È nella mia normale natura, da amante delle serie animate, esplorare almeno un minimo una serie che è riuscita ad accaparrarsi l'ovazione del pubblico che oggigiorno è sempre più critico e severo. Oltre alle varie voci e creazioni a scopo celebrativo che giravano nei crocevia di internet, con Miraculous (non aggiungerò il sottotitolo per scoccia scriverlo tutte le volte), entrai in contatto per la prima volta in contatto visivo quando, in un caso fortuito, mi ritrovai a visionarne una sua puntata da uno dei miei schermi piatti. La mia impressione non fu positiva, ma per senso critico misi in atto il ragionamento che, forse, ebbi solo beccato per caso una delle puntate meno riuscite della stagione, perché certo una serie con un così alto numero di episodi è facile che non riesca a renderli tutti al meglio.
Il tempo vola, e la piattaforma di Netflix si aggiorna, aggiungendo tra le molte cose anche la serie Miraculous, con le puntate elencate in ordine sparso giusto per disorientarci e confonderci. Seduto comodo comodo nella poltrona di casa mia, feci la sola cosa che per Miraculous mi ero prefissato di fare: la visionai.
Solo dopo, infatti, pensai di degnarla anche di una recensione costruttiva e corposa come quelle che feci per Peppa Pig e Dinofroz, e per questo cartone super eroistico che tanto super eroistico non è potrei sottoporlo ad una analisi ancora più serrata.
Non mi metterò certo a contestare la fama che Miraculous è riuscito a guadagnarsi, anche se spesso mi trovo di fronte a creazioni il cui unico merito sarebbe stato il rovinoso fallimento, perché esso non è da paragonarsi ad un qualunque prodotto squallido di fattura scadente e zero mordente, e il fatto che sia riuscito in qualche modo a catturare l'attenzione e approvazione del pubblico è buona cosa, ma io non sono un diretto interlocutore di questa massa.
Non avete frainteso: Miraculous, come io temevo, non mi è piaciuto. È una serie dove i difetti più gravi a livello di contenuto sono messi proprio in primo piano e percorrono su rotaie invisibili tutti gli episodi che sono riuscito a guardare fino all'esaurimento della pazienza intesa come voglia culminata proprio in questo giorno, prima che la noia e la perdita di appetito cartoonesco prevalessero a nemmeno metà stagione.
Il plot della serie è quello tipico dei cartoni con questo tipo di schema: Marinette è una ragazza parigina di quindici anni che grazie ad una Kwami di nome Tikki, un piccolo essere che le dona super poteri, assume l'identità segreta dell'eroina Ladybug, armata di uno yo-yo e del lucky charm di cui parleremo più avanti (se me lo ricorderò >>). Assieme a lei ad aiutarlo vi è Adrien, il ragazzo coetaneo per cui prova un profondo ma inspiegabile sentimento d'amore, che assume le sembianze di Chat Noir grazie ad un kwami tutto suo di nome Plagg, armato di bastone e del potere chiamato “cataclisma”. I due si aiuteranno senza arrivare mai a scoprire l'uno l'identità sopita dell'altro.
Il loro nemico comune è Papillon, una non poi tanto misteriosa figura che controlla le Akuma, farfalle bianche in cui trasferisce parte del suo potere oscuro, ripetendo i soliti gesti puntata dopo puntata, che usa per infettare delle persone sotto un forte stato di rabbia per trasformarle in super cattivi.
Ci si rende subito conto che il plot principale non funziona come dovrebbe nel momento in cui è impossibile non far caso a molti dettagli non ignorabili. Marinette e Adrien non si riconoscono quando sono nei panni dei rispettivi supereroi nonostante indossino solo una mascherina a velare una minima parte del loro volto e nessun modificatore vocale, lasciando aperti numerosi indizi sulle loro reali identità, ma che per buchi di logica o pigrizia creativa degli autori non vengono colti nemmeno dai personaggi di contorno.
Papillon è lo stampino francese del classico cattivo che agisce nell'ombra che continua a ribadire a se stesso i suoi piani di conquista con fastidiosa ossessività che mira, come ci viene ricordato in ogni episodio, a rubare i miraculous di Ladybug e Chat Noir definiti da lui molto potenti, fallendo in continuazione, nonostante un solo super cattivo dal potere praticamente illimitato (a differenza di Lady bug e Chat Noir) creato da una sola e misera akuma è capace di tenere testa a entrambi, lasciandoci perplessi sul perché mira allora ad impossessarsene.
Le storie suddivise da questi schemi ripetuti alla base sono vittima di una sceneggiatura che non sta in piedi salvo in piccole sfumature appena accentuate, e a peggiorare il precario equilibrio del senso effettivo vi sono i device chiamati Lucky charm e cataclisma, i poteri che ho precedentemente menzionato con l'introduzione dei due super eroi che funzionano da scappatoia dalle situazioni più difficili per gli sceneggiatori, scegliendo di chiudere i vari scontri buoni-cattivi spesso nei modi più esasperati e macchinosi.
Gli antagonisti creati da Papillon, poi, sono quanto di più macchiettistico e insulso si poteva concepire, tali che sembrano essere usciti dai fumetti super eroistici della DC dopo essere stati travolti nel loro spirito, maligna conseguenza causata dal libro “la seduzione degli innocenti” di Fredric Wertham, ricordato ancora oggi da molti come un idiota.
A non essere meno problematici, comunque, sono i personaggi principali così come quelli secondari. Marinette è la tipica ragazza goffa innamorata del belloccio di turno che altri non è che Adrien, ragazzo pseudo carismatico che sembra uscito da una trasposizione animata di Troppo belli il sui solo talento messo in risalto è quello di fare da modello, per poi arrivare ad Alya, che svolge la parte della fan sfegatata di Ladybug di cui ne vuole scoprire con grande devozione a questa casua la sua vera identità. Finiamo quindi con la coppia Chloé e Sabrina, la viziata e crudele figlia del sindaco di Parigi che intrattiene con la intelligente Sabrina un costante rapporto di Seme e Uke così stereotipato da essere di principio inefficiente su tutto quanto il cartone, inrilevanti pure come personaggi col solo obiettivo di essere odiati con la massima sensibilità possibile per la loro inutilità contagiosa.
Anche i messaggi trasmessi con lo scopo di educare il giovane pubblico sono così sbagliati da essere forvianti e finiscono solo col danneggiare una mente facilmente influenzabile come quella di un bambino (ricordiamo, però, che la vera educazione 'spetta sempre ai genitori), dato che Miraculous mostra come una cosa del tutto normale Marinette che ruba il cellulare di Adrien con fare da stalker solo per cancellarne un messaggio registrato che gli aveva inviato senza volere, Alya che fotografa gli armadietti altrui senza consenso o Sabrina che accetta di sua spontanea volontà di continuare a farsi comandare e corrompere da Chloé con la stessa stupidità di Anastasia di 50 sfumature di Grigio, senza che nessuna delle tre ne paghi mai le conseguenze.
Se devo anche fare una considerazione più personale, per finire questa recensione, scrivo qui che il vero spirito super eroistico trasmesso da molti eroi da noi conosciuti qui è del tutto assente, ed essendo che Miraculous s'ispira a queste figure per reggere parte delle colonne portanti della serie potrebbe essere un altro punto a suo sfavore.
Se c'è una cosa che sa chi ha esplorato un minimo figure come Batman, Spider Man e altri corrispettivi di casa DC e Marvel, è che essere un vigilante con super poteri o comunque con capacità fuori dal comune comporta anche dei lati negativi. La vita di un super eroe viene continuamente compromessa e messa a dura prova da scelte difficili, pressanti sensi di responsabilità o d'impotenza come hanno le persone che si sono promessi di salvare, e questo si ripercuote spesso anche nella loro vita da persone normali. I nemici contro i quali lottano ogni giorno, poi, non sono così tanto diversi da loro, che avendo subito gli stessi traumi e seguendo un determinato principio hanno come unica differenza quella di aver seguito una condotta diversa. Stesse ingiustizie subite ma strade diverse intraprese.
Tutto ciò dava loro un poco di realismo e un certo fascino. Fascino che in Miraculous non è assolutamente presente. Non parlo di mostrare morte, ossa spezzate o criminali portati a marcire in galera, ma un minimo di maturità in più non avrebbe guastato. Quella che mi sono trovato a guardare è, quindi, una serie monotona, senza pathos e colpi di scena, con personaggi che non escono dalla loro normale caratterizzazione e antagonisti nati da saltuarie e non così incisive delusioni della vita. Nulla di veramente significativo viene comunicato al giovane pubblico, offrendogli al posto di mere emozioni un intrattenimento spicciolo.
Miraculous – le storie di Ladybug e Chat Noir è una serie televisiva dal look grafico interessante e bello alla vista, che tuttavia non basta per dare valore alla già bassa mole di contenuti che mostra. Il suo modo di presentarsi sembra quello tipico di una serie concepita unicamente a scopo commerciale che tralascia trama ed emozioni con dispiacere di chi cerca anche solo un minimo di contentino.
Bocciato.
Voto: 4