[FANFIC] Twin Hooves

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[FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda TheToonlink97 » 23/09/2012, 0:04

Voi credete nel destino? Io ho cominciato da poco... troppe coincidenze. O meglio, credo che le coincidenze siano governate dal destino.
Perché questo discorso? Vedete, io mi sono iscritto sul Forum grazie a un mio amico (Mirax96) il quale mi pubblicizzò la fan-fiction che stavo scrivendo con un post, e che solo dopo aver ricevuto i primi (positivi) commenti, mi convinse a registrarmi per rispondere con mia voce ai complimenti che ricevevo.
Ora, non sono qui per annoiarvi con queste scemenze. Però penso sia curioso come io, adesso, stia pubblicizzando un mio amico (MrFidelio7is) che non è iscritto al forum, esattamente come fece Mirax con me.
Dunque... dovrei parlarvi della fan-fiction. Però penso che ci sia una sola cosa da dire.
Twin Peaks versione pony.
Io personalmente NON l'ho letta perché non conosco la serie Twin Peaks, ma rimedierò a breve ad entrambe le mancanze.
Da quello che mi ha spiegato l'autore, ha riproposto la storia di Twin Peaks "ponyzzando" i personaggi e aggiungendoci il proprio tocco personale (la protagonista Fidelio).
Dirvi che è bella o che merita non posso, non avendo letto questo suo scritto. Ma ne ho letti altri, e se sono sulla stessa lunghezza d'onda, allora sicuramente ne vale la pena.

N.B. Questa fan-fiction non è stata scritta da me, e non detengo alcun tipo di diritto sui contenuti della storia.

Ecco il Primo Capitolo. Buona lettura.

Questa storia contiene riferimenti molto espliciti sin dal titolo alla serie TV Twin Peaks.

Twin Hooves: una fanfiction di MrFidelio7is

Capitolo primo: Twin Hooves parte prima
La sera prima, la felicità regnava a Ponyville, una cittadina dello stato di Equestria non troppo lontana da Canterlot. Felicità indubbiamente motivata: era una serata speciale, Nightmare Night. Rainbow Dash si travestiva da Shadowbolt e si appoggiava sulle nuvole più scure, andando a disturbare la quiete pubblica; Pinkie Pie si aggiungeva ai gruppi di bambini travestita da pollo; Twilight Sparkle, vestita da Starswirl il Barbuto, un antico mago, era insieme a Spike, il suo draghetto amico, travestito da drago “più grande”, e ridevano dietro alla ridicola parrucca del sindaco; Fluttershy si era chiusa in casa, un po’ per l’odio per le cose “spaventose” attorno alle quali girava l’intera festa, e un po’ perché la canzone di Nightmare Night le ricordava una canzone con la quale veniva presa in giro da piccola, quando non riusciva a volare; Applejack faceva giocare gli altri pony con le sue rinomate mele, anche se Derpy, dopo l’incidente dell’anno prima, non poteva più giocarci, e a controllarla c’era la sua amica Carrot Top; anche Rarity rimaneva rinchiusa in casa, non apprezzando la tradizione; infine, la principessa Luna ogni anno veniva in città a festeggiare una tradizione dedicata alla sua versione malvagia ormai sepolta da tempo, e per farlo, si divertiva più di tutti. Ma non in tutta Ponyville era festa: nella Everfree Forest, in una capanna del bosco più profondo, si sentivano urla, suoni tremendi. Quasi nessuno li sentiva, data la lontananza della casa dal centro della città, ma qualcuno sentì qualcosa, e se lo tenne per sè. Più o meno.
La mattina dopo, Big Mac, il fratello di Applejack, si alzò con la decisione di andare a pescare. Dopo aver salutato Applejack, nell’uscire da Sweet Apple Acres, la fattoria in cui lavoravano, si avvicinò ad un laghetto non troppo lontano dalla città e vide una strana forma a cono sulla spiaggetta. Vi si avvicinò. Era un cono di plastica, e al suo interno c’era qualcosa. Big mac alzò il velo per guardarne l’interno, e sul momento non volle crederci: il cadavere di una giovane pony era lì dentro, ingrigito, sporco, pieno di sangue. Il suo cuore si fermò. Cosa fare? Un groppone di pesantezza gli balzò in gola. Corse da una persona di cui si fidava e che era quella che più poteva essere d’aiuto in una situazione di questo tipo: Time Turner, detto anche Doctor Whooves.
Era una persona colta ed interessante, intelligente, forse dalle abitudini un po’ discutibili, ma sicuramente una persona di cui fidarsi. In una città come Ponyville, in cui c’era una stazione di polizia la cui funzione era purtroppo limitata dalla scarsa presenza di crimini gravi, lui era quello che più si poteva avvicinare ad un detective. Il suo intuito era noto da tutti. Anche Twilight Sparkle era nota per avere un certo intuito investigativo, ma quello di Whooves era sicuramente più caratteristico, e molti si riferivano a lui per piccoli crimini più che alla piccola stazione di polizia: tanto, chi avrebbe mai pensato ad un omicidio, proprio in quella città di zucchero filato e sorrisi?
Quando Whooves aprì la porta e si trovò davanti un Big Mac terrorizzato con addosso il cappello da pescatore ed sulla schiena il suo amo, non potè che dire:
«Che sta succedendo?»
«È morta.» piagnucolò lo stallone rosso «Avvolta nella plastica.»
«Aspetta, aspetta, aspetta.» fece una pausa «Dove?»
«Sulla riva del lago. Un cadavere... mi segua subito.» il suo volto era pieno di spavento.
«Sì, chiedo alla mia segretaria di domandare di venire pure a Twilight, che ci può aiutare con la
sua conocenza della medicina, torno subito.»
Dopo aver socchiuso la porta, si avvicinò a Derpy, la segretaria strabica del suo studio di controllo del tempo e della criminologia:
«Derpy, è successa una cosa grossa. Non dire nulla a nessuno, ma chiama Twilight Sparkle e
chiedile di raggiungere me e Big mac sulla spiaggetta, ok?»
«Certo!» fece con un tono di voce pieno di un’ingenuità che faceva tenerezza «La chiamerò
dal telefono che si trova nel suo ufficio, quello nello scaffale sotto, con la luce che lampeggia. Quello nero, non quello marrone.»
«Derpy... Cosa diavolo è un telefono?»
«Ah, giusto. Stupida me.» rise in maniera irritante «Vado subito a contattarla.»
Non fa nulla, meglio se ci passiamo noi ora che ci penso. –
Certo, doc, se ha bisogno di aiuto chieda. –
Uscendo, Whooves invitò Big Mac a correre un po’ per non arrivare troppo tardi, e per passare senza ritardare troppo all’albero-biblioteca di Twilight per farla scendere.
Cosa vuole che faccia? – chiese Twilight con un sorriso più grande del dovuto.
È meglio se le spiegazioni le facciamo al momento giusto. – disse lo stallone rosso, ma dal suo
tono e dal suo sguardo l’unicorno viola aveva capito che quello che era successo era indubbiamente più pesante ed anormale del dovuto.
Finalmente arrivarono sulla spiaggetta, ed il cadavere era ancora lì, avvolto nella pastica. A Big Mac vennero i brividi. Whooves fu colpito nel profondo da un desiderio che Big Mac fosse impazzito completamente e che dentro quel cono di plastica ci fosse altro. Purtroppo fu costretto a smentirsi da solo: insieme a Twilight, levò la copertura di plastica e vide il volto della povera sventurata: era una pony di terra liceale, dal pelo azzurro e dalla criniera rossa. I suoi occhi erano chiusi. Il suo corpo era pieno di sporco e sangue. Twilight ebbe un attimo in cui si sentì morire:
La conosco. Veniva alla stessa scuola che frequentavo a Canterlot quando ero una piccola
puledrina, poi s’è trasferita con i suoi genitori qui a Ponyville. Si chiama Mirrorfate. –
La conosco pure io. – fece Whooves – Dio santo, era una studentessa modello. Young Miss
Ponyville dell’anno scorso. Dobbiamo metterci in contatto con i suoi genitori, i coniugi Fate. –
Lawfate, il padre – fece Big Mac, tra le lacrime ed il terrore – lo conosco. È l’avvocato di Flim
e Flam e li sta aiutando a decidere i limiti dell’hotel che hanno costruito poco dopo Sweet Apple Acres. Lo so perché per costruirlo dovrebbero distruggere alcuni dei nostri meli. Brutti bastardi. Mi dispiace, però, per la piccola Mirrorfate... –

– Mirrorfate! – urlò Cigafate, la madre pony di terra dal pelo blu e dalla criniera rossa della giovane – È ora di svegliarsi! Non te lo dirò un’altra volta! –. Non sentendo rumori, la madre borbottò “e invece sì”, per poi continuare ad urlare e nel mentre salire le scale per entrare in camera sua. Entrata, non vide nulla: il letto era vuoto. sembrava che nessuno avesse dormito lì. Ma in realtà la madre rimosse con la memoria un particolare importante di ciò che era nella stanza della giovane. Continuò a guardare nelle altre stanze, ma nulla. Nella disperazione, scese le scale e si accovacciò per terra piena di dubbi e di stanchezza, con qualche lacrimuccia che stentava a scendere, e nel frattempo pensava “se non è con Lawfate, è con il suo ragazzo di cui mi ha parlato”.
Il suo ragazzo era Leather, un pony di terra che si dava tante arie (e che, così, affascinava molte puledrine), ed in quel momento non era con Mirrorfate. Era a prendere un caffè a Sugarcube Corner, bar che era una sua destinazione quotidiana data la sua relazione segreta con Pinkie Pie, che non lavorava ufficialmente lì ma che comunque vi aveva fatto la propria sede. Mirrorfate non ne sapeva nulla, e anzi conosceva Pinkie molto poco, ma abbastanza, anche se non poteva sospettare nulla. Soprattutto, non da morta. Leather aveva un pelo grigio ed una criniera nera, era un tipo volgare e banale e nessuno lo considerava motivo di ingente interesse: tranne Pinkie.
Dopo averla salutata e baciata, Leather si recò alla biblioteca di Twilight per prendere in prestito un libro sulla moda anni ’90 (e sapeva già che Rarity non lo aveva). Appena entrato, notò l’aspetto inusualmente spettrale del volto di Twilight.
Twilight Sparkle? – l’unicorno vola lo guardò meglio negli occhi – Salve, sono Leather, un
amico di Pinkie, ti volevo chiedere se hai un certo libro. – a quel punto lo sguardo di Twilight si accese, non di gioia, ma di sorpresa, e si posò sul volto di Leather.
Leather, dici? Credo di conoscere una tua conoscenza, una certa Mirrorfate! – il suo sguardo
era spaventosamente poco rassicurante, ma Leather, in tutta semplicità, annuì – Ti volevo fare alcune domande su un paio di cose, ti va? –
Sì, perché no? – rispose. Con il proprio corno, Twilight creò una luce abbagliante attorno alla
propria casa e la fece lampeggiare tre volte in maniera che Leather non la vedesse e chiunque altro attorno sì.
Whooves capì che era il segnale che dovevamo osservare casa sua, mandare lì qualcuno e contattare sia i genitori che altre persone che potessero sapere qualcosa: e riguardo a ciò, sapendo che il ragazzo di Mirrorfate era Leather, sapevano anche che la sua migliore amica era l’unicorno blu Colgate, e sapevano dove trovare non solo lei ma anche un suo amico, il pegaso Thunderlane.
Lawfate era un unicorno. Era all’interno del Great Cithern, l’hotel molto rustico che apparteneva a Flim e Flam, e stava assistendo e partecipando ad una conferenza che Flam stava ponendo a dei simpatici signori di Fillydelphia su donazioni e cose varie. Lawfate aveva un pelo di un azzurro più scuro di quello della figlia ma più chiaro di quello della moglie, ed una criniera marroncina. Sentì una voce alla sua sinistra e dovette seguirla: non poteva non andare dalla moglie a sapere cosa voleva – e soprattutto, quanto era importante la cosa che doveva dirgli, dato che così andandosene saltava una parte importante della conferenza. Ma capì che la faccenda era seria osservando il suo volto, non in lacrime ma quasi.
– Mirrorfate è con te alla conferenza? – fece Cigafate.
– No, perché? –
– Come no!? – si lamentò la madre a metà fra patetica disperazione e sarcasmo che non si spiegava da sola data la perdita di un comune senso logico.
In quell’esatto momento, entrò nell’edificio Whooves. Appena il suo zoccolo colpì il terreno, i coniugi Fate si voltarono a guardarlo e capirono tutto. La loro figlia era morta. Era stata brutalmente assassinata. E non c’era nulla che si potesse fare. Scoppiarono a piangere, con la (sprecata) consolazione di Whooves e la triste partecipazione a distanza di Flam che, da una parte, era dispiaciuto conoscendo sia il padre che la figlia, ma dall’altra era preoccupato che il lutto potesse disilludere i pony di Fillydelphia dalla posibilità che Ponyville fosse la città perfetta che lui descriveva.
Il loro dolore era condiviso: in quello stesso momento, anche Thunderlane e Colgate stavano piangendo, consolati da Twilight Sparkle e Big Mac che cercavano di fare il loro meglio ma si sentivano degli inutili pesi in più.

I genitori di Rarity erano appena passati per casa della loro figlia insieme a Sweetie Belle per salutarla, e furono sorpresi e sconcertati dalla sua assenza: l’unicorno bianco dalla criniera viola solo per occasioni importanti e solenni usciva di casa, solitamente vi restava, lavorando ai suoi vestiti o a similari pratiche di lavoro. A volte usciva con le sue amiche, certo, ma di mattina, così presto, solitamente era tutto fuorché introvabile. Eppure, non c’era. Non lì, almeno. Stava invece trottando ad una lentezza incredibile per la ferrovia della stazione di Ponyville, ricoperta di terriccio e sangue, suo e non, scioccata a causa di un’esperienza incredibilmente negativa che l’aveva segnata. Aveva assistito, mio dio, ad un omicidio, e non un semplice omicidio, bensì l’omicidio di un pony che conosceva. Era in uno stato mentale a dir poco estremo. Diciamo pure che non ne aveva uno: la sua mente era vuota, priva di qualsiasi pensiero, e vagava senza meta, con la criniera (a cui tanto teneva) arricciata e scurita. Fu vista da un pony che lavorava di leva alla stazione e che cercò di provvedere alla situazione. Cercò di recuperare Whooves, che era da qualche parte in città, a fare indagini in casa Fate (stava sorridendo alla povera Cigafate, che aveva un assoluto bisogno di qualcuno che le dicesse di stare calma, anche se in fondo aveva superato il trauma), e gli fece trovare la povera puledrina, svenuta sulle rotaie. Fu portata in ospedale: un coma. Ma Whooves era sicuro che dovesse esserci una connessione con Mirrorfate. Ne fu più sicuro quando trovò la collocazione dell’assassinio: un vagone di treno vuoto, diroccato, nella foresta. Al suo interno, oltre a varie chiazze di sangue e di terriccio, vi era una montagnetta di polvere sopra la quale vi era una collana alla cui conclusione vi era un cuore diviso a metà: possibile che l’altra metà del cuore ce l’avesse l’assassino? Ma la cosa più sconcertante era un’altra; un foglietto per terra su cui, scritta col sangue, vi era la frase “CAOS CAMMINA CON ME”. Furono fatte indagini: il sangue non era quello di Mirrorfate, nemmeno quello di Rarity, sarà stato quello dell’assassino. Assurdo. Masochismo, perversione... non cose conosciute a Ponyville, cittadina distante dal resto del mondo. Il Dottore mandò (tramite Spike) una lettera alla Principessa Celestia: c’era bisogno di un aiuto in più nelle indagini... un qualcuno che fosse specializzato. Un qualcuno di perfetto, di buono, di caratteristico, di adatto alla situazione. E fu così che la principessa, letta la drammatica situazione, mandò verso Ponyville una sua fedelissima: Fidelio.

Fidelio era una unicorno di Canterlot che abitava in una casetta storta a meno di mezzo chilometro dalla casa della principessa, che era un po’ il suo sovrintendente: non c’era una vera agenzia investigativa speciale in Equestria, c’era solo la polizia di Stato di Shining Armor, ma Fidelio aveva costituito, sotto ordine diretto della governatrice del paese, una sorta di organizzazione al fine dell’aiuto della comunità in caso di problemi di violenze o furti. Era chiamata FSI, Federal Stable of Investigation, Stalla Federale di Investigazione. Spesso non avevano che una funzione di ‘cervello’ per la Polizia di Stato, ma spesso erano anche incaricati di lavori più personali in cui vi era solo una funzione di ‘cervello’ ed ‘intuito’ e nulla del fisicismo richiesto dalla Polizia di Stato. E l’intuito investigativo di Fidelio era indubbiamente tra i migliori.
La sua criniera spettinata, lunga e moderna era modulata su colori di giallo scuro e marroncino, ed il suo corpo era dorato. Aveva degli occhioni azzurri ed un sorriso sincero stampato sul volto. La sciarpa legata al collo sembrava di cattivo gusto o comunque estranea alla colorazione generale della sua figura, essendo essa blu e verde e quindi completamente discordante con la generale aura che emanava la sua figura. Ciò non le levava un certo fascino visivo, aggiunto alla virilità della sua gentile personalità. Nella sciarpa nascondeva un particolare congegno simile ad un registratore che gli permetteva il contatto a distanza con una collega del FSI, nome in codice Diane: con la magia del corno, accendeva il congegno e poteva parlare, facendo richieste o cronache delle proprie indagini e dei particolari del caso. Cosa che in effetti l’agente speciale fece, arrivato a meno di 3 chilometri da Ponyville, quando era ancora la mattina abbastanza presto:
Diane, 7:30 del mattino, 24 febbraio. Tra poco arriverò a Ponyville. Parecchio vicina a
Everfree Forest, e discretamente non lontana dalla capitale. Non ho mai visto così tanti alberi nella mia vita. Come direbbe W.C. Applefields, preferirei essere qui che a Fillydelphia. Si tratta di una ventina di gradi in un giorno poco nuvoloso. L’uomo del meteo dice che pioverà. Se potessi essere pagata con quel tipo di denaro per essermi sbagliata il sessanta percento del tempo, starei lavorando molto duramente. Il chilometraggio del treno è 79.345, ma tutto è ok, stanno cavalcando quasi dei fumi qui, dovrebbero riaccendere il serbatoio. Ricordami di dirti a quanto viene. Ho pranzato a metà strada al Lampsyre Inn, un posto che non costa molto. È sulla rotaia due, vicino a Lewis Fork. Un sandwich di tonno, una fetta di torta di ciliege ed una deliziosa tazza di caffè. Cibo dannatamente buono. Diane, se tu passassi per di qui prima o poi, quella torta di ciliege vale un pranzetto, anche veloce. –

Lyra e Bonbon erano care amiche di Mayor Mare da un po’ di tempo. Giovani e simpatiche, amate da tutta la comunità per la loro sprizzante effervescenza (oltre che per la pestiferia rinomata di Lyra, che Bonbon cercava di contenere), erano state incaricate dal sindaco di lavorare come tramite tra le costruzioni del Great Cithern di Flim, che spesso era fuori città, e Flam, e la città di Ponyville, data la scarsa fiducia della comunità verso i fratelli truffaldini. Fu strano quello che si creo, una sorta di rapporto quasi filiale dei due (soprattutto di Flam, il più presente) per le giovani puledrine, che erano comunque immature nella loro spiritosa simpatia. Ormai stavano lì, partecipavano alle cene, chiacchieravano come persone di famiglia. Era una cosa simpatica, nell’insieme. Ma anche loro avevano notato il disperato broncio di Lawfate mentre veniva accompagnato alla porta d’uscita insieme alla moglie dal dottor Whooves. Era lecito chiedere a Flam cos’era successo. Scoppiarono all’unisono in una domanda, e Flam, come un padre, rispose con cautela, cercando di non turbare troppo le puledrine, che rimasero di cattivo umore davanti a tale storiella. Capirono però che potevano rigirarla a loro favore quando lo stallone baffuto disse loro una frase fatidica:
Non ditelo ai nostri ospiti di Fillydelphia, potrebbe rovinare gli affari. –
Cosa poteva soddisfare i loro istinti burleschi più di rovinare quella faccenda caotica? La conferenza si era chiusa a metà per colpa del lutto, o, meglio, era passata a mani diverse, quelle di un segretario. Sarebbe stato veramente cattivo e divertente entrare nella stanza delle conferenze e fare confusione.
Fu, in effetti, quel che fecero. Trottando silenziosamente, si appoggiarono accanto al buffet, sbuffando e fingendosi annoiate, tristi, mentre altri cavalli in vestiti d’affari parlavano in una lingua dissimile dalla loro – era solo un accento a loro sconosciuto, ma sembrava quasi un mondo diverso, etimologicamente parlando. Lo zoccolo di Bonbon finì sulla trave sbagliata, causando uno scricchiolio imbarazzantemente rumoroso. Tutti, nella sala conferenze, si voltarono a guardarla. Il segretario, parlando con l’accento di Ponyville e quindi rendendosi comprensibile, le disse:
Giovani puledrine, c’è qualcosa che non va? –
Sono triste – esordì Lyra con un broncetto infantile falsissimo – Perché la mia amichetta
Mirrorfate è stata assassinata. –

Buongiorno, Dottore, è lei il Dottor Whooves, suppongo? –
Non sbaglia, lei dev’essere la signorina Agente Speciale FSI Fidelio? –
Chiamami pure Fidelio, e diamoci del “tu”. Questo lavoro potrebbe durare a lungo e dobbiamo
stabilire un rapporto di convenzionale e giusta amicizia tra colleghi. –
Certamente. Suppongo che la principessa Celestia ti abbia già informato sui particolari
principali riguardo all’omicidio di Mirrorfate e al ritrovamento di Rarity. –
No, so già tutto, mi piacerebbe esaminare Rarity. È in coma all’ospedale, se ricordo bene. –
Sì, è qui dietro l’angolo, seguimi. –

Arrivati all’ospedale, all’entrata vi era Twilight Sparkle. Si presentò all’Agente Speciale:
Salve, Fidelio, Celestia mi aveva parlato di te. –
Tu immagino sia Twilight Sparkle, la studentessa della principessa –
Esattamente. –
Qual è stato il tuo rapporto con Mirrorfate? –
La conoscevo... da Canterlot, quando eravamo più giovani. – disse con un sorriso ambiguo e
bizzarro l’unicorno viola.
Mhm, c’è qualcos’altro? –
Beh, sì, anche se non l’avevo ancora detto a nessuno. È stata la mia paziente negli ultimi mesi, sono... una psicologa part-time. – rise disperatamente, per non piangere.
Bene, bene. Per ora voglio controllare Rarity e Mirrorfate per delle mie indagini, presto ci riincontreremo per delle domande. Suppongo sia chiaro. –
Certamente. – sorrise.
Nell’allontanarsi, Whooves guardò Fidelio. La sua sicurezza, la sua prontezza, ma allo stesso tempo la sua gentilezza ed il suo buon umore. Il detective, se non l’equino perfetto. Un essere vivente etereo e BUONO.
Adesso – fece l’unicorno color oro – Voglio controllare lo zoccolo sinistro di davanti di Rarity per delle prove che sto cercando. Posso? –
Certo, la sua stanza è di qua. –
Entrati lentamente nella stanza dell’unicorno bianco privo di sensi ed in coma, furono condotti nei movimenti (cauti) da un’infermiera che seguiva ogni loro spostamento. Non bisognava far provare dolore a Rarity, in alcun motivo — anche se probabilmente non l’avrebbe mai sentito. Ma con la magia del proprio corno, Fidelio cercò una qualsiasi sorta di possibile pezzo di carta nello zoccolo di Rarity. Non trovò nulla. “Strano” pensò “Avrei giurato che questo fosse uno dei casi Rosa Azzurra della Principessa”.
Controlliamo Mirrorfate, non ho trovato niente. –

Nel prendere l’ascensore verso l’obitorio, Whooves e Fidelio notarono uno strano pony privo di uno zoccolo sul davanti, che camminava lentamente. Aveva una strana barbetta grigia un po’ folta, sembrava un tipo eccentrico, ma non ci badarono più di tanto. Purtroppo. Nell’entrare nella stanza della povera vittima (che fu identificata dal padre in lacrime una mezz’oretta prima), Fidelio notò l’incredibile quantità di sporco sul cadavere, sembrava quasi che fosse un poco putrefatto. La criniera rossa, il pelo blu... tutto così impuro e lontano dalla perfezione. Eppure era chiaro: “Allora ho capito” pensò Fidelio “È così quindi... DAVVERO è un caso Rosa Azzurra della Principessa”. E fu a quel punto che, con lo sbalordimento di Whooves, che era comunque ancora un po’ dubbioso sui comportamenti della puledra, Fidelio trovò nello zoccolo sinistro di davanti di Mirrorfate un pezzo di carta minuscolo, un quadratino su cui era stampata in stampatello la lettera R.
– Ehi, Whooves. – fece quindi – Ho scoperto qualcosa. Ci siamo. Ho un comunicato per gli abitanti. –


Capitolo Due

Questa storia contiene riferimenti molto espliciti sin dal titolo alla serie TV Twin Peaks.

Twin Hooves: una fanfiction di MrFidelio7is

Capitolo secondo: Twin Hooves parte seconda
Chi è quella? – chiese Fidelio a Whooves, per orientarsi un po’ con gli abitanti più
importanti della città, che erano venuti a presentarsi alla conferenza messa in atto dai due con il sindaco per fornire le giuste informazioni sulla indagini su Mirrorfate.
Il suo nome è Applejack, lei, insieme alla sua famiglia, la famiglia Apple, è a capo di Sweet
Apple Acres, la maggiore casa di produzione di mele di Ponyville, ed è quindi una delle puledre più importanti della città. E, aggiungerei – fece con uno spensierato sorriso sentimentale – una delle più belle. Suo fratello Big Mac, che è seduto accanto a lei, è lo stallone che ha trovato il cadavere. Accanto a lei c’è la sorellina Apple Bloom e accanto ad Apple Bloom c’è la nonna dei tre, Granny Smith. – rispose il pony dal pelo marrone. Erano seduti ad un lungo tavolo in una specie di Aula Magna insieme a Mayor Mare, e davanti a loro c’erano numerosi abitanti di Ponyville. Granny Smith stava conversando con Flam e sorridendo.
E il simpaticone rosso-capelluto? –
Il suo nome è Flam. Insieme al fratello Flim ha costruito un albergo ai limiti delle tenute di
Sweet Apple Acres, dovranno abbattere parecchi meli della famiglia Apple. Gira voce che troveranno un accordo, ma è una situazione difficile. –
Quella invece è Twilight Sparkle, no? – fece puntando lo zoccolo verso l’unicorno viola.
Sì, è parecchio turbata perché Rarity era anche una delle sue migliori amiche. –
Difficile situazione. E quella là in fondo? – fece, adesso facendo un cenno verso un altro
pony viola.
Il suo nome è Berry Punch, ma noi la chiamiamo quasi tutti “la puledra del vino”. Vedi che
ha una bottiglia di vino legata sulla chiena? – Fidelio osservò il pony. In effetti quello che diceva il Dottore era vero – È da quando è morto suo marito che tiene quella bottiglia legata lì. A volte sembra convinta che la bottiglia possa parlare. È un po’ la giumenta strana del villaggio, ma non fa mai male a nessuno, quindi non l’abbiamo portata nell’istituto per i pony mentalmente malati. –
Altre persone degne di nota? –
Lì, nell’ultima fila, c’è la mia segretaria Derpy, quel pegaso grigio con la criniera bionda.
Accanto a lei c’è Norma Cake, l’unicorno azzurro dalla criniera giallina, lo chef principale di Sugarcube Corner da quando, non molto tempo fa, i coniugi Cake sono andati a lavorare per un anno per la principessa Celestia. Suo marito Hank al momento è in prigione. Accanto a lei c’è Big Shocklane, lo zio di Thunderlane, uno dei migliori amici di Mirrorfate, e accanto a lui sua moglie, Nadlane. Anche Thunderlane come loro ha il pelo nero e la criniera azzurra. Quei due pony arancioni dalla criniera rossa sono i genitori di Leather, il ragazzo di Mirrorfate, che è invece di un colorito più scuro. –
Ok, mi sa che è ora di accendere i microfoni e cominciare il discorso. Ah, un’ultima
domanda! – disse l’unicorno dorato – Mi hai detto che Flam ha un fratello chiamato Flim. Dov’è? –
Va spesso fuori città, tornerà dopo domani qui. È probabile che la morte di Mirrorfate causi
loro problemi finanziari, visto che è la figlia del loro avvocato Lawfate. Accendiamo i microfoni? –
Certo. –
Signora sindaco? – accennò il Dottore al sindaco, un’essere autorevole ma che a volte
perdeva colpi nella sua credibilità. Questa si schiarì la gola e accese i microfoni.
Salve, abitanti di Ponyville – cominciò questa, facendosi sentire in tutta la sala – Come
probabilmente molti di voi già sanno, una nostra giovane abitante, la piccola Mirrorfate, ieri sera sul tardi è stata assassinata. Il suo cadavere è stato ritrovato stamattina da Big Mac, che giustamente si è subito rivolto al dottor Whooves, che a sua volta ha chiamato aiuto dalle agenzie di investigazione private di Canterlot, motivo per cui per un certo periodo avremo un nuovo abitante tra di noi, ovvero la quipresente Fidelio. Adesso do a lei la parola. –
Buongiorno a tutti – fece Fidelio con un tono al più possibile serio ma anche rassicurante,
dopo essersi assicurata che tutti la sentivano – Volevo raccontarvi parte di quello che per ora sappiamo riguardo il caso, una parte importante che tutti dovrebbero sapere, più o meno. Un caso che, sfortunatamente, è già una sensazione. L’omicidio della giovane Mirrorfate, figlia dei coniugi Cigafate e Lawfate, è stato accompagnato da ripetuti stupri e percuotimenti da parte di un assassino ancora non identificato. Insieme a lei, è finita in coma anche la giovane Rarity, anche lei molteplici volte stuprata e percossa. Sul luogo dell’omicidio abbiamo trovato varie prove dell’insanità mentale del soggetto: masochismo, che l’ha portato a scrivere con il proprio sangue la scritta “CAOS CAMMINA CON ME”, e devozione per i particolari. Infatti, nello zoccolo di Mirrorfate, abbiamo trovato un piccolo pezzo di carta con su scritta la lettera “R”. Non è un caso: meno di un anno fa, in una cittadina qui vicino di molti meno abitanti, è stata uccisa in maniera simile un’altra puledrina di nome Banx. Chiaramente, si tratta di un assassino seriale. Io, la FSI e la principessa Celestia sappiamo alcune cose riguardo all’assassino, cose che però non possiamo divulgare e che non possono aiutare con la scoperta della sua identità, ma possono aiutare con lo svolgersi delle mie indagini, che si baseranno non solo sulle prove ma anche su un livello investigativo recentemente utilizzato dalla principessa in persona. Non c’è, quindi, da preoccuparsi: troveremo l’assassino il più presto possibile, con tutti i mezzi di cui disponiamo. Già ora abbiamo alla stazione la migliore amica di Mirrorfate ed il suo ragazzo Leather. Probabilmente avranno qualcosa da dire. Inoltre, sul luogo del delitto, abbiamo trovato una catenina con un cuore spezzato alla fine. Secondo noi è possibile, ma non probabile, che chi ha l’altro mezzo cuore sia l’assassino, data la possibilità di un omicidio passionale. Ma non possiamo dire con certezza. Vi informerò personalmente di eventuali sviluppi. Grazie. –

Dall’altra parte di Ponyville, sulle colline, era visibile il giovane Thunderlane. Broncio sul viso, collana con metà di un cuore legata al collo, osservata con malinconia.

Fidelio e Whooves si misero a guardare le prove che avevano trovato in camera di Mirrorfate. Un diario, una scatoletta per il trucco ed una videocassetta, registrata nella maniera con cui i pony di Ponyville registravano i video, ovvero attaccando la videocamera a dei braccini meccanici attaccati al collo. Il diario conteneva poche piccole frasette, principalmente prive di senso logico, tranne una, scritta il giorno prima di morire, che conteneva la frase “sono nervosa riguardo all’incontro con T”. T. era sicuramente un’iniziale: di Thunderlane, forse? Ad una pagina di pochi giorni prima era attaccata con una graffetta una bustina contenente una chiave che apriva una cassetta di sicurezza in camera della puledrina, dentro la quale erano state ritrovate delle riviste erotiche per scambisti e molti contanti. Nella bustina erano rilevabili tracce di cocaina, una droga la cui diffusione a Ponyville era stata bloccata da tempo, ma che probabilmente ancora girava, forse addirittura nelle scuole. La videocassetta conteneva un video apparentemente innocente, ma forse importantissimo per le indagini; in tal video, Mirrorfate e la sua amica Colgate stavano ballando e giocando scherzosamente in mezzo ai prati, con un improvviso primo piano conclusivo sull’occhio di Mirrorfate, il cui volto esprimeva una gioia incredibile ma anche spaventosamente effimera. Chi è che stava girando il video, tra l’altro? Solo Colgate avrebbe potuto dirlo. Leather era in una cella, ad aspettare il suo turno: non era triste o malinconico, era solamente arrabbiato di essere stato considerato un possibile sospetto. Colgate invece non era riuscita a smettere di piangere per tutta la giornata. Aveva ricevuto un invito cartaceo, la mattina stessa, da parte di Thunderlane, che le chiedeva di incontrarsi per parlare del lutto, incontrandosi in un locale, e non vedeva l’ora di uscire dalla sala d’attesa della casa/stazione di polizia di Whooves per potersi recare in tale posto: Vinyl’s Edge. Avrebbe dovuto rispondere a delle domande riguardo a quel video, ma non se la sentiva. Era troppo triste e non riusciva a pensare: avrebbe dovuto dire la verità, sebbene sembrasse, nella sua plausibilità, generalmente sbagliata? Poteva anche rivelarsi una causa di un imprigionamento di Thunderlane, che non solo era quasi sicuramente innocente, ma era anche da tempo l’oggetto dei desideri di Colgate, anche se lei non era mai riuscito a dirlo a nessuno. Era una triste situazione, molto complessa. Il nome dell’unicorno blu fu nominato, ed entrò nella stanza in cui Fidelio ed il dottore conversavano precedentemente, anche se ormai non solo erano zitti, ma la stavano anche fissando con uno sguardo che voleva essere serio e rassicurante, ma risultava, agli occhi paranoici e poco ragionevoli della giovane, solamente e puramente inquietanti nella maniera più assoluta.
Buongiorno, Colgate. – fece Fidelio con un sorriso che non voleva certo essere ‘cattivo’ nei
confronti di Colgate (o di Mirrorfate) – Abbiamo qui – come lei poteva vedere dallo schermo acceso – un video di tu e Mirrorfate che ballate e vi divertite. È una cosa lecita, normale, semplice, e a quanto pare dalle vostre espressioni, anche divertente, no? C’è solo un problema: chi ha girato questo video? –
Beh – fece schiarendosi la voce – Eravamo andate a fare un picnic sulle colline, quando si è
fermata una coppia di turisti in carrozza. Abbiamo chiesto a loro di filmarci perché volevamo rivivere questo momento riguardandoci sullo schermo. Lo abbiamo fatto più volte, anche se di solito ci filmavamo a vicenda. –
Davvero? –
Davvero. – mentì.
Bene, allora penso che ci possiamo salutare. –
Davvero? –
Davvero! Anche se un’ultima domanda, non inerente al caso, ce l’avrei. – fece Fidelio
mentre Whooves la guardava sorpreso della velocità nell’interrogazione – Conosci bene Leather? –
No, non benissimo, ma il suo migliore amico Snakepit è il mio ex-ragazzo. –
Snakepit è quello dalla criniera bionda e il pelo rosso? L’atleta senza corno nè ali? –
Esatto. –
Bene, grazie di tutto, puoi tornare a casa. – sorrise il pony dorato.
Solo così, Fidelio? Ti basta? – fece Whooves prima ancora che Colgate cominciasse ad
allontanarsi.
Il nostro unicorno blu non c’entra nulla, amico. – rispose – E non mente. Me lo dice il mio
intuito. Porta dentro Leather, piuttosto. –
Va bene. – fece Whooves mentre Colgate si allontanava. Chiusa la porta dell’ufficio,
rimasero Fidelio e Whooves da soli.
Colgate mentiva. Il mio intuito lo dice. Ma non lo fa per cattiveria, lo fa per amore.
Lasciamola stare. –


Leather entrò con un sorriso sfacciato ed un’aria pomposa e saputella, annoiato, lurido. Voleva uscire da lì e avrebbe detto volentieri una caterva di stronzate apocalittiche pur di levarsi dalle scatole. Non c’entrava nulla, era sicuro di ciò, come era sicuro che amava Mirrorfate – cosa che comunque non era vera; come può un pony che nemmeno sa cos’è l’amore dire di amare un altro pony e poi non soffrire dopo aver scoperto della sua morte?
Voglio un avvocato. – sbraitava.
Tu vuoi un avvocato, eh? – fece Fidelio con un sorriso che prendeva il giovane per i fondelli
in maniera brutale – Mi dispiace. Ti farò solo due domande, poi ti rilasceremo, va bene? –
Ve benissimo. – sbuffò.
Allora, guarda lo schermo. – Leather guardò lo schermo e vide Colgate e Mirrorfate che
ballavano – Conosci questo video? –
No, ma non ci vedo nulla di male. Questa era la prima domanda? –
Sì. Ci vedi nulla di strano? Questa non era la seconda domanda. –
No, nulla, è normalissimo. –
Qualcosa che manca, qualcosa di sbagliato? –
No. –
Tipo, non lo so, non hai la più pallida idea di chi possa averlo filmato? Non sei mica stato
tu? Questa era la seconda domanda. –
No, non sono stato io. – fece con un’espressione calma ma sotto sotto colma di rabbia
latente. Rabbia che fu colta dall’astuto intuito di Fidelio.
Va bene, per me puoi andare. –

– Hey, Snakepit, come butta? –
Bella lì, Leather. Va di merda, ma a te va peggio, come ti senti? –
Bro, mi sento ok, non preoccuparti, però dobbiamo fare qualcosa prima di stanotte. –
Cosa? –
Spaccare il culo a qualche pegaso fifone. –
Yo, ci sto dentro troppo. –
Bene, muoviti. –
Sissignore. –

Fidelio era ormai dentro l’ufficio a guardare il video di Mirrorfate e Colgate che ridevano da ore, in loop. Era già sera e (per inciso) Colgate era a meno di un chilometro dall’entrata del Vinyl’s Edge, che si trovava a mezzo chilometro dalla casa del dottore. Whooves era preoccupato ed entrò insieme a Derpy.
Fidelio? –
Sì? – fece prontamente la puledra dorata nel voltarsi.
Ti presento la mia segretaria Derpy. –
Oh, piacere, Fidelio. – si presentò.
Piacere tutto mio. Prima ho fatto una scoperta. –
Che scoperta, Derpy? – fece Fidelio. Whooves la sapeva già – È inerente al caso? –
Sì! L’ho interecettata mentre Leather usciva dall’ufficio. Si era incontrato con il suo amico
Snakepit e si sono detti che... –
Devono vendicarsi verso un pegaso, vero? – concluse Fidelio, lasciando gli altri due a bocca
aperta.
Come facevi a saperlo? – fece Derpy, che si credette per qualche secondo ingenua, o forse
stupida.
Guardate qui. – disse Fidelio mandando in avanti il video fino all’ultima inquadratura,
quella dell’occhio di Mirrorfate – C’è un riflesso. Cosa vedete nel riflesso dell’occhio? –
Vedo un cuscinetto triangolare, non ne ho mai visto uno in vita mia di quel tipo. – disse
Whooves. In effetti era un cuscinetto triangolare di grandi dimensioni, ma è strano che i pony di terra lo conoscano. Infatti fu Derpy a spiegare cos’è.
Quello è un alatore! – disse con tono di intelligenza muovendo su e giù le pupille – È un
aggeggio che usiamo noi pegasi per smuovere i muscoli delle ali! –
Esatto, ciò significa che a girare il video è stato un pegaso. – disse Fidelio – L’ho visto solo
adesso, purtroppo, sarebbe stato meglio arrivarci prima. Adesso che ne dici se andiamo al Vinyl’s Edge, dottore? –
Come mai? – chiese mezzo stupito.
Credici o no? Intuito. –

Snakepit e Leather erano appena entrati al Vinyl’s Edge, un locale dove veniva venduto sidro a volontà, frequentato da molti pony di Ponyville, soprattutto pegasi viaggiatori che passavano sopra la cittadina e dovevano fermarsi per un sorsetto. Leather ancora non aveva digerito il lutto, ma aveva una sua maniera superficialotta e pomposa per sopportare il dolore: fingere di stare bene con tutto il resto. E come? Bevendo alcol e sentendo la musica che Vinyl Scratch, la musicista del locale, stava trasmettendo nelle casse a volume altissimo. Dopo aver suonato due brani parecchio aggressivi, Vinyl era passata ad un soft che le coppiette in giacche di pelle stava ballando con lentezza. Avrebbe sciolto o emozionato chiunque: ma non Leather, e tanto meno Snakepit. Loro erano lì solo per divertirsi, e per aspettare che passasse Thunderlane, noto per essere un frequentatore assiduo del locale, per poterlo uccidere o picchiare. Invece, dalla porta d’entrata entrarono Big Shocklane, lo zio, e Norma Cake, che si era quindi presa la serata libera lasciando Sugarcube Corner alla sola Pinkie. Leather e Snakepit ben li conoscevano e sapevano anche che tra i due c’era qualcosa di meno innocuo di una banale amicizia ma non intendevano farci niente. Erano comunque insospettiti. Dietro il bancone del bar c’era un amico di Leather, il grasso Carnett. Produceva sidro a volontà, altissima qualità, direttamente dalle migliori mele di Sweet Apple Acres. Era uno un po’ sospetto, con il suo corno incredibilmente corto, la criniera nera ed il pelo scuro, anche brutto a vedersi.
Fu a quel punto che Colgate arrivò davanti al Vinyl’s Edge, pochissimi secondi dopo che c’erano arrivati Whooves e Fidelio. Vedendola entrare nel locale, decisero di aspettare fuori e di vedere se stava succedendo qualcosa di importante. Successe in realtà parecchio velocemente: appena entrata, fu notata da Leather e da Snakepit, che ormai la sopportava poco per la recente conclusione della loro relazione. Si avvicinarono a lei e cominciarono a strattonarla, mentre piangeva e si muoveva a destra e sinistra per evitare i loro zoccoli luridi e molesti. Lei era lì solo per una persona: Thunderlane. Che non c’era. Big Shocklane, conoscente di Colgate, arrabbiato per il cattivo comportamento, si avvicinò velocemente ai due giovani pony per fare loro del male, ma fu presto colpito da una zoccolata di Leather. Shocklane si fece molto male, ma ebbe uno strano presentimento: che non fosse la zoccolata di Leather a procurargli tutto quel dolore. Colgate cercò di allontanarsi: un sacco di pegasi amici di Thunderlane si avvicinarono a Shocklane; volevano aiutarlo, nel nome dell’amico-parente comune. Cominciò una rissa forsennata. La criniera azzurra di Vinyl Scratch continuava a muoversi forsennatamente in su e in giù a ritmo, senza realizzare cosa stava succedendo. Un pegaso con la criniera bionda ed il pelo nero chiamato Hessie diede una patta sulla schiena a Colgate e le disse che, per paura dell’ira di Leather e Snakepit, Thunderlane aveva deciso di incontrarla nei boschi invece che al locale. Hessie stesso l’avrebbe portata in volo sulle spalle fino al punto esatto dell’Everfree Forest in cui Thunderlane si era appostato. Colgate accettò: uscirono dal retro del locale, ma furono comunque visti da Fidelio e Whooves, che decisero di inseguirli il più velocemente possibile.
“È scomodo stare sulla schiena di Hessie” pensò Colgate “ma devo assolutamente parlare con Thunderlane, anche se per farlo dovessi stare seduta sulla schiena di Hessie per tre ore!”. Più velocemente di quanto sperato, con Fidelio e Whooves che si erano quasi persi (ma per non peggiorare la situazione si erano fermati in mezzo al bosco), Hessie giunse in mezzo all’Everfree Forest e poggiò Colgate. Thunderlane era lì, in tutta la sua ambigua maestosità, con la criniera azzurra ed il muso da duro che nascondevano un animo in realtà dolce. Thunderlane amava, infatti, Mirrorfate, e molto più di quanto Leather l’avesse mai amata: il loro era un amore proibito dall’eccentrismo forsennato di Mirrorfate e dalla personalità bizzarra di Thunderlane. Non potevano continuare così. Per un motivo o per l’altro, Thunderlane si sentiva una delle cause della sua morte. C’era qualcosa che non andava, comunque. Solo Colgate sapeva di loro. Che c’entrasse qualcosa? C’era solo una maniera per scoprirlo, mentre Hessie volava via.
Ciao, Colgate. –
Thunderlane. Come ti senti? –
Sto bene. – fece una pausa. Si sentirono degli scricchiolii e dei suoni di gufi – Secondo te
chi è stato ad uccidere Mirrorfate? –
Come posso averne una minima idea? O, anzi, come posso sapere che non sei stato tu? –
Puoi solo fidarti di me. Io, non sono stato. –
Come me lo puoi provare? –
Non posso provarlo, puoi solo fidarti di me. Sono sempre lo stesso Thunderlane, lo stesso
Thunderlane, sì, lo stesso... – sospirò, e scesero delle lacrime, lentamente – lo stesso Thunderlane che amava Mirrorfate e che andava... a fare dei picnic. Sulle colline. Con voi. –
Io... – si sentiva in colpa per averlo giudicato male. Perché sì, era ovvio, Colgate l’aveva
giudicato male.
Lo strinse in un abbraccio, e cominciarono a piangere. E, all’improvviso, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, si baciarono appassionatamente. Amore, passione, sensualità. Cosa c’era dietro quella storia, del resto? Si guardarono: gli occhi azzurri, e ancora l’amore e la passione. Avevano capito tutto, l’uno dell’altra. Forse Thunderlane frequentava Mirrorfate solo per Colgate. O, forse, Colgate era loro complice solo perché era innamorata di Thunderlane. Lo aiutò a seppellire la collanna con il mezzo cuore, che avrebbe potuto renderlo un sospetto, e poi scappò sul suo dorso, in volo, verso una destinazione sconosciuta o forse addirittura inesistente. In realtà, dovevano semplicemente tornare a Ponyville, ma un giro privo di scopo era sempre stato considerato un possibile momento di suggestione.

Fidelio entrò al Great Cithern e fu benvenuto a zampe aperte da un Flam eccitato fino all’isteria di avere un cliente così importante. Soprattutto in un momento così difficile per l’azienda dato che, a quel che si sentiva dire da lui, “alcuni tra i suoi clienti più illustri erano scappati per colpa delle marachelle di qualcuno”. Lyra e Bonbon ridacchiavano dietro una colonna guardando Fidelio con uno sguardo furbetto: per quanto seducenti e bizzarre, ancora la puledra dorata non provava interesse per loro. La stanza di legno di Fidelio era comoda ed accogliente, e prima di andare a dormire, Fidelio raccontò a Diane l’intera giornata.
Nel frattempo, Cigafate a casa stava cercando di riposarsi, mentre al piano di sopra Lawfate piangeva disperato. Respirava lentamente. Inspirava, espirava, inspirava, espirava. Ebbe una visione, incredibilmente realistica. Immediata, potente, assurda, incredibile, stupefacente: uscì dalla sua testa. Era reale. Cigafate cominciò ad urlare con tutta la voce che aveva in corpo. Un corno dal colore non identificato, nel buio, tirava fuori dalla terra una catenella con un mezzo cuore. Era reale. Era reale. Ed era terribile.
Ultima modifica di TheToonlink97 il 09/10/2012, 21:02, modificato 3 volte in totale.
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda MrFidelio7is » 23/09/2012, 0:21

Weilà
Sono il creatore della fic, mi sono appena iscritto. :whywubwoo:
Volevo solamente dire un paio di parole su degli errori madornali di scrittura di cui mi sono reso secondo ad una seconda lettura.
In ben due situazioni ho nominato :spikey: quando volevo nominare :eeyup: per semplici motivi di CAMBIO di trama.
E in un'altra situazione ben più "assurda" ho scritto "in mano".
Non esistono le mani, GODDAMMIT
E, in questo senso mi dispiace per Lyra, ma vabbè.
Spero nel vostro apprezzamento e a presto (ma non so quanto presto) con il secondo capitolo.
Fanfic in corso: viewtopic.php?f=7&t=3698
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda TheToonlink97 » 23/09/2012, 0:25

COME.
VOLEVASI.
DIMOSTRARE.

Non so perché, ma adesso mi sento un figo...
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda † The \Metal/ Pøny † » 24/09/2012, 14:31

a quando il prossimo capitolo? questa storia mi sta piacendo :D
http://stormsspreader.deviantart.com/ <- link deviantart
it's time to... PARTY
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda MrFidelio7is » 24/09/2012, 14:39

† The \Metal/ Pøny † ha scritto:a quando il prossimo capitolo? questa storia mi sta piacendo :D


Comincio a scriverla oggi :D
Fanfic in corso: viewtopic.php?f=7&t=3698
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda cavalieresolitario » 24/09/2012, 14:50

Sangue. Sangue. Morte. Morte.

Un omicidio a equestria? Bene vediamo un pò il sangue e la morte.

Io credo di aver capito chi è l'assasino: Rarity è colpevole.
http://img593.imageshack.us/img593/4189/immaginevrj.png
La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia. [Arthur Schopenhauer]
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda MrFidelio7is » 24/09/2012, 15:36

cavalieresolitario ha scritto:Sangue. Sangue. Morte. Morte.

Un omicidio a equestria? Bene vediamo un pò il sangue e la morte.

Io credo di aver capito chi è l'assasino: Rarity è colpevole.


Vedrai un po' di sangue ed un po' di morte ed un po' di cose bizzarre.
Rarity non c'entra nulla. Oppure...
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda TheToonlink97 » 24/09/2012, 15:41

Ho modificato la fan-fiction, come richiestomi da Fidelio. Adesso la storia ha tutti i termini al posto giusto.
Non posso far altro che augurarvi buona lettura.
...di nuovo.
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda TheToonlink97 » 09/10/2012, 21:03

Uscito il secondo capitolo.
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Re: [FANFIC] Twin Hooves

Messaggioda DUBMAR » 26/02/2013, 19:41

oh mio dio o.o questo è un genio devo assolutamente sapere cosa succede dopo :) :) :) :) :) :) non vedo l'ora di leggere il seguito :) :) :) :) ora starò con il fiato sospeso fin quando non escono tutti i capitoli :yay:
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