Se invece vi interessa qualche ciancia introduttiva, le metto qui sotto.
...è passato parecchio tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa da solo.
Qualcosa che mi soddisfacesse, almeno.
Ho passato qualche mese ad abbozzare storie e a cancellarle subito dopo, e non me la sono passata male solo dal punto di vista della mia carriera come fan-writer, ma anche sotto tanti altri aspetti.
Ma come si dice... la notte è sempre più buia prima dell'alba, ed ora ne sono uscito vivo.
...no, non è una battuta, ma a voi non interessa questo.
Vi parlerò della storia: da un po' di tempo a questa parte mi sono messo a leggere Fables.
Senza scendere in dettagli inutili relativi ad uno stupendo fumetto che condivide assai poco con la storia che ho iniziato, esso mi ha fatto rivalutare il concetto di fiaba.
Non da un punto di vista linguistico quanto piuttosto all'idea di raccontare una fiaba in quanto strumento di divertimento, passatempo ed elemento folkloristico.
Me l'ha fatta rivalutare a tal punto da farmene scrivere una... od almeno, la mia visione di fiaba dopo la lettura di quest'opera e una complessa maturazione interna.
Con le premesse ho finito, parliamo della trama.
Il Dono è una storia in tre capitoli senza troppe pretese se non quella di appassionare il lettore e fargli passare un buon quarto d'ora.
È breve, leggera, e sebbene io non dovrei dirlo perché sono l'autore, credo davvero che riesca nel suo scopo.
La trama si compone di due storie diverse ma legate tra loro da diversi punti in comune, più o meno chiari (o che verranno chiariti con i prossimi aggiornamenti):
Una avviene più o meno nel mondo "reale" e riguarda Twilight che, smanettando una mattina in giro per la biblioteca, incappa in un libricino di cui non sapeva l'esistenza e sul cui curioso contenuto decide di indagare.
L'altra è la storia contenuta all'interno del volume in questione, intitolato Il Dono, il quale narra le avventure di un pittore innamorato di una ragazza cieca, alla quale promette di portare l'opera d'arte più bella mai fatta se ella gli avesse concesso la sua mano.
Non penso di avere nient'altro da aggiungere: qualsiasi critica sarà ben accetta e discussa volentieri, così come consigli od osservazioni di qualsiasi genere (siate inerenti, vi prego).
Vi ringrazio per aver speso tempo a leggere questo muro di testo e vi auguro, se avete deciso di prestarmi fiducia, una buona lettura.
Qualcosa che mi soddisfacesse, almeno.
Ho passato qualche mese ad abbozzare storie e a cancellarle subito dopo, e non me la sono passata male solo dal punto di vista della mia carriera come fan-writer, ma anche sotto tanti altri aspetti.
Ma come si dice... la notte è sempre più buia prima dell'alba, ed ora ne sono uscito vivo.
...no, non è una battuta, ma a voi non interessa questo.
Vi parlerò della storia: da un po' di tempo a questa parte mi sono messo a leggere Fables.
Senza scendere in dettagli inutili relativi ad uno stupendo fumetto che condivide assai poco con la storia che ho iniziato, esso mi ha fatto rivalutare il concetto di fiaba.
Non da un punto di vista linguistico quanto piuttosto all'idea di raccontare una fiaba in quanto strumento di divertimento, passatempo ed elemento folkloristico.
Me l'ha fatta rivalutare a tal punto da farmene scrivere una... od almeno, la mia visione di fiaba dopo la lettura di quest'opera e una complessa maturazione interna.
Con le premesse ho finito, parliamo della trama.
Il Dono è una storia in tre capitoli senza troppe pretese se non quella di appassionare il lettore e fargli passare un buon quarto d'ora.
È breve, leggera, e sebbene io non dovrei dirlo perché sono l'autore, credo davvero che riesca nel suo scopo.
La trama si compone di due storie diverse ma legate tra loro da diversi punti in comune, più o meno chiari (o che verranno chiariti con i prossimi aggiornamenti):
Una avviene più o meno nel mondo "reale" e riguarda Twilight che, smanettando una mattina in giro per la biblioteca, incappa in un libricino di cui non sapeva l'esistenza e sul cui curioso contenuto decide di indagare.
L'altra è la storia contenuta all'interno del volume in questione, intitolato Il Dono, il quale narra le avventure di un pittore innamorato di una ragazza cieca, alla quale promette di portare l'opera d'arte più bella mai fatta se ella gli avesse concesso la sua mano.
Non penso di avere nient'altro da aggiungere: qualsiasi critica sarà ben accetta e discussa volentieri, così come consigli od osservazioni di qualsiasi genere (siate inerenti, vi prego).
Vi ringrazio per aver speso tempo a leggere questo muro di testo e vi auguro, se avete deciso di prestarmi fiducia, una buona lettura.