[Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una Dea

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[Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una Dea

Messaggioda NoxNoctis » 22/08/2013, 22:53

LA Principessa Celestia ha trovato un incantesimo per evocare la sua creatrice, Lauren Faust, e parlare con lei. Sfortunatamente per il nostro alicorno bianco preferito, invece di evocare la donna dei lei voluta, riesce a pescare la figlia della Faust di un universo alternativo. Risucirà Celestia a riconsegnare la figlia alla madre, o la prima verrà annichilita ?

Capitolo 1

Twilight Sparkle stava sfoltendo pile e pile di libri.

“So che è qui. Perchè non lo trovo ?”

La nuova principessa si era rinchiusa da giorni all' interno degli Archivi Reali, in cerca per conto di Celestia, del libro che avrebbe permesso a lei e la sua insegnate di parlare con il Grande Creatore. Ma pareva che quel dannato libro si perso nel tempo e nello spazio.

Qualcuno bussò alla porta: “Signora ! Sta bene ? E' dentro da giorni, e la cosa sta causando tensioni all' esterno. Ho l' autorizzazione ad accedere ?”

Era una guardia, probabilmente mandata da Celestia per controllare lo stato di salute mentale della sua studentessa: anche se Celestia sapeva che Twilight Sparkle era molto diligente, e determinata nei suoi scopi, e che quindi era facile che si immergesse a lungo in una lavoro, il fatto che si fosse rinchiusa per tre giorni di fila all' interno degli archivi per assolvere a un compito assegnatoli dalla sua tutrice poteva essere segnale di problemi mentali.

Considerato il fatto che Twilight, quando era unicorno, era stata capace di causare una guerra civile mancante di sangue, e solo perchè aveva perso la testa; ora che la cavalla viola era un alicorno, i rischi di un' azione avventata causata dal panico erano maggiori.


L' alicorno viola disse: “Un minuto ! Debbo solo... solo fare ordine !”, e provò, contemporaneamente, a riordinare i libri; bruciare i depositi di sporco e grasso che si erano formati sul suo pelo; e a riacconciarsi i capelli in maniera decente.

Invece, acconciò i libri, dando loro della parrucche di carta; si diede fuoco ai capelli; e mise i cumuli di grasso sugli scaffali.

Come da procedura, Twilight si mise a rotolare per spegnere le fiamme, mentre la guardia apriva lentamente la porta.

Alla visione di tale spettacolo, la grigia guardia si fermò, e guardò la scena avanti a sé, indecisa se ridere a crepapelle, o rimanere turbato dalla visione.

Alla fine, lo stallone grigio scelse la seconda opzione.

“Principessa.. state bene ? E che cosa è successo qui ? Intrusi ?”

“Nulla, non è successo nulla !”

“Sento odore di criniera bruciata, signora: che è successo ?” la guardia domandò.

“Ho dato fuoco per errore alla mia criniera. Non mi sono fatta nulla, però ho preso un bello spavento !”

Nel frattanto, altre tre guardie, Celestia e Luna giunsero sulla scena, casomai fosse necessario il loro aiuto. Eccome, che aveva bisogno del loro aiuto !

Le guardie e Celestia rimasero a fissare Twilight Sparkle, e non spiccicarono parola.

La Principessa Luna, a differenza dei presenti, cominciò a rotolare ridendo:

“Questa visione ci intrattiene, Twilight ! Questa scena ci ricorda la nostra fanciullezza, quando la nostra sorella era incapace di non dare fuoco ai libri !”

La cavalla bianca guardò male la sorella notturna.

La guardia che era entrata per prima chiese: “Signora, perchè è ridotta così ?”

“Stavo leggendo, il bussare, ma il pelo sporco...”

La guardia guardò un secondo Celestia, per chiedere silenziosamente alla principessa diurna il permesso di parlare liberamente.

L' alicorno bianco annuì.

La guardia parlò:

“No, intendevo dire, come si è creata questa situazione ?”

“Ero in cerca d' un vecchio libro per conto di Celestia, tale 'Bonnienomicon', ma durante la mia incarcerazione dentro gli archivi non l' ho trovato.”

Princess Celestia sospirò, e disse:

“Vabbè.. allora fa cercare a me.”, e, accendendo il proprio corno, l' alicorno bianco tirò fuori un libro marrone chiaro, con sopra una lastra di bronzo: tale lastra rappresentava una creatura bipede vestita in una tonaca.

Tale figura era simile a un minotuaro femmina, ma senza corna, mancante di vero e proprio pelo, tranne per un piccolo pezzo sulla testa, e con tratti assolutamente non bovini; e stringeva fra le mani un pennello, che spargeva sei raggi all' ingiù: tali raggi colpivano le sagome di sei figure, simili a pony, ma dai tratti meno aggraziati. Dai suddetti pony, si spargevano altri raggi, che si univano a formare un' altra figura bipede in camicia e pantaloni, simile a quella di prima, ma più alta, e con i peli sulla testa più lunghi: questa figura teneva tre dita alzate, e da tali dita, si creavano spirali, che andavano a formare le sagome di Celestia, Luna e Discord.

Sul dorso e sul davanti non c' era scritto nulla, ma si capiva già da subito che il libro in questione era molto antico, ed importante.

Twiligth Sparkle si lasciò scappare un urletto, e disse:

“E' questo il libro che dovevo cercare ?”

Celestia annuì scocciata, e dismise silenziosamente le guardie.

L' alicorno viola parlò eccitata:

“Sembra un libro molto importante !”

“E lo è, studentessa mia: questo libro mi è stato consegnato dalla mia creatrice, al momento della mia creazione, e mi è stato ordinato di utilizzarlo nel momento del bisogno. Non sai quante volte mi è tornato utile... per quanto alcune soluzione mi sono parse quantomeno drastiche.”

Twilight rimase incuriosita dall' ultima affermazione, e domandò alla sua mentrice: “Tipo ?”

“L' Esilio di mia sorella.”


L' alicorno blu domandò irritato: “Perchè non siamo stati informati di ciò ?”

“Faust sapeva della tua trasformazione subito dopo la sconfitta di Discord. Voleva evitare una risoluzione sanguinosa della faccenda.

Ora sto provando a chiamarla per chiedere cosa fare ora, visto che adesso che la mia servitrice è diventata principessa. E poi, voglio scambiare due chiacchiere con lei.”

Luna carpì le informazioni, e annuì: “Capiamo. Comunque, siamo in procinto di lanciare l' incantesimo,o stiamo procrastinando ?”


“Non stiamo aspettando.” Celestia si riferì a Twiligth “Mettiamoci al lavoro: ci servono tre alicorni per questa operazione, e Cadance non è propriamente a portata di mano. Ora vieni con me nella Sala del Trono...”


“Tutti pronti ?”, l' alicorno solare chiese ai presenti.

“Siamo preparati.”

“Sono ansiosa di partire.”

Detto questo, l' alicorno bianco mise il libro in mezzo alla stanza, e intorno al libro, creò un circolo di luce: tale cerchio sarebbe servito come fonte di energia per il portale.


La principessa del giorno chiese: “Per cortesia Luna, crea il tunnel su di me”

La sorella rispose in modo laconico:
“Eseguiamo”, e coprì con uno spesso strato scuro la sorella maggiore, poi estese tale strato fino al cerchio, per poi infine coprire tutta l' area occupata dal cerchio.

Fatto ciò, Twilight Sparkle aprì il libro, e, dopo aver memorizzato velocemente la firma magica della Creatrice, accese il corno, e lanciò assieme a Celestia una striscia viola nel tunnel.


Passarono venti minuti, e non si trovava ancora nulla.

Ormai la potenza dell' alicorno bianco stava scemando, e l' alicorno blu stava tremando, e sembrava in procinto di collassare da un momento all' altro.

Ella domandò: “Avete trovato nulla ? Non reggeremo per molto.”

Twilight rispose:
“Ancora nulla, ma tieni duro: penso di averla trovata... ecco fatto, ora tiriamola su...”

Celestia disse: “Sarà meglio che sia lei: sono a pezzi.”


L' alicorno viola continuò a tirare lentamente verso di sé la linea viola.

A quel punto, Princess Luna cedette, e lasciò scadere il portale di scatto: la sorella della principessa notturna uscì con un balzo dal tunnel magico che collassava, e spense il cerchio.
Quando finalmente la struttura di Luna svanì nell' aria, al posto del libro c' era ora un piccolo, quasi adorabile, umano.

L' alicorno solare rimase a bocca aperta, mentre l' alicorno viola disse in stato di shock:

“Il libro... s' è trasformato in una bimba... Celestia... è lei la tua creatrice ?”

La mentrice di Twilight disse:

“No, non è lei:: l' ultima volta che l' ho vista, era molto più vecchia. E temo che non possiamo sistemare quest' errore: il libro è svanito.”

“E ti pareva... vabbè, portiamo questo ospite nella mia camera.”.



Più tardi, nella stanza da letto di Celestia, la figliola era stata distesa sul letto, affinché riposasse in modo più comodo.

Al di fuori della stanza, i tre alicorni stavano discutendo.

Twilight Domandò
“Che si fa ? La bimba non è di certo la Signora Faust, né tanto meno l' Egregia Bonnie; anche se è della stessa specie.”

Luna chiese: “Hai controllato se il segno distintivo magico fosse quello corretto ?”

“Controllato tre-quattro volte, e la firma magica è identica.”

L' alicorno bianco fece notare:
“A proposito: abbiamo perso il libro durante l' evocazione. Senza di esso, manchiamo di modi per riportarla a casa.”

Twilight cominciò a dondolare nervosa: “Ne sei certa ? Siamo sicuri che non abbiamo modo per contattare Faust ? Nessun pian-”

“No, non abbiamo modo di farlo. Ma ora la mia più grande preoccupazione non è contattare la mia creatrice: piuttosto, mi chiedo come mai questa bimba è apparsa al suo posto. Ci sarà una ragione per ciò... o no ?”

“Zitti ! Percepiamo la fanciulla destarsi !”

La bimba aprì gli occhi, e guardò attorno a sé, e realizzò subito che quella non era la sua camera da letto usuale. Ella si sedette sul letto, e notò la presenza di coperte di lino e seta coi bordi dorati.

Di certo, non le sue usuali coperte; ma quantomeno erano confortevoli e calde.

La ragazzina stava per scendere dal letto, quando notò la maniglia abbassarsi: temendo il peggio, la bimba fuggì sotto le coperte e fece silenzio.

L' alicorno luxfero entrò nella stanza, solo per notare che l' umano si era raggomitolato in una piccola palla di coperte.

“Ciao, bimba. Ti senti bene ? Non temere, sono qui per aiutarti, non per farti del male.”, la palla si sfece, e gli occhi chiusi della bimba fecero capolino da sotto le coperte.

“La mia mamma dice che non dovrei parlare agli sconosciuti, specialmente quando sono sola.”

Celestia annuì: “Tua madre è saggia. Ma, piuttosto, mi potresti dir il nome di tua madre ? Ciò potrebbe aiutare noi a riportarti a casa.”

“Io la chiamo mamma, mio papà la chiama mogliettina, ma i grandi che non conoscono la chiamano signora Faust”

La principessa diurna rimase paralizzata. Aveva sentito bene ? Quella bimba era davvero la figlia della Faust ? Non pareva vero.

Per sicurezza, ella domandò: “Temo di non aver compreso. Potresti ridirmelo ?”

la figliola cominciò ad irritarsi: “Te l' ho già detto. Tutte le persone che lavorano con lei la chiamano signora Faust !”

Celestia si inscurì, poiché già abbastanza pallia. Non aveva strappato dalle mai dei genitori un bambino qualsiasi. Aveva rapito per sbaglio la figlia della sua creatrice. Doveva aiutarla.

“Per cortesia, credimi quando dico che sono un' amica stretta di tua madre”

“Lo sei ?”

“Sì, ma sei vuoi aiuto, temo che dovrai lasciare quelle coperte.”

“Ma tu sei certa di non essere cattiva ?”

Celestia sorrise: “Ne sono più che certa.”

“Non mi stai raccontando panzane ?”

“Prometto che non lo sono. Dopotutto, io sono 'Virtutis Imago'.”

La bambina non capì completamente quello che le era stato appena detto, ma diede per scontato che era una cosa buona.
“Vabbene”, e la figliola cominciò ad uscire dal suo guscio di coperte, e Celestia ne approfittò per dare un' occhiata più da vicino. La bimba indossava quello che pareva un pigiama bianco; il suo corpo era alto, e di aspetto ben nutrito; i suoi capelli erano rossi e lunghi; e la sua pelle era leggermente abbronzata, ma pareva comunque giovane e tenera.

“Effettivamente è simile alla Faust”: questo fu il pensiero di Celestia al riguardo.

Quando la ragazzina fece contatto visivo con l' alicorno bianco, ci fu una reazione inaspettata, una di sorpresa misto ad eccitamento:

“Oh... mein... Gott ! SEI UN PONY !”, e l' umano si fiondò addosso a Celestia, e si aggrappò al collo della cavalla bianca, dondolando a pochi centimetri da terra.


Luna e Twiligth irruppero nella stanza:

“Sorella ! Siete ille-”

L' alicorno blu fu interrotto da un urletto di gioia:
“PIU' PONY !”, e così la bambina lasciò il collo di Celestia, per correre addosso a Twilight, e accarezzare la sua testa. All' inizio l' alicorno viola fu riluttante, e stava per reagire... fino a quando non notò che l' azione eseguita dalla bimba non causava danno a lei, ma che soprattutto causava piacere in entrambe.

“Oooh, sììì, continua qui.”, e si sdraiò per permettere alla ragazzina di coccolarla meglio.

La Principessa Luna, sorpresa dall' andazzo degli eventi, domandò preoccupata:

“Twilight... sei sana ?”

“Sì che lo sono”, disse la cavalla viola mentre si rotolava sul dorso istintivamente “Sono in paradiso.”

La figliola ridacchiava, mentre grattava la pancia di Twilight, e diceva: “Sei un pony schiocchino !”

Twilight rise pure lei: “No, io sono Twiligth Sparkle, e tu ?”

La ragazza sfoderò un gigantesco sorriso: “Mi chiamo Sophia Mc Cracken.”


Capitolo 2
Twilgiht sospirò: “Ok, ricominciamo”

Il giorno dopo l' arrivo di Sophia, Celestia aveva informato le guardie e il personale dela palazzo riguardo la presenza della ragazzina, dimodoche i lavoratori dell' edificio non si spaventassero, alla visione della bimba dai capelli rossi. L' alicorno bianco aveva pure contattato un sarto per preparare qualche vestito a Sophia, visto che quest'ultima affermava di necessitare di una scelta di vestiti maggiore, del pigiama che indossava all' arrivo. Per il momento, Sophia doveva rimanere nela palazzo, fino a qaudnonon si sarebbe trovato il modo di introdurla alla società.


Quindi, l 'alicorno del giorno era occupato a preparare tutto, oltre che continuare i suoi doveri ordinari; mentre la sorella notturna era occupata nella creazione di un piano di riserva per riconsegnare la figlia alla madre. Ciò lasciava Sophia sotto lo sguardo di Twilight, che subito ne approfittò.

Sophia, avviamente non ne era molto contenta.

“Voglio uscire a giocare fuori ! Mi sto annoiando !”: era da un' ora che la bambina stava seduta su una sedia in una stanza buia nei sotterranei dell' edificio, rispondendo alle domande dell' unicorno viola riguardo il proprio mondo. Sfortunatamente, Sophia aveva otto anni, e per questo, non era proprio la migliore fonte di informazioni sugli uomini... fra l' altro, stava cominciando ad annoiarsi a morte.


“Mi spiace, Sophia, ma ciò è importante ! Dobbiamo ricevere più informazioni possibili sul tuo mondo, se vuoi tornare a casa. E poi, è stimolante ! La conoscenza della cultura umana può avere un ' impattodi proprorzioni inimmaginabili, sulla società dei pony ! Nuove archittetture, arti, musiche, opere letterarie... di tutto ! E la vostra tecnologia pare così avanzate ! Scatole di plastica che permettono di comunicare a distanza ? Il solo pensiero m' eccità in senso lato ! Ora, mi faresti la cortesia di rispiegarmi come funziona un 'cellulare' ?”, detto questo, Twilight prese pergamena e penna.

Sophia girò gli occhi, e, dopo un gigantesco sospiro, ricominciò a spiegare: “Un cellulare è un dispositivo per la comunicazione a distanza che utilizza qualcosa di simile alle onde radio.”

“E cosa sono queste 'onde radio' ?”

“Sono le comunicazioni che si fanno con le radio, che ti ho provato a spiegare prima. Ora posso uscire ?”

Twilight indicò la titanica massa di pergamena e carta bianca dietro di sé.

“Questo è solo l'inizio ! Peccato che adesso mi devo assentare per andare al bagno, e per questo rimpiango di non aver preso preventivamente pannolini per me e per te, affinchè potessimo parlare più a lungo. In ogni caso, torno subito: aspettami qui !”, e l' alicorno viola uscì dalla stanza per raggiungere il bagno più vicino, situato al piano terra, e dalla parte opposta a dove si torvava la stanza.


Una volta che Twilight fu fuori dal raggio visivo di Sophia, ella si chiese, annoiata:

“E ora che faccio ? Rimmarrò qui, in questa stanza buia e umida, a parlare di cose che comprendo a malpena, o non comprendo ?”

La bambina diede una sguardo alla porta di legno ammarcito rimasta aperta.

“Credo che li ci vorrà un po' a tornare qui: nel frattanto, potrei sgranchirmi un poco...”, e, con un balzo, uscì dalla stanzetta nei sotterranei, e andò al piano terra.


Venti minuti dopo, Twiligth tornò nei sotterranei, pronta per continuare la sua sessione di “interrogatorio indolore”, solo per notare la sparizione del soggetto.

L' alicorno viola andò nel panico.



Sophia stava correndo per una grande sala, e pareva in preda a un' euforia ingiustificabile: tale euforia scemò un poco, quando si trovò davanti a due guardie immobili come statue davanti a una porta di legno massiccio con due finistrelle di alabastro in alto, e nella parte inferiore diversi bassorilievi rappresentanti pony leggenti libri; o posizionati in posa meditativa.

La ragazzina smise di correre, e cominciò a camminare verso i due pony militari. Nel mentre che faceva ciò, ella chiedeva con un sorriso smagliante:

“Ciao, signora e signor guardia, come va ? Che state facendo ?”.

La bamboretta dai capelli rossi punzecchiò ripetutamente le guardie:

“Volete giocare ? Non vi annoiate a stare ferme tutto il giorno, a sorvegliare una porta ?”

Le guardie rimasero impassibili; e così Sophia decise di passare alle metaforiche “maniere forti”: si mise sulle punte dei piedi, per così accarezzare quel poco di criniera non coperto dall' elmo fatto di bronzo.

“Signorina Sophia, si trattenga dal toccarci. Stiamo lavorando.”

Sophia non si arrese: passò dal solo accarezzare, al grattare dietro le orecchie.

Dalle loro reazioni, ella poteva evincere che stavano per cedere.

“S-signorina, si fermi. Non abbiamo tempo per giocare con lei.”: per quanto la guardia tentasse di rimanere stoica col resto del corpo, le sue gambe vacillavano in modo pericoloso.

L' elemento maschile dei due si mise a pancia insù.

“Calmati, Moenia Viventum: siamo stati tutto il giorno fermi, direi che farci fare un grattino da lei non ci farà del male. Aaahh, proprio lì !”: così la guardia muggì di piacere.

“M' arrendo.”, e anche la guardia femmina si unì alla scalciata in aria del virile collega.

Nel mentre che ciò accadeva, Twilight stava guardare con stupore Sophia.

Dopo un paio di minuti di pura sorpresa, l' alicorno viola tornò in sé, e si schierì la gola:

“Ahem”

La ragazzina sorrise timidamente, alla vista della cavalla viola: “Oh, ciao Twilight”


“Che stai facendo, Sophia ?”

“Sto coccolando le guardie. Stare in quella stanza era una vera noia !”

“Capisco il tuo fastidio, ma dobbiamo tornar-”

la bambina smise di grattare i ventir delle guardie, e si alzò di scatto, affermando:“Bhè, io esco fuori a giocare. Ciao !”. Alchè la bimba corse via, lasciando due guardie a pancia all' aria, e un confuso alicorno.

“Torna subito qui, Sophia !”: quando Twilight notò che il richiamo non dava frutti, ella si mise all' inseguimento della piccola ospite.




“Acchiappami, se ce la fai !”, urlò ridendo Sophia.

Nonostante la sua piccola statura, e la sua giovane età, la bambina dai capelli cremisi era piena di energia, ed era stata capace di correre per tre grosse sale senza perdere il passo.

“Per cortesia, Sophia, fa attenzione ! Fermati per un solo secondo !”: alla vista che le parole erano inutili, l' alicorno viola provò ad afferrare con la magia la figlia della Faust... solo per fallire miseramente.

Twiligth rimase stupita da ciò, visto che, a quanto pareva, Sophia era resistente in qualche modo alla magia, e che quindi l' unico modo per prenderla era sfruttare quelle ali, ricevute tempo fa.

E così l' alicorno si alzò in volo, e finalmente recuperò terreno: per quanto fosse energica, Sophia non poteva competere con la velocità di una creatura volante adulta.

Ovviamente, c' era il vantaggio dell' agilità data dalla gioventù, da parte della ragazzina: infatti, prima di svoltare, Sophia si fermò per cinque secondi, slo per poi svoltare bruscamente a destra: tale mossa fece schiantare contro il muro di pietra l' inseguitrice.

La bamboretta, dopo aver visto l' alicorno viola sfracellarsi contro il muro, dopo aver esultato alzando un pugno al cielo e facendo un balzello, disse:
“Wooo ! Ho vinto ! Ci vediamo !”, per poi sparire nel cortile.

Twilight scosse la testa per riallineare gli occhi, e ricominciare a correre.

Appena però la nuova principessa ricominciò ad inseguire Sophia, la prima notò le porte andanti verso il cortile aperte: considerato il fatto che il “cortile” era, in realtà, un parco pubblico glorificato, ora la Faust miniaturizzata poteva essere dovunque.

Il solo pensiero di aver perso l' unico umano mai arrivato in Equestria fece panicare l' ex-unicorno viola:

“Oh no ! E ora che faccio ? Non so come rintracciarla da sola ! Sono nei guai ! Se Celestia scopre questo, mi bandirà. O mi metterà in prigione. O mi bandirà in una prigione lontana. In ogni caso, sarò fregata ! Ma forse mi posso salvare facendo l' intrattenitore itinerante..”

Twilight Sparkle si schiaffeggiò da sola:

“Ripigliati ! E' ora di assicurare la salvezza di Sophia McCracken, non piangere sul latte versato ! Debbo contattare le guardie !”: detto questo, Twilight corse verso le caserme interne al palazzo reale, per poi giungere sulla soglia dell' ufficio del Capitano della Guardia.

Dopo aver sorvolate un' orda di guardie incredule, l' alicorno in preda al panico cominciò a bussare in modo insistente alla porta, e ad urlare:

“Aprite ! Aprite dannazzione, è un' emergenza !”

Una voce dallì altra parte della porta rispose con una calma che si opponeva alla voce ansiosa di Twilight Sparkle:

“Consegni la piastra la piastra di riconoscimento in rame, la faccia passare per la fessura, e la faremo entrare.”

“Non posso ! E' in corso un' emergenza !”

La voce rimase calma
“Niente piastra, niente accesso.”

L' alicorno viola cominciò a scalpitare:
“Sono la Principessa Twilight Sparkle, porca miseria, non posso entrare senza...”

La risposta della voce fu secca ed efficace:

“No.”

A quel punto, Twilgith decisde di passare alle maniere forti, caricò il corno, punto alla maniglia della porta, e, con un dardo di energia, ruppe la porta in due pezzi di legno bruciacchiati, e rilasciò una gorssa nube di fumo, che fece tossire Twilight.

Appena la nube si dissipò, l' alicorno in preda al panico si ritrovò davanti l' incredibile spettacolo del Capitano della Guardia, un corpulento stallone grigio con i gradi a malapena visibili, causa grasso inglobante; seduto tranquillamente con gli zocoli anteriori uniti, mentre la nube di fumo gli veniva in faccia.

“Ok, ho cpaito che lei non ha la pazienza di aspettare. Me lo ricorderò”: questo disse la guardia, con un tono che innervosì Twilight.

La cavalla viola disse:

“Non è tempo di preoccuparsi della porta, né delle mie capacità di controllarmi: Sophia Mc Cracken è fuggita, ed è uscita dal palazzo da circa venti minuti-”

Il militare interruppe Twilight, e disse: “So cosa fare: dammi il tempo di radunare qualche guardia, e ritroveremo subito la ragazzina. Anche perchè è difficile che possa essere confusa per un' arpia. O un pootisbird.”

Detto questo, il Capitano della Gaurdia si alzò lentamnte, e altrettanto lentamente uscì dalla stanza: una volta fuori, il capitano chiese a un subordinato di radunare i soldati.





Sophia stava saltellando allegramente per le strade di Canterlot, ignara nel modo più completo degli sguardi che riceveva. Ella, in preda alla noia, stava cercando qualcuno a cui parlare, e, nella sua ricerca, si trovò davanti a una coppietta di pony che si stava godendo un gelato: credendola un' occasione, la bambina si avvicinò, e chiese con un grosso sorriso:

“Scusatemi, c'è per-”

La cavalla urlò:
“Eyaaa, un mostro !”, mentre lo stallone, dopo aver provato a far tornare indietro la cavalla, guardò leggermente disturbato la fanciulla, e domandò ad ella:

“Quindi... chi sei tu ? Sembri una piccola arpia, ma non vedo le alì, né le penne... e pari molto più carina, d' una arpia.”

La ragazzina non capì molto bene quello che lo stallone aveva detto, né a che cosa l' aveva paragonata, ma intuì, dall' ultima frase, che l' aveva paragonata ad una brutta bestia.

E così la mambina domandò:

“E che cos' è un' arpia ?”

Il pony parve stupito dalla domanda, e rimase in silenzio per pochi, imbarazzanti, secondi, prima di riaprire bocca: prima che lo stallone potesse spicciare parola, però, l' urlo della cavalla che stava prima con lui sovrastò la spiegazione.

Tale urlò conteneval e seguenti parole:

“Tesoro, cosa fai ? Fuggi ! Su, fuggi ! Potresti essere ucciso !”.

Seccato, lo stallone si scusò con Sophia, e si allontanò.

La ragazzina dai capelli cremisi stava per chiedere quale era il loro problema, prima di archiviare la cosa nella sua mente senza pensarci troppo; e tornò a camminare.

Ma presto Sophia notò che gli occhi di tutti i pony in strada erano puntati su di lei: non importava se stavano mangiando al ristorante; facendo una passeggiata; o guardando il mondo andare avanti da una finestra: tutti si erano fermati, e stavano guardando Sophia, a volte con curiosità, a volte con disgusto. In ogni caso, non in un modo “normale”.
Anche i puledri e le puledre, che prima stavano giocando tranquillamente, aveano interrotto le loro attività per guardare la ragazzina dai rossi capelli.

A causa dell' interruzzione generale, una palla di stracci, appartenuta ad una puledrina poco più piccola di Sophia, arrivò ai piedi della figlia di Faust: appena la ragazzina notò la presenza del balocco ai suoi piedi, ella pensò che riportare la palla alla legittima proprietaria potesse aiutare calmare un poco tutti i presenti.

E così fece: prese la palla leggermente umidiccia nelle sue delicate mani, e si avvicinò sorridendo alla puledra sorpresa. L' aria si fece tesa, e qualche pony stava addirittura tremando.

Arrivata davanti alla puledra, Sophia posò la palla, fece un piccolo inchino, e disse:
“E' tua, prendila pure.”

La reazione a quella innocua frase fu inaspettata:

“State lontani da quella cosa !”

“E' un mostro !”

“Scappate !”

Sophia disse: Non sono una bestia feroce !”, e si raggomitolò, per schermare gli sguardi letali provenienti dalla folla di pony, in mancanza di figure familiari capaci di causare un effetto simile, quali sua madre; suo padre; la Principessa Celestia; la Principessa Luna; o Twilight.

Dalla folla uscì una guardia reale in armatura: tale pegaso disse alla folla“Restate calmi: non c' è nulla da temere, è solo una bambina.”, e camminò verso la ragazzina dai capelli cremisi.

La bambina guardò la guardia in puro terrore, e mentre tentava di strisciare via, Sophia affermò: “No ! Non finchè viene Twilight !”

La guardia reale prese peri l braccio destro la figlia della Faust, disse “I miei ordini sono prenderti, e portarti a palazzo”, per poi procedere a trascinare ella.

Sophia cominciò a piangere: “No ! No ! Lasciami ! LASCIAMI !”.

Senza nemmeno notare ciò, il piccolo corpo della ragazzina cominciò a brillare di luce propria: la guardia percepì ciò nella sua visione periferica, e, per sicurezza la lasciò andare, e disse alla folla di allontanarsi di venti metri.

Appena tutti si furono allontanati, dal piccolo corpo di Sophia si sprigionò un' onda d' urto di proporzioni immani, che fece tremare i muri; crollare parti delle cariatidi degli edifici; e causando lo stordimento di diversi pony: a quel punto, la folla perse la testa, e fuggì in tutte le direzioni urlando:

“FUGGITE |!”

“HA CAUSATO DANNI ALLE PROPRIETA' !”

“C' UNA BESTIA IN CITTA' !”


Mentre sulla terra i pony fuggivano in tutte le direzioni come polli decapitati, Twilight Sparkle stava sorvolando la scena: dall' altò della sua posizione, l' alicorno viola potè vedere i danni agli edifici causati dalla furia di Sophia, e la piccola sagome della suddetta all' interno di un cratere.

L' alicorno viola planò, e atterrò vicino al cratere: appena la cavalla fece ciò, Sophia strisciò fuori dal cratere, per poi aggrapparsi al collo di Twilight Sparkle, e sussurrare:

“Ero così... spventata, Twilight ! Tutti mi osservavano, tutti mi hanno chiamato mostro... da oggi in poi, non ti disobbedirò più !”

L' alicorno viola si limitò a metterela ragazzina sul suo dorso, e tornare al palazzo.



Più tardi, nella Sala del Trono del palazzo, i tre alicorni stavano discutendo il fato di Sophia, dopo l' incidente di quel giorno:

“Qualche pony deceduto ?”

Twilight riportò:
“No, Celestia, nessun morto: solo danni agli edifici. Circa trecento pezzi di danni.”

“E' stato solo un miracolo. Dobbiamo essere grati che nessuno si sia spento prima del tempo, a causa di quel rilascio di energia.”, commentò l' alicorno blu.

“Concordo. Ma quello che mi preoccupa ora è la fonte dei danni: Sophia, e quello che dobbiamo fare ocn lei. Se ciò che dici è vero, Sophia è resistente alla magia, e, allo steso tempo, se stressata, può rilasciare una grossa onda d' urto. Ciò rende arduo il nostro compito di riportarla a casa sana e salva.”

“Ma era colpa sua ! Tutti la stavano definendo mostro, e quella guardia stava provando a trascinarla ! Si stava a difendere !”

“Ciò non toglie che sei stata TE, a dare l' ordine di andare in cerca di Sophia, e di riportarla qui.”

L' alicorno viola abbassò le orecchie, e affermò con voce mesta: “E' vero: è stata colpa mia, se l' ho fatta fuggire, e se ho mobilitato le guardie. Punisca me, invece che lei”.

L' alicorno bianco chiuse gli occhi, e cominciò a meditare: “E' evidente, dopo gli evneti di oggi, che Sophia non può rimanere in questa città; ed è evidnete che lei necessita di qualcuno che si prenda cura di lei, nel suo soggiorno.

Visto che, molto probabilmente, ella desidererà stare sotto lo schiaffo di qualcuno di cui si fida, temo che il compito dovrà ricadere su di te, Twilight Sparkle. E visto che non ho ancora proceduto a passare la tua prorpietà a Ponyville...”


L' alicorno viola sospirò, e disse: “E così sia. Accetto il mio castigo.”, e la cavalla viola tornò nella sua camera per preparare le valigie.


Capitolo 3
Twiligth bussò alla stanza della figlia della Faust:

“Sophia, sei qui ?”

La ragazzina aprì la porta, e chiese:

“Ciao Twilight, cosa ti porta qui ?”

La cavalla viola disse mestamente:

“Fà le valigie: andiamo a Ponyville, una cittadina un poco sperduta nei boschi dove abitano i miei amici.”

“Capisco. Ma perchè sei triste ? Se ci sono i tuoi amici, e non è un brutto posto..”

“Il fatto è...è che sento il dovere di fare tutto quello che devo fare. Se rimango qui ad occuparmi di te, posso ancora compiere i miei doveri. Ma se torno a Ponyville, dubito che spediranno a me tutti i documenti che dovevo firmare; ho firmato; o firmerò.”

Sophia guardò storta Twilight:

“Scusami, ma non capisco la tua logica: la Principessa Celestia i ha appena dato l' ordine di tornare a Ponyville con me. In quella città ci sono i tuoi amici, e sei stata esonerata dai doveri per un po'. Perchè ciò ti dispiace ?”

L' alicorno viola si avvicinò a un tavolinetto vicino alla porta, aprì uno dei cassetti, e, dopo un poco di frugare, Twilight tirò fuori un lungo rotolo di carta scritta.

“Questa è la lista delle cose che debbo fare da qui, fino a tre settimane. E sono solo al 29%: potrei fermarmi al 99%, massimo 90%, ma al 29% no.”

La bambina guardò sorpresa la cavalla con ali e corno:

“Ma, Twilight, se sei così preoccupata di non riuscire a fare i tuoi doveri in tempo, puoi sempre portarteli dietro !”

“Devo comunque tenerti d' occhio !”

“Non sono più una bimbetta di due anni, puoi anche continuare a lavorare senza che io sia in tua presenza ! Calmati, prendi quello che devi prendere, e mi porti a Ponyville !”

L' alicorno ossessioanto dall' ordine si mise uno zoccolo sitto il mento in modo pensoso, poi annuì, riconoscendo la relativa saggezza di Sophia.



Il giorno dopo...


“Tutto pronto ?”

“Sì...”, grugnì Sophia.

“Anche il tuo spazzolino ?”

“Sì, ho tutto, ora diamoci una mossa.”

“Fà vedere.”

La bambina prese la sua sacca nera, e la aprì, rivelando tre vestiti di ricambio; un orologio di plastica scadente; e uno spazzolino da denti.

“Tutto qui ?”

Sophia disse semplicemente, mentre richiudeva la sacca, “Non che abbia molto da infilare in valigia.”

Twilight notò un velo di incertezza trasparire dalle parole della bimba: sperando ancora in modo ardente di non andare a Ponyville, la cavalla chiese a Sophia:

“Sei certa di voler andare ? Noto che non sei molto certa ad andartene da qui, e avresti tutte le ragioni di questo mondo per pensarlo, dopo quello che è successo ieri. Se vuoi posso fare una chiaccherata con Luna o Celestia, e convincerle a farti stare qui.”

Mentre Sophia si metteva la sacca sulle spalle, ella diceva:

“No, sono certa nell' andare: dopotutto, ieri non ero preparata alla reazione degli altri pony; e non sapevo come reagire. Però ora so cosa fare in caso di problemi. E poi, ci sei te: posso sempre andare da te, e parlarne.”

Twiligth Sparkle sospirò, e disse: “Se lo dici tu... così sia.”, e si avviò verso la porta.



Sophia domandò: “Siamo arrivati ?”

“No”

Pochi minuti dopo:

“E ora ?”

“Non ancora ?”

“E quanto ci vorrà allora ?”

“Ancora mezz' ora.”

E finalmente, dopo la centesima volta, la ragazzina si zittì: quando erano decollati, per un po' Sophia era rimasta estasiata dal paesaggio sotto di sé, che spaziava da vuote steppe; a lussureggianti foreste; e laghi che parevano di cristallo.

Ma presto tale visione venne a noia alla bambina, che cominciò a tormentare l' alicorno viola con domande riguardanti l' arrivo a destinazione.

Poco dopo, Sophia si riaccese, e chiese gioiosa:

“Vedo delle case ! E' Ponyville ?”

Twilight strinse i suoi occhi, e guardò le ssagome colorate all' orizzonte: piano piano, l' alicorno potè determianre che erano edifici... fino a quando non riconobbe le sagome familiari delle strutture della cittadina.

L' alicorno disse sospirando: “Sì, siamo a Ponyville.”: la reazione di Sophia fu una di eccitazione mista a gioia.

Nel mentre che il carro sorvolava la città, la bambina si affciò, e disse:

“Guarda ! Sembrano tutti contenti ! Chissà se hanno visto te, o me !”

“Ne dubito, a questa altezza.. ora riallacciati le cinture: stiamo atterrando.”

E così fece: Sophia prese le cinture di sicurezza in tessuto rinforzato, e attese in modo silenzioso l' atterraggio.

Appena sulla terra, Sophia chiese alla sua ospite:

“Quale è la tua casa ? Questo grosso albero con finestre che ho di fronte ?”

Twilight Sparkle annuì:

“Sì, è quest' albero che hai davanti: bussa, il mio servitore ti aprirà.”

E così fece la bimba: chiuse una mano a pugno, e bussò alla porta. Dall' altro lato, un venne un profondo grugnito suino, seguito da rumorosi passi verso la porta.

Infine la porta si aprì, rivelando una figura bipede viola simile a un rettile: tale figura guardò con sguardo torbo Sophia, poi sospirò:

“E ti pareva. E' finita la mia vacanza a base di alcool e belle cavalle. Chi sei tu ? Sei con Twilight ?”

Sophia, ignorando il comportamento del rettile, disse allegramente:

“Sì, sono con Twilight. Io sono Sophia, e tu ?”

Il rettile tese la mano:

“Mi chiamo Spike, e sono il servo di Twilight. Entra pure, e lascia le valigie dove vuoi: te sfarò io al momento opportuno.”, e si fece dare le borse che Sophia portava con sé.

La bambina dai capelli cremisi entrò, e vide davanti a sé uno spettacolo incredibile, per i suoi giovani occhi: muri ricoperti di quadri; scaffali e scaffali intagliati con i cutie mark di Celestia e Luna pieni di libri d' ogni tipo et argomento: lo stupore di Sophia fu così grande, che rimase a bocca aperta per due minuti buoni, prima di tornare alla realtà grazie a uno scossone dell' alicorno viola.

“Questo è nulla: nella cantina abbiamo il 90% dei libri”, disse la cavalla, “Ora lascia che ti mostri la stanza in cui soggiornerai”, e salì al piano superiore, al fine di mostrare la piccola branda, presente nella camera di Twilight per le emergenze ospiti.

“Questa branda è il tuo letto: non sarà comoda come i letti del palazzo, ma ti devi accontentare.”

Sophia rispose: “Non mi fa molta differenza: dopotutto, condividerò la stanza con un pony, e una lucertola parlante !”

Mentre la bambina era occupata a saltellare qua e là, l' alicorno notò la presenza di una scia magia che la seguiva: una scia che aveva il colore simile al fumo che proveniva dal cratere che aveva creato con la sua esplosione. “Sembra che si stia sovvraccaricando di energia... non so se ciò potrebbe causare un' altra esplosione, ma ne dubito. In ogni caso, mi ricorderò di analizzare la traccia più tard. Ora è tempo di raffredarla un poco.”

E così Twilight Sparkle tirò fuori una lista dala sua valigia, e disse alla bambina, che stava testnado la branda, “E' ora di presentarti alle mie compagne: sono gentili, quindi non temere le loro reazioni strambe.”

Tale notizia, invece di calmare Sophia, la eccitò ancor di più, facendo pensare al peggio Twilight.

“Incontrerò le tue amiche ? Oh, gioia ! Non vedo l' ora ! Dove si trovano ?”

L' alicorno dal pelo violaceo stava per rispondere alla sua ospite, quando sentì bussare alla porta: ella fece cenno di aspettare a Sophia, e si diresse verso la porta: appena la aprì, Twilight fu investita da una sagoma rosa: tale scattante figura disse:

“Lo sapevo che eri tornata ! E ho saputo pure che hai qualcuno che non conosciamo, dentro casa tua ! Potresti presentarcelo ?”

La principessa viola riconobbe la voce come quella della sua amica iperattiva, tale Pinkie Pie.

Dopo essersi rialzata da terra, Twiligth si risistemò la tiara, e disse:

“Sì, sì, ho qualcuno in casa, ma una cosa per volta ! Primo: come fai a sapere che, oltre a me e Spike, c' è qualcuno di estraneo ? E, secondo, come hai fatto a sapere che sarei tornata ?”

Pinkie Pie rispose senza pensarci troppo: “Oh, nulla, ho percepito le mie ginocchia tremare; il mio stomaco farmi male; il mio naso colare; la mia coda perdere pezzi di pelo; i miei denti cadere...”

“Ok, ok, Pinkie, non c' è bisogno di dire che sei invecchiata anticipatamente: l' ho capito da sola che hai tirato a indovinare...”

“A dire il vero, era il mio Senso di...”

“Ancora quell' evento ? Quando la notizia che io mi sono arresa davanti al fatto che non riuscivo a trovare spiegazione a uqello che facevi, i giornali satirici di tutta Equestria m' hanno preso per il culo per settimane, se non mesi. In ogni caso, sì, è tutto corretto: entrate, il mio ospite sarà qui a momenti.”

Spike venne giù dalle scale, e disse:

“Conosco già il mio dovere: vai pure ad occuparti di Sophia.”


Twilight sospirò, salì le scale, e disse alla bambina seduta sul letto:

“Scendi giù, Sophia: sono arrivate le mie amiche !”: Sophia balzò su, e corse verso la porta, che però non riuscì ad aprire: infatti Twilight tenne ferma la maniglia con la magia, e disse alla bimba:

“Aspettami qui: debbo prima dare i convenevoli a loro: potrai scendere fra due minuti.”

Sophia annuì, e tornò a sedersi sulla branda.

Fatto ciò, l' alicorno vioal tornò giù, e salutò caldamente le amiche:

“Ragazze ! Sono lieta di rivedervi !”

I pony risposero in coro:“Twilight !”

“Salve, Twilight, amica mia. Cosa è successo, durante la tua permanenza a Canterlot ?”

“Ti sei allenata a fare qualche mossa ? Se non l' hai fatto, devi venire nel mio corso, ed imparare qualcosa !”

“P-piacere di rivederti. Spero che la mia presenza sia gradita..”

“Paiono passatti anni,da quando ti ho vista l' ultima volta !”

Twilight fece un abbraccio di gruppo con le sue amiche, lasciando un caldo silenzio dietro di sé, che venne rotto da un boato: a seguito del boato, il pony rosa parlò:

“Ciao, sono Pinkie Pie ! Chi sei tu ? Quale è il tuo nome ?”: a questa frase, tutti rivolsero la propria attenzione verso la rosea cavalla, che stava ad osservare una Sophia tremante di rccitazione. Nella mente della bimba, stava avvenendo una tempesta emozionale di proprorzioni immani, talmente grande che lasciò immobilizzata Sophia.

L' immbobilità della bambina causò la nascita di domande da parte delle cinque cavalle:

“Twi, che cosa è quella cosa ?” sussurrò Applejack “Non è qualcosa che ho mai visto in vita mia.”


“E'-è pericolosa ?”, domandò timidamente un certo pegaso color burro.

“Perchè non dice nulla ?”, inquisì Rarity.

A quel punto, Sophia scoppiò, e si gettò a capofitto ad abbracciare il pony più vicino, ovvero Pinkie Pie:

“SonoSophiaesonounumanoesonfelicidiincontrarvi !”

La cavalla abbracciata, sfidando ogni legge della biologia, riuscì a parlare perfettamente con il collo pressato:

“Oooh, sei così dolce e carina ! Sai, mi ricordi un' arpia, ma sei molto più bella, e non hai né alì né artigli ! Oppure un minotauro nano, e senza zoccoli ! Una volta ho conosciuto...”

Rainbow Dash mise uno zoccolo sulla bocca di Pinkie Pie, e divise la bambina e il pony rosa.

A quel punto, la cavalla dalla criniera prismatica si mise in posa eroica, e proclamò:

“Sono Rainbow Dash, e sono la volatrice più veloce di Equestria ! Non farti problemi a chiamarmi, s hai problemi: non lascio mai un alleato appeso a un filo !”

Sophia rispose semplicemente: “Ok, Rainbow Dash !”.

Seguì la presenzatione della cavalla arancione: “Salve, Sophia. Sono Applejack, e lavoro in uan fattoria ai bordi della città, e sono praticamente il granaio della città. Se vuoi un opinione onesta, puoi contare su di me !”

“Sì, Appleack !”

Rarity fece un passo avanti: “Credo sia il mio turno. Saluti, signorina Sophia: sono Rarity Magnoilea, e lavoro in una sartoria nel centro città. Adoro la moda, e mi ci sono costruita la carriera su di essa. Hai bisogno d' aiuto in termini materiali ? Vieni pure da me: dopotutto, quello che so fare meglio, è offrire i miei servigi agli altri.”

“Capito, Rarity !”

Fluttershy si guardò attorno, prima di avvicinarsi in modo cauto alla ragazzina: “Ahem... se non ti dispiace, mi presento. Sono Fluttershy, e mi occupo della salute degli animali che escono ed entrano nella foresta confinante. Non parlo molto, ma so ascoltare, quindi, se hai bisogno di qualcuno che ti stia a sentire, puoi venire da me... se lo desideri.”

“Lo farò, Flutterhsy !”

“E' il mio turno, finalmente !” gridolinò Pinkie “Ciao di nuovo ! Sono Pinkie Pie, e mi paice far sentire bene i pony ! Se ti senti triste, chiama la zietta Pinkie, e vedrai che ti tirerò su di morale ! Adoro fare dolci, ed organizzare feste ! Anzi ! Mi sono dimenticata che nonheai avuto ancora uno ergo lo farò ora !”, e così, dal nulla, una cannoncino apparve negli zoccoli di Pinkie: a quel punto, la cavalla tirò una stringa, e dalla canna del cannoncino, gettando tutto intorno coriandoli e stelle filanti. Un altro tiro, e sul tavolo volarono cibo e bevando; con il terzo colpo, uno striscione con su scritto “Benvenuta, Sophia !”, volò via dalal canna sulle travi del soffitto.

Sophia chiese sussurrnado a Twilight:

“Come ha fatto a tirare quello striscione ?”

Twilgith rispose: “Nessuno lo sa. Ed è meglio non saperlo: scoprire tale segreto potrebbe cancellare l' universo.”


Capitolo 4
Twilight scosse il corpo di Sophia, che stava dormendo

“Destati.”

“Cinque minuti, per favore.”

“Andiamo, bradipo. Non vorrai mica arrivare tardi, per il tuo primo giorno di scuola ?”

La bambina si svegliò immediatamente, e si alzò con un balzò:

“Scuola ? Ma andiamo, sono appena arrivata !”: era evidente che il concetto di andare attraverso il percorso educativo pubblico nella terra dei pony era abominevole, agli occhi di Sophia.

“Che è l' occasione perfetta per fare conoscenza delle poche anime che abitano qui. Hai conosciuto le MIE alleate, ma devi fartene alcuni anche te.”

Sophia si lamento: “Ma perchè proprio a scuola ? La scuola è una pizza mostruosa !”

“Sarebbe vantaggioso per te avere qualche conoscenza della cultura di queste terre. Potrai farti anche qualche amico della tua età ! Ora scendi giù, altrimenti la colazione si fredda.”

Grugnendo, la ragazzina dai capelli cremisi si tolse il pigiama, indossò un paio di pantaloni verdi chiaro e una maglia nera. Una volta finito di vestirsi, ella scese giù dalle scale, e si avviò verso la cucina.

“Buon giorno, Spike”: non ci fu risposta dalla lucertola viola, che si limitò a consegnare un piatto con un panino sopra “Ecco a te la colazione: se vuoi essere imboccata, basta chiamarmi”.

Sophia ridacchiò alla battuta di Spike, e diede un morso al panino... solo per notare che era pieno di sterpi: la reazione istintiva della bambina, incapace di mangiare gli scarti della produzione del raccolto del grano, fu di sputo.

Spike disse offeso: “Andiamo ! Non faccio COSI' schifo a cucinare ! E' solo un panino alla paglia !”

Mentre la bambina utilizzava un piatto fondo gentilmente offerto dall' alicorno viola come sputacchiera, Sophia disse: “Vedi.. noi umani non possiamo mangiare paglia.”

Spike inquisì: “E allora che cosa puoi mangiare ?”

“Beacon; uova; pankcakes; prosciutto; burro; pane... insomma, tutto, meno scarti di lavorazione, e la maggior parte delle piante selvatiche !”

Twilight guardò l' orologio, e disse:
“Abbiamo tempo per farti un uovo, e un po' di pane e burro. Spike, sai cosa fare.”

Con l' ennesimo grugnito, la lucertola servitrice tornò ai fornelli, e si mise a preparare una frittata.

Qualche minuto dopo, finita la colazione di Sophia, Twilight Sparkle lasciò alla ragazzina diverse pergamene; un calamaio e una penna.

Mentre Sophia infilava tali oggetti nello zaino per a scuola, l' alicorno cominciò a cantilenare raccomandazioni:

“Mi raccomando, stai attenta; fai spesso domande; chiedi i libri che ti servono per l' anno; non metterti nei guai; stai attenta a rivelare la tua identità...”

La bambina fece orecchie da mercante, e percepì solo “Chiedi i libri per l' anno” e “stai attenta”: Sophia aveva intenzione di eseguire solo il primo ordine.

Una volta infilato tutto nello zaino, Twilight chiuse per Sophia la cerniera: per quanto ci fosse ormai abituata, la bambina non potè resistere dal commentare: “Sei brava con la magia !”

L' alicorno viola gonfiò leggermente il petto: “E infatti lo sono: dopotutto, è il mio talento speciale. Guarda il mio fianco”.

La bimba guardò il fianco della cavalla viola, vide su di esso l' immagine di una stella a sei punte rosa con un' altra stella a sei punte bianca sotto, e, su ogni punta, altre sei stelle a sei punti.

“Questa è la rappresentazione del tuo talento ? Bella ! Secondo te, otterrò mai qualcosa di simile ?”

Twilight ci pensò per un momento, poi affermò: “Mai sentito parlare di un fenomeno simile in altre specie.”

“E se non lo ottengo, come faccio a scoprire cosa so fare meglio ?”

Twilight disse: “Dovresti considerarti benedetta, se non ottieni qualcosa di simile: dopotutto, se non sei particolarmente fortunata, difficilmente sapere quale è il tuo talento ti darà un lavoro. Ora muoviamoci, altrimenti sarai tardiva.”: detto questo la cavalla e la bambina uscirono dalla porta di casa, verso la strada che conduceva alla scuola.

Nel mentre che camminava, Sophia si guardava attorno, per controllare le reazioni degli abitanti: a quanto pareva, la bambina non era poi così nuova, agli occhi degli abitanti di Ponyville, che semplicemente ignoravano la ragazzina dai capelli cremisi: l' indifferenza dei pony attorno a lei faceva sentire Sophia più accettata e, allo stesso tempo, meno speciale.

Dopo aver passato tre isolati di edifici, Twilight e Sophia arrivarono finalmente davanti ai cancelli della scuola, un edificio anch' esso piacevole a vedersi, come del resto era tutta la cittadina.

Realizzando la sua posizione, la ragazzina fece un ultimo tentativo per evitare l' entrata nell' edificio scolastico:

“Scusa Twilight, ma non puoi farmi studiare a casa ? Potrei imparare molte più cosa che a casa !”

L' alicorno viola scosse la testa: “Mi spiace: i libri t' insegnano tante cose, ma non come creare alleanze. Và là dentro.”

Sophia, sospirando, rispose: “Sì, Dame Twilight.”, ed si avviò verso le porte effettive dell' edificio; aprì la porta, e diede un veloce saluto alla cavalla viola.

Dentro i corridoi, puledri e puledre d' ogni tipo e dimensione andavano a giro. Alcuni si muovevano da soli; altri camminavano l' uno accanto all' altro, parlando, e a volte ridendo, con i loro amici. Presi come erano nel meditare, o nel conversare, nessuno notò la presenza della ragazzina.

Sophia, determinata a la classe a cui era assegnata, si schiarì la voce, e chiese: “Scusate, dove posso trovare...”.

Il tempo parve fermarsi per qualche secondo, quando tutti nei corridoi si fermarono a guardare la ragazzina dai capelli rossi. Quando il turbamento finì, le conversazioni e le meditazioni ripresero, ma con toni più bassi, ma non abbastanza da evitare l' arrivo del contenuto di tali conversazioni alle fini orecchie di Sophia:

“Chi è costei ?”

“Che cosa desidera da noi ?”

“E' per caso una bestia ?”

La ragazzina ruotò gli occhi, e sbuffò, pensando: “Ancora. Certo che il Fato mi vuole male.”, e, per evitare di stare a sentire discorsi diffamatori su di lei, fece qualche passo indietro, ma si scontrò con un pony che le stava dietro.

Una voce tanto acuta quanto acida disse: “Ehi, attenta a dove vai !”

Sophia si girò, e vide davanti a sé un pony di terra rosa: tale pony aveva un criniera viola con una striscia bianca in mezzo: su tale criniera, c' era una tiara brillante; accanto al pony rosa, c' era un' altra puledra, grigia e con gli occhiali. La prima pareva infastidita, l' altra invece guardava affascinata Sophia.

“Chi sei tu ?”, domandò la puledra rosa.

La ragazzina rispose prontamente: “S-sono Sophia, un umano. Piacere di fare la vostra c-conoscenza..”

“Un umano ? Mai sentito, né visto, una simile creatura: Silver, tu nei sai qualcosa ?”

La puledrina grigia scosse la testa in segno di “no”, poi disse: “Non lo so, e, onestamente, sono incuriosita... suppongo che però sia meglio dare largo alle buone maniere, prima che alla curiosità.” la puledrina grigia tese lo zoccolo destro a Sophia, e disse: “Sono Silver Spoon, e questa è la mia amica Diamond Tiara.”

Sophia strinse lo zoccolo della cavallina occhialuta: “Piacere di conoscervi: come ho già detto, sono Sophia. Come potete immaginare, sono l' unico umano presente in questa scuola.”

Silver Spoon si sistemò gli occhiali, mentre Diamond Tiara la spingeva silenziosamente ad andar via: “E forse in tutta Equestria: il nome della tua razza è presente, ma sui libri di mitologia. Alcuni studiosi di teologia dicono che la creatrice di questo mondo era un umano.”

Sophia chiese: “Davvero ? E quale era il suo nome ?”

Sì sentì il forte suono della campanella, segno che le lezioni erano iniziate: Diamond Tara si avviò da sola verso la classe, mentre Silver Spoon fece cenno alla bambina.

“Avanti”, disse, “Avviamoci in classe: te lo dirò lì dentro”, e sì avviò all' interno della classe: Sophia seguì poco dopo.


Una volta dentro, Sophia notò la presenza di diversi pony che aveva visto nei corridoi: tutti parevano un poco tesi, ma anche poco tendenti all' assalto.

“Oh, e chi abbiamo qui ?”, affermò una vecchia cavalla, mentre si avvicinava a Sophia. Ella aveva un colorito viola, una criniera rosa, e tre fiori sorridenti come cutie mark. “Quindi se tu il nuovo alunno che Twilight ha iscritto alla mia classe ! Il mio nome è Cheerlie, e sarà la tua maestra unica per l' anno.”

Sophia fece un piccolo inchino, e rispose cortesemente: “Il mio nome è Sophia Mac Cracken, sono lieta di fare la vostra conoscenza, signora Cheerlie.”

“Piacere mio, Sophia, Spero di andare d' accordo con te, e di poter conoscere qualcosa sulla tua razza. Ora, ti sceglierò un posto per te... eccolo ! Lì, accanto a Silver Spoon !”: la cavalla indicò un banco nella fila di mezzo a sinistra.

La ragazzina andò al posto a lei assegnato, e si sedette lietamente vicino alla cavallina grigia.

“Bene, ci re incontriamo, Silver Spoon: sono contenta di aver ricevuto un posto vicino a te !”

La cavallina grigia commentò: “Felice che tu apprezzi la mia presenza, invece di odiarla, come tre famose puledrine...”

Lo sguardo di Silver Spoon puntò sul banco da tre dove erano seduti un unicorno bianco; un pegaso arancione; e un pony di terra giallo.

Sophia rimase confusa da tale affermazione, e espresse i suoi dubbi con la compagna di banco: “Quelle tre ? Quando le ho viste nei corridoi, mi sono parse OK.”

“Prova allora a dargli un' opinione contraria alla loro, allora: vedrai che cominceranno a fare casini immondi per tale parere contrario, e cominceranno a definirti un mucchietto di letame per tale critica. E pensano pure di essere più furbe: insistono a gettarsi a capofitto nel pericolo e nel danno, pur di trovare quello che hanno davanti...”

La bambina rimase incuriosita dall' ultima frase: “ E cioè ?”

“Il loro cutie mark. Buonissima parte dei cutie mark sono legati al nome che uno porta. E anche quando non sono legati, spesso necessitano solo di tempo per manifestarsi. Loro non lo sanno, e fanno pagare cifre spropositate alle loro sorelle, o ai loro genitori.”

“Capisco... in ogni caso, tornando alla domanda che ti ho fatto prima di entrare...”

“Sì ?”

“Quale è il nome della creatrice di questo mondo, secondo certi studiosi di teologia ?”

Silver Spoon disse in modo tranquillo: “Lauren Faust.”

L' eccitazione riempì il corpo di Sophia, che disse con un leggero squittio:

“Davvero ? Mia madre si chiama Lauren Faust !”.

Silver Spoon si voltò verso Sophia, e lasciò la sua bocca aperta in pura sorpresa.


Capitolo 5

Dopo quella conversazione, le due tornarono ad ascoltare Cheerlie: la lezione del giorno non era niente di particolare, poiché si trattava del solito ripasso di operazioni matematiche basilari; grammatica... in cirillico.

Quest' ultima parte turbò Sophia, che faticava a leggere ciò che era scritto alla lavagna, e tentava di cpaire che cosa c' era scritto:

“ла вя дел виллаггио ера лунга е стретта, е портава аи цанцелли ди уна магионe”: questo era lo scritto che li si parava davanti.

La bambina riconosceva l' alfabeto come quello usato nelle lingue slave, ma ignorava completamente quale era la trascrizione dell' alfabeto, né aveva idea se il testo scritto alla lavagna fosse effettivamente in russo: per quanto la riguardava, quello che c' era scritto lì poteva non avere senso alcuno, o racchiudere il significato della vita.

Sophia chiese a Silver Spoon, la quale susultò un poco:

“Silver... cosa c' è scritto alla lavagna ? Non ci leggo...”

La puledrina con gli occhiali guardò stupita la compagna di banco:

“Come non ci leggi ? Non sai quest' lafabeto ? Davvero ?”

“Sì, non conosco questo alfabeto. O meglio, conosco il suo nome, ovvero cirillico, ma non consoco le sue lettere ! E, peggio ancora, non so se questo è la stessa lingua di prima !”

La cavallina grigia andò leggermente nel panico, si guardò attorno a sé, e disse:

“Prova a dirlo a Cheerlie, magari ti può aiutare.”, e, detto questo, Silver Spoon tornò a scrivere sussurrando una versione modificata del “Krye Elison”.

La ragazzina allora alzò la mano, e attese di ricevere l' attenzione della maestra, che stava finendo di analizzare la frase. Dopo pochi secondi, Cheerlie notò la mano alzata di Sophia, e disse:

“Sì, Sophia, cosa vuoi chiedermi ?”: il tono di voce, leggermente infastidito, spaventò la bambina, che titubò alquanto nel segnalare la sua incapacità di leggere il cirillico, e quind, per prendere tempo e coraggio, Sophia disse: “C-C-Cheerlie... io...”

Tutti si fermarono un attimo, per guardare Sophia, che divenne ancora più nervosa.

“Sì ?”

La bambina sospirò: “Io... non so il cirillico.”

Il pony viola guardò storto la ragazzina:

“Che è questo cirillico ? Io non l' ho mai sentito nominare.”

Sophia cominciò a gesticolare frenteticamente, suscitando l' ilarità dei compagni:

“Quell... quell... insomma, non so cosa lei ha scritto alla lavagna. Davvero. Non lo so leggere.”

Il silenzio calò, all' interno della classe.

Un puledro della classe cominciò a ridacchiare. Poi un altro. Ed un altro. Ed un altro, fino a quando un fragoroso suono di risate riempì la stanza; e vergogna riempì l' animo di Sophia.

A quel punto, Cheerlie reagì, e disse:

“Silenzio ! Silenzio ! Smettete di ridere, davnati alle mancanze della vostra nuova compagna !”

Dal fondo della classe, una voce acuta allo stesso tempo maschile e femminile, appartenente a Scootaloo, disse:

“Ma andiamo ! Stè cose le sa pure Snip, che non è proprio intelligentissimo !”

Il pony viola fulminò con lo sguardo la puledrina arancione, poi tornò ad abbaiare contro la ridente classe.

In preda alla vergogna, Sophia si raggomitolò, mentre Silver Spoon tentava di far smettere di ridere Diamond Tiara dietro di lei: la puledra grigia temeva quello che poteva succedere, causando la rabbia della figlia di una dea.

La bambina, nel frattanto, stava piagnucolando, e diceva a bassa voce:

“Non è colpa mia ! Non è colpa mia !”, e non sapeva bene come reagire, a parte tentare di non esplodere come a Canterlot.

Alla fine, in preda alla disperazione, la ragazzina dai rossi capelli fuggì fuori dalla classe, ed andò nel bagno a piangere.



Tre ore dopo, la classe era tornata ad una relativa tranquillità: tutti avevano smesso di prendere in giro Sophia per la sua ignoranza del cirillico; Silver Spoon aveva smesso di iperventilare; e Cheerlie era tornata a spiegare da brava maestra elementare.

A un certo punto, la campanella suonò, e Cheerlie chiuse di scatto il libro, ed aprì il registro.

Dopo un minuto, in cui nel frattanto gli alunni avevano messo via il materiale scolastico, la cavalla rosa scuro disse:

“E' tutto per oggi, si continuerà la nostra spiegazione domani. I compiti per casa sono: esercizio 1, 2, 3 e 4 pagina 101, e leggere brano pagina 99 per Equestre. Per matematica, gli esercizi sono il 30, 31, 32, 40 e 41 pagina 150. Per Storia, leggere il brano pagina 45.”

Detto questo, fece cenno di andare agli alunni nella classe: Sophia si mise velocemente lo zaino in spalla, e corse veso la porta come tutti gli alunni... solo per essere fermata, e trascinata dentro dalla maestra.

“Prima che tu vada, ti devo consengare la lista dei libri, e una tabella di trascrizione fra l' alfabeto Unificato, e il Terrestre.” disse Cheerlie, prima di consegnare a Sophia due fogli, e un libricino con titolo “Alfabeto Terrestre.”

La bambina annuì, salutò la cavalla rosa sucro, e si fiondò fuori dalla classe vuota verso l' esterno della scuola, passando per i corridoi.

Una volta fuori dalla scuola, la bambina decise che la miglior cosa da fare a quel punto era tornare a casa, e non tentare ulteriormente il Fato, attraverso una chiaccherata con i suoi nuovi compagni di classe. Ma non riuscì a fare ciò: una Silver Spoon con la testa chinata si avvicinò alla bimba, e chiese a quella: “Sophia Mc Cracken, dove abiti ? Se vuoi, posso accompagnarti.”

“Abito da Twilight Sparkle: sai dove si trova ?”, disse Sophia.

La cavallian grigia, sempre con una voce leggermente intimidita, rispose: “Sì, so dove si trova, e ci abito vicino. Allora, accettate l' offerta, o no ?”

Nel mentre che camminava, Sophia si mise una mano sotto il mento in maniera pensosa: dopo pochi minuti, ella fece la sua decisione:

“Sì, accetto la tua offerta con piacere, Silver.”, e si incamminarono veros la biblioteca.

Nel mentre che camminavano, Sophia si guardava attorno, per vedere come andava la vita del villaggio a mezzogiorno, e, per quanto la riguardava, pareva molto più calmo, rispetto al mezzogiorno della sua città natale, o anche Canterlot, tutto era più calmo e rilassato: non c' erano persone/pony che si lanciavano insulti ogni tre per due per ogni cosa; c' era molta più gente che guardava dalla finestra le strade; i pochi venditori ambulanti ancora presenti sudavano come maiali, nella speranza di prendere qualceh altro cliente prima delle due del pomeriggio, ora in cui la polizia gli faceva sgomberare a forza.

La bambina dai rossi capelli era così occupata a guardarsi attorno, che non notò la porta della Biblioteca: Sophia ci si schiantò contro, causando ilarità in Silver Spoon.

Una volta ripresasi dall' urto, la bambina si voltò verso la grigia amica: quest' ultima soppresse forzatamente le risate, e affermò:

“Bene, siamo arrivate. Arrivederci.”, e se ne andò con un inchino: Sophia provò a richiamarla, per chiedere il come mai del suo comportamento strano, ma non ci riuscì, poiché Silver Spoon parve non sentire le sue richieste.

Con una scrollata di spalle, la ragazzina entrò nella sua casa.


Capitolo 6
Sophia entrò nella casa di Twilight, e, posò la sua cartella piena di libri vicino alla porta di ingresso, e si avviò verso la cucina, ove la aspettava una tavola imbandita.

“Ciao, Sophia” disse l' alicorno viola “come è andato il primo giorno di scuola ?”

La bambina si sedette al tavolo, e si mise nel piatto un poco di di insalata oci pomodori:

“Così e così...”

“Come mai ? Racconta.”

Sophia cominciò a mangiare, e narrò la sua giornata con un tono un poco triste:

“Bhè, come prima cosa, credo di essermi fatta un' alleata, ovvero Silver Spoon, che però mi tratta in modo strano, visto che si riferisce a me con paroloni, e pare timorosa di me, per qualche motivo. Per il resto, il resto della classe mi ha guardato storto, e, quando hanno scoperto la mia ignoranza dle cirillico, hanno riso di me.”

Twilight guardò turbata la bambina, e inquisì:

“Cirillico ? Che cos'è ?”

Sophia rispose: “E' un alfabeto strano utilizzato in certe lingue nell' Europa dell' Est. L' ho visto spesso, anche quando ero sulla Terra, ma non ho mai capito quale era la loro... 'traduzione'. A quanto pare, quest' alfabeto è usato comunemente qui.”

La cavalla viola continuò a non capire, ed espresse ciò a parole: “Cosa intendi dire per 'non consoci la loro traduzione' ? T'ho visto leggere dei libri, quindi sai leggere !”

La ragazzina dai capelli rossi rispose, mangiando l' ultima foglia di insalata: “Sì, ma erano scritti con l' alfabeto normale, non in cirillico.”

Sbuffando, la cavalla consegnò un foglio e una matita alla sua ospite umana, e disse a lei: “Scrivi qui un esempio di 'alfabeto normale', e uno di 'alfabeto cirillico'.”

La ragazzina scribacchiò la parola “topo”, mettendo sotto la parola, la definizione “alfabeto normale.”; e, accanto ci mise un serie di lettere, tali “ъду”, e mise loro la definizione “alfabeto cirillico”.

Twilight Sparkle prese il foglio, e lo guardò: una volta capito ciò che Sophia intendeva dire, la cavalla aprì la bocca, e disse:

“Ah, ok. Ti riferivi all' alfabeto Terrestre. Tu sai solo il Comune, ergo, ti dovrò insegnare l' alfabeto Terrestre....”

Twilight si mise in posa meditativa per un paio di minuti, poi disse con un sospiro:

“Su, inziamo subito a fare i compiti ?”

La bambina prese la cartella, la aprì, e rovesciò il materiale scolastico sul tavolo, creando una pila di fogli e penne: da questa pila, Sophia tirò fuori il libricino consegnatogli da Cheerlie, contenente la trascrizione dall' alfabeot latino a quello cirillico, e i nomi delle lettere.

La bambina disse:

“Direi di iniziare con questo: i libri degli esercizi li cerco dopo, ok ?”

Twilight annuì, ed iniziò ad indicare pazientemente i nomi delle lettere uno alla volta, affinchè la ragazzina capisse a quale segno, e a quale trascrizione corrispondesse ogni lettera.

La cosa andò avanti per un paio d' ore: Sophia stava imparando velocemente, e riusciva a leggere qualche parole scritta in cirillico, e a ripetere le prime dieci lettere dell' alfabeto senza errare.

Naturalmente, avendolo studiato solo da un paio d' ore, la bambina non lo sapeva ancora a memoria, e aveva ancora bisogno dello schema di trascrizione per leggere le frasi. Era comuqnue migliorata da quella mattina.


In quel momento, Sophia stava terminando le ultime operazioni di matematica rimaste da fare come compito per casa per l' indomani.

Ella mormorarava fra sé e sé le operazioni da fare, i dati dei problemi... le solite cose legate alla matematica., dentro la Biblioteca vuota e silenziosa, così silenziosa, che probabilmente uno spillo avrebbe fatto un rumore assordante, se lasciato cadere.

La bambina smise un attimo di far di conto, e sbuffò: si stava annoiando a morte, a fare i compiti... e non poteva uscire, visto che l' alicorno viola aveva ordinato lei di non uscire di casa senza il suo permesso.

E, purtroppo, Twilight si era chiusa a chiave dnetro lo studio, ergo non c' era modo di chiamarla per chiedere a lei il permesso.

A quel punto, una volta ricordatasi che era forzata dentro quelle circolari mura, Sophia tornò a fare i suoi compiti... quando sentì un rumore provenire dalla finestra.

Incuriosita, ella alzò lo sguardo, e vide davanti a una delle finestre una sagoma cornuta bianca con una criniera boccoluta: tale sagoma muoveva freneticamente i suoi zoccoli anteriori, e aveva un binocolo intorno al collo.

Poco dopo, una sagoma arancione alata si mise davanti alla finestra: tale figura pareva indossare qualcosa di rettangolare simile ad occhiali notturni. Comel a sagoma bianca, la figura arancione muoveva freneticamente gli zoccoli anteriori.

A seguito di ciò, le due sagome si scontrarono, e cominciarono a rotolare per diversi minuti, fino a quando non aprirono per sbaglio la finestra in alabastro, rivelando finalmente in tutta la loro gloria l' identità delle sagome.

Sophia le riconobbe come quelle puledre insultate da Silver Spoon quella mattina.


Il motivo per cui quelle tre puledre erano alla finestra della Biblioteca con diverse strumentazioni era ignoto alla ragazzina, che domandò stupita:

“Che cosa state facendo lassù, alla finestra ?”

La puledra arancione, sorpresa pure lei, fece un balzo all' indietro, ed urlò “Dannazione !”, seguita dalla cavallina bianca, che guardò la puledra arancione cadere giù.

Dopo essersi ritirata un poco, la cavallina con la criniera a boccoli disse:

“Snake ? Snake ! SNAAAKEEE ?”

“sto bene: sono atterrata su un cumulo di paglia. Ma la missione è comuqneu annullata: ci ha scoperte, e non abbiamo ottenuto una ceppa.”

Sophia rimase ancora più confusa, riguardo all' argomento di cui stavano parlando; chi erano; perchè erano lì; che cosa volevano e così via.

La bambina mise in parole i suoi dubbi:


“Chi siete ? Che cosa voelte da Twilight ?”

Una puledrina gialla con criniera rossa, e fiocco incredibilmente grande sulla testa, rispose dalla finestra aperta:

“Non desideriamo nulal da Twilight: volevano solo spiarti !”

Sophia guardò strano la cavallian col fiocco:

“E perchè mai mi spiate ?”

“Ma perchè sei un alieno ! Una creatura d' un' altra dimensione ! Pensavamo che, con il tuo arrivo, di poter ottenere i nostri destini nell' esplorare dimensioni, e conoscere nuove specie. Abbiamo inizaito senza successo lo spionaggio. Ora, se non ti dispiace, procederemo con l' interrogatorio.”

La puledra bianca scostò violentemnte la puledra gialla, e disse:
“Non è un vero interrogatorio ! Non ti tortureremo ! Però, per cortesia, facci entrare !”

Alla richiesta di farle entrare, la bambina titubò un poco: da una parte, aveva ricevuto l' ordine di non aprire ad estranei, per evitare guai. Dall' altro lato, qulle erano solo innocue puledrine, di certo non avrebbero potuto fare più di tanto, in termini di danni.

Sophia incrociò le gambe, e si mise in posa meditabonda, mentre fuori dalla finestra le tre puledrine stavano discutendo sul da farsi.


Dopo circa cinque minuti di meditazione, la bambina decise che era meglio aprire alle puledre: si alzò dalla seggiola, si avviò verso la porta, e la aprì: appena fece ciò, il tnero corpo di Sophia fu investito da tre piccoli corpi a malapena più alti del suo bacino.

Tali corpi atterrarono la bambina, e domandarono tutte assieme domande diverse su ogni genere d' argomento: sfortunatamente per le tre cavalline, Sophia non fu capace di carpire le doamnde poste a lei, che invece ansimava di paura e dolore.

Dopo un paio di minuti di ansimamento e puro doore, Sophia scostò leggermente le tre, e disse loro:

“Risponderò alle vostre domande... ma una per volta, non tutte assieme. Ora, se volete delle risposte, andate in cucina, sedetevi, e aspettatemi...”.

Le tre puledre obbedirono, e si sedettero sulle sedie della cucina.


Fic che ho creato dopo essere stato colpito da ispirazione fulminante. Godetevela, e per cortesia lasciate commenti.

Fatti curiosi:

-In origine, doveva essere la figlia di Bonnie Zachele. Poi però il rischio di non essere compreso da tutti era troppo alto.

-In origine, la bimba era un maschio. Ho cambiato il sesso perchè volevo vedere quanto facevo schifo a scrivere personaggi bambini E femmina.

-Sono un pirla titanico XD
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda NoxNoctis » 25/08/2013, 21:23

Capitolo 2 !
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda -Thunderbolt- » 26/08/2013, 14:11

Bella ed interessante.
Aspetto il seguito!
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda NoxNoctis » 26/08/2013, 16:37

-Thunderbolt- ha scritto:Bella ed interessante.
Aspetto il seguito!

Grazie !

Suggerimenti und commenti ?
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda ::Nightmare:: » 26/08/2013, 22:13

Bella.
Solo una domanda,quanti capitoli hai intenzione di scrivere?!
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda NoxNoctis » 27/08/2013, 8:10

::Nightmare:: ha scritto:Bella.
Solo una domanda,quanti capitoli hai intenzione di scrivere?!



Più di tre di sicuro.
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda NoxNoctis » 27/08/2013, 22:34

Capitolo 3 !
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda Uragano » 28/08/2013, 21:48

Complimenti e mi dispiace per te non è vero che fai schifo ha scrivere una storia sulle bambine anzi sei perfetto così sei promosso con lode ciao

Offtopic:
Purtroppo la mia sorpresa che ti ho detto sulla tua altra fanfict Al Principio va un pochino ha rilento ma prima o poi arriverà e quando pronta te la mando via MP purtroppo causa impegni non so quanto ancora ci metto sigh, dovrai avere ancora molta pazienza.
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda NoxNoctis » 29/08/2013, 12:26

Uragano ha scritto:Complimenti e mi dispiace per te non è vero che fai schifo ha scrivere una storia sulle bambine anzi sei perfetto così sei promosso con lode ciao

Grazie ! E pensare che dicono che una delle più grandi sfide per gli scricttori maschi, è scrivere un personaggio donna o bambnio. Ergo, una bambina è qualcosa di complicato.

Pare che io abbia centrato la caratterizzazzione per puro culo
Uragano ha scritto:
Offtopic:
Purtroppo la mia sorpresa che ti ho detto sulla tua altra fanfict Al Principio va un pochino ha rilento ma prima o poi arriverà e quando pronta te la mando via MP purtroppo causa impegni non so quanto ancora ci metto sigh, dovrai avere ancora molta pazienza.

Vedo.

Ma sono troppo curioso di sapere di che si tratta ! Dammi anche solo un indizio !
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Re: [Fanfiction] Mein Mutter ist a Gottin/ Mia Madre è una D

Messaggioda ::Nightmare:: » 29/08/2013, 12:48

Continuà così!
Uscirà qualcosa di stupendo!!
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