Ultimo libro letto?

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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda l.pallad » 18/09/2021, 18:55

A Twisted Tale. È questo amore? Di Elizabeth Lim
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda Blackblood » 12/10/2021, 13:42

Hunger Games: Ballata dell'usignolo e del serpente (Suzanne Collins)
Prequel della famosa serie della Collins dove verrà raccontato le vicende del futuro Presidente di Panem: Coriolanus Snow.
La guerra civile che ha devastato il Paese è ormai finita da dieci anni, Capitol City ne è uscita vincitrice ma ne porta ancora i segni. Gli 10° Hunger Games (che sono ancora in una forma "grezza") si avvicinano e toccherà agli studenti della prestigiosa Accademia di Capitol City fare da mentori ai tributi proveniente dai distretti.
A Coriolanus Snow, la cui famiglia è ormai in decadenza a causa della guerra e non desidera altro che accrescere la propria fama, toccherà la femmina del Distretto 12, quello più debole. Ma, a sorpresa dello stesso Snow, la ragazza si dimostra più sveglia, sa conquistarsi l'amore e l'attenzione del pubblico e presto tra i due nasce qualcosa di più del semplice rapporto tra mentore e tributo.

Il libro si è dimostrato interessantissimo anche perché mostra uno scorcio di Panem dopo la guerra civile e la prima ribellione dei Distretti dal quale, alla loro sconfitta, avranno origine gli Hunger Games e darà un pizzico di motivazione in più della loro esistenza al lettore. In più, si comprenderà meglio il personaggio di Coriolanus Snow, che verrà sottoposto a continue scelte morali tra l'amicizia, l'amore, l'umanità e la sete di potere e vendetta.
L'unica cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è il finale che lascia parecchi interrogativi, ma immagino è perché dovrà anch'essa svilupparsi in una trilogia prequel.

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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda l.pallad » 29/12/2021, 20:24

Io qualche giorno fa ho finito l'Ickabog, di JK Rowling.
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda RX-77 » 25/01/2022, 21:04

Oh boia! Ho finito tutto d'un fiato il primo arco di Wings of Fire in inglese. %)

Che dire... sembra MLP:FIM formato libro, ma con in mente un pubblico intorno ai 12 anni; nonostante questo ci sono tanti omicidi e situazioni molto poco confortevoli, oltre a tanti, tanti draghi.

La caratterizzazione dei personaggi la fa da padrone con le loro motivazioni, paure e desideri che sviluppano in maniera molto organica la trama e il carattere dei protagonisti.

E niente: come MLP:FIM, questi libri m'han fatto sentire veramente preoccupato e felice per dei personaggi immaginari a dei livelli che non sentivo più da diversi anni ormai.

Glory rulez :rdyeah: , Sunny è la migliore :flutterblush: e Clay è me spiccicato. XD

Cercando un pochino online ho notato che sta iniziando a formarsi un relativo fandom, con tanto di ottima animazione fan made uscita giusto 11 giorni fa.
In più è pianificata anche una serie Netflix entro quest'anno: chissà se farà il botto come qualche cartone di nostra conoscenza. :D

Ho visto anche che la serie di libri è stata tradotta in italiano in "I Regni del Fuoco", ma non so come sia la qualità della traduzione.


Vado a tuffarmi nel prossimo arco di libri, bye!
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda Laurel Crown » 28/01/2022, 1:59

La Leggenda di Drizzt - Il Buio Profondo (R.A. Salvatore)
Il primo volume di Forgotten Realms e della collana di libri D&D.
Essendo che il libro narra le origini di Drizzt Do'Urden, metà romanzo è speso a parlare della cultura drow e degli intrighi di potere tra le famiglie in stile Trono di Spade. Drizzt fa comunque la sua figura anche se avviene verso la fine. :ajsmile2:
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda Laurel Crown » 10/02/2022, 12:54

Da settimana scorsa ho iniziato a dedicarmi al genere sci-fi grazie alla minicollana "Urania - 70 Anni di Futuro"

Le sabbie di Marte (Arthur C. Clarke)
È incredibile come questo racconto fantascientifico scritto nel '51 (dieci anni prima del volo di Gagarin) fosse stato così avanti in termini di accuratezza scientifica.
Ancora più sorprendente è che mi aspettavo una storia d'avventura e invece è stato quasi un "slice of life" che ha trattato temi che sono ancora attuali al giorno d'oggi... come a dimostrazione di come il genere non è solo e sempre spazio, alieni e I.A..
Ha i suoi momenti mozzafiato ma io l'ho trovato piacevole e tranquillo.
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda Laurel Crown » 20/02/2022, 0:40

Paria dei cieli (Isaac Asimov)
Per essere il primo racconto scritto da Asimov, non è stato un brutto esordio.
Un pelino più avventuroso di Clarke ma senza tradire l'aspetto "divulgativo" della fantascienza. Gli unici difetti gravi sono il cast di personaggi che, ad eccezione del protagonista, sono tutte macchiette. Specie il cattivo il cui unico tratto è essere spietato e malvagio. E di come tutta la storia fosse troppo basata su delle coincidenze assurde.
Tutto il resto però è scorrevolmente liscio da leggere.

Il popolo dell'autunno (Ray Bradbury)
Uno dei racconti che ha cementificato il sottogenere della trama "gente normale contro creature sovrannaturali".
Anche se non sono un tipo da prose poetiche, lo scritto è narrato davvero bene e ci ha donato delle scene ottimamente intense senza cadere nell'eccessivamente pauroso. Seppur ciononostante avessa dei punti di trama un po' offuscati e messi poi in secondo piano dopo che hanno fatto il loro compito.
I personaggi sono magistrali tra i bambini protagonisti incredibilmente realistici e l'antagonista Mr. Dark con la sua presenza intimidatoria. Anche il padre di uno dei ragazzi, tramite una bella evoluzione, è passato da "anzianotto" a co-protagonista bello cazzuto.
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda l.pallad » 16/03/2022, 13:05

Proprio ieri ho finito Midnight sun, di Stephenie Meyer
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda Laurel Crown » 17/03/2022, 11:03

Tutti i libri che ho letto nell'ultimo periodo, grazie alla mini-collana di Urania per i suoi 70 anni di pubblicazione, e le sue recensioni :asd:

Le sabbie di Marte (Arthur C. Clarke)
Nella mia prima -primissima- esperienza con la lettura della fantascienza sono rimasto sbigottito dal racconto dello scrittore inglese, autore di "2001 - Odissea nello spazio" che Stanley Kubrick lo avrebbe reso celebre con la trasposizione cinematografica, perché quando lo leggi e sei consapevole che è stato scritto dieci anni prima del volo di Gagarin ti accorgi di come un genere come il sci-fi può essere più vicino alla realtà di quanto si lascia far apparire.
"Le sabbie di Marte" parla del punto di vista di uno scrittore che viene inviato su Marte per scrivere degli articoli sullo sviluppo delle prime colonie marziane e di come questa permanenza sul pianeta rosso, inizialmente partita con il più grosso dei pregiudizi, cambierà il suo modo di pensare mentre scoprirà alcuni retroscena dei rapporti tra Terra e Marte.
Sembra semplice nel suo riassunto ma come avete notato... non è l'unica cosa che il racconto tratta.
Tenete a mente che non si tratta di una storia avventurosa. Certo, è ambientata su Marte ma ciò che Arthur ha voluto farci narrare è qualcosa che va ben oltre il concetto di "uomo nello spazio" e che, per ragioni di spoiler, non posso commentare.
Vorrei menzionare quasi obbligatoriamente l'incredibile accuratezza scientifica del racconto che è molto impressionante per la sua epoca. Parliamo dopotutto di uno scrittore che ha passato buona parte della sua vita "nutrendosi" di scienza e ingegneria prima di passare alla letteratura.
Certe nozioni che al giorno d'oggi sono di conoscenza comune erano viste in maniera molto più "ricercata" e ciò che Clarke fece, assieme alle opere di Asimov e molti altri "contemporanei", avrebbe fatto sfatare i miti che i precedenti scrittori di fantascienza -Wilde, Wells, per fare alcuni esempi- avevano costruito.
Avrebbero gettato le fondamenta di una fantascienza che può "venire", di un futuro che può essere più vicino di ciò che noi crediamo. Un futuro che può addirittura gettare dei semi di dubbio riguardo il nostro modo di vivere su questo pianeta.
Per questo ho compreso la scelta di Giorgio Monicelli di scegliere questo libro come primissimo numero di Urania (la collana vera e propria) perché "Le sabbie di Marte" può essere considerato uno dei capisaldi della letteratura fantascientifica come la conosciamo adesso.


Paria dei cieli (Isaac Asimov)
In questo secondo articolo di rubrica, tratteremo del primo romanzo scritto da colui che sarebbe annoverato tra i "pionieri della letteratura fantascientifica" e concependo il sottogenere hard sci-fi, ovvero racconti narrati su basi scientifiche dimostrate.
Paria dei cieli, sottotitolato "Pebble in the Sky", entrambi titoli che hanno un senso leggendo il libro, tratta di volta in volta di argomenti scientifici con una narrazione semplice ma incalzante, con il tono di un professore che non si perde mai in una dialettica universitaria, sebbene la trama sia scritta con uno stampo più improntato all'avventura con pochi picchi di azione.
Nonostante non sia un romanzo che spicca per trama o personaggi (che li ho trovati piuttosto "macchiette" eccetto il protagonista), ho apprezzato molto il trattamento del soggetto dal punto di vista sociologico puntando sul concetto dell'odio razziale.
Per essere stato il primo libro scritto da Asimov, lo scrittore era partito con il piede giusto, anche se il suo esordio non lo reputerei eccelso, con una storia intrigante ma non esente da imperfezioni, e a volte anche "banale" su alcuni aspetti. In futuro avrebbe gettato le basi per scrivere i suoi successi più grandi come il Ciclo della Fondazione.


Il popolo dell'autunno (Ray Bradbury)
Nel terzo editoriale dedicato a Urania parleremo di un racconto che certamente non può essere definito fantascientifico. Infatti questo racconto, che in originale è "Something Wicked This Way Comes", citando Shakespeare, è un racconto horror dalle venature gotiche che avrebbe ispirato un filone narrativo che si sarebbe rivisto negli anni. Quello di protagonisti normali, solitamente bambini, che vanno contro a creature sovrannaturali.
Lo stesso Stephen King dell'ormai conosciuto "It" dichiarò che Bradbury fu tra le sue influenze, come anche Neil Gaiman per "American Gods".
Dunque Il popolo dell'autunno è davvero meritevole di lettura? Direi certamente di sì. La storia è quello che definirei un giusto mix di thriller e suspense dove i protagonisti Will Halloway e Jim Nightshade sono la definizione di amici per la pelle nonostante siano totalmente diversi (un tropo che avrei addirittura usato per la mia primissima fanfiction, pensateci), molto caratterizzati al punto da sembrare realistici, mentre i cattivi hanno dimostrato su carta una parvenza minacciosa e imponente grazie alla bellissima prosa che l'autore ha saputo dare in questo racconto e che cattura il lettore con paragrafi finemente costruiti ad arte.
Da non dimenticare inoltre l'adattamento cinematografico del 1983, l'unico horror movie ad essere prodotto dalla Walt Disney Pictures(!), che ne mantiene e rispecchia lo stile del libro nonostante abbia preso un paio di licenze poetiche che lo rendono "Discreto" al massimo.


Hyperion (Dan Simmons)
Non è facile scrivere un racconto. Soprattutto quando aggiungi quella difficoltà extra di inserire più generi per creare una storia impegnata.
Dan Simmons ha voluto accogliere questa sfida ed è riuscito a vincerla creando un romanzo che avrebbe aperto il ciclo conosciuto come “I Canti di Hyperion”.
Il romanzo racconta di sette personaggi scelti per un pellegrinaggio verso un luogo conosciuto come le Tombe del Tempo, chiamate così perché non seguono le leggi entropiche dell’universo perciò vanno a ritroso nel tempo. Da queste tombe ha origine una creatura ignota chiamata lo Shrike, un essere che non segue le leggi della fisica conosciute e porta una singolare caratteristica di impalare le sue vittime in un albero appuntito. Non a caso il nome è quello di un uccello conosciuto come “averla” che porta quella stessa tendenza alle sue prede.
Durante questo fatidico pellegrinaggio, i nostri protagonisti condivideranno le loro storie in cerca di un filo conduttore che collega ognuno allo Shrike, alle Tombe e al misterioso pianeta di Hyperion.
Qua Simmons si è dilettato non solo nel caratterizzare ciascuno dei personaggi con personalità ben definite ma è riuscito addirittura a giostrarsi nei vari racconti con diverse sfumature narrative come un diario di bordo, un racconto giallo o i ricordi di un’avventura amorosa.
Il tutto creando un universo pieno di mistero e misticismo dove ogni pezzo d’informazione viene messo volta per volta quando lo richiede.
Certamente questo non giova molto all’avanzamento della trama principale, considerato che la metà di ciascun capitolo è composto da un flashback di un personaggio, ma ciò può contribuire all’alimentazione del mistero principale che circola nella storia e ai suoi collegamenti in casi che sembrano inizialmente slegati fra di loro.
Ultimo dettaglio, non per importanza, sono i riferimenti letterari dedicati in larga parte al poeta inglese John Keats, che lo scrittore riesce abilmente a inserire senza troppa prepotenza, creando simbolismi sfuggevoli ma non troppo sottili da cogliere a una prima lettura.
In chiusura: Hyperion è un racconto di fantascienza e horror che incanta la curiosità del lettore grazie a porzioni bene dosate di mistero, suspense e orrore cosmico.


Neuromante (William Gibson)
Negli ultimi anni il "cyberpunk" è diventato uno dei generi stilistici più popolari tra le giovani generazioni, portandoci racconti, disegni e perfino videogiochi (per non citare uno famoso) dedicati al concetto di un futuro distopico dove le megacorporazioni dominano un mondo urbano ultra-sviluppato ma la gente povera è dovuta scendere a nuove profondità dell'essere umano, sia fisico che morale, per sopravvivere a solo una notte il cui cielo "ha il colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto".
Un mondo dove gli affari che alimentano il capitalismo coabitano assieme alla ribellione e il menefreghismo dei giovani che devono abitare nello schifo delle briciole rimaste, proprio come lo era il movimento punk.
Tutto questo lo dobbiamo grazie al racconto di William Gibson, che sancì il primato del primo libro a compiere un "Grande Slam" dei tre premi letterari più noti del genere sci-fi.
Ciò che rende Neuromante così acclamato può essere facilmente ricondotto a una scrittura molto "grezza" ma non esente da una sua raffinatura, in quella che chiamerei una "bruttezza poetica".
Descrizioni di ambienti articolate in prose dal significato diretto, un ritmo di narrativa che non si ferma mai dal cambiare scena pur restando focalizzata nella storia, personaggi stravaganti e -a volte- volgari con un fascino particolare nei dettagli e un worldbuilding descritto in piccole cose irrilevanti ma che fanno trasudare un ambiente espanso e cosmopolita.
Pure le ambientazioni hanno una sorta di "evoluzione" con l'avanzamento della trama, iniziando dai sottoboschi criminali di una metropoli giapponese fino ad arrivare a una Las Vegas nello spazio. Per non dimenticare del primo conio ufficiale del termine "cyberspazio" che avrebbe cementificato questo sottogenere tanto amato dai giovani e data un'immagine visiva all'universo informatico che stava prendendo forma in quegli anni.
Se siamo mai stati dei fuorilegge, hacker o sicari con visori ottici, zigomi delineati e protesi metalliche che usavamo come armi, lo dobbiamo a questo romanzo.


Tre millimetri al giorno (Richard Matheson)
Molto spesso facciamo un errore quando c'è da valutare il genere fantascientifico. Quando diciamo Sci-Fi, immediatamente pensiamo allo spazio, agli alieni e al futuro che arriva.
Ormai è diventato uno standard comune del genere, ma non sempre un racconto fantascientifico deve riprendere almeno una delle cose che ho elencato.
Basti pensare al racconto "Tre millimetri al giorno" di Richard Matheson, un autore famoso per aver scritto, fra i tanti, "Io sono leggenda" e che ha lavorato come sceneggiatore per alcuni episodi di "Ai confini della realtà".
Questa storia, sembra ombra di dubbio, vi darà certamente i vibes della Twilight Zone se la conoscete.
Il racconto parla di Scott Carey, il tipico padre e marito di famiglia che ricalca il modello americano degli anni '50, che si ritrova colpito da una insolita condizione che lo porta a rimpicciolirsi di tre millimetri al giorno. Trovandosi adesso al riparo in una "gigantesca" cantina, dovrà superare gli ultimi giorni sopravvivendo un mondo che si fa sempre più grande e ostile.
Al giorno d'oggi questa storia vi farà dire "eh ma con Ant-Man sappiamo cosa c'è nel mondo microscopico" e vi potrei anche dare ragione: si tratta di un romanzo frutto del suo tempo, ma...
È proprio di questo di cui vorrei concentrare il mio pensiero.
La narrazione alterna gli ultimi giorni di Scott, sempre in lotta per sopravvivere a un mondo che prima gli era così piccolo e insignificante, a dei capitoli-flashback dove viene esaminata l'introspezione e la mente del protagonista attraverso il suo costante rimpicciolimento. Da uomo di famiglia alto e fiero di sé comincia a diventare una persona sempre più insicura e impotente che diventa sempre più una vittima del suo fato, dove la donna è quella che svetta su di lui, la bambina non sembra considerarlo molto più di una bambola e il gatto lo vede come un gustoso pasto. Per non dimenticare della nemesi della storia che è il ragno, descritto magnificamente come una specie di incubo vivente che incarna tutto l'orrore che il protagonista è ormai obbligato a convivere.
Da questa storia fantascientifica dalle vene horror troviamo una "demolizione" del tipico modello americano dell'epoca post-dopoguerra in cui l'uomo, dietro a una maschera di sicurezza e altezzosità, non è altri che una formica di fronte al destino che lo attende.
Vorrei tanto parlarne ancora di questa storia ma per una questione di spoiler mi dovrò trattenere.
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Re: Ultimo libro letto?

Messaggioda l.pallad » 18/03/2022, 15:08

Io ho letto il romanzo di dragon ball super Broly, e l'arte della guerra, di Sun Tzu.
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