Un cuore sotto i muscoli

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Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda The Capo » 20/06/2014, 22:34

Un cuore sotto i muscoli




Il piccolo pegaso bianco era terrorizzato. La parete di roccia che doveva scalare era alta e ripida, con pochissimi appigli. Sentiva lo sguardo del padre perforargli la nuca e si voltò.
- Perché non posso semplicemente volare oltre…
- Perché lo dico io, ecco perché! Vuoi dimostrare una buona volta di avere ereditato il sangue dei Biceps? Meno chiacchere e più forza in quegli zoccoli!
Bulk alzò di nuovo gli occhi smeraldini verso la vetta della montagna e gli sembrò distante anni luce.
Fin da quando era un puledrino suo padre non aveva mai mancato di fargli notare quanto fosse più debole rispetto ai suoi fratelli e sorelle, tutti pony di terra. Era quello il problema: Bulk era l’unico pegaso della famiglia e l’unica volta che il vecchio lo aveva sorpreso a giocare con il fratellino minore volando, la sera stessa gli aveva impresso sul suo posteriore una sonora sculacciata. Nessun unicorno o pegaso doveva varcare la soglia della loro casa: i pony di terra erano i più forti, i più robusti e i più tenaci. O almeno questo era quello che il vecchio ripeteva sempre a cena o leggendo il giornale.
Bulk si fece forza e posò la zampa sulla montagna, saggiandone la resistenza: la roccia rossa si sbriciolò sotto il suo tocco e il puledro deglutì. Dopo una faticosa mezzora di scalata in precario equilibrio non era ancora arrivato a metà, mentre il padre lo osservava senza dire una parola. Poi, all’improvviso, la roccia franò proprio sotto le sue zampe posteriori e Bulk si ritrovò in caduta libera prima di rendersene conto, il vento che gli scompigliava la corta criniera bionda...
Quando riaprì gli occhi, il pegaso si rese conto che era illeso. Il mondo oscillava su e giù mentre lui si librava a mezzaria, scuotendo le poderose ali bianche. Per un attimo si beò della sensazione del vento che si insinuava tra le sue piume, sempre tenute chiuse all’interno delle ali, sentì il richiamo del volo, dell’avventura, del rischio...
L’urlo di suo padre arrivò dal basso e Bulk atterrò, pieno di vergogna.
Per una frazione di secondo si concesse l’illusione che il grido del padre fosse dovuto alla paura che cadendo si facesse male. Lo schiaffo che ricevette immediatamente dopo lo riportò alla realtà.
- Cosa ti ho detto riguardo a volare?
- Ma papà, sarei caduto! – rispose lui, gli occhi pieni di lacrime
- E allora saresti dovuto cadere! Non erano neanche venti metri, te la saresti cavata con qualche livido e avresti finalmente temprato un po’ quelle zampette rachitiche che hai!
Bulk abbassò lo sguardo a terra, sui suoi zoccoli. Spesso metteva a confronto le sue zampe con quelle dei fratelli ed erano effettivamente più magre e asciutte di quelle massicce e nerborute dei suoi fratelli.
- Ora torniamo a casa. E se ti rivedo svolazzare in giro come una cavalletta ubriaca, giuro che è la volta buona che quelle dannate ali te le strappo a morsi!
Bulk, a orecchie basse, seguì la coda ondeggiante del padre davanti a sé, mogio. Non era la prima volta che minacciava di amputargliele: una volta aveva perfino consultato un dottore, che fortunatamente aveva dichiarato che la sua spina dorsale ne sarebbe stata danneggiata irrimediabilmente. Solo da allora Bulk aveva smesso di temere provvedimenti così drastici.
Gli piaceva volare, pensava mentre si stendeva sul letto. Gli piaceva giocare sopra le nuvole, prenderle a calci fino a che non si diradavano o sagomarle per formare momentanei disegni nel cielo...
Si mise davanti allo specchio che aveva in camera e aprì le ali in tutta la loro lunghezza: erano almeno due metri da una punta all’altra.
Quando sentì la porta aprirsi sussultò, richiudendole fulmineo. Per fortuna era solo sua madre e quando gli chiese cosa stesse facendo, riuscì a convincerla di essersi solo stiracchiato.
Durante la cena, suo padre si rinchiuse in un silenzio carico di rimprovero e anche lui non aprì bocca, mentre il vociare dei suoi fratelli e sorelle dava una parvenza di normalità alla serata.
Una volta a letto Bulk non riuscì a trattenere le lacrime. Era stufo di essere una delusione e fonte di imbarazzo per suo padre. Ma allo stesso tempo non poteva negare la sua natura: non poteva e non voleva. Affondò il muso nel cuscino, sentendosi debole come non mai. Debole...
Aveva bisogno di più forza, decise. Doveva diventare forte e alla svelta. Suo padre non avrebbe creduto ai propri occhi e per una volta, sarebbe stato fiero di lui.


- Ah, amico mio, ma cosa aspettavi a venire da noi, dico io? – disse Flim, con passione.
- In tutto questo tempo, quante delusioni, sogni che diventavano mere illusioni... – aggiunse Flam con ardore.
- Ma noi abbiamo di certo la soluzione e il tutto in una pratica pozione! – esclamarono in coro.
Bulk li guardò, chiedendosi se fosse stata veramente una buona idea rivolgersi ai fratelli per il piano che aveva in mente.
- Lo so, è incredibile a dirsi, ma ti assicuro il massimo risultato – continuò Flam, in tono più pratico – bastano tre sorsi dopo i pasti e tanto allenamento.
- Più ti allenerai, migliori risultati otterrai – annuì Flim, grave – in fondo è così che va il mondo, ragazzo. Devi impegnarti. Ma con la giusta dose di steroidi...
- Via, via, Flim – lo rimproverò il fratello – non vorrai spaventare il ragazzo! Sai bene che gli steroidi sono illegali. Quello che vendiamo è semplice forza di volontà, buoni consigli... e un pizzico di alchimia – aggiunse, facendo l’occhiolino.
Bulk osservò la boccetta che teneva tra gli zoccoli. Era rossa come una mela matura: il suo lasciapassare verso la felicità.
- Io... Io posso darvi questi – disse il piccolo pegaso, facendo comparire sul tavolo una manciata di monete – E’ tutto quello che ho, al momento... quanta ne posso comprare con una cifra simile?
Per un attimo, i due pony guardarono i pochi risparmi del puledro con un vago sguardo di disapprovazione. Poi, immediatamente, tornarono a sorridere.
- Ma mio buon amico, noi non vendiamo sulla fiducia! Il nostro motto è “provare per credere”! – dissero con allegria – Tieniti le tue monete per il momento, il primo giro lo offriamo noi! Solo, non spargere troppo la voce, specialmente con le guardie reali, o la gente lo comprerà tutto e tu rimarrai senza... Ok?
Gli occhi verdi di Bulk brillavano di riconoscenza e strinse calorosamente gli zoccoli ad entrambi, sommergendoli di ringraziamenti. Quando uscì dal retrobottega, saltellava in preda ad un’eccitazione incontenibile; era così di buon umore che avrebbe voluto spiccare il volo. La pozione che aveva nelle mani gli avrebbe permesso di diventare fortissimo in breve tempo e chissà, magari suo padre sarebbe stato così orgoglioso da permettergli di volare, ogni tanto...
Nel negozio, i due fratelli si scambiarono un cenno di intesa, mettendosi al lavoro dietro un grande calderone.
- L’avidità non porta mai da nessuna parte – dichiarò Flim, soddisfatto – Ho sentito dire che il padre è ripieno di denaro come un tacchino il giorno del ringraziamento. Con un po’ di pazienza, riusciremo a racimolare un bel gruzzolo, caro il mio fratellone...
- Dobbiamo procurarci un’altra cassa di reagenti chimici – sorrise Flam – credo proprio che il marmocchio dei Biceps diventerà un cliente particolarmente affezionato...


Da quel giorno, ogni giorno, Bulk si nascondeva qualche minuto dopo pranzo e dopo cena, trangugiava l’intruglio dal pessimo sapore e poi iniziava ad allenarsi: all’inizio correva per rinforzare i quadricipiti, ma ben presto si rese conto che i suoi muscoli gli urlavano di continuare, di spingerli verso il limite.
Fu con vera gioia che investì il poco denaro che aveva risparmiato in una serie di manubri e bilancieri, che ora arredavano la sua cameretta.
Ogni volta che il padre era nei paraggi, Bulk si fiondava ai suoi attrezzi e li sollevava con determinazione, sentendo le sue zampe invincibili. Ben presto arrivò a sollevare quasi l’equivalente di mezzo pony adulto e questo lo riempì di soddisfazione.
Non era preoccupato del costo del suo ingrediente segreto: i due fratelli erano sempre gentili con lui e lo rifornivano con puntualità, in cambio consegne notturne, informazioni sui prezzi della città e di altre cose di questo genere. Li doveva comunque pagare, naturalmente, e spesso rinunciava ad uscire con i suoi compagni per risparmiare le monete necessarie: che gli importava degli amici se poteva contare su un fisico invincibile come quello?
Quando arrivò a sollevare il suo stesso peso, decise di scalare nuovamente la montagna, da solo. Voleva assicurarsi di esserne in grado prima di farlo davanti ai suoi genitori e un pomeriggio in cui erano andati ad un esibizione musicale a Canterlot, decise di fare la grande prova. Doppia razione di pozione, tanto per essere sicuri.
Nemmeno dieci minuti dopo era sulla vetta e Ponyville sembrava il posto più bello di Equestria da lassù.
- YEAH! – urlò di gioia – YEAH! YEAH! YEAH!
Adorava quel suono. Sapeva di vittoria.
- YEAH!
Pervaso dal successo, gonfiò i potenti pettorali, allargò le zampe e si lasciò cadere a peso morto nel vuoto. La sensazione di aria sul viso lo fece sentire vivo e carico di energia; in quelle condizioni avrebbe potuto scalare la montagna altre cinque volte senza farsi venire neanche il fiatone.
Raggiunto il limite di velocità, spalancò di colpo le ali per planare e la sua caduta rallentò, senza però arrestarsi.
Bulk strabuzzò gli occhi, sorpreso. Le sue ali erano aperte al massimo, eppure non riuscivano più a sostenere il suo peso. Non era mai successo prima...
Preso dal panico, le agitò con foga, cercando di trovare l’assetto di volo, inutilmente. La terra e il cielo si scambiavano rapidamente, mentre precipitava senza controllo...
L’impatto col suolo fece alzare uno stormo di uccellini dagli alberi vicini, mentre il pegaso si trascinava fuori dal cratere che aveva creato cadendo.
- Yeah... – sussurrò, prima di svenire poco più avanti.
Quando si riebbe, pochi minuti dopo, la sua testa pulsava di dolore e il resto del corpo era stravolto dallo sforzo.
Quando ricordò cos’era successo, distese le potenti zampe anteriori e le trovò incredibilmente massicce. A quanto pare le sue ali non reggevano più il suo peso.
Non aveva considerato quell’aspetto, ma decise che non gli importava. Si alzò e trottò verso casa, dolorante ma soddisfatto della prova, senza notare che le sue ali si stavano lentamente restringendo...


E venne il giorno in cui Bulk imbracciò il manubrio più pesante che possedeva, quello da dieci volte il suo peso. Digrignando i denti, lo portò all’altezza del petto, tenendolo sollevato per alcuni secondi, per poi portarlo lentamente giù. Finita l’operazione, sentì un vago prurito sul fianco e con gioia si rese conto che aveva ottenuto il suo personale Cutie Mark: un manubrio di ferro!
Quando tornò a casa lo mostrò fieramente alla famiglia e, per la prima volta, vide la scintilla dell’orgoglio brillare negli occhi paterni.
- Hai visto ragazzo? Ti alleni ogni giorno e stai diventando un vero pony di terra. Guarda che pettorali! Degni della famiglia Biceps!
- Grazie PAPA’ – aveva urlato improvvisamente Bulk, dandogli un colpetto che lo aveva spedito a zampe all’aria.
Il vecchio stallone aveva preso un colpo terribile ma sorrise, impressionato della forza del proprio figlio. Bulk, al contrario, non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo.
Capitava spesso, ultimamente, che fosse particolarmente irrequieto, specie dopo aver assunto la pozione giornaliera: una volta, dando un pugno ad un albero per far cadere una mela, lo aveva sradicato per metà. Questi dettagli, però, scomparivano immediatamente quando si metteva davanti allo specchio, flettendo l’imponente muscolatura e digrignando i denti: era un duro, un vero membro della famiglia Biceps!
Le settimane passavano e la scorta di pozione scarseggiava. In un impeto di entusiasmo, Bulk aveva sottratto una considerevole cifra dal cassettone del padre, comprando l’ultima grande riserva di pozione dai fratelli Flim Flam, che gli assicurarono che ne avrebbero prodotta altra a breve.
Eppure, quando arrivava la notte, la mente gli offriva strani sogni, sogni che avevano a che fare con il vento e con le nuvole, ma lui se ne dimenticava sempre al risveglio...


Fu mentre tornava da una sessione particolarmente impegnativa di sollevamenti nel bosco che la vide. Attraverso la finestra di una casa costruita all’interno di un albero, Bulk venne rapito dalla visione di una graziosa pegaso color crema, dalla criniera rosa ed un adorabile cutie mark a forma di farfalla sul fianco.
Preso da una paura improvvisa, il pegaso bianco si nascose goffamente in mezzo ad alcuni cespugli lì vicino, mentre quella usciva dalla sua casa-albero. La osservò mentre dava da mangiare ad un coniglietto bianco e pensò che non potesse esserci al mondo una pony più graziosa di quella.
Si mosse leggermente verso di lei, ma la sua mole lo tradì: il fruscio dei rami che aveva smosso ruppe il silenzio della radura e la puledra si girò verso di lui, squittendo di paura.
- Oh cielo! Ti prego, non far del male ad Angel, è troppo piccolo, sono sicura che posso offrirti qualcosa di meglio da mangiare in casa… - pigolò Fluttershy tremando, la testa fra le zampe.
- YEAH! – urlò Buck, senza pensare.
Poi all’improvviso, si rese conto che non voleva affatto dire quella parola. L’emozione doveva avergli giocato un brutto scherzo...
La puledra alzò la testa quel tanto che bastava per spiare il nuovo arrivato e poi si tirò su.
- Tu... Tu non sembri... malvagio… - sussurrò, guardandolo negli occhi.
- YEAH! – urlò di nuovo Bulk e Fluttershy sobbalzò, spaventata.
Bulk si chiese cosa gli stesse accadendo. Era nervoso, certo, ma non riusciva ad pronunciare nessuna frase sensata. Il suo corpo sembrava non rispondere alla sua volontà e l’energia che lo pervadeva gli impediva di articolare frasi di senso compiuto.
- Sei... un pony – constatò Fluttershy, girandogli intorno.
- P... Pegaso! – riuscì a grugnire lui, senza capacitarsi di come non riuscisse a parlare normalmente.
- Oh... è vero, perdonami... – disse lei, arrossendo – non avevo visto le tue ali, sono così piccole... Non che ci sia nulla di male, è chiaro, sono davvero carine... – aggiunse in tutta fretta, sempre più imbarazzata.
Bulk aggrottò un sopracciglio. Voltandosi, vide il suo riflesso nei vetri della finestra di casa e strabuzzò gli occhi.
Le ali.
Le sue splendide ali sembravano secche e striminzite come quelle di un puledro neonato. Con un ruggito di orrore, si precipitò fuori dal limitare del bosco, verso casa, lasciando Fluttershy profondamente perplessa.
- Ho detto qualcosa di sbagliato? – chiese ad un indifferente Angel, mentre Bulk galoppava via di gran carriera.

Era sbagliato, era tutto sbagliato. Bulk si torceva davanti allo specchio della camera, guardandosi la schiena dove prima torreggiavano le sue splendide ali, che ora sembravano due stuzzicadenti.
Non era possibile, lui era un pegaso, un pegaso! O forse era un pony di terra? O forse... Tutti e due...
Urlò dalla frustrazione, pestando gli zoccoli a terra. Diede un pugno allo specchio, che si crinò nel punto in cui l’aveva colpito. Terrorizzato, vide i propri occhi, di un intenso verde smeraldo, tingersi di rosso. La stessa tonalità di rosso della pozione...
Il suo grido di orrore risuonò in tutta casa e i genitori accorsero preoccupati, ma lui li superò di corsa, il volto rigato di lacrime.
- Voi fatto questo a Bulk! No Bulk!
Galoppò senza meta, distruggendo bancarelle e investendo pony in una fuga disperata attraverso la città. Tutto quello era un terribile errore. Era andato contro la sua natura, adorava le sue ali, adorava volare e adorava essere un pegaso. Ora tutto era perduto... Per sempre...
Mentre correva provava continuamente a muovere le ali, talmente striminzite da non riuscire neanche a sollevarlo da terra.
Pieno di vergogna e sfinito, cadde a terra ai limitari della foresta, con l’unico desiderio di esserne inghiottito e sparire da Equestria...

- Ehi... Tutto bene?
Riconosceva quella voce. Aprendo gli occhi, si trovò di fronte alla piccola pony che aveva incontrato nella foresta il giorno prima...
- Tu sei il pegaso che ho incontrato ieri...
- YEAH! – strepitò lui, illogico. Non voleva dire “yeah”, non voleva dire niente, voleva solo che qualcuno lo rassicurasse, che gli mentisse, che gli dicesse che andava tutto bene...
Fluttershy non sembrava più spaventata e timidamente gli posò un soffice zoccolo sul petto.
- Devi esserti allenato davvero molto per avere muscoli simili... Non ho mai visto nulla di simile, sono davvero colpita…
- Yeah... – borbottò lui, triste. A che era servito tutto quell’allenamento? Le ali della pegaso erano ben proporzionate, morbide e piumate... Avrebbe dato indietro tutti i suoi muscoli per poterle riavere anche lui...
Fluttershy stava passando lo zoccolo lungo il petto di quel pony così particolare, perdendosi tra le curve dei suoi deltoidi...
Poi entrambi si resero conto di quel contatto e distolsero lo sguardo altrove, imbarazzati. Lui pieno di tristezza, lei di imbarazzo.
Sorprendentemente, fu Fluttershy a rompere il silenzio.
- Posso... Posso offrirti un tè alle erbe aromatiche a casa mia? – propose, arrossendo – Zecora mi ha detto che depura il corpo e tonifica il fisico... Non che tu ne abbia bisogno, in fondo...
- Ye... Ye...
Bulk non riuscì a trattenersi e scoppiò in lacrime, lanciandosi verso di lei e abbracciandola forte, senza per questo farle male.
La puledra gli passò una zampa attorno al collo taurino, quasi cullandolo.
- Su, su, è tutto passato... vieni con me, andrà tutto bene...


Erano passati diversi mesi da quel giorno e ogni traccia della pozione era scomparsa. Fluttershy osservò con gioia il suo nuovo amico trottarle incontro con un martello in bocca; il pegaso aveva deciso di costruire una piccolo monolocale non lontano dalla sua, e ogni giorno finiti i lavori si fermava a casa di lei a prendere il tè, che unito alla sua compagnia lo avevano rimesso in sesto quasi del tutto.
- I lavori procedono bene, Bulk?
- Yeah! – le rispose, fiero – penso di finire entro la prossima settimana.
- E’ meraviglioso! – sorrise lei – questo vuol dire che oggi abbiamo tempo per provare quella cosa di cui abbiamo parlato.
- Yeah – mugulò lui, mogio – ma ho paura... E’ da tanto che io...
- Avanti Bulk, non fare i capricci ora – lo sgridò Fluttershy, severa.
Il pegaso bianco era convinto che fosse cento volte più carina quando lo sgridava e annuì.
- Yeah...
Mentre uscivano di casa, il suo sguardo si posò sulle morbide ali di lei e poi sulle proprie, tozze e rachitiche. Aveva capito che gli steroidi lo avevano per sempre privato delle belle ali che possedeva da puledro e non passava giorno senza che ci ripensasse. Ma lui, Bulk, era un duro. Era forte. E non per via dei muscoli.
Fluttershy si librò dolcemente davanti a lui e il pegaso pensò che fosse splendida, nel cielo azzurro, la criniera scompigliata dal vento...
- Forza Bulk! – gli disse dolcemente lei, dall’alto – Raggiungimi!
Il pegaso chiuse gli occhi e si concentrò. Le ali si distesero sulla sua schiena in tutta la loro limitatezza e iniziarono ad agitarsi, frenetiche e disarmoniche.
Bulk le sentiva fallire, sentiva la pesantezza del corpo ancorata al suolo...

Eppure...

Eppure...

- Forza Bulk! Raggiungimi!

Quella voce lo guidava... Le sue ali vibrarono più forti che mai, veloci come quelle di una libellula. Lentamente, i suoi zoccoli si staccarono dal suolo e il suo corpo massiccio si sollevò in aria, come preso da un gancio. La sua sorpresa fu tale da lasciare le zampe penzoloni, in maniera ridicola; quando vide Fluttershy ridacchiare sommessamente, però, si diede un contegno, mettendosi in assetto di volo e salendo di quota e girandole attorno, sempre più velocemente.
- Bravo Bulk! – squittì Fluttershy, felice – Bravissimo! Non sarò una maestra di volo come Rainbow Dash, ma sento che hai un grande potenziale in aria. Sono certa che con un po’ di allenamento potresti perfino partecipare agli Equestria Games, un giorno!
Se chiunque altro gli avesse detto una cosa simile, in quel momento, Bulk avrebbe pensato ad una presa in giro. Ma a dirglielo era lei. E se era lei a farlo, voleva dire che era possibile.
- YEAH! – urlò al cielo, trionfante.
Ultima modifica di The Capo il 21/06/2014, 1:34, modificato 1 volta in totale.
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda MC Outlaw » 20/06/2014, 23:16

Allora...il nostro caro Bulk, soprannominato qui L'Incredibile Bhulk, ha fatto un qualche sgarro nè? Certo che il padre è un vero figlio di puledra allegra...'sciamo stare
Molto bella come possibile Sidestory del colosso bianco, in effetti ci deve pure essere un motivo se è più forte di un Pony di terra dato che 8 su 10 i pony di terra dovrebbero essere più forti delle altre razze. Però non capisco perché tutti credano che quel poveretto abbia preso steroidi...magari è solo portato per la forza bruta (in effetti non credo che il Cutie Mark si ottenga con le droghe...anche se credo che vorrei vedere un episodio canon magari della S5 delle CMC che ci provano %) )
Flim & Flam, da nemici che nella serie ho sempre trovato noiosi ed inutili, li hai mostrati con un carattere molto ma molto più subdolo che, appunto, nel cartone, ed è un bene perché per una volta me li sono visti con corna da diavolo e fiamme verdi di avidità negli occhi
E poi c'è Fluttershy e (love story con la suddetta a parte...seriamente, la sfonderebbe...anche se il più delle volte mi viene da pensare che lei sfonderebbe lui ;) ) non posso dire altro che <3 dato che è la mia Best Pony ((il best pony non esiste)) fatti gli affari tuoi
Very good, very good indeed come storia. A quella povera bestia di Bulk è stata resa la giustizia che merita
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda The Capo » 20/06/2014, 23:50

Ahahaah, sono contento ti sia piaciuta!
Eh, sì, il papà un vero figlio di toro. Cornuto.
Tecnicamente, comunque, il nostro cucciolone bianco riceve il Cutie Mark per il suo impegno nell'esercizio e per l'incredibile forza che ha sviluppato, non per le droghe... Devo dire, però, che ce le vedo le piccole Crusaders abbandonate in un vicolo con una siringa piantata nella zampa, in pieno trip, che flashano Cutie Mark nel cielo ^.^
Eh sì, i fratelli Flim Flam qui sono particolarmente subdoli, come subdolo è il mondo degli steroidi e delle droghe in generale: primo giro gratis, il secondo paghi doppio e il terzo triplo!
Ma dai, è ovvio che il colosso sia sotto steroidi! La frase più articolata che abbia mai detto è "Sono tutto muscoli", urla monosillabi e ha gli occhi rossi. E poi le sue ali... Beh, non so se lo sai, ma gli steroidi hanno effetti birichini sugli ormoni che regolano l'apparato genitale maschile, ho voluto trasporre questo effetto collaterale sulle ali per motivi di censura :D
Eheheeh, ma ovviamente l'amore di Bulk è completamente casto e platonico, mentre lei lo vede solo come un amico in difficoltà... E poi sì, penso che se poco poco Fluttershy prova a fargli nasino-nasino, Bulk come minimo implode in un arcobaleno di stelle e causa una frattura dimensionale tale che per chiuderla devono chiamare Hooves...
Grazie per averla letta, mi andava proprio di farla vedere a qualcuno che la potesse apprezzare <3
Alla prossima
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda Jakrat » 29/06/2014, 23:21

Fantastico.
Ogni altra parola spesa è superflua.

La tenacia con cui Bulk cerca di compiacere qualcuno che non merita gli sforzi è un'immagine molto toccante. Già alle prime pagine sapevo che questa storia mi sarebbe piaciuta e anche molto ;)

Successivamente la scelta di ricorrere anche a questo "aiuto", pur di riuscire nel proprio scopo da la dimensione di cosa sia disposto a fare per il proprio obiettivo. Geniale l'adattamento degli effetti collaterali delle sostanze dopanti sulle ali.

La parte migliore resta tuttavia l'incontro con Fluttershy. Oltre ad essere una delle poche coppie "non ufficiali" che non mi faccia venire prurito al solo pensarci, il ruolo della pegaso di figura "redentrice" nei confronti di Bulk non riesce a smettere di farmi sorridere. :D

Ma il finale quando lui, con fatica ma incoraggiato da questa attrazione per la giumenta che, in maniera simile alla sua precedente ricerca di approvazione da parte della figura paterna, lo spinge a raggiungere una meta apparentemente inarrivabile, è qualcosa di sensazionale.
Trovo questo finale, una specie di "prima" e "dopo", sia la perfetta conclusione di questa storia.

Un ottimo lavoro :twilightclop:
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda mlegasy » 21/07/2014, 11:31

Si, lo so e me ne dispiaccio: è passato veramente troppo tempo ma il mio superpotere – la procrastinazione – sta diventando troppo forte e ormai diventa difficile convivere con un tale fardello. Comunque, almeno per ora, sono riuscito a vincere una piccola battaglia con me stesso e, ripresa coscienza di me, eccomi a scrivere l’attesa – si spera – recensione.

Ho notato che quando leggo le tue storie non riesco a fare una recensione schematica ma finisco sempre con il lasciare i pensieri a ruota libera. Come nei racconti precedenti, anche questa storia è pregna di significato anche se, questa volta, hai toccato dei tasti decisamente più seri.

Sarei tentato a classificare la Droga come argomento portante di questo racconto ma temo che effettuerei un grossolano errore. Questa storia parla della famiglia, parla di come una puledrino nato con delle particolarità – particolarità; non difetto – sia visto in malo modo dal mentalmente limitato padre di famiglia che scorge in lui unicamente l’incarnazione di un fallimento personale a cui urge trovare un rimedio. Poco importa che il rimedio sia drastico o che porti alla negazione dell’identità del ragazzo, Bulk è nato diverso e se vuole essere accettato dovrà cambiare; per il bene della famiglia dovrà rinnegare la sua stessa essenza diventando qualcosa di diverso.

L’ideologia ariana del padre mi piace molto, non fraintendermi ovviamente, sono completamente contrario a questi concetti, perché mi fa pensare alle motivazioni che possano aver portato alla nascita di questo pensiero.

Tecnicamente vedo più di una spiegazione logica: potrebbe essere stato educato a disprezzare le altre specie classificando i pony di terra come unica vera razza di Equestria (cosa che ci dovrebbe portare ad andare a ritroso nella linea genealogica per capirci qualcosa), potrebbe aver sviluppato questo pensiero a seguito di alcuni eventi nella propria vita, i pegasi e gli unicorni possono sembrare scherzi della natura o specie privilegiate – a seconda dei punti di vista – schedandoli come infezioni che hanno sporcato la purezza dei pony di terra (che per quanto ne sappiamo potrebbe effettivamente essere il ceppo madre dal quale sono nate le altre due specie), infine mi viene in mente che potrebbe semplicemente vederlo come frutto dell’infedeltà della moglie. Sono consapevole che nella specie è stato dimostrata la possibilità che una famiglia possa avere figli appartenenti ad una specie diversa, ma è una particolarità sotto sotto non m’ispira particolarmente (e se lo chiedete a me, sono sempre più convinto che i figli dei signori Cake siano stati adottati; lo so che dicono di avere parentele alla lontana di pegasi e unicorni ma potrebbero benissimo sfruttare quest’espediente come scusa per evitare che si sappia in giro che non sono effettivamente figli loro – ci possono essere molte “evoluzioni” a riguardo ma ora temo di starmi dilungando troppo in questo frangente).

Tornando a noi, tralasciando la figura del genitore (a cui desidererei inoculare fisicamente un po’ di solido buon senso) il degrado mentale di Bulk dovuto all’assunzione degli steroidi è molto realistico e anche il rapporto con i due spacciatori, anche se non sono sicuro di trovarmi con le età; è vero che non abbiamo dati certi ma ti confesso che ho tentato di farmi due conti a riguardo.

Il tocco di classe è stato l’incontro con Fluttershy, non so come riesci sempre a risollevare una situazione con queste piccole trovate d’effetto, ogni volta che la situazione sembra disperata interviene il personaggio più adatto – e sempre ottimamente reso – a risolvere, o quantomeno a migliorare, il corso degli eventi.

Questa storia mi è piaciuta molto. Il razzismo è un’espediente che adoro nelle storie, come ho già detto non li approvo minimamente nella vita reale ma sono convinto che siano mezzi fantastici per raccontare qualcosa. Quello che abbiamo visto qui è un esempio particolare e molto d’effetto. Ancora una volta noto che hai capacità di rendere interessantissimi personaggi marginali della serie, con Trixie c’eri riuscito in pino (anche se non ti nascondo sia un personaggio che adoro già di per se) e con Bulk hai replicato il successo giocando in modalità difficile. Sai che una storia del genere (non identica ovviamente, ma con le stesse tematiche di “emarginazione”) l’avrei vista bene con l’inflazionata Ditzy Doo? Il fatto che tu abbia sfruttato, invece, un personaggio come Bulk Biceps per diffondere questo messaggio non può che farti onore.

Unico errore (sempre se non vado errato, non vorrei essermi perso un rigo dove spieghi una possibile modifica causata dagli steroidi) è il colore degli occhi di Bulk: nella storia sono segnati come verdi quando dovrebbero essere rossi.

Comunque, tornando a noi, il racconto è come sempre spettacolare. Mi spiace soltanto di averci messo cosi tanto tempo per recensirti. Sai che ogni volta che leggo qualcosa di tuo finisco con l’invidiarti sempre di più? Capisco che mi manchi l’esperienza ma le tue short story hanno una scintilla che temo manchi nei miei scritti; chissà però, vedremo con il tempo.

Adesso m’impegnerò per leggere altro, se non pubblicherai storie sui MLP penso che passerò a quelle dei Pokemon, come promesso.
:cider:

PS: Come avrai notato, questa volta mi sono trattenuto dall'effettuare paragoni con la società attuale e la storia del genere umano, ci sarebbe tanto da dire ma penso che sia abbastanza palese, considera che stavo per paragonare il padre di Bulk ad Adolf Hitler XD
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda The Capo » 22/07/2014, 23:45

Eccoti qui, Mlegacy! Non devi scusarti affatto, io stesso non ho avuto modo di portare avanti "La mia Luna" per motivi di connessione (sto in montagna), ma sarà la prima cosa che farò una volta tornato a casa, davvero.
E ora passiamo al racconto, che insieme a quello di Trixie è stato quello che mi ha dato più soddisfazione scrivere :3

La droga, perchè alla fine gli steroidi sono una droga, è il motivo della diversità fisica del nostro buon Bulk, ed è il disprezzo del padre la causa scatenante del tutto, ma più dell'origine, ho voluto sottolinearne gli effetti.

La cosa bella di scrivere sui personaggi meno conosciuti è poter dare una versione originale, fantasiosa ed estremamente personale del pony. Bulk ha fatto poche apparizioni, in cui si dimostra rude ma tenero, e allo stesso tempo un pegaso con tanta voglia di volare nonostante le sue alucce. Con la storia ho voluto dare una spiegazione al tutto, ed è una cosa che troverai anche nei racconti sui Pokèmon: dare spiegazioni all'inspiegato!

Ancora una volta, hai intuito un'altra delle storie che avevo in mente e che forse un giorno metterò per iscritto: la differenza tra le varie tipologie di pony. Interessante e assolutamente verosimile l'idea che i pony di terra siano il ceppo portante della specie e unicorni e pegasi delle diramazioni secondarie: se ci pensiamo bene, l'agricoltura di cui soprattutto si occupano è stata l'occupazione più antica anche dell'uomo, mentre l'alchimia (nel medioevo) e il volo (tardo '700) sono decisamente più recenti. Papà Biceps, nel racconto, è vittima di un forte complesso di inferiorità, visto che io stesso considero gli unicorni i più fortunati e quelli di terra i meno dotati. Naturalmente hanno una prestanza fisica maggiore, ma per come sono fatto io, un incantesimo vale più di mille calci.
Ma torniamo a noi.

Ahahaha, il povero Signor Cake aveva un'espressione davvero curiosa quando ha spiegato la presunta origine dei neonati, sono sicuro che ci sia sotto qualcosa. La mia natura maliziosa, però, aveva pensato a qualche scappatella della moglie, più che ad un'adozione nascosta... Teoria interessante!

Non c'è bisogno di scomodare addirittura Adolfino, di razzisti ne è pieno il mondo e certamente il padre papà Biceps rientra perfettamenre in quella categoria. E comunque sì, anche io vorrei prenderlo e far diventare le sue gengive e il mio piede amici molto intimi.

Ah, mi spiace, ma stavolta hai toppato! Ho volutamente reso gli occhi di Bulk "originali" verdi in modo tale che diventassero rossi per effetto della pozione. Lo dico poco dopo l'inizio del sesto paragrafo, al terzo capoverso :D
Tranquillo, capita di saltare qualche passaggio ogni tanto...


Ti ringrazio veramente di cuore per tutti i tuoi complimenti, non scrivo spesso, ma quando lo faccio ci metto il cuore e venire lodato da uno scrittore abile come te vuol dire molto. Ma questo già lo sai.
Quando ho pensato alla trama generale da dare alla storia, non avevo intenzione di inserire anche Fluttershy e volevo limitarmi a dare una spiegazione al fisico eccezione di Bulk. Però non me la sono sentita di farla finire male (quando mai?) e ho pensato che la piccola animalista era perfetta nel ruolo di angelo custode e nuova vita. Ho visto in giro che molti li shippano insieme, ma tengo a precisare che, anche nel mio racconto, i due sono legati solamente da un legame d'amicizia intimo e puro: forse Bulk è leggermente più infatuato, ma tra i due c'è solo una grande intesa a livello di sentimenti, nulla di serio :)

Ah, la piccola Derpy, la adoro. Ero tentato di renderla protagonista di una storia, ma essendo la protagonista indiscussa (nonchè meglio riuscita) del fandom, temo che qualunque cosa possa scrivere su di lei scada nel banale. Magari potrei provare una fluff senza troppi fronzoli, chissà...

Non hai nulla da invidiarmi, le capacità che hai dimostrato in La mia Luna fino ad ora ne sono la prova. Per quanto riguarda la scintilla, quella verrà col tempo. Scrivi, scrivi, scrivi. E sarò il primo a voler leggere!
Di nuovo, grazie per aver letto così approfonditamente, le tue analisi sono sempre fonte di ottime riflessioni e talvolta anche di storie nuove. E anche di una buona dose di vanità, lo confesso <3

A presto!

Ps. Al momento non ho nulla di ponoso in cantiere, credo proprio che il prossimo racconto mio che leggerai sarà a tema Pokèmon... Non vedo l'ora!
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda Alvin Miller » 24/03/2015, 23:16

Prendere un personaggio politically uncorrect, una sorgente di costante ironia come Bulk Biceps, e contestualizzarlo in un racconto così triste e bello, beh... NICE JOB BRO!

Normalmente, ad ogni lettura, segue un mio esame in cui demolisco, uno per uno, tutti gli aspetti della fan fic, esponendo pareri e perplessità sul modo in cui io avrei sistemato e interpretato ciascuno degli elementi, ma in questo caso mi sento di promuoverti in pieno!
Usando l'essenziale, e senza troppe pretese sei riuscito a scrivere una storia che scivola via come burro fuso, invogliando la lettura e scrivendo con meticolosa attenzione.

Mai pensato di scrivere fan fics più lunghe? Avrei proprio piacere di vederti all'opera in una storia dalla natura più complessa :D
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda The Capo » 05/07/2015, 4:15

Ciao Alvin! Dopo... ehm... quattro mesi dopo il tuo commento, finalmente posso risponderti. Mi ero completamente dimenticato del forum, mi spiace di averci messo così tanto a leggere la tua recensione.
Sono davvero contento che ti sia piaciuta, è una delle mie preferite, insieme a "Potente come l'amicizia" (che ti invito a leggere! viewtopic.php?f=102&t=8079).
In effetti, sto lavorando ad una long proprio in questo momento, ma sono ancora a metà ed è mia abitudine pubblicare i capitoli solo dopo che la storia è stata scritta per intero. Ma stai certo che sarai il primo a leggerla quando sarà completa!
Grazie ancora per i complimenti, ci vediamo in giro... speriamo dopo un lasso di tempo inferiore!
Alla prossima!
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda Alvin Miller » 05/07/2015, 9:23

The Capo ha scritto:Ciao Alvin! Dopo... ehm... quattro mesi dopo il tuo commento, finalmente posso risponderti. Mi ero completamente dimenticato del forum, mi spiace di averci messo così tanto a leggere la tua recensione.


Sappi che si è meritata un posticino nel thread delle migliori ;)
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Re: Un cuore sotto i muscoli

Messaggioda Rainbow brush » 06/07/2015, 2:24

No dai, questa ha vinto tutto!
Na proprio tutto!
YEAHH!!
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