Xary ha scritto:Il copyright e i brevetti coprono di sicuro i materiali nuovi e persino determinate tonalità di colore (es: Rosso Valentino e
Rosso Ferrari), oltre ovviamente ai loghi.
Rarity, inesperta come si vede di una realtà più grande delle sole Ponyville e Canterlot, probabilmente non ha pensato di dover brevettare le sue creazioni. Avesse applicato queste precauzioni avrebbe potuto donare tutto quello che voleva.
I brevetti e i marchi commerciali sono due rami legali diversi e hanno regolamenti distinti. Poi c'è il caso della proprietà intellettuale, che è quella credo sia più il caso di Rarity con la linea di moda.
In breve per un brevetto si parla solo di soluzioni pratiche a problemi concreti (un progetto è brevettabile, i principi scientifici non lo sono) = Rarity potrebbe brevettare un singolo procedimento per produrre una qualità di stoffa, ma non può impedire che ne facciano copie con un sistema diverso. Inoltre i brevetti hanno un limite per nazionalità, in un regno fuori ad Equestria potrebbero fare delle sue copie col suo sistema. Per questo molte aziende applicano il segreto industriale (procedimento di produzione segreto, come la Coca Cola) invece di brevettare il prodotto.
I marchi commerciali sono un altro paio di maniche: si può registrare ad uso esclusivo un nome, e questo nome ha validità entro alcune tipologie mercelogiche, perciò possono esistere due nomi simili se operano in settori diversi. Tuttavia, le contestazioni possono essere respinte se un prodotto ha ugualmente motivi validi per essere chiamato in una certa maniera, perciò viene di norma affiancato da un logo che è più improbabile da fare uguale. In teoria Rarity può registrare una stoffa o una linea sotto trademark usando il nome di un fertilizzante

perché sono due merci diverse, ma non può farlo con un nome di un altro stilista, o se rischiare in questo dovrebbe usare un logo diverso, ma c'è ugualmente al limite della contestazione. Poi è una linea di massima, perché dipende dal caso è se davvero una delle parti viene danneggiata direttamente o indirettamente dai nomi simili.
Invece la paternità dell'opera come linea di moda in sé credo dovrebbe ricadere nelle normali opere d'ingegno, e rivendicabili secondo le modalità simili per un libro, canzone o altro, cioè presentare progetti, schizzi o altro che dimostrino l'esistenza dei modelli molto prima di altri; non è classificabile come brevetto perché non risolve un problema pratico, e non è un marchio perché non parliamo dell'ambito commerciale/economico in sè. Quindi, al di là di tutto, Rarity purtroppo si era fregata "con i suoi zoccoli" a mostrare i suoi modelli a Suri, perché dopo che li aveva mostrati lei gli è stata attribuita la possessione dell'idea, mentre Rarity non poteva dimostrare univocamente di esserne l'autrice (anche se qui proprio Coco potrebbe fare qualcosa come testimone). Rarity aveva solo la fiducia che dava alle sue amiche, cioè che Suri rispettasse il suo lavoro, o perlomeno ne prendesse spunto senza farci una copia a "zoccolo basso".
Poi può essere possibile proteggere un certo design o proprietà artistica come marchio, ma è costoso e inefficace, piuttosto si passa per i diritti sulla proprietà artistica. Per esempio parlando dei Ponies, le protagoniste sono marchi commerciali col nome, ma non mi risulta siano loro come logo, e non avrebbe senso perché per proteggerle così bisognerebbe disegnarle e registrarle in tutte le pose che si vedono col cartone. La definizione di un logo commerciale è pressapoco una "combinazione di lettere e disegno grafico", perciò come marchio vale solo una posa; un'altra azienda può disegnare sempre un unicorno o un pegaso con un'altra posa. Usando la proprietà intellettuale vale il concept del design, cioè come sono stati disegnati i personaggi. Poi le cose si sommano, cioè che è chiaro che se uno copia sia il nome e sia il concept artistico, sta facendo una contraffazione per danneggiare il concorrente.
Su questo posso aprire una parentesi sugli OC: in teoria la Hasbro può solo reclamare su ciò che è legato al canon dell'ambientazione in quanto sua proprietà artistica, ma non può riversare diritti sugli OC dei fans, in quanto su questi non possiede ne trademark ne gli autori sono ingaggiati da loro, e viene il caso delle opere derivate. Inoltre il cutiemark come concetto nel settore dei giocattoli è un brevetto ancora rinnovato, ma i brevetti non si applicano alle opere artistiche (= non sono soluzioni tecnologiche a problemi pratici) perciò non si potrebbero produrre giocattoli con cutiemarks (customs, pelouche) ma il disegno di un pony con un cutiemark aspetta sempre e solo al proprio autore. Questo coinvolge cose come il gioco di Legends of Equestria, che usa il concetto dei "ponies" ma non introduce Trademarks.