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[Shortfic] Azure Sky - Vola Surprise... e raggiungi il cielo

MessaggioInviato: 07/10/2013, 16:40
da Laurel Crown
Il 24 Gennaio 2013 fu il giorno in cui pubblicai “Friendship Crisis”. A quei tempi, il personaggio di Orpheus era in parte ispirato alle mie vicende con i forum fino a quando pubblicai Nightmare Theatre in cui ottenne un background solido e originale.

Questa fanfic può essere considerata uno spinoff della "Trilogia di Orpheus" e quindi non importante ai fini delle altre storie perché si focalizza al background del protagonista. (Prequel)
Si tratta anche dell'unica fanfic non ambientata a Equestria.
Spero che vi sia di vostro gradimento e non badate ai cameo. Li ho fatti per non creare dei nomi a caso oltre che per divertirmi. XD
 
È vero che ho già tre - e lo ripeto: TRE - storie ma questa sarà una storia breve a 5 capitoli
 
Capitolo 1 --- Una sorpresa inaspettata
 
Orpheus: Pronto?
???: Hey, come va Hazama? O forse devo chiamarti Orpheus? Oppure Hibiki Migoto?
Orpheus: Taglia corto, Yuuki Terumi. A cosa mi dà la tua chiamata?
Terumi: Semplice. Presto si terrà una corsa a sud di Alderney dove stanno girando parecchi verdoni. C'è l'hai ancora il tuo bolide bianco?
Orpheus: No, è dal meccanico per una piccola modifica.
Terumi: E allora vedi di scaldarla per la gara che sarai l'unico a partecipare per la Jayoku Houtenjin.
Orpheus: Va bene. A rivederci.

 
Dopo averlo salutato, rimisi giù il telefono in un accenno di sconforto e ricominciai a guardare l'interno del mio appartamento situato a South Bohan. Era carina e spaziosa per noi due. La zona cucina aveva tutto il necessario per cuocere e un tavolo circolare con due sedie; Nel salotto c'era il divano per tre persone, il tavolino e la TV; La camera da letto aveva un letto matrimoniale per due e il bagno era pulito e ordinato. C'era qualche graffio sulla tappezzeria o un po' di sporco ma era carina. Io e Kairi facemmo uno splendido lavoro nel rifare l'intero appartamento. Il bagno sembrava persino nuovo dopo averci messo quasi tre ore nel pulirlo che era un cesso nel vero senso della frase. Tutto questo lusso era anche dovuto alle vincite che ottenevo nelle gare di auto col quale gareggiavo con una Pfister Comet bianca. La nota negativa è che dovevo dare una certa percentuale del montepremi a Yuuki Terumi, leader della gang Jayoku Houtenjin, dove in cambio mi dava “protezione” dagli squali. Mi diede persino lo pseudonimo di Hazama da usare nelle gare per paura che io andassi a gareggiare per il "miglior offerente" se questo scopriva chi ero.
 
Mentre pensavo al programma di oggi che prevedeva ritirare la Comet dal meccanico, a deconcentrarmi, fu l'entrata di Kai Namida, un'amica conosciuta un anno fa e che si affezionò molto a me. Era molto premurosa nei miei confronti ma era una cosa che me ne fregavo interamente. Era una ragazza dai capelli marroni e occhi verdi con le mie stesse fisionomie asiatiche: quelle che fanno vedere noi avatar come i personaggi di un manga. Per una come Kai, del quale la chiamavo Kairi, era una bellezza che avrebbe fatto incantare chiunque ma non il sottoscritto. Ritornata dalla spesa, per volere mio, mi andò vicino e poggiò dolcemente le buste sul tavolo di fianco a me
 
Kairi: Sono tornata. Che ne dici se oggi vuoi fare una passeggiata con me?
Orpheus: Perché? Non ti è bastata la passeggiata al supermercato vicino?
Kairi: Andiamo, Hibiki... Domani ci sarà un acquazzone che durerà parecchio e voglio godermi un po' d'aria fresca prima del diluvio.
Orpheus: E va bene, ma solo perché devo andare da Bill a ritirare la Comet.
*mi alzai dalla sedia con riluttanza* E non chiamarmi più Hibiki. Non sono un avatar come quegli effeminati di Vocaloid.
Kairi: Ma senti chi parla: Capelli marroni, occhi azzurri, aspetto giovane... sembri molto il capitano della nazionale italiana di calcio.
Orpheus: Chi? Fideo Ardena?
Kairi: Esatto.
Orpheus: Ma per favore.
*risposi con un gesto del braccio come per dire "Ma va la"* Andiamo che non voglio essere in ritardo da Bill.
Kairi: Bill? Intendi dire Bill Chern? Quello col braccio meccanico?
Orpheus: Proprio lui.

 
Dopo essere usciti dall'appartamento, andammo a piedi per prendere il Northwood Heights Bridge. Kairi aveva ragione: Il cielo era parzialmente variante. C'era un poco di azzurro che stava presto per essere coperto da enormi nuvoloni grigi carichi d'acqua pronta per essere gettata sui grattacieli di Liberty City. Nonostante l'aria minacciosa, non avevamo fretta e camminavamo a passo lento. A un certo punto, qualcosa spuntò nel marciapiede: sembrava un cavallo di dimensioni ridotte dal manto colorato con la criniera e la coda foltissime che ci guardava con degli occhi degni di un cocker. Quello sguardo non mi faceva alcun effetto mentre Kairi sentì come esplodere di gioia.
 
Kairi: Oh, un pony. Com'è carino. Strano che una creatura come questa si trovi in un posto del genere.
Ragazzo: Infatti.
*avanzò un ragazzo occhialuto dai capelli neri che prese il pony in braccio e ci guardò felice* Questo è un pony proveniente da Equestria, il suo mondo. Noi siamo una piccola organizzazione che si occupa di accudire questi orfanelli e di fargli trovare una casa e noi lo facciamo nei forum vicini e lontani. È incredibile come ci sia della gente che li adora nonostante l'atmosfera "ribelle".
Kairi: Ne prendiamo uno? Per favore?
Orpheus: No...
*superai il ragazzo col pony ignorandoli* ...non ho intenzione di fare da baby-sitter a un quadrupede.
Kairi: Ma Hibiki...
*mi rispose irritata prima di rivolgersi al tipo con gentilezza* Ci scusi per la risposta.
Ragazzo: Fa niente. Forse cambierà idea nel adottarne uno. E’ impossibile resistere al loro fascino.

 
A quelle frasi, mi si accese un grosso astio. Non volevo quegli schifi colorati nella mia vita. A cosa servivano i pony? Sicuramente per convincere la gente ad adorarli e a farli diventare bronies giustamente detti “il cancro di Internet”. Loro potevano cascare nel loro “fascino” ma pensavo che con me, avrebbero avuto vita difficile. Dopo aver superato il ponte, andai finalmente al garage a Nothwood, con Kairi al mio fianco, e trovai Bill che aveva già chiuso il cofano del motore della mia Comet. Il tipo aveva la barba incolta e indossava degli occhiali a lenti scure col simbolo nucleare (lui li definiva i suoi occhiali da saldatura) ma il particolare che si notava di più era il suo braccio destro meccanico. Diceva che era nato così. Proprio come tutti gli avatar: hanno qualcosa che li contraddistingue ma che non sanno da dove provengono e come l’hanno ottenuto. Molti avatar erano nati così in quel modo.

Bill: Era ora che arrivavi. Adesso la tua Comet ha quel "oggettino".
 
Bill mi passò le chiavi della macchina dove ci entrai e vidi all’interno un pulsante situato nel cruscotto e chiuso in una parete di plastica.
 
Kairi: Che cos'è? *replicò vicino alla portiera che era aperta*
Orpheus: Il pulsante per il N2O.
Kairi: Il cosa?
Orpheus: Protossido di Azoto. Premendo questo pulsante, lo inietto nel carburatore che, decomponendosi a temperatura alta, fornisce più ossigeno da bruciare al motore.
Kairi: Ehm… detto in parole povere?
Orpheus: Aumenta la potenza dei cavalli e ciò facendo va più veloce.
Kairi: Bhé, è una storia molto interessante ma è meglio se faccio un giro da sola. Non voglio che tu faccia lo spericolato con questa macchina. A dopo.
*uscì dal garage dopo aver dato un ennesimo sorriso*
Orpheus: Io uno spericolato? Nah. *chiusi la portiera e aprì il finestrino per sporgermi* Grazie Bill. Sento che vincerò la gara a Alderney.
Bill: Eh, ma si figuri…

 
Poco prima di partire, uscì qualcosa da una porta. Era un pony alato (un pegaso, se non sbaglio) grigio chiaro con la criniera principalmente nera ma che sfociava con i vari colori del arcobaleno. I suoi occhi erano viola, molto insolita come cosa ma non per i pony, e aveva sul posteriore quello che sembrava il tatuaggio di una nota colorata di rosso, giallo e azzurro. Un pony come quello avrebbe sicuramente fatto svenire Kairi.
 
Pony: Bill?
Bill: Sì, cosa c’è Rainbow Melody?
Melody: Ho composto una nuova canzone. La vuoi ascoltarla?
Bill: Non posso, ho un mucchio di impegni per oggi. Me lo farai sentire un’altra volta.
Melody: Ok.
*replicò tristemente*
Bill: Non fare così. Ho solo detto “Un’altra volta”, non “Non la voglio sentire” o chissà cosa. Vieni qui, tesoro di papà.

A questo punto, Bill portò in braccio quella Melody come se fosse un peluche e del quale la pony abbracciò il suo padrone. Una scena che mi aveva fatto venire il disgusto. Perché la gente aveva un tale amore per quei cosini? Erano peggio degli orsetti del cuore di Tantamore. Amareggiato, partii in retromarcia lasciando il garage e andai verso l'Hickley Bridge per raggiungere il quartiere Acter sfrecciando ad alta velocità sulle strade per sentire la velocità della mia cara Comet. La Pfister Comet bianca la ottenni come “regalo d’iniziazione” da Yuuki Terumi quando entrai nella sua gang dopo che un talent scout mi scoprì durante una gara locale. Fin da quando mi ero incarnato come avatar, ho sempre avuto l’inclinazione per le corse avendo come idolo Ryo Watanabe. Le mie precedenti carriere le avevo passate a Rockport, a Palmont City e a Tricity prima di giungere a Liberty City.

Dopo esser giunto ad Augus St., in congiunzione con Hardtack Ave., vidi parecchia gente con le loro bolidi a discutere della competizione che si sarebbe tenuta tra qualche giorno. Il tutto condito da cielo nuvoloso dipinto d’arancione poiché si stava avvicinando il tramonto. Dopo aver messo la macchina in folle, uscì dalla Comet per incontrare una mia conoscenza: Francis detto “Sunglasses” per l'abitudine di portare sempre gli occhiali da sole anche di notte. Un ragazzo dai capelli bruni che sembrava un tipo esile ma che, in realtà, godeva di forza bruta. Iniziai a parlare con lui mentre facevamo un giretto per la zona.

Francis: Hey Hibiki, come va?
Orpheus: Ti ho detto di non chiarmarmi Hibiki.
*risposi sgarbatamente* Sai che non mi piace quel nome.
Francis: In realtà, suona molto bene.
Orpheus: Ma va la. Sai chi parteciperà alla competizione? Se voglio avere una chance di vittoria, devo scoprire chi saranno i miei avversari.
Francis: Certo. C'è parecchia gente nota ed esperta come Emanuel Oswald Williams, Robert Fazer e Jack Ratcher.
Orpheus: Gente nota? Tch, gente glorificata, vuoi dire.
Francis: Bhé, c'è anche gente come Danny De Vita, Ozzy Nocturne e Elmer Dors. Ragazzi poco noti ma di talento.
Orpheus: Come me.
Francis: Di un po’, quando la smetti di fare l'arrogante?
Orpheus: Se voglio avere una speranza di vincere, devo pensare e comportarmi in positivo.
Francis: Ma così ti rendi antipatico a tutti. Secondo me, lo fai perché sei invidioso di loro.
Orpheus: Io? Sono loro che si fanno belli agli altri. Cambiando argomento: come sarà la pista?
Francis: Semplice: Si parte da Hardtack Avenue per poi svoltare a sinistra a Tinderbox Avenue. Dopodiché, si gira ancora a sinistra per Ivy Road dove si seguirà una chicane per andare ad Aspin Drive. Dopo aver preso la curva per Vitullo Avenue, si andrà a destra per la Hardtack e il traguardo. La pista durerà per 3 giri.
Orpheus: Bene. Distruggerò l'asfalto con la mia Comet.
*iniziai a recarmi nella mia macchina*
Francis: Faresti meglio a mostrare un po' di sportività.
Entrai in macchina ignorando quello che mi aveva detto Francis e proprio mentre stavo per mollare la frizione, mi si avvicinò Robert Fazer: Uno street racer che si sarebbe ritirato in seguito per dedicarsi alla scrittura. Una persona molto più grande di me dai capelli mori.


Robert: Sei Hibiki Migoto, giusto?
Orpheus: HO DETTO CHE MI CHIAMO ORPHEUS!!!
*replicai stufo tenendo premuto il clacson. Se non fosse stato per il nervoso, avrei una grossa figuraccia* Cos'è che vuoi?
Robert: Voglio solo dirti buona fortuna per la gara. Non vedo l'ora di correre con te.
Orpheus: E io non vedo l'ora di tagliare il traguardo... per primo.


Dicendo quelle parole, diedi a tutto gas in procinto di tornare a casa. Si stava facendo buio e gli ultimi raggi del sole stavano ben presto venir rimpiazzati dai tetri nuvoloni che domani avrebbero portato il diluvio. Non fu una giornata sfiancante ma la stanchezza stava cominciando a farmi da padrone e a darmi qualche sbadiglio. Come volevo lanciarmi nel letto e dormire nella grossa. Entrato in casa, non c'era Kairi o anima viva... tranne un suono sordo provenire dalla camera. Pensavo che fosse Kairi che si vestiva o che faceva qualcosa sul letto, così aprii la porta e trovai uno di quei cosi: Era un pony alato dal manto bianco come farina con una criniera e una coda molto vaporosi di color giallo canarino che saltava su e giù per il letto fino a quando egli non si fermò guardandomi con i suoi occhi viola e un sorriso giocondo.

Pony: Ciao. Tu chi sei?
Orpheus: No, sono io a dirti: Chi sei TU?
Pony: Io mi chiamo Surprise e sarò il tuo pegaso da compagnia.
*continuò a saltare sopra il mio letto*
Orpheus: Eh no... Esci subito da casa mia. Non c'è posto per uno schifo bianco come te.
Surprise: Prima mi devi prendere, hihihi...
Orpheus: E va bene. Te la sei cercata.


Con l'intenzione di buttarla fuori dalla finestra, saltai addosso alla pony mancandola. Anche se l'atterraggio era morbido, grazie al materasso, la quadrupede si scansò e fuggì saltando sulla mia testa come se fosse una piattaforma, procurandomi una bella botta dovuta agli zoccoli. In preda all'ira, mi alzai subito cercando di prenderla per tutto l'appartamento fino a quando non riuscì ad acchiapparla dopo vari capitomboli. La pony gesticolò selvaggiamente cercando di sgusciare dalla mia presa ma la tenevo saldamente sotto braccio per non farla scappare. Aprì la finestra (ero all'ultimo piano; il quinto) con l'intenzione di gettarla fuori. Un modo abbastanza barbaro ma non volevo averla assolutamente.

Surprise: Ti prego, non gettarmi. Io non so volare.
Orpheus: C'è sempre una prima volta, ricordatelo.
*risposi sarcasticamente mentre in procinto di lanciarla fuori*
???: ORPHEUS!!! *mi voltai di scatto: era Kairi con una faccia furiosa e le braccia conserte* Mettila giù, subito. *feci quello che disse e la pony andò subito da lei abbracciandola come se fosse un gatto*
Orpheus: Kairi... non dirmi che hai preso uno schifo colorato.
Kairi: Questo “schifo colorato” resterà con noi dove lo reputeremo come nostra figlia. Hai qualche obiezione, per caso?
*di obiezioni mi sarebbero venute... ma con lei, ogni protesta sarebbe stata inutile* Allora dovrai imparare a trattarla come una figlia. Hai capito, signorino?
Orpheus: sì...
Kairi: Non ti sento.
Orpheus: Sì...


Ed è così che passai la sera a vedere Kairi e... quello schifo di nome Surprise... divertirsi tra di loro: A imboccarsi l'insalata tra di loro a cena; a guardare i cartoni animati facendomi perdere “Live from Split Sides” e a guardare il cielo sul tetto dell'appartamento dove ammirammo i moltissimi lampi in lontananza nel mare. Se loro e Surprise s'accocolavano a vicenda per scaldarsi, io rimasi a maniche corte facendomi patire un freddo siberiano. Giunse finalmente l'ora di dormire dove Kairi, in un pigiamino da notte senza maniche, dormiva assieme a Surprise tenendola in braccio mentre io, in canottiera e mutande, guardavo nella parte opposta del letto disgustato di come quelle due si facevano così tante coccole prima di dare la buonanotte. L'inizio non era decisamente dei migliori ma presto, i giorni con Surprise si sarebbero rivelati decisivi per il mio cambiamento.

CONTINUA...


Capitolo 2 --- Orpheus e Surprise
 
Nonostante l’astio che provavo per quella pony di nome Surprise, è stata una notte tranquilla. Non avevo sognato niente di strano o premonitore. Quando aprii i miei occhi, dalla finestra si vedeva un cielo dal colorito grigio scuro e si sentivano le gocce cadere pesanti in strada. In preda allo stress mattutino e con la voglia di dormire ancora un po’, mi girai nel letto per vedere che era vuoto. Dopo essermi faticosamente alzato, uscii dalla camera per vedere Kairi che si stava mettendo in giacca mentre Surprise si scolava una ciotola di cereali sul tavolo.

Kairi: Buongiorno Hibiki.
Orpheus: Buongiorno Kairi… e non chiamarmi in quel modo.
Kairi: Ma dai, brontolone.
*rispose con il sorriso sulle labbra* Comunque, oggi devo andare per una commissione di lavoro. Tornerò tra qualche giorno. Tratta bene Surprise. Sono sicura che non mi deluderai.
Orpheus: Va bene.
*risposi con riluttanza*
 
Dopo essersi abbottonata, Kairi lasciò l'appartamento e chiuse la porta. Spesso mi veniva da chiedere quale sia il lavoro di Kairi. Non me lo aveva mai detto ma non credo sia qualcosa d’importante. Dopo essermi vestito con la solita maglia azzurra, mi sedetti al tavolo davanti a Surprise che stava mangiando i cereali come se fosse un gatto. Cercando di non farci caso, presi la scatola di cereali e versai quello che rimase della confezione nella tazza, presi il cartone di latte, lo versai su tutti i cereali e iniziai a mangiare col cucchiaio. Sarebbe stata una colazione tranquilla se non fosse stato per Surprise che, dopo aver finito la sua ciotola molto prima di me, mi fissò con quell'espressione da ebete. Infastidito, gli risposi...

Orpheus: Che c'è? Perché mi guardi così?
Surprise: Lo sai...
*fece una risatina* ...sei buffo.
Orpheus: E perché?
*risposi stizzito*
Surprise: Perché hai cercato di bere tutto il latte e ora hai i baffi bianchi, hihihi...

Tastai il labbro superiore per capire che avevo il latte addosso. Questo perché avevo finito tutto il latte rimasto bevendolo dalla tazza. Non era molto decoroso ma era efficace. Mi alzai scocciato dalla sedia e andai a controllare il tempo dalla finestra: piovigginava. Avrebbe smesso da poco. Sarei rimasto a vedere le gocce scendere per il vetro se non fosse stata per l'ennesima interruzione di Surprise.

Surprise: Lo sai, mi sembri simpatico... però, lo sai cosa mi piace di te?
Orpheus: Cosa?
*mi voltai verso la pony*
Surprise: Il tuo nome... Hibiki è un nome carino ma anche Orpheus suona così dolce. Ho deciso: ti chiamerò Orphy.

Non avevo mai sentito così tante balle in vita mia. Hibiki un nome carino? Orpheus suona dolce? Orphy? Non volevo accettare questa cose, e per fargliela capire chi comandava, pensai di fargli una punizione alla tortura bianca. Andai dalla pony portandola in braccio fino in bagno dove la mollai per andare a chiudere la porta sigillandola e chiusi il buco del lavandino mentre lo riempivo di acqua fredda. C'è chi lo faceva con l'acqua calda ma io volevo solo impartire una lezione "leggera" alla quadrupede. Quando l'acqua raggiunse il massimo della capienza, andai da Surprise che mi fissò stupita, la presi in braccio e, dopo averla appoggiata al lavandino, misi la mano dietro di lei per spingerla sott'acqua. Ovviamente, la pony voleva uscire per prendere aria però io cercavo di non mollare la presa. Non volevo affogarla ma solo “punirla” per aver detto delle robe che io le trovai oscene e che avrebbe fatto meglio a ricordarsi di non dirle più. Alla fine, tirai fuori la testa completamente bagnata e il suo volto si fece addolorata.

Orpheus: Pensi ancora che Hibiki sia un nome carino?
Surprise: Si... Me lo ha detto Kairi...

In preda alla stizza, rimisi dentro la pony sott'acqua mentre fischiettavo un po' per scaricarmi la tensione. Dopo sette secondi circa, la tirai fuori dall'acqua per ridomandargli.

Orpheus: Pensi che Orpheus suona così dolce?
Surprise: Ma suona... così bene... per te...
Orpheus: Non l'ho mica inventato per essere dolce a tutti. Io sono un duro.
Surprise: Non... ti credo...
Orpheus: Pensala come vuoi... ma non provare più a chiamarmi “Orphy”.

Per l'ultima volta, gli misi la testa sott'acqua per qualche secondo prima di lasciarla finalmente in pace. Dopo averla appoggiata per terra, vedevo che aveva tutta la criniera liscia e gocce che gli cascavano giù per le guance. Non so se erano d'acqua o di lacrime ma la cosa non m'importava e uscì dal bagno.
La mattinata fu noiosa, piena di programmi televisivi inutili, per la maggior parte. A mezzogiorno, mi preparai della pasta per il sottoscritto. Penne rigate, per la precisione. Avevo già l'acquolina in bocca ma, quando mi voltai in procinto di mettere la pentola sul tavolo, c'era Surprise (ripresa dal trattamento) in piedi sul tavolo che sembrava attratta dalla pasta. La mia reazione fu la solita.

Orpheus: Scendi giù.
Surprise: Perché?
Orpheus: Perché sei un cavallo in miniatura e non posso averti sul tavolo.
Surprise: Ma Kairi ha detto...
Orpheus: HO DETTO: SCENDI. *risposi con un tono grottesco*
Surprise: Va bene.
*rispose tristemente mentre saltò giù dal tavolo*

Con la pentola e il cucchiaio di legno, misi la pasta sul piatto ed ero pronto per mangiare... se non fosse per la pony che mi guardava e toccava la mia gamba con i suoi zoccoli. Vinto dalla compassione, presi un altro piatto, lo misi per terra e ci aggiunsi una dozzina di penne mentre io m'accontentavo del resto. La pony bianca guardò un po' delusa il piatto ma mangiò lo stesso quelle poche penne che gli diedi.
Erano le tre e la pioggia decise di “prendere una pausa” e c'erano anche alcuni spiragli di sole che stavano uscendo dai buchi delle nuvole. Stufo di fare ancora il pantofolaio, decisi di fare un giro di riscaldamento con la Comet per la gara che sarebbe cominciata entro due giorni. Proprio mentre stavo per aprire la porta, la pony riprese a rompermi le scatole.

Surprise: Dove vai di bello?
Orpheus
: *sbuffai* A fare un giro.
Surprise: Posso venire con te?


Ero finito tra l'incudine e il martello. Se l'avessi lasciata, Kairi non mi avrebbe perdonato mai e me la avessi portata, avrei perso la mia mascolinità e attitudine da vero duro. Lo zimbello dell'intera città sarei diventato. Alla fine, dovetti rispondere.

Orpheus: Va bene... ma solo per oggi.
Surprise: Grazie, Orphy.
*tentò di abbracciarmi la gamba ma glielo impedì*
Orpheus: Non ci provare. La prossima volta, non sarò così magnanimo.
Surprise: Okie dokie lokie.
*rispose sorridendo*

Uscito dal condominio, ero pronto per entrare in macchina ma c'era la pony con me. Decisi dunque di metterla sul sedile di fianco dove gli chiusi la cintura per evitare che sobbalzasse. Fatto ciò, mi recai al posto di guida pronto per partire. Dopo aver fatto un po' di burnout (ovvero, accelerare con la frizione per scaldare le gomme), partii per fare un giro a Liberty City. La Pfister Comet era uno dei veicoli più veloci che si poteva avere in città. Offriva grandi prestazioni in velocità ed era pure maneggevole da guidare. L'unica nota stonata era la forte accelerazione dove si poteva facilmente finire in testacoda ed è per questo che la Comet non era la scelta consigliata per i principianti. Per via della pioggia, il traffico era parecchio alto. Come avrei voluto affrontare le curve come uno spericolato. Surprise non sembrava spaventata della mia guida... sembrava come stupita. Forse perché non era mai stata su una macchina al contrario di Kairi che aveva sempre una paura matta di andare a sbattere. Non potevate immaginare com'erano le sue reazioni di sconforto. Da sbellicarsi dalle risate.
Stavamo risalendo una delle vie principali di Algonquin (Frankfort Avenue) quando Surprise notò gli alberi verdi di Middle Park.

Surprise: Andiamo lì?
Orpheus: Va bene.
*decisi di assecondarla, per una cosa*

Dopo aver parcheggiato a fianco del marciapiede, uscimmo dalla Comet ed entrammo nel parco. Siccome aveva piovuto fino a un quarto d'ora fa, il parco era isolato e dava un'atmosfera di tranquillità unica con le nuvole grigie chiare e i fasci di sole bianchi. Dopo aver girovagato nella foresta, Surprise notò un'altalena a dondolo, galoppò verso di essa e ci salì scalando. Incuriosito, gli chiesi...

Orpheus: Perché non usi le ali?
Surprise: Perché non so volare. Devo ancora fare pratica... Forza, spingimi.


La aiutai dunque ad mettersi sull'altalena. Proprio come si facevano ai bambini, andai dietro di lei dove cominciai a spingerla con leggerezza. Sembrava divertirsi un mondo... come se fosse la prima volta che ci andava. Di fronte a quella gioia di divertirsi, sentivo qualcosa dentro di me. Qualcosa che mi faceva... sorridere per quella cavallina bianca. Qualcosa che mi faceva... sentire felice per lei, per la prima volta in vita mia. Qualcosa che mi portò... fare una domanda intima a lei.

Orpheus: È la prima volta che vai in altalena.
Surprise: Sì.
*rispose tra diverse risate. Si divertiva come non mai*
Orpheus: Ma voi pony non avete queste cose come il divertimento nel vostro mondo?
Surprise: Sì... ma non sono mai stata a Equestria. Sono sempre vissuta qui con gli altri pony per aspettare che uno ci adotti.
Orpheus: Capisco.
*in preda al rimorso, capii di aver toccato un tasto dolente: era orfana. Alla ricerca di un riscontro positivo, gli chiesi* Nessuno ti ha mai preso cura di te? A insegnarti a volare?
Surprise: No. A parte i pasti e la buonanotte, nessuno ci prendeva cura di noi... ne tanto meno insegnarci a usare la magia o a volare. Io spero tanto di cominciare a volare. Lo sai perché?
Orpheus: No.
Surprise: Perché il mio sogno è quello di volare nel cielo... ma non volare e basta. Vorrei volteggiare su, su e più su nel cielo fino a toccarlo. Il mio sogno s'avvererebbe se solo potessi imparare a usare le mie ali. È un peccato per me... Non riuscirò mai a realizzare il mio sogno.
Orpheus:
*spinto da dalla stessa sensazione di prima, risposi per sollevarla di morale* Ricorda: C'è sempre il tempo per imparare qualcosa.

Dal spingere piano, iniziai a spingere più forte. Sempre più forte. Surprise si divertiva sempre di più ma la mia era un'intenzione diversa del semplice “divertirla”. A un certo punto, bloccai l'altalena e gli dissi questo: “Cerca di sbattere le ali il più possibile. Metticela tutta”.
Infine, spinsi a piena potenza l'altalena per “disarcionarla”. Surprise restò... sorpresa della cosa ma capii al volo il mio consiglio e cominciò a sbattere le ali come meglio poteva. La pony stava facendo progressi: Stava sbattendo il più fortemente possibile ma scendeva piano piano per terra. Decisi dunque di andare sotto di lei aspettando che scendesse sulla mia testa e, quando atterrò sopra di me, finsi di cadere e ruzzolai sull'erba bagnata . Di solito, mi divertivo durante nelle gare soprattutto quando vincevo io... ma questo era un divertimento diverso. Invece di sorridere per la vittoria di una gara, ridevo per la gioia di divertirmi con qualcuno.
Alla fine, alcune gocce di pioggia caddero sopra di noi. Fremendo dalla voglia di divertirmi ancora un po', mi alzai velocemente in piedi.

Orpheus: Oh oh, sembra che stia per piovere acido.
Surprise: Dobbiamo tornare a casa. Presto.
*rispose capendo il gioco*
Orpheus: Tutti alla macchina.

Presi in braccio Surprise e corsi a tutta velocità uscendo dal parco e andando alla Comet. Dopo averla sistemata davanti e messa la cintura, scivolai sopra il cofano per accorciare i tempi ed entrai in macchina. Poco prima di accendere il motore, mi resi conto di cosa avevo fatto con lei: Mi ero divertita con lei, come se fossi stato un bambino per qualche minuto. Per fortuna che non c'era nessuno nei dintorni altrimenti, sarei diventato lo zimbello di tutta Liberty City. Chissà cosa mi avrebbe fatto Terumi nel vedermi. Mi avrebbe mutilato arto per arto, organo per organo,
Tutta quella felicità che avevo qualche momento fa si tramutò in astio.

Surprise: Allora, pensi che ci torneremo domani?
Orpheus: Non ci torneremo. *risposi digrignando i denti* Né domani, né nei prossimi giorni.


Rispondendo ferocemente alla povera e innocente pony, tolsi la frizione in un istante e la seguente accelerazione ci fece sbattere al poggiatesta. Dopo essere ritornati a casa, decisi di mangiare vegetariano per non infierire a Surprise. Di quest'ultima, decisi di farla mangiare sulla sedia dove mangiò la sua porzione d'insalata che era un terzo di ciò che preparai nella sera. Kairi non era ancora tornata per cui, decisi di andare a letto verso le undici di sera... con la pony.

Ero in canottiera come ieri sera e notai come la pioggia si stava tramutando in temporale poiché le gocce stavano sbattendo alla finestra come chicchi lanciati dal cielo. Chiusi dunque le persiane del tutto (prima erano semiaperte) e andai a letto. Surprise era sul cuscino su dove dormiva di solito Kairi, dalla parte opposta del letto. Per dieci minuti, stavo quasi per dormire nella grossa se non fosse stato per un lampo che s'abbatté qui vicino generando un tuono assordante. La pony bianca si svegliò di colpo e, presa dallo spavento, andò vicino a me.

Surprise: Orphy... ho paura...
Orpheus: Non ti... preoccupare. Sei al sicuro con me.

Preso dalla compassione, ignorai il nomignolo che mi diede e l'abbracciai per tranquillizzarla. Ora che la sentivo al tatto, il suo manto era morbidissimo e la criniera così soffice. Mi sembrava di stringere un peluche che un semplice pony. Più passava il tempo e più volevo stringerla tra le mie braccia per restare al caldo, anche se ero già sotto le lenzuola. Confortata dal mio lato affettivo (di cui non sapevo che esisteva in me), Surprise ritornò nel mondo dei sogni e io la seguì. È così che passai la notte: abbracciandoci a vicenda. Ero sicuro che sei diventato diabetico dopo la notte.

CONTINUA...


Capitolo 3 --- Una spiacevole sorpresa

Nella mattina dopo, mi risvegliai con una scomoda sorpresa o, per meglio dire, con Surprise che stava dormendo abbracciata a me. Ancora una volta, mi chiesi come avevo fatto a perdere di nuovo la testa per quella pony alata. Con cautela, mi staccai da lei senza svegliarla e uscii dalla camera per fare colazione. Come ieri, mi mangiai i soliti cereali con latte ma stavolta non c'era Surprise. Probabilmente continuava ancora a dormire in camera. Eppure, avevo messo la ciotola di latte per lei sul tavolo. Mentre pensai di mettere la ciotola sul pavimento, arrivò Surprise che sospirava leggermente.

Surprise: Buongiorno Orphy.
Orpheus: Potresti non chiamarmi Orphy, per favore?
Surprise: Va bene. Devo comunque farti vedere una cosa.
Orpheus: Quale?


La pony avvicinò al tavolo, s'accucciò e fissò il tavolo agitando la coda come se fosse un gatto in procinto di assaltare un topo giocattolo. Alla fine, spiccò un balzo parecchio alto, per le sue dimensioni, e iniziò a sbattere le sue ali come può. Emanando smorfie di fatica, Surprise riuscì finalmente a raggiungere il tavolo volando. Stremata ma soddisfatta, andò verso la ciotola e cominciò a bere il latte come un gatto.

Orpheus: Surprise... sei riuscita a volare?
Surprise: Sì.
*mi fissò con il volto sorridente* Ho voluto fare una prova prima di venire qui... e c'è l'ho fatta. Ora so volare.
Orpheus: Non mi sembra.
Surprise: Perché?
Orpheus: Volare significa “stare in cielo” e quello non mi sembra “volare”. Ho un'idea: Potresti esercitati sul tetto del condominio.


Infatti, dopo la colazione, portai la pony sul tetto del condominio. La reputavo la mia zona relax e di Kairi dove stavamo a guardare il cielo, la zona di Bohan e anche i grattacieli di Algonquin. Il cielo era nuvoloso ma aveva smesso di piovere. Ammetto che questo diluvio faceva i capricci. A volte pioveva e a volte no.
Per tutta la mattina, rimasi a guardare Surprise impegnarsi nel volo. Sbatteva in continuazione le ali quando si trovava a mezz'aria. Durante i primi tentativi, non riusciva a tenersi in aria per più di cinque secondi ma, grazie alla perseveranza e al mio sostegno, era finalmente capace di volare per almeno dieci secondi.
Dopo essere ritornati in casa, a mezzogiorno, preparai un minestrone di verdure assieme a Surprise di cui lo mangiammo metà io e metà lei.

Verso le due, la pioggia non era ancora arrivata e ne avrei approfittato per controllare la Comet e pulirla a lucido. Dopo aver preso gli attrezzi per la pulizia dal ripostiglio, andai fuori con Surprise così da farla divertire un po'.
Mentre io pulivo i finestrini della mia Comet, Surprise andava in giro per la strada deserta. Notò poi un bidone della spazzatura, ci guardò dentro e tirò fuori quello che sembrava una mazza da baseball ma io non ci feci caso. Disse che all’orfanotrofio, durante l'ora della TV, guardava alcune partite di baseball e quindi sapeva cos’era una mazza e su come maneggiarla. Sembrava divertirsi parecchio dalle frasi che faceva.

Surprise: Ecco che Surprise entra in campo. Il lanciatore tira la palla ma Surprise, a sangue freddo, prende la palla e... Oh no...

Durante la pulizia del lunotto posteriore, un rumore di vetri mi fece prendere un colpo e a farmi cadere per terra dallo spavento. Andando in direzione del rumore, notai che il finestrino sinistro (quello situato vicino al posto di guida) era stato frantumato da una mazza volante. Guardai infuriato Surprise che si trovava a mezz'aria con un viso imbarazzato.

Surprise: Eh eh... fuori campo.
Orpheus: Andiamo in casa.
*risposi freddamente per non avere scatti d’ira improvvisi*

Dopo essere entrati in casa, andai al ripostiglio per prendere un quadro di cartone e del nastro adesivo e stavolta lasciai Surprise dentro. Impiegai ben mezz'ora per mettere il quadro nello spazio del finestrino e coprirlo. Infine, ritornai a casa dando un broncio che fece intimidire la pony.

Surprise: Mi dispiace, Orphy. Non sapevo che tu tieni così tanto a quella cosa?
Orpheus: cosa? Cosa? COSA??? Quella non è una... “Cosa”. E' una Pfister Comet, una delle auto più veloci di tutta Liberty City. Chiunque si darebbe un braccio e una gamba per averlo.
Surprise: Ma non l'ho fatto apposta. Guarda il lato positivo: non è mica rovinata.
Orpheus: Ma rimpiazzare il finestrino mi farà costare un occhio dalla testa... così come prenderti cura di te. Via... VIA!!! FUORI DI QUI!!!
Surprise: Ma io...
*col viso che stava per bagnarsi dalle lacrime, cercò di replicare*
Orpheus: “Ma” un corno. Via.

Aprendo la porta, obbligai la pony ad uscire e lei, come previsto, scappò piangendo. Passai qualche minuto a gironzolare in casa per farmi smaltire la rabbia e decisi di andare da Bill per sapere se era possibile riparare il danno subito.

Dopo essere entrato al suo garage con la macchina, notai che non c'era nessuno. Uscii dalla Comet e diedi un'occhiata in giro, sperando almeno di sentire un minimo rumore per capire se c'era o no.
Come previsto, spuntò Bill dalla porta di servizio assieme alla sua pony da compagnia.

Bill: Hibiki… volevo dire, Orpheus. Ti serve qualcosa?
Orpheus: Mi potresti dare un finestrino di ricambio. Quello anteriore sinistro.
Bill: Ho capito. *notando a prima occhiata il “danno”* Aspetta qui.


Bill uscì dunque da una seconda porta mentre io entrai in macchina. Fischiettando e battendo a tempo sul volante, guardai fuori per vedere quella pony, Rainbow Melody, che mi fissava incuriosita. Inizialmente, osservai dalla parte opposta e occasionalmente, la guardai con la coda dell’occhio. Più passava il tempo, più mi sentivo nervoso da quella pony e più mi veniva da pensare a parole come “Basta”, “Smettila di guardarmi” e “Ti prego, non fissarmi così”. Bill ritornò con il finestrino di ricambio, andò dietro alla Comet dove se lo mise nel bagagliaio e ritornò da me.

Orpheus: Grazie. Quanto ti devo?
Bill: Niente.
Orpheus: Come “niente”. Che mi fai? La polizza cristalli?
*domandai scherzosamente*
Bill: No, te lo regalo perché io me ne sto per andare.
Orpheus: Davvero? Vuoi vendere la tua proprietà e il tuo lavoro per dove?
Bill:
*s’incamminò verso la porta di servizio* A Equestria.
Orpheus: Equestria?
Bill: Io e Melody siamo stufi di questo posto pieno di deathmatch e corse mortali. Per questo ci trasferiremo a Equestria: un’utopia vivente. Questo sarà un addio.
Orpheus: Capisco… allora, addio Bill.
Bill: Arrivederci Hibiki. Scusa ma ho sempre voluto salutarti con il tuo vero nome.
Orpheus: Fa niente.
*replicai così per non infierirlo. Nessuno doveva chiamarmi col mio vero nome*

Dopo aver salutato Bill, diedi un po’ di gas prima di tornare a casa giusto in tempo per riscaldare la macchina per la corsa che si sarebbe tenuta domani. Il cielo era diventato improvvisamente grigio scuro, segno che un temporale sarebbe giunto in città. Affidandomi a quella che io ritenevo il mio “Gioiello”, partii in quinta manovrando la Comet con la stessa destrezza di un pilota di Formula Uno. Dopo essere tornato, che aveva già ricominciato a piovere facendo cascare il diluvio, entrai in casa per vedere… Kai Namida. Era in mezzo alla stanza immobile come una statua che mi dava di spalle e teneva i pugni ben chiusi. Dopo che chiusi delicatamente la porta, lei mi domandò con un tono inizialmente calmo.

Kairi: L’hai scacciata, non è così?
Orpheus: Bhé, ecco…
*ero incerto di cosa rispondergli. Non volevo avere peli sulla lingua*
Kairi: Che cosa ti ha fatto di male? Lei mi vedeva come una madre e stava per pensare la stessa cosa con te. Potevamo vivere felici insieme e tu hai ripudiata la cosa. Non solo hai ferito Surprise ma anche me. Dal profondo del mio cuore.
Orpheus: C’era un motivo del perché l’ho punita.
*cercai di rispondere seriamente inconscio che la paura mi avrebbe giocato* Lei… lei… non doveva toccare la mia Comet, né tantomeno frantumare il finestrino.
Kairi: L’hai fatta scappare solo per quella stupida macchina?
Orpheus: Non è una stupida macchina. E’ una Pfister Comet, una delle auto più veloci di Liberty City, e devo trattarla con tutto il rispetto.


Ad un tratto, Kairi si voltò guardandomi con un espressione talmente furiosa che non sembrava neanche lei. Egli s’avvicinò e tirò un ceffone che mi impressionò. Era davvero arrabbiata e, come se non bastasse, cominciò a urlare dando sfogo a tutta la sua rabbia.

Kairi: Dovresti farlo con una che ti ammira e ti rispetta. Non per una cosa che serve solo ai tuoi comodi. Tu non sei un avatar, sei solo un bugiardo che non conosce il significato dell’Amore e dell’Amicizia. Vergognati. Trattare la nostra pony – la TUA pony – come un cane. Non sei umano. Sei… sei… un MOSTRO!!!
Orpheus: Ma Kairi…
*cercai di fermarla*
Kairi: *mi diede un secondo ceffone nell’altra guancia* Non chiamarmi più Kairi. Ti risparmio la fatica di scordare il mio nome e di ricordare quello del tuo macinino. A mai più rivederci.

Non riuscendo a voltarmi per lo shock, sentii solo i passi di Kairi di dietro a me e la violenta chiusura della porta. Ero solo… la solitudine, accompagnata dalla disperazione, mi portarono a inginocchiarmi sul pavimento e piangere in silenzio per la perdita. Aveva ragione: Non ero altro che un mostro e ora che me ne ero reso conto, non volevo più avere questo rimorso per il resto della mia vita. C’era solo una cosa da fare.
Ritornai nella mia Comet e partii in piena tranquillità per andare a Suffolk, in un posto in cui non mi sarei mai aspettato di andare: La cattedrale di Liberty City. Un’imponente costruzione in marmo situata sulla Liberty Lane che si stagliava in alto con le sue numerose guglie in mezzo ai grattacieli di Algonquin. Essendo di costruzione antica, sembrava un’edificio anacronistico, fuori dal tempo. Dopo aver parcheggiato davanti e camminato per pochi metri nella pioggia che cadeva a dirotto, entrai nella cattedrale. La sala della cattedrale era enorme e poco illuminata di grigio poiché non aveva finestre ma le vetrate colorate che ritraevano scene molto importanti per i religiosi ma di cui non voglio restare a descrivere. Le panche erano interamente in legno dove sotto c’erano dei cuscinetti su cui appoggiare le ginocchia durante le preghiere. L’altare era composto da sedie antiche su cui si sedevano i preti, il tavolo del celebrante e la santa croce. L’unica persona situata sull’altare era una persona sui 30 anni dai capelli neri e barba folta che si stava togliendo la toga e l’abito delle cerimonie per rimanere in borghese.
Il suo nome era Landon Theros. Era uno street racer di vecchia stampa molto famoso ai suoi tempi e del quale ci aveva pure scritto un’autobiografia che diventò presto un best-seller. Era soprannominato “Il cavalca-tempeste” poiché era molto bravo a correre sia sull’asciutto che sul bagnato, anche se esplodeva l’uragano. Era noto anche per essere un fumatore incallito e si diceva che, per scaramanzia, schiacciava con le mani (o con la sua auto) i kiwi che lui riteneva “I suoi acerrimi nemici”.

Orpheus: Padre Landon?
Landon:
*si voltò verso di me* Aspetta, fammi ricordare… tu sei Hibiki Migoto. Il “pupillo” di Yuuki Terumi. Di solito, vieni qui per ricevere consigli sulla guida. Ho sentito della gara che si terrà domani. Qualche consiglio per domani?
Orpheus: In realtà, io… vorrei confessarmi.
Landon:
*mi fissò stupito per la mia risposta* Seguimi.

Seguendo il prete, mi ritrovai davanti a una piccola struttura in legno: il confessionale. Padre Landon aprì una porta situata a un lato del confessionale e così feci anch’io dalla parte opposta. Dopo averla chiusa, mi sentivo come se mi trovavo in una cella strettissima dove filtrava la già fioca luce della cattedrale. Padre Landon si vedeva dall’altra parte di un muretto pieno di buchi a forma di croce.

Orpheus: Si potrebbe evitare il segno della croce? La mia è… una confessione particolare.
Landon: Va bene. Quali sono i tuoi peccati che vuoi perdonare.
Orpheus: Uno solo.
Landon: Davvero? Quale sarebbe?
Orpheus: In tutti questi anni, mi sono fatto una fortuna come pilota affrontando avversari tosti e pericoli addirittura mortali. Avevo il rispetto del mio capo, la gente mi acclamava, i verdoni c’è li avevo… Eppure, mi manca qualcosa… Qualcosa che mi faccia capire il significato di essere amati anche se non si è ricchi o rispettati.
Landon: In realtà, hai già la tua amica Kai che ti stima da dentro. Non è così?
Orpheus: Non solo lei, avevo anche una pony.
Landon: Una pony di Equestria?
Orpheus: Esatto. Il suo nome era Surprise. Inizialmente, la trovavo fastidiosa e turbolenta…
Landon: E poi?
Orpheus: …e poi capii di averla considerata male solo alla prima occhiata. In realtà, è una pony buona e simpatica. Per quanto la maltrattavo e la menavo, continuava ad amarmi. Non cambiava opinione neanche se la costringevo. La verità è che… io la scacciai fuori di casa perché aveva danneggiato un finestrino della mia macchina e mi rendo solamente conto di essere stato un egoista. Avevo sempre pensato di più a me stesso e alle mie ambizioni che a coloro che mi ritenevano un amico.
*in preda ai sensi di colpa, sentii per la prima volta qualcosa di bagnato ai miei occhi: lacrime. Quando me ne accorsi, le trattenni per non mostrare segni di debolezza.*
Landon: Vedi, Hibiki. L’egoismo, come molti peccati, ci rende ciechi delle cose che noi abbiamo già e che dovremo essere fieri di averli e non di cose che noi vogliamo ottenere. In questo caso, essere uno street racer noto a Liberty City ti ha obbligato a dare importanza a quella che, invece di essere un “hobby” -per così dire-, per te è uno stile di vita. Senza volere, hai rifiutato qualcosa che poteva aprirti gli occhi e guardare te stesso e le cose di cui dovresti ritenerti fortunato. Continua così e riuscirai a guardare la tua via nell’oscurità completa, che capace di oscurare le altre prospettive per farti osservare quelle personali.

Le parole del padre mi toccarono dal profondo del cuore. Ho avuto dei sogni di gloria così pretenziosi che non avevo visto le “bellezze” che avevo fin dall’inizio: Amici che mi rispettavano per quello che ero e bei momenti di gioia passati con gli altri. Il tutto oscurato dal mio egoismo e fama di gloria. Avevo negato qualcosa che poteva farmi felice anche se ero un semplice pilota.

Orpheus: Sono stato… uno stupido… Adesso mi sento… veramente solo…
Landon: Calmati, Hibiki.
*volsi lo sguardo verso il volto serio ma altruista del padre* Pietro rinnegò Gesù tre volte prima che il gallo cantasse ma ciò non impedì all’apostolo di diventare il primo papa della storia.
Orpheus: Perché mi dici questa cosa?
Landon: Per significare che c’è sempre il tempo per correggere gli errori. Si chiama “Redenzione”.
Orpheus: Hai ragione.
*a queste parole, mi sentii risollevato* Forse riuscirò a recuperare quello che ho perso.
Landon: Mai perdere la speranza perché è sempre l’ultima a morire.
Orpheus: Grazie padre. Ti sono debitore.
Landon: Siamo tutti debitori, eheh.


Dopo quella battuta da prete cattolico, uscimmo dal confessionale, lo ringraziai di nuovo e uscii di scatto dalla cattedrale. Pioveva a dirotto ma entrai lo stesso in macchina in un lampo. Nel momento in cui stavo per accendere la Comet, mi sorse il dubbio di come trovare Surprise. In primo luogo, avrei chiamato i miei contatti per sapere qualche novità su dove si potrebbe trovare. Tentar non nuoceva.
Dopo aver raggiunto il condominio, ritrovai Kairi seduta sulla scalinata della soglia con gli occhi che puntavano per terra ed era... completamente bagnata. Uscii dunque dall'auto per incontrarla sperando anche di portarla dentro per ripararsi dalla pioggia.

Orpheus: Kai...
Kairi: Hibiki...
Orpheus: Sai... sai dov'è finita Surprise?
Kairi: E' sul ponte in costruzione della Northern Expressway... ma vuole essere lasciata in pace.
Orpheus: Lasciata in pace? Si era ritrovata bene con noi e vuole essere lasciata in pace... da sola? Forse non sai ma lei comincia a mancarmi davvero e questa cosa non lo accetto.
*spinto dal rimorso e dalla rabbia, rientrai in macchina*
Kairi: Dove vuoi andare?
Orpheus: A incontrarla. Voglio... Voglio... che ritorni da me.
Kairi: Aspetta... vengo con te.


Dopo che Kairi entrò in macchina nel posto di fianco, partii per andare al ponte in costruzione. Dopo essere arrivati, ovviamente, i muretti in cemento impedivano di procedere in macchina. Così uscii dalla Comet e corsi fino in cima per raggiungerla pony. Egli era seduta vicino al bordo in costruzione che stava guardando sotto. Essendo una fase delicata, mi avvicinai con cautela alla pony... voglio dire, pegaso per non spaventarla.

Orpheus: Surprise...
Surprise: Cosa vuoi da me? Vuoi forse gettarmi in acqua?
Orpheus: No, Surprise. Voglio che tu ritorni a casa... con me.
Surprise: Per fare cosa?
*si rialzò lanciandomi un'occhiata furiosa* Per farmi affogare in bagno? Per mangiare sul pavimento? Per scacciarmi di casa una seconda volta?
Orpheus: Ma no. Voglio che tu ritorni da me perché... mi manchi...
Surprise: Ti mancherà sicuramente di più quello stallone di ferro che me.
Orpheus: E' vero che avevo sempre pensato di più a me stesso che prenderti cura di te ma ho finalmente capito cosa significa “essere amari per quello che si è, non per quello che si ha”. Sappi che anche Kairi ti manca e, se non torni con noi, non riusciremo mai a riparare il buco che abbiamo nei nostri cuori.
Surprise: Io... io... io non ti credo. Preferisco affogare che farmi torturare da te.
Orpheus: NO!!!


Surprise corse verso il bordo e si buttò in acqua a quello che sembravano 20 metri di altezza. Dopo essermi “immobilizzato” davanti a un'altezza così spaventosa, mi feci coraggio e, col desiderio di salvarla e averla di nuovo in casa mia... mi buttai. Mi tappai bocca e naso per evitare che mi entrasse l'acqua salata dentro e feci in modo di cadere con i piedi dritti per evitare il forte impatto. Dopo essermi riemerso, mi guardai intorno fino a trovare Surprise che faceva fatica a galleggiare. Nuotai vicino a lei e la presi in braccio mentre mi tenevo a galla con l'altra. Dopo averla messa al sicuro con me, optai di andare al molo più vicino che era a Chase Point, dall'altra parte del ponte. Durante la traversata, facevo fatica a nuotare e a tenere la direzione dritta per via della corrente che trascinava leggermente ma riuscii lo stesso a portarla sulla terraferma. Dopo essere saliti per il molo ed essere tornati sulla strada, eravamo super fradici ma contenti di essere vivi. Dovendo incontrare Kairi dall'altra parte, presi nuovamente la pegaso bianca e cominciai ad attraversare tutta Industrial. Durante la scarpinata, resa difficile dai vestiti appesantiti dall'acqua, Surprise mi disse qualcosa.

Surprise: E così... ci tieni davvero a me.
Orpheus: Certo. Io e Kairi ci teniamo molto a te.
Surprise: Che belle parole.
*mi abbracciò intorno al collo* Come sono felice di avere una famiglia.
Orpheus: Come sono felice di avere qualcuno che mi ama. Non importa se sei famoso o meno.


All'arrivo, Kairi ci stava aspettando in macchina ed era sollevata da come eravamo vivi, vegeti... e bagnati fino al midollo. Dopo essere arrivati a casa insieme, l'unico pensiero che avevo era farmi un bagno caldo e non ero l'unico a pensarla così. Decisi di permettere a Kairi di fare il bagno a Surprise, poi Kairi stessa e infine io. Dopo intere ore passate sotto la pioggia, le uniche gocce che avrebbero avuto il permesso di bagnarmi sarebbero state quelle della doccia. Dopo il bagno, cenammo con brodo di pollo perché, col diluvio che c'è stato e la gara che si sarebbe tenuta domani, dovevo essere in buona salute. La giornata si concluse con io e Kairi che eravamo sul letto pronti a dormire. Prima di dire la buonanotte, mi rivolsi verso di lei.

Orpheus: Kairi... domani verrai alla corsa?
Kairi: Hmm... di solito, le evito quelle cose però sono parecchio curiosa di vedere come sono fatte. Certo che verrò.
Orpheus: Grazie... Sono felice che tu non mi abbia abbandonato.
Kairi: Lo so. E' stata una lezione dura da imparare ma ne è valsa la pena.


Mentre stavo per ammirare il suo dolce sguardo da personaggio di un manga (come gli avatar giapponesi tra cui io e lei), Surprise spuntò da sotto le lenzuola.

Surprise: Alla fine, siamo davvero diventati una famiglia.
Orpheus: In realtà,
*risposi imbarazzato* non siamo una vera famiglia... diciamo che io sono molto legata a lei.
Surprise: Davvero? E com'è che vi siete incontrati?
Kairi: E' una lunga storia. Te la racconterò domani prima della gara.
Orpheus: Giusto...
*sbadigliai* ...Buonanotte.

Detto ciò, mi addormentai sognando il giorno in cui si sarebbe tenuta la gara. Stavano per partecipare alcuni dei migliori piloti di Liberty City, c'erano parecchi soldi in palio e Terumi aveva affidato a me la vittoria. Non dovevo deluderlo.

CONTINUA...


Capitolo 4 --- Una gara sorprendente

Liberty City era tutta bagnata dalla pioggia. Mancava poco all'alba e io mi ero svegliato presto perché non vedevo l'ora di gareggiare a South Alderney. Indossavo un K-Way azzurro ma avevo il cappuccio abbassato così che la pioggia mi faceva bagnare tutti i capelli. Mi sarebbe venuta la polmonite prima o poi. In quella corsa giravano grossi mucchi di soldi (quasi 50.000 dollari in palio) ma ad aumentare di più il prestigio di quella corsa era la presenza di volti noti di Liberty City: Emanuel Oswald Williams, Robert Fazer, Jack Ratcher, Tommy Linker, Danny De Vita, Didier Corder, Erik Treseci e Diana Monde.
Loro erano dei piloti di serie A e io un semplice pilota che si guadagnava da vivere servendo Yuuki Terumi. Lui mi aveva insegnato i valori dell'essere una persona forte e capace di sottomettere anche i giganti. Dovevo fare come lui, non dovevo farmi battere da gente molto più brava di me, dovevo vincere se volevo ottenere il rispetto del mio capo, non dovevo tralasciare la mia attitudine da badass, dovevo sopportare di tutto, pure questa pioggia...
Mentre rimanevo assorto in questi pensieri, non sentivo più la pioggia cadermi in testa. Alzai lo sguardo credendo che fosse finita e invece c'era un ombrello azzurro che mi copriva. Volsi lo sguardo dietro di me e vidi che era Kairi a tenerlo. Perché voleva farmi questo "piacere"? Potevo stare bene anche senza lei.

Orpheus: Vattene Kairi. Non c'è bisogno di coprirmi.
Kairi: Ma così ti becchi la polmonite.
Orpheus: I veri duri se ne fregano della polmonite.


Kairi s'avvicinò sempre di più a me e tastò delicatamente la mia faccia facendo scivolare la sua mano per il mento.

Kairi: Ma tu stai bene anche per chi sei veramente.
Orpheus: Pensi che io sia diverso da quel che sembro? Pensi che senza la badasseria, divento una persona totalmente l'opposta a quello che cerco di essere?
Kairi: Certo. Sento che dentro di te, c'è la paura.
Orpheus: Paura? Eh... sciocchezze.
Kairi: Non lo vuoi ammettere. È così? Ti prego, Orphy. Fallo per te stesso.


Stavo cominciando a respirare sempre più forte con la bocca. Lei sapeva quello che provavo, era inutile insistere. Dovevo dirgli la verità su tutto ciò.

Orpheus: In realtà, provo paura per Yuuki Terumi. Sento chem se dovessi tradirlo, lui mi scorticherebbe vivo. Non ho mai avuto il coraggio di abbandonarlo e lui, come premio per la mia fedeltà, mi insegnò a come essere un ragazzo senza macchia e senza paura... ma nel senso sbagliato del termine. Tu e Surprise siete le uniche ad esser riuscite a penetrare questo guscio e a conoscere il vero Hibiki Migoto.
Kairi: Hai mai pensato di vivere in un posto più tranquillo? Dove la gente ti tratta al tuo stesso livello o rango?
Orpheus: Beh... se dovesse esistere, ci andrei di sicuro.
Kairi: C'è un posto del genere... si chiama Equestria.
Orpheus: La terra dei pony?
*risposi aspramente* Sei matta? Non ci andrò MAI in quel posto.
Kairi: Tu lo dici... ma in realtà non vuoi che Terumi ti trovi e ti torturi con chissà quale strumento.
Orpheus:
*sospirai* Se solo ci fosse un modo per andarmene da qui, da questo posto pieno di scontri in auto e raffiche di fuoco a non finire.
Kairi: Lo troveremo Hibiki. Terumi ti insegnò come vivere a Liberty City seguendo i principi della badasseria... ma io ho una morale molto più importante da insegnarti: che la gente ti ama per quello che sei. Non per quello che fai.
Orpheus:
*commosso da quelle parole, l'abbracciai* Hai ragione. Non avrei dovuto "indossare" quest'armatura chiamata badasseria. Perdonami...
Kairi: È tutto a posto. È stata una tua decisione quella che avevi scelto, così come quella che farai in futuro. Decidi se restare qui o andare a Equestria. Qualunque scelta tu farai, io la rispetterò perché so chi sei veramente. Il vero Hibiki Migoto... alias Orpheus.


Dopo esserci staccati, Kairi mi porse l'ombrello, lo presi ma smise di piovere adesso. Con il sole che si stava alzando nel cielo, vidi un arcobaleno che fluttuava nel cielo sui grattacieli di Algonquin. Era uno spettacolo meraviglioso. Dopo un minuto rimasto a guardarlo con lo stupore negli occhi, lei tornò dentro al condominio ma non senza avermi replicato.

Kairi: Mi prenderò cura io di Surprise per oggi. Tu vedi di allenarti per la corsa.
Orpheus: Certo.


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Alle due di pomeriggio, ero già in macchina per andare a South Alderney. Nell'istante in cui accesi il motore, vidi Kairi entrare e sedersi di fianco a me... con Surprise in braccio.

Orpheus: Cosa ci fate qui?
Kairi: Beh, sono curiosa di vedere come sono fatte le gare.
Surprise: Credevo che ci andavamo per sostenere Hibiki.
Kairi: Surprise...
*rispose come se l'avesse colta in flagrante per poi proseguire normalemente* Ok, lo ammetto... Va bene che non mi piacciono le gare ma credo che un po' di tifo da parte nostra ti farà stare bene. Sei teso per la gara, vero?
Orpheus: ...sì...
*in realtà, non era la gara a preoccuparmi ma qualcos'altro... o per meglio dire, qualcuno*

Accesi la Comet e iniziai a guidare in direzione dell'evento... stavolta con una guida prudente visto che avevo dei passeggeri e di solito andavo a più di 200 KM/H sulla strada.
Dopo che arrivammo a South Alderney, notammo come parecchia gente era venuta a vedere la gara. Nonostante la marea di gente presente, riuscii a farmi notare dagli organizzatori (che erano vestiti in giallo) e parcheggiai la macchina in uno degli ultimi posti della griglia. Sarei partito in leggero svantaggio... cominciavo proprio bene. Dopo essere usciti dalla Comet, andai da Kairi (che teneva Surprise tra le braccia) davanti al cofano.

Orpheus: Stammi a sentire Kai. Loro non devono sapere che Surprise è un pony. Qualsiasi cosa dovesse succedere, lei deve essere...
Surprise: Un peluche. Ecco cosa sarò.
*dopo quella frase, rimase immobile tra le braccia di Kairi con la testa inclinata e il sorriso simpatico che lei aveva sempre.*
Kairi: Non ti preoccupare che non ci accadrà niente. Noi andiamo a dare un'occhiata in giro. Fai attenzione e sii simpatico con gli altri piloti.
Orpheus: Ci puoi giurare...


Kairi e Surprise scomparirono tra la folla e io rimanevo fermo ad osservare il caos della gente fino a quando non incontrai Francis che era in divisa gialla da staff.

Francis: Hey Orphy...
Orpheus: Francis. È così fai parte dello staff che ha organizzato questa gara.
Francis: Eggià...
*Ad un tratto, anche se con gli occhiali da sole non riuscivo a capire con precisione, il suo volto si era fatto serio* Arrivano i guai.

Mi voltai dietro e vidi che arrivava Yuuki Terumi. Era qui per la gara... era qui per me.

Terumi: Hey Hazama... *mi chiamò con quel nome di battaglia che se l'era inventato lui* ...vorrei fare due chiacchiere con te.
Orpheus: No, grazie... Posso sempre chiacchierare con gli altri piloti.
Terumi: Tu non hai bisogno di loro. Devi essere il pilota più spietato di tutta Liberty City. Non ti convince l'idea? Aspetta che te lo dimostro.
Francis: Qui Francis, abbiamo un imbucato nei pressi dell'ultima linea della griglia. Chiedo rinforzi...
*dopo aver interrotto la comunicazione con i suoi colleghi, andò davanti a Terumi facendo da scudo* Senti un po'... se non la smetti di molestare Orpheus e ti allontani subito da qui, mangerò i tuoi intestini come spaghetti e condirò i tuoi capezzoli con l'insalata.
Terumi: Me li vuoi mangiare con l'insalata? Spero che non ti vadano di traverso.
*Francis tentò di dare un pugno a Terumi che lo bloccò con prontezza. Francis si voltò*
Francis: Scappa.

Scattai in direzione opposta a quella di Francis e corsi come un disperato con l'intento di mischiarmi tra la gente.
Mi fermai davanti a una delle macchine situate in prima fila, misi la mano sul cofano e cercai di prendere aria... ma la pausa finì che qualcuno che mi prese per la testa da dietro e me la fece sbattere sul cofano. Mi aveva raggiunto.

Terumi: Stammi bene a sentire... non puntare al bronzo, né all'argento. Io voglio l'oro... Oro... così come le banconote che tu dovrai vincere in questa gara. Hai capito?
Orpheus: E come pensi che riuscirò a vincere?
Terumi:
*mi sbatté ancora una volta sul cofano* Non mostrando pietà per gli altri. Dovrai giocare duro e sporco, non leggero e pulito. Quelli sono solo per i perdenti. Tu sei un vincente... non una mezza-tacca, altrimenti ti avrei fatto fuori di già. Devi essere crudele... pericoloso... cattivo...
Orpheus: Sappi che... non mi ridurrò mai al tuo stesso livello...
Terumi: Strano. Di solito non mi rispondevi così... che ti è successo? Un pianoforte ti è caduto in testa e ti ha procurato qualche danno in testa? Tranquillo... so io come curarlo.


Con quella frase sardonica, mise tutte le due mani sulla mia testa e cominciò a sbatterla sul cofano come se dovesse rompere una noce di cocco. A momenti, mi avrebbe rotto il setto nasale se non fosse per qualcuno che tuonò con una voce tranquilla e severa.

???: Hey tu... lascialo in pace e smetti di intaccare la mia macchina.

Terumi fece come detto e io caddi seduto con la schiena appoggiata al parafanghi della macchina. Chi aveva risposto era un ragazzo con degli occhiali che coprivano i suoi occhi verdi raggelanti, i capelli marroni scuro (fatta eccezione per una ciocca marrone chiara che sporgeva sulla tempia sinistra), felpa grigia e un paio di jeans con le tasche piene di penne stilografiche. Lui era conosciuto come "La Nebbia di Mezzanotte" perché, che sia dall'esterno o dall'interno, lui superava gli avversari come se fosse uscito da un banco di nebbia nel mezzo della notte.

Terumi: Eh... Emanuel Oswald Williams. Il signore dei sorpassi inaspettati. Proprio come uno scrittore che descrive un colpo di scena all'improvviso, tu riesci sempre a sorprendere gli spettatori con i tuoi sorpassi degni di un pilota di Formula Uno.
Emanuel: Apprezzo gli elogi... ma vedi di lasciare in pace Hibiki.
Terumi: Va bene... *prima di allontanarsi, mi guardò per l'ultima volta* ...ritieniti fortunato per oggi ma vedi di vincere.


Terumi se ne andò finalmente ed Emanuel mi arrivò di fianco, porgendomi la mano per aiutarmi. Le botte con la sua macchina mi avevano stordito parecchio.

Emanuel: Tutto a posto?
Orpheus: sì...
Emanuel: A me non sembra.
Kairi: Hibiki, Manu...
*giunse Kairi con in braccio Surprise che faceva ancora finta di essere un peluche* ...state bene?
Orpheus: Aspetta... tu conosci Emanuel?
Kairi: Stavo per farti la stessa domanda. Credevo che tu fossi una persona chiusa.
Orpheus: Beh... prima di unirmi al Jayoku Houtenjin, ero come dire... il suo allievo.
Kairi: Cosa? Ma non dicevano che eri nato col talento nella tua Cyber-essenza?
Emanuel: In realtà, Hibiki voleva qualcuno che gli insegnasse a come guidare in ambito sportivo. Incidenti e danni da riparare a parte, lui era un bravo ragazzo. Spericolato ma bravo.
Orpheus: Quella storia dell'essere talentuoso era opera di Terumi per far credere a tutti che io sia un cavallo su cui scommettere tutti i soldi.
Kairi: Eppure tu avevi guidato bene con la Comet la prima volta.
Emanuel: *si sistemò gli occhiali spingendoli col dito medio* La mia macchina è una Invetero Coquette. Quest'ultima e la Comet possono raggiungere i 257 KM/H ma devi considerare che la Coquette pesa 1.600 Kg ed è a trazione posteriore mentre la Comet pesa 1.450 Kg ed è a trazione a quattro ruote. Avendo guidato la mia Coquette quando era sotto la mia ala, guidare la Comet (che è molto più leggera e manovrabile) è una bazzecola per Hibiki. Discussioni tecniche a parte, Robert ha detto se potresti dargli una mano con la sua SuperGT. È là di fianco alla mia macchina.
Orpheus: Va bene.
*ci andai ma non senza che Emanuel mi richiamò*
Emanuel: Hibiki... buona fortuna. Sono sicuro che metteremo su uno bello spettacolo.

Dopo averlo ringraziato, rividi Robert Fazer che stava controllando il motore della sua macchina: una Dewbauchee SuperGT. Anche la SuperGT era conosciuta come una delle più veloci. La sua accelerazione poteva battere la mia e la Coquette ed è per questo che io dovevo batterla in velocità.

Robert: Hibiki...
Orpheus: Ciao Robert.
Robert: Saresti gentile da controllare il motore della macchina mentre io provo ad accenderla?
Orpheus: Va bene.

Aprii il cofano e feci in modo di bloccarla con l'asticella che veniva fuori in un scomparto diviso. Diedi il pollice in giù a Robert e lui accese la macchina. La SuperGT emetteva il solito rumore di accensione. Niente di strano. Per chi era un meccanico o un patito di macchine, si sapeva riconoscere le condizioni del motore semplicemente ascoltandolo durante l'accensione.

Orpheus: Niente da segnalare. *dissi mentre la chiudevo* La SuperGT è a posto.
Robert: Bene. Grazie dell'aiuto.
Orpheus: In realtà... vorrei dirti scusa per averti risposto così male l'altro giorno.
Robert: È tutto a posto. Eri solo "condizionato".
Orpheus: Come scusa?
Robert: Condizionato. Terumi ha fatto in modo che lui potesse diventare un ruolo da seguire per tutti... e ci è riuscito con te. Chi non deve essere perdonato è quel tiranno di un gangster.


Mentre pensavo alle parole dette da lui, un tizio dello staff impugnò un megafono ed urlò "La gara comincerà tra cinque minuti. Ai vostri posti". Andai allora verso la Comet mentre davo un'occhiata agli altri piloti, tutti con dei bolidi che erano allo stesso livello della mia auto in fatto di prestazioni. Kairi si avvicinò a me e mi affiancò.

Kairi: Hai paura di Terumi, giusto?
Surprise: Chi è Terumi?
Kairi: Te lo spiegherò dopo, tesoro.
Surprise: Va bene. Posso fargli il mio gesto porta-fortuna?
Kairi: Va bene.


Quando raggiunsi la portiera della mia macchina, sentii delle labbra toccare la mia guancia sinistra e... capii che era un bacio. Quando mi voltai, vidi una Surprise che aveva lo sguardo così tenero che mi si sarebbe sciolto il cuore.

Surprise: Buona fortuna, HIbiki.
Kairi: Ne avrai bisogno. Cerca di non pensare troppo a Terumi... pensa a noi invece.
Orpheus:
*annuii il capo* Se casomai dovessi vincere, dedicherò la vittoria a voi.

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Dopo che le due s'allontanarono, entrai in macchina con un volto pieno di energia. Adesso il mio obiettivo non era più vincere per Terumi... ma vincere per chi mi tratta come un amico o come un fratello. Dopo essermi messa la cintura di sicurezza, mi giunse in mente che nelle gare più prestigiose c'era sempre quel radiocronista di origini scandinave di nome Frederik Isdanel. Quel tipo aveva una voce così piena d'energia che riusciva sempre a catturare la tensione in qualunque momento saliente della gara. Accesi la radio per sintonizzarla sul commento della gara e mi preparai per essere accolto dalla voce sempre eccitata ma simpatica di Frederik.

F: Buongiorno a tutti gli spettatori. Sono Frederik Isdanel e v'informo subito che, nonostante la pioggia dei giorni scorsi, le condizioni di gara sono perfette per una gara che si è fatta discutere fin da quando è stata annunciata. Alcuni dei piloti più promettenti di Liberty City si mischieranno con i veterani indiscussi della gloriosa città. A proposito di veterani, per la prima volta abbiamo un nuovo commentatore che farà da esperto su tutto ciò che riguarderanno le corse, il tutto detto secondo la sua esperienza e conoscenza delle strade di Liberty City. Abbiamo con noi Landon Theros.
L: Grazie per il benvenuto, Frederik.
F: Ed ecco che la nostra ragazza è già pronta per dare il via alla gara.


La donna che dové dare il via alla gara passò di fianco a tutte le nostre macchine a partire dalla mia e dopo che si fermò alla linea di partenza, si portò i fumogeni colorati in alto. Io ero pronto per la partenza: Mano sinistra sul volante, destra sulle marce. Piede destro sull'acceleratore, sinistra sulla frizione. Dopo gli intensissimi dieci secondi, la ragazza abbassò i fumogeni e si diede il via alla corsa.

La partenza fu quella che ci si poteva aspettare fin dall'inizio: nessun sorpasso avventato e nessun incidente avvenuto nelle prime curve. Dopo un momento "tranquillo" nella prima sezione, arrivammo a uno dei rettilinei del tracciato (Aspdin Drive) ed è lì che grazie all'effetto scia, riuscii a superare i miei avversari grazie alla velocità che aveva reso la Comet una delle macchine più rispettate nel mondo delle corse. Non avrei mai creduto che Terumi mi avesse regalato un tale gioiello dell'automobilistica. Eravamo in dodici concorrenti. Ne dovevo superare undici ma erano tutti più determinati di me. Come potevo superarli?

F: Siamo in Aspdin Drive. Robert "Gotterdammerung" Fazer supera il "Razgriz" Danny de Vita ed ecco che si trova in test---
L: Oh oh oh, c'è un incidente.
F: Che? OH per l'amor del cielo... Non riesco a crederci...


Inaspettatamente, due macchine si scontrarono e diedero il via all'effetto domino con altre quattro ed io ebbi la tenacia di tentare a superarle senza rischiare di lasciare la pelle. Sentivo il sangue bollirmi al massimo e il sudore che mi bagnava la fronte. Un minimo errore e avrei fatto una brutta fine. Per fortuna, superai le cinque macchine che erano fuori-uso.

L: Hibiki ha superato il luogo dell'incidente ma dovremo pensare a chiamare l'ospedale. Gli spettatori stanno aiutando lo staff a rimuovere le macchine e a portarle a Kemeny Street che è la trasversale più vicina.
F: Tra le vittime dell'incidente ci sono Didier Corder, Erik Treseci e... oddio... Georgia!!! Bisogna chiamare i soccorsi e subito.


In effetti, si parlava di una storia tra Georgia e Frederik anche se erano solo voci di corridoio. C'erano solo cinque di piloti rimasti: Tommy Linker, pilota (nonché pianista di professione) imprevedibile quanto Emanuel; Danny de Vita, che prima di dedicarsi alle corse, era un pilota di aerei; Robert Fazer, il più esperto degli avversari, avendo fatto il pilota agonistico; Jack Ratcher, noto come "Flashpoint" perché era veloce come una scheggia; ed Emanuel Oswald Williams, colui che m'insegnò a guidare. Durante il rettilineo di Vitullo Avenue, ebbi l'occasione di prendere la scia e di superare Tommy Linker di sorpresa e ancor prima di raggiungere il tornante.

L: Siamo al secondo giro. Le auto distrutte sono tutte fuori dalla pista e Frederik si è assentato per chiedere assistenza allo staff. Abbiamo a che fare una gara al limite dello storico perché mai una cosa del genere è accaduta prima d'ora. Sei piloti si dovranno contendere il primo posto e il montepremi da ben 50.000 dollari. Chi sarà il vincitore di questa gara tesissima?

Nella curva destra di Ivy Road, tentai un sorpasso a Danny de Vita sul marciapiede. Questa tecnica era nota come "Sidewalk Pass" ed era ritenuta rischiosa da molti perché il marciapiede, essendo una sorta di "gradino" per l'asfalto, poteva alterare l'aderenza del veicolo e di perdere il controllo e, visto il suo peso leggero, la Comet aveva brutte probabilità di ribaltarsi se avessi tentato di superare Danny ad alta velocità. Presi un respiro profondo e tentai...
Il sorpasso andò liscio come l'olio ed ero già quarto ancor prima d'imboccare la Aspdin Drive e c'era Jack Ratcher davanti a me.

L: Ed ecco che si giunge alla Vitullo Avenue. Hibiki Migoto giunge dietro a Jack Ratcher, resta nella scia ed ecco che la cometa bianca supera un altro dei favoriti alla corsa. Raggiunge Emanuel ed ecco che lo sorpassa proprio prima dell'ultimo giro.

Mancava solo un'ultimo pilota: Robert Fazer. Uno degli insegnamenti che mi fece Terumi fu quello di "Andare pesante con il primo della fila. Maggiore è l'aggressività e maggiori sono le possibilità di superarlo"... ma decisi di non andarci pesante. Volevo affrontarlo ad armi pari. Ad ogni curva che tagliavo, mi avvicinavo sempre di più a Robert ed è lì che, nel rettilineo di Aspdin Drive, mi "incollai" vicino al paraurti della SuperGT e lo superai appena la velocità massima superò i 260 KH/H grazie alla riduzione della resistenza con l'aria. Mancava solo un rettilineo e alcune curve prima di poter tagliare il traguardo, ma proprio mentre stavo per fare la curva destra per Vitullo Avenue... Una macchina bianca con una striscia rossa mi superò dall'esterno: Emanuel.
Ero in una brutta situazione: dopo la Vitullo Avenue, c'erano due curve lente e quindi non perfette per tentare un sorpasso. La Coquette di Emanuel era l'unica che poteva competere con la Comet e il risultato della gara sarebbe venuto a chi è stato il più veloce tra i due.
Giusto... il più veloce.

Bill mi aveva installato la bomboletta di N2O che avrebbe potuto ribaltare l'esito di una gara già ardua fin dall'inizio. Staccai la mano destra dal volante e alzai la protezione di plastica per evitare che il pulsante venga da azioni accidentali. Premetti il pulsante e sentii come il mio motore venne iniettato da nuova energia, la stessa cosa che succede quando uno s'inietta dell'adrenalina. La Comet aveva già superato i 270 KM/H e la mia testa era incollata sul poggiatesta del sedile. L'effetto del N2O durava in media 10 secondi. Tempo sufficiente per superare Emanuel e frenare nella curva sinistra per la Hardtack Avenue. Sicuro di cosa dovevo fare, tentai un sorpasso a sinistra e...

L: Hibiki... sta spingendo al massimo, supera Emanuel nel rettilineo di Vitullo Avenue e... OH... wohwohwohwohwohwoh... IN NOME DI ICARO!!! Gentili spettatori, per chi non ha ancora dato un'occhiata a Vitullo Avenue, vi dico subito che Hibiki ha perso il controllo della macchina dopo il sorpasso ad Emanuel ed è andato a sbattere all'angolo dell'isolato situato a Berners Road. Aspettate un momento... gli altri piloti hanno fermato i loro veicoli e si recano verso il luogo dell'incidente...
Gli organizzatori decretano la sospensione della gara per la gravità dei due incidenti avvenuti in questi minuti pieni di tensione. Prego per il signore che i piloti infortunati stiano bene.

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Avevo la testa che mi girava e che sembrava essere sul punto di scoppiare e sentivo lo stomaco che da leggero diventava pesante e vice versa. Quando mi risvegliai, vidi che c'era Surprise che stava usando il mio corpo come un trampolino.

Surprise: Ti sei svegliato finalmente.
Orpheus: Ma dove...
Kairi: Surprise, smettila.
Surprise: Va bene.
*si alza in volo e atterra vicino alle braccia di Kairi. Era migliorata parecchio nel corso dei giorni*

Realizzai di essere nella Dinka Chavos di Francis che però la stava guidando Robert. Forse perché Francis era rimasto con gli altri a sgombrare la strada dalle macerie e da tutto ciò che poteva andare nell'occhio. Io ero nei posti dietro con Kairi che mi teneva la testa poggiata alle sue gambe. La testa era bendata da face di garza all'altezza delle tempie. A detta di Kairi, lo scontro col muro (poiché andai a sbattere proprio nel fianco sinistro della Comet) fece venire un'emorragia che non era grave. Lei mi rassicurò che non c'era bisogno di portarmi all'ospedale. Mentre continuavo a vedere l'interno del veicolo, notai che c'era Emanuel sul sedile del passeggero di fianco a Robert.

Emanuel: Hibiki Migoto...

Dedussi dalla voce che c'è l'aveva con me... ma io lo conoscevo. Ogni volta che facevo una cosa sbagliata, lui mi sgridava sempre ma sapevo che faceva il "maestro bacchettone" per il mio bene... proprio come si comporta un insegnante col suo alunno.

Emanuel: Sei andato a sbattere all'isolato di Berners Road. Una perdita di controllo può succedere solo se il veicolo va ad un'alta velocità vicino ai 300 KM/H e la Comet non può raggiungere una velocità del genere. Rispondimi con sincerità... hai usato l'N2O, vero?
Orpheus: sì...
Emanuel: Perché l'hai fatto? Non lo sai che non è consentito a Liberty City? Usare l'N2O è il modo migliore per mostrare a tutti di essere un codardo e di voler sempre vincere. Quando te lo dissi, mi avevi promesso che non ti saresti mai abbassato a quei livelli... e ora ti chiedo: perché hai rotto la promessa?
Orpheus: Ma io... e perché...


Come se il cielo volesse aiutarmi, il cellulare suonò ed era Yuuki Terumi che mi stava chiamando. Sapendo come sarebbe stata la sua risposta, feci in modo di attivare il viva-voce prima di rispondergli.

Orpheus: Pronto?
Terumi: Ho sentito cos'è successo alla gara. Vorrei tanto andare a casa tua e avere una bella chiacchierata con te su come hai danneggiato quella macchina che è un autentico vanto della nostra gang... ma oggi ti lascio stare visto che hai seguito il mio consiglio: quello di impiantare la bomboletta di N2O nella Comet. Questo dimostra che sei molto fedele a me. A domani.
Orpheus: Ciao...
*risposi con aria funebre*

Anche se era voltato davanti alla strada, vedevo come Emanuel digrignava i denti per la rabbia e diede una pestata da sotto il cruscotto.

Emanuel: Hibiki... devi smetterla di farti ubbidire da quel verme.
Orpheus: Ma...
Robert: Ha ragione. Stai andando contro te stesso. Emanuel mi ha parlato molto di te... e a vederti, non rispecchi tutto ciò che lui mi disse. Se posso darti un consiglio da amico: lascia il Jayoku Houtenjin o troverai solo disperazione in te.
Orpheus: Ma dove pensi che io vada? Se lo dovessi mollare, lui tirerebbe il grilletto contro di me.
Kairi: Puoi sempre andare a Equestria. Non saprà mai che tu vivi nel mondo utopico per antonomasia.
Orpheus: Scherzi? Non ci andrò mai. Sono sicuro che lui... lui mi ritroverebbe.
Robert: Sii sincero. Lo stai facendo per preservare quel "lato badass" che tu fingi di avere?


Quella frase mi fece riflettere per parecchio tempo: lo facevo per rimanere un "badass" anche se in realtà me ne volevo disfare?
Arrivati a Bohan, Robert parcheggiò davanti al nostro condominio e ci salutò insieme ad Emanuel prima di partire. Non ricordo cosa facemmo io, Kairi e Surprise dopo cena... forse a vedere un cartone della Pixar o qualcosa... ero troppo scosso dagli eventi di oggi per poter ricordare quella sera. Però ricordai della notizia della gara sul telegiornale. I piloti che si erano infortunati nel primo giro si trovano in ospedale e sono già sulla via della guarigione poiché non hanno riportato ferite gravi. Anche se il mio cuore si sollevò per la felicità, mi trovavo in una scelta ardua da fare: abbandonare Liberty City o restare? Affrontare Yuuki Terumi o scappare? Non riuscivo a decidere neanche se continuavo a pensare cosa sarebbe successo in seguito. Ma è proprio nel giorno seguente che io presi la fatidica decisione.

CONTINUA...


Capitolo 5 --- Vola Surprise... e raggiungi il cielo

Era la domenica pomeriggio. 24 ore dopo quel terribile incidente. La ferita in testa era guarita e io mi sentivo come pieno di vita. Ora che avevo tolto quella faccenda della gara dalla mia testa, decisi di mantenere una promessa che avevo fatto a me stesso: quello di aiutare Surprise ad imparare a volare.

Il cielo era qualcosa di "onirico". Il sole picchiava il grigio dell'asfalto e i tetti di Liberty City. Non c'era nessuna nuvola che la poteva coprire ma c'era già un cerchio di nuvole che poteva arrivare da un momento all'altro in questi giorni. Eppure... era la giornata perfetta per rimanere sul tetto.
Io e Kairi eravamo vicino a Surprise che si stava preparando a un ennesimo decollo. Nei precedenti tentativi di volo, Surprise era riuscita a tenersi in aria per uno o due minuti... e nei seguenti, anche cinque. Stava facendo progressi e io sentivo che ci sarebbe riuscita a volare.

Surprise: C'è la posso fare... c'è la posso fare... c'è la posso fare...
Orpheus: Ricorda Surprise: punta fino alla fine...
Kairi: ...e raggiungerai il risultato.


Surprise scattò verso il muretto di calcestruzzo del tetto, ci saltò sopra e iniziò a sbattere le ali rapidamente. Io e Kairi corremmo davanti al muretto dove vedevamo che lei aveva il muso distorto dallo sforzo... e solo dopo il suo musetto "ritornò" normale. La pegaso bianca guardò le sue ali ed iniziò a contenersi ma non ci riuscì ed esplose di gioia.

Surprise: EVVIVA! Ho imparato a volare. Non sento più il dolore nelle mie ali. *iniziò a planare in aria senza l'euforia che fuoriusciva*
Orpheus: Brava Surprise...
Kairi: ...e bravo il mio Orphy. *si strinse al mio braccio facendosi coccolare*
Orpheus: Per cosa?
Kairi: Per esserti liberato di quell'armatura che avevi tempo fa. Ti sei aperto a lei e le hai mostrato il tuo vero volto.
Orpheus:
*imbarazzato da quelle parole, feci un sorrisetto mentre osservavo la pony fare acrobazie* Avevi ragione e io solo torto. Non facevo altro che ascoltare solo me stesso... ma che ho capitò l'errore, d'ora in poi ascolterò anche voi. *la guardai negli occhi* Forse mi potreste dare una mano con Yuuki Terumi.
Kairi: Lo faremo... io, Surprise, Emanuel, Robert, Landon... noi ti assisteremo per la tua imminente lotta contro quella serpe.
Orpheus: Hey, non farla così drammatica...
Kairi: Parla colui che ha paura del capo.
Orpheus: È vero... ma ci siete voi e sono sicuro che non mi lascerete mai.
Kairi: Ne puoi star certo.


Tornammo a vedere Surprise che faceva delle evoluzioni degne di un solista da pattuglia acrobatica: giri della morte, tonneau, la vite...
Vederla sfrecciare nel cielo era uno spettacolo più unico che raro e mai avrei dimenticato quella volta in cui la pegaso bianca passò di fianco a noi con il seguente spostamento d'aria che ci aveva fatto quasi scompigliare i capelli. A un certo punto, Surprise si fermò e diede un occhiata al suo fianco... e non riuscì a contenersi per una seconda volta che fece un'altro giro della morte esclamando vittoriosa...

Surprise: YUPPIIIIEEEEE!!! Hibiki... Kairi...
Orpheus: Che cosa c'è, tesoro?
*era la prima volta che la chiamavo così. Ero troppo contento per poter chiamarla per nome*
Surprise: L'ho ottenuto... L'ho finalmente ottenuto...
Kairi: Incredibile. Non mi dire che...
Surprise: Sì... ho finalmente ottenuto il mio...


Ma non riuscì a finire la frase... che uno sparo ci colse alla sprovvista. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e fissai Surprise per vedere se stava bene. Non riuscivo a capire se era spaventata o meno, se era immobile per lo spavento o per la curiosità. Purtroppo le mie peggiori previsioni erano confermate, non solo se ne restò immobile... ma iniziò a cadere sopra Hollowback Street che era una delle traversali di Joliet Avenue, dove si trovava il mio condominio. Senza esitare, uscii subito dal tetto e cominciai a scendere frettolosamente per i gradini e a saltare quando ne mancavano tre o quattro. Kairi non riusciva a tenere il mio passo ma la mia mente era ormai su Surprise e sulla sua salute. Uscii dal condominio e mi recai più in fretta che potevo a Hollowback Street dove tutta South Bohan sembrava inspiegabilmente deserta (forse erano tutti andati a vedere qualche torneo di deathmatch). Dopo aver svoltato l'angolo, ecco che cosa trovai: tre tipacci che indossavano le tute nere del Jayoku Houtenjin (quindi erano miei "compagni") con in mano dei fucili di precisione PSG-1 e che si trovavano davanti al corpo inerme di Surprise che era accasciata al terreno.

Tipo1: Ma guarda guarda... un pony. Avevamo pensato che fosse un piccione troppo cresciuto.
Tipo2: Già. Poco male, questo tipo di pony è orribile.
Tipo3: Basta solo vederli per farmi venire il voltastomaco.
Orpheus: Lasciatela in pace.
*la mia reazione attirò la loro attenzione su di me*
Tipo1: Eh... è così tu sei il proprietario di questa bestiola?
Tipo2: Lo sai che animali del genere bisogna tenerli al guinzaglio, vero?
Tipo3: Se questa cosa ti sta così a cuore, perché non la raggiungi? Ti aiutiamo noi.
Orpheus: Vi prego... voglio solo riprendermela.
Kairi: Giusto...
*mi raggiunse* ...se ci ridate lei, senza fargliele del male, forse riusciremo a portarla all'ospedale e a guarirla. Dovete solo permetterci di riprenderla e in cambio dimenticheremo la faccenda.

I tre tipacci si guardarono l'un l'altro e il loro capo ci rispose con una voce da spaccone.

Tipo1: Hibiki "Hazama" Migoto... Per colpa tua, Terumi ha perso parecchi soldi e adesso li rivuole indietro con gli interessi.
Orpheus: Ma che cosa c'entra lui in questo?
Tipo1: Semplice. Ti portiamo da lui, lo rimborserai delle perdite e noi ti daremo la pony... dopo che avremo ottenuto la ricompensa da lui per averti portato.
Orpheus: Ma Terumi mi scuoierà...
Tipo1: Tranquillo. Inizialmente, volevo dirgli di andarci leggero con te... ma visto che sei il proprietario di questo schifo bianco, gli dirò di non mostrare nessuna pietà per te.


Immobilizzato dal terrore, vidi i tre tipi andare lentamente verso di me per acchiapparmi. Sentivo già il coltello sul collo e forse fare pure la fine di Surprise. E ad un tratto, uno sparo si sentii per la seconda volta e uno dei tre cadde con la schiena e la maglia dipinti di rosso. Un terzo sparo tuonò e il secondo cadde con gli stessi colori dell'altro. Il terzo (quello in mezzo) si voltò e scoprì che era proprio Yuuki Terumi armato di un fucile M40A3 (uno dei fucili di precisione più letali della città). Il fucile emanava fumo dalla canna e Terumi sembrava intenzionato a far saltare in aria le cervella del tipo.

Tipo1: Oh... capo... eheheh... bella giornata...
Terumi: Meno chiacchere, Noobley.
Tipo1: M-M-Mi chiamo Noble.
Terumi: Balle. Lo sai che mi devi 100.000 dollari?
Tipo1: Per quel torneo in cui abbiamo perso alle preliminari? Andiamo... sono sicuro che il prossimo anno andremo meglio.


Terumi abbassò il fucile e lo fissò con i suoi occhi iridati di giallo. Diede un leggero e inquietante sorriso seguito poi da una risata. Rideva talmente tanto che indirizzò il fucile in alto e a staccare lo sguardo da lui in preda alla follia. Anche il tipo iniziò a ridere, credendo di averlo fatto ridere così da dimenticare la faccenda... ma lui non conosceva a fondo Terumi ee quest'ultimo tirò fuori un fucile a canne mozze e disse con parole di fuoco...

Terumi: Non esiste l'anno prossimo nel mio dizionario!

Premette il grilletto e il proiettile penetrò nella fronte del tipo, facendolo cadere davanti a me. Come se il detto "vedere la morte in faccia" non fosse ancora sufficiente, Terumi puntò anche sulla mia fronte ma c'era anche Kairi che mi teneva stretto per la vita. Ogni parte del mio corpo non rispondeva più. Era come se volessero attendere il funesto destino... e invece...

Terumi: Domani pomeriggio, ci sarà una gara a Dukes. Presentati nella nostra sede e avrai un veicolo nuovo di pacca.
Orpheus: Ma... ma... ma non sarebbe meglio mandare qualcuno? Ho quasi rischiato di finire in ospedale.


Terumi alzò il fucile intenzionato a colpirmi col calcio della sua arma ma si fermò e attese qualche secondo prima di metterlo giù. La sua occhiata metteva terrore.

Terumi: Sei cambiato molto in questi giorni... e i cambiamenti portano male e caos. Domani voglio vederti in sede alle 14:00 in punto.

Si avviò nella direzione opposta. Sembrava che io fossi salvo e che potevo prendere Surprise e curarla... ma Terumi si fermò, lanciò un'occhiata al corpo della pegaso bianca...

Terumi: E così è questo il motivo di tutto ciò... *mira il fucile su di lei* ...pony del genere non devono neanche esistere...
Orpheus: No, Terumi...
*quando mi resi conto del pericolo, mi staccai da Kairi e mi avviai a gattoni verso Surprise per raggiungerla* ...tutto ma non lei... risparmiala e farò tutto ciò che vuoi... ti prego... NOOOOOOOO!!!

Terumi premette il grilletto, il fucile tuonò, la canna iniziò a fumare e la testa di Surprise venne fatta saltare in aria. Schizzi di sangue e di cervella volarono attorno a lei, un'enorme crepa si generò nella sua tempia e il corpo smise di respirare...
Terumi se ne andò mentre io gattonavo verso la pony col cuore in gola. Lo stomaco mi si contorceva sia dal dolore che dalla scena che stavo vedendo. Ero così vicino dal poterla salvare ma fu troppo tardi.

Kairi: Orphy... guarda...
Orpheus: cosa?
Kairi: Il suo... Cutie Mark...


Da quello che avevo imparato da Surprise, il Cutie Mark si trova nei fianchi ed è in quella zona che vidi il suo tanto agognato simbolo: Una piuma bianca situata in uno sfondo rotondo azzurro con due nuvole bianche. Il suo Cutie Mark, il suo sogno, il suo talento... era quello di librare in cielo come una piuma spostata dal vento. Sentivo il mio cuore infrangersi come un cigno di cristallo pregiato, la mia mente annebbiarsi e disperdersi come una nave alla deriva, i miei occhi che cominciavano a bagnarsi e a far cadere lacrime amare come cascate.

In quell'istante, mi voltai dietro per guardare Kairi che era in piedi e con le lacrime che scivolavano per tutta la faccia fino a raggiungere il mento e a staccarsi dal volto. Come se io fossi ridiventato bambino, l'abbracciai attorno alla vita e, ancora inginocchiato, appoggiai la mia testa sulla sua pancia... ed è lì che mi resi conto di una cosa: Surprise riuscì a raggiungere il cielo, a sentirsi libera, grazie al suo ottimismo e spensieratezza. Lei c'era riuscita anche perché aveva visto noi come madre e padre, come i suoi maestri di vita. Io avevo trascorso tutto questo tempo senza bisogno degli amici e a guardare Terumi come un "Sensei". La decisione più grave della mia vita. Se solo potessi ricominciare da capo e fare le scelte giuste... sì, ricominciare... non in una nuova vita ma in uno nuovo mondo a me sconosciuto. Ripensai allora a ciò che mi disse Kairi...

Orpheus: Kai...
Kairi: Dimmi...
Orpheus: Ne ho abbastanza di questo mondo pieno di violenza e scontri... voglio cambiare vita... voglio andare in un posto che è il perfetto contrario di Liberty City... Voglio andare a Equestria!!!
Kairi: Ci andrai...


Così replicò dopo che strinse la mia testa tra le sue braccia.

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Eravamo al nostro appartamento. Prima di ritornarci, avevamo chiesto all'agenzia funebre di prendere il corpo di Surprise e di portarlo al cimitero di Steinway. Il tutto senza far trapelare la notizia di chi era il suo padrone. Con il primo problema risolto, tornammo in casa dove Kairi girava per la stanza col cellulare in mano mentre io ero steso sul divano in posizione fetale a non fare nulla. Neanche la televisione riusciva a farmi distrarre da quel trauma. Quando si sentirono i primi Ciao, rizzai le orecchie per ascoltare tutto quello che diceva Kairi...

Kairi: Pronto? Sono io..... Avrei una cosa da chiederti..... Potresti portare Hibiki al molo di Dukes? Ha deciso che andrà a Equestria..... Non se ne può più di Terumi e di tutta questa violenza. Gli faresti questo favore?..... Ok, grazie infinite.....

Quando chiuse la chiamata, Kairi s'avvicino a me e mise una mano sulla spalla.

Kairi: Verrà a prenderti alle 9 di mattina. Prepara tutto l'occorente per domani.
Orpheus: E te che fine farai? Se Terumi scopre che ci sei solo te?
Kairi: Butteremo la chiave in acqua così che nessuno entrerà in casa nos... nella nostra ex-casa. Anch'io scapperò da Liberty City ma lo farò da sola per evitare che Terumi ci prenda tutti e due.
Orpheus: Grazie Kai... non so cosa avrei fatto senza di te...
Kairi: È a questo che servono gli amici.
*mi rispose con il suo indimenticabile sorriso. A momenti, avevo pensato a Surprise per il suo modo di sorridere anche nei tempi bui*

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Era mattina. Il cielo era grigio. L'intera stanza era illuminata di grigio. Ero solo nel letto. Le lenzuola erano tutte rivolte... era l'ultimo giorno che trascorsi qui in casa. Kairi se n'era andata ma aveva lasciato un biglietto sul comodino: "Sono andata al cimitero di Steinway".
Mi feci coraggio e mi alzai dal letto. Indossai la mia coppia preferita di vestiti: maglia azzurra a maniche lunghe e un paio di jeans neri. Presi il cartone del latte, lo bevvi tutto fino a rimanerci nulla dentro, misi sulle spalle lo zaino con lo stretto necessario per Equestria, presi le chiavi e uscii dall'appartamento... per l'ultima volta. Non potevo descrivere la tristezza che mi pervadeva in me. Quell'enorme perdita che sentivo nel mio cuore, quella vita buttata via da qualche anima cattiva, quel sogno infranto come pochi.....

La città era avvolta da uno spesso velo di nebbia e non si vedeva niente nel raggio di mezzo chilometro. Lì, dall'altra parte della strada, c'era una Invetero Coquette. Lui era fermo ad aspettare me. A portarmi fuori da questo luogo che per me era impossibile viverci. Misi ad attraversare la strada con i piedi che si erano fatti come di cemento, il cuore pesante come il piombo, gli occhi sporchi di lacrime, il naso chiuso... sembravo un'anima in pena... e lo ero...

Dopo aver passato davanti alla macchina, aprii la portiera e la chiusi dopo essermi seduto di fianco a Emanuel. Lui rimaneva immobile con le mani strette al volante, con gli occhi sigillati. Come se stesse pensando a qualcosa. Io rimanevo con le braccia incrociate a tenere i fianchi fino a stringere la mia pancia.

Emanuel: I fazzoletti sono nel cruscotto. Se questo è un addio, fai in modo di non avere quella faccia. Non ritornerai più qui... vedi di non pensarci troppo...
Orpheus: si...
*risposi con una voce rotta*
Emanuel: Partiamo...

Dopo che lui fece partire la macchina, estrai il pacchetto di fazzoletti dal cruscotto e misi a soffiare il naso e ad asciugare gli occhi. Ora che mi sentivo meglio, guardai fuori dalla finestra notando come la nebbia si stava schiarendo sempre di più. Da un momento all'altro, sarebbe spuntato il sole. Chiesi ad Emanuel se poteva portarmi a Steinway, nel vecchio cimitero. Lui annuì e ingranò la Coquette in quinta.

Arrivati al cimitero, Emanuel parcheggiò di fianco all'entrata consentendomi dieci minuti prima di ritornare. Uscii dalla macchina e misi a guardare i due lati della strada per vedere dov'era Kairi. Dopo un po', la ritrovai assieme a Francis, Robert e Landon che si trovavano attorno alla tomba di Surprise che, al posto di un epitaffio, c'era scritto il nome camuffato apposta: Sarah Price.
Ero talmente chiuso in me stesso che non sentivo le frasi degli altri e rimanevo a fissare la tomba. M'inginocchiai davanti alla pietra e, con le mani agli occhi, ripensai a tutte quelle volte in cui l'avevo trattata male ma, al tempo stesso, di quando cominciai a trattarla non come un'amica... ma qualcosa di molto più importante... una figlia. Sentii una mano sulla spalla e mi voltai staccando le mani dalla mia faccia: era Kairi.

(*)

Kairi: Neanch'io riesco a credere a ciò che successo ieri. L'avevano considerata spazzatura, qualcosa di inutile, qualcosa di cui non tenere a bada... ma per noi, lei era come un gioiello. Il suo sorriso, la sua spensieratezza, il suo affetto che aveva per noi. Queste cose non ci saranno più ma noi le ricorderemo sempre. Il suo ricordo sarà anche il nostro.
Orpheus: La crudeltà che aleggia in quei tre tipi, in Terumi... e in tutta LIberty City, mi ha fatto aprire gli occhi. Non solo ho imparato come possono essere senza cuore quella gente che vive di sparatorie...
*mi voltai verso gli altri tre presenti* ...ma ho imparato che esiste gente buona e sempre pronta a darti una mano, gente come voi. Sempre disposti ad aiutare il prossimo e a fargli rivedere le aspettative che noi crediamo che non si realizzino. Non saprò mai dirvi grazie di questo.
Francis: Beh... tra amici si fa questo e altro. Per Terumi eri solo una pedina. Per noi, rimarrai sempre un amico molto fedele al prossimo.
Robert: Lui ti spacciava come amico solo per sfruttarti... ma noi non ti spacciamo come amici per cose del genere. Lo siamo veramente perché tu eri un corridore come noi che ha del grande talento.
Landon: So quanto ci tenevi a lei... pure io ho un pony: si chiama Icarus. È un pegaso incapace di volare ed è persino nato con un'imperfezione delle ossa. Un singolo urto e crack! Nonostante ciò, ha grandi speranze per il futuro e mi chiama pure "Padre". Perdere uno come lui o Surprise... significherebbe perdere una parte della nostra vita.
Kairi: Ma ciò non significa che tutto è perduto. Il futuro è incerto e lo rimarrà sempre... finché non ci diamo una mossa a realizzare e a compiere i nostri progetti. Surprise... non c'è più, è vero... ma abbiamo sempre la volontà di affrontare questi ostacoli e di superarli.
*mi abbracciò* Tu andrai a Equestria, ti farai degli amici e, grazie a loro, potrai realizzare il futuro come piace a te. Non importa quanto sarà arduo il percorso. Finché ci saranno sempre buoni amici come noi, tu riuscirai a superare gli ostacoli che ti verranno incontro.

Il suo abbraccio mi riscaldò non solo il corpo, ma anche il cuore. Le sue parole non solo mi alleggerirono sia l'umore, ma anche l'anima. Mi staccai da Kairi e mi voltai verso la tomba e il mare. Misi la mano in tasca, presi la chiave del mio appartamento e la lanciai in acqua. Chissà come sarebbe riuscito Terumi ad entrare in casa mia. Con un nuovo spiraglio di positività, mi voltai per vedere il cielo che, libero dalla nebbia che ci circondava fino a qualche minuto fa, dava uno splendido azzurro illuminato dal sole che si era alzato. Davanti a quel panorama, m'immaginai di vedere Surprise librarsi in volo proprio come ieri oppure di riposarsi sopra una nuvola. Alla fine, dissi queste ultime parole per lei.

Orpheus: Adesso non mi sento più triste... ma bensì felice per te. Sognavi di raggiungere il cielo, di vivere sopra le nuvole e di farti baciare dal sole. Anche se non ci sei più qui, mi auguro che tu stia bene lassù... dove tu potrai volare quanto ti pare e piace.

Dopo aver detto queste frasi, mi voltai verso Kairi che aveva gli occhi bagnati anche se teneva sempre il sorriso. Me ne sarei andato e chissà quando l'avrei rincontrata. Ecco perché decisi di abbracciarla un'ultima volta.

Kairi: Non è un addio questo. Ci rivedremo a Equestria.
Orpheus: Me lo prometti?
Kairi: Lo giuro.


Dopo essermi staccata da lei, passai davanti ai tre dove strinsi la mano a loro.

Francis: Non saprà mai della tua destinazione. Goditi la tua nuova vita.
Robert: Un giorno, ci saremo anche noi a Equestria. Chissà se ci rivedremo.
Landon: Prenditi cura di te e apprendi appieno questa lezione molto importante.
Orpheus: Lo farò.


Me ne andai dal cimitero correndo e rientrai in macchina in tutta fretta. Emanuel mi aveva letto nel pensiero poiché stava sorridendo.

Emanuel: Andiamo... prossima destinazione: porto di East Hook.
Orpheus: Potresti correre come fai di solito? Giusto per divertirci.
Emanuel: Come desideri...
*dopo aver acceso il motore, tenne premuto sia l'acceleratore e la frizione e le ruote iniziarono a girare fumando* ...Si prega al passeggero di allacciare la cintura.

Detto ciò, fece partire la Coquette ad una velocità pazzesca... ma non per noi.

-------------------------------------------------------------------------------------------------
Il cielo era limpido con qualche nuvola che andava a coprire il sole. Il terreno e le bitte avevano quel grigio e nero opaco pieno di cacce bianche di gabbiani. Il mare era blu scuro e spingeva le onde facendole sbattere verso il molo. Il Platypus, la nave cargo che ospitava gli avatar per portarli all'isoletta dell'ATC (Avatar Transport Center, il terminale dove si viaggia tra le dimensioni dell'universo Internet) situata a un'ora da qui, era quasi pronto per partire e i marinai avrebbero presto ritirato la scaletta d'accesso.

Io ero lì davanti alla scaletta, con lo zaino in spalla, ad osservarla. Presi qualche respiro profondo e iniziai a salire... ma Emanuel mi fermò.

Emanuel: Hibiki... *mi fermai e volsi lo sguardo verso di lui*
Orpheus: Qualcosa da dirmi?
Emanuel: Beh...
*tese la sua mano davanti a me* ...non l'ho mai ammesso in tua presenza ma tu eri molto più di un semplice allievo.
Orpheus: Che intendi dire?
*chiesi un po' imbarazzato*
Emanuel: Ehi... non ci arrivi? *rispose sogghignando* Siamo amici, giusto?
Orpheus: Non... lo saprei dire...
Emanuel: Non lo vuoi ammettere pure tu, eh?
Orpheus: Ma dai...
*risposi sarcasticamente*

Ora che tutto si era chiarito, strinsi fortemente la mano a Emanuel. Dopo ciò, lui ritornò in macchina e se ne andò dal molo mentre io ero davanti alla scaletta. Senza pensarci due volte, ci salii ed entrai sul Platypus.

-----------------------------------------------------------------------------------------------
La nave partì dopo cinque minuti dal mio arrivo. Mancava ancora mezz'ora all'arrivo all'ATC. Io ero a fianco della nave, con le braccia appoggiate sul parapetto, a vedere per l'ultima volta Liberty City e la Statua della Spensieratezza. Non l'avrei più rivisto la città... mai più.
Guardai il cielo per vedere ancora una volta l'immagine di una Surprise che volteggiava nel cielo. Anche se era una semplice pegaso, lei significava molto per me... e anche se io ero un pilota con atteggiamento da lupo solitario, io significavo molto per lei... L'unica cosa che dissi per tutto il viaggio fu...

Hibiki "Orpheus" Migoto: Grazie Surprise. Non solo mi hai insegnato a guardare me stesso... ma anche a sorridere. Questa è la prima volta... che sorrido per qualcuno. E quel "qualcuno"... sei te. Sorrido perché... hai finalmente raggiunto il cielo. Non come volevamo ma poco importa... L'importante è che il tuo sogno si sia realizzato.

FINE

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una sorpresa inaspettata

MessaggioInviato: 07/10/2013, 22:11
da agfdetre
Davvero interessante, almeno soggettivamente è quella che mi ha preso di più di tutte quelle che hai scritto.

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una sorpresa inaspettata

MessaggioInviato: 08/10/2013, 21:26
da MC Outlaw
Devo per forza partire con una cosa che mi sta sulla punta della lingua. Bill ci ho messo un pò a capire che è il nostro Byl, ci sono arrivato quando hai parlato di Rainbow Melody (mi ero dimenticato del dettaglio del braccio meccanico)...ma quando ho letto Francis detto "Sunglasses" ho pensato "No, non ha inserito davvero la mia ponysona umanizzata" è invece lo hai fatto e io ti adoro per questo :D :yay:
Parlando della storia mi piace, anche se credevo che fosse diversa dato che in Friendship Crisis quasi ammazzano Orpheus solo perchè è tornato a Liberty Cities ed è brony, qui mi sembra che i pony girino abbastanza liberamente senza causare le ire di nessuno...ma è solo l'inizio e potrebbe essere una cosa che deve avvenire
Continua così, voglio vedere chi altro inserirai tra le ponysona del forum e la continuazione di "La vera storia di Orpheus formato umano"

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una sorpresa inaspettata

MessaggioInviato: 08/10/2013, 21:47
da Laurel Crown
agfdetre ha scritto:Davvero interessante, almeno soggettivamente è quella che mi ha preso di più di tutte quelle che hai scritto.

Per fortuna che è interessante. XD
Ho avuto qualche momento di tensione nel pensare che la gente non gradisse del fatto che non è ambientata a Equestria come la stragrande maggioranza delle fanfics.

MC Outlaw ha scritto:
Devo per forza partire con una cosa che mi sta sulla punta della lingua. Bill ci ho messo un pò a capire che è il nostro Byl, ci sono arrivato quando hai parlato di Rainbow Melody (mi ero dimenticato del dettaglio del braccio meccanico)...ma quando ho letto Francis detto "Sunglasses" ho pensato "No, non ha inserito davvero la mia ponysona umanizzata" è invece lo hai fatto e io ti adoro per questo :D :yay:
Parlando della storia mi piace, anche se credevo che fosse diversa dato che in Friendship Crisis quasi ammazzano Orpheus solo perchè è tornato a Liberty Cities ed è brony, qui mi sembra che i pony girino abbastanza liberamente senza causare le ire di nessuno...ma è solo l'inizio e potrebbe essere una cosa che deve avvenire
Continua così, voglio vedere chi altro inserirai tra le ponysona del forum e la continuazione di "La vera storia di Orpheus formato umano"

Non volevo mettere nomi a caso come "Caio Tizio Sempronio" e mi piace dare dei cameo, tutto qui. Modestamente, non è un granché per me ma farsi citare in una fanfic è da giù di testa.
Ormai, Friendship Crisis non è più "canon" e che deve essere rifatto. Eppure, hai fatto un argomento valido. Diciamo che gli Anti Pony Army sono nati dopo la partenza di Hibiki Orphy.
Anticipo che ci sarà un personaggio altrettanto utile nella storia dove, secondo la trama che mi sono fatta, apparirà nel terzo capitolo.

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una sorpresa inaspettata

MessaggioInviato: 21/10/2013, 18:03
da Laurel Crown
Questo capitolo ha molto più "parlato" del precedente. Ricordate: Rate, Comment and Sub... Diamine, non è YouTube questo. :asd:

Curiosità: C'è una parte di questo capitolo che è preso spunto da "Io, me & Irene". Vediamo chi lo trova. ;)

Capitolo 2 --- Orpheus e Surprise
 
Nonostante l’astio che provavo per quella pony di nome Surprise, è stata una notte tranquilla. Non avevo sognato niente di strano o premonitore. Quando aprii i miei occhi, dalla finestra si vedeva un cielo dal colorito grigio scuro e si sentivano le gocce cadere pesanti in strada. In preda allo stress mattutino e con la voglia di dormire ancora un po’, mi girai nel letto per vedere che era vuoto. Dopo essermi faticosamente alzato, uscii dalla camera per vedere Kairi che si stava mettendo in giacca mentre Surprise si scolava una ciotola di cereali sul tavolo.

Kairi: Buongiorno Hibiki.
Orpheus: Buongiorno Kairi… e non chiamarmi in quel modo.
Kairi: Ma dai, brontolone.
*rispose con il sorriso sulle labbra* Comunque, oggi devo andare per una commissione di lavoro. Tornerò tra qualche giorno. Tratta bene Surprise. Sono sicura che non mi deluderai.
Orpheus: Va bene.
*risposi con riluttanza*
 
Dopo essersi abbottonata, Kairi lasciò l'appartamento e chiuse la porta. Spesso mi veniva da chiedere quale sia il lavoro di Kairi. Non me lo aveva mai detto ma non credo sia qualcosa d’importante. Dopo essermi vestito con la solita maglia azzurra, mi sedetti al tavolo davanti a Surprise che stava mangiando i cereali come se fosse un gatto. Cercando di non farci caso, presi la scatola di cereali e versai quello che rimase della confezione nella tazza, presi il cartone di latte, lo versai su tutti i cereali e iniziai a mangiare col cucchiaio. Sarebbe stata una colazione tranquilla se non fosse stato per Surprise che, dopo aver finito la sua ciotola molto prima di me, mi fissò con quell'espressione da ebete. Infastidito, gli risposi...

Orpheus: Che c'è? Perché mi guardi così?
Surprise: Lo sai...
*fece una risatina* ...sei buffo.
Orpheus: E perché?
*risposi stizzito*
Surprise: Perché hai cercato di bere tutto il latte e ora hai i baffi bianchi, hihihi...

Tastai il labbro superiore per capire che avevo il latte addosso. Questo perché avevo finito tutto il latte rimasto bevendolo dalla tazza. Non era molto decoroso ma era efficace. Mi alzai scocciato dalla sedia e andai a controllare il tempo dalla finestra: piovigginava. Avrebbe smesso da poco. Sarei rimasto a vedere le gocce scendere per il vetro se non fosse stata per l'ennesima interruzione di Surprise.

Surprise: Lo sai, mi sembri simpatico... però, lo sai cosa mi piace di te?
Orpheus: Cosa?
*mi voltai verso la pony*
Surprise: Il tuo nome... Hibiki è un nome carino ma anche Orpheus suona così dolce. Ho deciso: ti chiamerò Orphy.

Non avevo mai sentito così tante balle in vita mia. Hibiki un nome carino? Orpheus suona dolce? Orphy? Non volevo accettare questa cose, e per fargliela capire chi comandava, pensai di fargli una punizione alla tortura bianca. Andai dalla pony portandola in braccio fino in bagno dove la mollai per andare a chiudere la porta sigillandola e chiusi il buco del lavandino mentre lo riempivo di acqua fredda. C'è chi lo faceva con l'acqua calda ma io volevo solo impartire una lezione "leggera" alla quadrupede. Quando l'acqua raggiunse il massimo della capienza, andai da Surprise che mi fissò stupita, la presi in braccio e, dopo averla appoggiata al lavandino, misi la mano dietro di lei per spingerla sott'acqua. Ovviamente, la pony voleva uscire per prendere aria però io cercavo di non mollare la presa. Non volevo affogarla ma solo “punirla” per aver detto delle robe che io le trovai oscene e che avrebbe fatto meglio a ricordarsi di non dirle più. Alla fine, tirai fuori la testa completamente bagnata e il suo volto si fece addolorata.

Orpheus: Pensi ancora che Hibiki sia un nome carino?
Surprise: Si... Me lo ha detto Kairi...

In preda alla stizza, rimisi dentro la pony sott'acqua mentre fischiettavo un po' per scaricarmi la tensione. Dopo sette secondi circa, la tirai fuori dall'acqua per ridomandargli.

Orpheus: Pensi che Orpheus suona così dolce?
Surprise: Ma suona... così bene... per te...
Orpheus: Non l'ho mica inventato per essere dolce a tutti. Io sono un duro.
Surprise: Non... ti credo...
Orpheus: Pensala come vuoi... ma non provare più a chiamarmi “Orphy”.

Per l'ultima volta, gli misi la testa sott'acqua per qualche secondo prima di lasciarla finalmente in pace. Dopo averla appoggiata per terra, vedevo che aveva tutta la criniera liscia e gocce che gli cascavano giù per le guance. Non so se erano d'acqua o di lacrime ma la cosa non m'importava e uscì dal bagno.
La mattinata fu noiosa, piena di programmi televisivi inutili, per la maggior parte. A mezzogiorno, mi preparai della pasta per il sottoscritto. Penne rigate, per la precisione. Avevo già l'acquolina in bocca ma, quando mi voltai in procinto di mettere la pentola sul tavolo, c'era Surprise (ripresa dal trattamento) in piedi sul tavolo che sembrava attratta dalla pasta. La mia reazione fu la solita.

Orpheus: Scendi giù.
Surprise: Perché?
Orpheus: Perché sei un cavallo in miniatura e non posso averti sul tavolo.
Surprise: Ma Kairi ha detto...
Orpheus: HO DETTO: SCENDI. *risposi con un tono grottesco*
Surprise: Va bene.
*rispose tristemente mentre saltò giù dal tavolo*

Con la pentola e il cucchiaio di legno, misi la pasta sul piatto ed ero pronto per mangiare... se non fosse per la pony che mi guardava e toccava la mia gamba con i suoi zoccoli. Vinto dalla compassione, presi un altro piatto, lo misi per terra e ci aggiunsi una dozzina di penne mentre io m'accontentavo del resto. La pony bianca guardò un po' delusa il piatto ma mangiò lo stesso quelle poche penne che gli diedi.
Erano le tre e la pioggia decise di “prendere una pausa” e c'erano anche alcuni spiragli di sole che stavano uscendo dai buchi delle nuvole. Stufo di fare ancora il pantofolaio, decisi di fare un giro di riscaldamento con la Comet per la gara che sarebbe cominciata entro due giorni. Proprio mentre stavo per aprire la porta, la pony riprese a rompermi le scatole.

Surprise: Dove vai di bello?
Orpheus
: *sbuffai* A fare un giro.
Surprise: Posso venire con te?


Ero finito tra l'incudine e il martello. Se l'avessi lasciata, Kairi non mi avrebbe perdonato mai e me la avessi portata, avrei perso la mia mascolinità e attitudine da vero duro. Lo zimbello dell'intera città sarei diventato. Alla fine, dovetti rispondere.

Orpheus: Va bene... ma solo per oggi.
Surprise: Grazie, Orphy.
*tentò di abbracciarmi la gamba ma glielo impedì*
Orpheus: Non ci provare. La prossima volta, non sarò così magnanimo.
Surprise: Okie dokie lokie.
*rispose sorridendo*

Uscito dal condominio, ero pronto per entrare in macchina ma c'era la pony con me. Decisi dunque di metterla sul sedile di fianco dove gli chiusi la cintura per evitare che sobbalzasse. Fatto ciò, mi recai al posto di guida pronto per partire. Dopo aver fatto un po' di burnout (ovvero, accelerare con la frizione per scaldare le gomme), partii per fare un giro a Liberty City. La Pfister Comet era uno dei veicoli più veloci che si poteva avere in città. Offriva grandi prestazioni in velocità ed era pure maneggevole da guidare. L'unica nota stonata era la forte accelerazione dove si poteva facilmente finire in testacoda ed è per questo che la Comet non era la scelta consigliata per i principianti. Per via della pioggia, il traffico era parecchio alto. Come avrei voluto affrontare le curve come uno spericolato. Surprise non sembrava spaventata della mia guida... sembrava come stupita. Forse perché non era mai stata su una macchina al contrario di Kairi che aveva sempre una paura matta di andare a sbattere. Non potevate immaginare com'erano le sue reazioni di sconforto. Da sbellicarsi dalle risate.
Stavamo risalendo una delle vie principali di Algonquin (Frankfort Avenue) quando Surprise notò gli alberi verdi di Middle Park.

Surprise: Andiamo lì?
Orpheus: Va bene.
*decisi di assecondarla, per una cosa*

Dopo aver parcheggiato a fianco del marciapiede, uscimmo dalla Comet ed entrammo nel parco. Siccome aveva piovuto fino a un quarto d'ora fa, il parco era isolato e dava un'atmosfera di tranquillità unica con le nuvole grigie chiare e i fasci di sole bianchi. Dopo aver girovagato nella foresta, Surprise notò un'altalena a dondolo, galoppò verso di essa e ci salì scalando. Incuriosito, gli chiesi...

Orpheus: Perché non usi le ali?
Surprise: Perché non so volare. Devo ancora fare pratica... Forza, spingimi.


La aiutai dunque ad mettersi sull'altalena. Proprio come si facevano ai bambini, andai dietro di lei dove cominciai a spingerla con leggerezza. Sembrava divertirsi un mondo... come se fosse la prima volta che ci andava. Di fronte a quella gioia di divertirsi, sentivo qualcosa dentro di me. Qualcosa che mi faceva... sorridere per quella cavallina bianca. Qualcosa che mi faceva... sentire felice per lei, per la prima volta in vita mia. Qualcosa che mi portò... fare una domanda intima a lei.

Orpheus: È la prima volta che vai in altalena.
Surprise: Sì.
*rispose tra diverse risate. Si divertiva come non mai*
Orpheus: Ma voi pony non avete queste cose come il divertimento nel vostro mondo?
Surprise: Sì... ma non sono mai stata a Equestria. Sono sempre vissuta qui con gli altri pony per aspettare che uno ci adotti.
Orpheus: Capisco.
*in preda al rimorso, capii di aver toccato un tasto dolente: era orfana. Alla ricerca di un riscontro positivo, gli chiesi* Nessuno ti ha mai preso cura di te? A insegnarti a volare?
Surprise: No. A parte i pasti e la buonanotte, nessuno ci prendeva cura di noi... ne tanto meno insegnarci a usare la magia o a volare. Io spero tanto di cominciare a volare. Lo sai perché?
Orpheus: No.
Surprise: Perché il mio sogno è quello di volare nel cielo... ma non volare e basta. Vorrei volteggiare su, su e più su nel cielo fino a toccarlo. Il mio sogno s'avvererebbe se solo potessi imparare a usare le mie ali. È un peccato per me... Non riuscirò mai a realizzare il mio sogno.
Orpheus:
*spinto da dalla stessa sensazione di prima, risposi per sollevarla di morale* Ricorda: C'è sempre il tempo per imparare qualcosa.

Dal spingere piano, iniziai a spingere più forte. Sempre più forte. Surprise si divertiva sempre di più ma la mia era un'intenzione diversa del semplice “divertirla”. A un certo punto, bloccai l'altalena e gli dissi questo: “Cerca di sbattere le ali il più possibile. Metticela tutta”.
Infine, spinsi a piena potenza l'altalena per “disarcionarla”. Surprise restò... sorpresa della cosa ma capii al volo il mio consiglio e cominciò a sbattere le ali come meglio poteva. La pony stava facendo progressi: Stava sbattendo il più fortemente possibile ma scendeva piano piano per terra. Decisi dunque di andare sotto di lei aspettando che scendesse sulla mia testa e, quando atterrò sopra di me, finsi di cadere e ruzzolai sull'erba bagnata . Di solito, mi divertivo durante nelle gare soprattutto quando vincevo io... ma questo era un divertimento diverso. Invece di sorridere per la vittoria di una gara, ridevo per la gioia di divertirmi con qualcuno.
Alla fine, alcune gocce di pioggia caddero sopra di noi. Fremendo dalla voglia di divertirmi ancora un po', mi alzai velocemente in piedi.

Orpheus: Oh oh, sembra che stia per piovere acido.
Surprise: Dobbiamo tornare a casa. Presto.
*rispose capendo il gioco*
Orpheus: Tutti alla macchina.

Presi in braccio Surprise e corsi a tutta velocità uscendo dal parco e andando alla Comet. Dopo averla sistemata davanti e messa la cintura, scivolai sopra il cofano per accorciare i tempi ed entrai in macchina. Poco prima di accendere il motore, mi resi conto di cosa avevo fatto con lei: Mi ero divertita con lei, come se fossi stato un bambino per qualche minuto. Per fortuna che non c'era nessuno nei dintorni altrimenti, sarei diventato lo zimbello di tutta Liberty City. Chissà cosa mi avrebbe fatto Terumi nel vedermi. Mi avrebbe mutilato arto per arto, organo per organo,
Tutta quella felicità che avevo qualche momento fa si tramutò in astio.

Surprise: Allora, pensi che ci torneremo domani?
Orpheus: Non ci torneremo. *risposi digrignando i denti* Né domani, né nei prossimi giorni.


Rispondendo ferocemente alla povera e innocente pony, tolsi la frizione in un istante e la seguente accelerazione ci fece sbattere al poggiatesta. Dopo essere ritornati a casa, decisi di mangiare vegetariano per non infierire a Surprise. Di quest'ultima, decisi di farla mangiare sulla sedia dove mangiò la sua porzione d'insalata che era un terzo di ciò che preparai nella sera. Kairi non era ancora tornata per cui, decisi di andare a letto verso le undici di sera... con la pony.

Ero in canottiera come ieri sera e notai come la pioggia si stava tramutando in temporale poiché le gocce stavano sbattendo alla finestra come chicchi lanciati dal cielo. Chiusi dunque le persiane del tutto (prima erano semiaperte) e andai a letto. Surprise era sul cuscino su dove dormiva di solito Kairi, dalla parte opposta del letto. Per dieci minuti, stavo quasi per dormire nella grossa se non fosse stato per un lampo che s'abbatté qui vicino generando un tuono assordante. La pony bianca si svegliò di colpo e, presa dallo spavento, andò vicino a me.

Surprise: Orphy... ho paura...
Orpheus: Non ti... preoccupare. Sei al sicuro con me.

Preso dalla compassione, ignorai il nomignolo che mi diede e l'abbracciai per tranquillizzarla. Ora che la sentivo al tatto, il suo manto era morbidissimo e la criniera così soffice. Mi sembrava di stringere un peluche che un semplice pony. Più passava il tempo e più volevo stringerla tra le mie braccia per restare al caldo, anche se ero già sotto le lenzuola. Confortata dal mio lato affettivo (di cui non sapevo che esisteva in me), Surprise ritornò nel mondo dei sogni e io la seguì. È così che passai la notte: abbracciandoci a vicenda. Ero sicuro che sei diventato diabetico dopo la notte.

CONTINUA...

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Orpheus e Surprise

MessaggioInviato: 21/10/2013, 22:45
da MC Outlaw
Ed Orpheus si sta affezionando a Surprise. Che bello...però un'attimo, sempre ricordando FC Surprise non viene citata, ne appare...che le sarà successo? L'avrà annegata? La pioggia acida l'avrà sciolta? Oppure sarà semplicemente il motivo per cui a Liberty Cities inizieranno ad odiare i brony? Mmhh...si vedrà più avanti, per ora si aspetta

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Orpheus e Surprise

MessaggioInviato: 22/10/2013, 15:36
da Laurel Crown
Dovrai attendere il quinto capitolo [l'ultimo]. Per adesso, il rapporto con Surprise è solo agli inizi.


Voglio fare un regalino ai lettori.
Ecco da dov'è proviene la "scena del bagno". :p

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Orpheus e Surprise

MessaggioInviato: 07/11/2013, 15:48
da Laurel Crown
Nuovo capitolo, nuovo cameo. Stavolta non sarà difficile scovarlo. ^^'

Capitolo 3 --- Una spiacevole sorpresa

Nella mattina dopo, mi risvegliai con una scomoda sorpresa o, per meglio dire, con Surprise che stava dormendo abbracciata a me. Ancora una volta, mi chiesi come avevo fatto a perdere di nuovo la testa per quella pony alata. Con cautela, mi staccai da lei senza svegliarla e uscii dalla camera per fare colazione. Come ieri, mi mangiai i soliti cereali con latte ma stavolta non c'era Surprise. Probabilmente continuava ancora a dormire in camera. Eppure, avevo messo la ciotola di latte per lei sul tavolo. Mentre pensai di mettere la ciotola sul pavimento, arrivò Surprise che sospirava leggermente.

Surprise: Buongiorno Orphy.
Orpheus: Potresti non chiamarmi Orphy, per favore?
Surprise: Va bene. Devo comunque farti vedere una cosa.
Orpheus: Quale?


La pony avvicinò al tavolo, s'accucciò e fissò il tavolo agitando la coda come se fosse un gatto in procinto di assaltare un topo giocattolo. Alla fine, spiccò un balzo parecchio alto, per le sue dimensioni, e iniziò a sbattere le sue ali come può. Emanando smorfie di fatica, Surprise riuscì finalmente a raggiungere il tavolo volando. Stremata ma soddisfatta, andò verso la ciotola e cominciò a bere il latte come un gatto.

Orpheus: Surprise... sei riuscita a volare?
Surprise: Sì.
*mi fissò con il volto sorridente* Ho voluto fare una prova prima di venire qui... e c'è l'ho fatta. Ora so volare.
Orpheus: Non mi sembra.
Surprise: Perché?
Orpheus: Volare significa “stare in cielo” e quello non mi sembra “volare”. Ho un'idea: Potresti esercitati sul tetto del condominio.


Infatti, dopo la colazione, portai la pony sul tetto del condominio. La reputavo la mia zona relax e di Kairi dove stavamo a guardare il cielo, la zona di Bohan e anche i grattacieli di Algonquin. Il cielo era nuvoloso ma aveva smesso di piovere. Ammetto che questo diluvio faceva i capricci. A volte pioveva e a volte no.
Per tutta la mattina, rimasi a guardare Surprise impegnarsi nel volo. Sbatteva in continuazione le ali quando si trovava a mezz'aria. Durante i primi tentativi, non riusciva a tenersi in aria per più di cinque secondi ma, grazie alla perseveranza e al mio sostegno, era finalmente capace di volare per almeno dieci secondi.
Dopo essere ritornati in casa, a mezzogiorno, preparai un minestrone di verdure assieme a Surprise di cui lo mangiammo metà io e metà lei.

Verso le due, la pioggia non era ancora arrivata e ne avrei approfittato per controllare la Comet e pulirla a lucido. Dopo aver preso gli attrezzi per la pulizia dal ripostiglio, andai fuori con Surprise così da farla divertire un po'.
Mentre io pulivo i finestrini della mia Comet, Surprise andava in giro per la strada deserta. Notò poi un bidone della spazzatura, ci guardò dentro e tirò fuori quello che sembrava una mazza da baseball ma io non ci feci caso. Disse che all’orfanotrofio, durante l'ora della TV, guardava alcune partite di baseball e quindi sapeva cos’era una mazza e su come maneggiarla. Sembrava divertirsi parecchio dalle frasi che faceva.

Surprise: Ecco che Surprise entra in campo. Il lanciatore tira la palla ma Surprise, a sangue freddo, prende la palla e... Oh no...

Durante la pulizia del lunotto posteriore, un rumore di vetri mi fece prendere un colpo e a farmi cadere per terra dallo spavento. Andando in direzione del rumore, notai che il finestrino sinistro (quello situato vicino al posto di guida) era stato frantumato da una mazza volante. Guardai infuriato Surprise che si trovava a mezz'aria con un viso imbarazzato.

Surprise: Eh eh... fuori campo.
Orpheus: Andiamo in casa.
*risposi freddamente per non avere scatti d’ira improvvisi*

Dopo essere entrati in casa, andai al ripostiglio per prendere un quadro di cartone e del nastro adesivo e stavolta lasciai Surprise dentro. Impiegai ben mezz'ora per mettere il quadro nello spazio del finestrino e coprirlo. Infine, ritornai a casa dando un broncio che fece intimidire la pony.

Surprise: Mi dispiace, Orphy. Non sapevo che tu tieni così tanto a quella cosa?
Orpheus: cosa? Cosa? COSA??? Quella non è una... “Cosa”. E' una Pfister Comet, una delle auto più veloci di tutta Liberty City. Chiunque si darebbe un braccio e una gamba per averlo.
Surprise: Ma non l'ho fatto apposta. Guarda il lato positivo: non è mica rovinata.
Orpheus: Ma rimpiazzare il finestrino mi farà costare un occhio dalla testa... così come prenderti cura di te. Via... VIA!!! FUORI DI QUI!!!
Surprise: Ma io...
*col viso che stava per bagnarsi dalle lacrime, cercò di replicare*
Orpheus: “Ma” un corno. Via.

Aprendo la porta, obbligai la pony ad uscire e lei, come previsto, scappò piangendo. Passai qualche minuto a gironzolare in casa per farmi smaltire la rabbia e decisi di andare da Bill per sapere se era possibile riparare il danno subito.

Dopo essere entrato al suo garage con la macchina, notai che non c'era nessuno. Uscii dalla Comet e diedi un'occhiata in giro, sperando almeno di sentire un minimo rumore per capire se c'era o no.
Come previsto, spuntò Bill dalla porta di servizio assieme alla sua pony da compagnia.

Bill: Hibiki… volevo dire, Orpheus. Ti serve qualcosa?
Orpheus: Mi potresti dare un finestrino di ricambio. Quello anteriore sinistro.
Bill: Ho capito. *notando a prima occhiata il “danno”* Aspetta qui.


Bill uscì dunque da una seconda porta mentre io entrai in macchina. Fischiettando e battendo a tempo sul volante, guardai fuori per vedere quella pony, Rainbow Melody, che mi fissava incuriosita. Inizialmente, osservai dalla parte opposta e occasionalmente, la guardai con la coda dell’occhio. Più passava il tempo, più mi sentivo nervoso da quella pony e più mi veniva da pensare a parole come “Basta”, “Smettila di guardarmi” e “Ti prego, non fissarmi così”. Bill ritornò con il finestrino di ricambio, andò dietro alla Comet dove se lo mise nel bagagliaio e ritornò da me.

Orpheus: Grazie. Quanto ti devo?
Bill: Niente.
Orpheus: Come “niente”. Che mi fai? La polizza cristalli?
*domandai scherzosamente*
Bill: No, te lo regalo perché io me ne sto per andare.
Orpheus: Davvero? Vuoi vendere la tua proprietà e il tuo lavoro per dove?
Bill:
*s’incamminò verso la porta di servizio* A Equestria.
Orpheus: Equestria?
Bill: Io e Melody siamo stufi di questo posto pieno di deathmatch e corse mortali. Per questo ci trasferiremo a Equestria: un’utopia vivente. Questo sarà un addio.
Orpheus: Capisco… allora, addio Bill.
Bill: Arrivederci Hibiki. Scusa ma ho sempre voluto salutarti con il tuo vero nome.
Orpheus: Fa niente.
*replicai così per non infierirlo. Nessuno doveva chiamarmi col mio vero nome*

Dopo aver salutato Bill, diedi un po’ di gas prima di tornare a casa giusto in tempo per riscaldare la macchina per la corsa che si sarebbe tenuta domani. Il cielo era diventato improvvisamente grigio scuro, segno che un temporale sarebbe giunto in città. Affidandomi a quella che io ritenevo il mio “Gioiello”, partii in quinta manovrando la Comet con la stessa destrezza di un pilota di Formula Uno. Dopo essere tornato, che aveva già ricominciato a piovere facendo cascare il diluvio, entrai in casa per vedere… Kai Namida. Era in mezzo alla stanza immobile come una statua che mi dava di spalle e teneva i pugni ben chiusi. Dopo che chiusi delicatamente la porta, lei mi domandò con un tono inizialmente calmo.

Kairi: L’hai scacciata, non è così?
Orpheus: Bhé, ecco…
*ero incerto di cosa rispondergli. Non volevo avere peli sulla lingua*
Kairi: Che cosa ti ha fatto di male? Lei mi vedeva come una madre e stava per pensare la stessa cosa con te. Potevamo vivere felici insieme e tu hai ripudiata la cosa. Non solo hai ferito Surprise ma anche me. Dal profondo del mio cuore.
Orpheus: C’era un motivo del perché l’ho punita.
*cercai di rispondere seriamente inconscio che la paura mi avrebbe giocato* Lei… lei… non doveva toccare la mia Comet, né tantomeno frantumare il finestrino.
Kairi: L’hai fatta scappare solo per quella stupida macchina?
Orpheus: Non è una stupida macchina. E’ una Pfister Comet, una delle auto più veloci di Liberty City, e devo trattarla con tutto il rispetto.


Ad un tratto, Kairi si voltò guardandomi con un espressione talmente furiosa che non sembrava neanche lei. Egli s’avvicinò e tirò un ceffone che mi impressionò. Era davvero arrabbiata e, come se non bastasse, cominciò a urlare dando sfogo a tutta la sua rabbia.

Kairi: Dovresti farlo con una che ti ammira e ti rispetta. Non per una cosa che serve solo ai tuoi comodi. Tu non sei un avatar, sei solo un bugiardo che non conosce il significato dell’Amore e dell’Amicizia. Vergognati. Trattare la nostra pony – la TUA pony – come un cane. Non sei umano. Sei… sei… un MOSTRO!!!
Orpheus: Ma Kairi…
*cercai di fermarla*
Kairi: *mi diede un secondo ceffone nell’altra guancia* Non chiamarmi più Kairi. Ti risparmio la fatica di scordare il mio nome e di ricordare quello del tuo macinino. A mai più rivederci.

Non riuscendo a voltarmi per lo shock, sentii solo i passi di Kairi di dietro a me e la violenta chiusura della porta. Ero solo… la solitudine, accompagnata dalla disperazione, mi portarono a inginocchiarmi sul pavimento e piangere in silenzio per la perdita. Aveva ragione: Non ero altro che un mostro e ora che me ne ero reso conto, non volevo più avere questo rimorso per il resto della mia vita. C’era solo una cosa da fare.
Ritornai nella mia Comet e partii in piena tranquillità per andare a Suffolk, in un posto in cui non mi sarei mai aspettato di andare: La cattedrale di Liberty City. Un’imponente costruzione in marmo situata sulla Liberty Lane che si stagliava in alto con le sue numerose guglie in mezzo ai grattacieli di Algonquin. Essendo di costruzione antica, sembrava un’edificio anacronistico, fuori dal tempo. Dopo aver parcheggiato davanti e camminato per pochi metri nella pioggia che cadeva a dirotto, entrai nella cattedrale. La sala della cattedrale era enorme e poco illuminata di grigio poiché non aveva finestre ma le vetrate colorate che ritraevano scene molto importanti per i religiosi ma di cui non voglio restare a descrivere. Le panche erano interamente in legno dove sotto c’erano dei cuscinetti su cui appoggiare le ginocchia durante le preghiere. L’altare era composto da sedie antiche su cui si sedevano i preti, il tavolo del celebrante e la santa croce. L’unica persona situata sull’altare era una persona sui 30 anni dai capelli neri e barba folta che si stava togliendo la toga e l’abito delle cerimonie per rimanere in borghese.
Il suo nome era Landon Theros. Era uno street racer di vecchia stampa molto famoso ai suoi tempi e del quale ci aveva pure scritto un’autobiografia che diventò presto un best-seller. Era soprannominato “Il cavalca-tempeste” poiché era molto bravo a correre sia sull’asciutto che sul bagnato, anche se esplodeva l’uragano. Era noto anche per essere un fumatore incallito e si diceva che, per scaramanzia, schiacciava con le mani (o con la sua auto) i kiwi che lui riteneva “I suoi acerrimi nemici”.

Orpheus: Padre Landon?
Landon:
*si voltò verso di me* Aspetta, fammi ricordare… tu sei Hibiki Migoto. Il “pupillo” di Yuuki Terumi. Di solito, vieni qui per ricevere consigli sulla guida. Ho sentito della gara che si terrà domani. Qualche consiglio per domani?
Orpheus: In realtà, io… vorrei confessarmi.
Landon:
*mi fissò stupito per la mia risposta* Seguimi.

Seguendo il prete, mi ritrovai davanti a una piccola struttura in legno: il confessionale. Padre Landon aprì una porta situata a un lato del confessionale e così feci anch’io dalla parte opposta. Dopo averla chiusa, mi sentivo come se mi trovavo in una cella strettissima dove filtrava la già fioca luce della cattedrale. Padre Landon si vedeva dall’altra parte di un muretto pieno di buchi a forma di croce.

Orpheus: Si potrebbe evitare il segno della croce? La mia è… una confessione particolare.
Landon: Va bene. Quali sono i tuoi peccati che vuoi perdonare.
Orpheus: Uno solo.
Landon: Davvero? Quale sarebbe?
Orpheus: In tutti questi anni, mi sono fatto una fortuna come pilota affrontando avversari tosti e pericoli addirittura mortali. Avevo il rispetto del mio capo, la gente mi acclamava, i verdoni c’è li avevo… Eppure, mi manca qualcosa… Qualcosa che mi faccia capire il significato di essere amati anche se non si è ricchi o rispettati.
Landon: In realtà, hai già la tua amica Kai che ti stima da dentro. Non è così?
Orpheus: Non solo lei, avevo anche una pony.
Landon: Una pony di Equestria?
Orpheus: Esatto. Il suo nome era Surprise. Inizialmente, la trovavo fastidiosa e turbolenta…
Landon: E poi?
Orpheus: …e poi capii di averla considerata male solo alla prima occhiata. In realtà, è una pony buona e simpatica. Per quanto la maltrattavo e la menavo, continuava ad amarmi. Non cambiava opinione neanche se la costringevo. La verità è che… io la scacciai fuori di casa perché aveva danneggiato un finestrino della mia macchina e mi rendo solamente conto di essere stato un egoista. Avevo sempre pensato di più a me stesso e alle mie ambizioni che a coloro che mi ritenevano un amico.
*in preda ai sensi di colpa, sentii per la prima volta qualcosa di bagnato ai miei occhi: lacrime. Quando me ne accorsi, le trattenni per non mostrare segni di debolezza.*
Landon: Vedi, Hibiki. L’egoismo, come molti peccati, ci rende ciechi delle cose che noi abbiamo già e che dovremo essere fieri di averli e non di cose che noi vogliamo ottenere. In questo caso, essere uno street racer noto a Liberty City ti ha obbligato a dare importanza a quella che, invece di essere un “hobby” -per così dire-, per te è uno stile di vita. Senza volere, hai rifiutato qualcosa che poteva aprirti gli occhi e guardare te stesso e le cose di cui dovresti ritenerti fortunato. Continua così e riuscirai a guardare la tua via nell’oscurità completa, che capace di oscurare le altre prospettive per farti osservare quelle personali.

Le parole del padre mi toccarono dal profondo del cuore. Ho avuto dei sogni di gloria così pretenziosi che non avevo visto le “bellezze” che avevo fin dall’inizio: Amici che mi rispettavano per quello che ero e bei momenti di gioia passati con gli altri. Il tutto oscurato dal mio egoismo e fama di gloria. Avevo negato qualcosa che poteva farmi felice anche se ero un semplice pilota.

Orpheus: Sono stato… uno stupido… Adesso mi sento… veramente solo…
Landon: Calmati, Hibiki.
*volsi lo sguardo verso il volto serio ma altruista del padre* Pietro rinnegò Gesù tre volte prima che il gallo cantasse ma ciò non impedì all’apostolo di diventare il primo papa della storia.
Orpheus: Perché mi dici questa cosa?
Landon: Per significare che c’è sempre il tempo per correggere gli errori. Si chiama “Redenzione”.
Orpheus: Hai ragione.
*a queste parole, mi sentii risollevato* Forse riuscirò a recuperare quello che ho perso.
Landon: Mai perdere la speranza perché è sempre l’ultima a morire.
Orpheus: Grazie padre. Ti sono debitore.
Landon: Siamo tutti debitori, eheh.


Dopo quella battuta da prete cattolico, uscimmo dal confessionale, lo ringraziai di nuovo e uscii di scatto dalla cattedrale. Pioveva a dirotto ma entrai lo stesso in macchina in un lampo. Nel momento in cui stavo per accendere la Comet, mi sorse il dubbio di come trovare Surprise. In primo luogo, avrei chiamato i miei contatti per sapere qualche novità su dove si potrebbe trovare. Tentar non nuoceva.
Dopo aver raggiunto il condominio, ritrovai Kairi seduta sulla scalinata della soglia con gli occhi che puntavano per terra ed era... completamente bagnata. Uscii dunque dall'auto per incontrarla sperando anche di portarla dentro per ripararsi dalla pioggia.

Orpheus: Kai...
Kairi: Hibiki...
Orpheus: Sai... sai dov'è finita Surprise?
Kairi: E' sul ponte in costruzione della Northern Expressway... ma vuole essere lasciata in pace.
Orpheus: Lasciata in pace? Si era ritrovata bene con noi e vuole essere lasciata in pace... da sola? Forse non sai ma lei comincia a mancarmi davvero e questa cosa non lo accetto.
*spinto dal rimorso e dalla rabbia, rientrai in macchina*
Kairi: Dove vuoi andare?
Orpheus: A incontrarla. Voglio... Voglio... che ritorni da me.
Kairi: Aspetta... vengo con te.


Dopo che Kairi entrò in macchina nel posto di fianco, partii per andare al ponte in costruzione. Dopo essere arrivati, ovviamente, i muretti in cemento impedivano di procedere in macchina. Così uscii dalla Comet e corsi fino in cima per raggiungerla pony. Egli era seduta vicino al bordo in costruzione che stava guardando sotto. Essendo una fase delicata, mi avvicinai con cautela alla pony... voglio dire, pegaso per non spaventarla.

Orpheus: Surprise...
Surprise: Cosa vuoi da me? Vuoi forse gettarmi in acqua?
Orpheus: No, Surprise. Voglio che tu ritorni a casa... con me.
Surprise: Per fare cosa?
*si rialzò lanciandomi un'occhiata furiosa* Per farmi affogare in bagno? Per mangiare sul pavimento? Per scacciarmi di casa una seconda volta?
Orpheus: Ma no. Voglio che tu ritorni da me perché... mi manchi...
Surprise: Ti mancherà sicuramente di più quello stallone di ferro che me.
Orpheus: E' vero che avevo sempre pensato di più a me stesso che prenderti cura di te ma ho finalmente capito cosa significa “essere amari per quello che si è, non per quello che si ha”. Sappi che anche Kairi ti manca e, se non torni con noi, non riusciremo mai a riparare il buco che abbiamo nei nostri cuori.
Surprise: Io... io... io non ti credo. Preferisco affogare che farmi torturare da te.
Orpheus: NO!!!


Surprise corse verso il bordo e si buttò in acqua a quello che sembravano 20 metri di altezza. Dopo essermi “immobilizzato” davanti a un'altezza così spaventosa, mi feci coraggio e, col desiderio di salvarla e averla di nuovo in casa mia... mi buttai. Mi tappai bocca e naso per evitare che mi entrasse l'acqua salata dentro e feci in modo di cadere con i piedi dritti per evitare il forte impatto. Dopo essermi riemerso, mi guardai intorno fino a trovare Surprise che faceva fatica a galleggiare. Nuotai vicino a lei e la presi in braccio mentre mi tenevo a galla con l'altra. Dopo averla messa al sicuro con me, optai di andare al molo più vicino che era a Chase Point, dall'altra parte del ponte. Durante la traversata, facevo fatica a nuotare e a tenere la direzione dritta per via della corrente che trascinava leggermente ma riuscii lo stesso a portarla sulla terraferma. Dopo essere saliti per il molo ed essere tornati sulla strada, eravamo super fradici ma contenti di essere vivi. Dovendo incontrare Kairi dall'altra parte, presi nuovamente la pegaso bianca e cominciai ad attraversare tutta Industrial. Durante la scarpinata, resa difficile dai vestiti appesantiti dall'acqua, Surprise mi disse qualcosa.

Surprise: E così... ci tieni davvero a me.
Orpheus: Certo. Io e Kairi ci teniamo molto a te.
Surprise: Che belle parole.
*mi abbracciò intorno al collo* Come sono felice di avere una famiglia.
Orpheus: Come sono felice di avere qualcuno che mi ama. Non importa se sei famoso o meno.


All'arrivo, Kairi ci stava aspettando in macchina ed era sollevata da come eravamo vivi, vegeti... e bagnati fino al midollo. Dopo essere arrivati a casa insieme, l'unico pensiero che avevo era farmi un bagno caldo e non ero l'unico a pensarla così. Decisi di permettere a Kairi di fare il bagno a Surprise, poi Kairi stessa e infine io. Dopo intere ore passate sotto la pioggia, le uniche gocce che avrebbero avuto il permesso di bagnarmi sarebbero state quelle della doccia. Dopo il bagno, cenammo con brodo di pollo perché, col diluvio che c'è stato e la gara che si sarebbe tenuta domani, dovevo essere in buona salute. La giornata si concluse con io e Kairi che eravamo sul letto pronti a dormire. Prima di dire la buonanotte, mi rivolsi verso di lei.

Orpheus: Kairi... domani verrai alla corsa?
Kairi: Hmm... di solito, le evito quelle cose però sono parecchio curiosa di vedere come sono fatte. Certo che verrò.
Orpheus: Grazie... Sono felice che tu non mi abbia abbandonato.
Kairi: Lo so. E' stata una lezione dura da imparare ma ne è valsa la pena.


Mentre stavo per ammirare il suo dolce sguardo da personaggio di un manga (come gli avatar giapponesi tra cui io e lei), Surprise spuntò da sotto le lenzuola.

Surprise: Alla fine, siamo davvero diventati una famiglia.
Orpheus: In realtà,
*risposi imbarazzato* non siamo una vera famiglia... diciamo che io sono molto legata a lei.
Surprise: Davvero? E com'è che vi siete incontrati?
Kairi: E' una lunga storia. Te la racconterò domani prima della gara.
Orpheus: Giusto...
*sbadigliai* ...Buonanotte.

Detto ciò, mi addormentai sognando il giorno in cui si sarebbe tenuta la gara. Stavano per partecipare alcuni dei migliori piloti di Liberty City, c'erano parecchi soldi in palio e Terumi aveva affidato a me la vittoria. Non dovevo deluderlo.

CONTINUA...

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una spiacevole sorpresa

MessaggioInviato: 07/11/2013, 22:32
da MC Outlaw
Yay, Orpheus è diventato alquanto buono. La cosa non è normale, no, non le è %) Ah...prima Byl, poi me e ora ci metti pure padre Lantheros XD se il cameo non era quello (non so neanche cosa sia un cameo in realtà anche se me lo spiegano più volte) non so qual fosse. Quindi direi...via verso nuove avventure per Orpheus e la sua semiscassata automobile (per me Surprise avrebbe dovuto mirare al parabrezza ;) )

Re: [Shortfic] Azure Sky --- Una spiacevole sorpresa

MessaggioInviato: 10/11/2013, 23:33
da Laurel Crown
MC Outlaw ha scritto:
Yay, Orpheus è diventato alquanto buono. La cosa non è normale, no, non le è %) Ah...prima Byl, poi me e ora ci metti pure padre Lantheros XD se il cameo non era quello (non so neanche cosa sia un cameo in realtà anche se me lo spiegano più volte) non so qual fosse. Quindi direi...via verso nuove avventure per Orpheus e la sua semiscassata automobile (per me Surprise avrebbe dovuto mirare al parabrezza ;) )

Perdona il ritardo mostruoso. ^^'
Ad essere sincero, Lantheros si meritava comunque un cameo del genere... come tutti gli scrittori di fama che conosco. Il prossimo capitolo sarà sulla fantomatica gara. Pensate che Orphy la vincerà oppure andrà a subire le torture di Yuuki Terumi? :troll:

Spoiler Time: L'auto di Orpheus è ovviamente la Pfister Comet (In realtà, è bianca. Ricordiamo che Orpheus è conosciuto come la Cometa Bianca)
Alla gara ci saranno anche due amici di Orpheus ma che quest'ultimo li ritiene ingiustamente come degli "acerrimi nemici".
Emanuel Oswald Williams che guida una Invetero Coquette e Robert Fazer al volante di una Dewbauchee SuperGT.