Non penso sarà un gran chè, dato che è il mio primo tentativo di scrivere una storia a capitoli
Ma parlando un po' della storia...
E' ambientata durante l' infanzia di Celestia, quando (almeno secondo il mio headcanon) viveva ancora al castello nella Foresta di Everfree con Luna. Ho intenzione di dividere la storia in due parti, Nella prima-
Bah, scommetto che vi sto già annoiando... Dai, passiamo alla lettura del capitolo, che dite?
Capitolo 1
"Avanti Tia, sorellona, torniamo al castello! E' tardi!" Si lamentò una puledrina blu con munita di un paio di piccole ali e corno, rivolta alla pony bianca di fronte a lei, dopo di che rivolse lo sguardo al sole che stava tramontando. "Nostra madre non aspetterà di certo noi per far sorgere la Luna!" Colei che sembrava essere sua sorella maggiore si voltò e le sorrise, scuotendo la sua disordinata criniera rosa. "Celestia" Continuò la blu "E' quasi notte, siamo da sole nella foresta di Everfree e la tua criniera così conciata è un disastro. Siamo principesse alla fin fine!" Si sedette per terra e incrociò le zampe anteriori, mettendo i muso. "oltretutto, camminiamo da ore in cerca di quelle stupide bacche per quell' idiota di nostro cugino che è Orion. Siamo principesse! Non dovremmo abbassarci a tali compiti." "Luna, sciocchina. Dobbiamo solo trovare qualche bacca magica e la zona è questa, stavolta ne sono sicura, non è nulla di che... Inoltre, sai che mi piace portarla così, la criniera." Disse l' altra in risposta, mettendosi uno zoccolo nella criniera con fare vagamente fiero. "Poi, se sei stanca di camminare perchè non..." Si interruppe e si avvicinò alla sorella minore "Ah, certo. Non sai volare!" Disse con tono canzonatorio si mise a saltare intorno all' altra, rideno scioccamente e sbattendo le ali, facendo arrabbiare non poco la più piccola che dopo solo pochi secondi gridò di smetterla e saltò addosso all' altra buttandola a terra. "Woah, calmati Lulu, sai che scherzavo." Sussurrò l' altra, senza smettere comunque di ridere come una pazza. "Dai, andiamo a casa. Siamo vicine a Everfree, Orion si può arrangiare a portare le bacche all' alchimista di corte, la prossima volta." Si scrollò di dosso Luna e ricomincò a camminare lungo il sentiero. "Vedi? Ci sono già la guglie del castello in lontananza" socchiuse gli occhi per mettere a fuoco " sarà si e no un miglio. Possiamo farcela prima che la Luna sia alta." Luna si alzò da terra e iniziò a camminare, accelerando lentamente ad ogni passo. Appena fu vicina a Celestia, fece un minuscolo salto e si mise a galoppare in direzione del castello. Mentre correva voltò la testa e disse: "GARA!" la bianca iniziò a correrle dietro, cercando di tenere testa alla sorella. "Non ti facevano male gli zoccoli?" Celestia gridò, tentando di coprire il rumore del vento che fischiava loro nelle orecchie. "NON PIU'!" Disse Luna in risposta, ridendo come una babmina. Celestia ghignò e aprì le ali, poi a volare sopra la testa della sorellina, che a sua volta cercò di accelerare ulteriormente.
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"hai barato! Tu sai volare e io no, imbrogliona!" Luna gridò contro la sorella fuori dal portone del castello, arrabbiata come poche volte. Celestia sorrise, come era suo solito fare quando la piccola Luna trovava sempre una scusa per accusare la sorella di imbrogliare nelle loro sfide. "Bari più di uno di quegli sporchi troll, Tia!" La rosa, dal canto suo, accarezzò con forza la testa di Luna, ridendo. "Non hai detto niente ali, Lulu" Celestia sospirò. "Dai entriamo. E' tardi" "E' quello che ho detto io prima, brutta troll che non sei altro" Fu la risposta di Luna mettendo il broncio ed entrò nel portone. Celestia avanzò verso seguendo la sorella, quando un rumore in un cespuglio attirò la sua attenzione. Di norma non ci avrebbe fatto caso, ce n' erano di rumori nella rigogliosa foresta che circondava il castello. ma quel suono aveva qualcosa di particolare. Si avvicinò furtivamente all' arbusto da cui proveniva il suono e la sua espressione diventò totalmente indescrivibile quando vide cosa si nascondeva al suo interno: appena fu abbastanza vicina, ciò che su poteva definire "lucciola" le svolazzò con vaga allegria attorno al muso. beh, non si poteva definire esattamente lucciola; sembrava più che altro una luce sferica di un rosa chiarissimo vicino al bianco, da cui spuntavano due paia di ali trasparenti. "Una lucciola!" Gridò emozionata la puledrina candida. La luce iniziò ad allontanarsi da Celestia, che la segui allegra, senza badare al fatto che era ormai buio e che sua sorella, ormai all' interno delle mura della città-fortezza la stava cercando disperatamente.
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"Dove. E'. Celestia?" gridò per l' ennesima volta un alicorno azzurro con una criniera nera, lunga ed eterea, con una costellazione sul fianco. Sbattè ancora una volta lo zoccolo sul pavimento, in preda alla rabbia. Luna tremava sempre più forte a causa deltono usato. Sussurrò terrorizzatadelle parole incompresibili. Luna prese fiato cercando di calmarsi e sbottò:"Eravanodavantialprotneiosonoentrataequandomisonovoltatanonlhovistaepensochesisiaallontanatanelaforestaeallora-" "Calmati adesso" Disse l' azzurro "E ripeti con calma." La blu riprese fiato: "Dopo una corsa nella foresta... Io e Celestia eravamo davanti al portone, così io sono entrata... E quando dopo pochi minuti mi sono voltata perchè non rispondeva... Non l' ho vista e... E..." Si interruppe qualche secondo, con gli occhi lucidi. "...Penso che sia andata nella foresta di Everfree..." Luna fece un' altra pausa "...E non abbiamo trovato le bacche che cercavi. Scusa Orion." E scoppiò a piangere coprendosi il musetto con gli zoccoli. Orion si avvicinò e con fare fraterno le si sedette accanto e le accarezzò la testa, cercando di calmarla. "Non preoccuparti, starà di sicuro bene..." Abbassò la voce, senza farsi sentire da Luna e voltò lo sguardo verso la finestra del castello alla sua sinistra, che dava direttamente sulla foresta."la sua temerarietà le costerà cara prima o poi... Non ha idea di cosa ci sia nella foresta di notte..."
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"Aspettami! Dove vai, lucciolina?" Celestia continuava a rincorrere la luce bianca di fronte a lei, noncurante della profonda oscurità che la circondava. Era ormai nella zona centrale della foresta quando Celestia e la misteriosa luce che seguiva si bloccarono di colpo. la puledrina si guarò intorno per la prima volta, in preda al terrore. la luna era ormai alta nel cielo e la sua luce filtrata dai fitti fogliami degli alberi proiettava ombre minacciose su Celestia. la bianca si concentrò e sforzò finchè il suo corno non iniziò ad emettere una flebile luce che illuminò leggermente le circostanze. Tuttavia, i tronchi e i rami contorti non parvero meno spaventosi agli occhi di Celestia. La luce scattò in avanti, facendosi perdere di vista dalla giovane principessa. La piccola si accasciò a terra continuando a tremare, colta da una stanchezza improvvisa. Le si stavano abbassando le palpebre, quando scorse una debole luce in lontananza tra gli alberi e sobbalzò, rendendosi conto che era la stessa direzione in cui probabilmente era andata la lucciola che inseguiva poco prima. Si alzò di scatto e, con le lacrime agli occhi e il respiro pesante si mise a correre davanti a se. Corse e corse, finchè non raggiunse quella che sembrava essere una radura. A Celestia si mozzò il fiato. Era una radura gigantesca, al cui centro era presente un enorme albero, le cui foglie sembravano d' argento, dal modo in cui riflettevano i raggi della luna. ma la cosa che stupì di più la puledrina furono centinaia, magliaia di luci come quella che aveva inseguito fino a quel momento che volavano attorno al grande albero. Erano tutte di colori diversi; potevano essere simili, ma mai uguali. Alla base del tronco adocchiò la lucciola che l' aveva condotta lì e si avvicinò correndo. Appena giunse alle radici dell' albero guardò in alto e notò quanto fosse veramente grande quella pianta e le cadde la mascella dallo stupore. Sentì di nuovo la vista appannarsi e le palpebre pesanti. L' alicorno sospirò, aprì le ali e volò goffamente fino a raggiungere un grosso ramo a pochi metri da terra dove si sdraiò e si addormentò dopo poco. Intanto centinaia di luci diverse continuavano a vorticarle attorno, mentre la luna compiva il suo corso nel cielo.
-...-...-...-...-...-...-...-...-...-
Celestia aprì gli occhi di scatto quando, la mattina dopo un rumore proveniente dalle radici dell' albero la fece sobbalzare. Planò rapidamente giù dall' albero e "qualcosa" la buttò a terra appena toccò il terreno con gli zoccoli, facendola quindi atterrare sulla schiena. "Eccoti qui! Cosa ci facevi nel mio territorio? Chi sei tu?" La puledrina osservò attentamente l' individuo sopra di lei, e dopo una rapida analisi sbottò: "COSA sei tu!" E lo spinse via con gli zoccoli, rimettendosi su quattro zampe, scrutando ancora più attentamente l' essere che aveva davanti. Era effettivamente difficile capire cosa si trovasse davvero davanti: testa di pony, due corni di colori diversi artiglio d' aquila, coda che sembrava di drago e molte altre cose appartenenti ad altri animali che sembravano montate su un corpo serpentiforme marrone. La creatura la guardò stortamente: "Chi sei?" Ripetè. La bianca si schiarì la voce. "Io sono Celestia, principessa e futura regnante del Regno di Equestria e ho undici anni." L' altro, dal canto suo si grattò il mento, osservando l' aspetto disordinato e sporco della figura davanti a lui. "Seriamente bella, sembri tutto ma non una principessa." Celestia parve scaldarsi. "Cosa hai appena-" Si interruppe per poi assottigliare leggermente lo sguardo verso il suo interlocutore. "Chi sei tu?" "Discord, draconequus, dodici anni, vengo dl Rengo dei Grifoni." Fu la risposta, mentre Discord si guardava con noncuranza le unghie della sua zampa leonina, alzando appena lo sguardo su Celestia, cosa che irritò non poco la giovane. "Guardami quando ti parlo!"
"non stavi parlando tu." Disse Discord sorridendo con scherno, continuando a guardarsi le unghie.
"Non prendermi in-
Aspetta. Hai detto che sei del Regno dei Grifoni?"
"Aha."
"...Sai che il punto più vicino del confine è a più di cento miglia da qui, vero?"
"Ovvio"
"...A-allora come fai a venire qui?" Discord finalmente alzò lo sguardo, ghignando.
"Speravo lo chiedessi." Schioccò le dita della mano sinistra e scomparve dalla vista di Celestia. "D-dove sei?"
"Proprio qui." Discord comparve con un debole flash davanti al muso di Celestia, colpendole la punta del naso con il dito. la principessa si coprì la parte offesa con gli zoccoli, fissando arrabbiata il draconequus.
"Teletrasporto, cara. E' facile." Pronunciò guardando l' altra facendo un sorriso provocatorio. Celestia, dal canto suo, si avvicinò arrabbiata, fino ad arrivare col proprio muso a pochi centimetri da quello di Discord, fissando i suoi occhi rossi. Stettero a fissarsi accigliati sotto i sole del mattino per un tempo che sembrava interminabile. Celestia rilassò improvvisamente lo sguardo. "Mai... Mai giocato a Nascondino?" "Nascon... Che?" La bianca rimase interdetta.
"Non sai cosa sia Nascondino."
"Nope."
"Ma mi dici cosa facevi nel Regno dei Grifoni, te?"
"Faccio quasi tutti i giorni casini nella capitale con qualche amico" Discord ridacchiò.
Celestia allungò lo zoccolo e afferrò saldamente il polso destro dell' altro, sorridendo. "Ma che- zoccoli prensili? Come diavolo..." Discord arrossì leggermente, mentre Celestia iniziava a trainarlo in un punto imprecisato della radura. "Magia!"
-...-...-...-...-...-...-...-...-...-
I due si erano seduti sul prato ai limiti della radura. Celestia spiegava da vari minuti le regole del gioco del Nascondino a Discord che continuava ad ascoltare seccato quando due piccole lucciole, una rosa e una blu si avvicinarono ai due. L' alicorno interruppe il suo discorso e voltò lo sguardo verso le due luci: "Hey! Quella è la lucciolina che mi ha guidato qui!" Discord sembrò sobbalzare. "Che hai appena detto?"
"Quella lucciola rosa mi ha condotto qui. L' ho seguita ieri notte e-"
"Spirito."
"Eh?"
"E' uno Spirito della Foresta, non una lucciola, ignorante."
Celestia sembrò offesa dalla frase dell' altro e incrociò le zampe anteriori: "Illuminami, genio." Discord aprì la mano e la luce blu vi si posò rapidamente. "Questo è uno Spirito della Foresta. Per farti un esempio, sono come Angeli Custodi. Ognuno, presto o tardi, ottiene il proprio, unico e insostituibile, che lo segue per tutta la vita. Tuttavia..." Si interruppe, rivolgendo lo sguardo a Celestia, che lo guardava quasi ipnotizzata "...Se lo Spirito muore prima del suo protetto, quest' ultimo deve pagare un prezzo molto alto, che non si potrebbe valutare neanche per tutto l' oro di Equestria. Gli Spiriti sono creature potenti quanto fragili." "E... Cosa succede se un pony perde il suo Spirito?" Sussurrò la puledrina spaventata. Discord avvicinò il proprio muso a quello della Principessa e continuò: "Si dice che millenni fa un pony con un solo briciolo di impurità nel cuore perse il suo Spirito... Divenne subito un mostro spietato che gettò non solo Equestria, ma molti altri regni nel Terrore e nel Caos totali e regnò su di essi per secoli... Perse totalmente la capacità di provare compassione per gli altri, senza riuscire a provare niente oltre all' odio e alla sete di sangue." Si allontanò dalla rosa e accarezzò lo Spirito sopra la sua zampa, sorridendo con innocenza. "Ma questo cosino non mi abbandonerà mai. Vero?" "...Quindi questa lucciola-" "Spirito." "...Spirito è il mio guardiano o qualcosa del genere?" Chiede la puledrina, leggermente interdetta. L' altro annuì. "Comunque, mi stavi spiegando quel gioco strano, quel..." "Nascondino." "Quello. Continua." "Eh? Sì,certo... Dicevo..."
-..-..-
"Ah. Tutto qui. Mi spieghi perchè hai fatto tanti giri di parole per un qualcosa di così semplice?" Fece il draconequus con aria scocciata, quando Celestia finì di spiegare le regole. Celestia disse, leggermente imbarazzata:"Beh... Sì, tutto qui."
"D' accordo, sembra divertente. Però voglio aggiungere una regolina tutta mia."
La rosa sospirò. "Parla." Discord ghignò e schioccò le dita. La conseguenza di questo gesto, la scomparsa delle ali e del corno della pony. "Niente ali, niente magia. Accetti la sfida o ti tiri indietro, Celestia?" La principessa rispose decisa: "Mi pare ovvio che accetto la sfida. Tu conti." I due si guardarono con aria provocatoria e dissero all' unisono: "Che la sfida abbia inizio, allora." Celestia scosse la disordinata criniera rosa un' ultima volta prima di tornare a guardare negli occhi il suo avversario.
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"hai barato! Tu sai volare e io no, imbrogliona!" Luna gridò contro la sorella fuori dal portone del castello, arrabbiata come poche volte. Celestia sorrise, come era suo solito fare quando la piccola Luna trovava sempre una scusa per accusare la sorella di imbrogliare nelle loro sfide. "Bari più di uno di quegli sporchi troll, Tia!" La rosa, dal canto suo, accarezzò con forza la testa di Luna, ridendo. "Non hai detto niente ali, Lulu" Celestia sospirò. "Dai entriamo. E' tardi" "E' quello che ho detto io prima, brutta troll che non sei altro" Fu la risposta di Luna mettendo il broncio ed entrò nel portone. Celestia avanzò verso seguendo la sorella, quando un rumore in un cespuglio attirò la sua attenzione. Di norma non ci avrebbe fatto caso, ce n' erano di rumori nella rigogliosa foresta che circondava il castello. ma quel suono aveva qualcosa di particolare. Si avvicinò furtivamente all' arbusto da cui proveniva il suono e la sua espressione diventò totalmente indescrivibile quando vide cosa si nascondeva al suo interno: appena fu abbastanza vicina, ciò che su poteva definire "lucciola" le svolazzò con vaga allegria attorno al muso. beh, non si poteva definire esattamente lucciola; sembrava più che altro una luce sferica di un rosa chiarissimo vicino al bianco, da cui spuntavano due paia di ali trasparenti. "Una lucciola!" Gridò emozionata la puledrina candida. La luce iniziò ad allontanarsi da Celestia, che la segui allegra, senza badare al fatto che era ormai buio e che sua sorella, ormai all' interno delle mura della città-fortezza la stava cercando disperatamente.
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"Dove. E'. Celestia?" gridò per l' ennesima volta un alicorno azzurro con una criniera nera, lunga ed eterea, con una costellazione sul fianco. Sbattè ancora una volta lo zoccolo sul pavimento, in preda alla rabbia. Luna tremava sempre più forte a causa deltono usato. Sussurrò terrorizzatadelle parole incompresibili. Luna prese fiato cercando di calmarsi e sbottò:"Eravanodavantialprotneiosonoentrataequandomisonovoltatanonlhovistaepensochesisiaallontanatanelaforestaeallora-" "Calmati adesso" Disse l' azzurro "E ripeti con calma." La blu riprese fiato: "Dopo una corsa nella foresta... Io e Celestia eravamo davanti al portone, così io sono entrata... E quando dopo pochi minuti mi sono voltata perchè non rispondeva... Non l' ho vista e... E..." Si interruppe qualche secondo, con gli occhi lucidi. "...Penso che sia andata nella foresta di Everfree..." Luna fece un' altra pausa "...E non abbiamo trovato le bacche che cercavi. Scusa Orion." E scoppiò a piangere coprendosi il musetto con gli zoccoli. Orion si avvicinò e con fare fraterno le si sedette accanto e le accarezzò la testa, cercando di calmarla. "Non preoccuparti, starà di sicuro bene..." Abbassò la voce, senza farsi sentire da Luna e voltò lo sguardo verso la finestra del castello alla sua sinistra, che dava direttamente sulla foresta."la sua temerarietà le costerà cara prima o poi... Non ha idea di cosa ci sia nella foresta di notte..."
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"Aspettami! Dove vai, lucciolina?" Celestia continuava a rincorrere la luce bianca di fronte a lei, noncurante della profonda oscurità che la circondava. Era ormai nella zona centrale della foresta quando Celestia e la misteriosa luce che seguiva si bloccarono di colpo. la puledrina si guarò intorno per la prima volta, in preda al terrore. la luna era ormai alta nel cielo e la sua luce filtrata dai fitti fogliami degli alberi proiettava ombre minacciose su Celestia. la bianca si concentrò e sforzò finchè il suo corno non iniziò ad emettere una flebile luce che illuminò leggermente le circostanze. Tuttavia, i tronchi e i rami contorti non parvero meno spaventosi agli occhi di Celestia. La luce scattò in avanti, facendosi perdere di vista dalla giovane principessa. La piccola si accasciò a terra continuando a tremare, colta da una stanchezza improvvisa. Le si stavano abbassando le palpebre, quando scorse una debole luce in lontananza tra gli alberi e sobbalzò, rendendosi conto che era la stessa direzione in cui probabilmente era andata la lucciola che inseguiva poco prima. Si alzò di scatto e, con le lacrime agli occhi e il respiro pesante si mise a correre davanti a se. Corse e corse, finchè non raggiunse quella che sembrava essere una radura. A Celestia si mozzò il fiato. Era una radura gigantesca, al cui centro era presente un enorme albero, le cui foglie sembravano d' argento, dal modo in cui riflettevano i raggi della luna. ma la cosa che stupì di più la puledrina furono centinaia, magliaia di luci come quella che aveva inseguito fino a quel momento che volavano attorno al grande albero. Erano tutte di colori diversi; potevano essere simili, ma mai uguali. Alla base del tronco adocchiò la lucciola che l' aveva condotta lì e si avvicinò correndo. Appena giunse alle radici dell' albero guardò in alto e notò quanto fosse veramente grande quella pianta e le cadde la mascella dallo stupore. Sentì di nuovo la vista appannarsi e le palpebre pesanti. L' alicorno sospirò, aprì le ali e volò goffamente fino a raggiungere un grosso ramo a pochi metri da terra dove si sdraiò e si addormentò dopo poco. Intanto centinaia di luci diverse continuavano a vorticarle attorno, mentre la luna compiva il suo corso nel cielo.
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Celestia aprì gli occhi di scatto quando, la mattina dopo un rumore proveniente dalle radici dell' albero la fece sobbalzare. Planò rapidamente giù dall' albero e "qualcosa" la buttò a terra appena toccò il terreno con gli zoccoli, facendola quindi atterrare sulla schiena. "Eccoti qui! Cosa ci facevi nel mio territorio? Chi sei tu?" La puledrina osservò attentamente l' individuo sopra di lei, e dopo una rapida analisi sbottò: "COSA sei tu!" E lo spinse via con gli zoccoli, rimettendosi su quattro zampe, scrutando ancora più attentamente l' essere che aveva davanti. Era effettivamente difficile capire cosa si trovasse davvero davanti: testa di pony, due corni di colori diversi artiglio d' aquila, coda che sembrava di drago e molte altre cose appartenenti ad altri animali che sembravano montate su un corpo serpentiforme marrone. La creatura la guardò stortamente: "Chi sei?" Ripetè. La bianca si schiarì la voce. "Io sono Celestia, principessa e futura regnante del Regno di Equestria e ho undici anni." L' altro, dal canto suo si grattò il mento, osservando l' aspetto disordinato e sporco della figura davanti a lui. "Seriamente bella, sembri tutto ma non una principessa." Celestia parve scaldarsi. "Cosa hai appena-" Si interruppe per poi assottigliare leggermente lo sguardo verso il suo interlocutore. "Chi sei tu?" "Discord, draconequus, dodici anni, vengo dl Rengo dei Grifoni." Fu la risposta, mentre Discord si guardava con noncuranza le unghie della sua zampa leonina, alzando appena lo sguardo su Celestia, cosa che irritò non poco la giovane. "Guardami quando ti parlo!"
"non stavi parlando tu." Disse Discord sorridendo con scherno, continuando a guardarsi le unghie.
"Non prendermi in-
Aspetta. Hai detto che sei del Regno dei Grifoni?"
"Aha."
"...Sai che il punto più vicino del confine è a più di cento miglia da qui, vero?"
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"...A-allora come fai a venire qui?" Discord finalmente alzò lo sguardo, ghignando.
"Speravo lo chiedessi." Schioccò le dita della mano sinistra e scomparve dalla vista di Celestia. "D-dove sei?"
"Proprio qui." Discord comparve con un debole flash davanti al muso di Celestia, colpendole la punta del naso con il dito. la principessa si coprì la parte offesa con gli zoccoli, fissando arrabbiata il draconequus.
"Teletrasporto, cara. E' facile." Pronunciò guardando l' altra facendo un sorriso provocatorio. Celestia, dal canto suo, si avvicinò arrabbiata, fino ad arrivare col proprio muso a pochi centimetri da quello di Discord, fissando i suoi occhi rossi. Stettero a fissarsi accigliati sotto i sole del mattino per un tempo che sembrava interminabile. Celestia rilassò improvvisamente lo sguardo. "Mai... Mai giocato a Nascondino?" "Nascon... Che?" La bianca rimase interdetta.
"Non sai cosa sia Nascondino."
"Nope."
"Ma mi dici cosa facevi nel Regno dei Grifoni, te?"
"Faccio quasi tutti i giorni casini nella capitale con qualche amico" Discord ridacchiò.
Celestia allungò lo zoccolo e afferrò saldamente il polso destro dell' altro, sorridendo. "Ma che- zoccoli prensili? Come diavolo..." Discord arrossì leggermente, mentre Celestia iniziava a trainarlo in un punto imprecisato della radura. "Magia!"
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I due si erano seduti sul prato ai limiti della radura. Celestia spiegava da vari minuti le regole del gioco del Nascondino a Discord che continuava ad ascoltare seccato quando due piccole lucciole, una rosa e una blu si avvicinarono ai due. L' alicorno interruppe il suo discorso e voltò lo sguardo verso le due luci: "Hey! Quella è la lucciolina che mi ha guidato qui!" Discord sembrò sobbalzare. "Che hai appena detto?"
"Quella lucciola rosa mi ha condotto qui. L' ho seguita ieri notte e-"
"Spirito."
"Eh?"
"E' uno Spirito della Foresta, non una lucciola, ignorante."
Celestia sembrò offesa dalla frase dell' altro e incrociò le zampe anteriori: "Illuminami, genio." Discord aprì la mano e la luce blu vi si posò rapidamente. "Questo è uno Spirito della Foresta. Per farti un esempio, sono come Angeli Custodi. Ognuno, presto o tardi, ottiene il proprio, unico e insostituibile, che lo segue per tutta la vita. Tuttavia..." Si interruppe, rivolgendo lo sguardo a Celestia, che lo guardava quasi ipnotizzata "...Se lo Spirito muore prima del suo protetto, quest' ultimo deve pagare un prezzo molto alto, che non si potrebbe valutare neanche per tutto l' oro di Equestria. Gli Spiriti sono creature potenti quanto fragili." "E... Cosa succede se un pony perde il suo Spirito?" Sussurrò la puledrina spaventata. Discord avvicinò il proprio muso a quello della Principessa e continuò: "Si dice che millenni fa un pony con un solo briciolo di impurità nel cuore perse il suo Spirito... Divenne subito un mostro spietato che gettò non solo Equestria, ma molti altri regni nel Terrore e nel Caos totali e regnò su di essi per secoli... Perse totalmente la capacità di provare compassione per gli altri, senza riuscire a provare niente oltre all' odio e alla sete di sangue." Si allontanò dalla rosa e accarezzò lo Spirito sopra la sua zampa, sorridendo con innocenza. "Ma questo cosino non mi abbandonerà mai. Vero?" "...Quindi questa lucciola-" "Spirito." "...Spirito è il mio guardiano o qualcosa del genere?" Chiede la puledrina, leggermente interdetta. L' altro annuì. "Comunque, mi stavi spiegando quel gioco strano, quel..." "Nascondino." "Quello. Continua." "Eh? Sì,certo... Dicevo..."
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"Ah. Tutto qui. Mi spieghi perchè hai fatto tanti giri di parole per un qualcosa di così semplice?" Fece il draconequus con aria scocciata, quando Celestia finì di spiegare le regole. Celestia disse, leggermente imbarazzata:"Beh... Sì, tutto qui."
"D' accordo, sembra divertente. Però voglio aggiungere una regolina tutta mia."
La rosa sospirò. "Parla." Discord ghignò e schioccò le dita. La conseguenza di questo gesto, la scomparsa delle ali e del corno della pony. "Niente ali, niente magia. Accetti la sfida o ti tiri indietro, Celestia?" La principessa rispose decisa: "Mi pare ovvio che accetto la sfida. Tu conti." I due si guardarono con aria provocatoria e dissero all' unisono: "Che la sfida abbia inizio, allora." Celestia scosse la disordinata criniera rosa un' ultima volta prima di tornare a guardare negli occhi il suo avversario.
Avvertimenti: Headcanon, SHIPPING!
,Possibile OoC (Out of Character, fuori dal carattere del personaggio) Genere: ...Non so davvero... Ho intenzione di fare un gran casino con gli eventi, forse ci ripenso quando sarà finita
Releated pic: In arrivo
Ps: Qualcuno sapeva già di questa storia
La persona di cui parlo sa che sto parlando di lei quando leggerà questo messaggio Pps: Ho ingrandito caratteri perchè a grandezza normale a leggere mi si incrociavano gli occhi
