Cercasi Beta Reader

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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 24/01/2020, 17:59

HB heavenly boy ha scritto:
Era una notte buia e senza luna. Dall’interno delle costruzioni che formavano l’antica città si poteva udire il respiro tranquillo degli abitanti che dormivano.

Questa descrizione è troppo vaga e fatta di lacune. Innanzitutto: in quale tipo di città ci troviamo? È fantasy? Le strutture hanno un aspetto architettonico barocco, gotico o rococò? La città sorge su una montagna, una collina o sta su una pianura? Ha un aspetto decadente o no?
La mancanza di una descrizione solida non aiuta il lettore a capire in quale tipo di ambiente si muove il personaggio, e di conseguenza il genere dell'opera. Non basta dire "è una città", perché così lo costringi a sviluppare un'idea che, con molta probabilità, non coincide con la tua.
In questi giorni ho ascoltato l'audio libro La maschera di Innsmouth di H. P. Lovecraft, e lì la città di Innsmouth viene descritta in modo molto nitido. Ti consiglio di prendere esempio da lì.
Inoltre, teorizzando che il lettore immagini di essere tra le vie di questa città, mentre è coinvolto nella lettura, è impossibile che riesca ad udire il rumore che fanno le persone mentre dormono. È anche una descrizione superflua, in quanto è scontato che a notte fonda molta gente stia dormendo.
Continuiamo:

Beh, non avevo voluto descrivere la città perché poi non ricompariva più fino al secondo libro, e pensavo di descriverla allora proprio perché così si aveva più empatia con chi ci andava. E quindi pensavo che così si creava più mistero non descrivendola nel primo libro. E poi in quella città gli abitanti non sono umani. E non sono esperto dei nomi degli stili architettonici.

HB heavenly boy ha scritto:
Un’ombra si aggirava furtivamente, protetta dal favore delle tenebre. Vista più da vicino si poteva distinguere una persona, piccola rispetto agli edifici circostanti, avvolta in un mantello nero con indosso un paio di guanti del medesimo colore. In mano reggeva un bastone di bambù.

Altra descrizione che non funziona, ahimé. Mancano alcuni dettagli primari come l'altezza e la forma del corpo (è magro? In carne? Muscoloso? Slanciato?). Ci sta che tu non ne descriva ancora il volto, dato l'alone di mistero che circonda la sua figura, ma qui si ripete in parte l'errore sopra citato nel caso della città: se non fornisci alcune informazioni, obblighi il lettore a farsi automaticamente un'idea che non corrisponde alla tua.

Beh, non avevo messo queste cose perché ha proprio la tunica che lo copre del tutto. Così. https://www.amazon.it/Mescara-Halloween-Cappuccio-Medievale-Accappatoio/dp/B07H5MF47F/ref=asc_df_B07H5MF47F/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=294714384168&hvpos=1o6&hvnetw=g&hvrand=2123002786033176319&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=9050659&hvtargid=pla-551304314315&psc=1 E quindi in questo modo non si capisce come è fatto il corpo. Non pensavo che dovevo dire specificatamente quanto è alto in modo preciso o anche il numero delle sue scarpe.

HB heavenly boy ha scritto:
La figura incappucciata si fermò all’angolo di un incrocio riparato da una recinzione. Si concesse di ammirare lo spettacolo offertogli da quel posto. Enormi edifici costruiti a spirale, senza porte né scale, ma solo delle grandi finestre, si alzavano imponenti in cielo. Non poteva descrivere la meraviglia che provava in quel momento, al trovarsi finalmente lì, dopo tutte le ricerche svolte. Era riuscita a trovare quelle creature scomparse da tempo. Da anni avevano lasciato il mondo senza che nessuno sapesse dove fossero finite, ed ora lei le aveva trovate, quando nessun’altro c’era riuscito. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, con la massima cura e attenzione. Aveva passato notti a imparare la topografia del luogo e ad individuare dove si potesse ubicare ciò che cercava. Di solito non si esponeva direttamente, ma per quello che voleva fare questa volta era fondamentale che agisse di persona. A tal fine si era camuffata, curandosi anche di sostituire il bastone che adoperava di solito, per non farsi riconoscere.

Qua si passa ora al problema opposto. Rovesci addosso al lettore troppe informazioni tutte assieme, e al tempo stesso non dici nulla. In questo paragrafo, poi, si capisce che la figura incappucciata è femmina: io avevo dato per scontato che fosse maschio, a causa di una tua carenza nella descrizione.
Ma continuiamo: di quali creature stai parlando (di cui non esiste una descrizione)? Perché la ragazza si muove cercando di non farsi riconoscere?
Insomma, in questo paragrafo ti sei mosso con troppa fretta: i dettagli della trama vanno svelati un passo alla volta e non tutti assieme. Ti prego, non fare lo stesso errore di Attack on Titan (battuta per sdrammatizzare UuU).

Anche questa è una scena che mi è stato chiesto di mettere da chi mi ha detto che i draghi non ruggiscono. Per quanto riguarda il fatto che la figura incappucciata è femmina, sempre la stessa persona mi ha detto che non dovevo dire se è maschio o femmina, e quindi mi sono messo a dargli del lei per evitare di dirlo, e questo mi ha creato non pochi problemi. Per le creature, non avevo detto chi fossero perché pensavo che così fosse più misterioso non dirlo.

HB heavenly boy ha scritto:
A chi fosse capitato di vedere quell’ombra, l’avrebbe vista farsi sempre più sfocata fino a diventare trasparente come un fantasma. Dopodiché si addentrò dentro all’edificio, come se non ci fosse alcun muro. Aggirandosi con attenzione nei corridoi la figura non incontrò alcun ostacolo. Sorrise beffardamente sotto il cappuccio.

Anche qui, poco chiaro. La ragazza è dunque una maga, dato che sa usare gli incantesimi? Forse, ma per le poche descrizioni che hai fornito appariva più come una ladra/spia. Inoltre, se il suo obbiettivo era quello di non farsi scoprire, perché non ha usato subito l'incanto per diventare invisibile? Ragiona su questi dettagli. E un'altra domanda: come fa ad entrare nell'edificio dall'esterno?

Sì, usa la magia, ma sempre quel tizio mi aveva detto di non dirlo subito che la praticasse. Comunque non ha usato un incantesimo per diventare invisibile, ma uno per diventare intangibile in modo da passare attraverso i muri.

HB heavenly boy ha scritto:
Aggirandosi con attenzione nei corridoi la figura non incontrò alcun ostacolo. Sorrise beffardamente sotto il cappuccio. Gli ignari abitanti non sospettavano minimamente che qualcuno potesse introdursi.

Qui, a parte le ridondanti descrizioni frettolose, c'è un problema di scarsa credibilità. Come si legge più avanti, la ragazza aveva come obbiettivo quello di raggiungere questa stanza del tesoro: come mai, allora, non c'era nessuna guardia a difenderne l'entrata?


Diciamo che quella stanza del tesoro non è proprio quello che sembra. Oltretutto l'intruso non era qualcuno che aspettassero che arrivasse.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda HB heavenly boy » 25/01/2020, 18:00

l.pallad ha scritto:
HB heavenly boy ha scritto:
Era una notte buia e senza luna. Dall’interno delle costruzioni che formavano l’antica città si poteva udire il respiro tranquillo degli abitanti che dormivano.

Questa descrizione è troppo vaga e fatta di lacune. Innanzitutto: in quale tipo di città ci troviamo? È fantasy? Le strutture hanno un aspetto architettonico barocco, gotico o rococò? La città sorge su una montagna, una collina o sta su una pianura? Ha un aspetto decadente o no?
La mancanza di una descrizione solida non aiuta il lettore a capire in quale tipo di ambiente si muove il personaggio, e di conseguenza il genere dell'opera. Non basta dire "è una città", perché così lo costringi a sviluppare un'idea che, con molta probabilità, non coincide con la tua.
In questi giorni ho ascoltato l'audio libro La maschera di Innsmouth di H. P. Lovecraft, e lì la città di Innsmouth viene descritta in modo molto nitido. Ti consiglio di prendere esempio da lì.
Inoltre, teorizzando che il lettore immagini di essere tra le vie di questa città, mentre è coinvolto nella lettura, è impossibile che riesca ad udire il rumore che fanno le persone mentre dormono. È anche una descrizione superflua, in quanto è scontato che a notte fonda molta gente stia dormendo.
Continuiamo:

Beh, non avevo voluto descrivere la città perché poi non ricompariva più fino al secondo libro, e pensavo di descriverla allora proprio perché così si aveva più empatia con chi ci andava. E quindi pensavo che così si creava più mistero non descrivendola nel primo libro. E poi in quella città gli abitanti non sono umani. E non sono esperto dei nomi degli stili architettonici.

HB heavenly boy ha scritto:
Un’ombra si aggirava furtivamente, protetta dal favore delle tenebre. Vista più da vicino si poteva distinguere una persona, piccola rispetto agli edifici circostanti, avvolta in un mantello nero con indosso un paio di guanti del medesimo colore. In mano reggeva un bastone di bambù.

Altra descrizione che non funziona, ahimé. Mancano alcuni dettagli primari come l'altezza e la forma del corpo (è magro? In carne? Muscoloso? Slanciato?). Ci sta che tu non ne descriva ancora il volto, dato l'alone di mistero che circonda la sua figura, ma qui si ripete in parte l'errore sopra citato nel caso della città: se non fornisci alcune informazioni, obblighi il lettore a farsi automaticamente un'idea che non corrisponde alla tua.

Beh, non avevo messo queste cose perché ha proprio la tunica che lo copre del tutto. Così. https://www.amazon.it/Mescara-Halloween-Cappuccio-Medievale-Accappatoio/dp/B07H5MF47F/ref=asc_df_B07H5MF47F/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=294714384168&hvpos=1o6&hvnetw=g&hvrand=2123002786033176319&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=9050659&hvtargid=pla-551304314315&psc=1 E quindi in questo modo non si capisce come è fatto il corpo. Non pensavo che dovevo dire specificatamente quanto è alto in modo preciso o anche il numero delle sue scarpe.

HB heavenly boy ha scritto:
La figura incappucciata si fermò all’angolo di un incrocio riparato da una recinzione. Si concesse di ammirare lo spettacolo offertogli da quel posto. Enormi edifici costruiti a spirale, senza porte né scale, ma solo delle grandi finestre, si alzavano imponenti in cielo. Non poteva descrivere la meraviglia che provava in quel momento, al trovarsi finalmente lì, dopo tutte le ricerche svolte. Era riuscita a trovare quelle creature scomparse da tempo. Da anni avevano lasciato il mondo senza che nessuno sapesse dove fossero finite, ed ora lei le aveva trovate, quando nessun’altro c’era riuscito. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, con la massima cura e attenzione. Aveva passato notti a imparare la topografia del luogo e ad individuare dove si potesse ubicare ciò che cercava. Di solito non si esponeva direttamente, ma per quello che voleva fare questa volta era fondamentale che agisse di persona. A tal fine si era camuffata, curandosi anche di sostituire il bastone che adoperava di solito, per non farsi riconoscere.

Qua si passa ora al problema opposto. Rovesci addosso al lettore troppe informazioni tutte assieme, e al tempo stesso non dici nulla. In questo paragrafo, poi, si capisce che la figura incappucciata è femmina: io avevo dato per scontato che fosse maschio, a causa di una tua carenza nella descrizione.
Ma continuiamo: di quali creature stai parlando (di cui non esiste una descrizione)? Perché la ragazza si muove cercando di non farsi riconoscere?
Insomma, in questo paragrafo ti sei mosso con troppa fretta: i dettagli della trama vanno svelati un passo alla volta e non tutti assieme. Ti prego, non fare lo stesso errore di Attack on Titan (battuta per sdrammatizzare UuU).

Anche questa è una scena che mi è stato chiesto di mettere da chi mi ha detto che i draghi non ruggiscono. Per quanto riguarda il fatto che la figura incappucciata è femmina, sempre la stessa persona mi ha detto che non dovevo dire se è maschio o femmina, e quindi mi sono messo a dargli del lei per evitare di dirlo, e questo mi ha creato non pochi problemi. Per le creature, non avevo detto chi fossero perché pensavo che così fosse più misterioso non dirlo.

HB heavenly boy ha scritto:
A chi fosse capitato di vedere quell’ombra, l’avrebbe vista farsi sempre più sfocata fino a diventare trasparente come un fantasma. Dopodiché si addentrò dentro all’edificio, come se non ci fosse alcun muro. Aggirandosi con attenzione nei corridoi la figura non incontrò alcun ostacolo. Sorrise beffardamente sotto il cappuccio.

Anche qui, poco chiaro. La ragazza è dunque una maga, dato che sa usare gli incantesimi? Forse, ma per le poche descrizioni che hai fornito appariva più come una ladra/spia. Inoltre, se il suo obbiettivo era quello di non farsi scoprire, perché non ha usato subito l'incanto per diventare invisibile? Ragiona su questi dettagli. E un'altra domanda: come fa ad entrare nell'edificio dall'esterno?

Sì, usa la magia, ma sempre quel tizio mi aveva detto di non dirlo subito che la praticasse. Comunque non ha usato un incantesimo per diventare invisibile, ma uno per diventare intangibile in modo da passare attraverso i muri.

HB heavenly boy ha scritto:
Aggirandosi con attenzione nei corridoi la figura non incontrò alcun ostacolo. Sorrise beffardamente sotto il cappuccio. Gli ignari abitanti non sospettavano minimamente che qualcuno potesse introdursi.

Qui, a parte le ridondanti descrizioni frettolose, c'è un problema di scarsa credibilità. Come si legge più avanti, la ragazza aveva come obbiettivo quello di raggiungere questa stanza del tesoro: come mai, allora, non c'era nessuna guardia a difenderne l'entrata?


Diciamo che quella stanza del tesoro non è proprio quello che sembra. Oltretutto l'intruso non era qualcuno che aspettassero che arrivasse.

Senti, Pallad, tu hai aperto questo thread affinché la gente ti dicesse dove sbagliavi nella scrittura, ma come puoi fare ammenda dei tuoi errori se cerchi sempre di giustificarli? Come scrivi qui:
Beh, non avevo voluto descrivere la città perché poi non ricompariva più fino al secondo libro, e pensavo di descriverla allora proprio perché così si aveva più empatia con chi ci andava. E quindi pensavo che così si creava più mistero non descrivendola nel primo libro. E poi in quella città gli abitanti non sono umani. E non sono esperto dei nomi degli stili architettonici.

Non c'entra nulla il fatto che la città sarebbe comparsa per poche pagine: tu DEVI descriverla per il lettore, e non evitare la fatica perché "tanto c'è per poche pagine". E se comparirà nell'ipotetico secondo libro, a maggior ragione devi descriverla in questo primo, perché se riuscirai a pubblicare il romanzo (le case editrici, oramai, non sembrano guardare tanto alla qualità della scrittura) e il lettore leggerà la descrizione della città di cui non hai dato neanche il nome, solo dopo si chiederà "ma perché non l'ha fatto prima" e giustamente si sentirà preso in giro.
Inoltre, non è omettendo la descrizione della città che agevolerai il mistero che aleggia su di essa: la verità è che devi fare il percorso inverso. Tu scrivi "la città di Babbudoglio era stata distrutta" e sarà il lettore da solo a porsi il quesito su cosa l'abbia distrutta. Se tu invece non mi dici nulla, allora di conseguenza non crei nemmeno il mistero.
È utile anche documentarsi un minimo su come si descrivono le città e gli edifici.
E per ultimo:
Diciamo che quella stanza del tesoro non è proprio quello che sembra. Oltretutto l'intruso non era qualcuno che aspettassero che arrivasse.

Così hai creato un buco di trama. Se la stanza del tesoro non è quello che sembra, perché lasciarla comunque incustodita? Un ladro intelligente se le farebbe due domande, o penserebbe "è stato troppo facile, c'è qualcosa che non va". E poi, è una stanza del tesoro, diamine! È scontato che ci sarebbero stati dei ladri che avrebbero provato ad entrare per fare un saccheggio.

Va beh, io ho finito, qui. Sei ancora lontano dal possedere uno stile di scrittura quanto meno accettabile.
Non so quanto serviranno i nostri consigli, ma se vuoi migliorare davvero allora devi lavorare sodo ed essere seriamente autocritico.
See ya.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 25/01/2020, 18:54

HB heavenly boy ha scritto:Senti, Pallad, tu hai aperto questo thread affinché la gente ti dicesse dove sbagliavi nella scrittura, ma come puoi fare ammenda dei tuoi errori se cerchi sempre di giustificarli? Come scrivi qui:
Beh, non avevo voluto descrivere la città perché poi non ricompariva più fino al secondo libro, e pensavo di descriverla allora proprio perché così si aveva più empatia con chi ci andava. E quindi pensavo che così si creava più mistero non descrivendola nel primo libro. E poi in quella città gli abitanti non sono umani. E non sono esperto dei nomi degli stili architettonici.

Non c'entra nulla il fatto che la città sarebbe comparsa per poche pagine: tu DEVI descriverla per il lettore, e non evitare la fatica perché "tanto c'è per poche pagine". E se comparirà nell'ipotetico secondo libro, a maggior ragione devi descriverla in questo primo, perché se riuscirai a pubblicare il romanzo (le case editrici, oramai, non sembrano guardare tanto alla qualità della scrittura) e il lettore leggerà la descrizione della città di cui non hai dato neanche il nome, solo dopo si chiederà "ma perché non l'ha fatto prima" e giustamente si sentirà preso in giro.
Inoltre, non è omettendo la descrizione della città che agevolerai il mistero che aleggia su di essa: la verità è che devi fare il percorso inverso. Tu scrivi "la città di Babbudoglio era stata distrutta" e sarà il lettore da solo a porsi il quesito su cosa l'abbia distrutta. Se tu invece non mi dici nulla, allora di conseguenza non crei nemmeno il mistero.
È utile anche documentarsi un minimo su come si descrivono le città e gli edifici.
E per ultimo:
Diciamo che quella stanza del tesoro non è proprio quello che sembra. Oltretutto l'intruso non era qualcuno che aspettassero che arrivasse.

Così hai creato un buco di trama. Se la stanza del tesoro non è quello che sembra, perché lasciarla comunque incustodita? Un ladro intelligente se le farebbe due domande, o penserebbe "è stato troppo facile, c'è qualcosa che non va". E poi, è una stanza del tesoro, diamine! È scontato che ci sarebbero stati dei ladri che avrebbero provato ad entrare per fare un saccheggio.

Va beh, io ho finito, qui. Sei ancora lontano dal possedere uno stile di scrittura quanto meno accettabile.
Non so quanto serviranno i nostri consigli, ma se vuoi migliorare davvero allora devi lavorare sodo ed essere seriamente autocritico.
See ya.


Non ti preoccupare. So che ho bisogno di migliorare, e non sto giustificando i miei errori perché non voglio correggerli, ma perché, spiegando le mie ragioni, posso sapere se devo modificare comunque oppure no. Quindi se tu dici che devo descrivere comunque la città nonostante tutto allora lo farò. Per il tesoro dovrò dirti in modo privato perché non è custodito, in modo da sapere se devo comunque metterci qualcosa a fare la guardia.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 30/01/2020, 21:39

Ecco il nuovo prologo modificato spero abbastanza riguardo i vostri consigli.

L’oscurità era scesa col tramontare del sole, in un cielo completamente nero, tranne che per le stelle. Neppure la luna era presente in quella notte buia.
Un’ombra si aggirava furtivamente, protetta dal favore delle tenebre. Vista più da vicino si poteva distinguere una persona avvolta in un mantello nero che ricopriva tutto il suo corpo fino ai piedi, con tanto di cappuccio che gli copriva il volto, e un paio di guanti della medesima tonalità. Con la mano destra reggeva un bastone di bambù e, su di essa, indossava un anello d’oro con un sigillo a stella a cinque punte fatta di lapislazzuli.
La figura incappucciata si fermò all’angolo di un incrocio riparato da una recinzione. Si concesse di ammirare lo spettacolo offertogli da quel posto. Enormi edifici neri, costruiti a spirale, senza porte né scale, ma solo delle grandi finestre, si alzavano imponenti in cielo, costruiti in una pendente area di montagna, su cui scorreva un fiume che portava a una cascata, gli alberi aggiungevano un tocco decorativo alle strade di pietra compattata insieme. Ciò che saltava più nell’occhio era il fatto che la città era gigantesca e fuori misura rispetto a lui. Edifici, strade, tutto enorme sproporzionato e fuori misura, facendolo apparire piccolo ed insignificante in quel posto glorioso, anche se questo non gli avrebbe impedito di mettere in atto quello che aveva in mente. Tutto era stato pianificato nei minimi dettagli, con la massima cura e attenzione. Aveva passato notti a imparare la topografia del luogo e ad individuare dove si potesse ubicare ciò che cercava. Di solito non si esponeva direttamente, ma per quello che voleva fare questa volta era fondamentale che agisse di persona. A tal fine si era camuffato, curandosi anche di sostituire il bastone del potere che adoperava di solito, per non farsi riconoscere. Non poteva permettersi di fallire, lo sapeva fin troppo bene. Se gli abitanti avessero scoperto la sua presenza sarebbe sicuramente stata la sua fine. Un piccolo errore e tutto sarebbe andato in fumo.
Come se lo avesse profetizzato, un’ombra gigantesca si stava avvicinando in volo dirigendosi verso di lui e, prima che riuscisse a vederlo, si buttò a terra mettendosi nel bel mezzo del recinto. Quando l’ombra passò oltre, l’individuo incappucciato tirò un sospiro di sollievo e proseguì.
Giunto di fronte all’enorme parete rocciosa di uno degli edifici più vicini, puntò la propria mano contro sé stesso e cominciò a richiamare alla mente i suoi sentimenti più forti, accompagnandoli a gesti precisi e complessi della mano. A chi fosse capitato di vedere quella persona, l’avrebbe vista farsi sempre più sfocata fino a diventare trasparente come un fantasma. Dopodiché si addentrò dentro all’edificio, come se non ci fosse alcun muro, ritornando subito tangibile.
Al suo interno, trovò un altro corridoio enorme e, proseguendo, arrivò ad una rampa di scale gigantesche e fuori misura, ed iniziò a salirle, trovando serie difficoltà in ogni gradino. Ma mentre passava si accorse di nuovo di una gigantesca creatura, che stava passando per le scale. Si appiattì allora all’angolo del gradino, e la vide mentre passava oltre lui. Il cuore gli batteva forte per la paura. Se quella creatura lo vedeva o fiutava, sarebbe stata la fine per lui. La tensione continuò per tutto il momento in cui la creatura passò d’avanti, fino a quando non si passò oltre. Il tipo incappucciato tirò un sospiro di sollievo.

"Meno male. L’incantesimo per isolare il rumore del battito del mio cuore ed il mio odore ha funzionato anche su di lui. Per fortuna questi sciocchi non hanno preso le adeguate precauzioni contro le cose piccole."

Passato il momento di paura, quando la creatura si fu allontanata, proseguì nel corridoio, fino ad entrare in una gigantesca, vasta stanza dove trovò miriadi di tesori e gioielli sparsi sul pavimento. Intere montagne di ricchezze a perdita d’occhio, monete d’oro e d’argento, pietre preziose, armi rare e di pregiata fattura, illuminate solo dalle luci di flebili fiammelle. Ignorò tutto quanto come se si trovasse davanti ad una montagna di banale ciarpame. Il suo obiettivo era un altro ben più prezioso di quei ninnoli. Sollevò un poco la mano e iniziò ad agitare le dita, mentre attingeva di nuovo alle sue più forti emozioni, facendo attenzione a non perdere il controllo. Sbatté a terra il bastone e una brezza leggera si levò alle sue spalle. Il mantello iniziò a muoversi in tutte le direzioni e il suo corpo parve perdere peso. Come un foglio di carta, fu sollevato in aria e, levitando sopra le grosse ricchezze, si mise alla ricerca di quello per cui era venuto. Venne attratto all’improvviso dal rumore di un lento e possente respiro di qualcosa di molto grande e, dirigendosi in direzione di quel rumore, vide adagiata sopra le immense montagne d’oro e gioielli un’enorme bestia addormentata. Un drago. L'animale aveva il muso da rettile, denti e corna appuntiti ed era ricoperto di squame color argento. Respirava facendo sollevare le squame del dorso, la coda continuava a fare scatti nervosi nel sonno facendo tentennare i filamenti posti sulla punta. Poi eccolo! Uno spostamento dell’ala da pipistrello gli mostrò ciò che più desiderava: un uovo, grande quanto quello di uno struzzo, che il drago teneva amorevolmente e delicatamente tra le zampe artigliate.
Si avvicinò lentamente alla bestia. Quando fu abbastanza vicino, puntò la mano libera verso l’uovo e cominciò a pronunciare la formula nella mente per evitare di svegliare la creatura, ed ecco che l’uovo si sollevò in aria, e volò verso di lui, fino ad arrivare nelle sue mani. Era pesante, leggermente ruvido, ma soprattutto era caldo. Poteva percepire chiaramente la vita che pulsava dentro di esso.
Non c’era tempo per fare altre considerazioni, la madre si sarebbe svegliata presto, percependo la mancanza della sua prole. Lui era potente, ma non abbastanza per fronteggiare la furia di una simile creatura. Così allora cominciò ad andarsene, muovendosi il più velocemente possibile, facendo attenzione a non rompere l’uovo. Questa volta fu più facile uscirne, dato che gli bastò solo levitare ad una finestra più vicina e aprirla dall’interno.

*

Fuggiva correndo più veloce che poteva, con l’uovo stretto al petto. Quello che aveva attuato era pura follia, tuttavia l’adrenalina lo rendeva quasi euforico. Un ringhio agghiacciante fece vibrare gli edifici nel momento stesso in cui lui si ritrovò in strada. Come aveva intuito, la madre si era svegliata e aveva appena avvisato tutti gli altri. Gigantesche creature alate iniziarono a coprire il cielo, lanciando grida di rabbia. Accelerò ancora di più, richiamando quante più emozioni possibili, non era il momento di essere parsimoniosi. Entrare era stata la parte più facile, uscire vivo da lì avrebbe richiesto attenzione e fortuna. Sentì una vibrazione sorda nel petto.

"Dannazione," pensò, "l’uovo sta rispondendo al richiamo materno."

Fu proprio la prima a raggiungerlo. Gli piombò addosso nel disperato tentativo di bloccare quella figura incappucciata e recuperare il suo uovo, ma questa la schivò abilmente richiamando di nuovo le sue emozioni generando un’onda d’urto alle sue spalle che gli diede una momentanea spinta in avanti, mentre la madre, essendosi buttata nel vuoto con troppa velocità, finì per sbattere contro un palazzo con grande violenza, mentre la figura atterrò in piedi e continuò a muoversi dirigendosi verso i confini della città. Altri draghi erano giunti nel frattempo a dare man forte. Fu allora che il ladro sollevò il bastone, dalla cui punta scaturì una luce abbagliante, che accecò momentaneamente i draghi, concedendogli un discreto vantaggio. Approfittando del disordine e della distanza raggiunta la figura si fermò, prese una pietra e la trasmutò. Adesso in mano aveva due uova identiche, se non fosse che all’interno di una delle due non era presente la vita. In quel momento una fiammata lo sfiorò. I draghi si erano ripresi e gli erano quasi addosso. Fu così che passò alla parte più complicata del suo piano. Si girò e scagliò la pietra trasmutata contro la madre che disperata fece di tutto per afferrare l’uovo senza riuscirci. Il falso uovo finì poco più in là e il drago si precipitò a cercarlo. Gli altri draghi però avevano un altro compito: uccidere l’intruso, il ladro, l’empio essere che aveva invaso la loro terra.
Continuarono ad inseguirlo fino alle porte della città. Qui, il ladro si fermò. Rise mentre i draghi lo investivano con le loro fiamme e non si mosse. Il vantaggio guadagnato gli aveva permesso di fermarsi per concentrarsi. Quando il fumo si dissolse, di lui non vi erano più tracce.
Le creature, credendo di aver assolto al loro dovere, tornarono indietro ad aiutare la madre nella ricerca del suo uovo, ma questa ormai aveva scoperto il tranello e il dolore per la perdita e l’umiliazione l’avevano devastata. Il suo compagno, per quanto affranto, tentava di consolarla, avvolgendola tra le sue ali, ma il dolore della femmina era incontenibile.
Fu un evento cupo per i draghi quella notte. Qualcuno era riuscito a intrufolarsi nella città, a rapire uno dei loro piccoli, senza neanche che avesse avuto la possibilità di nascere, e a beffarsi di loro. Tornarono alle porte della città ma vi trovarono solo resti carbonizzati. Del vero uovo nessuna traccia.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 03/02/2020, 11:37

Non avete proprio nulla da dire? ;_;
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda RX-77 » 03/02/2020, 22:33

l.pallad ha scritto:Non avete proprio nulla da dire? ;_;

No :rarityno:


... ma solo perché non trovo tempo per fare tutto con calma. :asd:

Però un'altra cosa mi è saltata all'occhio: ma son solo io (abituato all'inglese) a trovare il passato remoto pesante come coniugazione? O è comune usarlo per raccontarci tutta una storia?

EDIT_ Mi rispondo da solo: ho dato un'occhiata veloce ad Eragon e mi son accorto che è tutto al passato remoto :asd: (eccetto i dialoghi). Allora devo poi vedermi con calma il tutto. :sisi:
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda HB heavenly boy » 09/02/2020, 15:56

Ancora non ci siamo, I.pallad.
Manchi sempre di descrizioni approfondite.
Non per fare il maestro di scrittura, ma ho provato a riscrivere a modo mio il contenuto del tuo libro (fino ad un certo punto) in un modo che meglio si avvicina ad una forma di scrittura corretta e coinvolgente.
Non che quello che ho scritto io sia ancora lontanamente accettabile per l'editoria, ma fai il confronto e vedi dove stanno le differenze:
La notte era da poco scesa sulla città di (Nome città dei draghi).
La sole fonte di luce proveniva dalle infinite stelle visibili nel firmamento, e in mezzo a quel esteso velo nero e scintillante non era possibile anche solo intravedere la Luna.
(Nome città dei draghi) poggiava su di una vasta vallata arida e circondata per buona parte del suo perimetro da catene montuose, ricolme di riolite marrone e dalle vette inarrivabili che davano l'impressione di poter graffiare il cielo. Un solo valico adiacente al sentiero principale (Nome delle città dei draghi) separava i due versanti della catena, e lo stesso sentiero che si delineava sopra di esso si collegava direttamente alla strada dissestata che passava per l'ingresso sigillato ad arcata della città, realizzato con grossi blocchi di minerale liscio al tatto, lucente e dal colore che spaziava dall'azzurro al viola chiaro. Le mura che circondavano la città, rimanendo adiacenti alla catena montuosa, erano del medesimo materiale.
Chi si sarebbe girato per osservare il valico non avrebbe visto altro che una strada che portava ad un'inquietante coltre di oscurità; ma di converso, la città vista da dentro le mura offriva una visione del tutto diversa. Le case dai tetti spioventi, prive di qualsivoglia camino, erano costruite con la stessa riolite marrone e ruvida al tatto delle montagne che avvolgevano la città, rette da pilastri in acciaio. Le abitazioni più grandi, appartenute forse ai cittadini più facoltosi, erano invece realizzate con lo stesso minerale azzurrino delle mura posizionato a blocchi, senza un singolo accenno di vegetazione volto ad abbellire gli spazi esterni.
Il groviglio di strade vuote realizzate con blocchi di pietre bianche mostravano vistosi segni di graffi dall'origine ignota, dato che la cittadina non teneva carri da traino, né tanto meno stalle o allevamenti per bestie da carne.
(Nome della città dei draghi) appariva come una città fantasma e silente. L'unico rumore udibile, parecchio flebile, proveniva da una figura misteriosa che si aggirava in modo furtivo sui tetti delle case più umili. Ella indossava un lungo mantello nero con cappuccio rialzato, a fare ombra sul suo volto giovane, che arrivava fino alle ginocchia. Sotto di esso indossava una veste di lana nera, leggera e ideale per il clima caldo anche nelle ore più buie della vallata. A coprire le gambe vi erano dei calzoni in cuoio anch'essi neri, assieme a calzature in pelle di stambecco ideali per attutire il rumore dei suoi passi. Col tale vestiario si era garantito una perfetta mimetizzazione con la notte. La mano destra stringeva saldo un catalizzatore di bamboo, mentre nella sinistra indossava un anello d'oro decorato con una stella sopra cui era incastonata una pietra di lapislazzuli.


P.S.: Eventuali consigli chiedili qui, e non per MP. Grazie.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 09/02/2020, 19:23

Oggi avevo iniziato a riscrivere ancora il prologo. Ovviamente devo aggiungere quello che hai suggerito tu. Ma, a parte, questo, è un miglioramento? Come si dovrebbe adeguare secondo le tue idee?

L’oscurità era scesa col tramontare del sole, in un cielo completamente nero, tranne che per le stelle. Neppure la luna era presente in quella notte buia.
D’innanzi ad una montagna, qualcuno stava fissando una montagna verde con delle spirali nere che si stagliavano in alto. L’individuo indossava un mantello nero, il cui colore lo mimetizzava con le tenebre, che ricopriva tutto il suo corpo fino ai piedi, con tanto di cappuccio che gli copriva il volto, e un paio di guanti della medesima tonalità. Con la mano sinistra reggeva un bastone di bambù e, sulla destra, indossava un anello d’oro con un sigillo a stella a cinque punte fatta di lapislazzuli.
Quell’individuo poggiò il suo bastone a terra e tirò fuori dalla sua veste un libro dalla copertina color carne putrefatta, su cui c’era un volto urlante di sofferenza con gli occhi color sangue. Lo aprì cercando tra i contenuti di esso e, trovando quello che cercava, iniziò a leggere le parole che vi erano scritte. Mentre lo faceva la terra cominciò a tremare e una voragine si aprì vomitando fuoco, da essa si potevano sentire urla di dolore. Dalla essa spuntò fuori una zampa leonina, e tirò su con forza per far emergere il proprietario, una creatura dal corpo da leone e la testa d’asino. L’individuo incappucciato non perse tempo e corse verso la creatura prima che uscisse fuori completamente dalla voragine, e poggiò l’anello sulla sua fronte. Il contatto del sigillo sulla fronte della creatura fu molto bruciante, come se fosse incandescente e la bestia cacciò un ruggito di dolore. Quando il contatto si concluse, sulla fronte dell’essere era apparso il segno della stella a cinque punte, come se fosse stato marchiato a fuoco.

«Dannazione,» disse la creatura, dopo aver finito di emergere «Proprio quando finalmente posso riemergere nel mondo, mi tocca questo?» Il suo sguardo si posò poi sull’anello dell’individuo. «Ma dimmi, mago, come hai fatto a trovare quel maledetto anello?»

«Non sono affari tuoi». Rispose quest’ultimo con una voce metallica e distorta mentre recuperava il bastone. «Piuttosto, ora che sei sotto il mio controllo ti dirò tutto, devo rubare qualcosa, ed ho bisogno che tu mi aiuti».

«Se volevi rubare qualcosa, perché non me lo hai chiesto e basta? Io adoro aiutare i ladri. Ma almeno, quando mi hai evocato, sapevi chi stavi chiamando?»

«Certo che lo so. Sei Valefar, duca degli inferi, e demone dei ladri. Ed è per questo che non mi fido di te. Comunque, per questo furto, ho bisogno che tu mi crei un diversivo mentre prendo quello che voglio». Puntò l’anello verso di lui e continuò «Raduna le tue legioni e attacca immediatamente quel posto» spiegò indicando le spirali sulla montagna, «Aspetta ovviamente che sia dentro prima di agire. E quando sarò scappato potrai ritirarti, ovviamente richiudi il passaggio quando sarai scappato, non lasciare alcuna traccia di tè e, nel caso ti catturassero, non dire chi ti ha ordinato di fare questo».

«Perché non mandi direttamente me, dato che ormai mi hai chiamato?»

«Pensi che mi fidi abbastanza di te da farti vedere cosa voglio prendere o affidartelo anche solo momentaneamente? Mi occuperò personalmente e da solo di quello che voglio rubare».

«E perché hai chiamato proprio me allora? Lo sai che esistono demoni più potenti e battaglieri di me, e con una maggiore quantità di legioni».

«Ovvio. Ma, se chiamassi uno qualunque di loro, mi serberebbe rancore per il fatto che lo abbia scomodato per farci poco e niente, mentre tu, nonostante ti abbia costretto, sarai più che felice, di contribuire ad un furto, indipendentemente dal suo contesto».

«Vedo che mi conosci bene. E hai ragione. Se chiamassi un demone più pericoloso e lo sottomettessi, facendogli fare qualcosa di troppo piccolo per i suoi gusti, non smetterebbe mai di cercare una scappatoia per provare a vendicarsi».

«Se hai finito di parlare possiamo procedere. Vai a chiamare le tue legioni e attacca laggiù»

«D’accordo,» rispose il demone, «Farò come dici».

«Un ultima cosa. Quando avrò fatto ti invierò un segnale. E quello sarà il momento giusto per tornartene da dove sei venuto».

Chiarito quell’ultimo dettaglio, il demone annuì e tornò nella voragine.
Il mago, sicuro del fatto che avrebbe obbedito all’ordine, grazie all’anello, che si tolse mettendolo in tasca insieme al libro, si avviò verso le grandi spirali nere.
Camminando verso la montagna le spirali diventarono sempre più grandi, fino a quando lo sovrastarono completamente.
La figura incappucciata si fermò all’angolo di un incrocio riparato da una recinzione. Si concesse di ammirare lo spettacolo offertogli da quel posto. Le spirali nere sulla montagna, erano in realtà erano enormi edifici, senza porte né scale, ma solo delle grandi finestre che si alzavano imponenti in cielo, un fiume scorreva nel bel mezzo di quella che pareva una strana città fino ad una cascata, gli alberi aggiungevano un tocco decorativo alle strade di pietra compattata insieme. Ciò che saltava più nell’occhio era il fatto che la città era gigantesca e fuori misura rispetto a lui. Edifici, strade, tutto enorme sproporzionato e fuori misura, facendolo apparire piccolo ed insignificante in quel posto glorioso, anche se questo non gli avrebbe impedito di mettere in atto quello che aveva in mente. Tutto era stato pianificato nei minimi dettagli, con la massima cura e attenzione. Aveva passato notti a imparare la topografia del luogo, capire gli spostamenti delle guardie in modo da capire il momento giusto per passare e ad individuare dove si potesse ubicare ciò che cercava. Di solito non si esponeva direttamente, ma per quello che voleva fare questa volta era fondamentale che agisse di persona. A tal fine si era camuffato, curandosi anche di sostituire il bastone del potere che adoperava di solito, per non farsi riconoscere. Non poteva permettersi di fallire, lo sapeva fin troppo bene. Se gli abitanti avessero scoperto la sua presenza sarebbe sicuramente stata la sua fine. Un piccolo errore e tutto sarebbe andato in fumo.
Come se lo avesse profetizzato, un’ombra gigantesca si stava avvicinando in volo dirigendosi verso di lui e, prima che riuscisse a vederlo, si buttò a terra mettendosi nel bel mezzo del recinto. Fortunatamente l’ombra passò e lui poté proseguire.
Giunto di fronte all’enorme parete rocciosa di uno degli edifici che stavano proprio vicino alla cascata, puntò la propria mano contro sé stesso e cominciò a pensare a qualcosa di terribile che scatenasse la sua rabbia, ma anche a qualcosa di felice per tenerla sotto controllo, compiendo anche gesti precisi e complessi con la mano. Il mago cominciò ad essere sempre più sfocato, fino a diventare trasparente come un fantasma. Dopodiché si addentrò dentro all’edificio, passando attraverso il muro, ritornando poi tangibile. Fatto questo il suo corpo fu pervaso da una stanchezza micidiale, come se avesse fatto una lunga corsa. L’incantesimo era stato faticoso, ed ora aveva bisogno di riprendere fiato. Avrebbe dovuto farne a meno quando sarebbe scappato al ritorno.
Recuperate le forze, si avventurò per il corridoio oltre il muro, arrivando ad una rampa di scale gigantesche e fuori misura che portavano verso il basso, non sorprendendosi della cosa, dato che le erano per qualcosa di molto grosso.
La scalinata era molto lunga, ed era difficile scendere ogni gradino senza rischiare di farsi male. Alla fine vide un bagliore di luce arancione che veniva verso il basso, e vide il fondo delle scale. Improvvisamente vide un ombra proiettata dalla luce e, capendo cosa fosse, si buttò a terra in un angolo e si coprì completamente con il mantello, coprendo anche il suo bastone, mimetizzandosi con il colore nero delle scale. Il cuore gli batteva forte per la paura mentre i passi si facevano sempre più forti. Alla fine dalle tenebre vide passare un grosso drago che andò oltre non accorgendosi della sua presenza, non voltandosi neanche verso la sua direzione. L'animale aveva il muso da rettile, denti e corna appuntiti ed era ricoperto di squame color giallo. Mentre andava avanti, il cuore gli batteva forte per la paura. Se quella bestia lo vedeva o fiutava, sarebbe stata la fine per lui. La tensione continuò per tutto il momento in la bestia continuava a passare d’avanti a lui, ma continuò anche quando passò oltre ma fu ancora visibile. Solo dopo che fu abbastanza lontano da non farsi più vedere il mago tirò un sospiro di sollievo, per il pericolo scampato.

Meno male. Pensò. L’incantesimo per isolare il rumore del battito del mio cuore ed il mio odore ha funzionato anche su di lui. Per fortuna questi sciocchi non hanno preso le adeguate precauzioni e contro le cose di taglia piccola.

Recuperando il controllo continuò ad avanzare e, raggiunta la luce, entrò nella stanza illuminata. Essa era come un’enorme cupola sotterranea. C’erano miriadi di tesori e gioielli sparsi sul pavimento. Intere montagne di ricchezze a perdita d’occhio, monete d’oro e d’argento, pietre preziose, armi rare e di pregiata fattura, illuminate solo dalle luci di flebili fiammelle. Ignorò tutto quanto come se si trovasse davanti ad una montagna di banale ciarpame. Il suo obiettivo era un altro ben più prezioso di quei ninnoli. Sollevò un poco la mano e iniziò ad agitare le dita, mentre la sua mente rievocava di nuovo una rabbia, facendo attenzione a tenerla sotto controllo. Sbatté a terra il bastone e una brezza leggera si levò alle sue spalle. Il mantello iniziò a muoversi in tutte le direzioni e il suo corpo parve perdere peso. Come un foglio di carta, fu sollevato in aria e, levitando sopra le grosse ricchezze, si mise alla ricerca di quello per cui era venuto. Venne attratto all’improvviso dal rumore di un lento e possente respiro di qualcosa di molto grande e, dirigendosi in direzione di quel rumore, vide adagiata sopra le immense montagne d’oro e gioielli un altro drago, questa volta addormentato. L'animale, a differenza del precedente, era leggermente più piccolo e aveva le squame color argento. Respirava facendo sollevare le squame del dorso, la coda continuava a fare scatti nervosi nel sonno facendo tentennare i filamenti posti sulla punta. Uno spostamento dell’ala da pipistrello gli mostrò che il drago teneva amorevolmente e delicatamente tra le zampe artigliate un uovo.

Molto bene. Lei deve essere la mamma del piccolo. Ora devo aspettare e trovare l’uscita che ho visto dall’esterno.

Così, muovendosi con attenzione e prudenza per i muri, trovò un corridoio scavato nella pietra, che conduceva fuori verso l’esterno. Il corridoio probabilmente, insieme ad altri, che erano nella stanza, serviva a far entrare aria in essa. E, anche se era troppo piccolo per un drago, era abbastanza grande per lui. Localizzato il punto, si nascose tra le montagne di tesori ed attese continuando a tenere d’occhio il drago. Come aveva previsto, dopo un’attesa non troppo lunga, si udì il rumore di un’esplosione proveniente da fuori, il cui rumore svegliò la dragonessa. Inizialmente rimase a guardare il suo uovo, ma poi, sentendo il rumore di altre esplosioni, decise di andare a controllare cosa stesse succedendo, lasciando la stanza incustodita. Per sicurezza decise di aspettare ancora un po’per assicurarsi che la madre del piccolo si fosse allontanata completamente.
Durante l’attesa sentì delle voci venire appena fuori dalla stanza.

«Ma cosa sta succedendo?» disse una voce femminile.

«Siamo sotto attacco, devo andare a combattere». Rispose una voce maschile.

«Vengo con te, non ti lascio solo. E l’uovo è al sicuro qua sotto Andiamo».

Dopodiché udì dei rumori di passi che si allontanavano sempre di più. Quando il suono scomparve completamente, si avvicinò all’uovo, tirò fuori, una lunga borsa nera dal mantello, e ce lo mise dentro. Poi, cominciò a correre verso il corridoio di roccia, con l’uovo nella sacca e vi entrò dentro. Mentre correva poteva sentire sempre più forte i rumori del trambusto di fuori.
Arrivato alla fine del corridoio vide la cascata ed il vuoto che passava dal buco nella roccia, e, non volendo perdere tempo, puntò il bastone del potere verso l’altro e si gettò nel vuoto. Mentre cadeva il bastone si illuminò di una luce flebile, e la caduta del mago rallentò notevolmente, come se fosse diventato leggero come una piuma. Una volta atterrato sul fondo della cascata, cominciò a correre, non osando neppure voltarsi per vedere la battaglia che infuriava tra draghi e demoni.
Alla fine arrivò all’ingresso di una caverna e, voltandosi, vedendo in lontananza il fumo, le esplosioni, e le fiammate che stavano accadendo alla città dei draghi, alzò il bastone in alto e sparò un raggio di energia verde da esso. Dopodiché si inoltrò all’interno del corridoio oscuro scavato nella roccia.

*


I draghi stavano festeggiando la vittoria, quando videro che i demoni si erano ritirati. Le truppe le inseguirono, e videro inoltrarsi nella voragine di fuoco che si chiuse poi sotto i loro occhi. Dopo aver ispezionato tutto il perimetro per vedere se c’erano altre voragini, conclusero che il tutto era di nuovo sicuro.

«Li abbiamo sconfitti e non abbiamo subito perdite». Disse un drago marrone. «I danni che hanno fatto possono essere sistemati»

«Ma non pensate che sia strano? Non erano dei demoni di grado eccessivamente alto, e non erano così numerosi da attaccare e distruggere la città. Oltretutto come sono arrivati qui? Non possono averci trovati da soli. E non pensate che sia stato troppo facile?» commentò un drago color verde.

«Non mi sorprenderebbe se fosse stata opera di Jormungand». Propose un drago viola «Quello è capace di tutto».

Durante la discussione, che poteva protrarsi parecchio, dove vennero tirate fuori le più svariate teorie, un drago d’oro si fece sentire da tutti e disse.

«Questo doveva essere un diversivo per qualcosa! Tornate nei vostri nidi, presto!»

A quelle parole i draghi si sbrigarono ad obbedire.
La dragonessa d’argento e quello giallo tornarono nella loro tana, e cominciarono a scendere le scale con una grande preoccupazione nel cuore. Quando alla fine arrivarono nella stanza del tesoro, videro con grande orrore che l’uovo era scomparso senza lasciare traccia. La dragonessa d’argento si sentì mancare il fiato a quella vista. Entrambi i draghi fiutarono disperatamente per sentire l’odore del ladro ma non sentirono nulla.
Allora tornarono all’uscita e diedero l’allarme. Ma, per quanto i draghi cercarono di aiutarli, non riuscirono a trovare l’uovo, né a capire chi fosse il responsabile di quella tragedia.


PS

Non posso ovviamente chiedere consigli per tutto tutto qui, o rischierei di spoilerare tutto il mio libro.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda HB heavenly boy » 13/02/2020, 8:20

Ho fatto in tempo a leggere il post che hai cancellato, Pallad. Oramai questo forum viene tenuto in vita solo da poche persone, e la maggior parte di esse non avrà di sicuro tempo di leggere i tuoi racconti (causa lavoro o impegni vari).
Ma fuori da loro, in tanti ti abbiamo detto dove sbagliavi, cosa dovevi rivedere e correggere, ma anziché ragionare sui tuoi errori e imparare da essi hai preferito piangerti addosso, per poi continuare a ripeterli come un ingenuo. La triste realtà è che tu non hai la benché minima voglia di imparare, e così ci fai perdere solo tempo. Tu, inconsciamente, desideri solo che il tuo modo di scrivere da dilettante possa andare bene e non impegnarti davvero.
Mi dispiace, ma chi si comporta così non merita il mio aiuto.
Quindi, se proprio non vuoi rinunciare:
1) cambia atteggiamento o cambia mestiere;
2) rivolgiti a editori (competenti) e veri esperti del settore, cercando di non fare anche con loro lo scoraggiato della situazione.

Non ho altro da aggiungere.
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Re: Cercasi Beta Reader

Messaggioda l.pallad » 13/02/2020, 12:02

HB heavenly boy ha scritto:Ho fatto in tempo a leggere il post che hai cancellato, Pallad. Oramai questo forum viene tenuto in vita solo da poche persone, e la maggior parte di esse non avrà di sicuro tempo di leggere i tuoi racconti (causa lavoro o impegni vari).
Ma fuori da loro, in tanti ti abbiamo detto dove sbagliavi, cosa dovevi rivedere e correggere, ma anziché ragionare sui tuoi errori e imparare da essi hai preferito piangerti addosso, per poi continuare a ripeterli come un ingenuo. La triste realtà è che tu non hai la benché minima voglia di imparare, e così ci fai perdere solo tempo. Tu, inconsciamente, desideri solo che il tuo modo di scrivere da dilettante possa andare bene e non impegnarti davvero.
Mi dispiace, ma chi si comporta così non merita il mio aiuto.
Quindi, se proprio non vuoi rinunciare:
1) cambia atteggiamento o cambia mestiere;
2) rivolgiti a editori (competenti) e veri esperti del settore, cercando di non fare anche con loro lo scoraggiato della situazione.

Non ho altro da aggiungere.


Lo so. Mi dispiace. è che ho cancellato quel post proprio perché mi ero reso conto di aver scritto un'assurdità impulsiva e che non avrei dovuto dirlo. Io vorrei davvero cambiare, ma non so come fare. Ed i miei genitori mi dicono che se continuo a dare retta agli altri, poi la storia non è più mia. E questo mi manda in confusione.
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