Mi è piaciuto.
A dire il vero sapendo dei commenti per questa fic leggendola continuavo a chiedermi "Ma sono io che non riesco a piangere o è la storia che ancora non è arrivata in
quel punto?", intendendo il punto triste. Ma mi devo ricredere, in questa storia non c'è un vero e proprio "punto", è un connubio magnifico di malinconia, dolcezza, speranza e realtà. La dura e crudele realtà.
Okay, verso la morte di Crumble ho versato qualche lacrima, lo ammetto, ed anche un po' durante "l'ultimo volo". Niente di troppo melodrammatico, insomma, avevo gli occhi lucidi ed il cuore mi esplodeva di dolcezza, ma con te è normale no? Ho provato le stesse cose più o meno pure in Ombre sulla Collina, cioè, forse lì il dispiacere era decisamente più accentuato, ma la dolcezza dei momenti, o dei ricordi che sia... è come una tua firma. In pratica ho letto un altro pezzo di te, per così dire.
Ho avuto esperienze ospedaliere. Cioè, non io. Un mio parente stretto. Mia zia.
Ha rischiato anch'ella di morire, per ben altri motivi, ma comunque. Mi sono un po' rivista in Dashie.
Certo le situazioni erano ben diverse, ma si sa, l'attesa nel bianco e tetro corridoio dell'ospedale per avere anche solo uno straccio di notizia nuova, l'ansia che ti assale, il sentirsi impotenti, l'aver paura del futuro.
Sono cose che ho provato, per così dire, dunque ho sentito anche mia quella parte.
Come sempre, i personaggi sono caratterizzati amabilmente. E anche i luoghi. Cioè, Steamdale, DAI, è... E'... boh, stupenda. Adoro lo steampunk, decisamente.
Ma non solo! L'Emerald Lake... il lago prosciugato che viene poi riempito... che io, di mio, ho visto come una bellissima metafora... ti lascio intuire cosa intendo (a meno che non stia cominciando a farmi seghe mentali assurde e dunque tu non capisca un'acca del mio discorso, ma ti capirei).
L'ospedale... le linee colorate! Oddio, mi sembrava di ritrovarmi nell'ospedale di Roma dove mio padre di operò tempo addietro, quando andai a trovarlo. Ti giuro, sono trasalita, anche se si tratta di semplice linee colorate!
Sul finale non so che dire, alcuni lo hanno trovato di troppo, altri commovente, io non lo soh. Cioè, mi è sembrata una degna "conclusione", magari un po' esagerata si, ma posso capirla. E posso capire perché tu la abbia scelta fra tante.
Non voglio esprimermi sui momenti più toccanti perché semplicemente li sminuirei col mio parlottare, davvero, scriverei frasi a vanvera descrivendo di cosa ho provato, cosa ho immaginato... e te lo avranno già detto in centinaia. E comunque lo sai, te lo immagini.
Ho cercato di distaccarmi il più possibile dai pareri altrui leggendo il prequel e questo, ed infatti devo dire di non aver pianto fontane come altri, ma non per questo la storia è meno valida. Perché anche se non ho pianto, la storia mi ha comunque lasciato qualcosa. Ora, non vorrei dire cavolate, perché devo ancora maturare bene "cosa" mi abbia lasciato. Nel senso, non è facile trasformare le sensazioni e le comprensioni in frasi. Non tutti inventano detti con uno schiocco di dita. Diciamo, semplicemente, che mi ha maturato. E che è maturata dentro me.
Ed ora, tornando a "personaggi", parliamo di quello che più mi ha segnato, ovviamente.
*rullo di tamburi*
...
...
...
ATE!...
...
...
No, eh?
Non ci caschi proprio, suppongo.
Vabbè.
Ovviamente parlo di Icarus.
Si dice che hai caratterizzato bene un personaggio dal carattere apparentemente "antipatico" quando riesci a farlo amare ugualmente al pubblico.
... Quel caro pegasus, il più abile di tutti. Perché ha dato alla parola "volare" un significato tutto nuovo, non arrendendosi mai.
Lasciando che la luce di quel fuoco che si porta dentro irradiasse le giornate della pegaso che correva, che non volava col cuore ma con le ali. E che faceva della vittoria la sua unica ragione di vita.
Quel pony un po' testa di legno ma ugualmente amabile, che nasconde ben altro di un semplice scheletro di "caramello".
Colui la quale vittoria più grande è l'essere ancora in vita, non essersi arreso alla morte.
Con quel ciuffo un po' arrangiato che si porta dietro, che ha sempre desiderato poter mostrare al vento. Quelle ali così angeliche da quasi far male alla vista, per l'ingiustizia di cui è vittima. Quel talento inutilizzabile che dimostra quanto la vita sia ironica, ma al contempo meravigliosa nelle sue sfaccettature.
Il suo modo di rapportarsi con gli altri con quell' "antipatia" (non mi veniva altro termine) che lo rende allo stesso tempo il pony più dolce le quali zampe abbiano mai sfiorato i cieli.
La malattia che lo stava sbriciolando e comunque rendendo più forte.
Quel suo essere quiete ed essere tempesta.
Ma dopo ogni tempesta, torna sempre
l'arcobaleno.
Letteralmente, in questo caso.
Grazie per questa lettura ricca di emozioni, sorprese e "lezioni".
Si ha sempre da imparare, a quanto pare. E con le storie sei un ottimo insegnante.
Ovviamente devo leggere gli spinoff e Nel Vento, ma siccome sono abbastanza fiduciosa, si, ti ringrazio già da ora.
Prematuro? Può darsi.
Ma anche se non fossero granché (cosa di cui comunque dubito), mi avresti già comunque regalato magia ineguagliabile.
Quindi si, grazie.
