Cominciamo analizzando prima di tutto il termine in sé: femminismo. Per le stesse femministe, questo termine identifica quel gruppo di persone (principalmente donne, ovviamente) che si battono, a partire dal genere femminile, per la parità dei diritti di tutte le categorie di persone, e tale nome nasce con lo scopo di ricordare come siano avvenute le sue origini. Tralasciando che trovo ingiusto che femminismo abbia una connotazione positiva mentre maschilismo negativa, voglio farvi capire cosa trovo di sbagliato già solo nel termine in sé. Per esempio, torniamo indietro nel tempo: più precisamente nel 19° secolo. A quei tempi, i bambini di 5 anni erano costretti a lavorare, con gli stessi ritmi delle 18 ore giornaliere dei loro genitori, nelle miniere per estrarre minerali o carbone, a seconda del tipo di maniera, nei cunicoli più piccoli per degli stipendi schifosi. Capitava spesso, anche, che per crolli dovuti a difetti di struttura i bambini venissero schiacciati dai quintali si roccia e morissero soffocati. Stufi di questa situazione, i minatori protestarono per avere meno ore di lavoro, uno stipendio come si deve e soprattutto che i bambini non lavorassero più, affinché potessero ricevere un'educazione scolastica. Tutto questo è stato fatto senza bisogno di far nascere movimenti con nomi tipo “bambinismo” per ricordare la battaglia per i diritti dei bambini o “lavoratorismo” per la difesa dei diritti dei lavoratori. Quindi, perché mai dovrebbe esistere la parola femminismo, tra l'altro con multivalenza nell'ambito della battaglia per i diritti delle persone, anche se questa cosa la trovo una menzogna? È semplice: puro egocentrismo ed etichettismo. Sembra quasi si voglia far passare il messaggio che solo le donne si battono per i diritti delle persone.
L'egocentrismo risiede pure nella fastidiosissima parola “femminicidio” nata proprio con questo assurdo movimento, volta a identificare i casi di assassinio di donne da parte di uomini (solitamente fidanzati). Se davvero il femminismo si batte per i diritti di tutti, perché allora va a creare questo distacco tra l'assassinio di un uomo e quello di una donna dando maggiore rilievo a quest'ultimo e parlandone come se fosse la cosa più vergognosa dell'universo? Possono pure tirare fuori qualsiasi falsa giustificazione, tanto nessuna starebbe in piedi, nemmeno con l'ausilio di tre gambe. Se volete parità di diritti e riconoscimenti, allora pretendete anche parità delle responsabilità, colpe e condanne, e mettete l'assassinio di una donna sullo stesso gradino di quello di un uomo o bambino. E comunque, volete sapere una cosa interessante? Solo perché i TG non ne parlano, non vuol dire che le donne non uccidono uomini o abusino di essi, né che non uccidono altre donne o bambini. Termini come femminicidio, maschilicidio o altri non dovrebbero esistere, così come non dovrebbero esistere parole quali femminismo o maschilismo. In questi due casi solo due vocaboli dovrebbero esistere: omicidio e sessismo. Così stiamo tutti buoni e l'indignazione sarà eguale per qualsiasi genere coinvolto.
E non finisce qui la mia protesta: non sono nemmeno a metà.
Le femministe si sono sempre lamentate di come lo stipendio delle donne fosse inferiore all'uomo, tirando fuori cifre fuorvianti come 40-50% e montando, con attori che vanno a interpretare finti capi di aziende inesistenti e finti dipendenti, scenette in cui viene confrontato lo stipendio ricevuto da una donna in confronto a quello di un uomo, mostrando come il primo sia drasticamente inferiore al secondo. Ma vediamo di analizzare per bene la realtà, senza fermarsi di fronte a dei video fatto di pochi secondi e tante bugie. I lavori che comportano più rischi comportano anche, giustamente, uno stipendio maggiore, e questi lavori vengono svolti per lo più da uomini. Lavori come il pompiere (in cui la possibilità di trovare una donna pompiere è una su 3000) o impiegato di cantiere (quando è stata l'ultima volta che avete visto una donna in un cantiere?). E con questa consapevolezza alcune stime parlano chiaro: oltre il 90% delle morti sul lavoro riguardano gli uomini. Ergo, è normale come questi lavori, ricchi di rischi, siano più stipendiati rispetto a quello di un impiegato di ufficio. E menzioniamo anche il fatto che le donne, pur vivendo di più, vanno in pensione prima.
E sempre parlando di lavori, molte femministe vedono di mal occhio la professione della modella: paradossalmente, peggio di quella dell'attrice di film a luci rosse. Questo perché, almeno dal loro punto di vista, snaturalizza l'immagine di quella che è la vera donna in sé, che non è fatta solo di bellezza, trucco e acconciatura, ma anche altro, che sia intelligenza oppure sentimenti. Ed io so bene che hanno tutte dei sentimenti come noi, e so anche che le foto delle modelle che vediamo sulle riviste o sui giornali vengono pesantemente ritoccate con Photoshop, fino a creare una donna con una bellezza del tutto innaturale, ma la percentuale di importanza che do al momento a questa faccenda è inferiore all'1%. Ma queste femministe sanno che questo genere di modifiche al computer le svolgono anche sui modelli maschi? Se non ci credete, allora andate su internet e scrivete su Google immagini “male model - real vs photoshop” e avrete la vostra prova. La prova che vedo io, invece, è che a 'ste femministe dà fastidio se una donna svolge per sua libera scelta il lavoro di modella, ma stanno zitte (e forse anche godono) quando vedono un modello fare lo stesso, mentre mostra i suoi muscoli di marmo che riflettono la luce del sole rischiando di far crepare d'invidia uomini sotto tono come me. Ma scusate, voi femministe non dite, poi, che una donna è libera di gestire come vuole il proprio corpo e che tenete conto anche dei possibili problemi dell'uomo? Non pensate al fatto che un omettino magro possa avere un calo vertiginoso di autostima se vedesse nella vetrina di un negozio un bel omaccione tonificato? Boh, perché io finora ho visto che vi indignate solo se è il vostro genere ad essere coinvolto, come per gli omicidi.
Cambiando totalmente genere, si passa ad un campo in cui possiedo decisamente più esperienza, i videogiochi; e da lì mi collegheremo ad altri argomenti come fumetti e arte ingenerale.
Conoscete Anita Sarkeesian? Immagino di sì, ma per i non informati riassumo che lei è una femminista proprietaria del canale youtube Feminist frequency, dove tratta problemi legati al sessismo (che vede solo lei) unicamente nel campo dei videogiochi. Nell'internet è disprezzata parecchio, tanto da ricevere alcune minacce di morte e violenza. Non giustifico assolutamente questo uso impudico di minacce, ma penso anche che parte di quest'odio Anita se lo sia cercato, a causa della sua disinformazione o visione mono direzionale. È vero, il mondo dei videogiochi è pieno di figure femminili dai corpi tonici e snelli adatte alle fantasie di qualche gamer scapolo, ma allo stesso modo si possono trovare, al lato opposto, soggetti maschili muscolosi adatti a meravigliare ragazze single più infoiate. Un po' come per la storia dei modelli: sono due facce della stessa medaglia. Ma non era tanto questo il punto su cui volevo soffermarmi. Capita l'antifona, sia maschi che femmine dovrebbero alla fine fregarsene di come viene disegnato un personaggio fittizio rappresentante il proprio sesso se resta nella sfera della moralità, e capire che tali sono a sé stanti e fermi nel loro irreale contesto digitale: se condizionano la visione di una determinata persona, quindi, è solamente quest'ultima che si lascia influenzare troppo. Inoltre, soggetti femminili forti, cioé che non basano la loro intera figura sulla sensualità, esistono e sono più numerosi di quanto si pensi: Elena Fisher e Nadine della saga di Uncharted, Faith di Mirror's Edge, Aloy di Horizon - zero dawn, Lara Croft nel restart del 2013, molto meno sensuale e più umana, che da una ragazza fragile diventa poi una guerriera impavida che da sola affronta e sconfigge interi eserciti. La lista continua poi con Ellie di The last of Us, Samus Aran della serie Metroid, Lightning di FFXIII e sicuramente molte altre. Però questi personaggi vengono ignorati da queste femministe incallite perché sono troppo impegnate a far polemica su ciò che a loro non piace, rasentando in un certo senso un atteggiamento pessimista. E si sa che il pessimismo ti pone una spessa coltre di nebbia davanti agli occhi su tutto ciò che di positivo si può trovare, e questo è proprio il loro caso. Questo è ciò che fa Anita Sarkeesian: analizza solo ciò che non le piace, e spesso e volentieri riporta determinate verità solo in piccola parte e come fa più comodo a lei. In un suo video, infatti, per farvi un esempio, ha menzionato che in Just Cause 2, in un determinato punto del gioco, puoi entrare in uno strip club e fare strage delle spogliarelliste con armi da fuoco, ma chi ci ha giocato per davvero (al contrario di Anita) sa che lo strip club contiene al suo interno pure spogliarellisti, e che se tu spari a qualsiasi PNG presente nel scenario di gioco, che sia un spogliarellista maschio o femmina oppure un barista, scatenerai il panico e chi è in possesso un'arma tenterà di farti fuori. Questo non è che solo un esempio delle parziali e accomodanti verità esposte da Anita nei suoi video, e una parziale verità è come se fosse una bugia. E la lista delle sue bugie non si ferma qui.
Ah, affinché voi lo sappiate, care le mie femministe, non tutti i gamer badano a quanto sexy sia un personaggio femminile in un videogioco. Parlando per me, Bayonetta è un videogioco che, nonostante la provocante protagonista vestita solo di capelli, non ha mai catturato il mio interesse. Non nego certo che delle belle curve al posto giusto non m'abbiano mai meravigliato (resto un maschietto, dopotutto), ma quando guardo un videogioco analizzo prima di tutto trama, gameplay, personaggi e soundtrack, mentre tutto il resto passa in secondo piano. E se un gioco non m'ha garbato, seni e glutei non bastano certo per farmelo rivalutare, neanche un tantino.
Cambiamo nuovamente genere, passando ora all'arte.
Qui, in verità, non ho nessuna lamentela femminista da mettere in discussione: questo perché voglio mettere in rilievo alcune interessanti verità che certo non tutte conoscono.
Immagino che voi tutti conosciate Lamù, la ragazza aliena, co-protagonista dell'omonima opera, ultra sensuale e vestita con un intimo tigrato che ha reso difficile la fase di vita adolescenziale di molti ragazzi cresciuti negli anni 80. Lamù è senz'altro uno dei tanti stereotipi della ragazza perfetta adatta ad un pubblico maschile che ancora fatica ad avere un autocontrollo adeguato della propria libido... eppure la sua creatrice è una donna. Non serve che vi dica nulla: andate su internet, fate una ricerca veloce su Wikipedia e vedrete che è così. Codesta autrice, poi, è anche l'ideatrice di Ranma 1/2, anch'essa un'opera dotata di una certa avvenenza.
Dal Giappone passiamo poi all'Italia, ove molte fumettiste sono autrici di opere di sfondo erotico/comico come Sacro e Profano, Contro natura, Sexy Tales e altri.
Pure molti libri di genere erotico che si possono acquistare nelle librerie sono stati scritti da donne, probabilmente spinte dall'ondata di successo dello stupido e offensivo Cinquanta sfumature di Grigio, anch'esso scritto da una donna, guarda caso. Poi, sul famoso sito Deviantart, che immagino tutti voi conosciate, mi capita molto spesso di trovare lavori che raffigurano ragazze in abiti succinti realizzati da artiste, quindi femmine.
Ed ecco qui quella che per me è una seconda verità, in stretto collegamento con la prima: c'è una cosa che voglio dire a cuore aperto a voi donne, quindi non per far critica come nei corposi paragrafi scritti sopra: penso che voi siete interessate alla vostra sessualità molto più di quanto cercate far credere, e non sono solo i fumetti Sacro e Profano et simili a farmi pensare ciò, ma anche cose viste da me in prima persona. Amiche che: bevono la schiuma della birra credendo che abbia la facoltà di far crescere il seno, che vanno in palestra per modellare fianchi e glutei, che improvvisano sul posto una lezione di twerking o che scherzano su certi argomenti piccanti e confessano cose abbastanza private. Ed io, sinceramente, non ci ho mai visto nulla di male in questo atteggiamento perché, alla fine, tali erano solo una dimostrazione di confidenza, apertura e fiducia di qualcosa che non superava mai certi limiti amorali. Non sto dicendo certo che tutte le donne devono diventare di punto in bianco facili, ma che non devono vergognarsi della loro sessualità o di ciò che sono, e soprattutto che devono lasciare perdere ogni pregiudizio ignorante e schifoso che frena ogni loro impulso, che a lanciarlo sia un uomo, una donna o un/a sessista. Lasciate perdere queste persone, perché grossomodo sono tutti degli ipocriti, e non meritano le attenzioni di nessuno. Ed ecco perché ho scritto questo sfogo: per me, il femminismo è ipocrisia.
Bon, ora la chiudo qui, perché questo sfogo si sta prolungando in modo esasperato. Tanto, tutto quello che volevo dire l'ho detto.
Saluti.