[RACCONTO] Doom from the Past

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[RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Noxfero » 25/04/2012, 15:30

Ok il titolo non mi soddisfa pienamente, ma non sono uscito con nulla di meglio

Eccola qui, il racconto ideato in parte da me e in parte da altra gente troppo pigra per scriverla, e come già dissi, che senso ha scriverla senza poi farla leggere a qualcuno? quindi eccolo. Read and Review, come si dice :pazza: che non è mai tardi per migliorare lo stile

Avviso della presenza sia di OC che di pairing fra OC e le mane6, più avanti. So che c'è gente a cui non garbano, quindi avviso prima. Ah e se ci sono errori di battitura, non fateci troppo caso, ho la testiera che fa schifo (oltre alle mie dita che fanno schifo a batterci sopra)

Buona lettura



Old Tome camminava lentamente nel corridoio buio della libreria. Come custode della biblioteca, era suo compito controllare che tutti i volumi fossero al loro posto. Un lavoro che altri pony non avrebbero certamente fatto volentieri, trovandolo principalmente noioso e usurante, ma non lei. Dopo tutto, il suo talento speciale era quello di prendersi cura dei vecchi libri della biblioteca reale di Canterlot. Dopo aver controllato due volte che tutti i libri fossero al loro posto, Old Tome andò nella sua parte preferita. La notte era ancora lunga, e come era suo costume, prese uno dei libri più vecchi con cui passare la notte. Dopo tutto, nessuno aveva mai tentato di rubare nulla dalla biblioteca, per questo poteva rilassarsi tutta la notte, leggendo un ennesimo libro. Era incredibile come, dopo quasi cinquanta anni di servizio, era riuscita a leggere solo una frazione dei libri dell’immensa biblioteca. Recentemente, aveva deciso di dedicarsi alla storia di Equestria, e fino a quel momento aveva letto un solo libro sull'argomento. Era il momento di passare all secondo. Dopo aver letto con attenzione alcuni titoli, la vecchia giumenta grigia, con l’aiuto di una debole aura grigia emanata dal suo corno, estrasse uno dei libri . Delicatamente e con attenzione, posò il libro su uno dei tavoli della biblioteca e sempre con la sua magia, girò le prime pagine. Il suo corno cominciò a brillare debolmente, illuminando fiocamente la biblioteca permettendo a Old Tome di leggere i minuti e vecchi caratteri. Le ore scorrevano tranquille, mentre la vecchia bibliotecaria ripercorreva la storia del Equestria. Girata una pagina tuttavia, sbiancò. Lesse la pagina due volte, con gli occhi spalancati. Se ciò che leggeva era corretto ...
Sollevò il libro con la sua magia, galoppando poi fuori della biblioteca, urlando il nome della principessa.


Era una calda e luminosa giornata di sole a Ponyville, evidentemente Rainbow Dash aveva deciso per una volta di fare il suo lavoro prima del solito, ripulendo il cielo dalle nuvole. O più probabilmente era stata costretta da una certa rimbalzante pony rosa, che aveva tutta l'intenzione di celebrare il primo giorno di primavera lanciando una grande festa nel parco della piccola cittadina. E come al solito, Pinkie aveva qualche difficoltà a convincere un certo unicorno viola. "Oh, andiamo Twilight, sarà super duper divertente!" "Ne sono certa Pinkie, ma davvero, davvero, devo stare a casa e studiare ... Aiutarvi ad organizzare per mettere via l’inverno è stato un piacere, ma ora devo recuperare il tempo che ho perso ieri ... Pinkie, stai ascoltando ? " chiese Twilight, leggermente irritata, mentre il pony rosa rimbalzava per tutta la stanza "dai Twilight, con il tuo super cervello non ti ci vorrà niente per metterti in pari con i tuoi studi! Vieni a divertirti un po'!" "Pinkie ..." "Pretty pleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeease!" "Pinkie ..." "Pratty please con panna, scaglie di cioccolato e una ciliegina sulla punta?". Twilight sospirò, alzando gli occhi "ok ... Credo che un po 'di divertimento non porterà via troppo tempo ..." Pinkie sorrise e abbracciò la sua amica, prima di rimbalzare fuori dalla biblioteca-albero, cantando qualcosa a proposito della festa. Twilight alzò il suo corno, facendo fluttuare i libri che stava pianificando di studiare al loro posto. Mentre stava per uscire, notò Spike, il suo assistente numero uno, intento a guardarsi in uno specchio mentre indossa il papillon che Rarity gli aveva dato qualche tempo prima "Vieni anche tu, eh Spike?" chiese divertita l'unicorno "Certo!" esclamò il cucciolo di drago, guardando Twilight. "È il primo giorno di primavera, non conosco nessuno che perderebbero la festa give-a-welcome-to-spring di Pinkie Pie ... tranne te", disse, indicando l’unicorno con un artiglio, prima di tornare a sistemarsi il papillon. "Se stai sempre chiusa qui dentro, gli altri penseranno che preferisci i libri alla loro compagnia ..." suggerì, in attesa della reazione del unicorno. La mascella di Twilight si spalancò, mentre assorbiva le parole di Spike, poi si erse in tutta la sua altezza "Questo non accadrà! mostrerò che la loro amicizia vale molto più di un mucchio di vecchi libri!" dichiarò, prima di correre fuori dalla biblioteca, aggiungendo al volo “Vedrò di recuperare tutto lo studio più tardi”, diretta alla festa. Spike guardò il contorno viola di Twilight allontanarsi, mentre Owlowiscious atterrava sulla sua spalla, guardando nello stesso punto in cui il cucciolo di drago stava guardando. "Hehe ... funziona sempre ..." disse, sorridendo.

"Questo punch è semplicemente divino tesoro, devi assolutamente darmi la ricetta. Sono sicura che i miei genitori lo amerebbero”, esclamò Rarity, alzando il bicchiere con la sua magia, prendendo un altro sorso. Come di consueto, la festa di Pinkie Pie era un successo totale, e tutti stavano avendo una magnifica serata. La fashionista si era tenuta lontana dalla confusione, ma ora che il pony rosa si era avvicinato, aveva colto l'opportunità di parlare un po’ con la sua amica. Vicino a loro, Fluttershy masticava tranquillamente che la pony rosa aveva trovato il tempo per preparare. Pinkie sorrise contenta a Rarity "Oh, puledra sciocco, è un segreto. Pensa a godertelo, proprio come sta facendo Gummy." Rarity sì girò terrorizzata, temendo di vedere il cucciolo di alligatore di Pinkie Pie nella ciotola del punch. Invece vide il piccolo alligatore in un nobile tentativo di bere il liquido fruttato da un bicchiere di cristallo. Rarity sospirò di sollievo, prima di vedere che nella ciotola era nascosto il suo gatto, Opal, intenta a guardare Gummy in maniera molto, molto ostile….

Mentre Rarity e Fluttershy cercavano di trattenere un Opal inferocita, e Pinkie Pie rideva come una matta, Rainbow Dash aveva trovato qualcosa su cui sfidare Applejack. Le due puledre erano intente a ballare furiosamente al centro della folla di pony, ognuna convinta che sarebbe stata l’altra quella ad arrendersi per prima. Twilight guardò le sue amiche, sorridendo felice. Come aveva potuto pensare di voler stare a studiare? Si avvicinò sorridendo a Rarity, Pinkie e Fluttershy, mentre le tre cercavano di calmare Opal. Con un miagolio infastidito il gatto corse via, nascondendosi da qualche parte nel parco. Con un sospiro, Rarity si girò verso il timido pegaso "Onestamente, Fluttershy ... devi insegnarmi qualche segreto ... ne ho davvero, davvero bisogno ... Opal a volte sa essere un vero problema "mettendo poi su un sorriso, si girò verso il pony viola che si stava avvicinando a loro "Twilight, tesoro, sono così felice che tu ce l abbia potuta fare. A volte devi davvero staccarti da quei vecchi libri "" Sì, è esattamente quello che le ho detto io! Voglio dire, ok che sei allieva della principessa Celestia, ma siamo amici, e così ho pensato che forse avrebbe potuto smettere di essere una testa d’uovo per un po’ e venire semmai a divertirsi con noi! "Gridò Pinkie Pie, rimbalzando intorno a loro. Fluttershy sorrise un pochino, cercando di calmare il sovreccitato pony rosa. "Sì ... siamo tutti contenti che tu sia venuta Twilight..." disse la timida pegaso, guardando l’unicorno con un timido sorriso, mentre dava a Pinkie Pie qualche colpetto sulla testa. Twilight sorrise, mentre Spike si avvicinava al tavolo del buffet e iniziava a mangiare qualsiasi dolce che gli finiva sotto gli artigli. "Sì, suppongo che tu avevi ragione Pinkie ... un po’ di divertimento è quello che mi serve in questo momento" "Wohooo! Sapevo che era così! Abbraccio di gruppo! "Gridò Pinkie Pie, tirando fuori dal nulla Rainbow Dash e Applejack e abbracciandole tutte con le sue zampe. Spike fece una smorfia disgustata, prima di afferrarsi lo stomaco. Applejack fulminò con lo sguardo il piccolo drago "cavolo Spike, non c'è bisogno di fare quella faccia ogni volta, sai?". In risposta, il cucciolo di drago ebbe un conato, e in un lampo di fiamme verdi un rotolo apparve sospeso a mezz’aria. "Una lettera della principessa? Di cosa si tratta? "Chiese Rainbow Dash, mentre Twilight usava la sua magia per aprire la lettera e tenerla sollevata davanti agli occhi. "Forse vuole una delle mie torte! O forse i palloncini! Oppure le stelle filanti! Oppure i confetti! Oppure ... "Applejack infilò uno zoccolo nella bocca del pony rosa, (che dal canto suo continuava a parlare), guardando Twilight" allora zuccherino? ». L’unicorno abbassò la lettera, un po’ pallida. "Ci ha chiamati a Canterlot. Qualcosa di grosso sta per accadere. Qualcosa di sgradevole ...”


"Benvenute, elementi dell’armonia" salutò l’alicorno, guardando le sei pony, arrivate di corsa al castello. "Siamo qui principessa! Che cosa sta succedendo? Discord è di nuovo scappato? "Chiese la puledrina viola, guidando gli altri verso la principessa Celestia. L’alicorno fece un segno di diniego con la testa, iniziando a camminare lungo il corridoio, seguita dalle sei pony. "In realtà, mia fedele studente, nulla è ancora avvenuto, ma oramai, pare essere una questione di giorni.” Entrarono in una grande sala, dove un vecchio libro polveroso riposava su un lungo tavolo. "Twilight, ti ricordi di Old Tome?" Chiese dolcemente la principessa del sole, guardando la sua studentessa. "La custode della biblioteca? Che le è successo? " chiese preoccupata Twilight, seguendo il suo mentore nella stanza. "Stava leggendo un libro molto vecchio, mentre stava facendo la sua ronda notturna nella biblioteca, e ha incrociato qualcosa che non possiamo ignorare". Indicò il libro. "Nemmeno io ho letto tutti i libri nella biblioteca reale. Quindi, questa è stata la prima volta che ho posato i miei occhi su quel libro. L'argomento principale è la narrazione della fondazione di Equestria, ma la parte che ha preoccupato Old Tome non è questa. "Con un bagliore del suo corno, le pagine cominciarono a girare" è appena accennata, una parte che non possiamo ignorare, su una previsione di Cassandra ... " "che ora? "chiese Applejack, inarcando un sopracciglio. Twilight guardò la sua amica: "Sai, credo che non solo Spike abbia bisogno di una lezione di storia degli anni bui di Equestria. Cassandra era la sorella maggiore di Starswirl the Bearded. Viene raccontato che avesse fatto un accordo con un draconequus, per ottenere il potere di vedere il futuro, ma in cambio, nessuno avrebbe mai creduto alle sue predizioni, fino al momento in cui si sarebbero avverate"" oh, ma coì è una cosa orribile! "Pinkie Pie esclamò, saltando sul posto. Celestia annuì alle parole della sua allieva "Perfetta spiegazione Twilight. In ogni caso, sembra che dopo la sua morte, il legame con la magia del Draconequus sia sparita, dato che ora siamo in grado di prendere in considerazione questa previsione” la principessa si schiarì la gola e cominciò a leggere" Nella notte senza luna, mentre la stella rossa è lumino in cielo, dopo il che il caos sarà stato nuovamente domato, nel profondo dell’oscura foresta, nelle profondità della terra, nel mare di pietra fusa, un antico pericolo per il mondo sta per ritornare. L’oscurità e il fuoco verranno risvegliati, e questa volta la pace sarà insieme all’armonia, nell’affrontare e dissipare la forza del Cataclisma".
Fluttershy emise un piccolo "Eeep" alla parola "cataclisma", mentre gli altri fissavano preoccupate. "Io non sono completamente sicura della parte finale, ma io e Luna siamo riuscite a figurare il significato generale della profezia" disse Celestia, allontanandosi dal tavolo e avvicinandosi alla sua allieva e le sue amiche "Il momento indicato dalla profezia è fra due giorni a partire da oggi, dal momento che sarà una notte con la luna nuova, e nel cielo brillerà Thanatos, la stella rossa per eccellenza. Per il luogo indicato.... avete mai sentito parlare della montagna Doomsday, nella Foresta di Everfree? ". Tutti guardarono Twilight, in attesa di una risposta, ma sorprendentemente, rimase i silenzio, guardando la sua insegnante in attesa. Celestia sorrise dolcemente, iniziando poi la sua spiegazione: "la montagna di Doomsday è, come suggerisce il nome, una montagna ..." "beh, duh", "Zitta Pinkie!" "... Una montagna, nella profondità della foresta, poco lontana dalla zona vulcanica dove si incontrano i draghi durante la loro migrazione ". A queste parole, Twilight, Rarity e Rainbow Dash annuirono. Si ricordavano quel luogo "Per millenni tutti hanno creduto che la montagna era proprio questo, una montagna. Ma i ricercatori di Canterlot, alcuni anni fa, avevano scoperto che la montagna Doomsday è in realtà un vulcano. Il più grande vulcano in tutta la Foresta di Everfree". Un altro "Eeep" scappò dalla bocca di Fluttershy. "Sembra che sia stato dormiente da quando i Pony lo conoscono, ma se la profezia è vera come penso, è sicuro pensare che in due giorni, il vulcano Doomsday erutterà". Gli occhi delle sei puledre si allargate "Ma principessa, se il vulcano non ha eruttato per millenni! Se eruttasse ora..." Twilight si interruppe, rabbrividendo. "Proprio così Twilight: l'eruzione sarà proprio quello che viene indicato nella profezia: un cataclisma. Il fuoco dal magma e l’oscurità dal fumo verranno liberate, mettendo in pericolo non solo la foresta, ma Equestria stessa "" Principessa, è sicura di questo? Voglio dire, onestamente, la montagna è molto lontana dal bordo della foresta " chiese Rarity, cercando nel contempo di calmare una Fluttershy oramai terrorizzata. L’alicorno annuì "Ha avuto un enorme quantità di tempo per accumulare i gas e il magma necessario per un'eruzione enorme. Il vero problema tuttavia non sarà il magma, ma l’immensa nuvola di fumo e cenere che verrà rilasciata: potrebbe facilmente ricoprire il cielo di Equestria per anni, rinchiudendola in una freddo e lungo l'inverno”. Rainbow Dash sbuffò" Oh, andiamo principessa, non un grande problema. Lei e la principessa Luna siete i pony più potenti di Equestria, sicuramente sapreste liberare il cielo da un po’ di fumo". Celestia guardò Rainbow scuotendo tristemente la testa: "Sono onorata , ma nemmeno io sono in grado si eliminare un immensa nube di fumo e cenere, nemmeno con l'aiuto della Luna; altrimenti perché vi avrei chiesto aiuto, quando quel drago aveva deciso di andare in letargo così vicino a Equestria?. Inoltre, sarebbe fumo proveniente dalla foresta Everfree, e sarà saturo con la magia di quel luogo, cosa che renderebbe ancora più difficile usare incantesimi contro di esso. "Le puledre guardavano la loro principessa, con sguardi preoccupati" Allora, cosa facciamo principessa? "domandò preoccupata Twilight," se non si può difendere Equestria dalla minaccia di un inverno causato dalla nube, cosa possiamo fare? "" Ti dimentica l'ultima parte della profezia, Twilight. Viene detto che la pace e l'armonia potranno scongiurare il pericolo. Non sono sicura sulla parte "pace", ma sono sicura che la parte armonia si riferisca proprio a voi, agli elementi dell’armonia "Celestia abbasso lo sguardo sulle sei, assumendo un portamento regale e deciso: " Voglio che tu Twilight, e gli elementi dell’armonia vi rechiate al vulcano immediatamente, ed esaminiate la zona, occupandovi poi di sigillare nuovamente il vulcano".
Applejack fu la prima a riprendersi “mi perdoni principessa, ma come dovremmo fare a sigillare un vulcano?” L’alicorno accennò al libro con lo zoccolo “si può assumere che il vulcano sia stato già sigillato in passato da quella che viene definita “pace”, quindi dovreste trovare una qualcosa di simile a un sigillo, o un marchio. Basterà rivolgere il potere degli elementi per rinforzare il sigillo” “Ne siete certa principessa?” chiese dubbiosa Applejack, alzando un sopracciglio. La principessa annuì piano “E’ l’unica cosa che possa avere senso”. Twilight diede un colpetto rassicurante alla puledra arancione, prima di avvicinarsi alla sua maestra “Principessa, faremo tutto quello in nostro potere per impedire che la catastrofe si avveri”. Rarity annuì alle parole dell’unicorno “Certo principessa. Insomma, quanto potrebbe essere difficile?".
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Re: [RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Noxfero » 10/05/2012, 19:52

“Gli zoccoli mi stanno uccidendo!!” “avanti Rarity, è per il bene di Equestria” “e non poteva essere più vicino a casa, il bene di Equestria?” si lamentò Rarity, continuando a seguire le compagne nella verde coltre che era la foresta di Everfree, premurandosi ovviamente di passare su tutti i sassi, pur di mantenersi lontana dal terreno fangoso. Applejack roteò gli occhi, continuando a camminare. Erano partite il prima possibile, e dopo diverse ore di camminata e l’incontro con due manticore, avevano iniziato a scorgere in lontananza l’immenso montagnulcano, come lo aveva definito Pinkie. Superati un altro paio di alberi, tuttavia, le sei si fermarono, osservando a bocca aperta il paesaggio: erano almeno a due kilometri di distanza dal vulcano, eppure, ogni forma di vita vegetale sembrava tenersi alla larga dal vulcano. Davanti a loro si estendeva una piana di polvere grigia dove nemmeno un filo d’erba cresceva. Le sei si guardarono un attimo intimidite dalla desolazione, prima di proseguire decise verso la montagna scura che si ergeva in mezzo alla desolazione (anche se Fluttershy doveva essere spinta dall’altra pegaso). L’enorme montagna si stagliava davanti a loro, emettendo a tratti un cupo brontolio. “Ora…dove speriamo di trovare un sigillo su quest’enorme ammasso di roccia?” Rainbow Dash iniziò a esaminare una delle pareti della montagna, mentre le altre si erano accasciate accanto al costone roccioso, riprendendo fiato dopo la lunga marcia nella foresta. “Ok! Magnifico! L’unica cosa che si vede è roccia, roccia, e cos’era…ah sì…altra roccia!” esclamò frustrata Rainbow, atterrando accanto all altre. Twilight si grattò la nuca, pensierosa, mentre la montagna emetteva un basso borbottio. “Un vulcano così grosso…per non essere ancora esploso deve avere dei condotti di sfogo per i gas enormi, che si connettono direttamente alla camera magmatica… un sigillo si dovrebbe trovare così vicino alla base della potenza distruttiva del vulcano…” “Uuuuuh…frena gli zoccoli Twi. Vorresti che entrassi DENTRO il vulcano?” “uh….sì?” rispose titubante Twilight, guardando Applejack e il suo sguardo esterrefatto. Fluttershy aveva infilato la testa in una buca del terreno, tremando visibilmente, mentre anche Rarity mostrava uno sguardo decisamente scettico. D’altro canto, Rainbow annuì e si rialzò immediatamente in volo, tornando a esaminare la parete della montagna in cerca di un passaggio, mentre Pinkie saltellava felice. “avanti ragazza, fidatevi. Sono certa che è la cosa giusta da fare! È per il bene di Equestria!” Sospirando, Rarity si alzò in piedi “Ci fidiamo di te Twilight…anche se il bene di Equestria poteva stare in un posto meno pericoloso che dentro a un vulcano…”

Fluttershy si lasciò scappare un urlo spaventato, quando con un sibilo un getto di vapori e gas di zolfo vennero eruttati da una fessura della parete. Il passaggio che Rainbow era riuscita a trovare era stretto e pieno di altre fessure, che emettevano continui getti di gas caldo. Erano entrate da pochi minuti dentro il condotto, ma già la loro pelle era madida di sudore, e le criniere pendevano afflosciate, cosa di cui ovviamente Rarity si era profusamente lamentata. Twilight era in testa, una tenue luce viola emessa dal suo corno apriva la strada nel cunicolo buio, mentre le altre stavano tutte raggruppate fra loro, accompagnate dagli sbuffi di gas e dai brontolii del vulcano che si facevano sempre più frequenti man mano che scendevano. “Devo ancora capire come non abbiano capito da subito che fosse un vulcano… voglio dire, bastava entrare in uno di questi tunnel…” esclamò Applejack, principalmente per rompere il silenzio opprimente. “Può essere che questi passaggi poi siano sigillati più avanti, o forse non si sono mai messi ad esplorare… il paesaggio non è uno dei più attraenti…” “Direi” assentì Rarity, illuminando a sua volta il passaggio. Continuarono a camminare in silenzio, ogni tanto rotto da un urlo spaventato di Fluttershy quando un altro getto di gas sibilava senza preavviso. Continuarono a camminare per almeno un'altra mezz’ora, avvolte dal buio e dal calore, quando ad un tratto, il cunicolo iniziò a essere rischiarato da una luce rossastra, che divenne più intensa man mano che avanzavano, fino a uscire dal tunnel. Le sei si guardarono intorno esterrefatte: si trovavano dentro a un immensa caverna, il cui soffitto era pieno di altri cunicoli, più o meno larghi. Una lungo passaggio di pietra sospesa era l’unica via ancora percorribile, mentre sotto di esso, un ribollente mare di lava gorgogliava e borbottava, pigramente.
Applejack si scosto la criniera madida di sudore da davanti gli occhi, osservando l’immensa caverna “E come cavolo dovremmo trovare quello che dobbiamo trovare qui? E se è nella lava?!”. Twilight sollevò il corno, iniziando ad agitarlo, cercando di scrollarsi il caldo di dosso il calore opprimente, poi prese ad avanzare sulla passerella di roccia, ansimando. “Abbiate fede ragazze, sono certa che ci siamo quasi….” “Oh avanti Twilight! Guarda com’è messa Fluttershy!” esclamò Rainbow Dash, indicando l’altra pegaso, seduta a terra con la criniera davanti al viso, appesantita dalle gocce di sudore; l’unico rumore che emetteva era legger squittio spaventato, mentre osservava la caverna attraverso la criniera. Twilight si morse un labbro: in effetti tutto questo era troppo per tutte loro, specialmente Fluttershy. Si voltò verso le sue amiche: Applejack e Rainbow Dash la guardavano con la fronte corrucciata, mentre Fluttershy era ancora intenta a fissare il mare di magma, mentre Rarity era concentrata a esaminarsi la sua coda, all’inizio della giornata così perfettamente pettinata, e ora floscia a terra, in parte impolverata, e Pinkie…
“Dov’è Pinkie?!” chiese la puledra porpora, guardandosi intorno preoccupata. Anche le altre notarono solo in quel momento che Pinkie non era in nei paraggi. Quando fosse sparita, nessuno aveva idea; Twilight sospirò, iniziando a chiamarla, imitata dalle altre. “Hey ragazze!! Qui, qui!! Venite a vedere!” arrivò la voce allegra della loro amica, dall’altro lato della passerella sospesa. Le cinque sbuffarono, avviandosi sulla passerella, cercando di non guardare verso il magma ribollente sotto di loro. La passerella proseguiva per un po’ , fino a raggiungere una sorta di piattaforma rocciosa che stava sospesa sopra il magma, sorretta solo da un esile colonna di pietra. Lì c’era Pinkie, intenta a saltellare curiosa intorno a quattro statue. Twilight alzò un sopracciglio: cosa ci facevano lì delle…statue?. Si avvicinarono sorprese, esaminando le quattro sculture, tutte rivolte verso il muro opposto del vulcano: erano perfette riproduzioni in ossidiana di un Alicorno, un Draconequs, un grifone e un drago. L’alicorno sembrava essere un maschio, a giudicare dai tratti del viso più decisi di quelli delle principesse Celestia e Luna. Era leggermente più grosso della principessa della luna, anche se le grosse ali, spalancate, rivaleggiavano con quelle di Celestia stessa. Il viso era contratto in una smorfia di decisione , mentre puntava con il corno verso la parete opposta della caverna. Una posa simile aveva il drago: nonostante non fosse più grosso dell’alicorno, sembrava essere un drago totalmente cresciuto, le grosse ali spalancate, la coda appuntita alzata in aria, mentre il lungo collo era teso verso la parete, il muso appuntito spalancato, come intento a gettare fuoco, il tutto ornato da una serie di protuberanze appuntite sopra le sopracciglia. La statua del grifone era in una posa simile, come intenta a ruggire verso la parete opposta, le ali spalancate, gli artigli d’aquila infilati nel terreno, lo lunga coda leonina rizzata. La statua del Draconequs era invece in una posa ridicola: in equilibrio sulla coda, simile a quella di un serpente marino, la creatura sembrava essere intenta dire qualcosa, gesticolando con un braccio simile a quello di un aquila, mentre l’altra zampa, simile a quella di un felino, era appoggiata sul suo petto. Applejack guardò la posa delle statue, dubbiosa “e verso cosa starebbero rivolti? La parete?” “no sciocchina, quelle altre statue, vedi?” esclamò Pinkie, indicando la parete del vulcano verso cui erano rivolte le statue. Twilight ci mise alcuni secondi per focalizzare lo sguardo. Quando ci riuscì, la bocca gli si spalancò per la sorpresa: non le aveva notate subito, perché erano enormi, e si mimetizzavano con la parete, ma c’erano altre tre immense statue, immerse in parte nel mare di magma. Non riuscì a identificare che creature fossero, e una di loro, quella centrale, aveva le due braccia alzate davanti al viso, come per proteggersi, nascondendone quindi i tratti. La statua alla sinistra di quella centrale sembrava essere un drago, anche se solo nel volto. La grottesca bocca era spalancata verso la volta del vulcano, i lunghi denti neri aperti in un ruggito silenzioso, il volto contratto in una smorfia di dolore. Il corpo sembrava strutturalmente simile a quello di un Minotauro, almeno, fino alla vita, che era l’unica parte che emergeva dalla pozza lavica. La statua alla sinistra invece era indefinita, nel fisico e nei tratti. Tutto quello che Twilight riuscì a identificare fu un braccio alzato davanti al viso, del quale si riconoscevano solo due occhi affilati, puntati verso la piattaforma. “E questi cosa sono?” chiese Rainbow, dando un paio di colpetti con l zoccolo a uno degli occhi della statua enorme, mentre Pinkie la raggiungeva, saltellando sul braccio della statua (come fosse arrivata sul braccio, era mistero), per poi iniziare a guardare l’occhio, con attenzione “Uuuh…questo è uno sguardo super ultra cattivissimo! Non vorrei trovarmi davanti il modello di questa statua per nessuna ragione al mondo!” disse, girandosi verso le sue amiche sulla piattaforma. Stava per aggiungere dell’altro, ma si bloccò. Tutte si bloccarono. Per un attimo, un gelo innaturale riempì la caverna, e per un secondo, il gorgoglio della lava sparì, avvolgendo la caverna nel silenzio. Poi di colpo, la parete iniziò a vibrare, mentre con un rombo, il magma iniziò a ribollire furiosamente. “Che sta succedendo?!” chiese Fluttershy terrorizzata, guardando una serie di crepe diramarsi dall’occhio della statua esaminata da Pinkie e Rainbow, iniziando a spandersi per tutto il soffitto della caverna. Pinkie saltò spaventata, atterrando sulla piattaforma, che dal canto suo iniziò a tremare. “Twilight, cosa succede?” chiese Rarity, iniziando a indietreggiare sulla passerella. Prima che l’unicorno potesse rispondere, con un boato una lastra di pietra si stacco dal soffitto, finendo nel magma. I tremori si fecero ancora più violenti, e alcune crepe iniziarono a formarsi sulla passerella. “Usciamo da qui!” urlò Applejack, facendo dietrofront e iniziando a correre sulla passerella, seguita da Pinkie e Rarity, mentre Fluttershy si era alzata in volo, cercando di muoversi il più velocemente possibile. Twilight iniziò a correre prima titubante, poi sempre più veloce, mentre il rombo della frana si mischiava al ruggito della lava, che si alzava ribollendo e gonfiandosi. Il rumore degli zoccoli si perdeva nel rumore dei sempre più numerosi lastroni di roccia e macigni che crollavano dal soffitto, finendo nel mare di magma. Finche’ una lastra di pietra non colpì la passerella, nel punto dove si univa con la piattaforma con le statue, spezzando la passerella. Senza più un appiglio dall’altro lato, la roccia iniziò a crollare, crepandosi e cedendo. Twilight si guardo dietro, e iniziò a correre ancora più veloce, terrorizzata, ma le crepe si mossero più veloci di lei. Con un urlo, Twilight si vide franare fra gli zoccoli la passerella, iniziando a precipitare verso il mare di magma. Fluttershy si lasciò sfuggire un grido, ma iniziò a planare verso di lei, per afferrarla al volo, ma un rumore la fece voltare: un ruggito echeggiò nella caverna, e non era il rumore delle rocce, era un ruggito animale, furente e crudele, misto a un sibilo velenoso. Alzò lo sguardo verso la statua: l’occhio che prima Rainbow aveva colpito era crollato, rivelando un enorme occhio rosso e vivo, con una lucide iride nera e verticale, centrata su di lei. Fluttershy sgranò gli occhi, in preda al panico, e le sue ali si chiusero di colpo. La paura era troppa per ricordarsi di sbattere le ali. Con un altro grido, Fluttershy iniziò a precipitare assieme a Twilight verso il magma. Al suo urlo, Rarity si fermò, voltandosi, e la passerella le si sgretolò sotto gli zoccoli, facendo precipitare anche lei con un urlo terrorizzato verso il mare di lava. Applejack arrivò alla fin della passerella, girandosi giusto in tempo per vedere Pinkie iniziare a precipitare. Con un grido, si sporse dallo sperone roccioso e afferrò Pinkie per le zampe anteriori, tentando di sorreggerla. Lo sperone roccioso durò per un paio di secondi, prima di infrangersi e far precipitare le due pony di terra verso il magma, mentre Rainbow volava più veloce che poteva, con le lacrime che le evaporavano dagli occhi, per afferrare Twilight, la più vicina alla lava. L’unicorno tentò di usare la magia per trasportare lei e tutte le altre fuori dal vulcano, ma si accorse immediatamente che qualcosa le stava impedendo di usare la sua magia. Lo stesso freddo che aveva sentito prima avvolse il suo corno, e nessun’aura comparve. Chiuse gli occhi, terrorizzata, mentre il calore si faceva sempre più intenso. Poi di colpo atterrò su qualcosa. Non era il magma. Era tiepido, peloso e morbido. Aprì gli occhi, e si trovò davanti una lunga criniera viola scuro e della pelliccia nera. Alzò la testa: l’alicorno della statua stava fluttuando sul mare di lava, sbattendo le enormi ali nere, fra le quali Twilight era caduta; L’unicorno guardò un attimo l’alicorno senza sapere cosa pensare, poi si aggrappò al suo collo con forza “Fluttershy! Le altre…dobbiamo….” “hem…Twilight…sto…hem…bene…” la voce esile di Fluttershy le raggiunse le orecchie, e alzando lo sguardo vide l’esile pegaso tenuta saldamente dalle zampe aquiline di un robusto grifone…lo stesso della statua… Twilight stava per aprire di nuovo la bocca, quando la sua attenzione venne attirata dall’urlante sagoma bianca di Rarity, ancora intenta a precipitare verso la lava. Dalla pedana si alzò un ruggito seguito da un rumore di pietre infrante, e con un balzo, il drago rappresentato nella statua balzò giù, spalancando le ali scarlatte e sfrecciando su mare di lava, passò sotto Rarity facendola atterrare con un gemito sulle scaglie della schiena. La mente di Twilight iniziò a lavorare… si parlava di un sigillo… e ora, il vulcano sembrava sul punto di eruttare, e le statue stavano prendendo vita… Ricordò Discord, e allargò gli occhi. Non stavano prendendo vita. Il sigillo era stato infranto, e ora stavano tornando liberi! A quella considerazione, seguirono una serie di domande nella sua testa. Chi erano? Perché erano sigillati in delle statue dentro un vulcano? Cosa avevano fatto per essere lì? Venne distratta dai suoi pensieri da un forte schiocco e un bagliore di luce bianca, seguito poi dalle risate di Pinkie e dai grugniti di Applejack. Il Draconequs era sospeso a mezzo metro dalla lava, fluttuando tranquillo, tenendo in equilibrio Pinkie con il naso, mentre la coda era avvolta attorno ad Applejack Per un attimo le sei puledre e i quattro si guardarono fra loro, poi si riscossero, quando con un possente gorgoglio, la lava iniziò a ribollire sempre più violentemente, iniziando a salire sempre più velocemente. Un altro ruggito scosse la caverna, e una fiammata eruppe dalle fauci della statua dalla testa di drago, accompagnata da un improvviso aumento di velocità da parte della lava. Con un ruggito, il grifone, sempre tenendo stretta l’atterrita Fluttershy si alzò verso il soffitto della caverna, infilandosi in uno dei canali di sfogo più larghi, seguito a ruota dagli altri tre e da Rainbow Dash, che non era ancora certa di cosa stesse succedendo, mentre con un rombo il magma esplodeva, riempiendo quasi del tutto la grotta per poi iniziare a risalire su per i condotti. Le punte ossee delle ali del drago strusciavano a tratti sulle pareti del condotto, ma sembrava non farci caso, più evidentemente occupato a non lasciarsi sfuggire Rarity dalle zampe. Il Draconequs fluttuava tranquillo a testa in giù, continuando a tenere in equilibrio Pinkie con il naso, sorridendole affabilmente, mentre avvolta nella sua coda, Applejack stava assumendo un leggero colorito verdastro. Twilight continuava a tenersi aggrappata all’alicorno, che chiudeva la fila, guardando ogni tanto preoccupata il torrente fiammeggiante che risaliva il condotto, inseguendoli. Sbattendo le ali freneticamente continuarono a salire, fino a quando, di colpo, la roccia scura venne sostituita da un cielo stellato e limpido. Nonostante fosse luna nuova, le stelle rischiaravano abbastanza da permettere di vedersi l’un l’altro. Rainbow, appena uscita si fermò a mezz’aria, respirando affannosamente, rimanendo interdetta quando gli altri quattro non si fermarono, ma continuarono a volare sempre più in alto: Non fidandosi minimamente, si riscosse dalle ali intorpidite e scattò in cielo, inseguendoli. Con un esplosione, la cima del vulcano esplose, proiettando una fontana di magma in cielo, mentre dai vari condotti di sfogo sulle pareti del vulcano cascate di lava esplodevano fuori e iniziavano a scorrere per tutta l’altezza della montagna, schizzando magma incandescente dove prima si era fermato il pegaso. I quattro continuavano a volare, rallentando leggermente per farsi raggiungere da Rainbow Dash, mentre dietro di loro il vulcano continuava a vomitare magma che iniziava a riempire la distesa di polvere grigia che circondava la montagna, mentre una colonna di fumo nero iniziava a formarsi in cielo. L’alicorno si portò in testa, sbattendo le ali più pigramente. Di colpo sentì qualcosa di morbido cadere dolcemente sul suo collo. Voltò un occhio viola, per vedere l’unicorno ancora aggrappata attorno al suo collo con le zampe anteriori e la testa afflosciata sulla sua schiena nera, con un leggero rivolo di bava e gli occhi chiusi, russando leggermente. L’alicorno sorrise, continuando a sbattere le ali lentamente, cercando nella foresta sottostante una qualche radura dove poter atterrare.
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Re: [RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Noxfero » 22/05/2012, 12:30

Mh... son venuti i quadratini invece che i caratteri che avevo scritto. vabbè, il senso del"non capire cosa dicono" va bene. ah vi ricordo che i commenti non sono sgraditi :P



Twilight sbadigliò sonoramente, stiracchiandosi e strusciando il muso sul cuscino caldo che aveva sotto la guancia. Poi si ricordò del giorno prima. Aprì gli occhi, cercando di capire dove si trovava: era accasciata su un morbido tappeto d’erba, con la testa appoggiata sul fianco rosa di Pinkie Pie. La puledra russava profondamente e Twilight si mosse lentamente, cercando di non svegliarla. Era in una piccola radura illuminata dal sole e circondata dai cupi e alti alberi della foresta di Everfree. Doveva essere mattina presto, vista l’altezza del sole. Twilight continuò la sua ispezione. Le sue amiche erano tutte ammucchiate, addormentate profondamente. Pinkie era un po’ più staccata, con il muso appoggiato sulla pancia del Draconequs, placidamente addormentato. Twilight esaminò il lungo corpo serpentino: la struttura generale le ricordava Discord, ma in qualche modo, questo le sembrava…più giovane. Tanto per cominciare, non aveva nessuna barbetta caprina sotto il mento, e i suoi colori erano molto più vivi i quelli dello spirito del caos: La pelliccia sul muso e sul collo era di un nero lucido, estremamente curata, come la lunga criniera arruffata, di un marrone brillante. Il busto era coperto invece che da pelliccia, da una coltre di lunghe piume rosso acceso dove Pinkie stava immergendo il naso nel sonno, borbottando qualcosa su una torta e degli ippopotami. La zampa aquilina era appoggiata sul petto, mentre l’altra zampa, simile a quella di un gatto, con strisce di belo bianche e grigie, era immersa nell’erba. Una delle zampe scalciava leggermente sull’erba, tozza e scagliosa, simile a quella di un coccodrillo, mentre l’altra zampa, simile a quella di un cervo, era inerte. La lunga coda sinuosa e lucida, di uno scuro verde acqua, finiva con una sorta di membrana semitrasparente, ricordando nel suo insieme la coda di un anguilla o un serpente marino. Twilight si girò a cercare le altre tre creature uscite dalle statue: poco lontano, il drago respirava sommessamente con le lunghe ali distese per terra. Le sue squame erano di un rosso brillante, ognuna di loro simile a un piccolo rubino, incastonati perfettamente l’uno con l’altro, inframmezzate ogni tanto da qualche scaglia azzurra. Accanto a lui, il grifone dormiva tenendo sollevata un ala sopra la testa, le piume blu metallico intente a proteggere la sua testa da eventuali attacchi, mentre la coda strusciava piano sull’erba, facendo risplendere il lucido pelo rosso ruggine. E poco più in la, intento ad allargare la ali per accogliere il sole mattutino, c’era l’alicorno. Le ali e il pelo erano di un cupo colore nero, con leggeri riflessi violacei. La criniera viola scuro era lunga e poco curata, al contrario delle ali, perfettamente allineate e con tutte le piume lisce e ben posizionate. Quando vide lo sguardo dell’unicorno, le sorrise, continuando a stiracchiare con qualche schiocco delle ossa. Twilight sorrise di rimando, prima di ricordarsi che era sigillato in una statua di ossidiana, e di sicuro chi lo aveva sigillato doveva avere i suoi ottimi motivi. Si avvicinò all’alicorno con il viso corrucciato, decisa ad ottenere delle risposte “Chi sei? Chi sono loro? Che ci facevate nel vulcano?” “” esclamò l’alicorno, guardandola con uno sguardo a metà fra il curioso e il preoccupato. Twilight fece due passi indietro. Non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto l’alicorno, e lei poteva affermare di avere almeno dei rudimenti in almeno tutti i linguaggi principali di Equestria. E pareva che nemmeno l’alicorno avesse capito cosa lei avesse detto, visto il suo sguardo interrogativo. “” disse l’alicorno, con un sorriso incoraggiante, poi alzò in alto il lungo corno, mentre un aura blu scura lo circondava, avvolgendo per un attimo, prima di dissolversi. L’alicorno si voltò verso Twilight, con lo sguardo confidente “Mi riesci a capire ora?” chiese con voce calma, guardando curiosa l’unicorno. Lei annuì lentamente. “Oh, grazie al cielo. Nonostante tutto, non ho perso la mano con gli incantesimi di comprensione universale” “I…cosa?” chiese Twilight, socchiudendo gli occhi, incuriosita. L’alicorno scrollò appena le ali “Comprensione universale. Tu ora mi capisci, ma io sto parlando esattamente come prima. Esattamente come te, stai parlando come parlavi prima, ma io riesco a comprenderti. Vale per tutte le creature, finché rimane attivo. Potrei saltellare nella tana di un branco di viverne e provare a contrattare la mia salvezza. Che poi ci possa riuscire ovviamente è un altro discorso.” Twilight fece un mezzo sorriso, guardando interessata l’alicorno. “Hai un nome?” gli chiese, facendo un paio di passi in avanti verso di lui, che a sua volta avanzò di qualche passo “Posso farti la stessa domanda, mia cara? Per quanto mi riguarda, mi è stato dato il nome Cosmo dai miei genitori. Un nome un po’ troppo altisonante per i miei standard, ma che vuoi farci?”. Sorrise di nuovo, e Twilight non poté fare di sorridere a sua volta. Fino a quel momento l’alicorno non aveva fatto altro che darle un impressione rassicurante. “Il mio nome è Twilight Sparkle, allieva personale della principessa Celestia…” “uh…perdonami Twilight Sparkle…di chi?” l’unicornò alzò un attimo un sopracciglio, prima di proseguire “solo Twilight. Della Principessa Celestia, la regnante di Equestria”. In fondo, non sapeva che effetti potesse avere essere imprigionati nella pietra. Magari aveva perso la memoria, aveva subito danni simili. Cosmo si grattò lentamente il mento con uno zoccolo “Mh…è un unicorno come te?” “Oh… no no no no, è un alicorno, esattamente come te” “Oh, questo semplifica le cose di parecchio” disse allegro l’Alicorno, emettendo un sospiro di sollievo. “Dovrò avere un udienza con lei. E possibilmente anche con il re dei draghi e la regina dei grifoni, e se ci si riesce anche con un qualche rappresentate dei Draconequs. Bisogna che i regnanti sentano subito quello che abbiamo da dire”. Twilight fissò Cosmo con uno sguardo sorpreso “Err…non credo che i draghi abbiano un re. Non credo nemmeno che abbiano una qualche forma di governo, territoriali e isolati come sono. I grifoni hanno una società formata da città stato, per quello che so. Non hanno un'unica regina come noi abbiamo una principessa. E i Draconequs… non saprei dirti se esistono. A parte uno, che al momento è a fare da ornamento da guardino”. Le ali dell’alicorno si afflosciarono, mentre il sorriso e la faccia eccitata scomparivano. “Oh… allora, temo che la tua principessa dovrà sopportare questo fardello da sola, per quanto mi rincresca… ma il tempo stringe…” “Stringe per cosa? Il vulcano? Si tratta di quello” “In parte sì e in buona parte no. Tuttavia preferirei parlarne davanti alla tua principessa. Raccontare tutta la storia più volte sarebbe difficile, vista la lunghezza…” Si girò e andò a sedersi dall’altro lato della radura, con il viso preoccupato. Twilight decise che era il caso di lasciarlo con i suoi pensieri per ora, e si avvicinò alle sue compagne addormentate, visto che Rarity e Applejack sembravano sul punto di svegliarsi. La cow-pony si mise in piedi con uno sbadiglio a mascella spalancata, aggiustandosi il cappello sulla testa, facendo poi un saluto a Twilight, mentre Rarity si metteva compostamente lo zoccolo davanti alla bocca, facendo poi un leggero cenno di saluto all’altro unicorno. “Hey Twi. Sei crollata come un ciocco ieri sera. Pensavamo non stessi bene all’inizio.” “Oh Applejack suvvia, eravamo tutte stremate per la marcia nella foresta e per tutta quell’emozione nel vulcano. E’ comprensibile che Twilight sia crollata. Anche Fluttershy si è addormentata mentre quel grifone la teneva in braccio.” “Beata lei allora. Io ho avuto il mal d’aria per tutto il volo.” “Allora Twilight…qualche idea su chi siano i nostri salvatori del vulcano?” chiese Rarity, esaminandosi la criniera scompigliata. L’altro unicorno si avvicinò, abbassando un poco il tono della voce “Lui è Cosmo” accennò all’alicorno, intento a borbottare qualcosa a bassa voce. “E non ho idea di che lingua parli. Ha dovuto usare un incantesimo per permetterci di comunicare” “E che ne pensi di lui zuccherino?” chiese Applejack, guardando a sua volta Cosmo, ora intento a tracciare qualcosa per terra con lo zoccolo. “Non mi sembra pericoloso… ma credo sia un po’ confuso. Non aveva idea di chi sia Celestia…” Venne interrotta da uno squittio prodotto da Fluttershy, che appena aperti gli occhi, aveva visto la lunga coda del Draconequs strusciare poco distante da lei. A quel rumore, seguì un basso ringhio, mentre anche il grifone apriva gli occhi , allargando le ali e sollevando il viso verso il sole, grattando a terra con gli artigli. Cosmo si girò sorridendo “Hey. Buondì” esclamò, rivolto al grifone, facendo qualche passo verso di lui. Il grifone si girò verso l’alicorno, facendo un leggero cenno con la testa, mentre si grattava il fianco con una zampa posteriore prima di avvicinarsi a lui e iniziare a parlargli con decisione, con una voce forte e chiara, ma comunque incomprensibile:“” Cosmo gli fece segno di tacere alzando uno zoccolo “Tutto a suo tempo. La cara Twilight” accennò all’unicorno con lo zoccolo “Ci permetterà di avere un incontro con la principessa degli alicorni, e a quanto pare, anche degli unicorni.” Il grifone alzò un sopracciglio “” “ovvio….aspetta…” Cosmo alzò la testa, evocando nuovamente una debole aura magica che avvolse per un attimo il grifone. “Ecco. Almeno anche tu puoi comprendere quello che dicono loro”. Il grifone sbuffò, guardando le pony, soffermandosi un attimo sul Fluttershy, che come risposta al suo sguardo si rintanò ancora di più nella sua criniera, gemendo pianissimo. “dove dobbiamo andare…?” chiese lentamente il grifone, girandosi nuovamente verso Cosmo, agitando leggermente le ali” “non ne ho idea. Per questo ci serve Happy” accennò al Draconequs, che stava ancora beatamente ronfando a terra. Il grifone sbuffò, prima di avvicinarsi al muso del draconequs, alzando gli artigli “E allora svegliamolo…sappiamo entrambi che non c’è tempo da perdere…” sollevò gli artigli, pronto a colpire il Draconequs, quando l’aura blu di cosmo lo circondò e lo trascinò lontano. “Lo sai che Happy detesta essere svegliato. E’ l’unico modo per farlo stare di malumore tutta la giornata. Possiamo aspettare qualche minuto…” Il grifone sbuffò, poi iniziò a pulirsi le piume, becchettandole piano. Cosmo sospirò, avvicinandosi a Twilight e alle altre. “Dovete scusarlo, non è molto per le chiacchiere…soprattutto dopo essersi liberato dalla statua dove era rinchiuso sole poche ore fa” sorrise a Twilight, rivolgendosi poi alle altre, chinando appena la testa “Quindi, dovrò sopperire io alla sua… malagrazia, diciamo. Lui è Claw, mentre il mio nome è Cosmo. Con chi ho il piacere…?”. Applejack lo fissava a bocca mezza spalancata, mentre Rarity sorrise affabile, facendo due passi avanti “Beh, vedo che abbiamo a che fare con qualcuno che conosce un po’ di etichetta” lanciò un occhiata alla bocca semi aperta di Applejack con disapprovazione, per poi tornare a guardare Cosmo “Puoi chiamarmi Rarity, o miss Rarity, se preferisci. La pony con il crampo alla bocca è Applejack, mentre…vieni qui cara, non ti morde mica. Mentre questa pegaso è Fluttershy” Fluttershy emise un gemito quando Rarity la trascinò davanti all’alicorno, nascondendosi ancora di più dietro la criniera. “ Mentre quelle due ancora addormentate sono rispettivamente Rainbow Dash e Pinkie Pie” finì Rarity, indicando le ultime due. Cosmo fece un leggero gesto con il capo, sorridendo. Dopo qualche minuto, fu il turno di Rainbow Dash svegliarsi. A differenza delle altre, non fu esattamente entusiasta di Cosmo, Claw, e degli altri due. “Sveglia ragazze! Erano trasformati in statue! Se lo erano, qualcuno deve averceli trasformati per qualche motivo!” Twilight fece segno al pegaso di abbassare la voce “Lo so Rainbow, ma per ora non sembrano un pericolo. E poi, vogliono vedere la principessa, che con tutta probabilità è colei che li ha imprigionati la prima volta” “e allora perché non ce lo ha detto quando ci ha mandate al vulcano?”. Twilight rimase in silenzio, e Rainbow tornò a fissare ostile l’alicorno che dal canto suo la salutò agitando uno zoccolo e sorridendo. Aprì la bocca per aggiungere dell’altro, ma fu interrotta dal rumoroso sbadiglio del drago, che si mise seduto e piegò le ali, stirandole piano insieme alle zampe. Fluttershy emise un gemito e si nascose dietro Rainbow Dash, mentre Cosmo si avvicinava allegro al drago, iniziando a lanciare il suo incantesimo su di lui. Il drago lo salutò agitando la coda, facendo risplendere le scaglie color rubino al sole “Immagino tu abbia usato un qualche incantesimo di comprensione dei linguaggi, giusto Cosmo?” chiese con voce incredibilmente musicale, rivolgendosi all’alicorno. “Ovvio Scarlet. Non so bene perché, ma le nostre amiche qui non parlano la nostra stessa lingua” “mh… non sappiamo per certo quanto siamo rimasti rinchiusi nella pietra…per quanto ne sappiamo, la lingua si può essere benissimo evoluta…” mormorò il drago, prima di iniziare a esaminarsi gli artigli. Con un grugnito e un singhiozzo, di colpo il Draconequs si mise a sedere, aprendo di scatto gli occhi asimmetrici e di colore diverso, contemporaneamente a Pinkie che si mise a sedere di scatto, si grattò la nuca con una zampa posteriore, per poi guardare il Draconequs sorridendo “Ri-ciao Happy” “Ri-ciao Pinkamena” “Pinkie” “Ok Pinkie”. Il Draconequs si alzò in piedi sbadigliando, per poi spostare gli occhi, uno verde brillante e l’altro blu scuro entrambi piazzati su una cornea dorata, sui suoi te compagni di prigionia, che lo guardavano a bocca spalancata “Happy…come fai a…?” chiese titubante Cosmo, prima di portarsi uno zoccolo alla fronte “Ah vero, è di te che parliamo…scusa la domanda stupida”. Il Draconequs sorrise, accennando a Pinkie Pie con la coda “Ci siamo incontrati i sogno e mi ha insegnato a parlare come lei. Insomma, lo sai che il linguaggio dei sogni è universale”. Cosmo si limitò a fare un cenno con la testa, roteando gli occhi. “Comunque. Abbiamo bisogno di te per arrivare in fretta dalla regina degli alicorni…” “Principessa…e a dire il vero, è la regnante di Equestria e dei pony, non degli alicorni….” Disse piano Twilight, cercando di farsi sentire da Cosmo. Lui fece un leggero cenno con la testa “Quello che è. Non abbiamo tempo per i dettagli. Twilight, hai detto di essere la studentessa della principessa, giusto?” Twilight annuì, mentre le sue amiche le si avvicinavano. “Eccellente. Concentrati il più possibile su di lei. Happy, te la senti d fare un tentativo?” “un tentativo di cosa?” chiese Twilight, preoccupata, mentre il Draconequs annuiva e si avvicinava a lei, zoppicando leggermente sulla tozza zampa da coccodrillo. Alzò la zampa aquilina e iniziò a spingere il pollice sull’indice, come per schioccarle. Per qualche secondo non successe nulla, poi una pioggia di scintille dorate iniziò a cadere dalle sue dita, mentre la sua faccia era contratta in una smorfia affaticata. Infine, con uno schiocco, ci fu un lampo di luce dorata, e le puledre si sentirono strascinate nel vuoto, strette e sballottate come in preda a una tempesta, mentre i loro occhi erano accecati da una vivida luce bianca. Poi di colpo, i loro zoccoli toccarono una superficie solida, e di colpo la luce si spense, mostrando il pavimento della sala del trono del palazzo di Canterlot. Twilght e le altre si guardarono intorno: sei guardie stavano guardando esterrefatte il Draconequs, il drago, il grifone e l’alicorno, mentre loro guardavano incuriositi la sala, senza prestare loro nessuna attenzione. Celestia e Luna erano entrambe intente a fissare il gruppo con la bocca leggermente aperta. Di colpo una delle guardie caricò, seguita dalle altre cinque, lanciando grida del genere “proteggete la principessa”. Tre saltarono addosso al Draconequs, cercando di gettarlo a terra senza risultati, mentre lui li guardava curioso. Claw ringhiò e si preparò a caricare le altre due, ma Cosmo, lo fermò con uno zoccolo, prima di girarsi verso le principesse “Principessa Celestia…?” chiese, trattenendo il grifone. Celestia sembrò riprendersi dallo shock della loro comparsa “Guardie! Fermatevi, tornate ai vostri posti…” ordinò, iniziando a scendere lentamente i gradini, seguita da Luna. Le sei pony si inchinarono mentre loro si avvicinavano, imitate da Cosmo e Scarlet, entrambi con il capo chino e le ali leggermente aperte. Happy si inchinò a sua volta, anche se è più corretto dire che sbatte la faccia sul pavimento, rimanendo poi immobile, mentre Claw si limitò a un leggero cenno con il capo, guardando ancora con astio le guardie con i suoi occhi scuri. Twilight fece alcuni passi verso Celestia “Principessa… il vulcano… abbiamo…” Celestia alzò uno zoccolo, facendo tacere Twilight, poi si avvicinò appena a Cosmo “Il tuo cutie mark…” Tutti si voltarono verso il fianco dell’alicorno: una stella rovesciata, blu scura, con un'altra stella per ogni punta, era appena visibile sul suo fianco scuro. “…Appare solo in una leggenda…una leggenda che si perde nelle nebbie del tempo…” la principessa guardò Cosmo negli occhi, poi guardò i suoi compagni “una leggenda che ci veniva raccontata da bambine… tu sei Cosmo, il tessitore di incantesimi?” Cosmo piegò appena la testa “Un titolo esagerato. Sono molto capace con la magia, ma nulla di più….” Celestia guardò Claw Scarlet e Happy “e voi dovete essere gli altri quattro eroi della leggenda…ma non…” “Principessa, cosa dice la vostra leggenda?” chiese Cosmo, mentre dietro di lui, le altre puledre guardavano lui e la principessa con confusione. “La storia di quattro creature che sacrificarono le loro vite per il mondo, esiliando tre demoni dal esistenza…” dietro di loro, Scarlet diede un colpetto al grifone “mi devi un cesto di gemme” “humpf”. Cosmo sospirò “vorrei fosse una cosa così semplice principessa. Avete tempo per una storia?” “Uuuuuuuuuuuuuh una storia! Si ha sempre tempo per una bella storia!” esclamò Pinkie, sedendosi su un materasso comparso dal nulla , mangiucchiando dei salatini che Happy le stava offrendo. Cosmo sospirò, guardando poi Twilight “Almeno la racconterò solo una volta…” “è necessario?” sibilò il grifone, avvicinandosi con le ali strette ai fianchi. Cosmo annuì, mentre Happy faceva apparire qualche cuscino a terra. “E’ necessario perché capiscano cosa sta’ per succedere.” Si accoccolò a terra, prendendo fiato. “questa storia è ambientata nel passato…un passato molto lontano, mi pare di capire dalle parole della principessa. Quando le razze erano ancora giovani, e le nostre vivevano in armonia e alleanza… Pony, Draconequi, Grifoni e Draghi…e non solo” prese di nuovo fiato, mentre uno zoccolo iniziava a tremare. “C’era una quinta razza, i cosiddetti evope, che da che io ho memoria, ha sempre accompagnato le nostre… accompagnato e protetto direi. Il loro corpo era simile a quello dei giovani draghi, muovendosi sulle zampe posteriori, in maniera eretta… ma non avevano scaglie. Ne artigli, ne zanne, solo il loro cervello” una bolla colorata si staccò dal corno di Cosmo, brillando lentamente. Dentro di essa, veleggiò l’immagine di una piccola città dove una serie di creature si affaccendavano a svolgere azioni comuni. Quelli che sembravano essere gli adulti erano alti almeno due volte un pony, e la pelle era del tutto priva di pelliccia, ma rosea e pallida, completamente scoperta ed esposta alle intemperie, anche se tutti indossavano dei vestiti di diversa fattura. Avevano un abbozzo di criniera sulla testa, più o meno lunga, ma con una gamma molto limitata di colori. Le mani erano simili a quelle dei piccoli draghi, con cinque dita rosee, con una sorta di artiglio estremamente corto e fragile all’estremità. “Nonostante all’inizio fossero una razza vulnerabile, con l’aiuto delle nostre razze, presto diventarono in grado di difendersi. L’aiuto più sostanziale che gli venne dato fu il fargli scoprire e utilizzare la magia, per cui la loro razza era particolarmente portata. Quando ottenni il mio cutie mark, loro erano diventati la razza di riferimento per noi. Eravamo noi a mandare i nostri ambasciatori dai loro re per ottenere aiuto, merci, o semplicemente per trattare dei reciproci problemi. Nel corso dei secoli, la loro razza si distinse in diciamo tre “sotto razze”, a seconda del loro modo di vivere, ognuna con delle “preferenze” per quello che riguardava noialtri” accennò ai suoi compagni e a se stesso, prima di proseguire “gli evope meno abili nella magia, si dedicarono al migliorare le loro doti fisiche. Più atletici e forti degli altri, stabilirono la loro città sospesa sopra il createre di un vulcano. Costoro, usavano avere contatti principalmente con grifoni e draghi. Scarlet e Claw, all’epoca, erano gli ambasciatori incaricati di mantenere i contatti con il loro re Odhor” un'altra bolla si materializzò, mostrando alcune di quelle creature intente a battersi a mani nude, i corpi muscolosi coperti di sudore, mentre uno di loro, estremamente più grosso e robusto, con una barba e dei folti baffi rossi li guardava con approvazione. “I draghi erano i loro contatti per la magia, quando era necessario il loro aiuto, mentre spesso i grifoni, spesso la regina stessa, partecipavano alle prove di forza fisica organizzate da queste creature. Altri evope invece, comunque abili nella magia, si stabilirono nel sottosuolo, non so bene per quale motivo. Credo studiassero le forze che governano il mondo, che lo tengono assemblato, insieme alle forme più sottili e difficili di magia, come l’oneiromanzia e la chiaroveggenza. Avevano contatti principalmente con il buon Happy, visto che i Draconequs manipolano direttamente quelle energie, senza raffinarle come fanno tutte le altre creature” Happy annuì, facendo apparire con uno schiocco di dita due bicchieri pieni di thè freddo, offrendone uno a Pinkie. “La loro regina, Ishil Tenebrae, nonostante i modi un po’…lugubri, era una sovrana giusta, che aiutò spesso le altre razze in momenti di crisi, come fece Odhor, del resto.” Un'altra bolla, e l’immagine di un evope femmina, avvolta in un vestito scuro, con una lunga criniera nera e lucida, guardò verso di loro, sorridendo dolcemente “e per finire, gli evope più portati alla magia, si nascosero inizialmente sulle montagne…prima di edificare la loro immensa città sulle nuvole. Il loro re, Lucifero, vegliava sul suo popolo e su tutte le razze, dal suo palazzo di nuvole” lo sguardo si Cosmo si incupì, mentre una terza bolla compariva, mostrando un evope giovane, con una lunga criniera nera e il viso affilato, vestito con una semplice tunica bianca, intento a spiegare qualcosa a un gruppo di cuccioli, mentre una piccola bolla gialla gli volteggiava su una mano. Twilight notò, fra i cuccioli di evope, anche un piccolo alicorno, con il manto nero e la criniera viola… “Cosmo quello…?” “Sì. Quello sono io. Molto spesso, gli alicorni più promettenti venivano mandati a imparare la magia da loro” “ma non ha senso… queste creature hanno imparato da voi come usare la magia, come hanno potuto…?” “Si trattava solo di capire come fare…vedi Twilight, la loro magia… aveva tutti i lati positivi della magia delle altre razze, e nessuno dei suoi lati negativi. Non dubito che molti di noi fossero invidiosi del potere che avevano ottenuto. Tuttavia, tutto proseguì tranquillamente, fino a un giorno dove il nostro mondo di pace crollò di colpo” Cosmo riprese fiato “ sapevamo che molti evope non erano d’accordo con la disponibilità che i loro sovrani dimostravano verso di noi, ma eravamo sempre stati rassicurati che il gran generale di Odhor, il principe figlio di Ishil, e lo stesso Lucifero si occupavano di allontanare tali elementi dalle loro città. Finché un giorno..” “Finché un giorno, non ci venne inviata una richiesta d’aiuto” iniziò Scarlet, allargando le ali “Il messaggio non era chiaro, era scritto di fretta, ma capimmo che qualcosa era successo. Avvisammo i grifoni, e dopo nemmeno un ora, io, Claw e un gruppo dei guerrieri delle nostre razze eravamo diretti verso la capitale... ma non eravamo preparati per quello che avremmo trovato..” prese fiato ed emise un piccolo rivolo di fiamme viola, che crepitando, si modellarono sull’immagine di una città. Corpi senza vita erano sparsi sulle mura, sulle strade, nelle case, ovunque. “credemmo fosse stato un clan di draghi selvaggi, che non avevano seguito il decreto del nostro re…o almeno, lo credemmo per i primi minuti…” Claw sbatté gli artigli al suolo, ringhiando “Invece, era stato lui! Lo stesso che mi aveva stracciato all’ultima competizione, sorridendomi e dicendomi che mi avrebbe affrontato di nuovo… Ragnarok…non aveva affatto allontanato coloro che ci odiavano, ma li aveva nascosti, e aveva nutrito il loro odio, e poi li aveva rivolti contro la stessa città, massacrandone gli abitanti. E tentarono di massacrare anche noi…in effetti, solo io e Scarlet, riuscimmo a scappare in tempo.” Il drago fece sparire l’immagine della città, lo sguardo ancora composto, nonostante la coda si agitasse a terra, come un serpente furioso. Cosmo riprese la parola, mentre la principessa e le pony avevano ancora davanti gli occhi l’immagine della città “Non risparmiarono nessuno… e la stessa situazione subì Happy…” alzò lo sguardo verso il Draconequs. Tutti lo fecero. E solo in quel momento capirono che il sorriso che aveva avuto dal momento in cui la storia era iniziata era finto. Estremamente finto. Cosmo riprese “Il principe, Nox Tenebrae, uccise sua madre e i suoi consiglieri, prima di far massacrare la città in maniera simile all’altra.” Cosmo si interruppe, fissando a terra. “E... e anche Lucifero è stato ucciso con la sua gente?” chiese Celestia, guardando l’altro alicorno. Lui sorrise, un sorriso amaro e pieno di risentimento “oh no. Fu lui a massacrare il suo stesso popolo, sopprimendo l’incantesimo per camminare sulle nuvole e facendo precipitare gli evope al suolo da diversi kilometri di altezza” la principessa trattenne un esclamazione, evidentemente sconcertata da una simile dichiarazione. “Quando il nostro re, quello dei draghi, la regina dei grifoni e un rappresentante anziano dei Draconequs si riunirono, giudicarono che avrebbero dovuto sospettarlo. Noi avremmo dovuto sospettarlo… gli evope avevano scoperto incantesimi per modificare la struttura fisica degli esseri viventi, e loro la avevano usata per modificare il loro corpo, e ottenere ulteriore potere… ma noi non avremmo mai pensato nulla di simile…” una quarta bolla apparve, mostrando il vulcano Doomsday intento a eruttare “Venne deciso che sarebbe stata mossa un offensiva verso gli evope sopravvissuti, e i loro attuali tre re, che sarebbero stati attaccati con una forza magica scoperta negli ultimi anni dai maghi più potenti fra gli alicorni, gli elementi della Pace”. Applejack aprì la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotta da Rarity. “Si doveva solo trovare qualcuno disposto a usare il loro potere così vicino ai tre evope più forti della loro razza. Fummo noi ad accettare il compito” “Solo perché non avevamo nessuna intenzione di usarli, almeno all’inizio” mormorò Scarlet “speravamo che saremmo riusciti a farli ragionare, a farli arrendere…ci sbagliavamo” Cosmo annuì e riprese “Fu un unica battaglia, anche veloce immagino, ma il numero di morti fu atroce, per quello che vedemmo. Draghi, alcuni Draconequs, Grifoni ed Alicorni affrontavano un piccolo ma agguerrito esercito di evope, i cui corpi erano stati mutati e contorti dalla magia per diventare ancora più letali macchine di magia e morte. Entrammo nel vulcano per affrontarli, e ci fu chiaro da subito che non saremmo riusciti a fermarli a parole. Allora, prima che potessero ucciderci, evocammo il potere degli elementi. Vedere i loro corpi mutare in ossidiana, i loro occhi pieni di odio…dubito che lo scorderò mai…” fece un respiro spezzato, prima di continuare “un aspetto che non era stato previsto fu che anche noi, a nostra volta, venimmo avvolti dal potere degli elementi, i nostri corpi bloccati nell’ossidiana. Allora non capimmo perché gli elementi lo avessero fatto, ma dopo vari ragionamenti, capimmo come mai: il loro scopo era ottenere la pace. Se fossimo sopravvissuti, i nostri popoli, già in tensione, avrebbero rivendicato il merito l’uno sull’altro, rischiando un alto conflitto. Il tradimento degli evope ci aveva segnati, e da quello che vedo adesso infatti, non esiste più nessuna alleanza. Tuttavia non capimmo mai perché gli elementi allora non si limitarono a ucciderci tutti.” Twilight poggiò gentilmente uno zoccolo sul dorso di Cosmo “cosa ne fu degli evope che combatterono la battaglia all’esterno del vulcano?” Cosmo scosse la testa “Probabilmente furono tutti massacrati. Credo che oramai, gli evope siano del tutto estinti” “Mh…storia interessante, ma perdonami… non capisco cosa centra con tutta la storia di voi che vi site liberati e tutto…” disse Applejack, grattandosi la nuca. “Non ne sono certo nemmeno io…ma credo che, non so come, uno di loro si sia liberato, provocando una reazione a catena che ci ha liberati tutti…” sospirò “Gli ultimi tre evope esistenti sono liberi, e probabilmente vorranno ottenere il potere che gli è stato negato millenni fa”
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Re: [RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Andrea4 » 22/05/2012, 14:58

Ho appena finito di leggerla e devo ammetterlo hai un vero talento continua così.
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Re: [RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Noxfero » 28/05/2012, 0:56

Come sempre, i commenti, opnioni consigli e critiche sono ben accette


Old Tome sollevò un'altra pila di libri, facendoli fluttuare, e portandoli al tavolo dove due degli ospiti della principessa erano intenti a divorare un libro dietro l’altro. L’alicorno e il drago erano seduti a un tavolo, circondati da pile e pile di libri, intenti a leggerne il più possibile. La principessa aveva deciso di accoglierli a tempo indeterminato a palazzo, per potersi riprendere dagli ultimi eventi, allo stesso modo delle sei puledrine di Ponyville. Con sgomento di Rainbow Dash, Celestia sembrava aver creduto senza esitazione alla storia di Cosmo, e li aveva accolti senza esitazione, istruendo le guardie perché non attaccassero nel il drago ne il Draconequs. Scarlet e Cosmo avevano passato i due giorni seguenti rinchiusi nella biblioteca, leggendo qualsiasi libro su cui riuscissero a mettere zoccoli e artigli, a partire dai libri di grammatica e lingua dei piccoli pony, per non dover sempre affidarsi all’incantesimo di Cosmo. Twilight aveva subito acconsentito ad aiutarli nella loro esplorazione della biblioteca, rivedendo in Cosmo la stessa curiosità ed eccitazione che aveva preso lei la prima volta che era entrata nell’enorme sala. Dopo solo una giornata, anche se con l’aiuto di qualche incantesimo minore, sia Cosmo che Scarlet erano in grado di parlare abbastanza fluidamente la lingua corrente. Dopo aver raggiunto questo obbiettivo, Cosmo si dedicò allo studio di qualsiasi cosa gli passasse sotto gli occhi, con l’aiuto di Twilight, che si sentiva sempre felice quando poteva insegnare a qualcuno qualcosa di nuovo. Scarlet era più interessato a raccogliere qualsiasi cosa potesse sulla sua razza, spalancando sempre più gli occhi a ogni libro, declamando sempre con quella sua voce musicale quanto la sua razza fosse decaduta.

Intanto, Pinkie e Happy si stavano premurando di far regnare sovrano il caos all’interno del castello, avendo trovato perfetta intesa l’uno nell’altro (con disappunto di Rainbow Dash). Il primo giorno, Pinkie trovò Happy a saltellare sulla testa per tutti i giardini del palazzo, intento ad ammirare la flora. Pinkie tentò di imitarlo un paio di volte, ma a ogni tentativo era caduta sbattendo dolorosamente il dorso a terra. Dopo qualche altro tentativo, Happy aveva cercato di aiutarla, con scarsi risultati, finché non fece comparire un paio di palloncini, uno blu scuro e uno giallo canarino che legò alle zampe posteriori di Pinkie, bilanciandole, e permettendole di saltellare sulla testa assieme a lui. Fra un saltello e l’altro, riprendendo i discorsi interrotti durante i loro sogni, finirono con il constatare che quel castello, nonostante tutto, fosse estremamente noioso. Quello stesso pomeriggio, le guardie si trovarono bloccate per aria, cercando di muoversi con le ali, mentre le loro armatura, trasformatesi in imbracature i gomma piene di elio li tenevano saldamente attaccati al soffitto, mentre i due e alcuni servi si rotolavano a terra dal ridere. Il giorno seguente, Applejack si ritrovò a inseguire il suo cappello, a cui erano misteriosamente spuntate quattro zampette, per tutti i giardini del castello, seminando poi il caos all’interno del castello stesso quando il cappello decise che era l’ora di fare una corsa per le cucine. Dopo questo, poi fu normale vedere ogni tanto qualche sedia o tavolo galoppare per i corridoi del palazzo, inseguiti da qualche pony, mentre il Draconequs e Pinkie saltellavano via sghignazzando.

Mentre all’interno dei corridoi del palazzo regnava il caos fra tavoli semoventi, armadi spara gavettoni e stanze che improvvisamente andavano a gravità zero, nei giardini Fluttershy aveva un altro problema: ogni volta che si accoccolava in disparte, sotto un albero o fra i cespugli, non appena i timidi animali dei giardini iniziavano a raccogliersi attorno a lei, Claw balzava fuori da qualche parte, terrorizzando lei e gli animali, rimanendo poi a guardarla mentre correva via in preda al panico. Questa cosa si ripeteva in maniera costante, con il grifone che rimaneva impassibile e silenzioso a guardare la pegaso o scappare spaventata, oppure chiedere con la sua voce minuscola se per favore, se non era un problema, poteva smetterla di spaventare lei e gli animali. Ma le sue richieste cadevano nel vuoto, e gli spaventi si susseguivano. Il secondo giorno, Rainbow era decisa a dare una lezione a Claw, dopo aver sentito l’ennesimo squittio spaventato di Fluttershy, ma prima che potesse lanciarsi a testa bassa attraverso i giardini, Applejack la prese per la coda, fermandola a mezz’aria “Woah Rainbow, frena gli zoccoli. Che vuoi fare?” “Dare una lezione a quel grifone da strapazzo! Non è meglio di Gilda!”. Con un po’ di sforzo, Applejack riuscì a far atterrare i pegaso, sempre tenendola per la coda. “Ora Rainbow, non dire così. E’ ben diverso da Gilda” Rainbow alzò lo sguardo per rispondere, e notò che il cappello di AJ si dimenava, quattro sottili zampette annodate fra loro. “Hey Applejack…che ti è successo al cappello?” “Pinkie e il suo amico hanno deciso di farmi uno scherzo, spero per loro che l’effetto non sia permanente o dovrò calciare qualche coda..." scosse la testa e tornò a fissare la pegaso “Dovresti guardarlo con più attenzione quando guarda Fluttershy. Mi ricorda Winona, quando era ancora una cucciola. Non so perché, ma credo sia incuriosito dalla nostra Fluttershy, e spaventarla è un modo per studiarla, come faceva Winona con i topi dei campi” “Quindi mi stai dicendo di lasciarlo fare?” “Ti sto dicendo che non lo fa con cattiveria, altrimenti glie le avrei già suonate io. Dico solo di rassicurare Fluttershy, e poi vedere se il tizio Cosmo può farci qualcosa” Rainbow si limitò a borbottare qualcosa, a zampe incrociate.

E in tutto questo, Rarity non aveva avuto modo nemmeno una volta di lasciare il castello. Tuttavia il terzo giorno, Celestia dichiarò che sarebbero dovuti tornare a Ponyville il giorno seguente (con un uggiolio triste da parte di Cosmo, che non avrebbe potuto più continuare a esaminare la biblioteca reale) “Ponyville è il centro abitato più vicino alla foresta di Everfree, e in linea d’aria, la più vicina al vulcano Doomsday, quindi se questi tre evope si dovessero far vivi, sarebbe Ponyville il primo posto a essere in pericolo” spiegò agli altri “Non succederà nell’immediato futuro…almeno, non penso. Come noi, gli evope saranno stati indeboliti dai millenni di prigionia, anche loro dovranno recuperare le forze. Se conosco Lucifero, non uscirà allo scoperto se non è sicuro di vincere” dichiarò Cosmo, in un mezzo tentativo di rimanere alla biblioteca “Allora perché non andiamo noi a cercarli nella foresta e li rispediamo dritti nelle loro statue?!” chiese impaziente Rainbow Dash, agitando gli zoccoli verso un nemico immaginario. “Sarebbe una cosa stupida…intanto anche noi dobbiamo recuperare le forze, e nemmeno noi saremmo in grado di tenere loro testa per più di qualche minuto. Siamo ambasciatori, non guerrieri...” “Parla per te!” sbottò Claw (su cui era stato lanciato un altro incantesimo di comprensione) incrociando le braccia e guardandolo con gli occhi scuri. Cosmo sospirò e proseguì “..andare nella foresta così come siamo ora, anche con l’aiuto di tutti i soldati che possano essere indicati per un lavoro simile, non sarebbe d’aiuto. Anzi, darebbe solo loro una possibilità di eliminarci anche prima” la discussione si protrasse ancora per qualche minuto, e alla fine, si optò per la decisione di Celestia.

Rarity camminava tranquilla per le vie di Canterlot, beandosi della vista. Per carità, non che non le piacesse Ponyville, ma ogni tanto trovava stimolante passeggiare in ambienti più raffinati. Anche se forse non era stato uno dei giorni migliori: i pegasi avevano piazzato per tutta la mattina grosse nuvole scure sopra la città, che ora minacciavano di svuotare la loro pioggia da un momento all’altro. Tuttavia Rarity contava di finire presto il suo giretto. Mentre passava davanti a una serie di vetrine, iniziò a pensare alle quattro creature uscite dalle statue: personalmente, non li reputava per nulla pericolosi, anzi. Cosmo si era dimostrato un perfetto signore, e anche Happy, in una maniera tutta sua aveva un certo fascino. Claw sembrava il più problematico, mentre invece il drago… non aveva avuto modo ne di parlarci ne di interagirci. Oh beh sarebbe venuto prima o poi il momento. Anche se non si aspettava molto. Nonostante la voce estremamente più melodiosa degli altri draghi che avevano incontrato, e nonostante le sue dimensioni fossero estremamente ridotte, era comunque un animale mangia gemme. Mentre era immersa in questi pensieri, arrivò fino a uno dei parchi centrali, e iniziò a esaminare ammirata le piante scolpite in maniera tale da rassomigliare a pony storici. Solo in quel momento si accorse che diversi unicorni si stavano allontanando dal parco parlottando a bassa voce. Quando voltò lo sguardo, vide il motivo: Scarlet era in mezzo al parco, intento a esaminare l’enorme fontana ornata con una statua di Celestia scolpita nel marmo, in compagnia di un altro pony. Rarity strizzò gli occhi, prima di dilatarli di colpo: il pony era un robusto unicorno, vestito con un elegante abito scuro, mentre una corta criniera blu chiara come i corti baffi era abilmente pettinata sulla sua testa. “Fancypants…?” sussurrò piano Rarity, avvicinandosi alla coppia. Scarlet alzò un occhio, vedendo avvicinarsi l’unicorno, e piegò la testa, mentre Fancypants si voltava per vedere a chi si fosse inchinato il drago “Ah! Rarity! Un vero piacere rivederti a Canterlot, mia cara” la salutò l’unicorno, avvicinandosi a lei assieme al drago “Heh… sì…un vero piacere…” disse distrattamente lei, guardando Scarlet, che alzò un sopracciglio “problemi miss Rarity?” chiese, con la sua voce musicale “credevo che non sareste usciti dal castello” “In effetti la principessa aveva accennato che non fosse una buona idea per me o Happy. Tuttavia, per quanto apprezzi la compagnia di Cosmo e della tua amica Twilight, quando hanno iniziato a parlare dell’inflazione sulla seta dei ragni di cristallo durante il quinto anno del regno della regina Platinum degli unicorni, ho capito che era l’ora di filarmela, se mi concedete il termine. Visto che grazie a Happy e a Claw i giardini e i corridoi del palazzo sono dei campi di battaglia, la mia unica opportunità era passeggiare un po’ fuori…. anche se come sospettavo l’accoglienza non è stata delle migliori…” “oh quisquilie mio buon Scarlet, non fateci caso. I pregiudizi sui draghi sono molto diffusi, ma posso assicurarti che la tua compagnia è molto più interessante e stimolante di quella di molti altri pony” dichiarò Fancypants, sorridendo e guardando il drago, che piegò la testa in basso, alzando appena le creste sul collo e la schiena. “Vi ringrazio sir… ho apprezzato la vostra compagnia. Almeno non siete scappato via in preda al panico”. Rarity guardava i due chiacchierare amichevolmente, allo stesso livello di maniere e compostezza. In effetti Scarlet era MOLTO diverso dai draghi che aveva incontrato fin ora. Fancypants diede un occhiata al cielo “mh…temo di dovermi avviare verso la villa… vorrei evitare di rimanere bloccato sotto la pioggia. Volete far compagnia a me e a Fleurdalise? Magari per un thè?”. Il drago scosse il capo “Vi ringrazio, ma credo che sia meglio per me rientrare a palazzo, e credo che sia così anche per la signorina Rarity” “Oh, beh sarà per la prossima volta. Spero di rivedervi presto a Canterlot, Scarlet, e anche voi Rarity” detto questo, fece un leggero cenno con il capo, e iniziò a trottare via. Scarlet posò gli occhi dorati sull’unicorno, indicando poi con il muso appuntito il castello “andiamo?”. A corto di parole, Rarity si limitò ad annuire. Camminarono l’una di fianco all’altro per qualche minuto, prima che Rarity si decidesse a dire qualcosa per rompere il silenzio che aveva iniziato a dilatarsi “Allora, vedo che hai fatto una buona impressione su Fancypants. Non una cosa da tutti, devo dire”. Scarlet sorrise “Beh, si è sicuramente dimostrato più amichevole di tutti quelli che ho incontrato fin ora, a parte voi miss Rarity, le vostre amiche e le principesse” “beh, sir Scarlet..” “Scarlet e basta va bene” “allora va bene solo Rarity” disse lei sorridendo, guardando gli occhi ambrati del drago, notando solo in quel momento diverse pagliuzze smeraldine danzargli nella retina “dicevo Scarlet, come puoi immaginare, i draghi sono visti solo come animali scagliosi dediti alla distruzione e al furto di oggetti di valore, soprattutto gemme, sia per avidità che per fame” “Mh… nei tempi moderni immagino di sì…” mormorò a voce alta il drago, passandosi un artiglio sul mento “da quel che ho letto, la mia razza è decaduta molto rispetto alla mia epoca, cedendo agli istinti primari, finendo per nutrirsi delle gemme solo per mera fame…” l’unicorno guardò incuriosita il drago “Perché, non le mangiavate per fame?” Scarlet scosse la testa “Non ai miei tempi. A differenza della magia dei Draconequi, degli alicorni e dei grifoni, che si basa sulla manipolazione dell’energia che circonda il nostro mondo, quella dei draghi si basa sull’energia stessa che abbiamo dentro di noi. Siamo come delle stufe, per intenderci. Però abbiamo bisogno di gemme per alimentare i nostri poteri. Perché le gemme? Perché sono forme cristallina di energie magiche, che noi bruciamo, assimiliamo, e usiamo per alimentare la nostra magia” Rarity lo guardò stupita, dimenticandosi di correggerlo sul fatto che la magia di unicorni e alicorni non funzionava esattamente come credeva lui “i draghi usano la magia?” “in un certo senso. La casta nobile, come veniva definita, era quella capace di usare la magia, ci distinguevamo per il nostro fuoco, colorato e con qualche dote particolare. E per queste” si indicò con un artiglio le strutture cristalline sopra gli occhi. “Eravamo una razza di studiosi ai tempi, non una genia di animali assetati di distruzioni e ricchezze.” Rarity annuì, sentendo poi qualcosa di freddo caderle su un orecchio: alzò lo sguardo, e vide una serie di gocce iniziare a cadere, in maniera sempre più violenta “oh no no no! La mia criniera sarà rovinata di nuovo, dobbiamo correre al castello!” “tecnicamente, correre sotto la pioggia è il modo per bagnarsi di più…” “e allora che vuoi fare? Lontano com’è, mi inzupperò lo stesso…” di colpo, un ombra calò sull’unicorno, e la pioggia smise di colpirla. Alzando lo sguardo, vide una delle ali membranose di Scarlet sollevata e tesa sopra di lei, per proteggerla dall’acqua, mentre la pioggia aumentava d’intensità. Spostò lo sguardo sul drago color rubino, le scaglie oramai già coperte da un sottile strato d’acqua. Lui alzò un sopracciglio, inarcando leggermente il collo “andiamo?” con un sorriso, Rarity iniziò a camminare. Dopo tutto questo drago non era così male.
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Re: [RACCONTO] Doom from the Past

Messaggioda Noxfero » 01/06/2012, 17:18

Ok, il finale di questo pezzo è vagamente grim-dark. chiedo scusa a Cheerilee e a tutti i suoi eventuali fan. Non odiate me, odiate i personaggi ( la scena è stata fatta apposta. e perchè sono sadico) commenti e critiche sono sempre sperate. (io lo dico sempre, non si sa mai...)


Il quarto giorno, al momento della partenza, Claw dovette trascinare a forza un Cosmo recalcitrante fuori dalla biblioteca, mentre Happy e Pinkie si erano dati l’ordine di rimettere a posto tutto il caos provocato. Alla fine della mattinata, erano tutti raggruppati nei giardini, pronti a dirigersi a Ponyville con l’aiuto del Draconequs, (nonostante Cosmo si stesse ancora lamentando un po’ a bassa voce). Entrambe le principesse vennero a salutare il piccolo gruppo. Stranamente Pinkie ed Happy sembravano essere più tranquilli del solito, scambiandosi a tratti brevi occhiate. “Spero che il momento in cui dovremo affrontare il pericolo sia ancora lontano. Spero possiate recuperare il prima possibile le forze. E per quello che riguarda voi, elementi dell’armonia, vi affido la cura dei nostri quattro ospiti, cercate di far sì che siano a loro agio” Cosmo fece un cenno di ringraziamento con la testa, mentre Twilight annuiva. A quel punto Happy si fece avanti e alzò la mano. Cosmo notò il ghigno del Draconequs, alzò uno zoccolo, ma prima di poter dire qualcosa, quello schioccò le dita due volte. Prima di essere avvolta da un lampo di luce bianca, Twilight vide per un attimo la principessa Celestia guardarsi esterrefatta la criniera, diventata scura e stellata come il cielo notturno, mentre la sua pelliccia era diventata blu scura, mentre Luna guardava la sua criniera diventata chiara e luminosa, con striscia azzurre e rosa, mentre la pelliccia era diventata bianco latte. Al secondo schiocco, la scena svanì da davanti i loro occhi, per poi essere sostituita dall’immagine della piazza centrale di Ponyville, accompagnati dalle risate di Pinkie e di Happy.

“eccoci arrivati” disse allegra Twilight, aprendo la porta della biblioteca con la sua magia e facendo entrare Cosmo dentro, che guardò contento le mensole piene di libri. Dopo un iniziale momento di panico da parte dei pony di Ponyville alla vista di Scarlet e Happy (“L’orrore! L’orrore!!”), i cittadini avevano ascoltato Twilight spiegare loro come i quattro fossero ospiti speciali della principessa. Evitò di menzionare la parte riguardante il fatto che fossero abitanti di un epoca passata, e che servivano a far da guardia a tre esseri affamati di potere nascosti nella foresta. Calmati i cittadini, si era cercato un modo per sistemare i quattro. L’idea iniziale di Twilight era stata quella di sistemarli alla fattoria di Applejack, ma capì subito che non sarebbe stato il caso: nonostante si comportassero come amici, i quattro avevano comunque stili diversi, per permettere una pacifica lunga convivenza…o per meglio dire, ne loro ne la famiglia Apple sarebbe sopravvissuta a lungo con Happy nei dintorni. Pinkie era subita saltata fuori con il voler tenere Happy a casa sua, spalleggiata immediatamente dal Draconequs stesso. “Finché i Cake reggono…” aveva sospirato Twilight, mentre Pinkie saltellava intorno al Draconequs contenta. Comunque spronata dall’idea della pony rosa, si era addossata la responsabilità di ospitare Cosmo, che appena scoprì che la studentessa di Celestia viveva in una biblioteca, aveva acconsentito di buon grado. Scarlet aveva inizialmente rifiutato l’invito da parte di Applejack a piazzarsi nella sua stalla, facendo notare come eventuali inconsapevoli soffi di fiamme durante il sonno sarebbero state fin troppo pericolose in una stalla piena di fieno. Tuttavia, con sorpresa delle sue amiche, Rarity si offrì a sua volta di ospitare il drago nella cantina della sua boutique: “Almeno non c’è il rischio che qualcosa prenda fuoco, e nel caso, può sempre esserci qualche gemma che ti possa interessare assaggiare” disse con un sorriso, guardando gli occhi dorati del drago. “Vi ringrazio miss Rarity. Se mi assicurate che non ci sono pericoli per la vostra dimora, accetto volentieri il vostro invito” replicò Scarlet, alzando la cresta sulla schiena. Le altre rimasero un attimo allibite all’idea che Rarity potesse effettivamente rifiutare delle gemme per darle da mangiare a un drago. Ma tuttavia era l’elemento della generosità, quindi non era poi così impossibile. E alla fine si voltarono verso Claw. “Hem…Claw, ti va bene andare alla fattoria di Applejack? Avresti tutta la stalla per te” Claw scosse la testa “oh…allora che ne dici della casa di Rainbow Dash? Sono certa che stare in mezzo al cielo possa…” Claw scosse di nuovo la testa, poi puntò uno degli artigli verso Fluttershy. Lei emise uno squittio prima di rintanarsi nella sua criniera, mormorando qualcosa. Claw rimase impassibile a fissarla. Dopo un attimo di silenzio, quando Rainbow stava per dire qualcosa, Fluttershy alzò appena gli occhi e iniziò a parlare con la sua fievole voce, in modo esitante “Claw…senti…se ti interessa un posto silenzioso e isolato, forse potresti venire a casa mia…vicino alla foresta, se ecco…se va bene…per te…ecco…” tornò a fissarsi gli zoccoli, con la criniera davanti gli occhi. Claw si limitò ad annuire, facendo segno alla pegaso di fare strada.

Twilight sorrise al ricordo del commento di Rainbow “Hah! Voglio proprio vedere come Angel prenderà la presenza di quel grifone”. Si girò verso Cosmo, intento a rimirare la collezione di libri. “Vieni, ti faccio vedere la tua camera. Sarebbe stata quella dell’aiutante del bibliotecario, ma Spike dorme in camera con me, quindi, nessun problema” “Spike?” domandò Cosmo, alzando lo sguardo “il mio aiutante numero uno. È un cucciolo di drago, è ancora abbastanza piccolo quindi può dormire in un cestino vicino al mio letto” “Capito…”. L’alicorno seguì Twilight in una piccola stanza, con un piccolo letto polveroso, coperto di libri. Evidentemente la camera era stata adibita a magazzino per contenere libri ancora in attesa di essere posizionati al loro posto. “Ok, effettivamente è un po’ fuori mano, ma dovrei essere in grado di metterla a posto…” disse Twilight imbarazzata, iniziando a spostare i libri con la magia, aprendo le tende e facendo entrare un po’ di luce dentro la camera, mostrando il letto minuscolo. Cosmo fece un sorriso tirato alla faccia traumatizzata di Twilight, davanti all’alto strato di polvere ammassato sulle vecchie coperte, prima di alzare il corno e usare la sua magia per sollevarle e iniziare a sbatterle fuori, sollevando una densa nuvola grigia. Twilight prese uno scopettino e iniziò a muoverlo per terra, spazzando via il sottile strato grigio. “Mi dispiace, non credevo fosse messa così male. Se vuoi questa notte puoi dormire nel mi letto, io mi arrangio qualcosa…” “Twilight Sparkle, non sia mai che faccia dormire qualcuno in un letto che non è il suo, se è già stato così gentile da invitarmi” ribatté l’alicorno, ritirando dentro le coperte. “Spero solo che la tua amica Fluttershy non abbia questo stesso atteggiamento, altrimenti vedo i prossimi giorni abbastanza difficili per lei”. Twilight passò a spolverare un mobile “Fluttershy sa essere particolarmente forte a volte. Non mi preoccuperei per lei. Non troppo almeno… Anche se non ho capito perché quel grifone si comporta così con lei. Perché l’ha presa di mira?”. Cosmo pensò un attimo, sistemando le coperte “Non ne sono sicurissimo... ma credo sia proprio per il fatto che è così timida. Vedi, la società dei grifoni, almeno ai nostri tempi, era matriarcale, e di solito i guerrieri più valorosi erano tutte femmine. Per lui è una novità avere a che fare con una femmina così timida, credo sia naturale sia curioso. Non lo fa per cattiveria, questo te lo assicuro.” Twilight annuì in silenzio, continuando a spolverare, prima di trattenere una risatina “Sarà un bello scontro fra Claw e Angel” “Chi?”

“Happy! E’ un Draconequs, e ho deciso di farlo stare in camera con me! Per voi è un problema signori Cake?” chiese allegra Pinkie, mentre Happy faceva volteggiare abilmente in aria Pound Cake e Pumpkin Cake, che dal canto loro ridevano divertiti, agitando le gambette mentre passavano velocemente fra l’aria, la zampa da gatto e la zampa d’aquila del Draconequs. Carrot Cake era in iperventilazione, guardando i suoi due figli volteggiare in aria, mentre Cup Cake guardava allibita Pinkie Pie. “Pinkie cara, sai che ogni amico tuo è amico nostro…però… hm... ecco, credo che non ci sia abbastanza in questa casa per il tuo amico, ecco! Sono certa sarebbe meglio trovargli una camera nell’albergo di Ponyville!” disse lei, mentre Happy schioccava le dita, facendo sparire i cuccioli (Carrot Cake emise un gemito e crollò a terra svenuto) e facendoli ricomparire nella loro culla, prima di mettersi a fluttuare a pochi centimetri dal viso della fornaia “Non si preoccupi signora, posso occupare estremamente poco posto se faccio questo!” detto ciò, si iniziò a ripiegare su se stesso, piegando il suo corpo ripetute volte, con qualche scrocchio, diventando alla fine un piccolo cubo in parte esponendo le piume o le squame della coda. Cup Cake rimase un attimo a fissare il piccolo cubo che la fissava di rimando, mentre Pinkie sorrideva felice con quella sua aria innocente. Aprì la bocca, ma venne interrotta dal rumore di porcellane infrante. Pound Cake si era arrampicato fuori dalla culla e aveva iniziato a zampettare su un mobile, facendo cadere a terra una serie di piatti per i dolci, appoggiati li dalla loro madre quando Pinkie era arrivata. Intanto Pumpkin Cake era intenta a masticare una confezione chiusa di zucchero “Oh cuccioli!” esclamò la pasticciera, trottando verso di loro, seguita da Pinkie Pie. Happy si srotolò e schioccò le dita. I due cuccioli svanirono e ricomparirono di fronte a lui, sospesi a mezz’aria “Fermi li voi due!” esclamò il Draconequs, fissandoli con gli occhi leggermente di dimensioni diverse. “Tu!” indicò Pound Cake con la zampa aquilina “Non dovresti distruggere così le cose che tua madre usa per sfamare voi e tutti gli altri pony bisognosi di zuccheri! Così facendo rendi solo più difficile il suo lavoro, e tu non vuoi questo, vero?” Pund Cake abbassò lo sguardo. Happy fece schioccare le dita e i frammenti dei piatti si sollevarono in aria, risaldandosi tra loro. “questa volta ho fatto io, ma se succede di nuovo, dovrai incollarli tu per metterli perfettamente a posto, chiaro?” il puledro agitò appena la testa. Happy spostò lo sguardo su Pumpkin Cake “E tu signorina. Dovresti masticare solo quello che poi mandi nello stomaco. Cosa succede se poi mastichi qualcosa di troppo duro e ti danneggi i denti? Non potrai avere un sorriso bello come questo!” detto ciò, infilò un dito fra le costole di Pinkie, facendole emettere uno squittio divertito, facendole mostrare tutti i denti in un grosso sorriso. Happy schioccò di nuovo le dita e i due cuccioli ricomparirono nel lettino. Happy si avvicinò e allungò le mani. Con un piccolo “pop” due lecca-lecca rossi gli apparirono in mano, e li porse ai due cuccioli. “Spero che abbiate capito, questo è un piccolo incentivo”. I due emisero dei versi incomprensibili, iniziando a succhiare i dolci tutti contenti, mentre Happy si avvicinava a Pinkie, che l guardava a bocca aperta “Non pensavo fossi bravo con i cuccioli” “Esperienza mia cara. Badare a un fratello minore da una certa dose d’esperienza, anche per un Draconequs”

“Hem…eccoci…” disse piano Fluttershy, aprendo lentamente la porta i casa sua, mentre le prime ombre della sera iniziavano ad allungarsi dalla foresta e il sole di Celestia cominciava a calare lentamente dietro gli alberi. Claw non disse nulla, infilandosi dentro la casa e iniziando a fissare i piccoli animali che alla sua vista si rintanavano nelle piccole tane che Fluttershy aveva costruito per loro. Claw avanzò tranquillo nel soggiorno, mentre la pegaso chiudeva la porta titubante. Claw avanzo ancora per qualche passo, prima di fermarsi: un piccolo coniglio bianco era fermo in mezzo alla stanza, con le braccia incrociate, intento a fissarlo corrucciato. Claw lo fissò a sua volta, stringendo gli occhi. Il coniglio indicò prima Fluttershy, poi se stesso, poi si puntò gli occhi, e poi indicò il grifone. Questo sbuffò, arruffando le piume del collo. Fluttershy guardò un attimo la scena, poi fece qualche passo, timidamente “Hem…Angel…lui è Claw…starà con noi un po’ di tempo…” guardo per attimo ancora i due prima di indietreggiare lentamente verso la cucina “allora…hem mentre…fate conoscenza io credo che… ecco…preparerò qualcosa da mangiare….” Nascose il muso nella criniera e indietreggiò lentamente. Appena voltò l’angolo, si rese conto che forse Claw avrebbe preferito qualcosa di meglio della sua solita insalatina. Si girò e piegò la testa oltre lo porta “Hem, Claw…scusami. ma ecco…forse….”la voce le morì in gola, mentre visionava il soggiorno mezzo distrutto, il divano rovesciato e un tavolino in fiamme, mentre Angel era intento a tentare di strangolare Claw, mentre questo gli tirava le orecchie, entrambi congelati in posa fissando Fluttershy.

Cheerilee alzò la testa, sentendo provenire un urlo acuto di frustrazione da dove sorgeva la piccola casa di Fluttershy. Si appuntò mentalmente di passarci più tardi, nel caso la pegaso avesse dei problemi con qualche animale riottoso; ma l’avrebbe fatto dopo il suo giro sul margine della foresta. Se fosse andata ora, poi Fluttershy l’avrebbe dissuasa. Era anche colpa sua che si era ridotta all’ultimo minuto per procurarsi alcune foglie per la lezione di scienze naturali del giorno seguente, e oltre alle foglie degli alberi più comuni era sua intenzione portare anche qualche foglia più particolare dal margine della foresta. Era appena calato il sole, rimanere sul argine non era un pericolo, anche se non poteva evitare di sentirsi un po’ a disagio. Le lunghe ombre della foresta sembravano zampe artigliate pronte ad avvolgerla, mentre la maestra passava accanto al bordo, recuperando ogni tanto qualche foglia integra. Nonostante tutto, la foresta era silenziosa, e dopo qualche minuto, Cheerilee si rilassò, canticchiando piano mentre raccoglieva altre foglie. Di colpo, il rumore di leggeri passi sull’erba le fece alzare la testa. Un piccolo puledro, che probabilmente l’aveva osservata fino a quel momento da in mezzo ai cespugli, si era voltato e aveva iniziato a correre dentro la foresta. Cheerilee si calmò un attimo dall’improvviso spavento che il rumore le aveva causato, prima di guardare il piccolo pony. Il corpo era di un bianco pallido, mentre la criniera e la coda di un biondo sporco gli ballonzolavano dietro, facendo notare la sua posizione all’interno della foresta, nonostante oramai il sole fosse calato. “Non è uno dei miei…” pensò la maestra, prima di balzargli dietro “Hey! Aspetta! Dove pensi di andare signorino?!”. Cheerilee continuò a seguire la coda dorata del puledrino, che dal canto suo sembrò non sentirla, e continuò a correre in mezzo al bosco. Lei continuò a inseguirlo per un po, finché di colpo non lo perse di vista, e solo in quel momento, si rese conto di essere entrata dentro la foresta, e di aver fatto anche parecchia strada. Il panico iniziò ad attanagliarla, insieme alla paura per il piccolo puledro. Iniziò a guardarsi intorno, vedendo solo alti alberi dal tronco nero, e oscurità. Di colpo, una serie di piccoli singhiozzi le arrivarono a un orecchio, da dietro alcuni alberi. La maestra si fece strada fra i lunghi rami e rovi, per arrivare in mezzo a una larga radura, illuminata dalla luce della luna appena sorta. Al centro della radura, il piccolo puledro era seduto a terra, singhiozzando. Non sembrava ferito, ma voltava le spalle alla puledra, tenendo sollevate le zampe davanti al muso. Probabilmente si era reso conto di dove fosse finito e si era fatto prendere dal panico. Cheerilee sorrise e fece qualche passo verso di lui, appoggiandogli delicatamente uno zoccolo su una spalla. “Calmati piccolo. Ora usciamo da qui.. andrà tutto bene…” la voce le morì in gola quando il puledrino girò la testa: il muso era tagliato a metà da un immenso sorriso, pieno di innumerevoli denti lunghi, appuntiti e affilati, mentre gli occhi puntati su di lei erano rossi come il sangue, marchiati da due sottili iridi nere. Cheerilee fece due passi indietro terrorizzata, prima che qualcosa le colpisse il dorso, mandandola a terra. Un forte dolore proruppe dalla sua spina dorsale, mentre qualsiasi cosa l’avesse colpita ruggiva e si avvicinava velocemente. Venne nuovamente colpita, questa volta sul fianco, facendola rotolare di lato, e facendole vedere cosa fosse: il corpo sembrava quello di un Minotauro, completamente bardato da un armatura nera come il carbone, coperta da una ragnatela rossa come il magma, che emanava una tenue luce. La testa rassomigliava quella di un drago nero, gli occhi rosi puntati sulla puledra, il muso appuntito aperto in un ringhio, mentre si avventava nuovamente su di lei con un altro ruggito. Il primo colpo le arrivò sul muso, spaccandole il labbro, facendole scappare un altro urlo, mentre il secondo la colpì a un occhio. Cheerilee non sapeva cosa stesse succedendo, sentiva solo il sangue in bocca, l’occhio che si gonfiava e un altro colpo da parte della creatura, che le atterrò sul naso. Senza fiato per urlare, la maestra sollevò le zampe sopra il muso, cercando di proteggersi, mentre lacrime di dolore e paura iniziavano a colarle dagli occhi. I colpi smisero di cadergli sul muso, e iniziarono a essere diretti alla sua pancia e alle sue zampe, mentre Cheerilee cercava di proteggersi, piegandosi in posizione fetale. “” disse una voce sottile, e i colpi cessarono, lasciando la puledra a terra, piangente. “” ruggì la creatura che aveva colpito la maestra, rivolto al piccolo puledro, che si era alzato e si stava avvicinando, subendo man mano una continua metamorfosi, mentre rispondeva con una voce sottile, in una lingua che Cheerilee non riusciva a riconoscere“”. quando si fermò accanto all’altro, non era più un puledrino : era una figura alta, che si reggeva sulle zampe posteriori come l’altro, ma era decisamente più sottile, avvolto totalmente in un mantello nero, da cui spuntavano solo le gambe sottili, lisce e nere che terminavano con un piede appuntito. Dall’alto del mantello, un lungo cappello a tesa larga gli manteneva in ombra tutto il viso, ma risplendevano in evidenza i due occhi scarlatti e il largo sorriso pieno di zanne affilate. La figura si chinò accanto alla maestra, mentre questa alzava di nuovo le zampe per proteggersi. Lui la guardò per un attimo, facendo poi sbucare dalle pieghe del mantello un braccio sottile che terminava in una mano altrettanto sottile, nera e liscia, dotata di dita appuntite, facendone passare una lentamente sul fianco della puledra, evitando i lividi e le escoriazioni lasciate dall’altro. Prese dolcemente per i fianchi Cheerilee e la girò pancia a terra, passando delicatamente una mano fredda sull’escoriazione sul suo dorso. La maestra senti la creatura piegarsi su di lei, sentì che le annusava la criniera, emettendo un basso mugolio. Sentì una mano fredda passarle su una zampa posteriore, risalendo verso il fianco, mentre il respiro della creatura le soffiava su un orecchio. Sentì che la coda le veniva sollevata, e mentre il suo corpo veniva orribilmente violato chiuse gli occhi, piangendo piano negli zoccoli.

Con un ringhiò, la creatura dalla testa di drago colpì l’altro sulla nuca, non appena questo si sollevò dalla puledra, lasciandola a terra a piangere ora più sonoramente e iniziarono a parlare fra loro, l’uno adirato, l’altro calmo, con la sua voce sottile e acuta. A Cheerilee non importava. La disperazione, la paura, il dolore e l’umiliazione la tenevano bloccata a terra. Senti degli altri passi avvicinarsi, senti gli altri due tacere, ma non le importava. Nemmeno quando una coppia di stivali neri le si bloccarono davanti al muso gonfio e impastato di lacrime e sangue. La terza creatura si piegò su di lei: era simile alle altre, ma in qualche modo, più regale, elegante, e meno minacciosa. La pelle della creatura era pallida e priva di pelliccia, mentre il viso affilato era puntato verso quello della maestra, che lo fissò a sua volta. La prima cosa che notò furono gli occhi: quasi ipnotici, non avevano una pupilla, solo un iride che sembrava cambiare colore in continuazione, senza mai rimanere fisso. La seconda cosa, furono le lunghe orecchie appuntite, seguite poi dalle due lunghe corna nere e ricurve che spuntavano dalla fronte della creatura, coronata poi da una lunga criniera nera. Questo la fissò intensamente, prima di chinarsi ancora di più, raggiungendo lo stesso livello degli occhi della puledra, prima di piegare leggermente avanti al testa, sfiorandole la fronte con le corna. Cheerilee roteò gli occhi e poi li chiuse con un leggero gemito, mentre un velo violaceo le colava fuori dalla fronte, avvolgendosi attorno alle lunghe corna della creatura. Questa si rimise in piedi, prima di voltarsi verso gli altri due. Con un rumore simile a una folata di vento, il velo scattò via dalle corna della creatura e colpì le altre due, svanendo appena entrò in contatto con loro. “cosa diavolo stai facendo?! Come diavolo sto parlando?!!” ruggì la creatura dalla testa di drago, portandosi le mani corazzate alla gola. “Mh… vediamo…le hai copiato i ricordi e li hai infilati nella nostra testa..?” chiese l’altro, portandosi un lungo dito alla bocca, sorridendo “Ovvio… avevo già intenzione di farlo…ma non credevo avremmo trovato qualcuno così presto.. credo che sia tu da ringraziare Nox…” mormorò la creatura cornuta, guardando quella avvolta nel mantello, che agitò con noncuranza una mano “dovere…” “che ne facciamo di lei?” chiese la creatura dalla testa di drago, fissando il corpo inerte della puledra. “Se ne occuperanno gli animali, lasciamola qui…” iniziò la creatura, prima di tacere. I tre iniziarono a sentire delle fievoli voci, farsi sempre più vicine “Applebloom! Avevi detto che saremmo rientrate prima che faceva buio! Rarity mi ucciderà!” “Non è colpa mia se Scotaloo ha perso venti minuti a cercare di convincere Zecora a fare una pozione per farsi crescere le ali” “Non è certo stata colpa mia se siamo state così a lungo qui, se fossimo partite prima sarebbe tutto a posto, ma nooo, Applebloom doveva finire i compiti per domani” “ora stai dando la colpa a me?”. Con un tramestio, le tre piccole pony entrarono nella radura. Si bloccarono, fissando prima la loro insegnante, poi i tre, poi di nuovo la loro insegnante. Nox iniziò a strofinarsi le mani, leccandosi i lunghi denti con una scura lingua biforcuta “Ooooh... questo sarà divertente…”
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