[FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

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[FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 26/07/2013, 13:33

Un anello per domarli tutti,
un anello per trovarli,
un anello per ghermirli
e nell'oscurità incatenarli.


Così è scritto sull'Unico Anello, forgiato tra le fiamme del Monte Fato... Ma non sono qui per raccontarvi "Il Signore degli Anelli". Sono qui per raccontarvi una storia tra finzione e realtà... Quello che la mia immaginazione mi porta a sognare... Questa è ciò che vorrei fosse la mia storia. Spero che vi possa piacere :) So che avevo detto a qualcuno che l'avrei pubblicata solo al ritorno dalle vacanze... Ma avevo anche detto che non sarei rimasto molto sul forum a causa della scarsa connessione XD
Commenti e critiche sono ben apprezzate :) Vorrei però fare una piccola precisazione: io, come Tolkien, scrivo soprattutto per me stesso e ciò che vorrei leggere. Se poi altre persone apprezzano, sono ben contento :D (Non mi sto paragonando a Tolkien: lui non è raggiungibile da nessuno. E' solo un modo di ragionare simile)
Dal capitolo 3 in poi, la fanfic si è trasformata in FANFIC-GDR XD alcuni membri del forum parteciperanno alla storia con le loro ponysone e le loro azioni saranno (eccetto alcuni rari casi necessari per la trama) scelte da loro stessi :D

CAPITOLO 1 - La notte che cambiò la mia vita
CAPITOLO 2 - A lezione di magia
CAPITOLO 3 - Nuovi incontri
Aprii gli occhi e mi misi a sedere sul letto. Ero ancora intontito dal poco sonno. Dopo quello che avevo visto il giorno prima, era normale che non fossi riuscito a dormire bene. Guardai fuori la finestra e notai con piacere che il temporale era finito e il sole era già in cielo. Mi alzai dal letto e mi cambiai gli abiti riponendo il pigiama all’interno dello zaino e mettendomi i vestiti che mi aveva fatto Rarity. Presi il foglio che mi aveva dato Twilight e mi sedetti sul letto con le gambe incrociate. Iniziai a studiare l’incantesimo per la ricerca degli oggetti. Non era molto complicato ma maggiore era il raggio d’azione dell’incantesimo, maggiore era l’energia che richiedeva.
“Devo fare qualche prova con questo incantesimo. Proviamo a vedere che succede se tento di individuare i libri di Twilight.” Lasciai lo zaino sul letto e mi avvicinai alla porta dando le spalle al letto. Mi concentrai al massimo e tentai di eseguire l’incantesimo. Una volta attivato, mi sembrò che non fosse cambiato nulla. Ad un certo punto avvertii qualcosa e aprii gli occhi voltandomi verso il letto. I libri di Twilight erano illuminati da un’aura giallognola visibile anche attraverso lo zaino. La cosa che mi stupì fu il vedere libri non solo nella camera di Rarity e in tutta la Carousel Boutique, ma anche nelle case vicine. Mi voltai e notai che le aure gialle erano veramente ovunque. Bloccai il flusso di magia e mi sentii subito sfinito.
“Adesso ho capito perché Twilight ha bisogno di Spike nella biblioteca.” Respirai affannosamente. “Devo fare più attenzione: questo incantesimo mi ha stancato parecchio. Non devo esagerare.” Recuperai con la magia lo zaino e indossai il mantello uscendo dalla porta. Guardai verso lo studio di Rarity: la porta era aperta. Sussultai per un secondo.
“E’ la mia occasione per vedere alla luce del sole quella... Quella... Non so nemmeno come definirla.” Mi avvicinai facendo finta di niente e gettai lo sguardo nella camera della stilista, ma purtroppo era sparita. Era una pazzia ma decisi di riprovare l’incantesimo di Twilight per cercare quell’oggetto. Chiusi gli occhi concentrandomi al massimo ma non avvertii niente. Aumentai la forza dell’incantesimo ma continuavo a non avvertire nulla. Aprii gli occhi guardandomi intorno: nessuna aura gialla da nessuna parte.
“Maledizione, deve averlo spedito a qualcuno... Anzi, può averlo spedito solo a loro.” Mi girai verso le scale e avanzai. “Ma scoprirò cosa nascondono. Per oggi è meglio non tirare fuori l’argomento, però.” Disattivai la magia e persi nuovamente le forze ma rimasi in piedi. Scuotendo la testa, scesi le scale e mi diressi al piano di sotto cercando Rarity. Mi spostai attraverso il negozio verso la cucina e la trovai intenta a prepararsi la colazione.
<<Buondì Rarity.>> Si voltò di scatto e mi sorrise tornando a lavorare sulla colazione.
<<Ben svegliato, caro. Dormito bene?>>
<<Si, grazie mille. Hai completato i lavori che dovevi terminare ieri?>> Trasalì per un istante e si girò con un enorme sorriso.
<<Si, grazie per l’interessamento. Queste opere mi permetteranno di guadagnare molta notorietà.>>
<<Sono contento per te.>> E sorrisi compiaciuto senza mostrare la mia preoccupazione alla stilista. “Sono quasi certo che lo abbia inviato a Canterlot. Sono sicuro che rivedrò quella cosa... E forse molto prima di quanto mi immagino.”
<<Cosa ti piacerebbe mangiare per colazione caro?>> Mi riscossi dai miei pensieri.
<<Oh. Ehm. Hai della frutta di qualunque genere?>>
<<No, mi dispiace. Non sono andata al mercato stamani, quindi ne sono sprovvista.>> Schioccai la lingua con disappunto.
<<Che peccato. Grazie lo stesso. Farò un po’ di dieta: male non può farmi.>> E risi.
<<Sicuro di non volere niente? Neanche un bel panino di margherite e viole?>> Scossi la testa e mi avviai verso la porta.
<<No, grazie. E grazie anche per i vestiti: sono magnifici. Penso che andrò a Sweet Apple Acres. Lì troverò di sicuro delle ottime mele.>> Risi e pensai alle delizie che avevo mangiato il giorno prima.
<<Se lo dici tu, a me sta bene. Ci rivedremo allora.>> La pony si staccò dal lavoro culinario e mi abbracciò.
<<Come posso sdebitarmi per i vestiti?>> Mi guardò con occhio amorevole.
<<Ci sarà modo e tempo per farlo.>> La guardai perplesso ma non feci domande, anche se temevo cosa intendesse: mai come in quel momento speravo di sbagliarmi. Mi liberai dall’abbraccio e presi la strada per la porta.
<<A presto Rarity.>> Mi salutò con lo zoccolo e chiusi la porta.
Sospirai e mi immersi nei miei pensieri mentre camminavo verso la fattoria di Applejack.
“Cavolo, non avrei mai pensato che tutto questo sarebbe potuto succedere a me. E devo ammettere che sarebbe fantastico vivere qui se non fosse per quella storia.” Sospirai. “Una storia del genere non me la sarei mai aspettata: non qui almeno. E pensare che...”
Mi scontrai contro qualcosa e vidi cadermi addosso un pony. Rintronato dalla botta, sorrisi pensando che era la quarta volta che qualcuno o qualcosa mi cadeva addosso in un giorno e mezzo che mi trovavo ad Equestria. “Devo aver stabilito una specie di record.” Mi ripresi e osservai il pony di fronte a me. Era una pegaso ma rimasi allibito: assomigliava in modo pazzesco a Fluttershy. Le sole differenze erano il suo colore ed il cutie mark: era di un bellissimo color roseo e con i capelli e la coda di color rossi e rosa, con gli occhi lillà. Il suo cutie mark era una chiave di violino lillà. Mi guardai intorno e notai che stava portando molti pacchi pieni di pentolame, vestiti, verdure, frutta e altre cibarie: probabilmente stava tornando a casa dal mercato. La pegaso mi fissò e si alzò in volo spostandosi per farmi rialzare.
<<Perdonami, non stavo guardando dove andavo.>> Arrossì. <<Mi dispiace davvero molto. Ti ho fatto male?>> Mi rialzai e fissai la pony che divenne ancora più rossa dalla timidezza.
<<No, sto bene: non ti preoccupare.>> Le sorrisi e mi guardai intorno osservando i pacchi rovesciati per strada. <<Neanche io ero troppo concentrato e ho fatto un po’ di danni. Lascia che ti aiuti.>>
<<No, non è necessario che tu...>> Non le diedi il tempo di finire che iniziai a rimettere in ordine la spesa della pegaso con la magia. Una volta terminato, la pony mi fissò stupita.
<<Grazie mille.>> Mi guardò con fare incuriosito. <<Come ti chiami? O meglio, cosa sei?>>
<<Mi chiamo Federico. Sono un umano.>> La pony mi guardò più intensamente e sorrise compiaciuta.
<<Un umano, eh?>> Si grattò il mento con lo zoccolo e mi fissò sorridendo. <<Interessante. E sai anche usare la magia. Sei la seconda persona che incontro che è in grado di usare la magia senza essere un unicorno o un alicorno. Io mi chiamo Fluty.>> Sorrisi.
<<Molto piacere. Permettimi di aiutarti a portare la spesa a casa.>>
<<Oh no, non è davvero necessario: posso fare da sola.>>
<<Non ti preoccupare, non è niente. Fammi strada.>> La pegaso mi fissò e poi mi sorrise incamminandosi.
<<Va bene. Seguimi.>> Mi misi a camminare vicino la pony tenendo le buste della spesa vicino a me con la magia.
<<Ti ringrazio per avermi dato la possibilità di sdebitarmi.>>
<<Figurati. Ma come ci sei arrivato qui? Gli umani non abitano qui.>> Tentennai un momento, poi dissi la cosa più sensata che mi venne in mente.
<<Mi ci hanno portato senza darmi la possibilità di oppormi.>> Risi di gusto per allentare la tensione. <<Che lavoro fai?>> Fluty fu piuttosto sorpresa dalla domanda e sembrò tentennare per qualche secondo.
<<Oh. Io sono... Sono un’artista. Disegno e suono il flauto traverso in un orchestra.>>
<<Wow, devi essere eccezionale.>> La pegaso arrossì.
<<Tu, invece? Che lavoro fai?>> La domanda mi colse di sorpresa.
“Sono stato uno sciocco: era scontato che mi avrebbe fatto una domanda del genere. E adesso cosa le dico?” Ebbi un’idea.
<<Sono uno studioso e un ricercatore.>>
<<Che bello. Sai che c’è un’altra studiosa qui a Ponyville? Si chiama Twilight Sparkle. Dovresti andarla a conoscere. Potrebbe fornirti libri e aiutarti nello studio.>>
<<Ho già avuto il piacere di... conoscerla e di parlare con lei.>> Risi con semplicità.
<<Qual è il campo in cui sei più ferrato?>>
<<Adoro la matematica, ma anche la scienza più in generale.>>
<<Devi essere una sottospecie di genio: a nessuno piace la matematica.>> Ridemmo entrambi. <<Ci siamo quasi.>> Disse indicando davanti a noi.
<<Ah, quindi tu vivi...>> Rimasi di sasso. Fissai Fluty sbigottito. <<Ma quella è la Everfree Forest?>> Mi voltai. Era incredibile quanto a lungo avevamo camminato. Lei mi sorrise con semplicità.
<<Certo. Andiamo, dai.>> Mi sorrise nuovamente e si incamminò all’interno della foresta.
<<Ma non ci sono degli animali selvatici e feroci?>>
<<Sicuro.>> Disse con allegria e calma. <<Sbrigati, dai.>>
“Ma è seria? Si rende conto che è pericoloso? Devo fare di tutto perché non le capiti nulla.”
La seguii rapidamente con le buste della spesa facendo attenzione a non inciampare nelle radici degli alberi. La foresta era oscura e intricata e persino la luce del sole aveva difficoltà a filtrare. Fluty non sembrava farsi problemi ed evitava gli ostacoli con una semplicità disarmante. Accesi una piccola luce per poter vedere meglio dove mettevo i piedi, visto che non avevo la stessa conoscenza del territorio della pegaso. Camminammo per un paio di minuti quando la pony si arrestò.
<<C’è qualcosa che non va?>> Lei si girò con calma verso di me toccandosi il naso.
<<Non senti questo odore?>> Annusai l’aria e sentii una terribile puzza.
<<Adesso si. Che cos’è? Un cadavere?>> Scosse la testa ridendo.
<<Non dire sciocchezze, ragazzo mio.>> Avanzò di un paio di passi. <<Si tratta di lupi di legno.>>
<<Cosa?>> Urlai e mi misi davanti a lei. <<Tu fuggi. Li tengo a distanza io.>> Fluty mi fissò incuriosita ma non si mosse di un centimetro. Sentii un ramo scricchiolare e mi voltai di scatto verso destra. Un enorme lupo si pose di fronte a me: era composto da soli pezzi di legno e aveva due enormi occhi gialli. Dalla bocca sembrava scendere della bava: evidentemente era affamato. Fluty si appollaiò su un ramo, osservando la scena con sguardo curioso. Spostai i pacchi sul ramo, sistemandoli vicino a lei e mi preparai alla battaglia. Il lupo di legno fece la prima mossa scattando in avanti e tirandomi un colpo con la zampa destra. Feci un salto verso destra e mandai a vuoto l’attacco della fiera. Diedi un calcio all’animale approfittando del fianco scoperto ma il colpo non sortì l’effetto che speravo e la bestia non sembrò soffrirne più di tanto. La belva si girò e mi morse il braccio sinistro cogliendomi alla sprovvista: il dolore era lancinante. Mi scagliò contro un albero ma mi rinchiusi in una piccola barriera magica ed evitai di subire troppi danni dall’impatto con la pianta.
“Non posso batterlo nel corpo a corpo senza un’arma. Forse con la magia posso fare qualcosa.” Il lupo mi studiò dalla distanza e così feci io con lui. “Come faccio a sconfiggere un nemico del genere? Nella foresta è avvantaggiato perché ci sono molti nascondigli e molti alberi da cui rigenerarsi. L’unico modo per sconfiggerlo è ingabbiarlo, possibilmente mentre si rigenera. Come faccio a obbligarlo a rigenerarsi? Potrei usare il fuoco. I rami vengono bruciati dalle fiamme.”
<<Non funzionerà tentare di bruciarlo. I lupi di legno sono refrattari al fuoco.>> Disse Fluty dall’alto dei rami. Mi voltai di scatto verso la pegaso.
<<Perché non sei ancora scappata? Vai via da qui: è pericolosissimo. E come fanno a essere refrattari al fuoco? Sono fatti di legno.>> Mi concentrai nuovamente sul lupo di legno ma decisi di fidarmi della pegaso. Il lupo mi girava intorno fissandomi con sguardo famelico. Avevo anche un braccio ferito: la situazione era drastica. Eseguii una magia per far sprofondare la belva sottoterra ma mentre il suolo si abbassava il lupo saltò fuori dal buco e mi caricò nuovamente tentando di mordermi. Aspettai fino all’ultimo mettendo energia magica nelle gambe in modo da saltare più in alto. Appena tentò di azzannarmi, saltai mandandolo a sbattere contro l’albero, ma avevo accumulato troppa energia e sbattei con la testa contro il ramo su cui era adagiata Fluty, facendo cadere alcune delle buste. La pegaso, tuttavia, non fece alcuna mossa e sembrò non aver sentito l’impatto dei colpi sulla pianta. Caddi sul dorso del lupo e ne approfittai per colpirlo con vari pugni sul corpo ma senza troppa fortuna. Nel frattempo le buste erano cadute a terra facendo un gran rumore. Il lupo di legno sembrò particolarmente disturbato da quel fracasso che si era formato. Mi osservai intorno e notai che alcune padelle e altri pentolami vari erano caduti.
“Ma certo! Come ho fatto a dimenticarmene. Il suono metallico li infastidisce.”
Saltai giù dalla groppa del lupo e mi fiondai sulle pentole iniziando a sbatterle tra di loro facendo quanto più rumore possibile. La belva mi fissò infastidita e con sguardo sanguinario si lanciò all’assalto.
“Maledizione, pensavo si fermasse e scappasse via.” Tentai di schivare sulla sinistra ma venni colpito al fianco destro da una zampata violentissima che mi stracciò gli abiti. Mi riportai a diversi metri di distanza da lui.
“Maledizione: i vestiti si sono rotti e sono quasi a corto di idee. Mi rimane una sola carta da giocare, anche se mi sfinirà. Se fallisce, non avremo più speranze. Oh no.” Fissai Fluty. “Non permetterò che finisca così.”
Mi concentrai tenendo gli occhi fissi sulla fiera. “Mi serve solo qualche secondo.” La belva già assaggiava il mio sangue e si preparò ad andare contro di me per l’ultimo attacco. “Sono pronto. Con questa mossa mi gioco tutto.” Il lupo mi caricò ed io feci lo stesso con lui. “Il tempismo deve essere perfetto.” Eravamo oramai a pochi metri l’uno dall’altro. La belva mi saltò addosso e io feci la mia mossa: levitai mettendomi in posizione orizzontale e mi misi sopra la fiera che andò a vuoto con il suo attacco. Mentre ero ancora sopra di lui, diedi un pugno con tutta la mia forza sul dorso dell’animale ed esso andò in mille pezzi. Mi sbrigai a creare un prigione fatta con il terreno e con la magia e ne sbattei i pezzi dentro prima che potessero rigenerarsi. Caddi a terra sfiancato dal combattimento, dalla magia utilizzata e dal sangue perduto e Fluty si avvicinò a me.
<<Niente male, mio cavaliere. Grazie per avermi protetto.>> Mi diede un bacio sulla guancia e io arrossii.
<<Figurati! Non si abbandona una donzella in difficoltà.>>
<<Come mai quel pugno ha avuto più effetto degli altri?>> Chiese incuriosita ma non stupita.
<<E’ stato difficile. Ho dovuto concentrare la magia nel pugno destro e quando ho colpito il lupo, ho rilasciato l’energia sotto forma di onde ultrasoniche che hanno reciso i collegamenti magici che tenevano insieme gli arti.>> Fluty mi fissò e poi si voltò verso sinistra.
<<Capisco. Ma, tanto per curiosità, adesso cosa hai intenzione di fare con gli altri quattro che sono rimasti?>> Osservai nella stessa direzione in cui la pegaso guardava. C’erano altre quattro paia di occhi gialli e i lupi si avvicinarono a noi con fare minaccioso. Passai lo sguardo dalle belve alla pony. Tentai di sollevarmi ma non riuscivo quasi più a muovermi. Scossi la testa.
<<Perdonami. Non sono più in grado di combattere. Scappa, almeno solo uno di noi ci lascerà le penne.>> Mi fissò e si mise a ridere.
<<Certo, come no.>> Fece dei passi in avanti e si mise di fronte ai lupi.
<<Ti ho detto di fuggire. Non fare pazzie o rischi di...>> Sentii una potentissima energia provenire dalla pony e una violenta onda d’urto investirmi e i lupi di legno esplosero di fronte ai miei occhi. Rimasi stupito e fissai Fluty. La pegaso si girò verso di me e sorrise decisa.
<<Che cosa hai fatto? Come ci sei riuscita?>> Rise di gusto, mi aiutò a sollevarmi e si rimise in cammino.
<<Chi lo sa. Siamo molto vicini. Sbrighiamoci: devo medicare le tue ferite. Stai sanguinando troppo.>> Sorrise e cominciò a volare oltre i resti dei lupi. Recuperai le buste cadute con i vari oggetti e la seguii piano piano. Barcollai per alcune decine di metri guardandomi alle spalle se le fiere si stessero riprendendo, finché non arrivai anche io di fronte alla casa di Fluty. Era un albero di un bel color lillà che risaltava molto nell’oscurità della foresta. Aveva una finestra rotonda ed una porta viola. Aprì la porta ed entrò.
<<Vieni dentro anche tu.>>
Entrai nella casa e notai che era composta da sole tre stanze. C’erano una cameretta centrale con un bagno a destra e la cucina a sinistra. La parete della camera era di un bellissimo azzurro chiaro. A destra c’era un letto con le copertine e il materasso rosa chiaro e un cuscino bianco con stampato sopra un cuore rosso. Accanto al cuscino c'era un peluche di Fluttershy. Dietro il letto, poco più in alto, c'era una finestra con le tende blu chiaro. Accanto al letto, invece, c'era un piccolo mobile grigiastro chiaro, con sopra una lampada di un color lillà chiarissimo ed una specie di portaocchiali nero: evidentemente non aveva una vista perfetta. Per finire c’era una libreria azzurro chiaro di una tonalità differente rispetto a quella della parete di fronte al letto. Alla sinistra della camera da letto c’era la cucina. Di fronte alla porta si trovavano i fornelli da cucina con delle dispense poco più in alto. Al lato c’era quello che avrei definito frigorifero di colore bianco.
“Ma se è un frigorifero, dove lo attacca? C’è la corrente elettrica?”. Scrollai le spalle. A sinistra della cucina e delle dispense, si trovava un'altra libreria con dei libri di cucina e una finestra. Voltandomi a destra notai invece un piccolo bagno: di fronte c’era una vasca da bagno con una tendina scorrevole azzurra a cuoricini blu. Di fronte alla vasca da bagno si trovava un gabinetto bianco e di fronte al gabinetto un lavabo, anch’esso bianco.
Poggiai le buste in cucina e la pegaso mi parlò.
<<Sdraiati sul letto. Adesso controllo come vanno quelle ferite.>>
Feci come mi aveva detto e Fluty prese gli occhiali fissandomi il braccio sinistro.
<<Alza la maglietta e fammi vedere anche il fianco.>> Feci per sollevare la maglietta e notai che il tessuto si era rigenerato totalmente. La sollevai osservandola stupito.
“Ero sicuro che si fosse strappata. Come è possibile che sia di nuovo integra?” La pegaso fissò la ferita e sorrise, poi toccò il tessuto.
<<E’ fatta con squame di drago-lucertola. E’ normale che si sia rigenerato.>>
<<Tu sai cosa è questo materiale? E come fai a leggermi nella mente?>> Rise nuovamente e andò a prendere una benda dal bagno e mi bendò le ferite.
<<Per ora dovrebbe essere sistemate.>> Si diresse verso la porta. <<So come curare quelle ferite. Tornerò tra poco.>> Detto questo chiuse la porta e volò via.
“Quella pony non è normale: è decisamente fuori dal comune. E’ potentissima ed è in grado di leggere nel pensiero. Dovrei farmi insegnare quel trucco. Deve essere davvero grandioso saperlo fare. Comunque ha detto che questo vestito è fatto di squame di drago-lucertola: devo scoprire di che animale si tratta. Ne parlerò con lei appena torna.” Attesi valutando le condizioni delle ferite: non erano molto profonde, ma certamente andavano curate.
La porta si spalancò e Fluty rientrò con un enorme sorriso e una ciotola in legno con un liquido verdastro.
<<Eccomi. Ho trovato ciò che mi serviva per curarti: è una mistura particolare datami da Zecora. Secondo lei le tue ferite guariranno molto velocemente: ci vorranno massimo una decina di minuti.>> La fissai sorpreso.
<<In dieci minuti? Io direi in una decina di giorni.>> Rise.
<<Intendevo proprio dieci minuti.>> Mi mostrò la sostanza verdastra. <<Questo è un composto particolare creato da Zecora stessa. E’ in grado di ripristinare tutti i tessuti cellulari completamente. Visto che le tue ferite non sono gravi, dieci minuti dovrebbero bastare.>> Si avvicinò a me e mi spalmò la sostanza con lo zoccolo prima sul braccio sinistro, poi sul fianco destro. <<Potrebbe bruciare un pochettino: non è un problema, vero?>> La fissai sbigottito ma non feci in tempo a dire qualcosa che una fitta lancinante mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Urlai dal dolore mentre Fluty mi fissava con occhi dolcissimi. Nel vedere il suo sguardo, mi sentivo al sicuro e mi sembrava di soffrire meno. Si sedette sul letto vicino a me e continuava a guardarmi con amorevolezza.
<<Immagino che tu voglia delle delucidazioni su questo, vero?>> Toccò il tessuto della maglietta. Mi limitai ad annuire. <<Questo particolare materiale è rarissimo e difficilissimo da lavorare. Si tratta di normale seta a cui sono state aggiunte delle squame di drago-lucertola, un animale che si può trovare solo nelle montagne situate all’estremo est partendo da Canterlot. Si pensa che in principio ci fossero dei draghi che odiavano il volare nel cielo e preferivano i cunicoli oscuri delle montagne. Essi iniziarono a vivere sottoterra perdendo la possibilità di volare ma sviluppando grandi capacità rigenerative a causa delle continue ferite causate dalle rocce delle montagne. Anche in quella zona, tuttavia, sono rimasti pochissimi esemplari a causa dei cacciatori di frodo.>> Rimasi sorpreso dallo scoprire che anche ad Equestria esistevano certe cose. <<Comunque sia, le squame di drago-lucertola, oltre a rendere il tessuto molto resistente, hanno la capacità di far rigenerare qualunque oggetto in cui sono presenti. Certo, questo non può renderli indistruttibili, ma bisogna arrivare quasi a disintegrarli o carbonizzarli per impedirgli di rigenerarsi. Altrimenti bisogna estrarre completamente le squame dal materiale.>> La sua vista cadde sul mio braccio e lo fissò stupita. Decisi di seguire il suo sguardo: la mia ferita pareva completamente rimarginata. Effettivamente non avvertivo più dolore. Mi fissò pensierosa.
<<C’è voluto troppo poco tempo.>> Continuò a pensare e poi proseguì. <<Evidentemente voi esseri umani avete delle cellule che permettono di aumentare la velocità di rigenerazione.>>
<<Può essere che gli ingredienti della pozione abbiano reagito con degli enzimi presenti nel mio corpo.>> Dissi sollevandomi. Non mi sembrava di sentire dolore e il braccio ed il fianco erano abbastanza in forma e li potevo muovere senza dolori. <<Quella medicina è eccezionale. Ti ringrazio per ciò che hai fatto per me.>> Mi sorrise con tenerezza disarmante.
<<Figurati.>>
<<Ti posso chiedere un favore?>>
<<Certamente, in cosa posso esserti utile?>>
<<Vorrei che mi spiegassi come hai fatto a sconfiggere i lupi di legno e...>>
<<...e come faccio a leggerti nel pensiero. Non sono in grado di fare cose del genere.>> Mi fissò in silenzio e poi sorrise. <<E se anche fosse, non te lo dico.>> Mi fece l’occhiolino e la linguaccia.
“Certo che Fluty è proprio carina, soprattutto con quegli occhiali.”
La pegaso arrossì improvvisamente e si girò per evitare il mio sguardo. Sorrisi e puntai il dito contro di lei.
<<Ah-ha.>> Gongolai felice. <<E così non sei in grado di leggere nella mente, eh?>> Mi fissò arrabbiatissima e io risposi come aveva fatto lei: occhiolino e linguaccia. Mi guardò con fare minaccioso ma alla fine scoppiò a ridere, ed io con lei. Ripresi il controllo e la fissai con sguardo serio.
<<Voglio combattere contro di te.>> Alzò le sopracciglia mostrando un po’ di stupore. <<Voglio vedere cosa sai fare e quanta differenza c’è tra noi.>> Mi studiò attentamente e annuì sorridendo.
<<D’accordo, ma andiamo fuori casa.>> Fluty ripose gli occhiali con cura nel portaocchiali, uscì di casa e io la seguii. Ci spostammo in una piccola radura non lontana dalla casa della pony.
<<Fammi vedere cosa sai fare.>> Disse la pegaso fissandomi con un sorriso. Mi allontanai da lei e la studiai con attenzione.
“Come si batte un avversario in grado di leggere nel pensiero?”
<<Non puoi.>> Disse ridendo. <<O almeno non al tuo livello.>> Mi misi a riflettere finché non ebbi un’idea.
“Ci sono: penserò una cosa e ne farò un’altra. Così la prenderò di sorpresa.”
<<Non avresti dovuto pensarlo. Adesso so che vorrai seguire questa strategia, quindi posso prevedere i tuoi attacchi.>> Rise fissandomi. La guardai con sguardo deciso.
<<E se io avessi pensato ciò sapendo che tu avresti previsto i miei attacchi e quindi seguissi davvero ciò che ho pensato cogliendoti di sorpresa?>> Mi fissò stupita e poi sorrise.
<<Forse ti ho sottovalutato. Potrebbe essere divertente.>>
<<Che ne dici di cominciare?>> Appena terminata la frase, si alzò un polverone e Fluty sparì nel nulla.
“Che è successo? E’ sparita?!” Mi guardai intorno. “Non è da nessuna parte. Vediamo se riesco a trovarla con l’incantesimo di ricerca.” Attivai la magia concentrandomi sulla forma della pegaso e avvertii una presenza alle mie spalle. “Trovata!” Mi voltai e aprii gli occhi vedendo un’aura gialla che si spostava ad altissima velocità. Tentai di seguirla con lo sguardo, ma non era affatto facile. “Dannazione. E’ velocissima.” Avvertii una seconda presenza a destra per un solo attimo. “Chi altro c’è?” Mi voltai nuovamente verso destra ma la presenza era già sparita. Mi concentrai nuovamente su Fluty. Si spostava troppo in fretta per colpirla. “Che cosa posso inventarmi? Dovrei tentare di bloccarla: ma come? E l’incantesimo non lo posso tenere attivo ancora a lungo.” Continuai a studiarla mentre mi volteggiava intorno. “Non si muove seguendo uno schema.” Disattivai la magia e mi sentii mancare. “Dannazione. Che cosa mi posso...” Sentii uno zoccolo toccarmi la pancia e abbassai lo sguardo. Fluty era sotto di me e mi fissava sorridendo.
<<Ti ho colpito. Ho vinto io.>> La guardai strabiliato e lei si girò per tornare a casa.
<<Non ti sei impegnata per niente, vero?>> La pegaso si fermò e mi fissò seriamente.
<<Se mi impegnassi davvero, ti eliminerei prima ancora che tu capisca che mi sono spostata.>> Si girò mettendosi con il fianco destro rivolto a me e fece sbattere l’ala. Un fortissimo vento mi investì e volai indietro di diversi metri ad altissima velocità. Temetti di fare una brutta fine ma venni bloccato da un corpo morbido. Mi voltai e venni poggiato a terra con delicatezza da Fluty, che mi aveva preso al volo.
<<Sei fortissima.>> Dissi stupefatto. La pegaso scosse la testa.
<<Questo non è ancora niente, ma non posso esagerare: conosco i tuoi limiti. Comunque non pensiamo a queste cose.>> Mi sorrise e mi abbracciò. <<Andiamo a casa, così mangiamo qualcosa.>> Annuii deciso e tornammo entrambi verso casa.
<<Ho avvertito una presenza di un altro pegaso mentre combattevamo, anche se per un solo istante.>>
<<Sei ancora inesperto. Ti sarà sembrato di averla avvertita. Non c’era nessuno.>> Entrammo a casa e la pony si diresse verso la cucina, prendendo un po’ di frutta e iniziando ad affettarla.
<<Che cosa prepari di buono?>>
<<Una semplice macedonia: salutare e deliziosa.>> Sorrise ed io anche.
<<Adoro la macedonia: me ne mangio sempre quintali. Cosa ci metti?>>
<<Vediamo.>> Si guardò intorno. <<Un po’ di tutto: pesche, fragole, banane, mele, pere, ciliegie, anguria e tanto altro.>> Rimasi un po’ colpito da sentire tutta questa frutta di così diverse stagioni insieme. Probabilmente ad Equestria funzionava in modo diverso rispetto alla Terra. Terminata la preparazione, Fluty me ne passò una bella ciotola piena e ne prese una anche per lei. Ci sedemmo sul letto e mangiammo con tranquillità.
<<Senza di te sarei rimasto digiuno, oggi.>> Risi divertito e la pegaso mi fissò sorridente. Più la guardavo, più pensavo che fosse carina. Inoltre la sua compagnia era davvero piacevole: era veramente una pony solare e amichevole.
Passammo il resto della mattinata a chiacchierare del più e del meno in allegria, stringendo il nostro rapporto sempre di più. Verso l’ora di pranzo, però, Fluty si alzò in piedi dirigendosi verso la porta.
<<Devo incontrare una pony: sarà una cosa lunga. Mi dispiace dovertelo dire, ma devi andare.>> Non ero affatto contento di ciò: sarei voluto restare ancora un po’ in compagnia della pegaso.
<<Non posso proprio restare?>> Fluty scosse la testa.
<<Purtroppo no. Vieni, ti accompagno fuori dalla foresta.>> Poi mi sorrise. <<Comunque stai tranquillo. Una volta finito l’incontro ci possiamo organizzare per rivederci.>> Sorrisi mestamente.
<<D’accordo.>> Uscimmo dalla porta e la pony chiuse a chiave la casa.
<<Dove ti porto?>> Mi chiese sorridendo.
<<Se non ti è di troppo disturbo, a Sweet Apple Acres.>>
<<Va bene. Sali su.>> Montai in groppa alla pegaso e lei prese il volo. Si muoveva ad una velocità elevatissima e nel giro di pochi secondi arrivammo alla fattoria di Applejack. Scesi a terra e abbracciai Fluty che arrossì.
<<Ci vediamo dopo.>> Le dissi sciogliendo l’abbraccio. Lei sorrise e spiccò il volo muovendosi ancora più velocemente di prima. Mi girai verso l’entrata della fattoria e varcai la soglia. Camminai a lungo tra i meli per dirigermi verso la casa degli Apple, sperando di incontrare Applejack. Sentii un ronzio e mi spaventai.
“Spero non sia un insetto: odio gli insetti.” Mi voltai alle mie spalle e qualcosa mi sorvolò, superandomi ed andando verso l’interno della fattoria. Mi girai di nuovo e vidi una piccolissima pony arancione con la capigliatura viola che si muoveva grazie ad una specie di monopattino sospinto dalle piccole ali della pegaso. Tirai un sospiro di sollievo.
“Avevo paura che mi travolgesse.” Mi incamminai nuovamente e il fienile si avvicinava sempre di più.
<<Ehy, Federico. Che ci fai da queste parti?>> Applejack saltò una staccionata e mi affiancò con un gran sorriso.
<<Ero venuto a dare un’occhiata e a farti i complimenti per le tue mele: erano davvero deliziose.>>
<<Grazie ragazzo.>> E mi diede un colpo con lo zoccolo dietro la schiena. <<Ti va di fermarti a pranzo? E’ tutto a base delle nostre mele.>> Mi leccai i baffi.
<<Se non sono di troppo disturbo, mi piacerebbe molto.>>
<<Nessun disturbo. Qui ci piace mangiare in compagnia: più siamo, meglio è.>> Osservò il fienile. <<Ti va di fare una corsa? Vince il primo che arriva a casa. Tutta dritta: non puoi sbagliare.>>
“Non è molto lontano: posso provarci. Ma Applejack sarà molto più veloce di me. Se usassi la stessa magia che ho eseguito durante lo scontro con il lupo di legno, però, potrei avere un vantaggio non indifferente.” Sorrisi spavaldo.
<<Va bene. Accetto la sfida: un po’ di movimento prima di pranzo fa bene.>> Applejack nitrì con entusiasmo ed io iniziai a caricare l’energia nelle gambe. Guardai la pony che si era messa in posizione e io feci lo stesso.
<<Dai tu il via, zuccherino.>> Mi sorrise sicura delle sue possibilità.
<<Bene. Pronti...>> Mi concentrai sul traguardo. <<Partenza...>> Mi giocavo tutto sullo scatto iniziale. <<Via!!!>>
Rilasciai l’energia dalle gambe e scattai al massimo della velocità. Riuscii a distanziare Applejack sulla partenza, ma finita l’energia, la pony iniziò a recuperare terreno. Corsi al massimo della velocità ma non riuscivo a tenere il ritmo della mia avversaria. Il traguardo era vicino, ma purtroppo Applejack mi aveva già quasi affiancato. Prima che mi superasse, un qualcosa di rosa mi colpì e rotolai a terra. L’unica cosa che riuscii a dire fu un semplice <<E sono cinque.>> Mi ripresi scuotendo la testa e guardai la massa rosa: Pinkie Pie. La pony era sdraiata sopra di me e mi abbracciava con forza.
<<Federico! Mi sei mancato! Volevo venire a parlarti ieri ma il temporale mi ha bloccato a casa. Visto che sei nuovo, oggi pomeriggio faremo una grande festa allo Sugarcube Corner, d’accordo?>> Mi avvicinò il muso alla faccia con un sorriso enorme.
<<Ehm. Certo. Perché no? Sarà divertente.>>
<<Benissimo.>> La pony si spostò e scattò via. Non feci in tempo ad alzarmi che lei era già sparita. Applejack si avvicinò a me.
<<A quanto pare ho vinto io.>> Rise e mi diede una pacca sulla spalla. <<Cosa voleva Pinkie Pie?>>
<<Una festa di benvenuto per oggi pomeriggio.>> Risi di nuovo. <<Ma come fate con lei?>> Anche la pony rise e mi fece strada verso la sua casa. Camminammo fianco a fianco fino alla casa di Applejack e mi fece entrare.
<<Accomodati zuccherino.>> Entrai all’interno della stanza. C’era una grande tavola imbandita con seduti una pony molto anziana di color verde e un grosso stallone rosso. <<Granny Smith, questo è un nostro amico: si chiama Federico. Big Mac, puoi prendere una sedia al nostro ospite?>> Lo stallone si alzò dicendo un semplice <<Eyup.>> e andò a prendere una sedia da un’altra camera, che probabilmente era la cucina. La pony più anziana mi salutò con lo zoccolo. Ci sedemmo tutti e quattro e iniziammo il pranzo. La tavola era imbandita di qualunque delizia fatta con mele di prima qualità. Granny Smith fu la prima a prendere la parola.
<<Accipicchia ragazzo. Sei più strano di una mela blu: che diavolo sei?>>
<<Sono un umano, signora.>>
<<Suvvia, non c’è bisogno di essere così formali. Vero Big Mac?>>
<<Eyup.>>
<<Comunque sia, da dove sei venuto? Non ho mai visto niente come te in giro.>> Applejack mi fissò sperando che non dicessi niente di stupido.
<<Eh già, non sono di queste parti. Abito molto lontano da qui.>> La pony arancione sospirò.
<<E come ci sei arrivato fino a qui?>> Applejack trasalì nuovamente.
<<E’ stato un... lungo viaggio. Molto lungo.>> Risi e cercai di cambiare argomento. <<Comunque le mele della vostra fattoria sono davvero eccezionali e questi piatti sono deliziosi.>> Granny Smith fece un enorme sorriso.
<<Beh, ti ringrazio. Li ho preparati con i miei zoccoli. Sono contenta che li apprezzi.>>
<<Ehy nonna, ti ho aiutato anche io: non prenderti tutti i meriti.>> Mi voltai e dietro di me c’erano tre piccole pony: una gialla con la criniera rossa, un unicorno bianco con i capelli e la coda rosa e fucsia e la pegaso che avevo incontrato prima sul monopattino. L’arzilla vecchietta sorrise.
<<Ma certo piccola mia.>> L’unicorno bianco mi fissò confusa.
<<E tu cosa sei?>> Le altre due puledrine mi fissarono annuendo.
<<Sono un umano. E prima che lo chiediate: no, non sono di queste parti.>> Sorrisi e le piccole pony si avvicinarono a me fissandomi intensamente. I loro sguardi mi rendevano particolarmente nervoso e fu Applejack a tirarmi fuori dai guai.
<<Ehy, Cutie Mark Crusaders, cosa volete fare oggi?>> Le puledrine sorrisero e uscendo di corsa dalla porta urlarono.
<<Cutie Mark Crusaders equilibriste!>> Ridemmo tutti di gusto e proseguimmo il pranzo chiacchierando del più e del meno. Loro parlavano di coltivazione di mele e io di matematica e scienza: loro non capivano me ed io non capivo loro, ma in generale ci divertimmo molto. Alla fine del pasto ero pieno come un uovo.
Terminato il pranzo, ci alzammo tutti insieme per rimettere in ordine e fare un po’ di pulizie. Granny Smith andò al piano di sopra a riposare, io e Applejack lavammo insieme i piatti mentre Big Mac pulì la stanza per poi dedicarsi nuovamente al lavoro in fattoria.
<<Ci verrai anche tu alla festa?>> Chiesi alla pony arancione mentre asciugavo un piatto e lo riponevo nella dispensa. Si girò verso di me sorridendo.
<<Quando Pinkie Pie organizza una festa, tutti ci vanno. E’ divertimento allo stato puro.>> Risi di gusto.
<<Che cosa mi devo aspettare?>> Rise anche lei.
<<Non lo so. Da lei ti puoi aspettare di tutto. Sarebbe capace di trasformare lo Sugarcube Corner in una piscina scoperta.>> Risi così tanto da scivolare e cadere a terra. Applejack mi fece rialzare e la aiutai a terminare le pulizie per casa. Finite le pulizie, fu la pony a prendere la parola.
<<Ehy, Federico, ti va di andare a fare una siesta sotto i meli? A quest’ora tira una bellissima brezza che aiuta molto a rilassarsi.>>
<<Questa si che è una buona idea.>> La pony uscì di casa e la seguii fino ad un enorme melo posto dietro il granaio e si sdraiò alla sua ombra. Mi misi vicino a lei e chiusi gli occhi. Sentii un leggero venticello che mi attraversò i capelli e mi rilassò tantissimo. Applejack si girò verso di me e sorrise.
<<Allora? Che ne dici zuccherino?>>
<<E’ veramente fantastico. Verso che ora inizierà la festa?>> La pony si mise il cappello davanti alla faccia mentre sorrideva.
<<Mi sorprende che non sia già iniziata.>> Chiudemmo entrambi gli occhi lasciandoci cullare dal vento e riposando le membra stanche.
Dormii per un paio d’ore nella quiete della fattoria. Riaprii gli occhi e di fronte a me c’era un enorme cannone. Urlai di paura e saltai in piedi. Mi guardai intorno ma non vidi Applejack. Qualcosa mi colpì alla schiena facendomi entrare nel cannone. Quest’ultimo ruotò e si alzò pronto ad aprire il fuoco. Quando sparò, volai in aria ad altissima velocità ma feci in tempo a vedere Pinkie Pie che mi salutava con lo zoccolo.
<<PINKIE PIE!>> Urlai alla pony rosa. Stavo viaggiando in aria a gran velocità e tentai di girarmi in aria. Riuscii solo a ruotare la testa e notai che la pony aveva mirato su Ponyville. Osservai la città e feci rapidamente due calcoli.
“Se ho ragione dovrei atterrare vicino allo Sugarcube Corner, ma a questa velocità rischio di restarci secco.” Oramai ero a poca distanza dalla pasticceria e vidi che una finestra era aperta e sembravo essere diretto proprio lì. “Non ci credo che abbia calcolato tutto così precisamente.” Oltrepassai la finestra e qualcosa mi prese al volo. Mi voltai e notai con molto piacere che era Fluty ad avermi afferrato.
<<Ti ringrazio. Ci conosciamo da meno di un giorno e già mi hai salvato due volte.>> Risi di gusto e lei con me. <<Appena Pinkie torna a casa gliene dico quattro.>> La pegaso mi lasciò a terra.
<<Guarda che lei è arrivata prima di te.>> Rimasi basito.
<<Ma l’ho vista con i miei occhi a Sweet Apple Acres. Come fa ad essere già qui?>>
<<Perché io sono Pinkie Pie.>> Disse la pony rosa saltandomi addosso.
“Questo dettaglio l’avevo dimenticato.” Risi mentre la pony mi stringeva forte.
<<E’ il momento di cominciare la festa!>> Urlò Pinkie Pie invitando un unicorno di un giallo chiarissimo, molto vicino al bianco, con la criniera celeste e blu a mettere la musica al massimo del volume. <<Coraggio, Vinyl: mostraci il tuo meglio.>> La pony fece cenno di si e fece valere la sua abilità di DJ. Mentre la musica impazzava per la stanza, mi guardai intorno. C’erano tutti i pony della città tranne Twilight.
“Probabilmente è ancora a Canterlot.” Questo pensiero mi ricordò le scene della sera prima. “Non voglio pensarci: è il momento di divertirsi.” Sorrisi e guardai Pinkie Pie.
<<Pinkie, dove posso poggiare lo zaino, le borsette e il mantello?>> La pony mi fissò e poi mi fece strada verso il piano superiore con uno sguardo ammaliante.
<<Vieni con me. Andiamo nella mia camera da letto. Puoi poggiare tutto lì.>> La seguii un po’ timoroso.
“Non è che questa ha qualche strano pensiero? No, non sarà così. Però non mi aspettavo nemmeno ciò che ho visto ieri.” Con questi pensieri per la testa, salii le scale ed entrai nella camera della pony, poggiando in un angolo il mantello con lo zaino e le borsette. Era una stanza decorata come uno si aspetterebbe da una come Pinkie Pie: era dipinta tutta di rosa con un baule posto in un angolo e tanti giochi sparsi qua e là nella stanza. Era presente un enorme letto con le coperte rosa e pieno di peluche sopra di esso. La pony mi si avvicinò al volto e mi fissò intensamente. Deglutii e indietreggiai piano piano. Quando arrivò ad un passo da me, mi sorrise.
<<Andiamo alla festa! Non vorremo mica perdercela tutta!>> Mi superò e scese le scale. Tirai un sospiro di sollievo e scesi al piano di sotto, chiudendo la porta. La camera era piena di festoni e giochi con una porta che dava su una piccola veranda. Era anche presente un enorme tavola imbandita con punch e dolci fatti in casa. Mi diressi verso il tavolo e scelsi uno dei dolcetti. Era bellissimo alla vista e decisi di assaggiarlo: era anche delizioso. Lo finii in un boccone e ne presi subito un altro. Mangiato anche quello mi voltai per vedere dove fossero le altre, ma il mio sguardo cadde su una pegaso che non avevo mai visto. Era probabilmente un’amica di Fluty, visto che stavano una vicina all’altra. Mi fissava con due magnifici occhi gialli. Aveva il manto argenteo e la criniera fluttuante azzurra e una stella cadente bianca come cutie mark. Ci fissammo per qualche secondo, ma quando mi decisi ad avvicinarmi, si pose davanti a me Fluttershy.
<<Oh Federico, sono così contento che sei riuscito a venire. Cosa hai fatto in questi due giorni?>>
<<Tante cose. Sono andato da Rarity a far completare i miei abiti.>> Le indicai i vestiti che avevo indosso.
<<Sono magnifici.>> Toccò gli abiti e sorrise annuendo. <<Sono davvero fatti benissimo. E c’è qualcosa che non mi convince.>> Mi fissò stupita. <<Ci sono delle squame di drago-lucertola, vero?>>
<<Non saprei: mi è stato detto così.>>
<<Sono davvero eccellenti: ha fatto un ottimo lavoro. Che altro hai fatto?>>
<<Oggi sono andato a trovare Applejack per pranzo, mentre la mattina l’ho passata con Fluty.>>
<<Davvero? E’ una mia grandissima amica.>>
<<E’ una pegaso straordinaria! Ha affrontato quattro lupi di legno da sola.>> Fluttershy annuì.
<<Già, è la migliore del gruppo.>> La fissai con sguardo incuriosito.
<<Di che gruppo parli?>> La pegaso trasalì e iniziò a balbettare.
<<Oh. Beh. Ecco... Io...>> Intervenne Rainbow Dash.
<<Ehy Fluttershy, vieni un secondo con me, ti va?>>
<<Si certo. Scusa Federico, parleremo dopo.>> Le guardai allontanarsi. Mi girai per cercare la pegaso argentea ma era sparita.
“Possibile che anche loro mi nascondano qualcosa?”
<<Ma tu vedi misteri e segreti ovunque?>> Fluty mi aveva raggiunto da dietro.
<<Ho come la sensazione che non mi sia stata detta la verità, o almeno non tutta.>> Rise con semplicità. <<Di che gruppo parlava?>>
<<Non lo so. Perché lo dovrei sapere?>> La fissai alzando un sopracciglio.
<<Perché stava parlando di te, forse?>>
<<Se lo dici tu.>> Rise di gusto.
<<Chi era la pony che era al tuo fianco prima?>> Stavolta fu lei a sollevare un sopracciglio.
<<Non ho idea di chi tu stia parlando.>>
<<Ma come no? La pony grigia con i capelli azzurri.>> Mi fissò in silenzio. <<Quella che ha una stella cadente come cutie mark.>> Sussultò per un secondo.
<<Ah, si. E’ un’amica.>>
<<Meno male che sono io a vedere misteri e segreti ovunque. Tu non sei molto d’aiuto.>> Ridemmo entrambi. La musica era ideale per un ballo e mi venne un’idea <<Fluty...>> Mi fissò sorridendo. <<Ti va di ballare con me?>> Le feci un piccolo inchino tendendole la mano e la pegaso arrossì e si voltò di scatto.
<<Oh. Ehm. Certo, perché no?>> Pose il suo zoccolo sulla mia mano e la portai al centro della sala. Iniziai a ballare con la pegaso e tutti gli altri pony si unirono a noi o ci fissavano sorridendo e battendo gli zoccoli. Danzammo per qualche minuto in allegria e con Fluty che era sempre rossa in faccia dalla timidezza. Terminato il ballo, facemmo entrambi un inchino e le diedi un bacio sullo zoccolo facendola arrossire. Alzai lo sguardo e vidi che sulla veranda era presente la pony argentea. Salutai Fluty con un sorriso e chiacchierai in allegria con tutti i pony presenti. Oramai era calata la notte, ma tra giochi e chiacchiere, il tempo passava in fretta. Pinkie Pie portò una gigantesca torta di cioccolato e panna con sopra delle candeline.
<<Federico, spegni le candeline ed esprimi un desiderio. Dopotutto la festa è per te.>> Espressi il desiderio e spensi le candele tra applausi e risate.
Quando la festa oramai volgeva al termine e la stanza cominciava a svuotarsi, notai la pony che avevo visto all’inizio della festa sulla veranda. Decisi di fare la mia mossa: presi due bicchieri di punch e raggiunsi la porta, uscendo sulla piccola balconata. La pegaso si girò verso di me e mi guardò stupita.
<<Ti va di bere qualcosa con me?>> Dissi porgendole il bicchiere. In quel momento avvenne qualcosa di incredibile: la criniera della pony divenne di un bellissimo rosso acceso e mi fissò con sguardo un po’ timido. Dopo qualche secondo si decise a prendere il bicchiere.
<<Ti ringrazio.>>
<<Ti avevo visto prima ma non sono riuscito a parlarti. Come ti chiami?>> La pegaso mi fissò in silenzio.
<<Il mio nome? Non mi va di dirtelo.>> Sorrise e bevve un sorso di punch. <<Tu invece sei un essere umano, di nome Federico. Sei un appassionato di matematica e scienza e sei in grado di usare la magia a buoni livelli nonostante un allenamento di appena un paio di giorni.>> La fissai sbalordito mentre terminava di sorseggiare la bevanda.
<<Come fai a sapere queste cose?>>
<<Diciamo... Voci di corridoio.>> Fece uno sguardo un po’ vago con un sorrisetto complice stampato in volto.
<<Te lo ha detto Fluty, vero?>> Mi fissò alzando un sopracciglio.
<<Forse si, forse no.>> La porta della veranda si spalancò. Mi voltai e vidi la pegaso rosa venire verso di me. La pegaso misteriosa parlò alle mie spalle. <<Ci rivedremo.>> Mi rigirai per guardare la pegaso negli occhi ma era sparita nel nulla.
<<Dove è andata quella pony? Fluty, tu sai come si chiama, non è vero?>>
<<Non è importante il nome: l’importante è la sostanza.>> La fissai con un sorriso.
<<Questa frase era così profonda che ho rischiato di caderci dentro.>> La pony scosse la testa con un sorriso. Ci raggiunse sulla veranda anche Pinkie Pie.
<<Siamo rimasti solo noi tre: ormai è tardi. Perché non vi fermate a dormire da me?>> Ci chiese con uno sguardo malizioso che mi spaventò un po’: tuttavia decisi di accettare l’invito.
<<Se non è di disturbo, mi fermerò volentieri.>> Pinkie saltò di gioia.
<<Evviva! E tu, Fluty?>> La pegaso sorrise e fece cenno di si con la testa. <<Bene! Dormiremo tutti insieme nella mia camera da letto.>>
Pinkie ci fece strada ed entrò in camera sua dopo aver salito le scale. Pinkie si buttò di peso sul letto e sorrise facendoci cenno di venire con lei. Mi guardai intorno.
<<Pinkie, dov’è il bagno? Dovrei cambiarmi.>> La pony sorrise allegramente.
<<Non ce n’è bisogno. Puoi dormire anche senza vestiti.>> Arrossii come un peperone e scossi violentemente la testa.
<<No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no. Preferisco dormire con il pigiama.>> Pinkie rise.
<<Vai in fondo al corridoio, a destra.>> Ringraziai Pinkie mentre prendevo il pigiama dallo zaino e mi diressi verso il bagno. Dopo essermi cambiato, raggiunsi le due puledre in camera da letto e mi sdraiai al loro fianco, mettendomi sotto le coperte.
<<E’ stata una festa magnifica Pinkie! Grazie per tutto.>> Di tutta risposta, la pony sorrise si accoccolò vicino a me poggiando il muso sul mio petto e sorridendo. Anche Fluty sorrise e si mise a dormire vicino a me. Le circondai il collo con il braccio e la pony divenne tutta rossa di timidezza. Le sorrisi e anche lei fece lo stesso. Chiudemmo tutti e tre gli occhi e ci mettemmo a dormire senza pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo.


CAPITOLO 4 - A carte scoperte
<<Che cosa?! Non va affatto bene!>>
<<Vallo a chiamare! Dobbiamo muoverci! Non abbiamo molto tempo!>>
Aprii gli occhi e mi stiracchiai. Mi misi a sedere e notai che sia Fluty che Pinkie non c’erano. Guardai fuori la finestra e vidi il sole terminare di sorgere. Scossi la testa e mi stropicciai gli occhi.
“Perché diavolo stanno facendo tutto questo casino al piano di sotto?” Mi alzai e andai verso la porta. Poggiai la mano sul pomello e la porta mi si aprì in faccia facendomi molto male.
<<Federico! Sei sveglio!>> Pinkie sbucò dalla porta e la osservai con sguardo furioso.
<<Si può sapere che succede?>> Dissi resistendo alla tentazione di strozzare la pony.
<<Sbrigati! Devi vestirti e dobbiamo uscire il prima possibile!>> Per la prima volta quel giorno osservai meglio Pinkie Pie e notai che era davvero molto preoccupata e con il suo elemento dell’armonia al collo: non l’avevo mai vista in quelle condizioni.
<<Cosa è successo?>>
<<Twilight ci ha convocato a Canterlot! Ha detto che è urgentissimo: dobbiamo prendere il prossimo treno.>>
<<Tra quanto parte?>>
<<Meno di un quarto d’ora.>> Ero leggermente indeciso sul da farsi. Ma probabilmente era l’occasione perfetta per avere delle risposte. Mi fiondai sullo zaino afferrando i vestiti e andai al bagno sciacquandomi la faccia e cambiandomi gli abiti. Tornai in camera di Pinkie e recuperai lo zaino mettendoci dentro il pigiama e presi le borsette: li allacciai per bene e mi misi anche il mantello. Scesi al piano di sotto e trovai l’intero gruppo delle pony munito degli elementi dell’armonia e di un paio di borse poste sulla loro groppa.
<<Muoviamoci o perderemo il treno.>> Urlò Rainbow Dash fiondandosi fuori dalla porta seguita da tutti noi. Corremmo tutti fianco a fianco seguendo la pegaso arcobaleno e Applejack che l’aveva affiancata. Mi voltai verso le pony che avevo vicino.
<<Cosa è successo di così grave da non poter aspettare la colazione e a costringerci a tutta questa fretta all’alba?>> Fu Rarity a rispondermi.
<<Te lo spieghiamo sul treno. Per quanto riguarda la colazione, nessuna di noi ha mangiato. Adesso risparmia il fiato per correre, caro.>> Annuii e continuai a correre accelerando al massimo della mia velocità. Superammo la piazza di corsa e girammo sulla strada principale: la stazione era davanti a noi. Sentimmo un fischio provenire da quella direzione.
<<Dannazione: dobbiamo accelerare!>> Gridò Applejack. <<Dash, vai a fermare il treno: non farlo partire.>> La pegaso fece cenno di si e volò al massimo della velocità per cercare di fermare il mezzo. Corremmo velocissimi per non rendere inutile il tentativo della pony di guadagnare qualche secondo. Salimmo le scale e andammo verso i binari ma il treno aveva iniziato a muoversi. Applejack e Rainbow Dash erano riuscite a salire e ci tendevano gli zoccoli dalla passerella posta sull’ultimo vagone.
<<Coraggio! Ci siete quasi!>> Urlò la campagnola. La porta della carrozza si aprì e da lì uscì Pinkie Pie. Evitai di chiedermi come ci fosse arrivata se era dietro di me. Rarity chiuse gli occhi e concentrandosi si teletrasportò di qualche metro in avanti riuscendo a raggiungere gli zoccoli di Rainbow Dash e Applejack che la tirarono sul vagone. Fluttershy, invece, era ormai sfinita e non sembrava in grado di correre ancora per molto e il treno guadagnava velocità. La presi sottobraccio e accumulai energia magica nelle gambe e mi lanciai in avanti con così tanta forza che volai addosso al resto delle pony facendole rotolare all’interno del vagone. Eravamo tutti sfiniti e ci prendemmo qualche secondo per riposarci. Mi guardai intorno e notai che eravamo in una specie di vagone-letto. Mi rialzai posando lo zaino e mi misi in uno dei letti in una posizione rannicchiata in quanto ero troppo grande per entrare in quei giacigli e le altre fecero lo stesso. Ci riposammo per un paio di minuti finché non mi decisi a prendere la parola.
<<Io direi di mangiare qualcosa e gradirei anche qualche spiegazione, se non vi spiace.>> Applejack e Pinkie Pie misero mano, o meglio bocca, alle loro borse e ci tirarono una mela e un muffin a testa.
<<Ottima idea, Federico.>> Disse Fluttershy con la sua voce tenera e dolce. Iniziammo a mangiare e ne approfittai per studiare le pony poiché erano molto silenziose: evidentemente era successo qualcosa di grave e probabilmente riguardava la notizia che avevo letto un paio di giorni prima sul giornale.
<<Ragazze, voglio sapere cosa è successo e perché c’era tutta questa fretta.>> Le pony si fissarono tra di loro e poi guardarono tutte insieme verso di me.
<<E’ una convocazione di una principessa e per di più sottolineò che era urgente. Che altro c’è da sapere?>> Disse Rainbow Dash divorando la mela.
“C’è tanto da sapere! E oggi saprò tutto quello di cui ho bisogno.” Mangiai il muffin e la mela in silenzio e osservai le pony che restavano sempre nella quiete dei loro letti facendo passare lo sguardo tra loro e me. Mi voltai sull’altro lato per guardare fuori dalla finestra osservando il paesaggio che scorreva veloce. Chiusi gli occhi per riposarmi.
“Oggi avrò finalmente dei chiarimenti. Spero solo che la convocazione serva solo per comunicarci che la situazione è migliorata.” Buttai nuovamente l’occhio sulle pony. “No, vedendole così tese penso sia improbabile una cosa del genere: c’è persino il rischio che sia successo l’esatto opposto. Che seccatura: ma proprio a me doveva capitare? Non mi potevano portare qui in un momento più tranquillo?”
Dopo un’oretta di viaggio, il treno giunse a destinazione. La frenata riscosse tutti dai propri pensieri. Recuperai la mia roba e seguii le pony giù dal vagone poggiando piede per la prima volta a Canterlot. Mi guardai intorno per osservare le bellezze architettoniche della città ma un pony catturò la mia attenzione: era incappucciato ed indossava un mantello scuro che lo copriva quasi del tutto. Dal poco che potevo vedere, era probabilmente di colore verde ma il volto e la criniera erano nascosti sapientemente e non riuscivo a guardarlo bene in faccia ma notai una specie di orologio sullo zoccolo che segnava un grande sette. Il pony ci fissava intensamente ed iniziò ad avvicinarsi a noi. Mentre lo studiavo, fu la voce di Rainbow Dash a risvegliarmi dai miei pensieri.
<<Uffa: perché hanno mandato lui? Avrei preferito di gran lunga Neko.>> La guardai confuso.
<<Sai chi è quel tipo?>> Fu proprio il pony mascherato a rispondermi.
<<Mi chiamo Green Rough.>> Rimasi parecchio perplesso dal suono della sua voce: sembrava come se parlasse tramite una maschera o un respiratore. <<Sono qui per scortarvi dalle principesse. Signorine e signore,>> disse fissandoci. << siete pregati di seguirmi.>> Detto questo si girò e iniziò a marciare in direzione del castello. Lo seguimmo camminando uno di fianco all’altra. Mi avvicinai alla pegaso arcobaleno che sembrava essere molto informata sul pony misterioso.
<<Mi puoi raccontare qualcosa su quel tipo?>>
<<E’ un mercenario molto famoso. Recentemente è stato assunto dalle principesse per...>> La pegaso tentennò. <<sicurezza extra. E’ diventato generale delle forze armate di Equestria in pochissimo tempo. E’ uno dei migliori in circolazione.>>
<<Non è pericoloso avere un mercenario come capitano delle truppe?>> Rainbow Dash scosse la testa.
<<Non so che dirti. I mercenari, finché sono pagati, sono molto leali. E quel pegaso, anche se è molto scorbutico, è veramente eccezionale.>> Osservai confuso prima la pegaso arcobaleno poi il pony mascherato.
<<Non mi sembra un pegaso: non vedo la forma delle ali sotto il mantello.>> Rainbow Dash sospirò.
<<Ha avuto tanti problemi durante l’infanzia: vedi, quando era piccolo, durante...>> Green Rough si girò furioso e fissò sia me che la pegaso con fare minaccioso.
<<SILENZIO!>> Urlò e una piccola onda d’urto ci investì bloccandoci per qualche secondo. Rarity prese le nostre difese.
<<Signor generale, la prego di non usare quei toni verso...>> L’unicorno si bloccò fissando l’orologio al polso del mercenario e così facemmo tutti: il valore segnato sull’orologio aveva iniziato a calare e l’aria intorno al pony si cominciava a distorcere. Persino Pinkie Pie si spaventò di quella situazione. Applejack tentò di calmare gli animi.
<<Cerchiamo di mantenere la calma, tutti quanti.>> Green Rough guardò la pony e l’orologio tornò a indicare il sette e l’aria ritornò normale. Il pony si girò e ricominciò la marcia.
<<Muoviamoci.>> Disse girato di spalle. Ci guardammo tra di noi e ci rimettemmo in cammino al seguito del pony. Mi avvicinai all’orecchio di Rainbow Dash e sottovoce dissi.
<<Dopo, quando mister simpatia non ci sente, puoi raccontarmi la sua storia?>> La pegaso fece cenno di si e sorrisi deciso: mi intrigava la storia di quel pony. <<Chi è questa Neko di cui parlavi prima?>>
<<E’ il capo dell’A.S.P.I.>>
<<Di che cosa?>> Chiesi confuso.
<<A.S.P.I. o almeno noi la chiamiamo così. A.S.P.I. è un acronimo: significa Agenzia Segreta di Pony-Intelligence. E’ una tipa tosta, anche se un po’ strana.>> Alzai un sopracciglio.
<<Per esserci qualcuno di strano, prima ci dovrebbe essere qualcosa di normale.>> Ridemmo sia io che la pegaso.
<<Una volta tanto hai ragione.>> E rise di nuovo.
Avanzammo verso il castello attraverso le vie di Canterlot: era una città molto diversa da Ponyville. Era evidentemente piena di pony altolocati in quanto capitale dell’intero regno e le case erano enormi e probabilmente piene di ricchezze: la qualità della vita era sicuramente superiore che non in altre cittadine come Ponyville. Man mano che ci avvicinavamo al castello, le case sembravano diventare ancora più grandi e persino le vie e i negozi diventavano più appariscenti e pieni di oggetti rari e preziosi.
Ormai eravamo nei pressi del castello. Varcammo il portone che permetteva l’accesso al cortile centrale e ci dirigemmo verso le scale, sempre guidati da Green Rough. Salimmo le scale e girammo per i corridoi per raggiungere la sala del trono. Arrivammo di fronte ad un enorme portone intagliato e finemente decorato: eravamo arrivati.
<<Attendete qui.>> Disse il mercenario bussando sulla porta ed entrando nella sala. Rarity mi guardò sorridendo.
<<Caro, ti dispiacerebbe mettere via il mantello nello zaino e indossare questa?>> Disse tirando fuori una giacca dalla borsa alla sua sinistra. La guardai confuso.
<<Perché dovrei?>> Cercò di non ridere e di non mostrarsi nervosa ma non lo nascondeva molto bene.
<<Stai per essere ricevuto davanti a delle principesse. Non pensi di dover essere un po’ più elegante?>> La fissai socchiudendo gli occhi.
<<E perché io si e voi no?>> L’unicorno sorrise e mi diede la giacca
<<A noi ci conoscono. A te no. Mettiti la giacca, su.>> Un po’ restio, mi tolsi il mantello e lo misi nello zaino indossando l’indumento che Rarity mi stava passando. Una volta indossata, mi rimisi lo zaino e attendemmo di essere ricevuti. Durante l’attesa mi venne un inspiegabile prurito ai capelli ma non feci in tempo a vedere cosa stesse succedendo poiché la porta si aprì e due guardie reali ci fecero cenno di entrare. La sala era immensa, piena di vetrate e con un enorme tappeto rosso sotto i nostri piedi che conduceva ad una parte più rialzata con il trono e dietro un enorme veranda. Vicino ad esso erano presenti sei pony che discutevano animatamente con Green Rough appoggiato su due zampe ad una colonna con gli zoccoli anteriori incrociati. Nel gruppo di pony era facile distinguere le principesse Celestia, Luna e Cadence con al loro fianco Twilight e il fratello Shining Armor. In mezzo al gruppo, di spalle rispetto a noi, c’era la pony che attirò la mia attenzione: era di colore argenteo con una fluente criniera nera e un cutie mark a forma di stella cadente. Era la stessa pony che avevo incontrato la sera prima alla festa di Pinkie.
“Ma che ci sta facendo lei qui? E perché adesso i suoi capelli sono neri?” Mi domandai confuso. Fu Celestia la prima a notarci e sembrò essere sul punto di scoppiare a ridere.
<<Oh. Benvenuti a tutti.>> I pony vicino a Celestia si girarono e i capelli della pony argentea divennero prima gialli e subito dopo rossi con dei piccoli luccichii rosa. Sparì dal gruppo e mi apparve davanti in volo con gli occhi a forma di cuore e mi girò intorno per osservarmi tra le risate di tutti i presenti tranne del generale che sembrava restare impassibile a guardare la scena.
<<Si può sapere che gli prende?>> Chiesi ai presenti mentre avanzavo per la sala con la pony che mi ruotava intorno. Il riso non accennava a scemare, ma l’intervento del generale fu risolutivo.
<<Non è né il momento né il luogo per questo genere di cose.>> Disse Green Rough riportando alla serietà tutti quanti. La pegaso smise di ruotarmi intorno e volò nuovamente al fianco delle principesse con i capelli che divennero nuovamente azzurri. Fu Celestia a prendere la parola.
<<Federico, è un vero piacere conoscerti, ma io sapevo che avevi i capelli scuri, non biondi.>> La guardai confuso e mi diressi ad una finestra per specchiarmi: qualcuno aveva cambiato il colore dei miei capelli. Così conciato sembravo il Barney Stinson dei poveri. Mi tolsi la giacca e la tirai a Rarity che nel frattempo mi cambiò il colore dei capelli ripristinando quello originale. Una volta notato che era tutto tornato alla normalità, mi diressi verso le principesse. La reggente del sole continuò il discorso.
<<Come ben sai, ti abbiamo trasportato qui, nel nostro mondo, per aiutarti a recuperare il tuo prezioso portafortuna...>>
<<E per aiutarvi a combattere nella guerra che sta per scoppiare tra voi e i changeling, vero?>> Dissi mettendomi di fronte le principesse e alzando le sopracciglia. Tutti i presenti trasalirono dalla sorpresa e i capelli della pony argentea divennero gialli. Solo Celestia e Green Rough non sembravano stupiti della mia affermazione. Twilight prese la parola.
<<Come fai a sapere ciò? Non te lo ha detto nessuno.>> Feci cenno di si.
<<Giusto, non me lo ha detto nessuno.>> Presi dallo zaino il giornale e lo lanciai a terra di fronte ai presenti. <<Ma questo e altri indizi me lo hanno fatto pensare.>> Nella sala calò il silenzio. <<Vorrei sapere perché mi è stata nascosta questa parte della storia, ma prima vorrei esporre la mia teoria sui fatti.>> I pony non si mossero e rimasero in silenzio ad osservarmi. <<E’ iniziato tutto al matrimonio tra Cadence e Shining Armor. Dopo la sconfitta di Chrysalis, ovviamente mal digerita dai changeling, i rapporti non si sono interrotti ed essi hanno tentato di invadere nuovamente Equestria. Ciò ha reso necessario un potenziamento delle truppe ed è per questo che avete reclutato dei mercenari, tra cui il qui presente generale Green Rough che si è distinto in battaglia e ha guadagnato la vostra fiducia scalando le gerarchie militari. I continui tentativi di invasione sono però passati in secondo piano quando avete avvertito l’enorme potere derivante dal mio anello. Avete avuto paura che sia stata Chrysalis a trasportarlo qui e dovevate trovare un modo per impedirgli di utilizzarlo. La cosa migliore era cercare qualcuno che fosse in grado di contrastare il potere della regina o di utilizzare quello del catalizzatore al meglio, o magari entrambe le cose. Avete svolto delle ricerche e avete scoperto il mondo degli esseri umani. Osservando la Terra, avete capito le potenzialità degli uomini in generale, non solo le mie, ma temendo di sconvolgere gli equilibri dei due mondi, avete optato per trasportarne qui uno solo. La scelta è ricaduta su di me in quanto sono il proprietario dell’anello e la mia voglia di riaverlo è altissima e sono anche un fan del vostro show nel mio mondo, il che vi ha fatto pensare che se non avessi fatto tutto ciò che era necessario per preservare la vostra realtà, poco ci mancava. Mi avete quindi portato qui nel vostro universo e volevate sfruttare oggi per convincermi a darvi una mano. Ad aiutarmi in queste deduzioni sono stati gli abiti di Rarity e il lavoro che doveva completare in fretta qualche giorno fa.>> La stilista trasalì nuovamente.
<<Mi hai spiato nello studio?!>>
<<Si e no. Questo tessuto>> Dissi toccandomi i vestiti. <<mi aveva insospettito: quando ne parlavi e ti chiedevo le caratteristiche, schivavi le domande, come se nascondessi qualcosa. Allora, una volta che eri entrata nello studio, scesi a curiosare e trovai il giornale. A quel punto ho sentito dei rumori e ho spiato nella tua stanza tramite il buco della serratura e ho visto quella specie di... corazza? Armatura?>> La pony fece cenno di si. <<Non l’ho vista benissimo ma adesso penso di aver capito perché lo avessi tu. Tu eri la più adatta per aggiustarne la grandezza, ma ciò implica che era stata preparata in precedenza. Questo mi fa pensare che voi avevate già in mente di farmi combattere, vero? L’unica cosa che non mi è chiara è il perché non farmi arrivare direttamente qui e convincermi subito ad aiutarvi.>> Nella sala del trono il silenzio si fece tombale per qualche secondo.
<<Bene bene.>> Disse Green Rough. <<A quanto pare avete sottovalutato questo ragazzo. In generale possiamo dire che è corretto ciò che dici.>> Celestia annuì.
<<Hai ragione su tutta la linea. Per quanto riguarda le tue domande...>> La principessa prese un respiro profondo. <<Si, hai ragione: avevamo intenzione di farci aiutare da te fin dall’inizio.>>
<<Se non vi dispiace, allora, ora voglio sapere tutta la verità: nessuna bugia e niente di nascosto. D’accordo?>> I presenti si guardarono e annuirono. <<Bene. Perché non me lo avete detto subito che vi serviva aiuto?>> Fu Luna a rispondermi.
<<Avevamo paura di spaventarti: se fosse successo non ci avresti mai aiutato.>>
<<E mi avete dato qualche giorno per ambientarmi. A cosa vi servo io? Perché io e non un altro?>> Stavolta fu Shining Armor a parlare.
<<Per le motivazioni da te esposte. Ci serviva qualcuno che non si tirasse indietro e che fosse in grado di usare l’anello al meglio.>>
<<Dove si trova il mio anello e chi lo ha portato qui?>> I pony restarono in silenzio. La pony argentea prese la parola.
<<A questa domanda rispondo io ma forse è bene che mi presenti: io sono Neko, capo esecutivo dell’Agenzia Segreta di Pony-Intelligence. Non sappiamo dove sia il tuo anello e nemmeno chi lo abbia portato qui. Abbiamo qualche sospetto, ma niente di confermato. Deve essere qualcuno con un enorme potere magico: immaginiamo sia stata Chrysalis. Tuttavia neanche i nostri nemici sono in possesso dell’anello: infatti ci sono state delle interferenze durante il trasferimento che ne hanno deviato la traiettoria e il tuo portafortuna si è materializzato da qualche parte in questo mondo. A questo punto ci siamo divisi: io e la mia agenzia abbiamo cercato l’anello e le principesse hanno tentato di portarti qui.>>
<<Perché eri alla festa di Pinkie Pie, ieri sera?>> Neko sorrise.
<<Un mio capriccio. Volevo vedere l’essere umano, cioè te, il prima possibile.>>
<<Penso di sapere tutto adesso. Che cosa posso dire? Sono shockato. Non me lo aspettavo proprio.>> Cadence si avvicinò a me.
<<Pensi di poterci aiutare, anche se ti abbiamo nascosto la verità?>> Mi girai riflettendo sul da farsi. Non era corretto come mi avevano trattato ma non potevo nemmeno lasciarli in difficoltà. Le fissai tutte quante negli occhi e sorrisi deciso.
<<Che non si dica in giro che Federico abbia lasciato i propri amici in difficoltà.>> Tutti i presenti esultarono.
<<Avevamo bisogno proprio di te. Da oggi stesso tu...>> Ci fu un enorme esplosione magica proveniente dall’esterno.
<<Cosa è successo?>> La porta si aprì all’improvviso e due pony con un camice entrarono di corsa e con il fiatone: uno dei due era una pegaso grigia con la criniera arcobaleno e nera e un cutie mark a forma di chiave di violino rossa, gialla e blu. L’altro era un pony di terra rosso con due code ed un braccio meccanico al posto dello zoccolo anteriore destro. Indossava un paio di occhialoni gialli da ingegnere e aveva la criniera bruna. Fu proprio lui a prendere la parola una volta giunto davanti alle principesse.
<<Chern O’Byl Gineer a rapporto principesse. E’ arrivato un nuovo video-messaggio di Chrysalis al laboratorio.>> Rimasero tutti sorpresi. Fu Luna a prendere l’iniziativa scattando in avanti.
<<Muoviamoci: dobbiamo vederlo.>> Corremmo tutti fuori dalla sala del trono scendendo giù per una scala lunghissima fino ai sotterranei. Voltammo sulla sinistra e aprimmo la porta. Ci trovammo in un enorme laboratorio pieno di marchingegni e di tavoli con appunti e progetti su cui gli scienziati erano probabilmente a lavoro e in fondo alla sala notai la corazza a cui Rarity aveva sistemato le misure per farmela calzare: dalla distanza, il materiale sembrava molto resistente. Era di colore bianco argenteo che mi fece pensare che fosse mithril. Ci portammo tutti davanti ad un enorme schermo.
<<Fa partire il video.>> Disse Twilight rivolta alla pegaso con il camice che fece cenno di si. Premette un bottone ed un enorme immagine di Chrysalis con una faccia spavalda e sicura apparì sullo schermo.
“E’ più brutta di quanto pensassi.” Pensai fissandola bene e a Neko scappò un sorriso. Iniziò a parlare.
<<Celestia, sei stata molto sfortunata. Siamo finalmente riusciti a trovare il catalizzatore.>> Mostrò un piccolo anello di colore ocra con le scritte rosse come il sangue ed io alzai un sopracciglio studiando per bene il video. <<Il suo potere è devastante.>> Rise sonoramente. <<Dovresti aver avvertito l’esplosione: quella era solo una piccola parte del mio nuovo potere!>> Rise maleficamente. <<Oramai per voi non c’è più speranza! Arrendetevi! Avete un mese di tempo per decidere se consegnarmi il regno o no. Se non lo farete, sarete distrutti. Addio!>> Restammo tutti in silenzio mentre il video si spegneva. Ci guardammo tra di noi: sembravano tutti preoccupati, tranne Green Rough che era rimasto impassibile e Neko i cui capelli erano diventati gialli e il suo sguardo incuriosito. Sorrisi deciso mentre Twilight prendeva la parola.
<<Per noi è la fine. Dobbiamo decidere subito cosa fare. Per prima cosa conviene...>>
<<Sta bluffando.>> Dissi io lasciando tutti senza fiato.
<<Che cosa? Ma non hai visto il tuo anello?>> Sbraitò Rainbow Dash.
<<Ve ne siete accorti anche voi, vero?>> Dissi guardando il generale e Neko che fecero cenno di si.
<<Come fate ad essere sicuri che stia mentendo?>> Chiese Celestia.
<<Ci sono diversi indizi.>> Guardai Celestia negli occhi. <<Per prima cosa il tono della sua voce non era stabile: era nervosa. Inoltre i miei sospetti sono stati confermati da un movimento frenetico degli zoccoli: era leggerissimo, ma percettibile. Un altro indizio ci viene dato dalla tempistica.>> Neko fece cenno di si e prese la parola.
<<Hai un’arma in grado distruggere il mondo e ci da trenta giorni per decidere il da farsi? Non avrebbe più senso dare qualche ora o al massimo un paio di giorni? E’ ovvio che cerca di guadagnare tempo.>> Green Rough annuì e iniziò a parlare.
<<Starete pensando all’esplosione. L’energia scatenata era elevatissima seppure fosse molto lontana. Tuttavia è possibile avere una tale potenza magica anche facendo scatenare lo stesso incantesimo a più changeling contemporaneamente: probabilmente è successo così.>> Ripresi la parola.
<<E per finire, quello non è il mio anello.>> Questa volta tutti rimasero sorpresi. <<Il mio anello è di color oro con le rifiniture scritte di color rosso, ma non così acceso: è più tendente all’arancione.>> Twilight sorrise.
<<Sapevo che ci saresti stato utilissimo. Adesso però abbiamo bisogno che tu migliori sotto tutti i punti di vista: potenza magica, potenza fisica, resistenza e così via. E c’è solo un pony in grado di fare questo.>> Uscirono tutti dalla stanza tranne io, lei, la pegaso argentea e i due scienziati. Si diresse anche lei verso la porta. <<Neko, lo affido a te.>> Si girò verso di noi. <<Usa tutti i metodi che vuoi.>> Neko sorrise decisa con gli occhi luccicanti e i suoi capelli divennero neri.
<<Sarà un vero piacere, principessa.>> La guardai preoccupato.
”Ho come la sensazione che i miei guai siano appena iniziati”
<<No, non ti preoccupare.>> Disse ironicamente la pegaso. <<Andiamo: cominceremo oggi stesso. Se tutto va per il verso giusto, tra quattro settimane sarai pronto.>> Uscimmo dalla porta anche noi lasciando da soli i due scienziati che si rimisero a lavoro sull’armatura.

CAPITOLO 5 - Una mattinata infernale
<<Chi erano i due che ci hanno condotto in laboratorio?>> Chiesi a Neko mentre attraversavamo un lungo corridoio. La pegaso si voltò verso di me.
<<Ti riferisci a Byl e Melody?>>
<<Se quelli sono i loro nomi.>>
<<Il pony con il braccio metallico è Byl, il nostro miglior ingegnere: è un vero genio della scienza, della meccanica e delle invenzioni. La pegaso invece è la sua fidanzata ed assistente: si chiama Rainbow Melody, ma noi la chiamiamo solo Melody.>>
<<Ah però.>> Dissi sorpreso. <<Dovrò scambiarci due parole, più tardi.>> Neko mi fissò con uno sguardo sadico.
<<Perché tu pensi di avere le forze e il tempo per parlare con qualcuno? Ti do un consiglio: quel poco tempo che ti lascerò libero, sfruttalo per riposarti e mangiare. Inoltre, da quando inizieremo l’allenamento, la prima e l’ultima parola che deve uscire dalla tua bocca sarà signora: mi sono spiegata?>> Mi fissò con sguardo duro.
<<Signorsì, signora.>> Dissi deglutendo e lei sorrise.
<<Bene, vedo che ci capiamo.>> Varcammo un enorme cancello e ci trovammo in un cortile con tanto di pista d’allenamento. Poggiai lo zaino vicino al portone e sotto quello che sembrava una specie di citofono e mi guardai intorno stupito. <<Ti allenerò qui: questa zona è stata costruita apposta per me e per i miei allenamenti, in modo che non potessi fare più danni.>>
<<Signora, perché ha necessità di questo particolare campo d’allenamento? Signora?>> Indicò con lo zoccolo tutto intorno a noi.
<<Guarda.>> Sembrava di essere in una specie di cupola: eravamo all’aperto e il sole filtrava, ma era tutto chiuso da blocchi di vetro. <<Quel materiale che forma la cupola, non è semplice sostanza vitrea. E’ stata rinforzata dal nostro Byl che è riuscita a renderla immune alla magia: qualunque attacco magico si scaglia contro la copertura del campo, essa non si distruggerà.>> La guardai confuso.
<<Signora, lei non è un unicorno: perché si è fatta costruire una protezione che rende inutile la magia? Signora?>> Neko scosse la testa sorridendo.
<<Non la rende inutile: semplicemente gli incantesimi svolti qui dentro, non hanno effetto all’esterno e se qualcuno sbaglia la mira, la barriera gli impedisce di fare danni fuori dal campo.>> Mi portò sulla pista. <<Nel primo esercizio misurerò i tuoi riflessi, la tua resistenza e la tua velocità e le alleneremo per bene. Ma prima voglio fare una cosa.>> Si avvicinò a me e mi pose uno zoccolo sul petto e sentii un enorme quantità di energia investirmi: mi sentivo molto più forte anche senza aver fatto nulla. Mi osservai stupito e notai che una leggera aura blu mi circondava.
<<Signora, che cosa è successo? Signora?>> La pegaso si riallontanò e sorrise.
<<Ho migliorato le tue caratteristiche e sbloccato la tua energia mentale, liberandone il potenziale nascosto. Se imparerai a controllare questa forma e a sbloccarla per conto tuo, diverrai fortissimo: non potrò sbloccarla sempre io per te.>> Sorrisi contento e mi misi sull’attenti.
<<Signora, cosa devo fare? Signora?>> Mi guardò in modo semplice.
<<Oh, niente di difficile. Solo un paio di cose: Corri...>> La fissai confuso.
<<Signora, solo questo? Signora?>> Il suo sguardo divenne un ghigno malefico.
<<E sopravvivi.>> Si alzò in volo e tese gli zoccoli verso di me. <<Si comincia.>> Dagli zoccoli uscirono due piccole sfere luminose. La fissai confuso.
“Ma quella è magia?! E’ una pegaso: non può usarla.” Mi fece un sorriso complice e lanciò una delle sfere contro la barriera alle sue spalle senza neanche guardarla: al contatto con essa, la sfera esplose con un enorme boato e un raggio d’azione di parecchi metri. Deglutii e lei mi sorrise. Creò altre sfere che iniziarono a ruotare intorno alla pony. Me ne lanciò contro una e scartai a sinistra per evitarla: l’esplosione mi scaraventò lontano. Mi rialzai in fretta: era come se l’aura azzurra che avevo intorno mi avesse protetto.
<<Ora più difficile.>> Urlò Neko lanciando due sfere contemporaneamente. Caricai l’energia magica nelle gambe e mi lanciai in avanti schivando i due attacchi ed evitando il rinculo provocato dall’esplosione. La criniera della pegaso divenne gialla e mi fissò sorpresa.
<<Però... Guarda che cosa è in grado di fare il nostro amichetto.>> Disse Neko sorridendo. <<Faremo passi da giganti, ragazzino. Non mi aspettavo sapessi fare una cosa del genere.>> Poi sembrò cambiare espressione e la sua criniera divenne nera. Rimase pensierosa ma con uno sguardo furioso per qualche secondo e poi scosse la testa ma sembrava arrabbiata per qualche motivo. La sua criniera tornò blu e si concentrò nuovamente su di me. <<Dopo questo allenamento voglio parlarti.>> Si preparò nuovamente ad attaccare. Altre sfere cominciarono ad uscire dai suoi zoccoli e a ruotare intorno a lei e poi le vidi saettare verso di me. Saltai all’indietro e alcuni dei colpi impattarono sul terreno ma molti deviarono la loro traiettoria e mi inseguirono. Corsi fino al muro e mi girai concentrando nuovamente l’energia nelle gambe. Appena le sfere furono sufficientemente vicine, mi lanciai verso sinistra e tutti i colpi impattarono contro il muro provocando un esplosione gigantesca che mi scaraventò a diversi metri di distanza. Mi rialzai ma l’aura che mi circondava sparì e le mie forze diminuirono istantaneamente. Presi respiro e fissai Neko. La pegaso scese di quota e si avvicinò a me.
<<Cosa hai fatto prima?>> Mi chiese fissandomi con un leggero sorriso.
<<Signora, quando? Signora?>>
<<Quando hai schivato i miei attacchi.>>
<<Signora, ho concentrato l’energia magica nelle gambe e poi l’ho rilasciata tutta insieme per darmi forza nello scatto. Signora.>>
<<Molto bene. L’aura che avevi prima intorno, altro non è che energia rilasciata contemporaneamente da tutto il corpo. Il principio è lo stesso che hai utilizzato prima per le gambe, solo che devi concentrarti in ogni singola zona del tuo corpo. Forse non ci hai fatto caso, ma i tuoi slanci sono stati molto potenti.>> Ripensai per un momento alla scena appena vissuta e solo in quel momento notai che la pegaso aveva ragione: feci cenno di si alla pony. <<Per sbloccare quel potere, normalmente, ci vorrebbero anni di allenamento e un grande potenziale magico o fisico, tu invece sembri particolarmente portato tanto da essere riuscito a concentrare questa energia già in alcune zone del corpo. Non è da tutti: presto sarai in grado di entrare in questa forma e controllarla. Al momento, solo due pony al mondo possono sbloccare il loro massimo livello e fanno entrambi parte dell’A.S.P.I. Uno dei due sono io, l’altro è uno dei nostri migliori agenti. Giusto per farti capire fino a che punto si può arrivare.>> Neko si allontanò da me. <<Ti consiglio di rinchiuderti in una barriera magica.>> Tese uno degli zoccoli verso la porta di metallo ed essa si chiuse. Mi rinchiusi in una barriera osservando la pegaso. La pony si concentrò e urlando scatenò un’immensa energia ed un enorme aura blu la circondò: era molto più grande di quella che circondava me in precedenza. Dalla pony uscirono violente onde d’urto che mi sbalzarono via facendomi schiantare contro il muro e il suo potere era così grande che stava facendo tremare la terra. Dopo qualche secondo, Neko bloccò il rilascio di energia e tutto tornò alla normalità. Sciolsi la barriera e sentii un grande dolore su tutto il corpo a causa dell’impatto contro il muro. La pegaso si riavvicinò a me.
<<E questo è ancora niente. Non ho nemmeno usato la magia, altrimenti avrei rischiato di fare molti danni.>> Disse sorridendo.
<<Signora, come può usare la magia, se è un pegaso? Signora?>> Le chiesi ansimando e fissandola negli occhi.
<<Non ho mai detto di essere un pegaso.>> La guardai con un espressione mista di stupore e confusione. Scosse la testa. <<Ne parliamo dopo: ora concentriamoci sull’allenamento.>> Feci cenno di si e ricominciai a correre con Neko che dal cielo continuava a lanciare i suoi attacchi.
Tra corse, esplosioni e schivate, il tempo non sembrava voler passare e dopo due ore di allenamento, sembrava essere passato almeno il doppio del tempo. Giacevo a terra privo di forze con Neko che mi fissava sorridendo.
<<Non sei male ragazzo: te la sei cavata abbastanza bene, considerando che è la prima volta che affronti un esercizio del genere. Aspetta un momento qui: vado da Byl a recuperare una cosa.>> Sparì in un lampo di luce. Sospirai e mi misi a sedere.
“Non è nemmeno ora di pranzo e quella pony mi ha già sfinito: come ci arrivo alla fine della giornata? E come sopravvivo per quattro settimane?” Mi guardai intorno e Neko mi riapparve vicino con una bustina di pillole sugli zoccoli. Me la tirò e io la afferrai al volo.
<<Prendine una: dovrebbe ripristinare le tue forze.>> Feci cenno di si estraendo una delle pillole e riponendo le altre in una delle borsette che avevo legate alla cintura. Ingoiai la medicina ma niente sembrava accadere. <<Ci vorrà qualche minuto, tranquillo.>>
<<Signora, come riesce ad utilizzare la magia se non è un unicorno? E cosa intende per il fatto di non essere un pegaso? Signora?>> Neko si guardò intorno e fece un sorriso che mi sembrò molto forzato ed i suoi capelli divennero viola.
<<E’ una lunga storia. Vedi... Io non sono un pony.>> Rimasi di sasso e la fissai confuso.
<<Ma questo non ha senso.>>
<<O almeno non sono sicura di esserlo.>> La guardai in modo strano.
<<Questo ha ancora meno senso.>>
<<So che sembra una sciocchezza. Ma credo proprio di non appartenere a questo mondo.>>
<<Vieni anche tu da un altro universo?>>
<<No.>> Disse scuotendo la testa con decisione.
<<E cosa sei? Un changeling?>> La fissai preparandomi a combattere ad una risposta sospetta. La pegaso abbassò il capo e scosse la testa. Mi rilassai dopo aver visto il suo gesto: non leggevo menzogne nei suoi occhi.
<<No. O meglio, non lo so. Non ho molti ricordi della mia infanzia e in quei pochi che ho, non ero un pony e non mi trovavo qui ad Equestria.>>
<<E cosa eri?>> Chiesi incuriosito.
<<Un gatto, credo.>> Feci di tutto per non scoppiare a ridere. <<Cioè, non lo so.>> Era molto seria e ripresi il controllo per non offenderla.
<<E come sei diventata un pony? Ammesso che fossi un gatto.>>
<<Non ne ho idea. Il mio cutie mark è l’unico indizio che ho. Credo che la cometa indichi il fatto che non vengo da questa terra ma dallo spazio. I miei primi ricordi chiari risalgono a qualche anno fa: mi trovavo nella Everfree Forest e non riesco a capire o a ricordare come ci sono arrivata.>> Sospirò e per un momento mi sembrò che una lacrima scorresse sul suo viso.
<<E i tuoi genitori? Non ricordi nemmeno di loro?>> Lei scosse la testa ed era sul punto di scoppiare a piangere. Poi si passò lo zoccolo sul muso, riprese il controllo e la sua criniera tornò azzurra. <<Comunque non ci voglio pensare ora. Rimettiamoci al lavoro.>> Mi rialzai ed ero nuovamente pieno di energia. <<Vai al centro del campo.>> Andai verso la zona indicata da Neko mentre la pegaso si diresse al citofono. Dopo qualche secondo che lo ebbe suonato, si sentì la voce di Byl.
<<Neko, ti serve qualcosa? Siamo molto impegnati.>>
<<Puoi far uscire i droni aerei?>> Per qualche secondo nessuno parlò.
<<I droni?! Che ci devi fare?>>
<<Mi servono! Devo allenare il ragazzo.>> Un nuovo silenzio calò sul campo.
<<Quanti ne vuoi?>> Neko si girò verso di me e mi studiò con attenzione.
<<Penso che potrebbe riuscire a capire già da oggi come neutralizzarli e potrebbe abbatterne un paio. Mandamene tre.>> Ci fu un nuovo silenzio, ma questa volta fu molto lungo. La pegaso sospirò ed i suoi capelli divennero neri. <<Per favore.>> La risposta di Byl fu immediata.
<<Brava. In arrivo tre droni aerei.>> Si sentì uno scatto e una botola apparve dal bordo della pista, vicino alla posizione di Neko che sembrava imprecare contro lo scienziato, visto che era riuscito a fregarla. Dal buco volarono fuori tre oggetti grigi metallici che si muovevano ad altissima velocità. Dopo qualche acrobazia, si sistemarono vicino alla pegaso. Erano dei robot a forma di pony ma sembravano composti da pezzi singoli staccati tra loro: non c’erano articolazioni di sorta. Avevano una visiera e un bi-motore a reazione al posto delle ali. Li fissai con attenzione e notai che al posto di qualche giuntura, sembrava esserci un qualcosa che creava una piccola aura giallognola che li teneva attaccati. Neko indicò i droni.
<<Questi sono i PDP, meglio conosciuti come Ponybot Drone Puzzle. Sono l’ultimo modello progettato dal nostro caro Byl. Sono sostanzialmente usati per allenamento, ma con qualche piccola modifica si possono utilizzare anche in battaglia. Fammi vedere come te la cavi con loro.>> Sorrise sadicamente e la criniera divenne blu elettrico. <<Numero uno, vai.>> Il primo drone accese i reattori e Neko aggiunse. <<E non andarci piano.>> Il robot si fiondò contro di me con tale velocità e sorpresa da non darmi alcuna possibilità di schivare la carica. Fui colpito in pieno e mi fece schiantare contro il muro. Quel colpo lo sentii parecchio e provai un fortissimo dolore alla schiena e al petto. Mi lasciò cadere a terra e si spostò in aria preparandosi nuovamente ad attaccare. Alzai lo sguardo, mi rimisi in piedi e mi riposizionai vicino al centro della pista tenendo gli occhi fissi sul drone: ero deciso a non perderlo di vista neanche per un secondo. Mi concentrai e tentai di colpirlo con una palla di fuoco. Il mio colpo fu però facilmente evitato dal robot che scartò con una piroetta a sinistra e si lanciò nuovamente su di me. Scattai verso destra all’ultimo secondo e il robot andò a vuoto. Tentai di colpirlo al fianco come avevo fatto con il lupo di legno ma il drone era troppo veloce e anche il mio colpo mancò il bersaglio. Ci separammo e stavolta fui io a caricare lui. Concentrai l’energia nelle gambe e lo raggiunsi in un istante ma quando tentai di colpirlo con un semplice pugno, mi feci piuttosto male. Mi colpì con gli arti posteriori scagliandomi lontano e atterrai bruscamente. Mi rialzai dolorante e fissando il mio avversario.
“Bene: se non altro ho capito che i colpi normali non funzionano: avrei dovuto immaginarlo. Proverò usando la magia.” Caricai una sfera di energia mentre il drone riprendeva quota. Nella mia mano destra apparve una sfera azzurra e la scagliai con tutta la mia forza verso il robot che non fece in tempo a schivare l’attacco e fu colpito a uno degli arti anteriori che cadde verso il suolo. Il drone fissò il pezzo che si mise a levitare prima ancora di toccare terra e si riposizionò al suo posto. Lo fissai sbalordito. “Temo di averlo sottovalutato.” Mi decisi a studiarlo con più attenzione. “Come posso sconfiggere quest’affare? Il metallo è resistente e non sembra avere arti che si possano staccare e danneggiare. Dannazione: rifletti Federico! Rifletti!” Il drone si scagliò nuovamente su di me e mi buttai a sinistra per evitare l’impatto. “E’ stato costruito da uno scienziato e un genio della meccanica: cosa può tenere insieme dei pezzi senza collegarli necessariamente con cavi o cose simili e permettendogli di riattaccarli se venissero persi?” Feci rapidamente mente locale di tutte le conoscenze fisiche e meccaniche che avevo. “L’unica cosa che può tenere insieme quel coso è una forza magnetica o qualcosa di simile.” Evitai un nuovo attacco e il drone si spostò sopra di me. “Allora l’unico modo che ho per sconfiggerlo è destabilizzare quella forza magnetica: se ci riesco si dovrebbe scomporre. Ora che ho un’idea, mi serve un piano di azio...” Fissai intensamente e con uno sguardo confuso il robot. “Ma che sta facendo?” Il drone si era portato molto in alto tanto che dovetti coprirmi in parte gli occhi con la mano per non essere accecato dal sole e aveva spostato l’arto anteriore destro dietro il collo e si era messo di profilo rispetto a me, come se volesse lanciarmi qualcosa. Con uno scatto repentino e imprevedibile rispostò l’arto in avanti ed esso si staccò dal corpo principale dirigendosi verso di me ad alta velocità. Feci giusto in tempo a creare un piccolo scudo che deviò il colpo quel tanto che bastava per farmelo evitare. Continuai a fissarlo e mi preparai ad attaccarlo nuovamente quando sentii un nuovo dolore alla schiena che mi sbilanciò in avanti e mi fece cadere sbattendo il volto per terra. Lo risollevai subito e vidi il pezzo del robot riattaccarsi ad esso. “Adesso ha anche gli arti che possono essere usati come boomerang?! Certo che Byl non si è fatto mancare niente.” Mi risollevai infuriato per la situazione. “Vuoi la guerra?! E guerra sia.” Caricai nella mano destra un piccola sfera luminosa azzurrognola e gli innestai un bel po’ di carica elettrica con la sinistra. Una volta terminato di caricare il colpo, stesi il braccio destro davanti a me con il palmo rivolto verso il drone e con l’altro lo tenni fermo per stabilizzare la mira. Puntai il braccio verso il PDP che continuava a muoversi tutto intorno all’arena. Quando fui sicuro di andare a segno, scagliai dalla mano un violentissimo raggio bianco circondato da fulmini che raggiunse e trapassò il drone che andò in pezzi. Il mio attacco terminò la sua corsa contro la barriera esplodendo contro di essa ma senza scalfirla minimamente. Ansimai osservando i pezzi del robot cadere verso il terreno e mi girai verso Neko sorridendole e alzando il pollice, segnalandole che era tutto a posto. La puledra tuttavia non fece alcun sorriso o gesto di qualunque tipo: si limitava a fissarmi. Un tremendo dubbio mi assalì. Mi voltai di scatto verso il punto dove sarebbero dovuti esserci i pezzi del PDP, ma non c’erano. Non feci in tempo a guardarmi intorno che il drone mi travolse da sinistra mandandomi nuovamente a schiantare contro la barriera. Caddi al suolo e mi rialzai con molta difficoltà. La schiena mi faceva molto male e il volto e il petto risentivano ancora degli attacchi del robot che avevo subito in precedenza e la situazione non sembrava poter migliorare se avessi continuato a subire colpi. Il drone mi fissava con attenzione ma restava immobile. Dopo un minuto di silenzio e calma, parlai a Neko.
<<Signora, il drone si è fermato: non mi sta più attaccando, signora.>> Sentii la voce della puledra dalla mia sinistra.
<<E’ normale: è un Ponybot di addestramento. E’ stato programmato per fermarsi se l’avversario fosse andato troppo in difficoltà.>> Mi girai e le parlai ansimando.
<<Signora, quindi è terminato l’allenamento? Signora?>> La pony scosse la testa.
<<Devi decidere tu. Se deciderai di continuare, il drone non si fermerà più e rischierai di morire. Altrimenti ti puoi sempre fermare.>> Pensai alla situazione e decisi che era meglio non rischiare la pelle e mi incamminai verso la pony che mi guardò con disappunto. <<Era scontato che lo avresti fatto: sei debole.>> Neko si girò e fece per andarsene ma la fermai.
<<Che cosa hai detto?!>> Dissi furioso.
<<Che sei solo una mezza calzetta: un idiota come te non può esserci utile se si arrende contro un semplice Ponybot d’allenamento.>> Sentii la rabbia ribollire nelle vene.
<<Ah si?!>> Concentrai tutta l’energia che riuscii a trovare e la scatenai da tutto il corpo venendo investito nuovamente dall’aura azzurra. La puledra sorrise sicura e tornò a scrutarmi. Mi girai verso il robot e urlai.
<<Non sono uno che si arrende per così poco: SI CONTINUA!>>
“Per sconfiggerlo ho bisogno di ricorrere all’elettricità, quando mi attacca è il momento migliore per colpirlo ma devo essere preciso e potente.” Mi misi in posizione di combattimento e il robot mi caricò a testa bassa. Tesi le mani in avanti e tentai di bloccarlo. L’urto fu tremendo ma grazie alla ritrovata potenza dell’aura riuscii a fermarlo. <<Prendi questo!>> Sollevai il pugno elettrificandolo con la magia. Lo colpii con tutte le mie forze alla testa, danneggiandola, ed esso si divise in più parti che rotolarono in ogni direzione. Ansimai affaticato e l’aura sparì nuovamente. Tenni sotto controllo i pezzi che però non sembravano ricomporsi e ne approfittai per recuperare un po’ di forze. Li osservai per un paio di minuti e nulla accadde. Sorrisi felice per la vittoria e sentii la voce di Neko dietro di me.
<<Numeri due e tre, andate.>> Il sorriso mi sparì dal volto e mai come quella volta mi ritrovai ad odiare una ragazza, o meglio un esemplare di sesso femminile. Mi rinchiusi in una barriera magica temendo di non fare in tempo a girarmi ed i due droni si schiantarono contro di essa. Mi voltai per osservarli e notai che Neko stava sorridendo; tuttavia, appena si accorse che la stavo fissando, si ricompose e tornò seria. Mi concentrai nuovamente sui robot: ormai sapevo come abbatterli, ma non avevo sufficiente energia per farli fuori con un colpo solo. Di sicuro sarebbe stato necessario colpirli più volte. Sospirai rassegnato al mio destino e sciolsi la barriera fiondandomi sui miei avversari e riprendendo l’allenamento.
Durante tutto il resto dell’addestramento, sia io che i droni riuscimmo ad evitare i colpi e nessuno ne uscì troppo danneggiato. Infatti, sebbene avessi capito come sconfiggere i robot, dover combattere in inferiorità numerica e con la stanchezza accumulata contro il primo PDP non mi permise di colpirli con sufficiente potenza per infliggergli la stessa fine del drone che avevo sconfitto poco prima. Verso l’ora di pranzo, Neko fermò i robot.
<<Basta così! Numeri due e tre, rientrate e recuperate i pezzi del numero uno.>> I ponybot interruppero gli attacchi e cominciarono a raccogliere i frammenti metallici del loro compagno. Mi sedetti a terra e cercai di riprendere fiato: ero stanchissimo ed eravamo solo a metà giornata. Neko si avvicinò a me con una faccia molto seria. <<Come abilità di combattimento, ci siamo quasi. Ho visto qualche buona tecnica e ho notato con piacere che sei riuscito a sbloccare da solo la tua aura, anche se per pochi secondi. Ma c’è un problema che dovremo risolvere il prima possibile.>> Mi fissò intensamente indicando tutto il mio corpo con lo zoccolo. <<Ti stanchi troppo in fretta: è fondamentale che tu impari come gestire le energie e che aumenti la tua resistenza.>> Odiavo ammetterlo ma aveva ragione: anche nel mio mondo avevo le stesse difficoltà. Mi alzai e mi misi sull’attenti.
<<Signora, ho capito. Signora.>>
<<Bravo! Ora seguimi: è ora di pranzo.>> La pegaso si voltò e iniziò a marciare verso il portone di ingresso riaprendolo con la magia. La seguii camminando e controllando il soffitto: nonostante una mattinata di allenamento e la vetrata fosse stata colpita diverse volte, era ancora perfettamente integra. Presi lo zaino e varcammo il cancello. Uscimmo dal campo e ci dirigemmo verso lo stesso lungo corridoio affrontato all’andata. Voltammo sulla destra e salimmo un paio di rampe di scale ritrovandoci nel cortile principale del castello, che si ergeva imponente alla nostra sinistra. Lo guardai estasiato ma quando mi girai nuovamente verso Neko, mi accorsi che era già dall’altra parte del cortile e stava davanti ad un portone di legno. Mi avvicinai nuovamente alla pegaso ed essa si girò e, spalancando la porta, entrò nella mensa: era un enorme sala, piena di lunghi tavoli rettangolari e qualcuno più piccolo sparso per il grande salone; all’interno della struttura c’era una gran ressa di pony che mangiavano e chiacchieravano allegramente. Sulla destra c’era una lunga fila per poter prendere il cibo. Neko mi fece cenno di seguirla e così feci: ci mettemmo in coda agli altri pony recuperando un vassoio a testa. Man mano che avanzavamo, però, notai che tutti i presenti si giravano verso di me e mi scrutavano con attenzione: mi sentivo sotto pressione e la cosa mi piaceva molto poco. Cominciai ad andare in agitazione poiché la situazione non sembrava migliorare finché, d’un tratto, vidi Neko girarsi verso i tavoli fissando i presenti con rabbia e sentii come una fortissima volontà assassina fuoriuscire dalla pegaso. Tutti i pony si spaventarono e tornarono alle loro precedenti attività, ignorando la mia presenza. La puledra si girò nuovamente dandomi le spalle. La fissai avvicinandomi al suo orecchio con la testa e sottovoce le dissi.
<<Grazie per quello che hai fatto.>> Neko sembrò non reagire e mi rimisi in posizione eretta aspettando il mio turno per prendere da mangiare. Arrivati davanti ai cuochi, questi ci diedero una ciotola di minestra e una mela. Storsi un po’ il naso ma probabilmente era meglio non fare troppe contestazioni. Mentre cercavamo un posto tranquillo in cui sederci, il mio sguardo cadde sui due scienziati che ci avevano condotto al laboratorio che, ad un tavolo isolato, mangiavano e studiavano dei grossi progetti. Diedi un colpo a Neko e la puledra si voltò verso di me.
<<Che c’è?>> Chiese la pegaso argentea fissandomi. Gli indicai il tavolo dei due pony e lei si voltò verso di esso. <<Sono Byl e Melody. Dove vuoi andare a parare?>> Chiese osservandomi incuriosita.
<<Possiamo andare a sederci con loro?>> Il volto di Neko si tramutò in uno sguardo molto provocatorio.
<<Perché? Vuoi vederli pomiciare?>> Sorrise ed io feci ruotare gli occhi senza accorgermi di essere arrossito.
<<No. Voglio parlare con quel pony geniale, lo sai.>> Dissi alla pegaso fissandola e poi volgendo lo sguardo sui due pony.
“Che strega. Vai a quel paese.” Pensai avanzando verso il loro tavolo. Appena feci un passo, però, sentii dietro di me una specie di piccolo lampo e mi voltai: Neko aveva tra gli zoccoli una mazza chiodata e mi fissava con sguardo sadico carico di rabbia e la criniera color nero. Deglutii preoccupato dalla situazione. Quella volta la fortuna girò dalla mia parte e Byl si frappose tra me e la pegaso.
<<Suvvia Neko: diamoci una calmata.>> Sorrise e si avvicinò con la testa a me. <<Ma che hai combinato ragazzo? Non si vede spesso così furiosa.>>
<<L’ho mandata a quel paese nella mia mente.>> Mi fissò ridendo.
<<Ti eri dimenticato che poteva leggere nel pensiero?>> Feci cenno di si con la testa e ci voltammo nuovamente verso la puledra che, però, era sparita. Ci riguardammo tra di noi confusi e poi cercammo intorno a noi per trovare la pegaso. Byl mi fece cenno di girarmi e la vidi seduta al tavolo a chiacchierare in allegria con Rainbow Melody. Sia io che Byl ci fissammo e tornammo al tavolo inveendo in coro contro la puledra.
<<Non puoi minacciare la gente con quel coso e poi sparire per venire a chiacchierare con lei come se niente fosse.>> Neko si girò e ci guardò fissi negli occhi.
<<E perché no?>> Restammo a bocca aperta e cademmo a terra allibiti dalla risposta. Ci rialzammo e ci sedemmo al tavolo.
<<Come sarebbe a dire ‘perché no?’? Non puoi mica minacciare i pony...>> Byl mi fissò per un secondo. <<...o la gente così a caso.>> La puledra ci fissò con noncuranza.
<<Ah...>> Si voltò nuovamente verso Melody. <<Hai provato quel nuovo ristorante che hanno aperto davanti alla ciambelleria di Joe? E’ eccezionale.>> Io e Byl ci fissammo shockati e chiesi allo stallone rosso.
<<Ma questa come ci è arrivata a capo dell’A.S.P.I.?>>
<<Vallo a sapere.>> Ridemmo tutti e due. Tornammo seri e buttai un occhio sui progetti di cui stavano discutendo i due scienziati: erano dei progetti di ponybot ma avevano articolazioni umane. Notando la mia curiosità sui progetti, Byl mi sorrise. <<Sono i nuovi robot che sto progettando con Melody: come avrai notato hanno molte caratteristiche in comune con un essere umano.>>
<<Già. Vedo che ti ci sei impegnato molto.>> Il pony mi fece un sorriso leggero scuotendo la testa.
<<Neanche troppo.>> E rise di gusto. Mandò giù un bel sorso di minestra. <<Sai, ti ho visto combattere là fuori: ho fatto memorizzare tutte le informazioni su di te da Lucy.>> Lo fissai confuso.
<<Chi sarebbe Lucy?>>
<<E’ la mia aiutante: un robot creato da me con un’intelligenza artificiale particolarmente elevata.>>
<<Capisco.>> Osservai con attenzione il braccio meccanico dello stallone e poi il mio occhio cadde anche sulla duplice coda. <<Se non sono troppo indiscreto, potrei sapere perché hai sostituito la tua zampa destra con quell’arto meccanico?>> Glielo indicai con un cenno. <<E come mai hai due code?>> Byl si guardò e poi mi sorrise mestamente.
<<Oh, beh. E’ una lunga storia.>> Mandò giù un altro sorso di minestra e io invece morsicai la mela: feci una faccia abbastanza schifata poiché quelle di Sweet Apple Acres erano decisamente meglio. <<Ho avuto un’infanzia abbastanza complicata.>>
<<Chi non l’ha avuta.>> Gli risposi ripensando a quando ero bambino. Scossi la testa e mi scusai. <<Perdonami: ti ho interrotto.>>
<<Non fa niente. Vedi, in realtà io non sono nato come un pony normale.>> Le parole di Byl mi lasciarono molta confusione in testa.
<<Cosa intendi?>>
<<Beh, vedi... Quando uno stallone e una puledra si amano tanto tanto...>> Divenni tutto rosso e piazzai la mano sulla bocca del pony per azzittirlo.
<<Conosco questa storia.>> Neko si girò verso di me con sguardo provocatorio.
<<E come fai a saperlo?>> La mia faccia era ormai divenuta dello stesso colore di Byl. Osservai con odio la puledra che aveva ripreso a chiacchierare tranquillamente con Melody.
<<So come funziona. Voglio sapere solo perché tu non sei nato in modo normale.>>
<<In realtà sono frutto di un esperimento artificiale.>> Mi schiantai la mano sulla faccia. Ma c’era qualcuno di normale in quel mondo? <<Ti starai chiedendo cosa intendo, immagino.>>
<<No.>> Dissi ironicamente. <<E’ assolutamente normale parlare con un ingegnere-pony geniale nato da un esperimento.>> Ridemmo entrambi.
<<Come ti dicevo, mio ‘padre’ mi creò artificialmente e modificò leggermente le mie caratteristiche rispetto a quelle di un normale pony.>> Indicai le code.
<<Ti riferisci a quelle?>> Byl spostò le code e le guardò scuotendo la testa.
<<No. O meglio, non direttamente.>> Lo fissai confuso e lui si avvicinò a me. Tesi l’orecchio per ascoltare meglio. <<Io sono onnivoro: il mio ‘creatore’ mi ha progettato così.>> Lui si allontanò e lo fissai allibito dalla scoperta. Analizzai la frase e scossi la testa.
<<E questo che c’entra?>>
<<Beh, devi sapere che in natura, se tenti di alterare il DNA di una qualunque cosa, si rischia di provocare modifiche di altri tipi, oltre a quelle volute.>> Mostrò le code. <<E queste sono dovute a questa alterazione errata del mio DNA.>>
<<E il braccio meccanico?>>
<<Sempre colpa del mio ‘creatore’. Fin da quando ero piccolo, quell’infame mi ha sempre insegnato la fisica, la meccanica e la scienza in generale. Mi ha persino insegnato come costruire ordigni nucleari e poi me li ha fatti provare su tutto ciò che fosse alla nostra portata, dalle montagne ai villaggi. Quando avevo dieci anni mi stufai di essere trattato in quel modo e decisi di fuggire via. Ma, a quanto pare, al mio ‘creatore’ ero utile: tentò di fermarmi. Caparbiamente riuscii a evitarlo ma lui decise di passare alle maniere forti: mi ferì gravemente alla zampa anteriore destra. Fortunatamente ero ancora piccolo e riuscii a sgattaiolare via e a raggiungere Ponyville. Li mi trovò una puledra che mi portò all’ospedale per farmi visitare e guarire.>> Feci cenno di si con la testa.
<<Parli di Melody, vero?>>
<<No, di Feather Rose: è la mia sorellastra. Le voglio tanto bene. Comunque sia, all’ospedale mi dissero che non c’era modo di recuperare la zampa e dovettero amputarmela. Quando crebbi, sperimentai su me stesso questo braccio meccanico.>> Lo fissò compiaciuto. <<Ed è davvero utilissimo.>> Sorrise.
<<E come vi siete conosciuti tu e Melody?>> Le due pegaso smisero di parlare tra loro e la puledra con la chioma arcobaleno ci fissò con uno sguardo così dolce da farmi sciogliere il cuore.
<<Te lo dico io come ho conosciuto il mio Byllino pucciottino.>> Tese lo zoccolo verso lo stallone e gli accarezzò il muso, accoccolandosi a lui, che la abbracciò forte. Mi trattenni a stento dal rotolarmi della risate per le parole di Melody. I due pony si strofinarono i nasi con dolcezza e si diedero un bacio ed io, rosso come un pomodoro, distolsi lo sguardo per lasciargli la loro privacy. Neko invece fissava i due spasimanti con interesse, anche se era diventata rossa anche lei.
<<Comunque...>> Risentendo la voce di Melody, mi voltai verso di loro. <<Ci siamo incontrati in un negozio di musica. Io avevo appena comprato un’arpa, ma non sapevo come trasportarla a casa. Poi, all’improvviso, arriva questo fortissimo stallone rosso con un braccio meccanico…>> Fissò Byl con sguardo complice e lui la strinse forte a se arrossendo, anche se non si capiva bene, visto che di suo era tutto rosso. <<... che si offrì di aiutarmi. Chiamò uno dei suoi Ponybot operai che prese il mio strumento e lo portò a casa mia. Giunti a destinazione, lo feci entrare per ringraziarlo e gli feci sentire come suonavo. Poi... Beh, una cosa tira l’altra e... ci siamo baciati.>> Rise e fece un piccolissimo urlo abbracciando Byl. <<Il giorno più bello della mia vita.>> Mi si sciolse nuovamente il cuore a vedere quella scena, mentre la pegaso li fissò con uno sguardo abbastanza perverso: non volevo sapere cosa le passasse per la testa in quel momento. Presi la parola.
<<Siete veramente una bella coppia.>>
“Sono molto simpatici e allegri. Sicuramente lo sono più di quel bell’imbusto di Green Rough.” Neko mi guardò con serietà.
<<Non devi prendertela con lui perché il generale ha le sue ragioni per atteggiarsi in quel modo: probabilmente è quello che ha sofferto più di tutti, quando era piccolo.>> La guardammo tutti e lei sospirò. Si guardò intorno per verificare che non fosse nei paraggi e si avvicinò a noi. <<Quando era ancora un piccolo pegaso era molto portato per il volo e si divertiva un mondo a farlo. Durante una sua festa di compleanno, non ricordo esattamente quale, il padre ricevette un pacco. Spinto dalla curiosità di questo inatteso dono, andò nel suo studio per aprirlo mentre in casa il puledrino festeggiava con parenti e amici.>> Neko prese un profondo respiro. <<Il pacco era una bomba: l’esplosione generò un violento incendio e la casa cominciò a cadere a pezzi. Mentre tentava di fuggire, Green Rough rimase con le ali bloccate sotto una trave e, nel tentativo di liberarle, esse vennero tranciate via da una seconda trave. Fuggì fuori dalla struttura prima di vederla crollare davanti agli occhi. Era disperato: in pochi momenti aveva perso la famiglia, gli amici e le ali.>> Fissammo Neko e presi la parola.
<<Poverino. Capisco perché si comporta così.>> La pegaso dai capelli azzurri mi fissò.
<<Non è finita qui.>> La guardai sorpreso e terrorizzato allo stesso tempo: cosa poteva essergli capitato di peggio? <<Ovviamente lui soffriva molto, sia psicologicamente che fisicamente, soprattutto all’apparato respiratorio a causa dei fumi che aveva inalato. Con il passare del tempo si ritrovò a lavorare come minatore e, durante un esplorazione, si imbattè in una pietra misteriosa, chiamata ‘Tertrite’: questo minerale gli permetteva di alleviare il dolore quando inalava i gas che fuoriuscivano dalla pietra. Ma c’era una controindicazione: ne divenne assuefatto a tal punto da non poter più vivere senza. All’interno della maschera che porta c’è un frammento di minerale che, filtrato, permette a Green Rough di sopravvivere per mezza giornata.>>
<<E cosa succede quando la pietra si esaurisce?>> Neko abbassò lo sguardo.
<<Ha mezz’ora per cambiarlo: se non ci riuscisse... Beh, inizierebbe a soffrire le pene dell’inferno e dopo un’altra mezz’ora...>> La pegaso rimase in silenzio e noi la fissammo.
“Mi dispiace davvero per quel pony. Ha dovuto vivere una vita molto complicata.” Fu nuovamente la pegaso a parlare.
<<A Green Rough non piace che si parli del suo passato, quindi non ditegli che ve l’ho raccontato, d’accordo?>> Facemmo cenno di si con la testa. Cercai di sdrammatizzare.
<<In questo senso è molto simile a te.>> Risi indicando Neko. <<Dovresti fidanzarti con lui.>> Rischiai di cadere dalla sedia per le troppe risate e anche Byl e Melody scoppiarono a ridere.
La puledra argentea si colpì in volto con lo zoccolo e scosse la testa con un sorriso.
Continuammo a mangiare ridendo e scherzando finché non fu ora per ognuno di noi di tornare alle proprie mansioni. Ci alzammo e salutammo i due scienziati mentre si dirigevano nuovamente al laboratorio. Neko mi fissò seria.
<<A pranzo ti sei sfogato per bene, ma adesso si ricomincia a fare sul serio. Ricorda che durante gli allenamenti io sono il tuo superiore. E’ chiaro?>>
<<Signorsì signora.>> Risposi mestamente.
<<Un po’ fiacco, ma almeno sembra che tu abbia capito. Andiamo.>> La pegaso si diresse verso l’uscita della mensa e io la seguii.

CAPITOLO 6 - Da pomeriggio di fuoco a serata da ricordare
Usciti dalla mensa, non tornammo verso il campo ma svoltammo a destra e salimmo le scale.
<<Ehm... Signora, non dovremmo tornare al campo? Signora?>> Neko si girò verso di me e mi guardò dritto negli occhi.
<<Ci torneremo dopo: voglio prima portarti in un’altra zona del castello.>> La guardai confuso ma feci silenzio e la seguii. Terminata la rampa di scale, Neko aprì con la magia l’enorme portone di ingresso. Davanti a noi apparve un lunghissimo corridoio con una moltitudine di porte su ambo i lati. La puledra cominciò ad avanzare per il corridoio e io mi guardavo tutto intorno mentre tenevo il suo passo. Sulle pareti del corridoio, tra una porta e l’altra, erano presenti dei quadri rappresentanti pony importanti del passato che avevano rivestito cariche altolocate o per meriti esterni alla politica. Giunti alla fine del corridoio, trovammo un enorme scalinata che si divideva in due: una rampa portava all’ala est, l’altra all’ala ovest. Prima del bivio era presente un pianerottolo frontale con un enorme porta che affacciava sul piano. Tuttavia non salimmo le scale: la pegaso camminò al fianco di esse fino a raggiungere il muro e poi si voltò verso di me. Ci ritrovavamo in uno spazio abbastanza angusto e oscuro. Neko mi fece cenno di avvicinarmi e così feci.
<<Vedi questo muro?>> Mi chiese indicandomi la sua sinistra. Lo osservai attentamente ma non notai nulla di particolare se non una grande quantità di sporco e muffa.
<<Sissignora?>> Dissi confuso da quella domanda.
<<Poggiaci la mano sopra.>> Feci scorrere il mio sguardo tra lei e il muro senza sapere bene se dare retta o no alla pegaso: optai per la prima scelta e poggiai la mano sul muro. Sentii un’orribile sensazione di viscido sulla mano che mi fece accapponare la pelle. <<Bene. Adesso concentra una piccola quantità di magia arcana nel palmo della mano e rilasciala gradualmente per tre secondi.>> La fissai confuso e aprii la bocca per fare una domanda ma lei mi piantò lo zoccolo sulle labbra azzittendomi. <<Fa come ti ho detto.>> Sospirai e concentrai la magia nel palmo rilasciandola piano.
“Uno... Due... Tre...” Sentii il suono di un ingranaggio che si sbloccava e staccai la mano fissando Neko. <<Cosa sta succedendo?>> La pegaso mi fissò con tranquillità.
<<Ti ho appena spiegato come far apparire quella porta.>> Staccai gli occhi dalla puledra e mi girai verso il muro: era apparsa una piccolissima porta illuminata d’argento e intagliata con fini decorazioni curvilinee. La pegaso si avvicinò alla porta e la aprì. Varcata, ci ritrovammo in una stanza completamente bianca senza assolutamente nessuna decorazione. Tuttavia sembrava che la stanza non avesse una dimensione: difatti non si vedevano muri di nessun genere. Mi voltai verso la porta e notai che non era attaccata a niente.
<<Questa è una zona molto particolare: solo a coloro che sono in grado di usare la magia è permesso stare qui... Anche perché solo con la magia si può entrare.>> Mi girai nuovamente verso Neko e la trovai seduta sul terreno con le zampe posteriori incrociate. <<E’ un luogo magico in cui non è presente niente: viene utilizzato dai maghi esperti per insegnare ai giovani a concentrarsi e ad eliminare ogni pensiero dalla propria mente.>> Poggiai lo zaino vicino la porta e mi sedetti anche io a gambe incrociate davanti a lei. <<Ti ho portato qui perché voglio insegnarti a difenderti da coloro che tenteranno di prendere il controllo della tua mente.>>
<<Signora, esistono pony in grado di fare queste cose? Signo...>> La mia mano destra si chiuse a pugno e mi colpì in faccia. Mi toccai il naso con la sinistra e fissai il braccio destro. <<Ma che è successo?!>> Neko sorrise.
<<Ho controllato il tuo corpo e ho fatto in modo che ti colpissi da solo.>> Non so cosa mi fece più male se il pugno o il fatto di essere stato controllato, anche se per pochi istanti. <<Io ti ho semplicemente obbligato a tirarti un pugno sul naso, ma se non impari a difenderti, rischi che qualcuno ti obblighi a fare cose ben peggiori.>> Feci cenno di si con la testa. <<Comunque non pensare che tutti siano in grado di controllare il corpo di un altro pony: è una caratteristica piuttosto rara. Inoltre, bisogna essere in grado di leggere nel pensiero per poter applicare il controllo mentale.>>
<<Signora, mi insegnerà anche quello? Signora?>> Neko fece una piccola smorfia.
<<Si e no. Ti insegnerò a leggere nel pensiero e a difenderti da questa tecnica. Una volta che ti saprai difendere non ti potranno controllare la mente, perché non riusciranno ad accedervi. Tuttavia non posso insegnarti a controllare il corpo dei pony: io ho sempre avuto questa abilità.>> Fece un sorriso mesto. <<Sin da quando ho memoria, almeno.>> Scosse la testa e riconcentrò la sua attenzione su di me. <<Comunque sia, la prima cosa da fare è imparare a cancellare ogni pensiero dalla propria mente: devi trovare la pace assoluta con te stesso e devi raggiungere uno stato di calma mentale che non deve essere alterato, qualunque cosa succeda all’esterno. Imparare a controllare la propria mente e a svuotarla ti servirà, oltre che a leggere nel pensiero e a difenderti da un tentativo nemico di fare lo stesso, anche in combattimento: infatti, a mente sgombra, si riesce a dosare meglio le energie magiche per lanciare gli incantesimi e resti più lucido per analizzare le eventuali strategie nemiche.>> Fissai in silenzio la pony che chiuse gli occhi e rallentò il respiro. Sembrava rilassata e con la mente priva di qualsiasi pensiero, buono o cattivo che fosse. Tentai di imitare Neko e chiusi gli occhi cercando di stabilizzare il respiro e di restare seduto e immobile.
“Devo concentrarmi e azzerare i miei pensieri: al tre... Uno... Due... Tre...” Svuotai la mente e il silenzio più totale cadde nei miei pensieri e intorno a me. “Ci sono riuscito... Noooo, sto pensando: devo annullare i pensieri... Ora... Bene... No! Come faccio?” Cominciai ad agitarmi in quanto non sapevo più cosa fare ma sentii uno zoccolo poggiarsi sulla mia testa. Aprii gli occhi e vidi Neko in piedi davanti a me.
<<Calmati.>> Non so perché, ma il sentire il suo tocco e la sua voce mi aiutarono a rilassarmi. La guardai negli occhi, gialli come il sole, e presi un profondo respiro eliminando i pensieri in eccesso. <<Ci vuole tempo per imparare ad azzerare i pensieri. Non farti prendere dalla fretta.>>
<<Signora, le ricordo che Chrysalis ci ha dato un solo mese di tempo. Dobbiamo agire in fretta se vuole finire di allenarmi per...>> Mi fece cenno con lo zoccolo di fare silenzio.
<<Io sono il miglior allenatore di Equestria e tu hai un talento innato ed una grande intelligenza. Forse solo l’agente 2-0-8-0 è stato superiore a te in talento.>>
<<E chi sarebbe costui?>> Chiesi osservandola incuriosito. <<Il pony in grado di sbloccare l’aura oltre te?>>
<<Si e no. Si, nel senso che è l’agente di cui ti parlavo prima. No, nel senso che non è un pony, bensì una pony. Il suo talento è incontrastabile: ha imparato a padroneggiare alla perfezione la sua aura in meno di due settimane, quando il resto del mondo non sembra nemmeno riuscire a capire cosa sia l’aura.>>
<<Deve essere molto forte.>> Neko fece una piccola smorfia.
<<Non nel senso stretto del termine. Per quanto riguarda forza fisica non eccelle, ma la sua velocità è elevatissima: è una dei pochi in grado di rivaleggiare con i Wonderbolts e Rainbow Dash. Se invece intendevi più in generale, in combattimento, allora è parecchio forte. Se si escludono le principesse e gli animali selvatici più grandi e feroci, lei è una dei pochi in grado di tenermi testa.>> Cambiò momentaneamente espressione, sembrando confusa, poi mi fissò con sguardo severo e mi tirò un colpo con lo zoccolo destro. <<Non distrarti così! Queste cose non devono succedere! Impara a rimanere concentrato su ciò che stai facendo! Al lavoro! Elimina i tuoi pensieri e rimani focalizzato sul nulla: niente deve essere in grado di disturbarti. Qualunque cosa succeda o io faccia, tu devi restare fermo immobile senza pensare a nulla.>>
<<Signorsì, signora.>> Dissi richiudendo gli occhi e concentrandomi. Tentai di avvolgere la mente nella calma più totale e sembravo in grado di riuscirci, fino a quando un colpo al terreno non mi fece aprire gli occhi per guardarmi intorno. Non era successo niente ma Neko mi guardava scuotendo la testa e mi colpì nuovamente.
<<Ogni volta che ti distrarrai ti colpirò sempre più forte, anche a costo di farti molto male. Vediamo se così imparerai a restare concentrato.>> Deglutii e ripresi la concentrazione e azzerai nuovamente i miei pensieri. Rimasi in attesa di qualunque cosa potesse fare la pegaso e aguzzai le orecchie per avvertire anche il minimo cambiamento di rumori o spostamenti d’aria. Avvertii un movimento dalla mia destra e mi preparai a qualunque cosa stesse per succedere. Iniziai a sentire un leggero rumore, come se qualcosa schioccasse e poi avvertii del calore vicino alla gamba ma mi sforzai di restare concentrato. Poi sentii qualcosa toccarmi sul braccio e lo ritrassi leggermente: un nuovo colpo mi prese in pieno facendomi fare una capriola.
<<Devi restare fermo e concentrato! Quando sarai in grado di farlo, proveremo questa cosa in combattimento: ho capito benissimo che hai intuito da che parte volessi provare a distrarti: ho notato che le tue orecchie si rispondevano anche alle minime sollecitazioni. Ciò che hai fatto è stato azzerare tutti i sensi per amplificare l’udito. Sei riuscito a percepepire i movimenti dell’aria e ciò ti sarà molto utile, ma ora non voglio che tu lo faccia. Limitati a restare concentrato.>> Mi rimisi seduto a gambe incrociate davanti a Neko e chiusi nuovamente gli occhi.
Non ho idea di quanto tempo mi tenne in quella stanza ad allenarmi. L’unica cosa che sapevo, è che avevo subito parecchi colpi lì dentro e quando ne uscii ero ridotto in malo modo tra lividi e ferite varie. Usciti dalla sala, la pegaso mi fissò con aria di superiorità e fece schioccare la lingua.
<<Umani: flaccidi e stupidi.>> Disse scuotendo il capo con tono sarcastico. Mi trattenni dalla voglia di maledirla mentalmente: avrei rischiato solo un altro linciaggio. <<Seguimi.>> Disse Neko. Scrollai le spalle, presi una delle pillole mediche e seguii la puledra con lo zaino in spalle.
Ci dirigemmo nuovamente lungo il corridoio verso l’entrata principale e varcammo il cancello d’entrata. Scese le scale, andammo verso destra in direzione del campo d’allenamento. La pegaso aprì la porta e io poggiai lo zaino vicino al citofono come nella mattinata e mi guardai intorno. Dall’altra parte del campo, notai qualcosa di diverso: sembrava una rastrelliera ma da lontano non riuscivo a distinguere bene l’oggetto. Neko mi fece cenno di seguirla e mi condusse da quella parte. Mentre ci avvicinavamo alla rastrelliera, notai che era piena di armi di qualunque genere. Giunti davanti a essa, la fissai e guardai la pegaso.
<<Signora, cosa significa questo? Signora?>> Indicai la rastrelliera e la puledra mi guardò incuriosita.
<<Hai intenzione di andare in battaglia senza armi?>> Rimasi sorpreso da quanto fosse stata scontata la risposta e altrettanto banale la mia domanda. Scossi la testa. <<E allora sarebbe bene che tu imparassi a usare un arma e conoscessi qualcosa riguardo le altre. Qui ne avrai a disposizione di tutti i tipi: abbiamo asce, mazze, spade, spadoni, archi, picche...>>
“Cuori, quadri, fiori.” Sorrisi e Neko mi guardò confusa.
<<Che significa cuori, quadri e fiori?>> Sorrisi.
<<Ah, beh. E’ una lunga storia che non c’entra niente.>> Risi e Neko accennò un sorriso un po’ forzato.
<<Comunque sia, adesso ti farò provare ognuna di queste armi e vedrò quale sia la più adatta alle tue caratteristiche.>>
Per le successive due ore non feci altro che allenarmi in movimenti offensivi e difensivi con tutte le armi ad una o due mani, con e senza scudo e anche doppie armi, il tutto sotto l’attenta supervisione della pegaso. Una volta testate tutte, la puledra fece la sua analisi.
<<Da ciò che ho visto. Mi sembri ben poco tagliato per le armi a due mani e per gli scudi. Nel primo caso perché i tuoi movimenti sono rapidi quando usi la magia per spostarti, quindi un’arma a due mani ti rallenterebbe soltanto. Per quanto riguarda lo scudo, ritengo che tu possa tranquillamente usare uno scudo magico. In questo modo non devi portarti un grosso peso dietro e se venissi attaccato, ti basterebbe crearlo sul momento e saresti comunque sempre protetto.>>
<<Signora, ho capito. Vuole che io usi un’arma ad una mano e basta? In modo da avere libera la seconda mano per qualsiasi necessità? Signora?>> Neko fece cenno di si.
<<Esattamente! E penso che per te possa andare benissimo una spada. Ora vediamo come te la cavi.>> Si girò prendendo una spada e me la lanciò. La afferrai al volo con la mano destra: la soppesai e la feci ruotare per controllarne il bilanciamento. Era di un bellissimo color grigio argenteo con dei ghirigori azzurri incavati nell’elsa. La guardia sembrava riflettere una luce celestina quando colpita dal sole e nel pomolo era incastonata una pietra azzurra.
<<Molto bella.>> Dissi soddisfatto. <<Signora, con chi la proverò? Signora?>> Neko sorrise e i suoi occhi trasmettevano sadismo da tutti i pori. La pegaso fischiò e il cancello si aprì, rivelando il mio avversario: era un altro robot, ma più grande rispetto ai droni che avevo affrontato in mattinata e non era dotato di reattori. Non era collegato da forze magnetiche ma da normali cavi e pistoni e portava un elmo simile a quello dei centurioni romani ma, invece delle piume, vi era un enorme lama. Intorno al ponybot, che avanzava su quattro zampe verso il centro del campo, svolazzava una piccola sfera.
<<Vediamo se riuscirai a sconfiggerlo: puoi usare quello che preferisci, ma ti consiglio di provare ad usare la spada per un pò, almeno per fare un po’ di pratica.>> Guardai Neko e poi osservai con più attenzione il robot. <<Il P.C.A. è un Ponybot Centurion d’Addestramento. Potete iniziare.>> Appena la puledra terminò la frase, il ponybot si alzò sulle zampe posteriori e mi caricò con una spallata. Nonostante il suo cambio di posizione mi sorprese, riuscii a schivare sulla destra e rotolai rimettendomi in posizione di guardia. Il robot si girò verso di me e dagli zoccoli anteriori sbucarono delle dita. Proprio in quel momento, la sfera proiettò un raggio sullo zoccolo destro del ponybot e si materializzò una spada fatta semplicemente di luce di colore giallognolo: la fissai e mi concentrai nuovamente sull’avversario. Lo caricai tentando un fendente ma il colpo venne bloccato dal robot con la sua arma: aveva una grande forza fisica, tanto enorme da respingermi indietro di qualche metro. Lo osservai con attenzione e poi diressi la mia attenzione sull’oggetto volante.
“Quella sfera è molto particolare: deve essere una sottospecie di drone di scorta, ma è meglio concentrarsi sul PCA. Un nemico così forte deve essere lento: lo aggirerò da dietro, ma devo fare attenzione a quel coso volante.” Scattai verso il mio avversario e quando fui abbastanza vicino, l’avversario tentò di colpirmi con un tondo: mi abbassai e caricai l’energia magica nelle gambe scartando leggermente a sinistra e poi in avanti, tenendo la spada ben tesa e tentando a mia volta un colpo al busto: colpii il bersaglio trapassando una parte del busto e continuai la corsa per un altro po’, per tenermi a distanza da eventuali contrattacchi rapidi. Mi girai e notai con grande dispiacere che il colpo non aveva ottenuto affatto l’effetto che desideravo: infatti il mio avversario era ancora in piedi di fronte a me. Lo attaccai nuovamente con un affondo ma mentre ero in corsa, la spada sparì dalla mano del mio avversario e lui rimase fermo. Arrivato a pochi passi da lui, tentai una stoccata che si infranse su uno scudo traslucido generato dalla sfera volante. Colpii lo scudo ripetutamente con la spada ma non riuscii nemmeno a scalfirlo e il robot mi afferrò con la mano. Mi sollevò senza alcuna difficoltà e, facendomi passare sopra la sua testa, mi scaraventò dall’altra parte del campo con una violenza inaudita e facendomi perdere la spada. Mi rigirai voltandomi verso il nemico mentre ero ancora in aria usando la magia e atterrai inarcando le gambe e usando le braccia per rallentare. Arrestai la caduta e mi ripulii le mani sporche di terra. Il ponybot si mise su quattro zampe e mi caricò a testa bassa, puntando la lama che aveva in cima alla testa verso di me. Era abbastanza veloce ma non a sufficienza per battere me. Mi guardai indietro e mi venne un’idea: scattai verso il muro e arrivai a toccarlo per poi girarmi nuovamente verso il mio avversario. Non appena il robot mi fu arrivato ad un paio di passi di distanza, mi scansai verso sinistra ed esso andò a sbattere contro il muro finendo con la testa incastrata. Lo osservai. “Pensavo che un trucchetto del genere funzionasse solo nei videogiochi e nei cartoni animati.” Risi e concentrai la magia nel pugno destro. Sferrai il colpo ma la sfera volante generò un’altra volta lo scudo che bloccò nuovamente il mio attacco. La fissai maledicendola e solo in quel momento notai che le ali che le permettevano di volare erano collegate al corpo principale con la stessa tecnologia dei droni aerei. Appena mi accorsi di questo dettaglio, mi girai verso robot, il quale era ancora alle prese con la testa incastra nel muro: doveva averlo colpito molto forte. Decisi allora di bloccare la sfera per impedirgli di crearmi ulteriori problemi: feci uscire dalla mano dei piccoli globi di energia elettrificata collegati tramite energia magica alle mie dita. Li scagliai verso la sfera e utilizzai il collegamento per cambiargli direzione ogni volta che il piccolo drone schivava gli attacchi: tuttavia il numero di globi era troppo elevato anche per la sfera volante che, appena colpita, perse le ali e, impossibilitata a volare, cadde verso il terreno. La afferrai e la misi nella borsetta per impedirle di muoversi senza distruggerla. Sorrisi soddisfatto finché non venni colpito alla schiena e non fui fatto ruzzolare per diversi metri sul terreno. Mi rialzai toccandomi la schiena dal dolore e facendo una smorfia. “Dannazione: mi ero completamente scordato del robot vero e proprio.” Mi girai e notai effettivamente che era stato proprio il PCA a colpirmi. Imprecai per essere stato così sciocco e fissai il mio obiettivo: senza il drone di scorta sarebbe stato più semplice sconfiggerlo, ma considerando il colpo che avevo subito, riuscire nell’impresa sarebbe stato comunque complicato. Il ponybot si alzò in piedi e prese con le zampe la lama che aveva in testa estraendola dalla sottospecie di elmo ed impugnandola come una piccola daga. Mi guardai intorno e individuai nuovamente la spada: corsi verso di essa e la afferrai mettendomi in posizione di guardia. La strinsi forte con entrambe le mani e scattai verso il robot che mi attendeva fermo. Quando fui vicino, il mio avversario mi attaccò con la lama e parai il colpo con un piccolo scudo di magia che creai sul momento e lo colpii al collo: uscirono delle scintille dal robot che barcollò all’indietro ed incassò la testa nel corpo riprendendo stabilità. Mi attaccò nuovamente con la lama tentando un affondo al petto ma feci ruotare la spada e mandai il colpo fuori traiettoria costringendolo ad andare leggermente in avanti. Fu sufficiente quel poco spazio che mi offrì: tesi la mano sinistra in avanti poggiando il palmo sul corpo del ponybot e scaricai una violenta ondata di energia elettrica che fece volare via il robot. Il PCA atterrò violentemente subendo ripetuti urti e si fermò a diversi metri di distanza da me. Fissai il mio avversario che, nonostante i colpi, sembrava essere in grado di rialzarsi. Mentre il ponybot tentava di rimettersi in piedi, lo caricai per dargli il colpo di grazia. Giunsi a pochi metri da lui e saltai portando la spada dietro la testa. Al culmine del salto iniziai a far scendere la lama verso il corpo del robot per finirlo con un fendente ma qualcosa bloccò la mia spada, sbilanciandomi e facendomi ruzzolare oltre il PCA. Mi rialzai e notai che Neko volteggiava sopra di me con due armi negli zoccoli: nella destra aveva una mazza chiodata nera con le punte color rosso scarlatto e nella sinistra teneva una frusta con degli spuntoni attaccati all’estremità e anche essi della stessa tonalità di rosso dell’altra arma.
<<Non è necessario finire di distruggerlo: Byl lo riparerà e ti allenerai con lui un’altra volta. Per adesso basta così.>> Feci cenno di si e restituii la spada a Neko che la bloccò a mezz’aria con la magia. Fece sparire le sue due armi e prese tra gli zoccoli la spada inserendola nuovamente nel fodero e osservandola, guardando poi me. Esaminò ancora per qualche secondo la spada e poi me la tirò di nuovo. La afferrai al volo fissando confuso la pegaso.
<<Perché?>> Fu l’unica cosa che riuscii a dire. La puledra sorrise.
<<Che senso ha ridarmela, se poi ogni giorno te la devo restituire per allenarti? Tienila tu.>> Guarda la spada ammirando nuovamente la splendida elsa e sorrisi stringendo la presa sull’arma.
<<Grazie.>>
<<Figurati! E comunque preferisco le mie di armi.>>
<<La mazza e la frusta?>> Neko mi fissò con un sorriso complice.
<<E non solo quelle.>> Delle scintille e un piccolo flash luminoso apparvero vicino lo zoccolo della pegaso. Mi mostrò una specie di coltello con l’elsa rosa e una lama molto particolare: era dritta fino a poco più di metà della sua lunghezza e poi curvava in modo molto brusco con la parte finale che formava un angolo di una sessantina di gradi con la parte iniziale. <<Ti presento l’Unzipper! Adoro quest’arma: vorrei usarla sempre.>> Mi fissò sadicamente facendo scorrere lo sguardo tra me e il coltello.
<<Ehi, non sono mica un file compresso.>> Risi di gusto e anche Neko sorrise, forse per la prima volta sinceramente divertita.
<<Che buffone che sei.>> Rise divertita fissando il cielo. <<Oramai sta per calare la sera: andiamo a cena.>> Sbuffai svogliato.
<<Di nuovo nella mensa?>>
<<No. Ho pensato a qualcosa di diverso stavolta.>> La pegaso si incamminò verso l’uscita ed io la seguii recuperando lo zaino da terra. Ci dirigemmo all’esterno del castello, tornando sulla via principale di Canterlot: con il buio che avanzava, i negozi iniziavano a chiudere ed i pony tornavano nelle loro case. Osservare quelle scene mi fece riflettere: dove avrei passato la notte? Affiancai la puledra e le parlai, esponendole i miei dubbi.
<<Scusa Neko, ma io dove potrò passare le notti qui a Canterlot?>> La pegaso mi guardò con tranquillità.
<<Non preoccuparti.>> Mi fece un enorme sorriso. <<Ho fatto allestire per te una branda nei pressi del campo di allenamento.>> Sospirai sollevato e notai che la pegaso si era fermata davanti a un piccolo locale costruito interamente in legno. Varcò la porta e la seguii: fummo accolti da una unicorno azzurra con la criniera e la coda celestine vestita di un abito da cameriera di colore bianco con un grembiule nero legato alla vita. Ci fece un enorme sorriso.
<<Buona sera, madame Neko. Vuole il solito tavolo?>> La pegaso sorrise e scosse la testa leggermente.
<<No Magda, oggi no: non sono sola.>> Fece un cenno con la testa verso di me.
<<Oh capisco: è il suo nuovo compagno. Le preparo il tavolo speciale?>> La pegaso arrossì e i capelli le divennero rossi. Si stampò un enorme sorriso sulla faccia e mi prese per il collo, rischiando di strozzarmi e mi grattò con lo zoccolo la testa.
<<Ma no: siamo solo amici!>> La pony ci guardò confusa.
<<Oh, capisco.>> Fece una pausina. <<Vuole comunque il tavolo speciale per le coppie?>> Neko riprese il suo classico colore azzurro dei capelli e guardò l’unicorno.
<<No, preferirei di no.>>
<<Molto bene. Allora ci vediamo domani.>> La puledra rimase a bocca aperta e trattenne Magda che si stava incamminando per tornare al lavoro.
<<Aspetta: non sono rimasti altri tavoli?>> La cameriera scosse la testa e Neko sospirò e la criniera ridiventò rossa. <<Allora dacci quello per le coppie.>> Non sapevo se preoccuparmi o rotolarmi dal ridere ma decisi di mantenere un certo contegno. Magda si voltò verso il bancone e urlò.
<<Pamela, vieni qui!>> Una pony color terra si avvicinò a noi: aveva due bellissimi occhi azzurri e delle foltissime ciglia e una criniera bionda lunga quasi fino agli zoccoli con lo stesso abito dell’unicorno. Avanzava ancheggiando per il locale e tutti gli ospiti si girarono per osservarla, estasiati.
<<Dimmi Magda.>> Disse con voce calda e suadente.
<<Accompagna Neko e il suo compagno al tavolo per le coppie.>> La pony di terra ci fece un enorme sorriso.
<<Seguitemi.>> Il tono della sua voce era così soave che avrei desiderato parlasse di più. Mi ricordai a quel punto che era un pony e io un umano e scossi la testa. Presi Neko, sempre più rossa in viso e imbarazzata e la accompagnai al tavolo mostratoci da Pamela.
<<Prego.>> Disse la pony con un leggero inchino per poi allontanarsi. Il tavolo era posto vicino ad una grande vetrata ed i menù appoggiati su di esso avevano una forma a cuore e delle rose uscivano da un vaso posto al centro.
<<Odio questo tavolo.>> Disse Neko schioccando la lingua e distogliendo lo sguardo. La feci accomodare ad un’estremità porgendole la sedia. <<Grazie.>> Si sedette tenendo la testa bassa.
<<Ti ricorda brutti episodi della tua vita?>> La pegaso scosse la testa mentre mi misi a sedere.
<<Non è quello: sono quelli.>> Indicò fuori la vetrata e fissai con attenzione: c’era una bella vista su Canterlot ma si vedevano anche dei secchioni dell’immondizia. Non era esattamente piacevole alla vista. Ragionai qualche secondo ed ebbi un’idea. Usai la magia e feci apparire fuori dalla vetrata una bellissima spiaggia con un tramonto e il mare calmo che rifletteva i colori della luce solare. Neko spalancò gli occhi sulla vista che si poneva di fronte a lei.
<<E’ bellissimo.>> Mi fece un sorriso che mi sciolse il cuore e la fissai sorridendo. <<Però ammetto che preferivo una bella vista sulla città di notte.>> Riflettei per qualche secondo e riutilizzai la magia: trasformai la spiaggia in una vista su un enorme anfiteatro rotondo illuminato dai lampioni in una città mai sopita con i palazzi che facevano da sfondo. La pegaso guardò la vetrata.
<<Cos’è? E’ bellissima!>> Sorrisi.
<<Quella è la mia città natale. Mi dispiace che tu non la possa vedere: è magnifica. Una città magica: fa innamorare tutti a prima vista.>>
<<Cos’è quella grande costruzione lì?>> Indicò con lo zoccolo l’anfiteatro.
<<Oh, quello è il Colosseo: nell’antichità veniva utilizzato per dare spettacoli e far divertire il popolo. Adesso è in disuso ma viene visitato da tutto il mondo per la sua grande storia e importanza che...>>
<<Ehm, scusate.>> Fui interrotto da una voce leggera e delicata che mi fece voltare: davanti a noi si poneva una piccola unicorno giallognola con la chioma rossiccia legata a treccia ed un paio di occhiali che arrossì non appena la fissai. <<Perdonatemi: ho interrotto qualcosa?>> Io e Neko ci fissammo e lei sparì dietro il taccuino. <<Oh, mi dispiace. Ecco io...>> Si girò per andarsene ma fu trattenuta dalla pegaso.
<<Mindy, aspetta. Non hai interrotto nulla, tranquilla.>> La cameriera si voltò e ricevette un grande sorriso da parte di Neko che sembrò calmarla.
<<Oh, ecco: volevo sapere cosa vi posso portare.>> Si nascose dietro il taccuino di nuovo. <<Se non è un problema.>>
<<Per me il solito.>> Disse la pegaso sorridendo mentre io mi affrettavo a dare un’occhiata al menù. Non sembra esserci niente di particolarmente allettante per me e improvvisai qualcosa.
<<Un insalata del cuore, per favore.>> Neko sorrise mettendo lo zoccolo davanti al volto e scuotendo la testa mentre Mindy appuntava tutto sul taccuino.
<<Vi porto qualcosa da bere?>> Feci cenno alla cameriera di avvicinarsi e lei, un po’ titubante, obbedì. <<Si?>>
<<Non è che avreste del vino o qualcosa del genere? Vorrei far passare una bella serata alla mia amica.>>
<<Oh, si signore. Capisco, signore. Glielo porto subito, signore.>> Scossi la testa sorridendo.
<<Chiamami Federico.>> La cameriera arrossì e scappò via.
<<Sai che così non mi aiuti a far capire a quelle quattro che non siamo una coppia?>> Disse Neko ridendo.
<<Ehi, mi hai invitato a cena? Ora ti becchi una serata come si deve!>> Sorrisi deciso incrociando le braccia e fissando la pegaso che sorrise. Pensai un momento a ciò che aveva detto la puledra. <<Aspetta un secondo: hai detto ‘quattro’? Ma noi ne abbiamo incontrate solo tre.>> Neko fece cenno di si con la testa.
<<Ed è andata anche bene! Non hai ancora visto...>> Un rumore di piatti infranti ci fece voltare entrambi. <<...lei.>> La puledra fece un espressione rassegnata mentre indicava in direzione del suono che avevamo udito. C’era una pegaso di manto grigio con una lunga criniera liscia, con la parte davanti tenuta su da un fermaglio, e la coda nere e due enormi occhi rossi che fissava un tavolo a cui erano seduti uno stallone e una giumenta decisamente più grandi di lei. Era vestita anche lei con la divisa del locale e ai suoi piedi c’erano dei piatti a brandelli con il cibo era riversato su tutto il pavimento.
<<Ma come si permette di trattarci così? Ma lei sa chi sono io?>> Sbraitò lo stallone.
<<Il duca di Scemington? Sai quanto me ne frega?>> Ribattè immediatamente la puledra.
<<Lei non può oltraggiare così mio marito.>> Disse la giumenta alzandosi in piedi.
<<Ha parlato la baronessa di Noiaville. Andate a quel paese tutti e due, che è meglio.>> Così dicendo girò i tacchi e se ne andò lasciando a bocca aperta i due pony che uscirono infuriati dal locale.
<<Ahi ahi.>> Disse Neko scuotendo la testa. <<Non riesce mai a regolarsi: adesso Samanta si beccherà una bella strigliata da Magda. Ha un cuore d’oro ma è molto testarda e orgogliosa: non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, figuriamoci da due snob come quelli.>>
Mindy tornò al tavolo porgendomi una fiasca di vino.
<<Ecco a lei, Federico.>> Sorrisi afferrando la bottiglia e stappandola.
<<Dammi del tu.>> Dissi con un enorme sorriso facendo arrossire la pony che si sistemò gli occhiali e andò via. Presi il bicchiere di Neko e le versai il vino facendo poi lo stesso con il mio. La pegaso mi fissò sorridendo e alzai il bicchiere per brindare con lei.
<<Alla salute.>> Dissi sorridendo e facendo tintinnare i bicchieri e sorseggiammo insieme un po’ di vino. <<Ti va di vedere...>>
<<Sei una cretina!!!>> Sentimmo un urlo provenire dalla cucina.
<<Si comincia.>> Disse Neko voltandosi e appoggiando la testa sullo zoccolo.
<<Si può sapere come diavolo ti è venuto in mente?!>> Urlò Magda furiosa.
<<Ma sono loro che...>> Tentò di difendersi Samanta.
<<Non me ne frega niente di loro!!! Loro non lavorano per me!!! Tu si!!!>>
<<Ma io...>>
<<Tu niente! Fa silenzio e torna al lavoro! E non combinare altri pasticci.>> La porta della cucina si spalancò e ne uscì Samanta piuttosto infuriata. La guardammo e lei ci fissò.
<<Beh?! Che avete da guardare?! Non avete una serata romantica o schifezze del genere?!>> La pegaso se ne andò nera di rabbia e passai il mio sguardo da lei a Neko.
<<Che caratterino.>> Ridemmo entrambi. <<Ti stavo per chiedere se volevi vedere un po’ del mio mondo: che ne dici?>>
<<Mi piacerebbe tanto.>> Disse con un leggero sorriso fissando prima me e poi la vetrata. Feci scorrere sulla finestra i tanti posti magnifici che il mio mondo aveva da offrire, descrivendoli alla puledra che fissava estasiata ogni immagine che le mostravo e prendeva nota mentalmente di tutto ciò che le dicevo. Il tempo passò in fretta e finalmente giunsero i piatti che avevamo ordinato, portatici da Samanta, ancora scura in volto per la strigliata di prima, utilizzando le ali.
<<Ecco a voi piccioncini.>> La fissai incuriosito e lei poggiò i piatti e si avvicinò a muso duro. <<Beh?! Hai qualche problema? Ne vuoi anche tu?>> Continuai a fissarla in silenzio e Neko mi guardava con attenzione e curiosità. <<Allora?!>> Continuai nel mio silenzio e Samanta mi colpì al volto. Non reagii in alcun modo e lei continuò a colpirmi ma sempre con meno forza finché non decisi di bloccarla afferrandole gli zoccoli. Lei mi fissò con gli occhi tremanti: temeva che adesso avrebbe ricevuto un nuovo rimprovero da Magda. La tirai a me e la abbracciai. In un primo momento non seppe come reagire, poi si staccò da me e mi fissò con sguardo cattivo e deciso ma anche con un leggerissimo sorriso. Se ne andò girandosi ogni tanto verso di me. Guardai Neko e alzai un sopracciglio. La puledra fissò per un momento la pegaso che si allontanava e poi mi parlò.
<<Niente male. Hai attirato la sua attenzione e ti sei conquistato il suo rispetto: è una cosa non da poco, considerando che non avevi mai parlato con lei.>> Risi e osservai i nostri piatti: in quello di Neko erano presenti sette carote adagiate a petalo di fiore su un letto di carciofi tagliati a fettine molto sottili mentre il mio erano delle fette di pomodoro tagliate a forma di cuore su uno sfondo di insalata verde. Consumammo il pasto in allegria sorseggiando vino e raccontandoci storie e aneddoti, passando una piacevole serata.
Alla conclusione della cena, ringraziammo Magda, lasciandole una lauta mancia e salutammo Pamela, che ci fece l’occhiolino con sguardo ammaliatore, e Mindy, che mi fece un cenno di saluto con lo zoccolo nascondendosi dietro il taccuino e rossa di timidezza. Uscimmo dal locale e con le spalle al muro e gli occhi socchiusi trovammo Samanta. Lei alzò lo sguardo e mi sorrise decisa.
<<Ragazzo: sai il fatto tuo. Vedi di tornare ogni tanto! Altrimenti vengo a prenderti io a forza.>> Sorrisi deciso e feci un cenno di si con la testa. <<Bene!>> Si staccò dal muro rimettendosi su quattro zampe e rientrò nel locale sussurrando <<Ci rivedremo presto.>> Io e Neko riprendemmo la strada verso il castello e la puledra mi fece strada per le vie oscure di Canterlot illuminate dai lampioni e da una magnifica luna piena. Rientrammo nel giardino principale e imboccammo il lungo corridoio che portava al campo. Prima di arrivare al cancello, però, Neko si fermò davanti a una porta in ferro.
<<Qui teniamo l’attrezzatura, di solito: ma visto che ci sei tu, ci siamo adattati.>> Aprì la porta e mostrò una stanza con un letto e un piccolo comodino e una lampada. La luce lunare filtrava da una piccola finestra posta sopra il letto. <<Dormirai qui, in questi giorni.>>
<<Grazie, Neko: di tutto.>> Lei sorrise e scosse la testa.
<<No, sono io che ti ringrazio: era tanto tempo che non passavo una così bella serata. Beh, a domani.>> La puledra si incamminò nuovamente verso il corridoio ma la fermai.
<<Neko... Ti andrebbe... di restare a tenermi compagnia, per stasera?>> La guardai aspettando una risposta, anche se non speravo che fosse affermativa. Non c’era alcuna malizia nella mia proposta, solo la volontà di non passare la notte da solo: e credo che Neko l’avesse intuito. Infatti la puledra si arrestò e si girò verso di me tentennando.
<<Beh, ecco... Non so... Ehm... Ok, non vede perché no, in fondo...>> Divenne rossa e anche la sua criniera cambiò colore e io entrai nella stanzetta con lei che chiuse la porta con delicatezza una volta all’interno. Nonostante avesse accettato il mio invito, la puledra non sembrava tuttavia essere a suo agio e cercava di tenere le distanze, quasi spaventata. Mi avvicinai e le accarezzai la criniera: emanava un buonissimo profumo e Neko sembrò sciogliersi e calmarsi. Ci appoggiammo sul letto e la coccolai per un po’ facendola tranquillizzare. La pegaso aprì le ali e mi avvolse in un leggero abbraccio sorridendomi. Ci sdraiammo e le diedi un bacio sul muso, continuando a coccolarla finché non si addormentò, esausta per la giornata appena trascorsa. Sorrisi e le rimboccai le coperte. Non riuscivo a smettere di guardarla: era bellissima e quando dormiva emanava una tenerezza rara. Mi si sciolse il cuore a fissarla e ricordai perché adoravo Equestria. Mi sdraiai al fianco di Neko e la abbracciai stringendola con dolcezza a me: avrei fatto di tutto per proteggere quel mondo. Ma niente mi avrebbe mai potuto mettere in guardia da ciò che mi sarebbe successo e ciò che avrei perso e guadagnato da lì a poco.

CAPITOLO 7 - Prova d'esame
Ultima modifica di FedeBrony93 il 05/12/2013, 23:01, modificato 12 volte in totale.
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda Jakrat » 27/07/2013, 12:20

Carina, non mi dispiace affatto ;)

Particolarmente il fatto legato alla creazione di realtà parallele ogni volto che si immagina fortemente qualcosa e la potenza acquisita dagli oggetti particolarmente cari. Bella trovata :buckyeah:

Resto in attesa per i prossimi capitoli, non importa quanto tempo ci vorrà. Bel lavoro :twilightclop:
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 28/07/2013, 18:09

Jakrat ha scritto:Carina, non mi dispiace affatto ;)

Particolarmente il fatto legato alla creazione di realtà parallele ogni volto che si immagina fortemente qualcosa e la potenza acquisita dagli oggetti particolarmente cari. Bella trovata :buckyeah:

Resto in attesa per i prossimi capitoli, non importa quanto tempo ci vorrà. Bel lavoro :twilightclop:

Ti ringrazio :D
Punto a far uscire il prossimo capitolo ai primi di agosto :D
La teoria degli universi paralleli mi è sembrata il modo migliore per giustificare tutta la scena XD
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 01/08/2013, 15:13

Pubblicato il capitolo 2 %)
Questa è una versione nuova, in quanto questo capitolo l'ho riscritto per ben tre volte (se vogliamo è la versione 4.3, visto che l'ho corretta per quattro volte di cui due solo oggi XD)
Il piano originale non era di far accelerare la trama così tanto fin da ora, ma se non lo avessi fatto avrei dovuto scrivere tre o quattro capitoli inutili ai fini della storia vera e propria. Quindi... Buona lettura %)
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda BroNeko » 05/08/2013, 23:06

Uuh, interessante! *ha letto entrambi i capitoli*
Sai cosa? scrivi magnificamente <3
Nel secondo capitolo, molto distanti l'uno dall'altro però, ho visto dei piccoli errori probabilmente dovuti alla fretta (è un capitolo bello grosso, è normale che qualcosa scappi, non preoccuparti, erano cose trascurabili).
Aspetto veramente con impazienza il prossimo capitolo, mi hai incuriosito parecchio e non capisco perché nessuno oltre jakrat ti abbia lasciato un commento! Questa storia è semplicemente intrigante! ^3^
Ammetto che all'inizio vedendo la lunghezza del secondo capitolo mi ero scoraggiata, ma pensa un po', alla fine di esso ho desiderato ci fosse altro, e questo è un buon segno senza dubbio :sisi:
... Non sono brava a recensire, infatti ho già esaurito le parole da dire... piuttosto ho una minaccia!
Ehy voi! Correte a leggere questa meravigliosa storia! Altrimenti-- %)

E basta così.
Muoviti col capitolo tre! :asd:
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 06/08/2013, 14:04

BroNeko ha scritto:Uuh, interessante! *ha letto entrambi i capitoli*
Sai cosa? scrivi magnificamente <3
Nel secondo capitolo, molto distanti l'uno dall'altro però, ho visto dei piccoli errori probabilmente dovuti alla fretta (è un capitolo bello grosso, è normale che qualcosa scappi, non preoccuparti, erano cose trascurabili).
Aspetto veramente con impazienza il prossimo capitolo, mi hai incuriosito parecchio e non capisco perché nessuno oltre jakrat ti abbia lasciato un commento! Questa storia è semplicemente intrigante! ^3^
Ammetto che all'inizio vedendo la lunghezza del secondo capitolo mi ero scoraggiata, ma pensa un po', alla fine di esso ho desiderato ci fosse altro, e questo è un buon segno senza dubbio :sisi:
... Non sono brava a recensire, infatti ho già esaurito le parole da dire... piuttosto ho una minaccia!
Ehy voi! Correte a leggere questa meravigliosa storia! Altrimenti-- %)

E basta così.
Muoviti col capitolo tre! :asd:

Cavolo XD pensavo di aver fatto abbastanza controlli XD
Per quanto riguarda la lunghezza del capitolo, beh... XD non mi aspettavo che uscisse così lungo XD
Se desideri che ci sia un altro capitolo, significa che ti sta piacendo la storia XD e questo mi fa molto piacere XD :D
Per quanto riguarda il capitolo 3... E' in elaborazione da oggi... XD Maaaaaaaa... %)
Il titolo del prossimo capitolo sarà "Una nuova amica" o qualcosa di molto vicino a questo XD
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda Jakrat » 06/08/2013, 14:42

Bene, molto carino anche questo capitolo :e_é_big:

Allora, innanzitutto condivido oltre ogni dire la scelta del mantello... non è semplicemente perché rende il personaggio più apprezzabile, ma perché nei panni di un Protagonista con la P maiuscola penso sia quasi obbligatorio XD

Scherzi a parte, bel capitolo e, anche se considerando il finale è quasi scontato dirlo, attendo il terzo capitolo ;)
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 06/08/2013, 14:54

Jakrat ha scritto:Bene, molto carino anche questo capitolo :e_é_big:

Allora, innanzitutto condivido oltre ogni dire la scelta del mantello... non è semplicemente perché rende il personaggio più apprezzabile, ma perché nei panni di un Protagonista con la P maiuscola penso sia quasi obbligatorio XD

Scherzi a parte, bel capitolo e, anche se considerando il finale è quasi scontato dirlo, attendo il terzo capitolo ;)

Grazie mille :D
E pensare che il mantello non lo avevo nemmeno inserito nelle prime stesure del capitolo XD L'ho aggiunto solo alla fine, nell'ultima revisione XD
Per il prossimo capitolo, dipenderà molto dal tempo libero che avrò in vacanza :/ Spero di farlo uscire prima della fine di Agosto :)
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda Byl » 06/08/2013, 22:28

Finalmente sono riuscito a leggere entrambi i capitoli, ci tenevo a farlo ;) .
Comunque
La storia e la narrazione sono magnifici. Mi piace tantissimo l'idea dei mondi paralleli e mi ha intrigato parecchio quando a letto il giornale e ha visto Rarity dalla serratura, senza rivelare cosa abbia visto, un classico della narrazione che funziona benissimo nelle storie, voglio sapere cosa hai visto :dowant: . Attendo con ansia, TREMENDA ANSIA, il 3°capitolo :dowant: Ottimo lavoro ^_^
Byl
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Re: [FANFIC] La ricerca dell'anello perduto

Messaggioda FedeBrony93 » 07/08/2013, 0:41

Applegineer ha scritto:Finalmente sono riuscito a leggere entrambi i capitoli, ci tenevo a farlo ;) .
Comunque
La storia e la narrazione sono magnifici. Mi piace tantissimo l'idea dei mondi paralleli e mi ha intrigato parecchio quando a letto il giornale e ha visto Rarity dalla serratura, senza rivelare cosa abbia visto, un classico della narrazione che funziona benissimo nelle storie, voglio sapere cosa hai visto :dowant: . Attendo con ansia, TREMENDA ANSIA, il 3°capitolo :dowant: Ottimo lavoro ^_^

Grazie mille :D
Per il terzo capitolo... La storia ce l'ho già in mente: si tratta solo di scriverla XD
Spero di pubblicarlo entro fine agosto ma molto dipenderà da quanto tempo avrò a disposizione :) Per esempio domani faranno dei lavori a casa mia, quindi non potrò scrivere nulla /)-.- T_T
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