentre lentamente uscivano dal campo visivo della guardia, che stava iniziando a perdere i sensi, non riuscendo a respirare ed ossigenarsi, oltre al fatto che il muscolo più importante del suo corpo, il cuore, aveva smesso di funzionare.
Allora vi lascio alla lettura ^^, sempre se vorrete leggere







Ecco anche la copertina ^^