M'hai rubato il thread
Comunque, a grandi linee ripeto quello che ho scritto altrove, riprendendo anche alcuni punti già citati nell'altro articolo sul Tumblr di Hotdiggetydemon.
Per come la vedo io il cercare una caratteristica del cartone che possa fungere da elemento condiviso inequivocabilmente e universalmente tra tutti gli appassionati del cartone lascia il tempo che trova.
Per farla semplice, chi si gode lo show e lo apprezza (anche senza "amarlo", parlo proprio dell'accezione più soft e semplice del termine) lo fa per motivi suoi, non sempre condivisibili da altri fan o per motivi la cui importanza varia da individuo a individuo.
Alcune (non molte) volte mi sono trovato proprio nella situazione di dover spiegare ad un amico cosa c'è di così particolare in un cartone con i pony colorati da renderlo apprezzabile anche da chi non è effettivamente una bambinetta di 8 anni con la fissa dei pony.
E in quelle volte non sapevo bene in che modo porre la questione. "È un bello show!" ho risposto semplicemente. Che nella mia testa significa "È uno show che nonostante le apparenze fa uso di un sacco di elmenti accuratamente combinati tra di loro che nel complesso lo rende gradevole e di ottima qualità" ma al mio interlocutore può suonare semplicemente come "E che ne so" perché tanto è quello che dicono tutti di ciò che piace, no?
Trovo che uno dei tanti pregi di questo cartone sia di essere un prodotto gradevole a molti e quindi -per definizione- che possa coprire un range di gusti e interessi diversissimi tra di loro.
Questo per dire che per come è posto lo show chiunque può trovarci qualcosa di familiare al suo interno, qualcosina che possa suscitare ilarità, tenerezza, figosità, nostalgia.
In primis per come sono pensati i personaggi: un po' come hanno fatto -molto più grandemente- i Simpsons col loro mini-universo della città di Springfield che riesce a raccogliere qualunque lato della società occidentale (ma anche non) tramite una quantità impressionante di personaggi che rispondono ad un certo stereotipo sociale, in misura più modesta ma anche elastica la stessa cosa avviene in Friendship is Magic.
Troviamo così la secchiona, la timidona, la temeraria, la pragmatica, la festaiola e la fashion style. E questa è la parte "modesta" rispetto a un cartone come i Simpsons. Modesta perché abbiamo queste sei categorie, questi sei personaggi che hanno il compito di raccontarci tutte le storie che avvengono nei vari episodi, vivendole nel loro modo personale. Già qui si possono includere molte categorie tra gli spettatori. C'è chi ama Pinkie Pie perché fa ridere, o chi la ama perché un po' si sente Pinkie Pie egli stesso, nonostante magari nella vita di tutti i giorni sia più Applejack.
Ma anche quelle stesse personalità si diramano in tante piccole sfaccettature, inizialmente invisibili per ragioni di storytelling ma successivamente sviscerate di episodio in episodio. E allora "la timidona" è una categoria, ma al suo interno si può trovare il personaggio gentile e disponibile verso tutti, si può trovare la debolezza ma che diventa forza quando c'è da proteggere qualcosa di molto caro. Si può trovare l'amore smodato per qualcosa che rischia di diventare invadente o dannoso (come è accaduto in The Best Night Ever). Ciascun personaggio ci viene presentato in una certa maniera, ma ognuno di essi può dire molto altro ancora di sé. Dentro quel personaggio si trova un ventaglio di mille altre differenti sfumature, e quindi mille altri piccoli modi con cui può tentare di conquistare l'interesse dello spettatore.
E non è finita! Persino tali piccole sfaccettature possono essere viste in maniere differenti. La vanitosa Rarity in un episodio riesce a mostrarsi incoercibile e assertiva in barba ad una pessima situazione nella quale, suo malgrado, si è trovata.
È stato per necessità? Si è accorta che i suoi nemici sono stupidi? O semplicemente ha saputo osare? Voleva simboleggiare che una donna può anche rivelarsi invincibile? O che la sua debolezza in quanto "amante dell'estetica" è stata malposta, maschio o femmina che sia? È stato per dirci che è capace di sporcarsi le mani (zoccoli) o che nonostante tutto è riuscita a non sporcarseli?
Lo spazio d'interpretazione all'interno di ogni singola scena è molto ampio. Che questo sia voluto o meno (dopotutto vista la breve durata degli episodi diventa impossibile spiegare tutto) non ne ho idea, ma secondo me resta un punto a favore, un'arma in più che permette di catturare lo spettatore.
C'è da dire che il carattere dei personaggi è anche altalenante e soggetto a molte variazioni, a seconda all'episodio in cui sono presenti: per l'appunto, essendo a differenza dei Simpsons un cartone che può contare su un numero minore di personaggi ricorrenti, le loro personalità divengono anche malleabili in base a quanto richiesto dalla trama. E allora la Twilight Sparkle che il giorno prima si è rivelata organizzatissima, composta e ligia al dovere, il giorno dopo la possiamo vedere scatenarsi al ritmo di musica, oppure rivelarsi premurosa e materna.
E non vi è nessuna contraddizione, perché anche il più bacchettone degli animi ogni tanto può trovare divertimento nel lasciarsi andare a fare pazzie. E così via.
Ma tali comportamenti, per ovvie ragioni di tempo, non possono essere tenuti coesi tra tutti gli episodi esistenti, quindi in realtà in ogni episodio possiamo scoprire un lato di un certo personaggio completamente nuovo, pur rimanendo coerenti con il modo con cui è stato pensato. Cosa magari più rara per quei personaggi che non sono i diretti protagonisti di una puntata, ma tutt'altro che improbabile.
Quindi per sua stessa natura lo show può risultare gradito ad un sacco di gente, dai comportamenti ed età differenti, perché ciascuno ha la possibilità di trovarci qualcosa al suo interno. Poi non è automaticamente detto che tali elementi portino ad amare il cartone alla follia, ovvio. Ma sfido chiunque, naturalmente scevro da pregiudizi, a non trovare un qualcosina di interessante nelle personalità delle protagoniste. Non dico di familiare o adorabile, ma semplicemente ben pensato e gradevole.
È per questa ragione che colui che ha intenzione di approfondire un po' il fenomeno ed informarsi sul cartone (non è che dobbiamo convertire chiunque, molti possono semplicemente non essere interessati) troverebbe molte più risposte nel guardarsi due o tre episodi piuttosto che farsi stilare una lista delle caratteristiche che uno trova interessanti dello show.
In ogni caso non si può dire che questo sia l'unico caso in cui la caratterizzazione dei personaggi viene variegata in questo modo. Anzi, sono sicuramente moltissimi i casi in cui la psicologia, l'approfondimento caratteriale e simili fanno da pilastro principale di una qualche serie televisiva, con episodi autoconclusivi e non. Non me la sento di dire che in Friendship is Magic sia così, ma penso che possa trattarsi di uno dei tanti motivi per i quali una serie apparentemente indirizzata ad un solo tipo di target possa in realtà rivelarsi un eccellente "recettore" di gusti ben differenti. Detta in parole semplici ce n'è un po' per tutti.
Resta comunque tra le tante caratteristiche che lo rendono un'ottimo show in generale.
Ho ritenuto necessario fare questo tipo di precisazione perché spesso ho il sentore (senza aver mai assistito ad esempi veri e propri, ma provando ad immaginarmi ipotetiche situazioni di confronto fan accanito - tizio curioso) che in realtà il parere di un singolo fan possa risultare fuorviante per l'interlocutore -un filino dubbioso che suddetto fan si sia bevuto effettivamente il cervello a guardare un cartone coi pony colorati- che magari si guarda qualche puntata aspettandosi chissà quale fenomeno che magicamente spunta fuori dal nulla e che rende il cartone per bambine un raffinato prodotto apposta per nerd, con una facciata che trae in inganno.
In realtà trovo sbagliato far passare Friendship is Magic per qualcosa che non è, puzza di farsa.
Non si parla di un cartone fantasy-medioevale dedito alla cultura popolare che accidentalmente ha la facciata coi pony arcobaleno. È un cartone per bambine, così è stato pensato e così è stato sviluppato.
Non si tratta di trovare la raffinata citazione di quello o di quell'altro scavando nella trama apparentemente puerile. Si tratta di accogliere quella trama puerile e quella facciata giocosa et gaia come parte integrante del cartone, e piuttosto apprezzarla invece che di fingere che nasconda altro.
Questo non riguarda nessuno di noi: in quanto fan già sappiamo di che pasta è fatto lo show. Ma sovente m'è capitato di leggere commenti altrove in cui lo si fa passare per una delirante parodia che va avanti a suon di temi per adulti e situazioni mature, intervallate da citazioni alla cultura popolare e al fandom. Mi pare un voler snaturare a tutti i costi la concezione che la Faust aveva del cartone: uno show per bambine, di qualità.
Le citazioni ci sono, e magari Tizio Caio sbrodola quando vede la scena ripresa da Star Wars, ma non è che si guarda un'intera serie solo per aspettare il momento clue che fa l'occhiolino al mondo nerd. Che diciamocelo, ci saremo fatti anche amiconi i developers, ma il prodotto è e deve restare quello che è stato fin dall'inizio, checché ne vogliano far credere alcuni: e vabbene i riferimenti a quel film o a quella frase, ma non può essere così tutto il cartone.
Questo per dire che io, personalmente, non mi sognerei mai di indorare la pillola al punto di snaturare il prodotto che amo e che voglio far conoscere, pur di farlo vedere ad un amico. Casomai potrei insistere
ma con la premessa che quel cartone, nudo e crudo come lo vedi, possa effettivamente piacerti. Niente nelle maniche, niente tra le righe. Soltanto genuina bontà equina e policromatica.
Naturalmente il fenomeno "brony" è anche differente da altre serie che condividono la stessa genuinità e cura dei contenuti.
Differente nel senso di fandom particolarmente uhm, attaccato allo show e produttivo all'inverosimile (oramai chi riesce più a tenere il conto della mole pantagruelica di disegni, canzoni, storie, remix, video, o semplici sprazzi di follia quotidiana del fan medio che vengono sfornati tutti i giorni? Chi, tra quelli che hanno conosciuto il fenomeno da poco si sono resi conto della velocità con cui il "meme pony" ha conquistato la rete tanto da aggiudicarsi il primo posto tra quelli più visionati su KnowYourMeme? E così via...), e circondato da una sorta di "estetica" -termine orrendo ma non me ne vengono in mente altri- composta in parte da un senso di carineria che in parte compone la cultura internettiana (diceva bene Gilardi: su Youtube basta un gattino che rotola per ricevere milioni di visite. Che diamine, internet appartiene ai gatti.), in parte da uno spiccato senso di cameratismo (brohoof, love and tolerance, et similia: il fandom è in primis un gruppo unito da una passione comune), e in parte da quella malizia non solo di guardare e apprezzare un cartone che fino a ieri ritenevi inguardabile, ma di guardare e apprezzare suddetto cartone e andarne praticamente fieri. Magari mi sbaglio, ma probabilmente anche dietro all'imbarazzo più spinto c'è una piccola punta di soddisfazione personale. Vergogna o no, "quando sono con me stesso faccio che cavolo mi pare", sensazione che può sfociare nel vanto e orgoglio più sfrenato o nel semplice godersi un cartone come gli altri senza troppi problemi.
Questa "matrice" nella quale mi sembrano sguazzare i brony mi pare ciò che differenzia il fandom da altri a cui ho avuto modo di assistere. Ma sono di parte e quindi potrei anche dire un'idiozia bella e buona.
Ecco, la causa di questa piccola sfumatura la ritengo risiedere nell'autoironia esplosiva della questione stessa "guardare i pony".
In fondo il dubbio riguarda i maschi adulti e vaccinati no? Molto probabilmente una ragazza della stessa età potrebbe avere -giustamente- meno motivi per farsi pippe mentali a guardare un prodotto destinato a un pubblico femminile seppur più giovane.
Quell'intrinseco fascino che ha l'affrontare un tabù, sviscerarlo e infine sdoganarlo (oppure rifiutarlo. In fondo qualunque passione non può piacere a tutti). Forse il frutto proibito ha un sapore più dolce, perché per raccoglierlo abbiamo dovuto anche lasciarsi alle spalle una certa convinzione che ritenevamo ferrea (sono sempre più sorpreso dal vedere quanti bronies erano partiti con i presupposti più avversi possibili al cartone. Sembra un'esagerazione, o casi isolati che fanno solo parlar tanto, ma in realtà per ogni tot appassionati ne vedo spesso taluni che ammettono la propria iniziale idiosincrasia verso lo show).
Insomma, il fandom in sé si mostra piuttosto particolare e unico nel suo genere. E questo penso che contribuisca ad avvolgerlo di un piccolo senso di mistero che può suscitare anche una certa curiosità. La fatidica domanda "ma che cavolo ci trovate tutti di tanto figo?". In realtà continuo a non saper dare una risposta concreta al 100%. Ma mica perché i motivi sono tanti. Quanto perché ancora oggi non riesco a capacitarmi nemmeno io di quanto effettivamente questo show abbia più le parvenze di un buco nero piuttosto che di un cartone di qualità. Leggo di gente che fino al giorno prima aborriva la serie e poi si è lasciata appassionare e nemmeno poco. Ma scommetto che se raccogliessi tutta questa gente e chiedessi ad uno ad uno "ma cosa ti ha fatto cambiare idea?" non riceverei una risposta uguale all'altra.
Non so se riesco a spiegarmi, perché in questo discorso è facile che venga frainteso: non penso ci sia nulla di miracoloso nel cartone, semplicemente la sua elevata capacità di risultare piacevole a molti, unita all'autoironia e alla comicità del fandom si rivelano una formula inaspettatamente vincente per catturare l'attenzione dopo pochi episodi.
Apprezzo anche l'instancabile sforzo del fandom di mostrarsi il più "buono" e fraterno possibile. Dico sforzo perché alla fine non è che si aderisce ad una religione con un testo sacro. Non è che si finge di essere tutti amorevoli e gentili perché lo fanno nel cartone. Ma anzi, si fa uso degli strumenti di internet quali i meme o i video spam di Youtube per tradurre il messaggio dello show -puerile e arcobalenoso quanto si vuole- in qualcosa di più nerd-friendly (e nascono così i meme come
love and tolerate the shit outta you,
haters gonna hate usati a iosa, e così via). Mi guardo un cartone coi pony che si abbracciano. Non sarò Ghandi, ma mi sento sì in un ambiente bello che amichevole.
Il tutto senza contare le persone che effettivamente possano sentirsi ispirate e toccate da uno show così innocente e dolce.
Non è strano, del resto le fiabe di Fedro e da Vinci son sempre state "maestre di vita" di grandi e piccini.
C'è chi la può ritenere una cosa ridicola, ma il tentativo di rabbuonare la propria vita traendo ispirazione da un cartone per bambini è una cosa ammirevole, se non eroica visto che in certe situazioni si può tranquillamente fare la figura dello "sfigato".
Insomma, non è detto che ci riesca sempre (ripeto, non ci sono le tavole della legge: ognuno vive i propri interessi a modo suo, e ognuno non cambia il proprio comportamento radicalmente) ma il mondo brony spesso si dimostra abbastanza amichevole da rappresentare un posticino tranquillo per rilassarsi tra gli stress della vita, se non a rappresentare un trampolino di lancio per migliorarsi. In fondo il bronydom riesce a moltiplicare all'inverosimile qualunque cosa, e lo spazio per muoversi è infinito.
Comunque, prima di fare una lista con ciò che mi è piaciuto di Friendship is Magic mi soffermerei pure sul termine "brony".
In realtà mi sembra un termine con una definizione non proprio chiara ed univoca per tutti.
La connotazione più in voga mi sembra quella di "colui che ha guardato il cartone e gli è piaciuto", ma secondo me per l'uso che è stato fatto del termine vuol dire qualcosa di un po' diverso.
Io ho un amico che si è visto tutta la prima stagione e l'ha trovata interessante, ma la questione è finita lì. Non me la sentirei di chiamarlo brony, così come non chiamerei trekkie uno che si è visto qualche puntata di Star Trek e basta.
Penso che debba essere inclusa pure l'accezione di "fan" occasionale o zelante che sia, ma che sfoci comunque nella passione per il cartone vera e propria.
Se proprio vogliamo andare a cercare il significato originario del termine (per quanto magari possa aver subìto alterazioni nel tempo) la radice è proprio "bro", fratello.
Perché qui, più che in altri lidi, vedo che la questione della
comunità è trattata con un certo interesse: il fandom è nato su internet, in un'epoca in cui viene utilizzato a destra e a manca, connettendo milioni di persone in tutto il mondo. Questo strumento mi sembra abbia facilitato molto la diffusione virale del fandom, ma anche il mantenersi in contatto con facilità.
Naturalmente si è fan sfegatati della serie anche senza conoscere il fandom, ma i bronies sono innanzitutto un gruppo.
In definitiva ci sono moltissimi aspetti che possono differenziare un brony da un altro, per la stessa identica ragione per cui ci sono fan e fan. Io mi considero uno di essi secondo la mia definizione, perché praticamente ci sono dentro fino al collo, ma non posso aspettarmi che tutti quanti debbano essere fanatici almeno quanto l'utente medio di questo forum per essere considerati parte del "branco".
In ogni caso scrivo volentieri le caratteristiche che mi hanno affascinato del cartone.
Faccio una premessa: il modo con cui ho conosciuto il cartone (argomento già affrontato in un altro thread, ma per completezza alla domanda di questa discussione è lecito riesumarlo).
L'interesse verso il cartone è stato stuzzicato dalla curiosità di capire come mai per tutto internet imperversavano i meme del cartone. Avevo visto diversi video su alcuni siti tipo Halolz o altri che raccolgono parodie (i primi che avevo visto sono i montaggi delle scene del cartone con l'audio del trailer di Starcraft 2, Skyrim e Inception), e pure su 4chan avevo notato che le immagini si moltiplicavano a vista d'occhio pur non frequentandolo assiduamente.
Ciò che mi aveva catturato l'attenzione è stato lo stile fluido delle animazioni, lo stile sobrio e pulito dei tratti e l'estetica moderna, che Flash riusciva a rendere molto bene. Il marchio My Little Pony non mi disse nulla. Avevo sempre ignorato bellamente quel genere di cartoni, però ero curioso di capire come mai proprio questo avesse fatto così tanto scalpore sulla rete. E così verso febbraio mi scaricai i vari episodi, guardandomeli con calma. Devo dire che il parere iniziale su subito positivissimo, rimasi incantato da personaggi assurdi come il serpente marino (poi conosciuto come Steven Magnet causa interpretazione errata dei sottotitoli di Youtube) o situazioni particolarmente intense come il finale del pilot.
L'ambientazione ibrida medioevale/moderna mi sembrava solida e i personaggi principali promettevano bene. Il pallino per il fandom mi venne verso gli ultimi episodi (verso marzo/aprile), quando piano piano cominciai a sviscerare anche le assurdità della community: tra le tonnellate di video che notavo venivano sfornati, le fanart e le storie come se piovessero, e nel frattempo la Faust dialogava con i fan sulla sua pagina deviantART e i pony si facevano strada su KnowYourMeme, spodestando non ricordo quando il Forever Alone dal trono del meme più cliccato sul sito.
Ma per fare una lista ben precisa di ciò che ho ritenuto interessante:
1) L'animazione.
Onestamente è stata la prima cosa che mi ha colpito, un po' come il 90% dei casi mondiali l'estetica e la facciata sono le prime cose che notiamo, anche se non ci dicono niente sui contenuti.
Però come ho spiegato prima ho adorato la fluidità delle animazioni, i colori vivaci ma ben studiati (favolose le notti violacee del cartone) e il tratto armonico e un po' arzigogolato dei contorni (come le nuvole ricciolute o la spuma marina).
Tra le varie cose sono rimasto particolarmente affascinato dall'animazione iniziale, quando viene spiegata la storia di Nightmare Moon: i diversi strati di pseudo-dipinti che si sovrappongono e si muovono in sincrono per rappresentare il sorgere del sole o della luna mi parvero un tocco di classe incredibile.
Poi basti guardare come si muovono coda e criniera dei personaggi quando camminano:
Invece che essere legnosi sono fludissimi, parlano muovendo la testa o facendo piccoli movimenti con le zampe o la coda. Anche quando non parlano spesso muovono gli occhi emulando i piccoli spostamenti dello sguardo degli umani.
Ripeto, l'estetica da sola non dice niente sul contenuto, ma se è stata messa così tanta cura anche nei più piccoli dettagli forse valeva la pena di continuare a vedere quanto si sarebbero spinti oltre.+
2) Il disegno.
In maniera simile all'animazione, mi è piaciuto anche il modo con cui è sono stati resi questi nuovi pony rispetto alle precedenti generazioni, che ho visto solo tramite immagini.
Nonostante gli occhi enormi non mi siano mai piaciuti, come nei chibi giapponesi o altri anime sproporzionati, qui li ho trovati molto armonici e dolci, riuscendo a farmeli piacere anche nei personaggi più piccoli come le Cutie Mark Crusaders.
Anche le acconciature sono ben curate. Il ciuffo ribelle di Rainbow Dash, la chioma riccioluta di Rarity, il ciuffo di Fluttershy dietro il quale si nasconde... sono piccolezze che in realtà dicono molto sul carattere di un certo personaggio.
Persino i colori sembravano tutto fuorché a caso. Sgargianti oltre ogni immaginazione, eppure gradevoli nel complesso. Studiati in modo tale che non sembrino un pugno in un occhio ad ogni frame, e non so come siano riusciti a fare in modo che sembrino gradevoli gli arcobaleni di Rainbow Dash o il rosa di Pinkie Pie.
Poi tutti gli altri tratti del corpo: sono tozzi ma armonici, la testa è gigantesca ma senza risultare ridicola, così come gli occhi.
Il muso è espressivo e simpatico (adoro lo stile
a "fagiolo" che assume la bocca in certe situazioni).
Mi piacque molto anche Big Mac, che aveva un'espressione che da sola riusciva a dire tutto del personaggio
3) L'ambientazione
Su questa non mi ci voglio soffermare più di tanto, finirei col perdermi in discorsi che non c'entrano niente.
Basti sapere che l'idea iniziale dell'ambientazione medievaleggiante (carri, candele, armature, castelli, principesse e sudditi, ecc...) ibridata con elementi della tecnologia dei giorni nostri (autoveicoli, macchinari elettronici, ecc...) mi sembrava molto promettente: si univa il fascino del soft fantasy alla familiarità del moderno, senza snaturare né l'una né l'altra caratteristica ma anzi creando un mondo tutto nuovo, ben poco coerente con la tecnologia ma abbastanza elastico da permettere alla trama di svilupparsi senza intoppi.
Il pilot fu ciò che diede l'introduzione all'ambientazione in cui si sarebbero mossi i protagonisti, tanto che la storia di Nightmare Moon mi è parso più un mezzo per gettare lo spettatore all'interno dell'universo di Equestria fin da subito, visto che poi la trama si esaurisce al secondo episodio e non viene più citata se non in due o tre occasioni. Tanto mi bastava: dopo il pilot conoscevo come funzionavano le cose, e il terreno era fertile per dare il via alle avventure slice-of-life delle protagoniste.
4) Doppiaggio
Anche qui ci sarebbe da scriverci un libro, soprattutto dopo i vari confronti fatti con la versione italiana, per molti risultata insufficiente a rendere giustizia alle voci originali.
Le doppiatrici sanno il fatto loro. Celestia riusciva a trasmettere un senso di solennità unito ad un caldo tono materno, Pinkie Pie aveva la parlantina tanto frizzante quanto la sua personalità, e così via.
In particolar modo ho adorato Ashleigh Balls, la doppiatrice di Applejack e Rainbow Dash: quando scoprii che la stessa persona riusciva a doppiare e far cantare un personaggio con il fortissimo accento del sud degli stati uniti simil-redneck e la voce ganza e strafottente della pegaso con quegli
acuti rauchi, ho pensato che si meritasse una statua.
5) Tenerezza
Questa è forse la caratteristica che si è dipanata più nel lungo termine, ma che forse è la più intensa che oggi mi fa amare il cartone. Mai stato un fan di roba eccessivamente zuccherosa, ma in questo show i personaggi facevano le acrobazie su quel sottilissimo confine tra una sana e semplice carineria e la stucchevolezza del melenso.
Credo ci si possa scrivere sopra un libro, ma penso che possiate capire anche da soli.
Ho imparato ad amare i personaggi nell'estremo valore che danno all'amicizia, tifando per loro nelle sfide e sorridendo per i loro successi. Fluttershy è il personaggio che più rappresenta questo stato d'animo. Fragile ma gentile, paurosa ma iperprotettiva, con la voce talmente tenue da risultare non sdolcinata, ma semplicemente
adorabile.
6) Giochi di Parole
Mi sorpresi dalla quantità di battutine sottili che ogni episodio poteva vantare, doppi sensi, storpiature di nomi, giochi di parole, a cominciare dai titoli i cui il 90% erano modifiche di modi di dire.
Non è certo un'invenzione di questo cartone, anzi. Anche in Foster's House for Imaginary Friends che mi sto guardando adesso ci sono molti giochi di parole, anche nei titoli degli episodi.
Mi sorpresi però che fossero in un cartone per bambine piccole, quando mi aspettavo che fossero una prerogativa di cartoni con un diverso tipo di target.
Resta comunque una caratteristica minore, visto che la maggior parte li ho scoperti solo dopo cercando su internet, ma li ho trovati molto divertenti. Per chi non lo sapesse mi sono divertito a raccoglierli
qua7) Altro
Ci sono molti altri elementi che mi hanno stregato, ma rischio di ripetermi e di ripetere anche quello che hanno già detto altri.
In generale ho apprezzato l'idea della Faust di creare un cartone con delle gag divertenti ma anche intelligenti (cioé che non si limitano a due o tre freddure, ma che la comicità possa provenire direttamente dal personaggio e dalla situazione nella quale si trova).
Ho adorato le canzoni, ma come insegnano i film Disney se sono ben fatte possono essere amate da tutti.
Ho amato le citazioni della cultura pop, che oramai non si contano più.
Le emozioni e le sensazioni che hanno trasmesso certi episodi, la nostalgia, l'ilarità...
Sto diventando decisamente troppo prolisso e devo staccare a breve, quindi la pianto qui.
Il far chiarezza su cosa questo cartone sia riuscito a far leva per accaparrarsi un così nutrito gruppo di fan adulti è un compito arduo, e di certo non spetta a me.
Ma mi son divertito a scrivere questo post, sperando che la mia umile esperienza personale possa far luce ed aiutare a capire com'è che Friendship is Magic è davvero... magico