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Capitolo Terzo
Celestia era fuori di se dalla gioia, ma non appena riabbracciò la sorella tutta la sua ansia e la sua preoccupazione le si riversarono addosso.
“Oh, sorella mia, cos’è successo? Chi ti ha portata via? Stai bene? Ti fa male? Dove ti fa male? Presto, un medico, mia sorella è ferita!”
Luna riuscì a tapparle la bocca e sorrise debolmente, dicendo: “Sto… sto bene, zuccona… solo sono un po’ stanca e… preferirei riposarmi prima di parlare dell’accaduto, va bene?”
Celestia si raddolcì e fece cenno alle guardie che la riportassero nelle sue stanze, sorvegliandole però, da quel momento, giorno e notte.
Luna gliene fu grata.
Nei giorni successivi, mentre la sorella si riabilitava, Celestia mandò avanti sia giorno che notte, e continuò a chiedere cos’era successo a Luna, che però pareva non si ricordasse nulla.
Per contro però, i suoi incubi erano sempre più frequenti, non riusciva a controllarli come faceva un volta.
Li creava lei stessa, e questo non era normale.
Non disse nulla a Celestia di ciò, e così passarono dei mesi tranquilli.
Luna riprese il suo compito e la vita continuò felicemente fino a una notte.
Era ormai ora di far spuntare il sole, ma la luna era ancora alta nel cielo.
Celestia provò a far ragionare Luna, ma non vi fu verso.
L’alicorno regina della notte era impazzita, non era più lei, e non solo mentalmente, ma fisicamente.
Ormai Luna aveva lasciato il posto a Nightmare Moon.
Celestia si rifiutava di combattere, ma sapeva che non poteva fare altrimenti, in cuor suo.
Si teletrasportò nel suo nascondiglio segreto di quando, da puledrine, lei voleva rimanere sola.
Lì trovò il suo vecchio ciondolo del tempo, regalo del padre, con ancora sufficiente energia per un ultimo sguardo nel passato.
La principessa se lo infilò, e tornò al momento in cui Luna, come lei aveva chiesto, era cambiata.
E vide una scena raccapricciante.
Slender, il re degli incubi, colui da cui tutti gli incubi avevano origine, che baciava la sorella, che la risucchiava nelle proprie fauci.
Luna scomparve nel mostro, che fu subito scosso da spasmi improvvisi.
Si chinò sulle flessuose zampe posteriori e si afferrò l’addome.
Il mostro mutò, poi si dissolse, lasciando Luna al suo posto, stordita.
Intanto una quantità infinita di ender-pony si riversò all’esterno dal crepaccio che circondava la vallata, la foresta nera rinsecchì e si dissolse rivelando l’unica uscita da quella che doveva essere una grotta.
Gli ender-pony sciamarono fuori da essa in massa, lasciandosi dietro solo l’alone viola che sempre li accompagnava.
Accanto a Luna comparvero tre slender-pony che mormorarono qualcosa per poi scomparire.
Ora era tutto chiaro. Luna era intrappolata nel proprio corpo da Slender.
Celestia tornò al presente e la collana si ruppe per il troppo sforzo di portare indietro nel tempo un pony adulto.
La principessa si accorse di stare piangendo.
Il palazzo era scosso dalle continue scariche magiche di Nightmare Moon.
Celestia si asciugò le lacrime e prese gli elementi dell’armonia.
Sperava di riuscire a separare Luna da Slender, e di ricacciare quest’ultimo dall’incubo in cui era nato, una volta per tutte.
Diede battaglia a Nightmare Moon, e la colpì con gli elementi.
La figura nebulosa di Slender fuoriuscì dal corpo dall’alicorno nera, e prese a essere risucchiata verso la luna.
Ad un tratto afferrò Nightmare Moon con una zampa lunghissima bianca e artigliata.
Celestia gridò: “NO!”
Ma era troppo tardi.
Il mostro portò con se Nightmare Moon sulla luna, dove gli elementi li sigillarono.
Sull’astro si formò allora l’immagine di una puledra e, per la prima volta a memoria di pony, la luna acquisì anche un lato oscuro, segno della presenza di slender.
Dal diario di princess luna
Mio caro diario…
Celestia era fuori di se dalla gioia, ma non appena riabbracciò la sorella tutta la sua ansia e la sua preoccupazione le si riversarono addosso.
“Oh, sorella mia, cos’è successo? Chi ti ha portata via? Stai bene? Ti fa male? Dove ti fa male? Presto, un medico, mia sorella è ferita!”
Luna riuscì a tapparle la bocca e sorrise debolmente, dicendo: “Sto… sto bene, zuccona… solo sono un po’ stanca e… preferirei riposarmi prima di parlare dell’accaduto, va bene?”
Celestia si raddolcì e fece cenno alle guardie che la riportassero nelle sue stanze, sorvegliandole però, da quel momento, giorno e notte.
Luna gliene fu grata.
Nei giorni successivi, mentre la sorella si riabilitava, Celestia mandò avanti sia giorno che notte, e continuò a chiedere cos’era successo a Luna, che però pareva non si ricordasse nulla.
Per contro però, i suoi incubi erano sempre più frequenti, non riusciva a controllarli come faceva un volta.
Li creava lei stessa, e questo non era normale.
Non disse nulla a Celestia di ciò, e così passarono dei mesi tranquilli.
Luna riprese il suo compito e la vita continuò felicemente fino a una notte.
Era ormai ora di far spuntare il sole, ma la luna era ancora alta nel cielo.
Celestia provò a far ragionare Luna, ma non vi fu verso.
L’alicorno regina della notte era impazzita, non era più lei, e non solo mentalmente, ma fisicamente.
Ormai Luna aveva lasciato il posto a Nightmare Moon.
Celestia si rifiutava di combattere, ma sapeva che non poteva fare altrimenti, in cuor suo.
Si teletrasportò nel suo nascondiglio segreto di quando, da puledrine, lei voleva rimanere sola.
Lì trovò il suo vecchio ciondolo del tempo, regalo del padre, con ancora sufficiente energia per un ultimo sguardo nel passato.
La principessa se lo infilò, e tornò al momento in cui Luna, come lei aveva chiesto, era cambiata.
E vide una scena raccapricciante.
Slender, il re degli incubi, colui da cui tutti gli incubi avevano origine, che baciava la sorella, che la risucchiava nelle proprie fauci.
Luna scomparve nel mostro, che fu subito scosso da spasmi improvvisi.
Si chinò sulle flessuose zampe posteriori e si afferrò l’addome.
Il mostro mutò, poi si dissolse, lasciando Luna al suo posto, stordita.
Intanto una quantità infinita di ender-pony si riversò all’esterno dal crepaccio che circondava la vallata, la foresta nera rinsecchì e si dissolse rivelando l’unica uscita da quella che doveva essere una grotta.
Gli ender-pony sciamarono fuori da essa in massa, lasciandosi dietro solo l’alone viola che sempre li accompagnava.
Accanto a Luna comparvero tre slender-pony che mormorarono qualcosa per poi scomparire.
Ora era tutto chiaro. Luna era intrappolata nel proprio corpo da Slender.
Celestia tornò al presente e la collana si ruppe per il troppo sforzo di portare indietro nel tempo un pony adulto.
La principessa si accorse di stare piangendo.
Il palazzo era scosso dalle continue scariche magiche di Nightmare Moon.
Celestia si asciugò le lacrime e prese gli elementi dell’armonia.
Sperava di riuscire a separare Luna da Slender, e di ricacciare quest’ultimo dall’incubo in cui era nato, una volta per tutte.
Diede battaglia a Nightmare Moon, e la colpì con gli elementi.
La figura nebulosa di Slender fuoriuscì dal corpo dall’alicorno nera, e prese a essere risucchiata verso la luna.
Ad un tratto afferrò Nightmare Moon con una zampa lunghissima bianca e artigliata.
Celestia gridò: “NO!”
Ma era troppo tardi.
Il mostro portò con se Nightmare Moon sulla luna, dove gli elementi li sigillarono.
Sull’astro si formò allora l’immagine di una puledra e, per la prima volta a memoria di pony, la luna acquisì anche un lato oscuro, segno della presenza di slender.
Dal diario di princess luna
Mio caro diario…