Uno strano Presentimento
08.00
Canterlot.
Stanza del trono.
Un urlo di rabbia rintronò tra le mura della sala reale, facendone crepitare le eleganti finestre.
Due guardie unicorno irruppero prontamente nella stanza, allarmate dalle urla della loro monarca del sole ed immobilizzandosi subito dopo, colte dallo stupore.
Di fronte ai due, a poca distanza, vi si trovava Celestia.
Il volto del regale alicorno era segnato da profonde lacrime che ne evidenziavano l’espressione distrutta dal dolore puntata su un grosso e brillante cristallo posto nel bel mezzo della sala.
«Princess Celestia… state bene? », azzardò una delle due guardie, avanzando a piccoli passi verso la monarca.
«ANDATEVENE!… USCITE DA QUI! ORA!», tuonò l’alicorno in preda alle lacrime ed illuminando il proprio corno con fare minaccioso.
«USCITE IMMEDIATAMENTE!!», ripeté con astio, intimorendo le due guardie e costringendole ad allontanarsi in gran fretta dalla sala.
Di nuovo sola, la principessa puntò lo sguardo colmo di dolore sul grosso cristallo che pareva quasi fuoriuscire dal pavimento crepato della stanza.
«Non… non… non temere Twilight!…», singhiozzò, «… io… io ti prometto che… che ti riporterò di nuovo qui tra noi!… TE LO GIURO SULLA MIA STESSA VITA! », ruggì furiosa, osservando in lacrime il cristallo in cui vi era imprigionato il corpo dormiente della sua allieva prediletta.
Allungò la zampa verso la grossa pietra verde brillante sfiorandola con dolce delicatezza, come stesse accarezzando il volto di un puledrino.
«T-Twilight…», singhiozzò nuovamente, mordendosi il labbro.
In quell’istante Princess Luna fece la sua comparsa all’interno della sala, osservando la sorella in preda al dolore.
«Sorella?…».
Celestia non la degnò di alcuna attenzione.
La principessa della notte si avvicinò così al grosso cristallo, osservandolo attentamente e scorgendovi, al suo interno, il corpo della neo principessa.
«Ma cosa…?!».
Soffocò un urlo con lo zoccolo, osservando con attenzione la grossa pietra e scorgendo un’incisione sulla sua parte inferiore.
“Osserva Celestia… questo che vedi è un dono molto particolare… quasi raro… una vita… quella che tu mi hai strappato insieme alla tua graziosa sorella per mille lunghi anni…”
Gli occhi della principessa della notte iniziarono a brillare, bagnati dalle lacrime, mentre il dolore dentro di sé iniziò a prendere il sopravvento.
Si avvicinò alla sorella, distogliendo lo sguardo dalla pietra.
«Sorella… io… io sono affranta per ciò che è successo… e so…».
«Tu… SAI?! », ringhiò Celestia, intimorendola ed interrompendola, mentre il suo sguardo colmo di rabbia era rivolto al pavimento sotto ai suoi zoccoli.
«No… tu non sai nulla!… NULLA!».
«Sorella, io…».
«Tu non puoi sapere come mi sento!… Lei era tutto per me!…E’ come...come se la storia si ripetesse!… NON PUOI SAPERE QUANTO MI AFFEZIONAI A LEI, LUNA!… ERA COME UNA SORELLA!… COME UNA FIGLIA! PROPRIO COME TE!…».
Delle lacrime iniziarono a cadere silenziose sul morbido tappeto rosso che ornava il centro della regale sala. Il muso della principessa della notte era ormai segnato dal dolore quanto quello della propria sorella.
«Mi… mi dispiace…», mormorò con voce strozzata. Le parole le morivano in gola.
«Non dirmi che sai come mi sento!…», ringhiò Celestia sempre più furiosa.
«… Voglio che tu faccia una cosa per me… per noi… per LEI!…».
«Che cosa?», domandò Luna.
«Voglio che tu vada a prendere la Fiamma della Vita».
«Che cosa?!… Per quale assurdo motivo mi chiedi questo, sorella?!».
La monarca del sole la fulminò con uno sguardo che alla principessa della notte parve penetrarla dentro l’anima.
«Esigo che entro questa stessa sera Re Sombra venga rintracciato! E con lui il suo alleato!… Pagheranno caro quello che hanno fatto!».
«Ma… sorella…».
«VOGLIO CHE OGNI GUARDIA, UNICORNO E PEGASO, VENGA MESSA AL CORRENTE DI Ciò! SUBITO!», ruggì furiosa la monarca, mentre delle piccole sfere oscure volteggiarono intorno al suo corno.
Luna restò immobile, avvertendo un brivido correrle lungo la schiena. Era cosciente del rischio che avrebbe potuto correre disubbidendo alla propria sorella.
Osservò Celestia con sguardo severo, sedendosi sul tappeto di velluto rosso, di fronte a lei.
«Mi dispiace sorella, ma non lo farò… non fino a quando non ti sarai calmata e mi spiegherai per quale ragione vuoi che io esaudisca questa tua assurda richiesta!».
Celestia fulminò con lo sguardo la sorella minore, piombandole addosso con tutta la furia che aveva in corpo ed atterrandola.
«Bada sorella, non mi ripeterò una seconda volta!…», ringhiò, incrociando il proprio sguardo arrossato e colmo di astio con quello della sorella.
«… Fai ciò che ho ordinato!».
«E tu che cosa farai?!».
All’udire quella domanda, Celestia parve calmarsi.
«Andrò al Crystal Empire… chiederò supporto a Princess Cadence…».
«Vuoi dire… loro?».
Celestia annuì.
«Sì… loro sono l’élite del Crystal Empire, il loro aiuto sarà prezioso!».
«E la nostra squadra? Loro non…».
«Non temere sorellina, loro saranno i primi», rispose Celestia, mostrando un flebile sorriso.
«… Ti supplico Luna… fai ciò che ti ho chiesto ».
I suoi occhi iniziarono a brillare di nuovo, colta nuovamente dal dolore.
Luna la strinse forte a sé in quel momento, abbracciandola in un caldo abbraccio con la speranza di donarle sollievo, facendola cadere di nuovo in un disperato pianto.
«Ti senti meglio ora, sorella? ».
«Come… come posso sentirmi meglio, Luna?…», mormorò in lacrime la monarca.
«… Mi sentirò meglio solo… solo quando potrò udire di nuovo la dolce voce della mia allieva».
«Lo so, sorella».
Celestia volse per l’ultima volta lo sguardo sul grosso cristallo.
«Twilight… ti prego… infondimi la tua forza!…», la pregò, con la flebile speranza che la sua richiesta possa essere udita dalla sua adorata allieva.
«Sorella?…».
Celestia si voltò nuovamente verso Luna, asciugandosi le lacrime con lo zoccolo.
«Coraggio… non abbiamo tempo da perdere!…», esclamò, rialzandosi insieme alla sorella ed incamminandosi verso l’uscita della sala.
«Posso almeno sapere per quale motivo vuoi che ci vada io?», domandò Luna.
«Perché se ci andassi io probabilmente finiremmo per combattere...», rispose Celestia, alzando lo sguardo all’alto soffitto della sala ed illuminando il proprio corno.
«Conto su di te, sorellina…», concluse, prima di svanire in un lampo di luce che non lasciò alcuna traccia della monarca.
Luna rimase immobile nel bel mezzo della stanza, riordinando le idee.
«La Fiamma della Vita…».
Uscì dalla sala, sigillando dietro alle sue spalle le grosse porte per impedire ad altri di addentrarsi all’interno della stanza.
«Ho come il timore che non finirà bene…», mormorò, illuminando il proprio corno che la avvolse in un lampo di luce.
**********
Celestia fece la sua comparsa nell’incantevole giardino del palazzo, avvicinandosi ad una statua raffigurante tre pony guerrieri
Si guardò intorno, ed una volta assicuratasi che non vi fosse nessun’altra presenza all’infuori della sua, attivò un meccanismo che fece smuovere la grossa statua, rivelando la presenza di una scalinata altrimenti invisibile.
la discese lentamente, facendosi strada con la luce del proprio corno e giungendo al suo culmine dove, dopo aver attraversato un corridoio semi buio, aprì con la propria magia una grossa porta in pietra massiccia.
Varcatone la soglia, la monarca si ritrovò in un’enorme stanza sotterranea simile ad un bunker, osservando con aria compiaciuta tre pony sull’attenti.
«Benvenuta, vostra maestà Princess Celestia!», salutò con assoluto orgoglio un grosso alicorno dal manto color verde smeraldo e dalla criniera rossastra; quest’ultima richiamava lo stesso colore del proprio manto, seppur di un verde più chiaro. La sua coda era caratterizzata da un particolare color rosso con diversi sprazzi bluastri.
Accanto all’impavido alicorno trovava posto una pegasus pony dal manto color verde acqua; la sua criniera sfoggiava un piacevole verde prato che sembrava richiamare fortemente i fasci d’erba che caratterizzavano le incantevoli distese primaverili di una splendida Equestia.
Lo sguardo della pegaso era fisso sulla propria monarca, accentuato da un sorrisetto ormai familiare agli occhi della regale alicorno che aveva tutta l’impressione di essere simile ad un sorriso già visto più volte sul volto della portatrice dell’elemento della lealtà.
Un terzo pony di terra affiancava la pegaso alla sua sinistra, caratterizzato da un lucido manto color terracotta e da una chioma cremesi che dava l’impressione di esser pronta a scattare fiera da un momento all’altro.
Il suo sguardo mite gentile era rivolto verso il pavimento sotto di sé, dando l’impressione di sfoggiare una certa timidezza al cospetto della propria sovrana.
«Lieta di vedervi, Team Twirl. Voi siete il miglior corpo speciale d’azione di tutta Canterlot in caso di crisi, e lo sapete. Siete i migliori in ciò che fate, e questo è il motivo per cui siete stati scelti…», esclamò Celestia, mostrando loro un sorriso.
«… Se sono qui, oggi, dinnanzi a voi, sapete che non è una buona cosa… quindi vi illustro subito la vostra missione, e mi aspetto che la portiate a compimento!».
«Non si preoccupi Princess Celestia! Qualsiasi sia la missione, nulla mi potrà fermare!» esclamò trionfale Lightning Twirl, il fiero alicorno, portandosi avanti rispetto ai propri compagni, quando un’ala lo colpì in pieno viso.
«Ouch!…».
«Come cercava di dire Lightning non c'è da preoccuparsi, principessa! Grazie alle mie infallibili doti, le posso garantire che la missione avrà successo!», esclamò Neis Twirl, la pegasus pony al fianco dell’alicorno.
A quel punto il pony di terra si fece avanti a sguardo chino, arrossendo leggermente. Il suo nome era Storm Twirl.
«Si… faremo in modo che tutto vada per il verso giusto, Princess Celestia», esclamò.
La monarca osservò i tre pony con aria seria, voltandosi ed accompagnando il team all'esterno del giardino imperiale.
«Molto bene Team Twirl, confido in voi…».
«Qual è la nostra missione, principessa?», chiese Neis Twirl.
«… Voglio che scortiate il prima possibile le portatrici degli elementi dell’armonia al castello! E’ una situazione di emergenza!».
«Ricevuto! Non la deluderemo, Princess Celestia!», esclamarono in coro i tre pony.
«Confido nelle vostre capacità, Team Twirl. Io nel frattempo mi recherò al Crystal Empire, al cospetto di Princess Cadence… ora andate», concluse la monarca, svanendo di fronte ai tre in un accecante lampo di luce.
Storm Twirl e Lightning Twirl si scambiarono un’occhiata, mentre Neis si librò in volo sopra le loro teste.
«Era ora che entrassimo in azione!… Ero stufa di stare sempre nella stanza di allenamento! Finalmente posso godermi di nuovo l’aria fresca di Canterlot!», esclamò, sgranchiendosi le ali e tornando a terra dai due compagni.
Storm la colpì improvvisamente con un colpetto alla testa, attirando la sua attenzione.
«Ouch!… Ehi, che ti prende, Storm?».
«Ti ricordo che non è un buon segnale, se siamo dovuti intervenire anche noi… vuol dire che c’è un grosso pericolo nel regno!».
«Sì, certo, come dici tu… ma ti ricordo che non c'è nulla che non possiamo fare noi tre, grazie al mio immenso talento!», si pavoneggiò la pegaso, alzandosi in volo e sedendosi comodamente sulla groppa di Lightning, che sbuffò scoccato.
«Ehm… io credo che dovremmo andare… », mormorò Storm, intromettendosi.
«Sì, giusto, hai ragione!».
«Sarà meglio muoversi!… Allora, come ce la le spartiamo?», chiese Lightning, osservando i due compagni.
«Semplice! Io mi occuperò di Rainbow Dash e Pinkie Pie!… Lightning, tu pensa a Fluttershy ed ad AppleJack, dato che sei l'unico che può teletrasportarsi tra noi tre. Loro due sono quelle più lontane!… Storm, tu andrai da Rarity!», concluse Neis, che, senza attendere il consenso dei due compagni, spicco il volo in direzione dello Sugarcube Corner.
«A più tardi!».
I due compagni si scambiarono un’occhiata confusa.
«Ehi… secondo te lo ha fatto apposta, o non se ne è proprio accorta?» chiese Lightning.
«Non ne ho idea…», rispose Storm, chiedendosi come avesse potuto la loro compagnia confondere i loro due diversi poteri.
«Ah! Non importa! Sarà meglio muoverci!», esclamò Lightning, mentre il suo corno venne avvolto da un’aura verde che lo fece svanire nel nulla.
Storm, rimasto solo, iniziò a trottare verso l'uscita del giardino reale, dirigendosi verso Ponyville.
**********
Neis atterrò di fronte al negozio di dolciumi, il famoso Sugarcube Corner.
Si avvicinò all’ingresso del locale salendo la piccola gradinata, quando venne spinta a terra da un altro pony che nello stesso momento si apprestava da uscire dal locale.
«Ehi tu! Razza di demente! Vuoi guardare dove diamine punti gli zoccoli? Oppure ti serve una mappa per andartene a dar via il plot!», ruggì furioso il pony di terra, squadrando la pegaso.
Neis, scocciata, osservò a sua volta il pony che l’aveva spinta a terra, osservando i suoi vari lividi e ustioni che sembrava sfoggiare su tutto il proprio corpo.
Fissò poi il suo Cutie Mark, costituito da un grimaldello ed un tensore incrociati tra loro.
«Allora? Ti vuoi togliere di mezzo? O preferisci che ti dia una ripassata nello stile di mio padre contro quell'alcolizzata di mia madre?!», ruggì furioso il pony.
«Tsk!… Certo, come no! Ce ne vorrebbero cinquanta di pony come te, per domare una tipa del mio calibro, sbruffone!» rispose prontamente Neils con fare altezzoso, passandogli accanto e colpendolo in pieno viso con l’ala destra.
«Ouch!… Ehi, come osi?!».
«E smettila di guardarmi come un maniaco, depravato!… Non potresti mai nemmeno sognartela, una come me!» concluse la pegaso, lasciandosi il pony alle spalle ed entrando nello Sugarcube Corner.
Il pony si volse verso Neils, sghignazzando.
«Certo! Sicuro! Perché infatti io non frequento le befane!… Io frequento vere playpony! Non delle vecchiette come te!» rispose, infilandosi nella criniera 4 bit che aveva sottratto alla pegaso al suo passaggio.
Neils decise di ignorare quest'ultimo commento, seppur con fatica, ignorando quel soggetto ed entrando nel locale, chiudendo la porta dietro alle proprie spalle.
Una volta entrata ebbe un breve colloquio con la signora Cake, a cui chiese informazioni sulla pony rosa che stava cercando.
«Vuoi sapere di Pinkie?».
«Sì signora, se fosse possibile».
«Beh ecco, non saprei darti una risposta certa, mia cara… purtroppo non vedo più Pinkie da cinque giorni ormai, se non di più… forse si sarà fermata a dormire da una delle sue amiche, chi lo sa… quella pony certe volte è così… ehm…».
«Così come?».
«Ehm… non importa mia cara… ad ogni modo, mi dispiace dirti che qui non si è più vista da settimana scorsa…».
«Capisco… beh, grazie lo stesso! E’ stata molto gentile!».
«Ma figurati cara! Buona giornata!».
Dopo aver salutato la signora Cake, Neils uscì dal locale con gran fretta, incrociando di nuovo
Currish Burglar.
«Perché stai cercando Pinkie Pie, alghetta?», chiese lui, immaginando divertito la pegaso su uno scoglio, mentre la corrente la portava via.
Neis lo guardò indispettita, avvicinandosi a lui sempre più.
«Che c'è?… Vuoi forse un bacetto, tesoruccio?» insistette lui, imitando il gesto di un bacio.
«Bacia questa!», rispose furiosa la pegaso, colpendo il pony in pieno viso con uno zoccolo e catapultandolo contro un cestino dei rifiuti.
«… E non chiamarmi mai più “alghetta”, babbeo!» urlò Neils, arrossendo.
Il pony si alzò dolente, agguantando il cestino dietro di sé nel tentativo di lanciarlo contro la pegaso, quando questa spalancò le ali e spiccò il volo, procedendo in direzione di Cloudsdale.
«Si, certo! Brava, scappa alghetta! Tanto prima o poi ti becco di nuovo! E ti faccio vedere io come si vola veramente!» gridò Currish, imprecando contro la pegaso ormai lontana.
**********
Storm era giunto alla Carousel Boutique, dove aveva trovato la casa in stato di apparente abbandono, con un foglio appeso alla porta.
”Al momento non c'è nessuno, se vedete o sentite Rarity ditele che mi trova a casa di Applebloom, e che è nei guai.
Sweetie Belle”
Storm, non sapendo cosa fare, decise di tornare al palazzo, pensando con un poco di timore a cosa avrebbero detto i suoi compagni per non aver trovato il suo obbiettivo.
Ma per sua fortuna, pur non essendone a conoscenza, la medesima litania si stava ripetendo per Lightning e Neis.
L'alicorno aveva ricevuto notizia da un’assonnata Granny Smith la notizia che Applejack era partita cinque giorni prima per una gita esplorativa con le sue amiche e che non aveva ancora fatto ritorno, mentre al cottage di Fluttershy si era imbattuto in una casa ormai in preda degli animali, che l'avevano ridotta ad uno sfacelo.
Neis invece, non ricevendo risposta alcuna risposta alla porta di Rainbow Dash, aveva forzato la porta, constatando come il disordine presente nella stanza dei pegaso fosse normale, ma non la polvere che si era accumulata sui poster dei Wonderbolt, che secondo le informazioni prima fornitegli da Celestia, erano la cosa più importante per lei, quasi alla pari delle sue amiche.
I tre si ritrovarono nel giardino del palazzo, riportando ognuno le medesime cose, a parte Neils; la pegaso si soffermò molto sul suo spiacevole incontro con un pony maniaco.
«Beh, penso che come prima missione non sia andata bene...», mormorò Lightning deluso.
Storm sospirò, abbassando le orecchie.
«Ma non dire sciocchezze! Non è di certo colpa nostra se quelle se ne sono andate a fare una scampagnata chissà dove! Sono certa che Celestia capirà!», esclamò Neis, nel tentativo di sollevare il morale dei suoi due compagni e cercando di nascondere la delusione che aveva invaso anche lei.
Nello stesso istante, un accecante lampo di luce illuminò la sala del trono.
Princess Celestia era tornata al palazzo in compagnia di cinque pony.
La prima era una pegasus pony dalla criniera verde e coda gialla; il suo manto era bianco bianco, e sfoggiava un leggero sorriso in volto.
A fianco a lei vi era un pony dal manto grigio chiaro e dal crine e dalla coda blu. Un tipo calmo, che, di tanto in tanto, lanciava piccole e fugaci occhiate alla pegaso alla sua sinistra.
A seguire poi vi erano una pony di terra, dalla criniera e coda biondi ed il manto azzurrino, che sembrava totalmente immersa nei suoi pensieri. Ma fu l'unica tra i compagni che, appena arrivati nella sala del trono, notò il cristallo al centro di essa.
Poco distante da lei si trovava un pony dal crine rosso e blu e dal manto bianco; sfoggiava una cicatrice sull'occhio destro, segno del suo carattere impulsivo ed aggressivo che nascondeva, dentro quella stessa corazza da duro pony, un animo dal cuore d’oro.
Per ultima, infine, vi era una pony dalla criniera grigia e dal manto bianco, che per aspetto e lineamenti assomigliava molto al pony secondo alla pegaso. Aveva uno sguardo molto vivace, ed un sorriso gentile stampato in volto.
Celestia osservò la squadra con aria severa.
«Voi siete l'élite dell'impero di cristallo! Blossom, l'elemento del legno. Blue Metal, manipolatore dell'elemento del metallo. Hydra, portatrice dell'elemento dell'acqua. Cold Flame, controllore dell'elemento del fuoco, e Rock, dominatrice della roccia!… Per il potere temporaneo conferitomi dalla vostra regnante, Princess Mi Amore Cadenza, vi ordino di tenervi pronti e di essere implacabili, poiché il vostro antico nemico King Sombra è tornato!…».
All’udire quel nome, i cinque pony sbarrarono lo sguardo colmo di stupore.
«… Egli ha intenzione di distruggere la pace del nostro regno! E non è solo, questa volta!… Ha iniziato colpendo la mia giovane protetta, quindi ora io chiedo il vostro aiuto, poiché nessuno di voi conosce meglio le sofferenze che quel mostro può infliggere!» esclamò Celestia, soffermandosi su Blossom.
La pegaso aveva abbassato lo sguardo, volgendolo verso il compagno al proprio fianco che ricambiò il gesto mostrandole un flebile sorriso, infondendole coraggio e facendola leggermente arrossire.
«Mi aiuterete quindi a fermare quel mostro una volta per tutte?» tuonò Celestia, pestando con prepotenza lo zoccolo sul pavimento e mettendo sull’attenti i cinque pony dinnanzi a lei, che risposero all’unisono con un sonoro e fiero “sì principessa!”.
Cold alzò lo zoccolo verso l'alto, generando una fiammella e concludendo con il proprio intervento.
«Quando avremo finito con lui, Sombra non sarà altro che una vecchia storiella per puledrini!», disse, scagliando una fiammata in alto che fu subito spenta da Hydra.
La compagnia lo osservò con severità.
«Smettila di fare il bambino, qui c'è molto da fare», esclamò, mentre il dominatore del fuoco le rispose con una linguaccia.
**********
Luna si guardò intorno tra le varie dune del deserto di Appleloosa, trovandosi di fronte ad una piccola oasi verdeggiante.
Si avvicinò alla piccola macchia di vegetazione con passo deciso, nel tentativo di nascondere la paura che sentiva crescere sempre più ad ogni suo passo.
Scorse all’improvviso una piccola pony dal candido manto bianco latte e dalla criniera dorata che, alla vista dell'alicorno, corse verso il centro dell'oasi.
«Aspetta piccola! Fermati!», urlò Luna, seppur con scarsi risultati.
La piccolina, scomparsa tra la vegetazione, raggiunse il proprio compagno; un giovane ragazzo diciottenne marchiato da numerosi simboli sul petto e sulle braccia.
Era seduto sulla calda sabbia dell’oasi, avvolto dalle fiamme che danzavano tutt’intorno al suo corpo.
«Katon! Katon!…», urlò la piccola puledrina, correndogli incontro e nascondendosi tra le sue braccia.
«… Luna è qui! Avevano detto che ci avrebbero lasciato in pace! Cosa possiamo fare? Io ho paura!» singhiozzò, nascondendo il muso dietro il collo del ragazzo che spalancò gli occhi, rivelando due iridi rosse come rubini con al centro un punto nero pece.
«Non temere Ametista, non ti farà nulla… te lo garantisco!… Non le permetterò di sfiorarti nemmeno con uno zoccolo!», rispose lui, alzando lo sguardo verso la principessa della notte poco fuori dall’oasi.
Appoggiò la piccola puledrina sulla soffice sabbia, rialzandosi e fissando l’alicorno.
«Tu resta qui», indicò alla puledrina, incamminandosi incontro alla principessa e lasciando dietro al suo cammino tanti piccoli fiorellini rigogliosi.
Si fermò poco distante dall’alicorno, fissandola con aria severa.
«Perché sei qui, Luna?».
Quest'ultima aveva generato un piccolo campo magico azzurro dinnanzi ai suoi occhi per proteggersi dal potere oculare del ragazzo che mostrò un flebile sorriso, pensando a come, dal loro primo incontro, tempo fa, la principessa avesse imparato la lezione.
«Sono qui per invocare il tuo aiuto. E sappi che non accetterò un “no” come risposta…», ringhiò lei, nel tentativo di assumere un’aria aggressiva.
Katon iniziò a ridere bellamente.
«Come scusa?… Credo di aver capito male! La potente Luna… anzi, no… tu e tua sorella maggiore avete bisogno di me?! Di un umano?! Un essere che voi odiate e che avete perseguitato fino a costringerlo a rintanarsi qui? Nel bel mezzo del nulla?…».
Luna non si scompose, mantenendo un’aria seria di fronte all’esclamazione dell’umano.
«… Gira gli zoccoli e vattene, Luna, prima che perda la voglia di ridere…» ringhiò Katon, fissando la principessa con astio.
La monarca avvertì un brivido lungo la schiena risalirle fino al collo.
Non poteva permettersi uno scontro, in quel momento. Quindi decise di giocarsi la carta della verità.
«Se non vuoi farlo per noi, fallo per Rarity. Una sua amica è in difficoltà, e le serve il tuo aiuto per liberarla dalla sua prigionia…», mormorò a denti stretti, per la rabbia di dover pregare un essere che tempo fa le aveva fatto vivere un vero e proprio incubo.
Katon la fissò in silenzio, avvicinandosi poi a lei fino a fissarla dritta negli occhi.
«Se scoprirò che nulla di tutto ciò è vero, il vostro adorato castello diverrà la vostra adorata tomba!…».
Luna cercò di non scomporsi di fronte all’esclamazione del ragazzo, continuando a mantenere un’aria seria.
«… E non pensare che lo faccia per te… lo faccio esclusivamente per Rarity!… Ora andiamo…».
Katon si volse verso la piccola puledrina poco distante.
«Vieni Ametista, andiamo a trovare zia Rarity!», esclamò, osservando la puledrina corrergli incontro sorridente.
Luna fece cenno ai due di avvicinarsi, illuminando poi il proprio corno che li avvolse tutti e tre in una luce bluastra accecante che non lasciò più alcuna traccia di loro.