Grifen ha scritto:Star Wars 1 era considerato dagli adetti ai lavori un film mediocre
E tale io l'ho sempre considerato...
Grifen ha scritto:L'unico a dirgli di continuare nonostante tutto fu Steven Spilberg, che intuì che poteva piacere.
Questo dettaglio storico non lo conoscevo. Ma non mi stupisce che un pessimo regista ma grande venditore come Spielberg abbia intuito l'affare.
Grifen ha scritto:E per ISDA... all'epoca il Fantasy non esisteva neppure come categoria. Il suo editore lo dovette pubblicare, se ricordo bene, definendolo a metà strada tra il romanzo e la favola. Ci volle qualche decennio e un mare di imitatori, tra cui Terry Brooks, a formare la definizione "fantasy" moderna.
Full OT time: non esattamente. Di sicuro Tolkien ha coniato il fantasy
moderno, così come lo concepiamo oggi e canone da cui quasi nessun autore successivo è stato in grado di smarcarsi, ma il "fantasy" esisteva da lungo tempo, solo che era quello a tinte neogotiche di autori come H.R. Haggard, Robert E. Howard e simili, ossia un romanzo fantastico e tetro (e piuttosto
conservatore) destinato agli adulti e che poneva le proprie radici saldamente ancorate nel romanzo d'avventura di stampo coloniale. Tolkien si è emancipato da quelle radici (ed anzi per molti aspetti le ha stravolte, ad esempio rinnegando in toto l'allegoria del superuomo ivi tipica, ponendo al centro della parabola del salvatore neppure uomini comuni ma persino
subumani), facendo fare al genere un tale balzo in avanti di contenuti che giustamente ha rappresentato, una volta fatto il botto ed essendo il vecchio fantasy divenuto obsoleto anche in senso più culturalmente ampio, una svolta a 180° della concezione stessa di fantasy.
Per quanto riguarda le peripezie della pubblicazione, molto è poi derivato dal fatto che egli ha esordito con Lo Hobbit, che era un romanzo per ragazzi. Tant'è che, in quanto l'editore aveva accettato di commissionare un seguito sullo stesso stile ma Tolkien non ne aveva alcuna intenzione e voleva raggruppare finalmente l'opera che aveva in testa, ha scritto i capitoli di Tom Bombadil - che non c'entrano una mazza col resto del libro - apposta per presentarli all'editore e farsi firmare il contratto. In sostanza l'ha meravigliosamente truffato

Grifen ha scritto:Oggi pensiamo che queste opere siano "di successo" solo perchè vediamo col senno di poi. All'epoca invece nessuno ci avrebbe puntato un soldo. Non c'era un "fandom" o un pubblico chiaro a cui si sapeva proporlo davvero. Il resto è venuto solo dopo.
Dal mio punto di vista FiM è nella stessa condizione, ma il tempo ci farà vedere la verità.
Approfondimenti OT a parte, comunque, credo personalmente che FiM in quanto tale sarà qualcosa di transitorio. Per quanto sia sorprendentemente differente da quello che ci si poteva aspettare, e per quanto stia avendo de facto un successo egualmente tanto sorprendente quanto ben meritato, è pur sempre vittima del suo nome e delle (comprensibili) reticenze che questo suscita nel grande pubblico, nonché di un progetto di mercato con limiti ben precisi. Inoltre, è anche un fenomeno alquanto localizzato: è solo in Nordamerica che sta divenendo un vero fenomeno di costume, altrove - vuoi per scarsa diffusione, vuoi per snaturamenti nei doppiaggi, vuoi per mille altre ragioni - è passione di pochi cultori come noi, esclusivamente appartenenti ad una ben precisa - e numericamente non tanto folta - sottocultura, mentre è del tutto sconosciuto al grande pubblico. In America può piacerti o non piacerti, puoi essere un utente accanito della rete o meno, ma di sicuro ne hai sentito parlare.
Quello che tuttavia sono convinto potrà rimanere davvero, è la lezione - di mercato prim'ancora che artistica in senso lato - che sta dando. Sono convinto che se le cose continuano ad andare così bene FiM ci potrebbe lasciare in eredità una piccola rivoluzione nell'universo degli show per bambini, con altri autori (ed editori, soprattutto editori) che prenderanno esempio ritrovando il coraggio di dare quella dignità ai prodotti per bambini che, diciamocelo, è da 30-40 anni che è stata del tutto smarrita.
Del resto, dici bene, i genitori di oggi siamo noi. Tutto stava a trovare un paio di autori che si rendessero conto di non aver più a che fare coi genitori e le famigliole di cartapesta delle sit-com anni 80, e qualcuno che fosse disposto a pubblicarli. E' capitato col più imprevedibile dei prodotti e degli "editori", ma questo non fa che rendere ancor più palese quanto la formula sia di successo e sia furbo trarne un insegnamento.