i commenti vanno sotto spoiler!

(facendo un copia e incolla di altre immagini!)
trama: la vita in breve di Princess Luna raccontando la sua amicizia con il satellite della Terra. Purtroppo, molti pony si intrometteranno fra la loro amicizia mettendola a rischio. Ce la farà la piccola Luna a difendere la sua preziosa amica?
Capitolo 1- Celestia trama qualcosa
Capitolo 1- Celestia trama qualcosa
-Sorellona! Sorellona! Guarda, quella stella è più grande delle altre ed è tutta bianca!- disse Luna appiccicata al telescopio.
Celestia si avvicinò a lei con un candido sorriso e disse –Quella non è una stella, sorellina! È il satellite del nostro pianeta!-
-Non sarà una stella, ma è davvero bellissima!- disse Luna meravigliata.
-Le vuoi dare un nome?-
-Lei sarà la mia migliore amica! La chiamerò… Luna junior!-
-Bene! Il mio amico Sole sarà contento di avere un’amichetta con cui passare il tempo!-
Celestia prese sua sorella e cominciò a lanciarla in aria. Luna rideva e cercava di sbattere le sue ali per volare con vani tentativi. Le due sorelle si strinsero in un caloroso abbraccio. In quel momento, il cutie mark di Luna comparve: una mezzaluna bianca come la neve d’inverno avvolta da un’ombra nera come la notte.
-Hai visto?! Il tuo cutie mark!- disse Celestia.
Luna guardò il suo fianco e vide il simbolo del suo talento speciale. Era rimasta lì a fissarlo, con un sorriso che le arrivava quasi fino alle orecchie e poi cominciò a saltellare per tutto il balcone del castello di Canterlot. Poi balzò verso Celestia e disse- Oggi è la notte più bella di tutte!-
-Domani, però, lo sarà ancora di più! Organizzerò una festa in onore dell’apparizione del cutie mark! Contenta?- disse sua sorella.
-Certo che sono contenta!- esclamò Luna.
-Ti dovrò cercare un bel vestitino da indossare per domani!-
-Voglio un vestito blu e viola, non molto sfarzoso, mi raccomando!-
-Signorsì, capitano!- disse Celestia con una strana voce facendole l’occhiolino.
Luna si incamminò verso la sua camera da letto con affianco sua sorella.
Il mattino seguente, Celestia si svegliò all’alba, fece una veloce colazione e, assieme a Shadow Snow, la sua più fedele guardia, si avviò verso un negozio di Canterlot. Lungo la strada, la principessa fu riempita di calorosi saluti.
Quando giunse in un negozio d’abbigliamento molto elegante, chiese alla proprietaria della boutique –Buongiorno, signora! Volevo sapere: avrebbe un vestito di piccola taglia color blu e viola non molto elegante?-
-Certo, principessa! Guardi, là in vetrina ce n’è uno fatto come dice Lei! È, comunque, abbastanza elegante per via dei diamanti, ma se vuole li posso togliere!- disse la pony.
-No, no! È bellissimo così com’è! A Luna piacerà di sicuro!-
Celestia prese accuratamente l’abito e lo diede alla sua guardia. Poi pagò la pony e tornò al castello.
Davanti al portone, Luna aspettava impaziente sua sorella e, quando la vide, corse incontro a lei. Celestia le mostrò il vestito e Luna disse- Davvero molto bello, sorellona! Hai scelto molto bene! A proposito, quando inizia la festa?-
-Al cantar degli uccellini!- disse la principessa entrando nel castello.
Luna rimase un po’ perplessa e poi seguì sua sorella.
Era una calda giornata di primavera. Il castello era circondato da colorati fiori e il cielo era limpido. Gli alberi avevano assunto un vivo colore verde smeraldo e la luce brillante del sole donava allegria.
Nella sua stanza, Celestia stava imbustando numerosi inviti e Luna li spediva ai destinatari. Successivamente, la principessa fece indossare alla sua sorellina l’abito per la festa.
-Sembri un dolce fiorellino appena sbocciato con questo vestito, Luna!- disse Celestia.
-Dici sul serio, Tia? Mi sta così bene?- disse la puledrina.
-Certo! Ora vado ad indossare il mio di vestito e poi cominciamo la festa!-
Celestia prese dall’armadio un abito bianco con i bordi accuratamente ricamati color oro e lo indossò.
-Tia, stai benissimo!- esclamò Luna abbracciandola.
Celestia, le scambiò un dolce sorriso e poi, insieme, camminarono altezzosamente verso il giardino del castello. Lì, le aspettavano molti pony che cominciarono ad applaudire quando le due sorelle scesero dalle scale che congiungevano il castello dal prato verde brillante.
-Ho organizzato questa festa in onore dell’apparizione del cutie mark della mia cara sorellina! Quindi, divertitevi e fatele gli auguri!- disse Celestia agli invitati.
I pony andarono incontro a Luna e cominciarono a bisbigliare: “Che cosa significa il suo cutie mark?” “Una mezzaluna avvolta da una macchia scura?” “Ha ottenuto il simbolo del suo talento troppo tardi!”
Luna, udendo tali frasi, si fece piccola. Si sentiva come un topolino indifeso davanti a molti gatti affamati. Non sapeva come uscire da quella situazione. Alzò lo sguardo e vide Celestia che le faceva spallucce. Luna rimase impietrita: sua sorella nemmeno la difendeva dalle parole che uscivano incontrastate dalla bocca di quei pony. Acquattandosi, camminò verso l’entrata del castello. Corse verso la sua stanza e si nascose sotto il suo letto.
-Il mio cutie mark è come quello degli altri… perché mi prendono in giro?- disse Luna piagnucolando. Dopo essersi asciugata una lacrima, cominciò a spostare della polvere grigia. Poi, udì il rumore di alcuni passi avanzare verso di lei.
-Luna, dai, esci fuori. Dove ti sei nascosta?!- disse Celestia.
Voltando lo sguardo verso il letto, la principessa vide la coda azzurrina di sua sorella, si inginocchiò vicino a lei e disse –Non te la prendere! Sono solo dei pettegolezzi innocui!
-Tia, forse tu non l’hai ancora provato sul tuo pelo, ma essere presa in giro fa più male di ricevere uno schiaffo in faccia. Tu, perché non mi hai difesa, piuttosto?- disse Luna uscendo da sotto il letto.
-Non mi sembrava necessario, piccolina!-
-Non mi chiamare più piccolina! Malgrado i miei 9 anni, sono già una piccola-adulta!- disse Luna in tono arrabbiato.
Celestia le accarezzò la testa e, guardandola in modo molto dolce, disse –Va bene! Non ti chiamerò più piccolina!-
Luna, molto duramente, disse –Grazie, ma ora vai in giardino a di’ a quegli sbruffoni che la festa è annullata per colpa loro!-
Celestia non riconobbe più la dolce e simpatica Luna e, chiudendo gli occhi, disse –Come vuoi tu…-
La principessa, compiuto ciò, tornò nella stanza di sua sorella, ma lei non c’era. Si guardò velocemente intorno e poi uscì dalla stanza.
Si era fatta notte. Il cielo era diventato nero e le stelle brillavano donando una luce fredda, ma poetica.
Luna, che aveva passato tutto il pomeriggio nella soffitta del castello, andò sul balcone della sua stanza e fissò meravigliata la sua amica bianca e grigia chiara illuminare la notte.
-Oh, cara Luna junior! Di vorrei dare tutto ciò che chiedi, ma posso darti solo il mio amore e la mia presenza! Tu sei la mia migliore amica, l’unica su cui posso vantare una sincera fiducia e un sincero affetto. Dirò addio al mondo intero e verrò da te! Insieme saremo felici! Quando il cuore mi si spezzerà per qualche motivo, correrò da te perché tu sola sarai capace di farmi sentire meglio! Sei come il vento che spazza via le nuvole grigie! Tu sei speciale! Una vera amica!- disse la puledrina al satellite bianco come la neve.
Celestia, che aveva ascoltato tutto, un po’ era felice, ma in cuor suo piangeva; d’altro canto, Luna era sua sorella e senza di lei non riusciva a vivere.
Il mattino seguente, dopo colazione, la principessa decise di insegnare a volare alla sua sorellina.
Uscirono fuori, in giardino. Celestia, spiccò il volo lentamente per far vedere a Luna tutti i passaggi.
La puledrina, cominciò a sbattere le ali, ma non riusciva a volare. Ci riprovò ancora, ancora, ancora fino allo svenimento. Dopo svariati tentativi, Luna fece un salto e sbattè le ali. Celestia, che aveva visto continuamente cadere la sorellina, chiuse gli occhi preoccupata. Non udendo nessun rumore, li aprì e vide la puledrina sospesa a mezz’aria con il viso solcato da un gran sorriso. Celestia quasi non ci sperava più. Quando la vide sferzare le nuvole bianche volando senza alcun aiuto, non seppe se spalancare la bocca o applaudirle per il progresso. –Luna, bravissima! Ce l’hai fatta! Ma, come ci sei riuscita? Pensavo che non eri ancora pronta per volare!- disse la principessa.
-Sono riuscita a volare grazie a Luna junior! Veglia su di me pure di giorno! Proprio lei mi ha dato la forza per non cadere ancora!- disse la puledrina su una nuvola.
Celestia sorrise.
“Lei non si può allontanare da me… tutto per colpa di un satellite!” pensò la principessa inviperita.
Luna si accorse dell’espressione imbronciata di Celestia e le chiese –Ti senti bene, Tia?-
Celestia, scosse la testa e poi, guardando sua sorella, disse –Certo… tutto bene! Non preoccuparti! Vado un attimo nel castello! Torno tra qualche minuto!-
Luna fece un cenno con la testa.
Celestia, entrata nel castello, andò nella biblioteca e cominciò a leggere dei libri polverosi. Continuava a gettarli per terra. –Caspita! Ma dov’è quel libro?!- disse infuriata.
Poi, si ritrovò tra gli zoccoli un libro dalla copertina nera con i bordi in argento. Celestia ne lesse il titolo e poi disse –Perfetto, proprio quello che cercavo!-
Lo sfogliò e, quando vide l’immagine della luna, lesse la didascalia accanto all’immagine.
Come far sparire un oggetto di enormi dimensioni
Occorrente:
una piuma di grifone
una bustina di polverina magica
alcune scaglie di ametista e di zaffiro
una bottiglia d’acqua frizzante
il capello di un alicorno
un limone salterino
-Proprio quello che mi serviva!- disse Celestia ridendo sotto i baffi.
Strappò la pagina dell’incantesimo e la nascose sotto il cuscino nel suo letto. Poi tornò in giardino, dove l’aspettava Luna che stava giocando con un’ape. Celestia guardò il satellite bianco ghignò.
Luna, che si era accorta della risata accattivante della sorella le chiese –Tia, sei davvero sicura di stare bene?-
La principessa si voltò verso la sorellina e le disse –Come ti ho già detto prima, va benissimo! Non mi potrei sentire meglio!-
Luna sapeva che nelle parole di Celestia c’era del falso, ma non disse nulla per evitare un litigio.
-Sorellona! Sorellona! Guarda, quella stella è più grande delle altre ed è tutta bianca!- disse Luna appiccicata al telescopio.
Celestia si avvicinò a lei con un candido sorriso e disse –Quella non è una stella, sorellina! È il satellite del nostro pianeta!-
-Non sarà una stella, ma è davvero bellissima!- disse Luna meravigliata.
-Le vuoi dare un nome?-
-Lei sarà la mia migliore amica! La chiamerò… Luna junior!-
-Bene! Il mio amico Sole sarà contento di avere un’amichetta con cui passare il tempo!-
Celestia prese sua sorella e cominciò a lanciarla in aria. Luna rideva e cercava di sbattere le sue ali per volare con vani tentativi. Le due sorelle si strinsero in un caloroso abbraccio. In quel momento, il cutie mark di Luna comparve: una mezzaluna bianca come la neve d’inverno avvolta da un’ombra nera come la notte.
-Hai visto?! Il tuo cutie mark!- disse Celestia.
Luna guardò il suo fianco e vide il simbolo del suo talento speciale. Era rimasta lì a fissarlo, con un sorriso che le arrivava quasi fino alle orecchie e poi cominciò a saltellare per tutto il balcone del castello di Canterlot. Poi balzò verso Celestia e disse- Oggi è la notte più bella di tutte!-
-Domani, però, lo sarà ancora di più! Organizzerò una festa in onore dell’apparizione del cutie mark! Contenta?- disse sua sorella.
-Certo che sono contenta!- esclamò Luna.
-Ti dovrò cercare un bel vestitino da indossare per domani!-
-Voglio un vestito blu e viola, non molto sfarzoso, mi raccomando!-
-Signorsì, capitano!- disse Celestia con una strana voce facendole l’occhiolino.
Luna si incamminò verso la sua camera da letto con affianco sua sorella.
Il mattino seguente, Celestia si svegliò all’alba, fece una veloce colazione e, assieme a Shadow Snow, la sua più fedele guardia, si avviò verso un negozio di Canterlot. Lungo la strada, la principessa fu riempita di calorosi saluti.
Quando giunse in un negozio d’abbigliamento molto elegante, chiese alla proprietaria della boutique –Buongiorno, signora! Volevo sapere: avrebbe un vestito di piccola taglia color blu e viola non molto elegante?-
-Certo, principessa! Guardi, là in vetrina ce n’è uno fatto come dice Lei! È, comunque, abbastanza elegante per via dei diamanti, ma se vuole li posso togliere!- disse la pony.
-No, no! È bellissimo così com’è! A Luna piacerà di sicuro!-
Celestia prese accuratamente l’abito e lo diede alla sua guardia. Poi pagò la pony e tornò al castello.
Davanti al portone, Luna aspettava impaziente sua sorella e, quando la vide, corse incontro a lei. Celestia le mostrò il vestito e Luna disse- Davvero molto bello, sorellona! Hai scelto molto bene! A proposito, quando inizia la festa?-
-Al cantar degli uccellini!- disse la principessa entrando nel castello.
Luna rimase un po’ perplessa e poi seguì sua sorella.
Era una calda giornata di primavera. Il castello era circondato da colorati fiori e il cielo era limpido. Gli alberi avevano assunto un vivo colore verde smeraldo e la luce brillante del sole donava allegria.
Nella sua stanza, Celestia stava imbustando numerosi inviti e Luna li spediva ai destinatari. Successivamente, la principessa fece indossare alla sua sorellina l’abito per la festa.
-Sembri un dolce fiorellino appena sbocciato con questo vestito, Luna!- disse Celestia.
-Dici sul serio, Tia? Mi sta così bene?- disse la puledrina.
-Certo! Ora vado ad indossare il mio di vestito e poi cominciamo la festa!-
Celestia prese dall’armadio un abito bianco con i bordi accuratamente ricamati color oro e lo indossò.
-Tia, stai benissimo!- esclamò Luna abbracciandola.
Celestia, le scambiò un dolce sorriso e poi, insieme, camminarono altezzosamente verso il giardino del castello. Lì, le aspettavano molti pony che cominciarono ad applaudire quando le due sorelle scesero dalle scale che congiungevano il castello dal prato verde brillante.
-Ho organizzato questa festa in onore dell’apparizione del cutie mark della mia cara sorellina! Quindi, divertitevi e fatele gli auguri!- disse Celestia agli invitati.
I pony andarono incontro a Luna e cominciarono a bisbigliare: “Che cosa significa il suo cutie mark?” “Una mezzaluna avvolta da una macchia scura?” “Ha ottenuto il simbolo del suo talento troppo tardi!”
Luna, udendo tali frasi, si fece piccola. Si sentiva come un topolino indifeso davanti a molti gatti affamati. Non sapeva come uscire da quella situazione. Alzò lo sguardo e vide Celestia che le faceva spallucce. Luna rimase impietrita: sua sorella nemmeno la difendeva dalle parole che uscivano incontrastate dalla bocca di quei pony. Acquattandosi, camminò verso l’entrata del castello. Corse verso la sua stanza e si nascose sotto il suo letto.
-Il mio cutie mark è come quello degli altri… perché mi prendono in giro?- disse Luna piagnucolando. Dopo essersi asciugata una lacrima, cominciò a spostare della polvere grigia. Poi, udì il rumore di alcuni passi avanzare verso di lei.
-Luna, dai, esci fuori. Dove ti sei nascosta?!- disse Celestia.
Voltando lo sguardo verso il letto, la principessa vide la coda azzurrina di sua sorella, si inginocchiò vicino a lei e disse –Non te la prendere! Sono solo dei pettegolezzi innocui!
-Tia, forse tu non l’hai ancora provato sul tuo pelo, ma essere presa in giro fa più male di ricevere uno schiaffo in faccia. Tu, perché non mi hai difesa, piuttosto?- disse Luna uscendo da sotto il letto.
-Non mi sembrava necessario, piccolina!-
-Non mi chiamare più piccolina! Malgrado i miei 9 anni, sono già una piccola-adulta!- disse Luna in tono arrabbiato.
Celestia le accarezzò la testa e, guardandola in modo molto dolce, disse –Va bene! Non ti chiamerò più piccolina!-
Luna, molto duramente, disse –Grazie, ma ora vai in giardino a di’ a quegli sbruffoni che la festa è annullata per colpa loro!-
Celestia non riconobbe più la dolce e simpatica Luna e, chiudendo gli occhi, disse –Come vuoi tu…-
La principessa, compiuto ciò, tornò nella stanza di sua sorella, ma lei non c’era. Si guardò velocemente intorno e poi uscì dalla stanza.
Si era fatta notte. Il cielo era diventato nero e le stelle brillavano donando una luce fredda, ma poetica.
Luna, che aveva passato tutto il pomeriggio nella soffitta del castello, andò sul balcone della sua stanza e fissò meravigliata la sua amica bianca e grigia chiara illuminare la notte.
-Oh, cara Luna junior! Di vorrei dare tutto ciò che chiedi, ma posso darti solo il mio amore e la mia presenza! Tu sei la mia migliore amica, l’unica su cui posso vantare una sincera fiducia e un sincero affetto. Dirò addio al mondo intero e verrò da te! Insieme saremo felici! Quando il cuore mi si spezzerà per qualche motivo, correrò da te perché tu sola sarai capace di farmi sentire meglio! Sei come il vento che spazza via le nuvole grigie! Tu sei speciale! Una vera amica!- disse la puledrina al satellite bianco come la neve.
Celestia, che aveva ascoltato tutto, un po’ era felice, ma in cuor suo piangeva; d’altro canto, Luna era sua sorella e senza di lei non riusciva a vivere.
Il mattino seguente, dopo colazione, la principessa decise di insegnare a volare alla sua sorellina.
Uscirono fuori, in giardino. Celestia, spiccò il volo lentamente per far vedere a Luna tutti i passaggi.
La puledrina, cominciò a sbattere le ali, ma non riusciva a volare. Ci riprovò ancora, ancora, ancora fino allo svenimento. Dopo svariati tentativi, Luna fece un salto e sbattè le ali. Celestia, che aveva visto continuamente cadere la sorellina, chiuse gli occhi preoccupata. Non udendo nessun rumore, li aprì e vide la puledrina sospesa a mezz’aria con il viso solcato da un gran sorriso. Celestia quasi non ci sperava più. Quando la vide sferzare le nuvole bianche volando senza alcun aiuto, non seppe se spalancare la bocca o applaudirle per il progresso. –Luna, bravissima! Ce l’hai fatta! Ma, come ci sei riuscita? Pensavo che non eri ancora pronta per volare!- disse la principessa.
-Sono riuscita a volare grazie a Luna junior! Veglia su di me pure di giorno! Proprio lei mi ha dato la forza per non cadere ancora!- disse la puledrina su una nuvola.
Celestia sorrise.
“Lei non si può allontanare da me… tutto per colpa di un satellite!” pensò la principessa inviperita.
Luna si accorse dell’espressione imbronciata di Celestia e le chiese –Ti senti bene, Tia?-
Celestia, scosse la testa e poi, guardando sua sorella, disse –Certo… tutto bene! Non preoccuparti! Vado un attimo nel castello! Torno tra qualche minuto!-
Luna fece un cenno con la testa.
Celestia, entrata nel castello, andò nella biblioteca e cominciò a leggere dei libri polverosi. Continuava a gettarli per terra. –Caspita! Ma dov’è quel libro?!- disse infuriata.
Poi, si ritrovò tra gli zoccoli un libro dalla copertina nera con i bordi in argento. Celestia ne lesse il titolo e poi disse –Perfetto, proprio quello che cercavo!-
Lo sfogliò e, quando vide l’immagine della luna, lesse la didascalia accanto all’immagine.
Come far sparire un oggetto di enormi dimensioni
Occorrente:
una piuma di grifone
una bustina di polverina magica
alcune scaglie di ametista e di zaffiro
una bottiglia d’acqua frizzante
il capello di un alicorno
un limone salterino
-Proprio quello che mi serviva!- disse Celestia ridendo sotto i baffi.
Strappò la pagina dell’incantesimo e la nascose sotto il cuscino nel suo letto. Poi tornò in giardino, dove l’aspettava Luna che stava giocando con un’ape. Celestia guardò il satellite bianco ghignò.
Luna, che si era accorta della risata accattivante della sorella le chiese –Tia, sei davvero sicura di stare bene?-
La principessa si voltò verso la sorellina e le disse –Come ti ho già detto prima, va benissimo! Non mi potrei sentire meglio!-
Luna sapeva che nelle parole di Celestia c’era del falso, ma non disse nulla per evitare un litigio.
già sto preparando il secondo capitolo!

capitolo 2: i primi 2 ingredienti e la profezia
Capitolo 2- I primi 2 ingredienti e la profezia
Celestia spiccò il volo per raggiungere Luna. Insieme, volarono toccando le nuvole e cercando di raggiungere il satellite della Terra e il Sole. Celestia, quando vide che Luna stava ancora parlando con la sua amica bianca, capì che non poteva più aspettare: doveva subito eseguire quella potente magia.
-Luna, mi dovrò assentare per… molti giorni. Devo fare… delle riunioni importanti! Ti lascerò a casa da sola. Va bene?- disse la principessa.
Luna cominciò a insospettirsi di sua sorella, ma non disse nulla. Fece un cenno con la testa e poi continuò a parlare con la sua amica.
Celestia andò di corsa nel castello. Vicino alla porta di ingresso c’era una borsa color grano, se la mise sulla groppa e poi galoppò verso la sua stanza. Da sotto il cuscino del suo letto, sfilò la pagina con l’incantesimo e poi uscì dal castello il più in fretta possibile. Salutò velocemente sua sorella che non la degnò nemmeno di uno sguardo. A quel punto i sensi di colpa assalirono la sovrana. Lei non voleva rendere triste sua sorella, ma non voleva che si allontanassero sempre di più per colpa di un’amicizia con un satellite. Mentre una lacrima le solcava il muso, continuava a camminare.
Dopo molte ore, Celestia disse – La Terra dei Grifoni non deve essere ancora così lontana. Credo che sia ad un soffio di vento di montagna da qui! Almeno spero…-
Davanti a lei, colline verdi colorate da fiori dai colori sgargianti ricoprivano l’orizzonte. Il sole era alto in cielo e la luna stava poco più lontano da esso. Princess Celestia li osservò a lungo e poi continuò a camminare lungo una strada polverosa e impervia. Dopo qualche minuto passato nella fatica, la principessa vide due alberi, l’uno davanti all’altro, dalle foglie color oro. Era primavera, ma quegli alberi sembravano seguire una diversa stagione. Dalle due piante, partiva una piccola stradina di ghiaia a di scaglie d’oro. Seguendola con lo sguardo, la pony scorse delle casette bianche, ma non ne vide i dettagli. Si incamminò su quella stradina. I ferri degli zoccoli, tintinnavano sulla ghiaia producendo un suono gradevole. Celestia si voltò più volte a guardare il paesaggio circostante: vi erano alberi di mele e di ciliegie, coltivazioni di patate e di pomodori, laghetti e pozzi.
Alla fine della stradina, Celestia si ritrovò davanti delle casette bianche con i tetti in legno di quercia. Su un’altura, si distingueva una casa che, diversamente dalle altre, era più grande e più preziosa; era dipinta di bianco e, il contorno delle porte e delle finestre, era rivestito d’oro e d’argento. Celestia fissò il palazzo meravigliata e poi decise di far visita a quei pony che risiedevano lì. Non vi erano più piccole strade che congiungevano un luogo all’altro: tutto era immerso nella natura.
Celestia si arrampicò per l’altura. Quando arrivò al palazzo, bussò alla porta alcune volte. Il portone si aprì e, dall’altra parte, vi era una strana figura. Non aveva il pelo, bensì le piume. Inoltre, aveva il becco e il corpo di un leone. Era, dunque, un grifone, il re dei grifoni. Le piume della testa erano bianche e gialle e su una guancia aveva una cicatrice. Celestia si inchinò e il grifone la salutò.
-Buongiorno! Io sono Princess Celestia! E lei sarebbe…- disse la principessa.
-…King Whitewing! Molto piacere di conoscerla, signorina!- disse il re –Prego, si accomodi!-
Celestia entrò nel palazzo e il re la fece sedere su un divano color rosso intenso. Il grifone, poi, prese due tazzine da the e rovesciò un po’ di quest’ultimo nei piccoli recipienti. Lo offrì ala principessa assieme ad alcuni biscotti al cioccolato. Celestia gustò tutte quelle invitanti delizie.
-Ma, mi dica: qual buon vento la porta a Grifontown?- disse il re.
-In realtà, volevo chiederle una cosa- rispose la pony.
-Mi dica pure!-
-Le potrei prendere una piuma dalla sua ala?-
Il grifone la guardò in modo perplesso e poi disse –Certo che può, ma cosa ce ne fa?-
-La volevo regalare alla mia sorellina!-
-Va bene!-
King Whitewing si strappò una piuma dall’ala e la porse alla pony. Celestia lo ringraziò e se ne andò.
Il cielo stava diventando più scuro e il sole era vicino alla linea dell’orizzonte. Celestia, che non era più nella città di Grifontown, si fermò vicino ad un albero per passare la notte. Prese l’ala e la mise nella borsa. Poi chiuse gli occhi e s’addormentò.
Il giorno seguente, sfilò dalla borsa la pagina dell’incantesimo e lesse il secondo ingrediente.
-Una bustina di polverina magica! Questa è facile! Visto che ho un corno…!- esclamò la pony entusiasta.
Cominciò a scuotere molto velocemente il corno fino a farli produrre dei piccolissimi granelli luccicanti che li raccolse dentro la borsa.
-Secondo ingrediente, preso!-
Lesse il terzo e cominciò a pensare.
-Delle scaglie di zaffiro e ametista… dove le posso trovare?-
Dopo una breve pausa, le venne un colpo di genio.
-Ma certo! I Diamond Dog! Chiederò a loro queste pietre preziose!-
Celestia, appena si alzò, afferrò una mela verde dall’albero vicino al quale si era accampata e la mangiò. Poi, si mise la borsa sulla groppa e si incamminò verso le praterie in cui abitavano i cani in cerca di pietre preziose.
Lungo il tragitto, si fermò a parlare con un’anziana pony dalla criniera grigiastra e dal manto azzurrino. Al collo, aveva un collare d’oro con incastonata una perla rosa.
-Quattro stelle ho visto nel cielo
e, insieme, la Terra porteranno nel gelo.
Un’anima buona, cattiva diverrà
senza aver rammarico e pietà.
Il sole presto si oscurerà
a causa della luna, che il mondo abbatterà.- disse la pony anziana.
Celestia aggrottò le sopracciglia in modo interrogativo, ma, per non essere scortese, salutò la pony e se ne andò.
“Quattro stelle, un’anima buona, la luna… mah, saranno le solite dicerie di paese… né ci credo né ci voglio credere! Sono tutte sciocchezze!” pensò la principessa.
Cominciò a camminare a passo più svelto di prima, piuttosto frustrata.
Celestia spiccò il volo per raggiungere Luna. Insieme, volarono toccando le nuvole e cercando di raggiungere il satellite della Terra e il Sole. Celestia, quando vide che Luna stava ancora parlando con la sua amica bianca, capì che non poteva più aspettare: doveva subito eseguire quella potente magia.
-Luna, mi dovrò assentare per… molti giorni. Devo fare… delle riunioni importanti! Ti lascerò a casa da sola. Va bene?- disse la principessa.
Luna cominciò a insospettirsi di sua sorella, ma non disse nulla. Fece un cenno con la testa e poi continuò a parlare con la sua amica.
Celestia andò di corsa nel castello. Vicino alla porta di ingresso c’era una borsa color grano, se la mise sulla groppa e poi galoppò verso la sua stanza. Da sotto il cuscino del suo letto, sfilò la pagina con l’incantesimo e poi uscì dal castello il più in fretta possibile. Salutò velocemente sua sorella che non la degnò nemmeno di uno sguardo. A quel punto i sensi di colpa assalirono la sovrana. Lei non voleva rendere triste sua sorella, ma non voleva che si allontanassero sempre di più per colpa di un’amicizia con un satellite. Mentre una lacrima le solcava il muso, continuava a camminare.
Dopo molte ore, Celestia disse – La Terra dei Grifoni non deve essere ancora così lontana. Credo che sia ad un soffio di vento di montagna da qui! Almeno spero…-
Davanti a lei, colline verdi colorate da fiori dai colori sgargianti ricoprivano l’orizzonte. Il sole era alto in cielo e la luna stava poco più lontano da esso. Princess Celestia li osservò a lungo e poi continuò a camminare lungo una strada polverosa e impervia. Dopo qualche minuto passato nella fatica, la principessa vide due alberi, l’uno davanti all’altro, dalle foglie color oro. Era primavera, ma quegli alberi sembravano seguire una diversa stagione. Dalle due piante, partiva una piccola stradina di ghiaia a di scaglie d’oro. Seguendola con lo sguardo, la pony scorse delle casette bianche, ma non ne vide i dettagli. Si incamminò su quella stradina. I ferri degli zoccoli, tintinnavano sulla ghiaia producendo un suono gradevole. Celestia si voltò più volte a guardare il paesaggio circostante: vi erano alberi di mele e di ciliegie, coltivazioni di patate e di pomodori, laghetti e pozzi.
Alla fine della stradina, Celestia si ritrovò davanti delle casette bianche con i tetti in legno di quercia. Su un’altura, si distingueva una casa che, diversamente dalle altre, era più grande e più preziosa; era dipinta di bianco e, il contorno delle porte e delle finestre, era rivestito d’oro e d’argento. Celestia fissò il palazzo meravigliata e poi decise di far visita a quei pony che risiedevano lì. Non vi erano più piccole strade che congiungevano un luogo all’altro: tutto era immerso nella natura.
Celestia si arrampicò per l’altura. Quando arrivò al palazzo, bussò alla porta alcune volte. Il portone si aprì e, dall’altra parte, vi era una strana figura. Non aveva il pelo, bensì le piume. Inoltre, aveva il becco e il corpo di un leone. Era, dunque, un grifone, il re dei grifoni. Le piume della testa erano bianche e gialle e su una guancia aveva una cicatrice. Celestia si inchinò e il grifone la salutò.
-Buongiorno! Io sono Princess Celestia! E lei sarebbe…- disse la principessa.
-…King Whitewing! Molto piacere di conoscerla, signorina!- disse il re –Prego, si accomodi!-
Celestia entrò nel palazzo e il re la fece sedere su un divano color rosso intenso. Il grifone, poi, prese due tazzine da the e rovesciò un po’ di quest’ultimo nei piccoli recipienti. Lo offrì ala principessa assieme ad alcuni biscotti al cioccolato. Celestia gustò tutte quelle invitanti delizie.
-Ma, mi dica: qual buon vento la porta a Grifontown?- disse il re.
-In realtà, volevo chiederle una cosa- rispose la pony.
-Mi dica pure!-
-Le potrei prendere una piuma dalla sua ala?-
Il grifone la guardò in modo perplesso e poi disse –Certo che può, ma cosa ce ne fa?-
-La volevo regalare alla mia sorellina!-
-Va bene!-
King Whitewing si strappò una piuma dall’ala e la porse alla pony. Celestia lo ringraziò e se ne andò.
Il cielo stava diventando più scuro e il sole era vicino alla linea dell’orizzonte. Celestia, che non era più nella città di Grifontown, si fermò vicino ad un albero per passare la notte. Prese l’ala e la mise nella borsa. Poi chiuse gli occhi e s’addormentò.
Il giorno seguente, sfilò dalla borsa la pagina dell’incantesimo e lesse il secondo ingrediente.
-Una bustina di polverina magica! Questa è facile! Visto che ho un corno…!- esclamò la pony entusiasta.
Cominciò a scuotere molto velocemente il corno fino a farli produrre dei piccolissimi granelli luccicanti che li raccolse dentro la borsa.
-Secondo ingrediente, preso!-
Lesse il terzo e cominciò a pensare.
-Delle scaglie di zaffiro e ametista… dove le posso trovare?-
Dopo una breve pausa, le venne un colpo di genio.
-Ma certo! I Diamond Dog! Chiederò a loro queste pietre preziose!-
Celestia, appena si alzò, afferrò una mela verde dall’albero vicino al quale si era accampata e la mangiò. Poi, si mise la borsa sulla groppa e si incamminò verso le praterie in cui abitavano i cani in cerca di pietre preziose.
Lungo il tragitto, si fermò a parlare con un’anziana pony dalla criniera grigiastra e dal manto azzurrino. Al collo, aveva un collare d’oro con incastonata una perla rosa.
-Quattro stelle ho visto nel cielo
e, insieme, la Terra porteranno nel gelo.
Un’anima buona, cattiva diverrà
senza aver rammarico e pietà.
Il sole presto si oscurerà
a causa della luna, che il mondo abbatterà.- disse la pony anziana.
Celestia aggrottò le sopracciglia in modo interrogativo, ma, per non essere scortese, salutò la pony e se ne andò.
“Quattro stelle, un’anima buona, la luna… mah, saranno le solite dicerie di paese… né ci credo né ci voglio credere! Sono tutte sciocchezze!” pensò la principessa.
Cominciò a camminare a passo più svelto di prima, piuttosto frustrata.
Capitolo 3- Tu ti chiami Twilight, giusto?
Capitolo 3- Tu ti chiami Twilight, giusto?
La principessa continuò a camminare tra le parole della pony anziana che le giravano nella testa e non la lasciavano stare. –Io sono la sovrana di un regno! Non posso permettere che questa sciocchezza rovini me e il mio impero meraviglioso! Le voci poi si spargono e tutti penseranno che arrivi la fine del mondo… ma io lo impedirò!- disse Celestia acquistando fiducia in sé stessa.
La strada cominciava ad allargarsi fino a diventare un immensa distesa di terreno giallo ocra senza un filo d’erba. Per terra c’erano molti buchi, attorniati da tanti sassolini.
Celestia cominciò a camminare più lentamente. Un improvviso rumore, però, la fece sobbalzare e si girò di scatto, ma qualcuno le diede un pugno sulla guancia e svenne nel momento in cui toccò terra.
Quando riaprì gli occhi, un brivido le attraversò tutto il corpo. Oltre al freddo che c’era in quell’ambiente in cui si era ritrovata, dal terreno marrone scuro emergevano delle ossa bianche come l’avorio. Celestia si alzò in piedi, ma inciampò subito: i suoi zoccoli erano stati legati da una spessa corda.
La principessa si guardò intorno: vi erano alcuni massi da cui scendevano gocce d’acqua e, quando Celestia alzò lo sguardo, c’era la terra dalla quale fuoriuscivano alcune radici di piante. Era finita nel sottosuolo. Celestia cercò di utilizzare la magia per uscire da quel luogo, ma sparso per tutta la galleria c’era il platino, un metallo che impediva l’uso degli incantesimi.
Celestia sentì dietro di lei alcuni dei passi che avanzavano sempre di più verso di lei. La principessa aveva il cuore in gola e cominciava a sudare freddo. Una faccia pelosa le si avvicinò. Celestia, impaurita, morse la zampa di quell’essere facendoli una profonda ferita. La principessa approfittò di quel momento per prendere un’ametista e un zaffiro, vicini al suo muso bianco. Se li mise in bocca, non riuscendo ad arrivare alla borsa con gli zoccoli legati.
L’essere peloso, trattenendo la ferita con una zampa, si avvicinò lentamente alla sovrana che era diventata pallida. Quel mostro sbarrò i suoi occhi gialli e verdi e fissò la principessa. Lui era un Diamond Dog. –Così tu saresti la sovrana d’Equestria, eh? Piuttosto violenta per i miei gusti- disse il cane stringendosi la ferita –Allora, che ci fai da queste parti? Non dovresti essere al castello con tua sorella Luna?-
-Ero venuta qui per… salutare voi cani cacciatori di diamanti!- disse Celestia cercando di non sputare i diamanti.
-Solo per un saluto?-
-Sì. Mi puoi slegare ora?-
Il cane le si avvicinò e, con un’unghiata, tagliò la corda. Celestia balzò subito in piedi e mise le pietre preziose nella borsa. Il Diamond Dog non se ne accorse perché era occupato a raccogliere la corda.
-Ora devo andare! Luna mi starà aspettando!- disse Celestia correndo verso la fine della galleria.
Il cane rimase perplesso, ma poi la salutò.
Celestia, appena uscita dal tunnel sotterraneo, volò verso il sole e lo ringraziò.
Poi atterrò e prese la pagina con l’incantesimo. –Diamanti, presi! Ora mi occorre…una bottiglia d’acqua frizzante! Perfetto!- esclamò Celestia. Si guardò intorno, ma la terra era molto arida. Celestia prese posizione e il corno cominciò a luccicare. Poi, una scia colorata, perforò il terreno molto profondamente. Dalla crepa, sgorgò poca acqua, ma abbastanza da riempire una bottiglia, Celestia trasportò quell’acqua dentro ad un sacchettino che teneva dentro alla borsa. Poi, utilizzando un’altra magia, raccolse dell’anidride carbonica emessa dal suo respiro e la mise insieme all’acqua. Successivamente, scosse il sacchetto e così ottenne l’acqua frizzante.
-Acqua frizzante, fatta! Ora, un capello di alicorno!- disse felice la sovrana.
Si strappò un capello rosa dalla criniera e lo mise nella borsa assieme all’acqua frizzante.
-Ed ora un… limone salterino?! Che cos’è un limone salterino? Credo proprio che dovrò andare al castello per cercare un libro in biblioteca che lo descriva. Così facendo, però, Luna mi vedrebbe e non voglio… dovrò per forza andare in un’altra biblioteca… ma quale? Forse quella di Ponyville… allora deciso, andrò a Ponyville!-
Si incamminò verso quella città. Dopo molte ore, stufa di camminare, spiccò il volo. Sferzò la nubi grigie e fece alcune evoluzioni. In un batter d’ala, arrivò nella piccola città. Atterrò e la guardò. La case erano molto semplici: tetti fatti con il fieno e il loro colore era perlopiù il marroncino chiaro.
Celestia camminò verso una biblioteca che aveva visto in volo.
In quel lasso di tempo, udì un pianto molto acuto. Si voltò e vide una puledrina dal manto violetto e dalla criniera e dalla coda viola scuro, fucsia e viola chiaro. Non aveva il cutie mark ed era un unicorno.
-Twilight! Twilight!- gridò una pony dal manto bianco.
La puledrina si girò verso di lei e ricominciò a piangere. La pony, quando stette vicino a lei, la consolò. La piccola unicorno l’abbracciò e lei la baciò sulla fronte.
A quel punto, Celestia si avvicinò alle due pony e disse alla più piccola –Ciao! Tu ti chiami Twilight, giusto?-
-Sì- disse la puledrina singhiozzando.
-Perché stavi piangendo? Un bel faccino come il tuo non deve bagnarsi di lacrime!-
-Io stavo andando a scuola, quando due miei compagni hanno cominciato a prendermi in giro… solo perché sono la più brava a scuola…-
-Di magia te ne intendi?-
-Abbiamo appena cominciato a praticarla… al primo anno di scuola elementare si fa solo la teoria e, tra un anno, faremo la pratica…-
-Vorresti venire a studiare magia al castello? Io sarò la tua insegnante! Vedrai, ti divertirai un mondo!-
La puledrina guardò la pony dal manto bianco, sua madre, che la incoraggiava ad accettare la richiesta. Twilight pensò e poi arrivò ad una conclusione.
-Va bene! Accetto!- disse la puledrina.
La principessa continuò a camminare tra le parole della pony anziana che le giravano nella testa e non la lasciavano stare. –Io sono la sovrana di un regno! Non posso permettere che questa sciocchezza rovini me e il mio impero meraviglioso! Le voci poi si spargono e tutti penseranno che arrivi la fine del mondo… ma io lo impedirò!- disse Celestia acquistando fiducia in sé stessa.
La strada cominciava ad allargarsi fino a diventare un immensa distesa di terreno giallo ocra senza un filo d’erba. Per terra c’erano molti buchi, attorniati da tanti sassolini.
Celestia cominciò a camminare più lentamente. Un improvviso rumore, però, la fece sobbalzare e si girò di scatto, ma qualcuno le diede un pugno sulla guancia e svenne nel momento in cui toccò terra.
Quando riaprì gli occhi, un brivido le attraversò tutto il corpo. Oltre al freddo che c’era in quell’ambiente in cui si era ritrovata, dal terreno marrone scuro emergevano delle ossa bianche come l’avorio. Celestia si alzò in piedi, ma inciampò subito: i suoi zoccoli erano stati legati da una spessa corda.
La principessa si guardò intorno: vi erano alcuni massi da cui scendevano gocce d’acqua e, quando Celestia alzò lo sguardo, c’era la terra dalla quale fuoriuscivano alcune radici di piante. Era finita nel sottosuolo. Celestia cercò di utilizzare la magia per uscire da quel luogo, ma sparso per tutta la galleria c’era il platino, un metallo che impediva l’uso degli incantesimi.
Celestia sentì dietro di lei alcuni dei passi che avanzavano sempre di più verso di lei. La principessa aveva il cuore in gola e cominciava a sudare freddo. Una faccia pelosa le si avvicinò. Celestia, impaurita, morse la zampa di quell’essere facendoli una profonda ferita. La principessa approfittò di quel momento per prendere un’ametista e un zaffiro, vicini al suo muso bianco. Se li mise in bocca, non riuscendo ad arrivare alla borsa con gli zoccoli legati.
L’essere peloso, trattenendo la ferita con una zampa, si avvicinò lentamente alla sovrana che era diventata pallida. Quel mostro sbarrò i suoi occhi gialli e verdi e fissò la principessa. Lui era un Diamond Dog. –Così tu saresti la sovrana d’Equestria, eh? Piuttosto violenta per i miei gusti- disse il cane stringendosi la ferita –Allora, che ci fai da queste parti? Non dovresti essere al castello con tua sorella Luna?-
-Ero venuta qui per… salutare voi cani cacciatori di diamanti!- disse Celestia cercando di non sputare i diamanti.
-Solo per un saluto?-
-Sì. Mi puoi slegare ora?-
Il cane le si avvicinò e, con un’unghiata, tagliò la corda. Celestia balzò subito in piedi e mise le pietre preziose nella borsa. Il Diamond Dog non se ne accorse perché era occupato a raccogliere la corda.
-Ora devo andare! Luna mi starà aspettando!- disse Celestia correndo verso la fine della galleria.
Il cane rimase perplesso, ma poi la salutò.
Celestia, appena uscita dal tunnel sotterraneo, volò verso il sole e lo ringraziò.
Poi atterrò e prese la pagina con l’incantesimo. –Diamanti, presi! Ora mi occorre…una bottiglia d’acqua frizzante! Perfetto!- esclamò Celestia. Si guardò intorno, ma la terra era molto arida. Celestia prese posizione e il corno cominciò a luccicare. Poi, una scia colorata, perforò il terreno molto profondamente. Dalla crepa, sgorgò poca acqua, ma abbastanza da riempire una bottiglia, Celestia trasportò quell’acqua dentro ad un sacchettino che teneva dentro alla borsa. Poi, utilizzando un’altra magia, raccolse dell’anidride carbonica emessa dal suo respiro e la mise insieme all’acqua. Successivamente, scosse il sacchetto e così ottenne l’acqua frizzante.
-Acqua frizzante, fatta! Ora, un capello di alicorno!- disse felice la sovrana.
Si strappò un capello rosa dalla criniera e lo mise nella borsa assieme all’acqua frizzante.
-Ed ora un… limone salterino?! Che cos’è un limone salterino? Credo proprio che dovrò andare al castello per cercare un libro in biblioteca che lo descriva. Così facendo, però, Luna mi vedrebbe e non voglio… dovrò per forza andare in un’altra biblioteca… ma quale? Forse quella di Ponyville… allora deciso, andrò a Ponyville!-
Si incamminò verso quella città. Dopo molte ore, stufa di camminare, spiccò il volo. Sferzò la nubi grigie e fece alcune evoluzioni. In un batter d’ala, arrivò nella piccola città. Atterrò e la guardò. La case erano molto semplici: tetti fatti con il fieno e il loro colore era perlopiù il marroncino chiaro.
Celestia camminò verso una biblioteca che aveva visto in volo.
In quel lasso di tempo, udì un pianto molto acuto. Si voltò e vide una puledrina dal manto violetto e dalla criniera e dalla coda viola scuro, fucsia e viola chiaro. Non aveva il cutie mark ed era un unicorno.
-Twilight! Twilight!- gridò una pony dal manto bianco.
La puledrina si girò verso di lei e ricominciò a piangere. La pony, quando stette vicino a lei, la consolò. La piccola unicorno l’abbracciò e lei la baciò sulla fronte.
A quel punto, Celestia si avvicinò alle due pony e disse alla più piccola –Ciao! Tu ti chiami Twilight, giusto?-
-Sì- disse la puledrina singhiozzando.
-Perché stavi piangendo? Un bel faccino come il tuo non deve bagnarsi di lacrime!-
-Io stavo andando a scuola, quando due miei compagni hanno cominciato a prendermi in giro… solo perché sono la più brava a scuola…-
-Di magia te ne intendi?-
-Abbiamo appena cominciato a praticarla… al primo anno di scuola elementare si fa solo la teoria e, tra un anno, faremo la pratica…-
-Vorresti venire a studiare magia al castello? Io sarò la tua insegnante! Vedrai, ti divertirai un mondo!-
La puledrina guardò la pony dal manto bianco, sua madre, che la incoraggiava ad accettare la richiesta. Twilight pensò e poi arrivò ad una conclusione.
-Va bene! Accetto!- disse la puledrina.
Capitolo 4- Chrysalis, Celestia e Twilight
Capitolo 4- Chrysalis, Celestia e Twilight
Celestia le arruffò i capelli e la puledrina sorrise goffamente. –Principessa, diventerò come lei?- disse Twilight.
-In che senso come me?- rispose Celestia.
-Una principessa intendo! Sarò pure io un’alicorno?-
La madre della puledrina fece per tapparle la bocca, ma la principessa sorrise.
-Ogni cosa ha il suo tempo, piccola! Se davvero vorrai diventare una principessa, dovrai dimostrarmi di essere pronta per questo importante incarico!-
Twilight sbarrò gli occhi meravigliata. Era sicura che sarebbe diventata una principessa e che avrebbe governato assieme a Celestia.
-Principessa, quando la mia piccola dovrà venire al castello?- disse sua madre.
Celestia cominciò a pensare. Prima doveva trovare l’ultimo ingrediente per l’incantesimo e poi avrebbe potuto insegnare alla piccola unicorno tutto il necessario.
-Beh, credo che tra due giorni sarà possibile!- rispose la principessa –Ora dovrei andare di corsa in biblioteca per cercare una cosa-
-Cosa? Cosa?- chiese curiosa Twilight.
sua madre cercò nuovamente di tapparle la bocca.
-Devo cercare il limone salterino. Non so cosa sia e volevo informarmi.- disse Celestia.
-Il limone salterino si trova nella Everfree forest, più precisamente, a nord-est della foresta. Al giorno d’oggi, ce ne sono pochissimi… dieci circa nella selva. Veniva anticamente utilizzato per preparare pozioni dalle zebre, ma ora viene usato per loschi scopi come far sparire grandi oggetti. Il limone salterino è di colore blu con macchie rosse ed è a forma di ovale.- disse Twilight in tono da saputella.
Celestia rimase a bocca aperta. L’intelligenza di Twilight non aveva fine.
La principessa si lodò la piccola che era diventate rossa dall’imbarazzo.
-Vorresti venire con me nella Everfree forest? Vedrai, ci divertiremo un mondo! Faremo una specie di caccia al tesoro! Chi trova prima il limone salterino, vince! Ci stai?- disse la principessa.
-Sì! Vengo con te! Evviva!- rispose la puledrina.
La madre baciò la piccolina che se ne andò con la principessa.
Dopo alcuni minuti di camminata, a Twilight venne in mente una domanda. –Principessa, non vorrai mica far scomparire qualcosa di importante con il limone salterino, vero?-
A quel quesito, Celestia si bloccò. Non sapeva cosa rispondere. Era diventata tutta pallida e non riusciva a pronunciare nemmeno una vocale: si era impietrita. Non poteva dire una bugia, ma non poteva neanche dire la verità o Twilight si sarebbe terrorizzata. Insomma, che giorni saranno senza la luna?
Alla fine trovò una risposta decente. –Gli adulti certe volte fanno cose incomprensibili. Non riusciresti a capire il significato della mia scelta-
Twilight, osservando a lungo la principessa, notò nei suoi occhi un profondo timore, come se qualcosa le impedisse di dire le cose come stavano. La puledrina, però, non voleva intromettersi in questioni a lei riservate e quindi lasciò stare.
Dopo un po’, si ritrovarono davanti degli alberi neri come la fece, attorcigliati da arbusti spinosi. Fu la piccola unicorno a fare il primo passo per entrare nella foresta, malgrado le tremassero le gambe.
Celestia la seguì. Erano circondate da alberi altissimi da cui nemmeno la luce riusciva a passare e ad illuminare questo posto lugubre.
Twilight camminava con circospezione e Celestia faceva brillare il suo corno per far un po’ di luce.
-Ecco! Ecco! Un limone salterino!- esclamò Twilight indicando un arbusto molto alto.
-Bravissima, Twily!- disse Celestia elogiandola.
La principessa volò verso il frutto e lo staccò dal ramo. Poi atterrò e scambiò un sorriso alla puledrina. Successivamente, mise il limone nella borsa e tornarono verso la città.
Improvvisamente, due alberi staccarono le loro radici dal terreno e bloccarono la strada alle due pony. Poi si udì una risata piuttosto accattivante provenire da dietro le piante. Una pony dal manto grigio e dai capelli verde acqua camminò verso Celestia e Twilight. La pony alzò lo sguardo e mostrò i suoi occhi verdi dalla pupilla tagliente. –Bene, bene, bene! Guarda un po’ chi ho trovato! La cara sovrana d’Equestria e questa… puledrina saputella!- disse quella pony.
-Chrysalis, cosa vuoi da noi?- disse Celestia mettendosi davanti alla piccola unicorno per proteggerla.
-Cosa voglio da voi? Potresti già immaginare la risposta!- disse Chrysalis avvicinandosi alla principessa –Vorresti sbarazzarti della luna, eh?-
Celestia si immobilizzò. Non riusciva a girarsi per vedere l’espressione di Twlight, ma già se la immaginava.
-Cosa ti passa per la testa?! Eliminare dal mondo Equestria sarebbe come uccidere l’animo della tua piccola sorellina, o mi sbaglio?- aggiunge Chrysalis.
Twlight, a quel punto, balzò davanti alla Changeling. –Tu non farai del male alla principessa! Mai!- disse la puledrina arrabbiata preparando una magia.
Celestia le arruffò i capelli e la puledrina sorrise goffamente. –Principessa, diventerò come lei?- disse Twilight.
-In che senso come me?- rispose Celestia.
-Una principessa intendo! Sarò pure io un’alicorno?-
La madre della puledrina fece per tapparle la bocca, ma la principessa sorrise.
-Ogni cosa ha il suo tempo, piccola! Se davvero vorrai diventare una principessa, dovrai dimostrarmi di essere pronta per questo importante incarico!-
Twilight sbarrò gli occhi meravigliata. Era sicura che sarebbe diventata una principessa e che avrebbe governato assieme a Celestia.
-Principessa, quando la mia piccola dovrà venire al castello?- disse sua madre.
Celestia cominciò a pensare. Prima doveva trovare l’ultimo ingrediente per l’incantesimo e poi avrebbe potuto insegnare alla piccola unicorno tutto il necessario.
-Beh, credo che tra due giorni sarà possibile!- rispose la principessa –Ora dovrei andare di corsa in biblioteca per cercare una cosa-
-Cosa? Cosa?- chiese curiosa Twilight.
sua madre cercò nuovamente di tapparle la bocca.
-Devo cercare il limone salterino. Non so cosa sia e volevo informarmi.- disse Celestia.
-Il limone salterino si trova nella Everfree forest, più precisamente, a nord-est della foresta. Al giorno d’oggi, ce ne sono pochissimi… dieci circa nella selva. Veniva anticamente utilizzato per preparare pozioni dalle zebre, ma ora viene usato per loschi scopi come far sparire grandi oggetti. Il limone salterino è di colore blu con macchie rosse ed è a forma di ovale.- disse Twilight in tono da saputella.
Celestia rimase a bocca aperta. L’intelligenza di Twilight non aveva fine.
La principessa si lodò la piccola che era diventate rossa dall’imbarazzo.
-Vorresti venire con me nella Everfree forest? Vedrai, ci divertiremo un mondo! Faremo una specie di caccia al tesoro! Chi trova prima il limone salterino, vince! Ci stai?- disse la principessa.
-Sì! Vengo con te! Evviva!- rispose la puledrina.
La madre baciò la piccolina che se ne andò con la principessa.
Dopo alcuni minuti di camminata, a Twilight venne in mente una domanda. –Principessa, non vorrai mica far scomparire qualcosa di importante con il limone salterino, vero?-
A quel quesito, Celestia si bloccò. Non sapeva cosa rispondere. Era diventata tutta pallida e non riusciva a pronunciare nemmeno una vocale: si era impietrita. Non poteva dire una bugia, ma non poteva neanche dire la verità o Twilight si sarebbe terrorizzata. Insomma, che giorni saranno senza la luna?
Alla fine trovò una risposta decente. –Gli adulti certe volte fanno cose incomprensibili. Non riusciresti a capire il significato della mia scelta-
Twilight, osservando a lungo la principessa, notò nei suoi occhi un profondo timore, come se qualcosa le impedisse di dire le cose come stavano. La puledrina, però, non voleva intromettersi in questioni a lei riservate e quindi lasciò stare.
Dopo un po’, si ritrovarono davanti degli alberi neri come la fece, attorcigliati da arbusti spinosi. Fu la piccola unicorno a fare il primo passo per entrare nella foresta, malgrado le tremassero le gambe.
Celestia la seguì. Erano circondate da alberi altissimi da cui nemmeno la luce riusciva a passare e ad illuminare questo posto lugubre.
Twilight camminava con circospezione e Celestia faceva brillare il suo corno per far un po’ di luce.
-Ecco! Ecco! Un limone salterino!- esclamò Twilight indicando un arbusto molto alto.
-Bravissima, Twily!- disse Celestia elogiandola.
La principessa volò verso il frutto e lo staccò dal ramo. Poi atterrò e scambiò un sorriso alla puledrina. Successivamente, mise il limone nella borsa e tornarono verso la città.
Improvvisamente, due alberi staccarono le loro radici dal terreno e bloccarono la strada alle due pony. Poi si udì una risata piuttosto accattivante provenire da dietro le piante. Una pony dal manto grigio e dai capelli verde acqua camminò verso Celestia e Twilight. La pony alzò lo sguardo e mostrò i suoi occhi verdi dalla pupilla tagliente. –Bene, bene, bene! Guarda un po’ chi ho trovato! La cara sovrana d’Equestria e questa… puledrina saputella!- disse quella pony.
-Chrysalis, cosa vuoi da noi?- disse Celestia mettendosi davanti alla piccola unicorno per proteggerla.
-Cosa voglio da voi? Potresti già immaginare la risposta!- disse Chrysalis avvicinandosi alla principessa –Vorresti sbarazzarti della luna, eh?-
Celestia si immobilizzò. Non riusciva a girarsi per vedere l’espressione di Twlight, ma già se la immaginava.
-Cosa ti passa per la testa?! Eliminare dal mondo Equestria sarebbe come uccidere l’animo della tua piccola sorellina, o mi sbaglio?- aggiunge Chrysalis.
Twlight, a quel punto, balzò davanti alla Changeling. –Tu non farai del male alla principessa! Mai!- disse la puledrina arrabbiata preparando una magia.