Andiamo per gradi.
Innanzitutto, mai scrivere nome e cognome di un amico perché anche se siamo in un forum di quattro gatti ciò è una violazione della privacy e, per come la vedo io, nessuno è interessato a sapere come si chiama.
Andando al nocciolo della questione: sei sicuro che questo Francesco e tuo padre ne sappiano di romanzi? Li conosci abbastanza (magari scrivono a tempo perso o sono grandi divoratori) da poterti fidare delle loro osservazioni o hai chiesto a loro perché non hai nessuno di cui chiedere?
Se io dovessi avere una idea di romanzo da fare e faccio un prologo, la prima cosa che farei è chiedere a uno che si intende di lingua italiana (da un romanziere a un insegnante di quella materia) piuttosto che la prima persona intima che mi viene in mente.
Oltretutto non prevedere se alla gente piacerà o non piacerà la storia prima di averla pubblicata perché è più facile dire che vincerà l'Italia ai mondiali o la Ferrari il prossimo anno se vuoi fare l'incerto.
Purtroppo non posso dirti di più perché il vero problema sta proprio in questa tua insicurezza che ti obbliga a camminare gobbo, senza mai rigare dritto la schiena, e per la paura nascondi dettagli essenziali che rendono le tue storie poco credibili.
- Parli di Francesco che ti dice che non ascolti nessuno e di come i tuoi paragoni non reggono i piedi, ma non tu non menzioni tali paragoni e citi solo la sua parte scritta.
- Parli di come vorresti parlare della tua storia ma non lo fai perché temi di fare spoiler, che non ha senso perché si parla di una stesura iniziale che è pur sempre soggetta a cambiamenti. Come facciamo a sapere se quello che hanno detto i tuoi è giusto o no se manco ce la fai vedere?
- Parli di come tua madre ti abbia sgridato per il tuo comportamento nei confronti del padre, ma non dici niente di come hai reagito e alludi solo a un "mi ha sgridato" su due piedi.
- Parli di tale Cosmos che, senza dover issare una bandiera nera contro quel gruppo, non c'entra una beata mazza con noi e ce lo vieni a dire come se conti qualcosa.
È chiaro come il giorno che parli dei tuoi problemi ma non menzioni le cause lasciando soltanto gli effetti provocati perché sai che sono in qualche modo colpa tua e aspetti che ti diamo la spalla dove piangere su, e a fare così ti ci rimetti la credibilità.
E ora per un semi-sfogo personale
(ed ho paura di non riuscire a renderlo credibile e verosimile perché non so abbastanza sui rapporti umani, visto che non ho una vita sociale abbastanza movimentata)
A me 'sta cosa mi sta veramente sulle bolas ad una velocità vorticosa.
Odio la gente che giustifica la propria impacciataggine con un "non ho vita sociale" condito con frasi come "sto sempre in casa perché non ho amici" e "non ho nessuno" e intanto hanno la tendenza di chattare e discutere di manga e anime come i vecchi sulle panchine.
Io passo la maggior parte dei giorni chiuso in casa davanti al computer su una scrivania mezza impolverata e con un cassetto strapieno di cose a casaccio, e non è raro che io inciampi sulle mie stesse parole per via della mia parlantina veloce. E questo detto da una persona che è comparsa in televisione più volte di voi e non lo dico per vantarmene ma perché ho visto la mia faccia tante volte in TV che ci ho fatto l'abitudine.
Ma ciò non significa che tutto d'un tratto divengo così "social awkward" da non sapere cos'è una interazione amichevole, che divento balbuziente o cos'è un fratello, sorella o cugino di secondo grado.
Al contrario sono molto disposto al dialogo anche se esco di casa raramente... altrimenti resto zitto e ascolto. Non c'è nessuna chiusura mentale o auto-deprecazione con dubbi sulla vita.
E questo va subito dopo coloro che scrivono "I'm gonna kill myself" e battute random sul suicidio perché fa ridere e ci si annoia. Io se mi annoio vado a cazzeggiare sul gruppo Facebook MLP FiM ITA... e ne sono pure moderatore!