Trama: Moon e Silver sono due fratelli umani. Vivono in un paesino di montagna e adorano suonare la chitarra e il flauto traverso. Presto si renderanno conto che la musica è la chiave per accedere ad un altro mondo, governato dall'armonia. Sarà proprio il loro arrivo in quest'altra dimensione a rompere l'apparente quiete? In questo mondo, scopriranno il vero significato della parola "amicizia".
Commenti sotto spoiler, grazie!

Fanfic dedicata a due persone moto speciali: il mio caro fratellino ed una persona che ammiro dal profondo del cuore. Vi voglio tanto bene!

Prologo
Prologo
Era una calda giornata di fine primavera. Nell’aria si respirava un delicato profumo di gelsomini in fiore e nel cielo tinto di un azzurro chiaro, volteggiavano i petali di alcuni fiori trasportati dal vento.
-Moon! Moon! Guarda cosa ho trovato!- urlò Silver dall’altra parte della staccionata.
Io corsi verso di lui scavalcando la recinzione e posando i piedi in un prato dai fili d’erba color verde smeraldo.
Lui mi balzò davanti con un gran sorriso stampato sul viso.
In mano, teneva stretto un quadrifoglio. Per Silver, era come aver trovato un doblone d’oro.
-E bravo il mio fratellino! Dai, vanne a cercare altri nel prato!- dissi arruffandogli i capelli color paglia.
Lui, però, mi prese l’estremità della maglietta che indossavo tirandola un po’.
-Moon, perché non vieni a cercare con me i quadrifogli? Mi farebbe tanto piacere passare un po’ di tempo con te! Sei sempre sul tuo letto ad ascoltare la musica e non vuoi che ti si dica nulla in quel momento…- disse chinando il capo.
Io accennai un piccolo sorriso e mi chinai. –Se lo desideri così tanto, allora vengo!- dissi stringendogli la mano.
Corremmo giù per la collina e ci rotolammo tra i papaveri rossi. Silver staccò da terra tutti i fiori che vedeva, creando un mazzo colorato come regalo per nostra madre.
Dopo qualche minuto di camminata in cerca di quadrifogli, giungemmo davanti ad un fiumiciattolo. La sua acqua era limpidissima e brillava ai tenui raggi del sole.
-Moon, peschiamo?- mi chiese Silver.
-Ma non abbiamo le canne da pesca…- risposi sedendomi per terra.
-Chi l’ha detto che dobbiamo per forza avere le canne?!- disse mio fratello dandomi alcune piccole gomitate sul braccio.
-Vuoi dire che dovremmo prendere dei pesci con le mani? Scordatelo…-
-Ma sarà divertente!-
-Per te è tutto divertente…-
-Ti prego, Moon!-
Mi alzai e borbottai –E va bene…-
Silver schizzò nell’acqua e cominciò a distendere le mani.
Io mi avvicinai a lui e toccai con la punta del piede l’acqua cristallina del torrente.
In quel momento, avvertii un brivido lungo tutto il corpo facendomi venire la pelle d’oca. –Ma è gelida!- urlai.
-Non è vero! È solo diversamente calda!- affermò mio fratello.
-Ma che spiritoso…- dissi girando gli occhi.
Dopo qualche secondo, Silver spalancò gli occhi e gridò –Una trota! Una trota!-
Io mi rizzai in piedi e guardai la scena.
Mio fratello si leccò le labbra. La trota lo schivò, passando alla sua destra, ma lui, agile come un felino, mise velocemente un piede sotto la trota e le diede un calcio. Il pesce schizzò fuori dall’acqua, atterrano vicino alla riva. Si dimenava e cercava di ritornare nel torrente quando Silver uscì dall’acqua e prese la trota per la coda. –Hai visto, Moon!? L’ho acciuffata!-
Io sgranai gli occhi, quasi incredula di quel che era successo.
Mio fratello mi si avvicinò tenendo stretto il pesce come bottino.
Me lo sventolò in faccia, quasi per provocarmi.
Io presi quel gesto come una sfida.
Aggrottai le sopracciglia e, senza pensarci due volte, posi i piedi nell’acqua gelida del torrente.
Cercai di trattenermi dal correre via per non congelarmi.
Scrutai ogni singola zona del fiumiciattolo in cerca di una preda.
Vidi qualcosa muoversi agilmente in acqua e subito presi posizione.
Un pesce si avvicinava sempre di più a me. Dall’aspetto, pareva una carpa.
Gettai le mani nell’acqua cristallina del fiume e sentii qualcosa di liscio passarmi vicino alla mano. Quindi, l’afferrai per la pinna.
Il pesce si scuoteva per liberarsi dalla mia presa, schizzandomi la faccia e facendomi infuriare ancora di più.
Lo afferrai anche con l’altra mano, immobilizzandolo del tutto.
Poi, lo tirai fuori dall’acqua e lo lanciai davanti a Silver. Lui prese la carpa e la mise vicino alla sua trota.
-Così, per cena siamo a posto!- disse felice e spensierato mio fratello.
Io sbuffai. –Te la mangi tu la mia carpa… non la voglio…- dissi.
-Ma… ma… l’hai pescata tu con tutta la tua forza! Assaggiala, almeno!- disse Silver cercando di convincermi.
-Assaggerò solo la sua pancia!- dissi alzando la voce.
-Va bene!-
Salimmo su per la collina.
Io avevo in mano i due pesci mentre mio fratello teneva il mazzo di fiori e il quadrifoglio.
-Moon, e se non ci fosse solo questo mondo?- chiese mio fratello.
-Non saremmo solo noi in tutto l’universo, ma non penso che esistano altre forme di vita intelligenti- dissi continuando a camminare.
-Ma, se ci fosse una chiave per accedere ad un mondo magico?-
-Certo che hai molta fantasia! Coraggio, cammina, altrimenti i fiori appassiranno-
Arrivati in cima alla collina, scavalcammo la staccionata e corremmo verso casa.
-Mamma! Questi sono per te!- disse Silver dopo aver aperto la porta della nostra abitazione.
Nostra madre vide i fiori che Silver le porgeva. Gli si avvicinò e gli schioccò un bacio sulla fronte.
-Grazie, tesoro! Sono bellissimi!- disse nostra madre.
Io posi i pesci vicino al frigorifero. –Mamma, oggi abbiamo pure pescato!- dissi.
Lei guardò la trota e la carpa e sorrise. –Questa sera si mangerà pesce al cartoccio, allora!-
Mio fratello ed io annuimmo.
Poi, Silver prese un secchio con dentro del granturco e uscì di casa.
Io lo seguii e dissi –Dai da mangiare alle galline?-
Lui si voltò e sorrise –Avranno sicuramente molta fame!-
Ci incamminammo verso il pollaio con delle mangiate di mais nelle mani.
Nel momento in cui le galline ci videro arrivare, cominciarono ad agitarsi e ad avvicinarsi alla recinzione.
Noi due, lanciammo il granturco al di là della rete e le galline iniziarono a spingersi per contendersi il mais.
-Sei davvero sicura che non ci siano altri mondi oltre al nostro?- insistette Silver.
-Credo proprio di sì-
-Nemmeno mondi magici?-
-Se ti sentisse la nostra monarca, ti premierebbe come miglior sognatore di tutti i tempi!-
-Monarca? E chi sarebbe?-
-Princess Luna, zuccone! È salita la trono qualche anno fa…-
-Davvero? Non la conosco…-
-Ora lo sai-
-Grazie dell’informazione!-
Io sbuffai e tornai in casa.
Lui mi seguì saltellando e intonando una canzoncina.
-Dopo cena, ci sarà il concerto!- disse.
-Chissà quale altre canzoni ci proporranno i grilli!- risposi.
Aprimmo la porta della nostra casa e si sedemmo a tavola. Un invitante profumino ci fece brillare gli occhi.
Dopo cena, corremmo in giardino e ci sdraiammo sull’erba fresca.
In cielo comparivano le prime stelle e nell’aria si udiva un piccolo canto; i grilli avevano cominciato la loro serenata.
Cantarono ininterrottamente, ammaliandoci.
La luna si faceva sempre più alta, attorniata da piccole stelle luminose e da nubi grigie.
Improvvisamente, un urlo spezzò tutto l’incanto.
Era la voce di nostra madre.
Corremmo in casa e la vedemmo cimentata in una lotta contro un topolino. La bestiola, si rifugiò sotto il mio armadio.
Silver allungò la mano sotto il guardaroba per acciuffare il topolino, ma sfiorò qualcos’altro.
-Moon, i topi sono lisci e piatti?- mi disse.
Io, perplessa, gli risposi –Certo che no!-
-Allora… che cos’ho toccato?!-
Tolse velocemente la mano e prese una torcia dalla mia scrivania.
Illuminò quel piccolo spazio buio tra armadio e pavimento.
Si intravide un luccichio dorato.
Silver allungò la mano e tirò fuori quell’oggetto. Era un libro dalla copertina color rosso spento con i vertici in oro. C’era incisa anche una scritta “La musica: una chiave preziosa”.
Sfogliai alcune pagine del libro e mi accorsi che tutte erano bianche tranne la prima, in cui c’era un brano musicale.
Io lessi le note, solfeggiando a bassa voce.
-Silver, vai a prendere il mio flauto traverso e la tua chitarra, per piacere!- dissi entusiasta.
Lui obbedì e mi consegnò il mio strumento musicale mentre il suo se lo strinse fra le braccia.
-Riesci a suonare questo brano?- gli chiesi.
Lui diede un’occhiata veloce alle note sul pentagramma ed annuì.
-Bene… uno… due… tre!-
Iniziammo a suonare quell’incantevole composizione mentre una luce fievole ci avvolse.
Nel momento in cui eseguimmo la nota finale, i nostri strumenti si illuminarono di un azzurro chiaro.
Mio fratello ed io, cademmo come in un sogno e, al nostro risveglio, non eravamo più nella nostra accogliente casa, ma in un giardino incorniciato da alberi.
Il prato era sovrastato da un sottile strato di neve e,invece della luna, in cielo governava il sole.
Mi alzai e notai che camminavo a quattro zampe.
Mi voltai verso mio fratello e rimasi a bocca aperta: era diventato un pony.
Silver aveva il manto bianco e una lucente criniera bionda. Inoltre, sulla groppa, aveva delle maestose ali.
-Moon! Tu sei… un pony?!- urlò mio fratello.
-Pure tu!- dissi.
Lui si guardò velocemente e spiccò il volo, atterrando su una nuvola.
-Posso volare! Magnifico!- disse eccitato.
Io diedi un’occhiata alla mia groppa e mi accorsi che pure io avevo delle grandi ali blu.
Distesi le ali e mi alzai in volo, mentre alcuni fiocchi di neve macchiarono il mio splendente manto grigio chiaro.
Mi sedetti sulla stessa nuvola di mio fratello ed ammirai il paesaggio.
Ora potevo dire che esisteva un mondo magico.
Capitolo 1- Un amico per fratello
Capitolo 1- Un amico per fratello
Passai il mio zoccolo sulla soffice superficie della nuvola bianca su cui mi ero seduta.
Poi, spiccai il volo e atterrai sul suolo innevato.
Improvvisamente, avvertii uno strano rumore provenire da alcuni cespugli lì vicino.
Mi avvicinai lentamente ad essi. Avevo il cuore in gola.
Sentii un grido e dagli arbusti sbucarono due pony con un’armatura dorata ed una stella blu sulla criniera.
-Chi siete voi?- disse uno di loro mentre mi puntarono una spada sul collo.
-Mi chiamo Moon…. E quello lassù è mio fratello Silver- dissi tremando.
Sentendo pronunciare il suo nome, Silver scese dalla nuvola e si mise dietro di me, attaccandosi alla mia folta coda bianca.
I due pony si guardarono negli occhi e, dopo un loro gesto, fui trascinata a forza assieme a mio fratello.
-Lasciateci stare!- disse Silver piantando gli zoccoli nel suolo -Cosa volete da noi?!- aggiunse.
-Sapere chi siete- disse uno di loro.
-Potevate chiedercelo davanti ad una bella tazza di thè caldo- dissi scalciando nervosamente.
-Sta’ ferma!- disse il pony strattonandomi –Vi porteremo da Princess Celestia. Lei saprà cosa fare con voi!-
Io mi arresi e mi lascia trascinare mentre mio fratello cercava di liberarsi dalla presa.
Dopo un lungo tratto di strada ghiacciata, arrivammo davanti ad un bellissimo castello bianco panna decorato con della pittura viola e gialla su alcune cupole.
Solo ora scoprii che quei due pony erano delle guardie reali. Solo ora scoprii che in questo mondo magico avrei trovato la mia rovina, ma nello stesso tempo la mia salvezza.
Dal castello uscii una deliziosa pony dal manto rosa chiaro e con un incantevole sguardo profondo. Si avvicinò a noi e chiese alle due guardie –Cosa ci fate con questi due poveretti?!-
-Sono sbucati dal nulla vicino alla Everfree Forest. Potrebbero essere degli… sì, ecco degli…. umani!- disse una delle guardie sussurrando ciò all’orecchio della pony.
Lei ci guardò di striscio e poi ci fece strada all’interno del castello.
Lì, i due pony ci fecero camminare tranquillamente senza strattoni o spade puntate alla testa.
In fondo al lungo corridoio, c’era un trono su cui sedeva una pony dal manto bianco e dal crine di vari colori.
Appena ci vide, si alzò e ci fece un piccolo sorriso, quasi impercettibile al mio animo.
-Principessa, questi due intrusi sono stati mandati dalla monarca della notte- disse la pony dal manto rosa, Princess Cadence.
A quelle parole, la pony dal manto bianco sbarrò gli occhi e chinò il capo. Si avvicinò a noi due e sembrava indecisa se sorriderci o rimanere in silenzio con un’espressione seria e irritata.
-Or dunque, voi chi sareste?- chiese Princess Celestia.
-Siamo Moon e Silver, maestà- dissi.
-E… da dove venite?-
-Di certo, non siamo di questo mondo costituito da pony…- risposi.
-Siete stati mandati da mia sorella, Princess Luna?-
-No, abbiamo scoperto questa dimensione magica involontariamente, suonando i nostri strumenti musicali-
La principessa cominciò a girare per tutto il corridoio e alla fine disse –Bene, comunque sia la verità, voi non potete stare insieme… vi dovrò separare… Moon, tu rimarrai qui e alloggerai nel mio castello; Silver, tu andrai con Princess Cadence nel Crystal Empire-
-Cosa?! Non può farci questo! Silver resta con me!- dissi infuriata sbattendo uno zoccolo sul pavimento.
-Mi dispiace Moon, ma questo è per il bene di tutti-
Chinai il capo.
Mio fratello mi si avvicinò e mi sussurrò delle frasi di conforto. Io lo guardai negli occhi e lo abbracciai con tutte le mie forze.
Poi, Princess Cadence si incamminò con Silver che sembrava indifferente a ciò, ma sapevo benissimo che in cuor suo piangeva.
Dopo che i due pony uscirono dal castello, guardai con aria di rimprovero Princess Celestia che alzò subito gli occhi verso il soffitto facendo finta di niente.
Galoppai fuori dalla mia eterna prigione e, senza vedere dove andavo, continuai a galoppare fino alla fine. Ero disperata. Avevano appena tolto un diamante dalla sua corona e così non sarebbe stata splendente come al solito.
Di colpo, mi fermai. Ero finita in un bellissimo prato fiorito, macchiato solo in parte dalla candida neve.
Mi sedetti vicino ad un albero e cominciai a sbattere gli zoccolo sul suo robusto tronco continuando a dire “perché”.
D’un tratto, qualcuno poggiò il suo zoccolo sulla mia spalla.
Istintivamente, mi voltai di scatto e gli diedi un calcio. Il cuore mi batteva all’impazzata.
Era uno splendido pegasus pony dal manto bianco e dal crine marrone scuro, quasi nero con riflessi dorati. Sulla guancia, aveva l’immagine di una nota musicale ed aveva all’incirca 15 anni in più di me.
Mi alzai e andai a porgergli le mie più sentite scuse.
Lui mi mostrò il suo più bel sorriso, molto più splendente del sole.
-Scusa ancora per prima… ma proprio non me l’aspettavo… infatti, ti ho dato quel calcio per autodifesa…- dissi imbarazzata.
Lui rise per qualche secondo e poi mi disse –Tranquilla, non mi hai fatto niente! Pure io avrei fatto come te se mi fossi trovato nella tua situazione! Volevo solo sapere come stavi-
-Ehm… abbastanza bene, grazie…-
-Posso fare qualcosa per aiutarti?-
-No… non potresti fare nulla… ma grazie lo stesso…!- dissi accennando un sorriso –Come ti chiami?-
Lui esitò un attimo a rispondere. La sua espressione si fece più cupa e il sorriso fu vinto dalla serietà. Poi disse –Michael. Tu?-
-Moon. Piacere di conoscerti!-
-Il piacere è tutto mio, piccola!-
L’ultima parola mi risuonò nella testa e mi rasserenò.
Poi, Michael mi prese per lo zoccolo e mi disse –Dai, andiamo a vedere la magia dell’inverno!-
Io rimasi sbigottita.
Mi portò davanti ad un ruscello.
-Magia? Ma l’inverno è solo una stagione!- dissi incredula.
-Si vede che non sei poetica! Tutto quello che ti circonda è magia!- disse prendendo una foglia giallo-rossa.
-Pure tu quindi?-
Lui cominciò a ridere e poi mi disse –Certo che sei divertente! Però… mi hai fatto venire l’ispirazione per…- non riuscì a finire la frase ‘che subito si bloccò.
-Per?- insistetti.
-No, niente… lascia stare, piccola!-
-Michael, ti potrei chiamare “fratellone”?- dissi imbarazzata.
Lui mi fissò e, con uno dei suoi soliti sorrisini, mi rispose –Certo che puoi! Mi fa molto piacere che mi chiami così!-
Poi, si alzò di colpo da terra ed esclamò puntando uno zoccolo verso il cielo –Ecco la magia!-
Dei bellissimi fiocchi di neve scesero dal cielo quasi danzando, accompagnati dal vento. Avevano varie forme, uno più grande, altri più piccoli; alcuni a forma di stella, atri a forma di fiore; insomma, erano tutti unici nelle loro differenze.
Io li guardai affascinata.
-Fratellone, adoro la magia!- esclamai entusiasta.
Lui mi arruffò la criniera con lo zoccolo e poi mi sussurrò –Comunque, io e te non siamo magia; noi siamo un sogno-
Io lo guardai perplessa e lui si mise a ridere a crepapelle, rotolandosi sulla neve.
-Piccola, non puoi capire!- disse facendomi l’occhiolino.
-Se tu sei un sogno, non vorrei mai svegliarmi, fratellone! Mi hai regalato una fantastica giornata! Grazie!- dissi abbracciandolo.
-Ma io non ho fatto niente di speciale! Ho solo visto una pegasus pony piangere davanti un albero e le ho chiesto se potevo aiutarla!-
-Sai, mi sembra che noi due ci conoscessimo già… non so perché… è una strana sensazione- dissi timidamente.
Michael abbassò lo sguardo e disse –Beh, sì… pure a me è successo…-
-Tutto ok?- gli chiesi.
-Ehm, sì… sto bene… ora devo proprio andare! Si è fatto… a domani, piccola! Ci ritroviamo qui?- disse nervosamente.
-Sì, va bene…!-
Distese le ali dal piumaggio nero carbone e spiccò il volo.
Io lo guardai “Perché era così agitato? Magari l’ho spaventato… non saprei…” pensai.
Poi, guardai il sole al di là dell’orizzonte e la luna accanto a lui, sfoggiando il suo bellissimo vestito bianco.
Trottai verso il castello di Princess Celestia.
Non vedevo l’ora che fosse già domani!
Appena arrivai, la principessa mi mostrò la mia camera. Era splendida! Il letto, i mobili, l’arredamento… tutto era assolutamente favoloso! Il paesaggio che si poteva ammirare dalla finestra, però, lo era ancora di più. La sovrana mi disse che dalla mia stanza si poteva veder benissimo il Crystal Empire. Secondo me, lo aveva fatto apposta per colmare il vuoto riempito prima da Silver. Io la ringraziai.
Dopo che ei uscì dalla camera e chiuse la porta, mi buttai nel letto. Ero stanchissima.
Pensavo ancora al mio fratellone e al mio fratellino; due gocce in un fiume.
La notte si fece strada tra la luce del sole, portando con sé la luce di tante piccole stelle.
Io sorrisi, per qualche strano motivo e chiusi lentamente gli occhi, fino ad addormentarmi.
Il mattino seguente, mi alzai e trottai giù per le scale.
Nell’aria c’era un delizioso profumo di brioches alla marmellata di albicocche. Ne ero ghiotta!
Arrivata in cucina, Pincess Celestia mi disse –Buongiorno, Moon! Passata bene la notte?-
-Sì, grazie!- risposi inchinandomi.
-Bene!- esclamò –La colazione sarà pronta a momenti!-
Nel momento in cui mi servirono, mangiai quasi tutte le brioches e uscii dal castello in fretta e furia tanto da far rimanere la principessa sbigottita.
Trottai verso il meraviglioso prato dell’altra volta per incontrare il mio fratellone.
Sentii qualcuno parlare con Michael. Era una voce femminile.
Mi avvicinai rimanendo nascosta tra alcuni cespugli.
-Sei sicuro che verrà?- disse una pony.
-Certo. Me lo ha promesso- disse il mio fratellone.
-Devo vedere se è lei a tutti i costi!-
-Calmati, sono sicuro che è la pony che cerchi… fidati…-
-Sarà meglio… l’amicizia non deve trionfare…-
Michael abbassò lo sguardo assumendo un’espressione triste e seria.
Io sbarrai gli occhi e corsi via, ma il pegasus pony sentì il passo dei miei zoccoli e mi chiamò.
Non ricevette, però, alcuna risposta.