Gli incubi
Ore 18.00
Canterlot.
Casa dei signori Pie.
«Insomma ragazzi! Muovete quei dannati zoccoli, o qui faremo notte!», urlò Burglar, voltandosi verso i due pony alle sue spalle.
Uno dei due era un pegaso piuttosto atletico, dal manto marrone e con la barba sfatta; il suo Cutie Mark raffigurava un coltello a serramanico.
Al suo fianco vi era un unicorno dall’aspetto ben curato, Crafty Trickster. Il suo manto era bianco, e la sua criniera sembrava essere stata pettinata con cura maniacale; non faceva altro che continuare a lamentarsi di come il terreno gli stesse sporcando gli zoccoli.
Il suo Cutie Mark raffigurava una mazzetta di bit ed una penna.
«Currish, mio caro amico, mi spieghi perché stiamo andando dalla famiglia di Pinkie Pie? Tra l’altro percorrendo proprio una strada così lurida!… Con tutto questo marciume, il mio bel manto rischia di sporcarsi!».
Il pegaso al suo fianco non poté fare a meno di lasciarsi andare in una sonora risata, mentre Currish strinse i denti.
«Crafty, sto iniziando ad avere dei seri dubbi sul fatto che tu mi ascolti attentamente quando parlo!… Quante volte devo ripetertelo?! Stiamo andando a convincere quel vecchio ubriacone del padre di Pinkie a dirci dove si trova sua figlia! E dato che una delle sue sventole sembra Sadle Rager, se deve colpire qualcuno, preferirei che colpisse uno di voi due!».
Il pegaso alle sue spalle, Deft Joster, si portò al suo fianco.
«Ho sentito bene? Pinkie Pie ha una sorellina piuttosto forzuta?!…».
«Sì Deft, hai sentito bene…».
«… Grandioso! Di certo resterà ammaliata dai miei irresistibili muscoli!».
«Certo Deft, continua a sognare… peccato che tu hai solo quelli di grosso! Il tuo cervello è pari a quello di una formica, per non parlar d’altro… muoviamoci, è meglio!», concluse Currish seccato.
Finalmente i tre compagni giunsero alla fattoria della famiglia Pie, dove, ben presto, si resero conto di come essa fosse deserta.
«Ehi, Currish! Qui non c’è anima viva! Fatta eccezione per quegli orrendi cristalli che sembrano fuoriuscire dal terreno!… Non pensi che sia il caso di andarcene? Che cosa restiamo a fare in questo posto squallido?», suggerì Crafty, intento a togliersi della terra da uno dei propri zoccoli.
Currish, all’udire il compagno, si volse verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.
«Ascoltami bene, immenso caprone cornuto! Apri bene le orecchie! Ora tu la pianti di fare la signorina e muovi il plot da quella parte, mentre Deft cercherà qualsiasi membro dei Pie dietro alla casa!…».
«Che cosa?!… E… e tu che cosa farai?».
«Io controllerò qui nei dintorni… oh, e sia chiaro! Mi aspetto che almeno una di voi due zucche vuote trovi almeno un dannato membro della famiglia! Sono stato chiaro?», ringhiò furioso Currish, schiacciando il naso contro il muso del compagno che lo osservò terrorizzato, facendo un piccolo gemito ed annuendo.
«Ehm… Currish…?», lo chiamò improvvisamente Deft.
«Zitto Deft! Non ho ancora finito con la signorina qui presente!».
«Ma Currish… io… ecco…».
«Oh! Per tutte le riviste di PlayPony! Cosa vuoi?!».
«Ehm… credo di aver appena trovato Pinkie…», rispose lui, puntando lo zoccolo verso un grosso cristallo che sembrava contenere un pony al suo interno.
«Pinkie Pie?! Che diavolo ci fa lì dentro?!… Ragazzi, andiamo a tirarla fuori!», ordinò Currish, correndo verso la grossa pietra insieme ai due compagni quando, da questa, un accecante fascio di luce li accecò.
«AAH!… Ma cosa diavolo sta succedendo?!».
I tre udirono improvvisamente un fragoroso suono simile a quello di una roccia crepata, mentre, il cristallo di fronte a loro iniziò a sgretolarsi, riducendosi in una fine sabbiolina verde.
«Che cos’è questo rumore?! Mi auguro che voi due imbecilli non abbiate toccato quel cristallo!», tuonò Currish, coprendosi gli occhi insieme ai due.
«No! Noi… noi non abbiamo toccato niente!», piagnucolò Crafty, quando una calda risata attirò l’attenzione dei tre.
«Pinkie Pie?! Sei tu?!».
Il lampo di luce calò d’intensità fino a svanire del tutto; al suo posto, un’alta ombra si avvicinò ai tre.
«Pinkie…?».
Una leggiadra puledra, dal manto nero come la notte, e dalla criniera che sfoggiava un inquietante gioco di colori tra il rosa ed il nero, si presentò di fronte a loro.
La sua dolce risata riscaldò i cuori dei tre pony, che rimasero come abbagliati dai suoi grossi occhi azzurri come il ghiaccio e dalle profonde iridi nere.
«Wuao… Pinkie… sei uno schianto! Sembri una di quelle playpony tutte curve!», mormorò Currish, incantato dal nuovo aspetto di quella che un tempo ricordava essere la simpatica pony rosa che tutti conoscevano.
«Oh santo cielo, Pinkie! Ma… sei favolosa! Voglio essere rinchiuso anch’io in uno di quei cristalli, se il risultato è questo!», esclamò gioioso Crafty, avvicinandosi a lei ed osservando la sua perfetta criniera.
«Santo cielo… che cosa mi tocca sentire…», mormorò Currish, coprendosi il muso con lo zoccolo.
La puledra non si scompose, si limitò ad osservare i tre con un sinistro sorriso sul muso.
«Pinkie, cara, non dar retta a questo imbecille!…», si intromise Currish, avvicinandosi alla puledra e spingendo da parte Crafty, che cadde a terra.
«… Vieni con me! Andiamo a farci un bel giro per Ponyville!… Ti và di andare a sgraffignare qualcosa? Poi, magari, potremmo arrivare al culmine della serata con una bella festa, non so se mi spiego…» sghignazzò lui.
La puledra alzò silenziosa lo sguardo al cielo, riportandolo poco dopo sul pony di fronte a sé.
«L’unica festa che farò, sarà quella di benvenuto al nostro nuovo signore Fallen, quando giungerà in questo patetico mondo!».
Currish sgranò gli occhi, incredulo, osservando la puledra venire avvolta da una nebbia nera che non lasciò più alcuna sua traccia.
**********
Dryver fissava immobile la sua amata AppleJack, affascinato dalle nuove sinuose forme dell’affascinante puledra dal manto scuro e dalla lunga e scura criniera dorata.
La puledra sembrava osservare il proprio amato con uno sguardo freddo ed incapace di provare alcuna emozione; uno sguardo che, al Draconitus, parve quasi penetrarlo fin nel profondo della propria anima.
«AppleJack… amor mio… cosa ti è successo?», mormorò, avvicinandosi alla puledra di pochi passi.
Lei gli mostrò un malizioso sorriso, avvicinandosi a sua volta al suo amato.
«Non temere per me, mio amato. Vieni… vieni da me… avvicinati al tuo unico e solo amore…», rispose la puledra con voce leggiadra, osservando compiaciuta il proprio amato avvicinarsi a lei.
«Sono qui, amore mio…».
La puledra iniziò a camminare lentamente in circolo intorno al Draconitus con fare sensuale e provocatorio, passandogli la coda sotto il muso.
«A-AppleJack…? Stai… stai bene?…», mormorò Dryver, arrossendo.
«Ma certo, zuccherino… mai sentita meglio in vita mia!», mormorò la puledra con la sua calda voce sensuale.
«AppleJack… ti prego, vieni con me. Dobbiamo andare a Canterlot. Io…».
«Ma certo, mio amato… andremo a Canterlot, e in qualsiasi altro posto tu desideri… basterà soltanto chiedere…».
Si fermò infine di fronte a Dryver, fissandolo dritto negli occhi.
«… Ma prima… voglio di nuovo poterti assaporare… lascia che le nostre labbra si ricongiungano di nuovo, mio unico amore…».
Dryver, catturato ed ammaliato dagli splendidi occhi glaciali della sua amata, annuì senza batter ciglio, avvicinandosi lentamente ad AppleJack.
«Coraggio… vieni…», gli sussurrò dolcemente la puledra sogghignando, avvicinandosi a sua volta al viso del Draconitus ed unendosi a lui in un intimo bacio
Dryver restò immobile, come paralizzato, mentre un brivido lo percorse lungo la schiena.
Le labbra della puledra si staccarono lentamente dalle sue, mentre i loro sguardi erano ancora fissi l’uno negli occhi dell’altro.
«Davvero romantico, mio caro Draconitus… ma purtroppo non ho più tempo da perdere con te… il mio signore Fallen mi sta chiamando, e non sarò di certo io colei che lo farà aspettare. Ricorda questo addio, perché quando il mio signore giungerà in questo squallido regno, ogni cosa cesserà… tu compreso…», mormorò la puledra, leccandosi le labbra, dalle quali fuoriusciva una nebbia oscura, ed osservando compiaciuta il proprio amato giacere a terra, immobile immobilizzato dal suo bacio velenoso.
Una densa coltre di nebbia avvolse completamente il corpo di AppleJack che svanì nell’aria, disperdendosi nell’alto del cielo nero.
**********
Il grosso cristallo contenente l’allieva prediletta di Celestia si era sgretolato sotto lo sguardo terrorizzato della monarca del sole, che ora osservava incredula la neo principessa al fianco di Nightmare Moon.
«Twilight… perché?…».
Twilight stava osservando la propria mentore con un’espressione ricolma d’astio, colpendola, insieme a Nightmare Moon, con un potente raggio magico che scagliò la monarca del sole contro la parete della stanza, facendole perdere i sensi.
«Il nostro signore Fallen ci sta attendendo… non facciamolo attendere!», ordinò Nightmare Moon, abbassando il proprio sguardo sulla puledra dal manto nero e dalla scura criniera violacea che ricambiò osservandola a sua volta con disprezzo.
«Non osare darmi ordini! Nessuno, oltre a Fallen nostro signore, può farlo! Specialmente chi condivide lo stesso sangue della mia ormai vecchia mentore», ringhiò la puledra a denti stretti, spalancando le proprie ali ed alzandosi in volo verso l’ampia vetrata infranta della sala.
«C’è un’ultima cosa di cui dobbiamo occuparci, prima di accogliere in questo squallido mondo il nostro signore!».
Scese in picchiata lungo la facciata crollata del palazzo, atterrando a poca distanza dal gruppo composto da Blossom, Blue Metal, Rock, Hydra, Cold, ed i semicoscienti Katon ed Ametista.
I manipolatori degli elementi si schierarono intorno a Katon che, in un primo momento, restò stupito nel vedere come, quei pony, si stesserò schierando in sua difesa.
«Voi, squallidi esseri inferiori, toglietevi di mezzo! Necessito dell’umano! Il mio padrone Fallen lo reclama!», ordinò Twilight, osservata dall’alto del palazzo da Nightmare Moon.
«E tu chi sei?! Da dove sbuchi?», urlò Blue, osservando con attenzione la puledra di fronte a sé.
«Temo che quella sia Twilight Sparkle… il Cutie Mark corrisponde al suo», avvisò con incredibile fermezza e calma Hydra.
«Che cosa?!… Ne sei sicura?!», domandò Blue.
«Temo di sì…».
«… E va bene… state in guardia! Tutti voi!», ringhiò Blue, fissando l’alicorno di fronte a sé che non si scompose.
La puledra spalancò le maestose ali, puntando gli zoccoli nel terreno sotto di sé.
«Siete duri di comprendonio, vedo… molto bene…».
Katon si rialzò barcollando, fissando incredulo l’alicorno.
«Chi è questo Fallen di cui parli? Un nuovo amico di Sombra?».
«Umano, resta giù! Non puoi permetterti di sprecare le energie!», gli ordinò Blossom.
«Blossom ha ragione! Devi riposarti!», si aggiunse Rock, mostrando un leggero sorriso in direzione di Katon.
«Come?!…».
«Tu mi hai ridonato la vita! Mi ha permesso di riabbracciare il mio fratellone! Il minimo che possiamo fare noi, ora, è proteggerti!», aggiunse Rock, piantando gli zoccoli nel terreno e facendo fuoriuscire due grosse lastre di pietra in direzione dell’alicorno che svanì poco prima di essere colpita.
«Che cosa?!… Ma come…».
«Davvero patetico!», esclamò seccata la voce di Twilight; la puledra ricomparve al fianco della pony, colpendola con un doloroso calcio e scagliandola contro Hydra, facendole finire entrambe contro la parete del palazzo.
Caricò poi il proprio corno, scagliando un raggio magico contro Blossom che venne sbalzata dietro alle spalle di Katon.
«Blossom! Rock! Hydra!», urlò Cold allarmato, udendo la risata compiaciuta dell’alicorno a poca distanza da lui.
«Il vostro coraggio è ammirevole!… Arrendetevi, e vi prometto una morte rapida ed indolore!», ordinò Twilight, osservando Cold che gli scagliò contro una raffica infuocata.
«Prendi questo, mostro!».
Twilight illuminò il proprio corno, fermando le sfere infuocate a poca distanza da sé.
«Prevedibile…».
Queste assunsero un colore nero pece, venendo poi scagliate contro Blue Metal che innalzò con prontezza una lastra di metallo per parare il colpo.
«Hmph! Non male, davvero…».
«Prendi questo, maledetto mostro!», tuonò Katon balzando verso l’alicorno, mentre il suo corpo venne pervaso da ardenti fiamme.
Colpì con un potente pugno il volto della puledra che non si scompose di un centimetro, roteando lo sguardo verso di lui.
«Impressionante…».
Twilight colpì a sua volta il ragazzo in pieno petto con un potente e doloroso colpo di zoccolo, osservando le fiamme estinguersi tutt’intorno al suo corpo.
«T-T-Tu…».
Il corpo privo di sensi del ragazzo venne avvolto da un’aurea violacea che lo accasciò sulla schiena dell’alicorno, che osservò seccata Ametista corrergli incontro con le lacrime agli occhi.
«Fermati zia Twilight! Lascia andare Katon!».
Un muro di metallo si frappose improvvisamente tra Twilight ed Ametista.
«Fermati piccolina! Non puoi nulla contro di lei! Lascia che ce ne’occupiamo noi! Avanti, Cold!», ordinò Blue Metal, pestando lo zoccolo sul terreno assieme al compagno e facendo fuoriuscire una grossa lancia di metallo avvolta dalle fiamme che puntò in direzione della principessa.
Quest’ultima illuminò il proprio corno, disciogliendo la lancia giunta quasi a lei che si riformò in una rovente corda metallica che si avvinghiò con forza alle zampe ed al collo dei due pony.
«Ugh!!… Non… non respiro!…».
«Siete davvero patetici, voi esseri inferiori! Avete del coraggio, lo riconosco, ma il fatto che vi permettiate a ritardare la venuta del futuro sovrano di Equestria è imperdonabile! Dovrei punirvi per questo, ma penso che non essere stati in grado si salvare i vostri stessi compagni possa bastare, per questa volta…», ringhiò la puledra, mostrando un inquietante ghigno e scagliando Blue contro Cold.
«Zia Twilight! Fermati! Ti prego!», singhiozzò Ametista in lacrime, attirando l’attenzione della puledra che la avvolse con la propria magia, portandosela vicina a sé.
«Tu verrai con me! Il nostro signore Fallen ci sta aspettando!», ringhiò nuovamente Twilight, dissolvendosi in una coltre di nebbia nera che si disperse nell’aria, seguita da Nightmare Moon.
Nel medesimo istante, sul luogo dello scontro fece la sua comparsa il Team Twirl.
«Cosa è successo qui?!… Neis, controlla Hydra e Rock! Storm, tu controlla Blossom! Io mi occupo di Blue e di Cold!», ordinò Lightning, mentre Neis, da poco ripresa, volò verso le due pony.
«Sono ancora vive, Lightning! Ma hanno bisogno urgente di cure!».
Storm liberò i manipolatori del fuoco e del ferro dalla salda presa della corda metallica, osservando, incredulo, i segni sui loro corpi lasciati dal rovente cavo metallico.
«Anche loro stanno bene, ma sono malconci!… Vorrei proprio sapere che cosa è successo qui!… Com’è la situazione da te, Storm?».
Quest’ultimo tremò leggermente.
«E’ viva, ma ha una profonda ustione tra le ali! Al centro della schiena!…», avvisò, mordendosi il labbro e trattenendo le lacrime.
Scosse poi la testa, cercando di controllarsi.
«Io vado a cercare le principesse! Voi trovate dei kit medici! Dobbiamo sbrigarci!», ordinò subito dopo, illuminando il proprio corno e teletrasportandosi nella sala del trono dove trovò, distesa su un fianco, la monarca del sole.
«Principessa!».
Storm gli si avvicinò, constatando le sue condizioni.
«Respira ancora… che sollievo…».
si guardò intono nella sala, accorgendosi della mancanza del cristallo che teneva rinchiusa Twilight Sparkle.
«Ma cosa…? Il cristallo!… Che cosa è successo?!».
«Te lo spiegherò io… ma prima… aiutami…», avvisò una voce dolente, mentre il corpo di Driver atterrò all’interno della sala, accasciandosi sul tappeto in velluto rosso.
**********
I tre pony ripercorsero con gran fretta il sentiero sterrato, tenendo gli occhi puntati sulla scia di nebbia lasciata da Pinkie Pie.
«Currish!… Toglimi… toglimi una curiosità!… Perché la stiamo seguendo… do po quello che ti ha detto? Non è stata cortese! E poi… avrei bisogno di fare un bagno!».
Currish ignorò le parole di Crafty, continuando a correre lungo il sentiero.
«Crafty! Smettila con queste sciocchezze!…», si intromise Deft.
«… Al momento, la cosa che più conta è seguire Pinkie ed aiutare Currish! La doccia può aspettare!».
«State zitti voi due, e continuate a correre! Dobbiamo raggiungerla e trovare un modo per farla tornare normale! E poi troveremo chi le ha fatto questo e lo suoneremo come un tamburo!», urlò Currish.
**********
Le puledre dal manto scuro, seguite da Nightmare Moon, atterrarono sulla cima di quella che un tempo era la montagna fumosa, osservando di fronte a loro il vecchio monarca King Sombra.
«Ben giunte, mie care. Avete con voi ciò che il nostro signore vi ha chiesto?», chiese lui.
«Dovresti sapere che noi non falliamo mai!», lo liquidò freddamente Twilight, alzando l’ala sinistra e mostrando agli occhi del Re il corpo di Katon e la piccola ametista, sdraiata sulla schiena del ragazzo.
L'unicorno fissò con astio la puledra all’udire le sue parole taglienti, quando vide Rarity avanzare verso di lui.
«Povero caro…», mormorò, camminandogli intorno ed osservandolo, sfoggiando un sinistro ghigno.
«… Non sei nemmeno degno del titolo di Re, visti i tuoi precedenti fallimenti! Ringrazia il cielo che il nostro signore Fallen porti così tanta pazienza con te!».
«Come osi, insolente?!», ruggì Sombra furioso, ascoltando le risate delle altre puledre.
«Lasciatelo perdere, e pensiamo alle cose realmente importanti! Il nostro signore ci attende!», ordinò Twilight, avanzando insieme alle proprie compagnie ed a Nightmare Moon, lasciando il Re alle proprie spalle.
«Una volta che Fallen non avrà più bisogno di voi, vi toglierò di mezzo io stesso!», ringhiò il monarca furioso, seguendo le puledre, quando vide il corpo di Chrysalis piovere dal cielo sotto ai suoi occhi.
«Uh?!…».
L’unicorno alzò lo sguardo, osservando Dryark atterrare al suo fianco.
«I miei complimenti, “maestro”…», sibilò lui con cruda ironia.
«Per quale motivo sei qui, Dryark?… Non dovresti essere occupato a torturare qualcun altro?».
«Hai fegato a rivolgerti a me con quel tono, unicorno… costatando che ho assistito alla scena di poco fa. E’ davvero… ammirevole… il modo in cui ti fai rispettare da quelle puledre…».
«Che cosa vuoi, Dryark?», ringhiò il Re, seccato.
«Sono qui per riavere AppleJack… oh, e sarei anche interessato a quel nuovo potere che sembra renderla quasi realmente attraente… inoltre, sarei anche curioso di conoscere questo “Fallen” di cui ho sentito tanto parlare…», esclamò il Draconitus, avviandosi all’interno della montagna e seguendo le puledre, lasciando alle proprie spalle il Re colmo di rabbia che, sollevando con la magia il corpo privo di sensi di Chrysalis, seguì il nuovo arrivato in silenzio.
**********
Un lampo di luce abbagliò Lightning nella sala del trono, mostrando una maestosa alicorno dal candido manto bianco e dalla criniera blu elettrica in cui risaltavano dei crini fucsia e viola.
La nuova arrivata richiuse le proprie grandi ali, osservando con sguardo vigile Lightning, Princess Celestia e Driver.
«Per tutti gli zoccoli di Celestia…».
L’alicorno abbassò lo sguardo sul leader del Team Twirl, fissandolo in silenzio.
«Tu chi sei?! Parla, svelta!». tuonò Lightning, mettendosi in guardia di fronte alla nuova arrivata.
«Non temere, non sono giunta fino a voi con cattive intenzioni… tutt’altro… sono qui per aiutarvi a combattere la minaccia che si sta per accanire sul vostro regno…».
Lightning diede fiducia alle parole della misteriosa alicorno, avvicinandosi a lei cautamente.
«Ma tu… tu chi sei?».
«Il mio nome è Larissa… regina di Celestia, detentrice del potere della Fenice e allieva delle tre Dee…».
«Che cosa?!…».
«… E sono qui per offrirvi il mio aiuto e la mia amicizia», concluse lei, osservando il grande sorriso che comparve sul muso di Lightning.[quote][/quote]