Manehatthan.
Oltre le luci al neon, oltre le vetrine sgargianti, oltre i cinema e i teatri.
Le zone dei disperati, dove Pony senza morale si fermano a parlare di giorni senza speranza.
Eppure, quella notte si parlava di qualcosa di nuovo.
Qualcosa che si credeva esistesse solo negli incubi, una creatura che era da secoli ritenuta solo una leggenda, una specie di essere misterioso di cui nessuno sapeva niente, o quasi. L'aspetto di quella razza, le loro capacità, i loro scopi, le loro origini... l'unica cosa certa era che erano votati alla distruzione, dei mostri assetati di sangue, e che uno di questi demoni girava addirittura dalle parti di Canterlot.
< Stronzate > biascicò Jack Mezzacoda, un sauro il cui Cutie Mark era un coltello a farfalla, intento a tracannare un boccale di birra. < Quelle cose non esistono. Solo l'ultima di una lunga serie di scemenze inventate per far paura ai puledrini. "Mangia la zuppa altrimenti Nightmare Moon viene a prenderti!", "Non litigare con tuo fratello o Discord potrebbe trasformarti in un coniglio a tre teste fatto di Marshmallow!", e adesso questa: "Non andare nel bosco da solo, ci sono gli Umani!". Non diciamo idiozie. >
< Eppure qualcuno l'ha visto! > rispose Smuggler Grin, un Pegaso azzurro con un Cutie Mark a forma di gabbia < Dicono che abbia fatto sfracelli a Canterlot. >
< L'ho sentita anche io, questa > incalzò Wesson Smith, un Unicorno viola con due rivoltelle sul fianco < Ho degli informatori da quelle parti... dicono che abbia spedito il Principe Shining Armor all'ospedale a mani nude. Dopo aver sconfitto l'intera Guardia Reale. E i Wonderbolts. >
Un gruppo di Pegasi con l'aria da Hooligan si alzò dal tavolo, circondando quei loschi individui al bancone del Bar. A quanto, qualcuno non aveva preso bene l'ipotesi che i Wonderbolts potessero essere sconfitti; preparandosi alla lotta, Jack estrasse il coltello, piazzandoselo fermamente tra i denti, Smuggler spalancò le ali, e Wesson fece levitare le sue pistole, tirando indietro i cani, con due piccoli CLIC.
Si sentì un CLIC ben più sonoro, quando qualcuno puntò in mezzo al gruppo di litigiosi un cannone impressionante, mentre con l'altro artiglio passava le unghie sul bancone di metallo, provocando un lungo acuto straziante.
Finito il suono, la femmina di Grifone riprese in mano la bottiglia di Whyskey, versandosi un altro bicchiere, fissandoli dall'altro lato del mobile e masticando la sigaretta nel becco.
< Se volete fare casino, fatelo fuori dal mio Bar, massa di lagne > ringhiò il predatore, muovendo la pistola da un bersaglio all'altro < Qui è zona franca, se qualcuno rompe gli faccio un favore e gli rinfresco le idee con una presa d'aria supplementare nel cranio. >
Si levò qualche mormorio di scuse, e i Pegasi tornarono a sedersi, mentre gli altri tre rinfoderavano le armi.
< Wesson, dovresti passare alle semi-automatiche > continuò la grifona < I Revolver non li usa più nessuno. >
< Mi ci sono affezionato, che vuoi che ti dica? > rispose l'Unicorno con un sorriso mogio.
< Contento te. Ora, che è 'sta storia su un essere umano? Sembra il genere di cacchiate che la gente di qui tira fuori quando comincia a temere che qualcuno sia considerato più tosto. >
< No, no, non è cosi > chiarificò Smuggler, mostrando la sua impressionante chiostra di denti d'oro < Notizia sicura! Quelli che l'hanno visto dicono che sia un guerriero formidabile! Per lui, una notte senza luna nè stelle è chiara come il Sole di mezzogiorno, quando si muove è come se fosse più veloce del tempo stesso, e colpisce con la precisione che una Manticora avrebbe se sapesse gestire un tavolo operatorio. >
< Siiiiicuro > ironizzò Jack < Che altro? Che è alto dodici piani, spara palle di fuoco dagli occhi e fulmini tonanti dal culo, starnutisce eruzioni vulcaniche, caca Zombie-Pony, sanguina incubi e piscia terremoti? >
< Ao', ma che state a dì? > esclamò una voce, quella di qualcuno appena entrato nel bar.
Quelli che non l'avevano riconosciuto dall'accento, si ritrassero intimoriti appena videro con chi avevano a che fare: gli fecero spazio, anche quelli che non erano sul suo commino, quasi avessero paura che potesse risucchiar loro la vita se si fossero avvicinati troppo.
Quasi tutti erano terrorizzati dall'ingresso di quel grosso calibro.
A parte la barista.
< Tu guarda chi s'è trascinato fin qui > lo salutò, grondando sarcasmo < Sua Pezzogrossità Granmalloppo Redeldeserto. Devo farti un triplo inchino, o basta doppio, Maestà? >
< Anch'io sono felice di rivederti. Caccia la grappa, me la sono fatta al galoppo da Appleloosa a qui. Troppi tristi ricordi, di quando mia figlia ha piantato l'azienda di ladrocinio di famiglia per scappare con quel cataclisma ambulante del suo ragazzo. Manco un mese dopo, mi arriva notizia che quel disgraziato ha ridotto ai minimi termini la nave di sua zia. Devo affogare il dispiacere in qualcosa. >
< Ascolta le storie che raccontano questi idioti > suggerì Jack < Ti tireranno su. >
< Che genere di storie? > domandò Granmalloppo, prendendo la bottiglia dall'artiglio della barista.
< Credono che gli umani esistano, figurati un po! >
Per qualche motivo, il bandito li fissò con sguardo interessato, senza dire nulla. Aprendo la bottiglia, li invitò a continuare con un cenno del capo.
< Ci si è fatta un'idea di che aspetto abbia, comunque > continuò Wesson < Per qualche motivo, cammina solo sulle zampe didietro. Con quelle davanti impugna le cose, come farebbe un grifone. Veste di nero, ha il volto coperto da una maschera di metallo in cui brillano due occhi gialli, e la sua criniera è... >
< Una specie di palla arruffata, come quella di alcune Zebre. > completarono la barista e Granmalloppo, all'unisono.
Salvo poi voltarsi a guardarsi negli occhi, sorpresi, e darsi un sorriso d'intesa.
< Okay, come fate a... > domandò Smuggler.
< Porta sempre un'arma con sè: una falce dalla fattura bizzarra, che sembra vibrare di magia. Prima di ogni scontro ne stacca la baionetta e se la ficca nello stivale, non chiedetemi perchè. > disse Granmalloppo.
< Si muove in modo dannatamente agile, arrampicandosi sui muri come un ragno e balzando da un palazzo all'altro, come un acrobata. A volte si ferma e utilizza un pennone o una sporgenza come punto d'osservazione, accucciandosi sopra come un corvo. > rincarò la barista.
< Dal suo braccio esce una catena, completamente indistruttibile, che sembra in grado di allungarsi all'infinito. > sorrise il bandito.
< Porta due pistole magiche, una di elemento Ghiaccio e una di elemento Fuoco, e i resti di una strana spada, simile ad una sega e ad un serpente. >
< Usa anche una balestra a ripetizione e un Tomahawk, e se lo attacchi in corpo a corpo in qualche modo finisci sempre per essere agganciato da quell'ascia. >
< Alle volte ha anche con sè un tridente > concluse la barisa.
Ora che avevano finito, nel bar si poteva sentire cadere uno spillo, e tutti i clienti fissavano i due, in un silenzio religioso rotto solo dal deglutire a vuoto.
< Che... > azzardò Jack < Che ne sapete, voi? >
< Credevamo che parlaste solo di un umano! > rise sprezzante la barizza, facendo il gesto delle virgolette (lei che aveva le dita per farlo) < Qui stiamo parlando di qualcosa di molto reale. Reale da morire. >
Fece una pausa studiata, buttando giù un altro Whiskey.
Posò il bicchiere, con deliberata lentezza.
Soffiò una zaffata alcolica.
Si lecco il beccò.
Assaporò soddisfatta.
Poi si voltò verso la platea, con uno sguardo di compatimento.
< Il Pianista Fantasma. >
< Lasciate che Granmalloppo vi dica quello che sa > cominciò a raccontare il bandito < Sapete che da qualche tempo i bufali hanno smesso di fare casino? L'ultima volta che l'ho visto, ha spezzato a mani nude le corna di Capo Thunderhoof. Due giorni dopo si è portato via mia figlia, il bastardo. >
Prima che qualcuno potesse stupirsi della fine della frase, la barista sbattè il bicchiere sul Bancone, lo scavalcò e prese posto su uno degli sgabelli.
< Sentite, quello non è così un mostro come lo si dpinge. Quindi, se avete un problema che nessuno può risolvere, se avete il denaro, e se il caso lo interessa, il Pianista Fantasma è il Detective che fa per voi; vale ogni singola moneta. Ma state accorti: costui è un cane rabbioso, assetato di sangue e saccheggi. L'ho visto devastare il ponte di navi pirata come se niente fosse. E combattere... come posseduto dal Demonio. Conosce ogni trucco, ogni mossa, ogni segreto. L'unica cosa che non conosce è la pietà per chi si erge sul suo cammino. Dicono che possa passare attraverso i muri e uccidere con la semplice aura della sua determinazione omicida. Non so quanto ci sia di vero in questo, ma so cosa si è trovato davanti a questi miei occhi da predatore, questi occhi che nessuno può ingannare. Ho visto il Pianista tirare pugni attraverso muri di cemento, interi squadroni di Unicorni sparargli contro tutte le loro magie colpendo solo l'aria, ogni genere di mostro ridotto a brandelli dalle sue lame, schiacciato in poltiglia dalle sue mani, crivellato dalle sue pistole. Pare che sappia anche sparire in un posto e riapparire all'istante in un altro. Più di una volta l'ho visto essere finalmente colpito a morte, per poi rialzarsi e limitarsi a scuotersi la polvere dai vestiti, come se lo stesso Inferno non volesse averci niente a che fare. Nessuno può trovarlo, nessuno può fregarlo, nessuno può prevederlo: se state combattendo contro di lui, è solo perchè lui stesso ha mosso gli eventi perchè succedesse, e a quel punto, l'esito dello scontro è già deciso da tempo. Sapete delle voci sull'Isola Pixel, che dicono che il governo degli Intoccabili sia crollato, e che molti di loro siano storpi o morti? Tutto perchè a lui quella forma di governo dava fastidio. Viene da dove sta per scatenarsi l'Inferno, e si può ben dire che lui stesso è un Inferno bello che scatenato. Celestia abbia pietà di voi se scatenate la sua collera. >
Nessuno parlò: va bene chiacchiere di leggende e superstizioni, nessuna nottata al pub è completa senza quelle... ma adesso qualcuno stava davvero chiedendo di prendere quelle storie per vere.
< Vi chiederete come lo so? > domandò la grifona < Vi chiedete come faccio ad averlo visto combattere così tanto, e come faccio a sapere di quel casino? Beh... un tempo anch'io ero una degli Intoccabili, fino a quando non mi sono buscata un Pianista nel ginocchio. Ah, Granmalloppo? La prossima volta che passo da quelle parti, porgerò i tuoi saluti a tua figlia. >
E con questa frase, Gilda tornò dietro il bancone, si accomodò su una sedia, e si accese una sigaretta, sorridendo alla vista della discussione appena esplosa.
"Magari lo vado a trovare" pensò, inspirando il fumo "Chi lo sa, potrebbe essere migliorato ancora... e potrei trovare qualche nuova storia per questi boccaloni. Quando sono così agitati spendono sempre di più e danno mance più grosse"