Giorno 0
Caro Diario… no, non mi piace, ti chiamerò Lisa! Allora ricomincio
Cara Lisa,
Ciao, mi chiamo Dinky Hooves, sono una puledrina e mi sento tanto sola.
Da quando sono nata, tutti gli altri pony mi prendono in giro. Perché? Per mia madre, Derpy… lei ha un problema, ha un nome difficile, non ricordo come si pronuncia: star… stra… strap… straqualcosa, insomma ha gli occhi storti, sempre. Una volta mi è capitato di chiederle
-Mamma, perché i tuoi occhi sono diversi da quelli degli altri pony?
-Uno controlla che tutto sia a posto, l’altro ti osserva mentre cresci.
Non ho ancora ben capito cosa volesse dire, io però le sorrisi lo stesso.
Tutti invece non fanno che ridere di lei alle sue spalle, la chiamano “stupida” o “stralunata” o peggio.
Mi vergogno tanto di mia madre, anche se lei mi sta sempre vicino, mi aiuta, o almeno ci prova, con i compiti, mi tira su di morale quando mi sento triste, si prende cura di me… basta uscire di casa però e gli altri pony iniziano a ridacchiare, aspettandosi una qualche performance di “Derpy il postino cretino”, cosa che molto spesso accade.
Ma quello che è successo oggi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: stavo facendo una passeggiata quando Silver Spoon e Diamond Tiara, oh Celestia quanto odio quelle due smorfiosette, mi si avvicinano:
-Hey, guarda chi c’è, Dinky Hooves!
-Oh… ehm… ciao ragazze, come va?
-Noi stiamo alla grande, guarda Silver, ha appena ottenuto il suo cutie mark.
-Oooh, che bello… che cos’è?
Silver mi ha lanciato un occhiataccia, come se si fosse infuriata all’istante
-Come cos’è?! Un cucchiaio d’argento, no? Ma cosa sei, stupida?
-Beh, visto di chi è figlia non c’è da sorprendersi.
-Giaaaa, probabilmente sua madre starà facendo cadere un pianoforte in testa ad un altro sventurato pony, vero? Ahahaha…
-Ahahaha…
Per non dar loro la soddisfazione di vedermi piangere sono corsa a casa, tra le lacrime, intanto avevano iniziato a canticchiare “Se tranquilla vuoi stare, Derpy Hooves ti conviene evitare…”
Non ne potevo più di essere presa in giro, appena arrivata a casa ho aperto la porta, sbattendola forte e facendo cadere qualcosa a terra. Mamma era in cucina:
-Dinky tesoro, sei tu? Come mai sei tornata così presto? Avevi detto di voler andare a giocare con le Cutie Mark Crusaders, ma sei uscita pochi minuti fa… è successo qualcosa?
Entrò nel soggiorno, indossava il suo solito grembiulino di quando cucina la solita cosa. Vide che stavo singhiozzando:
-Dinky, stai piangendo? Ma cosa… OH NO! IL FORNO!!
Si precipitò di nuovo in cucina, sentii vari rumori come di pentole che cadono e di piatti rompersi, poco dopo tornò svolazzando, in mano teneva un vassoio con dei muffin bruciacchiati:
-Accidenti, li ho bruciati un po’… non fa niente, tanto erano un esperimento: muffin alle mele! Dai, provane uno e dimmi che ne pensi.
Sorrideva, si era già scordata che sua figlia stava piangendo, con un gesto di rabbia rovesciai il vassoio, mamma rimase ferma, con uno sguardo perplesso:
-Ma… perché? Li avevo fatti con tanta premura, solo per me e te… perché li hai rovesciati? Cosa ti ho fatto?
-Tutto mamma, tutto!- urlai –Tutti a Ponyville appena ti vedono cominciano a ridere, non te ne accorgi? Non ti chiedi il perché? Forse a te non importa, ma a me sì! A scuola gli altri puledri ridono di me, dicono che diventerò stupida come… come…- mi sono morsa le labbra, sapevo che stavo per dire qualcosa di orribile -…come TE!-
Mamma non disse nulla, o almeno credo non disse nulla, io ormai ero già corsa su, nella mia stanza, mentre dicevo:
-Non uscirò più da camera mia, mai più!
Chiusi a chiave la porta e mi gettai sul letto, piangendo disperata… che cosa cattiva ho detto alla mamma, lei non lo merita, dopotutto è nata con gli occhi storti, forse per quello è anche goffa e sbadata, forse non riesce a vedere bene davanti a se.
Sono rimasta distesa per un po’, la mamma è venuta a bussare un paio di volte alla porta ma, non sentendo risposta, sarà tornata a lavorare ai suoi dolcetti.
Così, usando la magia (non te l’ho detto vero? Io sono un unicorno e ho dei poteri magici, ma la mamma è un pegaso, quindi immagino che anche papà sia un unicorno, no? Chissà dov’è adesso…) ho raccolto te, Lisa, da un angolino della scrivania e ho iniziato a scrivere queste righe. Non ho intenzione di uscire da qui perciò tu sarai la mia amica, la mia unica amica, so che non mi prenderai in giro, mi ascolterai e mi farai compagnia… spero.
Tua Dinky