[Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

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[Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 17/01/2014, 12:49

Questa non la considero una vera e propria fanfic. La considero piuttosto un idea sviluppata alla meglio.

UNO SCUDO BIANCO SU EQUESTRIA

PROLOGO
Molti anni prima dell'inizio della storia che tutti conosciamo, accadevano già un mucchio di cose a Equestria. Tra queste, non erano rare forze armate provenienti da ogni dove che tentavano di conquistare il regno.
Per l'ennesima volta, Canterlot è sotto attacco. Ma non perdiamo tempo a dilungarci su chi sia questo losco figuro e sulle motivazioni che spingono il suo esercito a stargli dietro. Il suo piano di conquista avrà vita breve, come tutti gli altri.
La principessa è già in allerta, e la guardia reale è già in marcia.
Sarà una dura battaglia. Ma è scontato chi avrà la meglio, giusto?

1
L'esercito nemico non sembrava molto grande, la guardia reale l'avrebbe avuta vinta facilmente. Sarebbe stato solo un altro attacco da scrivere negli annali. L'unica preoccupazione era perdere il minor numero di soldati possibile.
I due eserciti finalmente vennero a scontrarsi. E giù di colpi di spada, incantesimi e raffiche di freccie.
La principessa se ne stava sulla torre, ad osservare, pronta af intervenire se la situazione fosse diventata insostenibile per l'esercito.
Per ore e ore la battaglia imperversò nella città.
Tutti gli abitanti di Canterlot se ne stavano rintanati in casa, sperando, chi aveva qualche parente in battaglia, che il tutto sarebbe finito per il meglio.

Venne notte. L'esercito nemico, esausto, battè in ritirata. La guardia reale non ebbe alcuna voglia di corrergli dietro. Uno dei gradi alti dell'esercito salì al castello a fare rapporto alla principessa, che al vedere i nemici in ritirata non aspettava altro.
"Nessuna perdita da parte nostra", annunciò.
"Bene, ottimo lavoro", rispose Princess Celestia.
"Nessuna perdita da parte loro", riprese.
"Cosa?", si sorprese Celestia, "ne siete proprio sicuri?"
"Sicurissimi, principessa, e non escludiamo che possano tornare a dar battaglia da un giorno all'altro, se non proprio domattina. Abbiamo mandato alcune spie fidate per seguirli e controllare la situazione, per scovare il loro eventuale accampamento e poter sapere in anticipo il momento in cui riprenderanno a marciare contro la città. E ora, con permesso, mi ritiro a dormire, come han già fatto tutti gli altri". S'inchinò alla principessa, e, senza aspettar risposta, si congedò.

Due giorni passarono. Osservando con un cannocchiale di primo mattino, Celestia notò una massa che avanzava all'orizzonte. L'esercito nemico aveva ripreso a marciare.
E le spie, che stavano combinando? Erano ancora a dormire?
Un comunicato giunse alla guardia reale dal castello, ma quella era già pronta al combattimento. Una delle spie era già giunta a dare la comunicazione all'alba. Ma all'esercito, e nella fretta nessuno aveva portato la notizia a palazzo.
Dopo poche ore si riaccese la battaglia, dentro Canterlot. Battaglia che si concluse, come la scorsa volta, con la ritirata notturna del nemico. E, come la volta scorsa, senza perdite, nè da una parte, nè dall'altra.

La situazione apparve alla principessa alquanto assurda. Decise, questa volta, di inviare delle spie di propria fiducia oltre quelle inviate dall'esercito, incaricate di raccogliere informazioni sul conto di quello strano esercito e di consegnarle esclusivamente a lei.


2
Qualche giorno dopo, la spia fidata della principessa fece ritorno, per comunicare quel che aveva scoperto.
"Dunque, principessa, le comunico quel che ho scoperto. Erano accampati in un piccolo villaggio poco a sud di Canterlot. Erano in pochi, una quarantina è dir tutto. Non erano guerrieri, non sapevano nemmeno come reggere una spada. Non avevano l'aria combattiva, anzi, passavano il loro tempo allegramente giocando a carte"
"Ma allora...come hanno fatto per ben due giorni ad affrontare la nostra guardia reale senza neanche una perdita? E anzi, dimmi, perchè stai parlando al passato, hanno tolto l'accampamento?"
"L'ultima cosa che ho visto, prima di partire, è stato un vecchiotto che distribuiva cinque monete a testa. Poi ho visto il gruppo che si dissolveva, ognuno diretto verso casa propria, suppongo"
"Ma tutto ciò...non ha sen..."
Non riuscì a finire la frase che un esplosione improvvisa fece saltare l'enorme portone della stanza del trono, in cui si trovavano. Spia e principessa, sbigottiti, osservavano la scena. Un anzianotto con il manto verde, vestito con un saio che gli copriva quasi tutto il corpo, capo e fianco compresi, fece il suo ingresso nella stanza.
"Ehm...è permesso? Mi scusi principessa, non era mia intenzione provocare questa confusione...", esordì l'anziano pony.
"Chi sei? Come hai fatto a entrare?", lo interrogò severamente la principessa.
"Ehm, principessa, scusate...", bisbigliò la spia, "è lui l'anziano che ho visto"
"Ne sei proprio sicuro?"
"Certamente"
In quel momento fecero irruzione nella stanza una quantità di guardie.
"Ci scusi principessa, non sappiamo come sia potuto accader..."
"E' proprio quel che il qui presente ci spiegherà, e subito, non è vero?", riprese a interrogare l'anziano figuro.
"E' proprio il motivo per cui sono qui, principessa. Intanto, riguardo quel portone..."
Si abbassò il cappuccio, mostrando il corno e dichiarando la sua natura, e con un incantesimo ricostituì il portone, esattamente com'era pochi minuti prima.
"Bene, principessa, ora finalmente potrò spiegarvi tutto", disse, mostrando il suo sorriso sdentato.


3
"Vorrei, col vostro permesso, diventare capitano della guardia reale", queste le sue parole, secche e decise.
Una delle guardie lì presenti azzardò un risolino. Venne zittito dalla principessa, che osservava quel coraggioso vecchino.
All'epoca, il ruolo non era ancora di Shining Armor, ma di quel tale che pochi giorni prima aveva consegnato quel rapporto poco chiaro e si era congedato per andarsene a dormire, oltre che colui che aveva dimenticato di avvertirla del ritorno di qualche mattino dopo di quell'assurdo esercito. Esercito che, ironia della sorte, era guidato proprio da quell'anzianotto che gli si era presentato così all'improvviso, e che era stato capace di guidare una quarantina di ragazzotti inesperti contro la sua guardia reale senza riportare neanche una perdita in ben due giorni interi di battaglia.
Ma com'era stato possibile? Cosa c'era sotto?
Andando con ordine, dopo un minuto di silenzio generale nella stanza, ella riprese parola.
"Ascolta, per ben due giorni abbiamo ricevuto attacchi da parte di un piccolo esercito. Secondo informazioni che mi sono giunte, eri tu stesso a guidare quell'esercito. Da quel che so, oltretutto, era un esercito composto da mercenari totalmente inesperti, che per ben due giorni han però resistito senza neanche un ferito contro la mia guardia reale. Hai molto da spiegare"
"Immaginavo mi avreste chiesto di spiegarvi queste cose, ma, come dire, la spiegazione sarebbe così lunga che tanto vale fare una dimostrazione. Ehi, tu", si rivolse a una guardia lì presente, "vieni qui, con la tua spada"
Il giovane, incuriosito ma un pò intimorito da quella strana richiesta, si avvicinò. Celestia osservava in silenzio.
"Bene", riprese, "e ora, dammi un colpo, con tutta la tua forza"
"C...cosa?", si sorprese il giovane.
"Hai capito bene, forza, sferrami un colpo con quel tuo spadone, tu avrai ben imparato a usarlo, no?", diceva, picchiettando con lo zoccolo sulla spada.
"Si ma..."
"E va bene, ho capito...dovrò agire in qualche altro modo...pronto alla botta"
"Eh? Quale bot..."
E botta fu. Una piccola esplosione fece inciampare il giovane, a cui scappò la spada, che volò in aria. Volando, giunta alla massima altezza, prese a precipitare con la lama rivolta proprio contro l'unicorno.
"Ehi attenzio...", provò a urlare il ragazzo.
Un rumore metallico. La spada rimbalzò su una sorta di barriera energetica e toccò terra.
"Ed ecco come i miei 40 figuranti son rimasti illesi ai due giorni di battaglia", concluse.
"Non ci ho capito granchè", intervenì una guardia.
"Va bene, farò un altra dimostrazione". La spada, che era a terra, si sollevò a mezz'aria e si scagliò contro un'altra delle guardie a tutta velocità. Anche questa volta, rimbalzò contro una barriera invisibile, e cadde.
La principessa, riprese parola. "Figuranti...quindi..."
"Erano quaranta attori presi da vari teatri qui nei dintorni, dato che quaranta uniformi da soldato non era facile trovarne in un unico teatro. Ma lasciamo perdere queste sciocchezzuole..."
"Per l'appunto, perchè quella farsa?"
"Proprio perchè volevo suscitare in voi tutte le domande che mi state ponendo quest'oggi", rispose. E riprese "Metto a disposizione della guardia reale, di Canterlot, e di tutta Equestria, i miei poteri, risultato di cinquant'anni di studio e duri allenamenti al cospetto di un grande mago, ormai defunto. Lui mi affidò la missione di venire qui, terminati gli studi, a difendere Equestria, come lui non ebbe modo di fare causa una pesante malattia che non gl'impedì comunque di tramandare la sua esperienza a me, suo allievo. Avevo quindici anni quando cominciai gli studi, ora ne ho sessantacinque, ma quel poco che mi resta da vivere lo dedicherò a difendervi, a portare a termine la missione che si era prefissato il mio nobile maestro"
"Se posso chiedere...", azzardò Celestia, "posso sapere, chi era, questo tuo maestro?"
"Non è possibile. Tutto ciò che posso mostravi di lui è questo saio che indosso"
Si girò di profilo. In corrispondenza del cutie mark, sul mantello, stava uno scudo bianco.
"Uno scudo bianco, cutie mark del mio maestro, tramandato a me. Non chiedetemi quale sia il mio cutie mark, non posso mostrarvelo. Ma, se vorrete accontentarmi in questo mio desiderio, nel desiderio che fu del mio maestro, mi metterò a vostra completa disposizione nella difesa della gente, della città, del regno"


4
Vale la pena di narrare qualcosa a riguardo del maestro del nostro anziano protagonista.
Nacque da una semplice famiglia cittadina, a Canterlot. Sin da giovane ebbe modo di assistere ai continui assalti da parte di eserciti e di banditi alla città. Assalti che venivano sempre respinti dalla forza della guardia reale, ma sempre con qualche perdita. I funerali dei soldati erano sempre molto tristi per lui, molto sensibile di natura.
Era un puledrino piuttosto introverso, non aveva molte amicizie. Non capiva molto della società che lo circondava. Ma soprattutto non capiva il motivo di quelle continue guerre, che portavano solo morti, solo effetti negativi, nella vita della città e del regno.
Un giorno, aveva una decina di anni, girovagando nella biblioteca dove passava spesso e volentieri il suo tempo, s'imbattè in un libro di magia bianca. Si, la magia bianca, quella magia che, si dice, sia in grado di difendere, curare, proteggere la gente a cui un incantesimo bianco sia rivolto. All'epoca, ancora non ce l'aveva, il cutie mark. Era molto in ritardo sui tempi, e anche questo contribuiva a rendergli complicti i rapporti con i suoi coetanei.
Fu subito incuriosito da quel libro. Essendo egli un unicorno, chissà, forse avrebbe potuto impararne qualcosa.
Da quel giorno, cominciò a leggere tutti i libri di magia che gli capitavano a tiro. Tutti i libri del famoso Starswirl, e di tutti i grandi maghi di cui trovava nomi e citazioni.
Ora, a 15 anni, aveva ormai letto tutti i libri della biblioteca, su tutti gli argomenti possibili, dati i tanti collegamenti che era possibile fare su un argomento vasto com'era quello della magia. Non aveva ancora ottenuto il suo cutie mark, ma non avrebbe dovuto aspettare molto.
Una mattina che era a scuola, nel suo banchetto isolato in fondo all'aula a fianco all'armadietto di classe, un suo compagno pony semplice era lì che tentava di prendere un astuccio che, per scherzo, un pegaso aveva portato sulla cima di quello stesso armadio.
"Che razza di sfizio", pensava tra se e se. Ma, mentre osservava la scena, la sua attenzione fu catturata dal traballare di quel vecchio armadietto. Più il pony si muoveva, più l'armadietto traballava. Ed ecco il fattaccio.
L'armadietto non resse, e cadde, con tutto il suo peso, sul puledro.
Qualche momento di silenzio, poi le urla spaventate dei suoi compagni di classe. Poi, una piccola esplosione. Il pony che veniva fuori dall'armadietto distrutto, completamente integro. E poi, un bagliore, e l'apparire del cutie mark sull'unicorno di cui stiamo raccontando, che in tutto quel tempo non si era minimamente mosso dalla sua sedia.
Il suo cutie mark, uno scudo bianco. Il suo destino sarebbe stato, da quel momento in poi, quello di difendere il prossimo.
O almeno, è quello che sarebbe dovuto essere. Col passare degli anni, infatti, si ritirò sempre più dalla vita sociale, fino a ritirarsi a vivere da eremita nella Everfree forest, a studiare e a sperimentare i suoi poteri nei quotidiani pericoli di quel misterioso luogo.
Verso i trent'anni, decise di abbandonare la foresta per tornare nella civiltà.
Provò a reinserirsi in società, ma dopo quasi dieci anni di solitudine non ci riuscì in alcun modo. Soprattutto perchè non aveva soldi, nè un posto in cui stare.
Decise allora di fare ritorno nella foresta, ma non prima di aver fatto un salto nella vecchia biblioteca di Canterlot.
Arrivato alle porte della città dopo qualche giorno di viaggio a piedi, quel che trovò furono due guardie che volevano impedirgli l'accesso.
"Siamo sotto attacco, l'accesso e l'uscita dalla città non sono permessi a nessuno"
Non potè far nulla per riuscire a entrare, e il suo buon senso gl'impedì di provare a forzare il posto di blocco, anche se per lui sarebbe stata una cosa facilissima da fare, ma che avrebbe provocato non poca confusione, soprattutto in un momento in cui la città era sotto attacco. Scese da Canterlot, e si diresse in un villaggio poco più a sud.
Arrivato in quel villaggio, entrò a visitare la biblioteca del luogo.
Dopo un pò di vagare tra i vari scaffali, notò un giovane unicorno seduto a un tavolino, con un grosso librone sotto il muso, che sembrava leggere con molto interesse. E, a fianco a lui, due pile di libri, una alla sua destra, una alla sua sinistra. Leggendone i titoli, si rese conto di che incontro magnifico aveva fatto.
Quel giovane unicorno stava leggendo, tutto d'un fiato, alcuni tra i libri che aveva letto egli stesso, da giovane, a Canterlot.
Si avvicinò per poterlo scrutare meglio, senza essere comunque notato. Era un unicorno verdognolo, che come cutie mark aveva uno scudo.
Uno scudo nero.


5
Rimase qualche secondo sovrappensiero, e questo permise al giovincello di potersi accorgere d'essere osservato. E così si conobbero.
Chiacchierando, il piccolo unicorno raccontò di aver ricevuto quel cutie mark un giorno che, causa un improvviso temporale e la sua lontananza da casa in quel momento, fu costretto a rifugiarsi sotto un albero. E uno scudo d'energia che si attivò improvvisamente lo aveva salvato da un fulmine che lo avrebbe altrimenti colpito in pieno. Dopo vari esperimenti, aveva capito che quello scudo si attivava in automatico quando lui o qualcuno attorno a lui erano in pericolo immediato. Al contrario di colui che portava lo scudo bianco, che doveva attivare lo scudo con la propria volontà e che, quel giorno che lo ricevette, era tanto concentrato su quel che stava avvenendo da poter tentare, per salvare quel suo compagno, un esperimento di quelli di cui tanto aveva letto in biblioteca. Esperimento che ebbe successo, ma torniamo al giovane.
Da quel giorno, il portatore dello scudo bianco decise di prendere sotto la propria ala protettiva (anzi, sotto il proprio corno protettivo, o potremmo dire scudo protettivo?) il portatore dello scudo nero. Detto così, suonerà piuttosto enfatizzato come discorso, ma questo è piuttosto quel che pensò il nostro girovago amico. Piuttosto che tornarsene nella foresta, riuscì ad arrangiare una sistemazione in un bosco lì nelle vicinanze, per poter frequentare (e studiare) il più possibile quella sua nuova conoscenza. Ne era molto incuriosito.
I due divennero così l'uno il maestro e l'altro l'allievo, dato che entrambi sembravano interessati riguardo gli stessi argomenti ma il primo, adulto e maturo, aveva già acquisito abbastanza saggezza e conoscenza da poter fare da maestro al più giovane.
Ma, più passava il tempo, più venivano a galla sostanziali differenze tra i due. Il primo, il portatore dello scudo bianco, era introverso, serio, riservato, e non era solito usare i propri poteri quando non ce n'era bisogno. Il secondo, il portatore dello scudo nero, era molto estroverso, entusiasta, allegro; trovava divertimento nell'approfittare di quegli strani poteri per dar spettacolo e acquistare una certa popolarità. Ma molte volte mancò poco, per causa sua, che qualcuno fosse venuto a conoscenza di quel loro rapporto, che lo scudo bianco preferiva mantenere il più nascosto possibile. Non che ci fosse nulla di male, ma era sicuro che la cosa fosse abbastanza importante e delicata da doverla gestire senza influenze esterne.
Per il resto non c'è molto da dire. Gli anni passarono. Cinquant'anni. Nel bosco lo scudo bianco trovava tutto quel di cui aveva bisogno per vivere, e nella città lo scudo nero aveva ottenuto una certa popolarità tanto da vivere felicemente e circondato da amicizie. Ecco, una cosa va detta. Lo scudo nero diventava pian piano sempre più scostante nei confronti dello scudo bianco, che gli suggeriva spesso di evitare di mettere troppo in mostra i suoi poteri. Fino a quando non ci fu un momento in cui i due non si videro ne sentirono per anni. Vent'anni. Vent'anni in cui lo scudo bianco non mise piede nel villaggio nè lo scudo nero mise piede nel bosco.
Lo scudo bianco, ora ottantenne, decise di tornare nel villaggio per cercare lo scudo nero. Venne a conoscenza che, quello, era partito per Canterlot.
Ed egli fece altrettanto.


6
E rieccoci all'inizio della storia.
Lo scudo nero, al cospetto di Princess Celestia, per chiedere, pretendere anzi, di essere messo a capo della guardia reale.
Celestia ci pensò per qualche minuto, poi rifiutò la sua offerta. Non sapeva nulla di quell'anzianotto arrivato da chissà dove.
"Mi dispiace, non posso accettare la vostra proposta. Il capitano attuale delle guardie reali non sarà un tipo molto affidabile, ma sa fare il suo lavoro. Voi, non vi conosco, non so chi siete, da dove arrivate, nè il motivo che vi spinge a farmi una richiesta simile"
"Gentile Principessa", prese a rispondere il vecchiotto, "il mio unico scopo è difendere i vostri soldati, e evitare che tra le famiglie di Canterlot continuino ad esserci defunti. E' il mio destino, tramandatomi dal mio defunto maestro. Non potete rifiutare, e, anche se rifiutaste, non potreste cacciarmi da questa stanza, nè con gli ordini, nè con le lance, nè coi cannoni. Potrei buttare giù l'intero castello con un semplice incantesimo, se provaste a reagire. Che voi accettiate o meno, prenderò posto sulla torre principale del castello e resterò a vigilare sulla sorte dei vostri soldati, accada quel che accada"
"Nella torre...del castel...", ma Celestia non potè finire la frase, che un esplosione buttò di nuovo giù il portone.
E anche lo scudo bianco fece il suo ingresso nel castello. Anch'egli con un mantello su tutto il corpo. Al vederlo, si drizzarono i peli sulla schiena dello scudo nero che lo aveva comunque riconosciuto. Ma faceva nulla, eran coperti dal mantello.
"E ora, cosa succede?"
"Tante scuse principessa, non sappiamo come sia pot..."
"Salve, voi dovete esser princess Celestia, i miei ossequi", s'inchinò il bianco.
"E tu, chi sei?"
"Sono lo spettro del maestro di questo tipo, venuto fin qui dal regno dei defunti per scusarmi, per causa del mio allievo che ha osato molestarvi con la sua superbia", rispose.
Lo scudo nero lo fissava, ma prese parola "Non può essere, sei un impostore, uno dei tanti nemici del mio defunto maestro. Cosa fai, vieni qui a importunarne le memorie? Non dategli retta Principessa, lo conosco bene, è solo un..."
"Sono solo un mago che ha commesso tanti di quegli errori in gioventù, da meritare come castigo un allievo superbo, e che per potersi riscattare deve ora impedire che le sue fatiche vadano a mettere a repentaglio la sicurezza del regno"
"Credimi ti sbagli", riprese il nero, "il mio unico scopo è difendere i soldati di Canterlot dagli attacchi, per impedir..."
"Per impedire ancora defunti nelle famiglie di Canerlot, certo, storia vecchia, e poi, una volta che avresti ottenuto il tuo bel ruolo di capitano delle guardie, ti accontenteresti di quello?"
"Beh...certamente..."
"Io dico piuttosto che approfitteresti della tua crescente fama da parte della guardia per spodestare il trono"
"Oh...una tanto negativa stima hai del tuo buon allievo?"
"Ora basta, è abbastanza", intervenne Celestia, che era rimasta ad ascoltare i loro discorsi per cercare di capirci qualcosa. "Se è vero che tu sei il maestro o chissà cos'altro di questo unicorno verde, è tua responsabilità di spiegarmi la situazione al meglio"
"Ma certamente, principessa. Prima di tutto, sappiate che non sono un defunto, ma un vivo, qui, davanti a voi, in carne e ossa, per il resto...". E prese a raccontare la storia di cui già si è parlato nei capitoli precedenti. Ma con un particolare in più. Particolare che venne svelato quando, alla fine del racconto, lo scudo bianco venne a rimuovere il mantello dal fianco dello scudo nero. Svelando, così, la verità su quello scudo. Uno scudo grigio.


7
"N...no...dovevi proprio...dovevi proprio tirarmi questo colpo basso, nel togliermi il mantello?"
La principessa, al solito, osservava silenziosa.
"Certo, era l'unico modo per confermare i miei sospetti. Oltretutto,e ra inevitabile che sarebbe accaduto. Perchè, perchè non sei venuto subito a comunicarmelo, quando ti è successo? E già che ci sei, da quanto tempo ti è successo?"
"E va bene...una decina d'anni or sono, quando mi resi conto che, dopo tanti studi, ero finalmente in grado di poter controllare io stesso i poteri che fino ad allora entravano in funzione da soli. Allora, allora avvenne questo fatto strano. Il mio cutie cominciò a schiarirsi, fino a diventare del colore attuale. Di questo grigio, scuro"
La principessa, sempre più sorpresa, continuava a osservare e ad ascoltare.
"E che spiegazione ti sei dato, se posso chiedere, a riguardo?", chiese il bianco.
"Non so, non posso saperlo. Negli ultimi anni hotrascurato gli studi. L'età ha fatto il resto. Molte di quelle nozioni di quando eravamo giovani sono andate perdute dalla mia memoria...se tu sai, parla, levami questo grande dubbio che da anni mi perseguita"
"Se un dubbio ti avesse perseguitato per davvero, non saresti qui, così tranquillo e rilassato, a chieder un fatto del genere alla principessa. L'unica spiegazione che posso darmi, per quanto scontata possa essere, è quella vecchia differenza tra magia bianca e magia nera. La magia bianca si muove con forze conosciute e amichevoli, con energie proprie. Così come io posso, anzi, devo necessariamente, evocare gl'incantesimi. La magia nera agisce con forze sconosciute, da qui il fatto che la tua magia agiva senza che tu dovessi far nulla, ma queste forze sono spesso maligne e negative, e da qui giunge la tua superbia e la tua brama di fama e di potere. La magia grigia, ben poco conosciuta e spesso confusa come una via di mezzo tra la bianca e la nera, è una magia che ha a che fare con l'evocazione degli spiriti. Forse, a lungo andare, hai imparato a gestire i tuoi poteri, e a evocare quelle forze misteriose per effettuare a comando i tuoi incantesimi. Il motivo per cui il tuo cutie mark sia cambiato..."
"Un cutie mark testimonia le capacità e il destino di un soggetto", prese finalmente la prola princess Celestia, "se quelle capacità e quel destino, ad un punto della vita, vengono a cambiare, non c'è motivo per cui il cutie mark non debba a sua volta venirsi a modificare. E' un caso molto raro, ma può accadere"
"Mi inchino alla vostra sapienza, principessa, e anzi, in vostro onore, tolgo anch'io questo manto", rispose lo scudo bianco. E si tolse il mantello rivelando, anch'egli, uno scudo grigio sul fianco. Lo scudo nero ne fu molto sorpreso, ma non disse nulla.
"Ascoltate", annunciò Celestia, "sono giunta a una conclusione. Voi, guardie qui presenti, lasciatemi sola con questi due"
Le guardie lasciarono la stanza, e lo scudo bianco rimise a posto il portone.
"Riflettendoci bene, cosa abbiamo, qui? Tu, scudo bianco, il cui destino era quello di difendere il popolo con i tuoi poteri, ti sei ritirato in una vita solitaria, finchè il tuo scudo bianco non si è ingrigito perchè non ne rispettavi il dettame fondamentale. Ma la tua saggezza ha impedito che lo scudo si annerisse del tutto.
Tu, scudo nero, il cui destino era quello di essere difeso tu stesso da forze misteriose la cui natura non ti è concesso conoscere, vivendo in mezzo alla civiltà hai potuto difendere in molti, fino a fare della difesa altrui un tuo così grande valore da schiarire il tuo scudo e fino ad esserti concesso di poter dominare quei poteri. Ma la tua superbia non ha potuto permettere che lo scudo diventasse del tutto bianco.
Siete entrambi in torto, ma si vede come vi completiate l'un l'altro.
Ascoltate, concedo a te, o ex scudo nero, di metterti a difesa di Canterlot. Ma a una condizione. Che tu sia affiancato dall'ex scudo bianco, e che entrambi difendiate Equestria, fino alla fine dei vostri giorni. Ma non otterrete alcun titolo o carica reale, anzi, vivrete a castello ma il motivo per cui sarete qui sarà noto solo a noi qui presenti.
Vi permetterò, così, di portare a termine, seppur non completamente, l'avverarsi del vostro destino"
I due accettarono di buon grado l'offerta.


8 (ULTIMO)
Entrambi, come detto, accettarono l'offerta, e passarono i loro ultimi anni di vita a corte.
Lo scudo bianco aveva 80 anni, lo scudo grigio 65, e per trent'anni, fino alla loro morte, offrirono la loro protezione a Equestria.
Ma, guarda un pò la sorte beffarda, in quei trent'anni non un attacco ci fu in tutta Equestria, non un esercito provò ad avvicinarsi ai confini del regno.
E così termina la storia dello scudo bianco e dello scudo nero.
Ultima modifica di tizietto il 27/01/2014, 13:27, modificato 12 volte in totale.
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 20/01/2014, 12:44

Tante scuse, ma come spesso mi accade, ho dato una piccola modifica alla prima parte della storia e al capitolo 1, eliminando un personaggio e spostando la storia indietro nel tempo. Ho anche aggiunto il capitolo 2
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda Thunderstorm » 20/01/2014, 16:59

Ho letto entrambi i capitoli. Sta prendendo una forma questa storia. Bravo
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 21/01/2014, 13:58

Thunderstorm (Elisa) ha scritto:Ho letto entrambi i capitoli. Sta prendendo una forma questa storia. Bravo

spero allora che non si...deformi :asd:

aggiunti 3 e 4
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 23/01/2014, 12:40

aggiunto capitolo 5
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 27/01/2014, 13:10

FINITA
al solito, se volete, fatemi sapere che ne pensate :sisi:
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda Thunderstorm » 28/01/2014, 17:23

Ho finito di leggerla. Carina anche se in alcuni punti non si capiva bene.
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 28/01/2014, 20:31

Thunderstorm ha scritto:Ho finito di leggerla. Carina anche se in alcuni punti non si capiva bene.

uhm sapresti dirmi in quali punti di preciso?
in ogni caso si, riconosco che lo stile era un pò...ostico e gli avvenimenti un pò...ammucchiati :sisi:
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda Thunderstorm » 28/01/2014, 20:51

tizietto ha scritto:
Thunderstorm ha scritto:Ho finito di leggerla. Carina anche se in alcuni punti non si capiva bene.

uhm sapresti dirmi in quali punti di preciso?
in ogni caso si, riconosco che lo stile era un pò...ostico e gli avvenimenti un pò...ammucchiati :sisi:

Piu o meno dei tre capitoli che raccontano la storia dei due. Per il resto va bene.
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Re: [Fanfic] Uno scudo bianco su Equestria

Messaggioda tizietto » 28/01/2014, 21:08

Thunderstorm ha scritto:
tizietto ha scritto:
Thunderstorm ha scritto:Ho finito di leggerla. Carina anche se in alcuni punti non si capiva bene.

uhm sapresti dirmi in quali punti di preciso?
in ogni caso si, riconosco che lo stile era un pò...ostico e gli avvenimenti un pò...ammucchiati :sisi:

Piu o meno dei tre capitoli che raccontano la storia dei due. Per il resto va bene.

esattamente :asd:
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