Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

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Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 16/12/2013, 12:26

Così, per puro sfizio e perchè avevo voglia di scrivere un pò, vi presento una fanfic "natalizia".
Al solito, semplice semplice e senza pretese.
Buona lettura if you want

1: LA FAMIGLIA NCHON
Equestria orientale. La famiglia Nchon si appresta a passare il Natale. O meglio, come si dice da quelle parti, "la festa del focolare", o "la festa dell'amicizia", o "la festa del focolare dell'amicizia", o chissà come.
A Nalìr, il capofamiglia, non interessava del nome corretto della festa. Anzi, faticava anche a considerarla una festa. Tutto sommato, pensava lui, non era cambiato molto dall'epoca in cui le tre specie fraternizzarono. La sua specie, i pony di terra, zappaterra erano e zappaterra erano rimasti. A Nalìr piaceva tanto quel termine, "zappaterra". Descriveva bene anche il suo lavoro, in un azienda agricola vecchio stampo nei pressi di casa sua. Era un lavoro ingrato, ma non poteva lamentarsi troppo del guadagno. Era piuttosto sua moglie, Spenda, unicorno d'origine cittadina, che si lamentava a ogni occasione buona dello scarso guadagno del marito, e che provvedeva a dilapidare in "inutili lussi", così diceva Nalìr, quello stipendio che doveva servirgli per tirare a campare. Quegli "inutili lussi" consistevano in abiti che spesso finivano ammucchiati nell'armadio perchè usati poco e nulla, soprammobili "per bellezza", elettrodomestici che Nalìr preferiva non utilizzare preferendo le buone vecchie maniere manuali e di cui neanche capiva la necessità essendo la moglie un unicorno, e un mucchio d'altra roba che finiva solo con l'occupare spazio utile in casa. Una sola cosa era sicuro che non sarebbe rimasta inutilizzata, il cibo, che il figlioletto Limìt provvedeva a spazzolare per benino.
Nalìr così, l'unico a lavorare della famiglia, non poteva fare a meno di sentirsi alle volte leggermente sfruttato, una macchina sforna-soldi per quella famiglia che sembrava non conoscere il significato delle parole "utile", "essenziale", "futile", "superfluo". Ma ci teneva a mantenere l'armonia in casa e a garantire il benessere della sua famiglia.


2: UNA FESTA TRANQUILLA IN ARRIVO
Una cosa però rendeva sereno l'animo di Nalìr. Quell'anno non avrebbe avuto problemi di sorta. Quell'anno non avrebbe dovuto sorbirsi i pranzi dai parenti di Spenda o le invasioni in casa dei compagni di classe di Limìt.
Quell'anno sarebbe stato molto rilassante. Come ogni anno nel periodo festivo sarebbe stato in ferie. In ferie. In ferie dal lavoro, in ferie dalle lamentele dalla moglie e in ferie dai casini combinati dal figlioletto.
Pochi giorni prima, infatti, Limìt aveva consegnato la somma per partecipare alla gita scolastica, che si sarebbe tenuta nientemeno che a Canterlot. Il giorno dopo Spenda aveva annunciato che avrebbe passato il periodo festivo in giro per città vicine a fare shopping con alcune vecchie amiche e che sarebbe rimasta fuori da casa per qualche giorno. "Non ti dispiace, vero, tesoro?", aveva chiesto, "Ma ceeeerto che mi dispiace cara, ma riconosco che è giuuusto che tu vada a svagarti un pò, ma vai pure, ma non preoccuparti, e anzi, divertiti, mi raccomando", aveva ricevuto risposta.
Aaaaaah, che pace, che goduria, che relax, la casa tutta per lui e i risparmi nel tempo occultati alla moglie a sua disposizione.
Per ogni evenienza e necessità, ovviamente, non certo per spenderli a sfizi, ovviamente, questo ci tiene molto a precisarlo, il buon Nalìr.


3: IL GRANDE GIORNO
Quella notte aveva nevicato molto. Di buon ora Nalìr si era alzato e aveva cominciato a spalare la neve che aveva trasformato il suo verde e curato giardino in una distesa bianca.
Come solito, nè Spenda nè Limìt avevano tempo per aiutarlo, ma quella mattina era ben lieto che i due coinquilini fossero impegnati a fare altro. Stavan preparando le valigie, era il giorno della partenza, il giorno a cui per Nalìr sarebbe seguito un seppur non troppo lungo meraviglioso periodo di relax.
Per una simpatica coincidenza, infatti, moglie e figlioletto avrebbero lasciato la casa nello stesso giorno. Una carrozza-taxi avrebbe accompagnato entrambi alla stazione dove Spenda avrebbe incontrato le sue amiche e Limìt la sua classe.
Ed ecco, il momento tanto atteso, ecco la carrozza, il poot poot della trombetta, le urla di Limìt che stava finendo di preparare lo zainetto e le grida di Spenda che stava finendo di truccarsi. E poi la corsa forsennata di entrambi verso la carrozza. Il tornare indietro di Limìt per raccogliere degli oggetti che volavano dallo zainetto che per la fretta non aveva chiuso bene. Il tornare indietro di Spenda per recuperare essenziali e preziosi oggetti che per la fretta aveva dimenticato sul comodino. Il poot poot del tassista e il suo annunciare che rischiavano di perdere il treno. Ordinaria amministrazione. Un saluto veloce a entrambi e poi via, di corsa verso la stazione.
E per concludere, un ultima occhiata, alla carrozza che s'allontanava e spariva nella nebbiolina gelata che avvolgeva il paesaggio.
Pace, ora, pace e tranquillità. Un intera settimana. Godiamocela finchè dura.
Finì di spazzare la neve, si guardò un pò intorno per constatare che tutto quel che lo circondava era inbiancato dalla neve e che i suoi vicini di casa dormivano ancora. Che onore, il suo era l'unico prato verde che avrebbero potuto ammirare al loro risveglio.
Poi tornò in casa, anche lì dette una rapida occhiata in giro. Polvere, disordine, cattivi odori e oggetti fuori posto dappertutto. Del resto, povera Spenda, era troppo occupata a seguire le soap opera che le impegnavano quasi l'intera giornata, per pensare a tenere in ordine la casa.
Era deciso, il primo giorno di riposo Nalìr l'avrebbe impiegato per riordinare la casa.
Più relax di così!


4 CONSTATAZIONE
La giornata avanzava. Aveva ricominciato a nevicare e il giardino di Nalìr aveva ripreso a ricoprirsi di bianco. L'avrebbe spalata appena la casa fosse stata in ordine, pensava. Non poteva certo presentare ai passanti e ai vicini un giardino imbiancato e trascurato.
Ma una cosa lo lasciò perplesso. Era ormai mezzogiorno e dei vicini non ce n'era neanche traccia. Le finestre continuavano a essere chiuse, non usciva fumo dai comignoli e i centimetri di neve continavano a cumularsi sui loro giardini.
Suonò il campanello. Nalìr andò ad aprire. Era Porèt, un vicino non originario di quei luoghi ma che abitava lì sin dall'infanzia. Comunicò che sarebbe tornato, per le festività, dai suoi parenti nel suo piuttosto lontano villaggio, e voleva proporgli di tenergli sotto controllo la neve in giardino, per non fare in modo che al suo ritorno avesse trovato metri e metri di neve da spalare. Era anche disposto a ricompensarlo, per quel favore. Di solito se n'occupava il suo vicino Sèrv, ma anche lui era partito per le vacanze.
Nalìr accettò volentieri, anche senza compenso. E lieto e tranquillo Porèt partì per le vacanze.
A quel punto, un sospetto venne a Nalìr...che del quartiere fosse l'unico rimasto a casa?
Inventandosi che mancava di zucchero per preparare dei dolcetti, iniziò a suonare campanello per campanello ogni singola casa del vicinato.
E nessuno rispose.
E va bè, meglio, pensò, avrebbe avuto tranquillità anche nel quartiere.
Anzi, un ideona gli venne, avrebbe tenuto d'occhio il giardino di tutto il vicinato. Sai che bella sorpresa, che gl'avrebbe fatto, quando tornati dalle vacanze avrebbero trovato il giardino ordinato e curato.
E così pensando riprese a ordinare le ultime stanze della casa.
Cenetta frugale con carotine regalategli dall'azienda per cui lavorava (facevano parte del cestino regalo che veniva dato a tutti i dipendenti per le feste) e poi a nanna.


5 ORDINE IMPROVVISO
Il giorno dopo, di buon'ora, prese, come promesso a se stesso, a spalare la neve del vicinato. Era un quartiere piccolo, c'eran solo cinque villette. Sulla destra un grande stradone che conduceva a un altro quartiere della cittadina, sulla sinistra una stradina che portava verso un immensa distesa di prati, dove sorgeva anche l'azienda per cui lavorava.
Ed è proprio da quella stradina che vide arrivare in volo un suo collega pegaso, infreddolito e con l'uniforme da lavoro dell'azienda.
"Ehi, che combini? Il capo andava sbraitando che t'avrà chiamato almeno dieci volte e che non gl'hai risposto. E che con questo freddo non sarebbe mai uscito e di fretta e furia ha mandato me a chiamarti. Tanto di fretta e furia che manco ho fatto a tempo a mettermi un cappotto...ma come fai a stare sotto 'sto freddo a spalare neve? Eeeetciù, ecco...pure il raffreddore ci manca..."
"Oh oh, delicatino, ci sono abituato al freddo, che rinforza e tonifica i musc..."
"Oh senti non m'importa sbrigati a venire nell'ufficio del capo che deve parlar...eeetciù...parlarti"
"Arrivo subito", con un sol gesto gettò la pala e si diresse di corsa verso l'azienda, lasciando il suo collega in preda agli starnuti.
"Ehi aspett..."
"Riportami la pala sull'uscio di casa mia, sai dove abito, che in volo dovresti far subito", gli urlò allontanandosi.
"Ma che cav...eeetciù..."
Giunto nell'ufficio, trovò il capo piuttosto adirato.
"Ce l'hai fatta ad arrivare, bene, non c'è tempo per le spiegazioni, raggiungi la serra delle carote e datti una mossa"
"C'andrei volentieri ma...ho lasciato l'uniforme da lavoro a casa..."
"Cosa? Quel poltrone del tuo collega non ti aveva avvertito di portarla?"
"No, mi ha detto solo di correre qui perchè volevate parl..."
"Corri a prendere l'uniforme e poi torna qui, e ringrazia di abitare qui vicino"
"Di corsa"
Mentre tornava a casa, incontrò il suo collega, ancora più raffreddato e infreddolito, con le ali quasi congelate e che era stato costretto a tornare indietro a piedi.
"Forza poltrone, un pò di sprint su quelle ali, su, su, me l'hai messa apposto la pala?", gli urlò passandogli accanto. Uno starnuto fu l'unica risposta che ottenne.
Tornò a casa, prese l'uniforme, sparato in pochi minuti era già sul posto di lavoro, dove il capo stava strigliando ben bene quel collega che con la scusa della strigliata in ufficio stava scaldandosi ben bene le ali congelate al suo camino.
Senza fare domande, Nalìr era già sul posto di lavoro a coglier carote, tra le lamentele dei suoi colleghi.
Per dirla in breve, Nalìr era uno dei pochi a non esser partito per le vacanze, e quei pochi eran stati chiamati in fretta e furia sul posto di lavoro per una raccolta extra di carote che sarebbe servita a dei cesti premio per una grossa tombolata che si sarebbe svolta al centro della città.
"Carote come premio della tombola, assurdo", lamentavano i suoi colleghi.
"Una bella cesta di monete, altro che carote", rispondevano altri.
"Ma dai, che quei linti e pinti che partecipano a quella tombola ne han già abbastanza, di monete", rispondeva qualcun'altro.
"Useranno 'ste carote giusto come contorno al caviale", un altro ancora.
E via dicendo fino a sera, quando, piuttosto che una cesta, di monete ne ricevettero una manciata.
In aggiunta alla prossima busta paga, ovviamente. Con tanto di tasse, ovviamente.
Nalìr, che non era comunque un robot, tornò a casa piuttosto stanco in tarda serata e, dopo aver cenato con qualche altra carotina, si rese conto dell'ora. Era notte ormai. Avrebbe spalato i giardini il giorno dopo.
E, così pensando, s'addormentò.


6 CAOS INVERNALE
A svegliare Nalir il giorno seguente fu un ramo che picchiettava contro la finestra. Un classico, pensò. Ma non era classico quel che stava avvenendo fuori la sua porta.
Un vento gelido e più potente del solito stava sparpagliando qua e la oggetti relativamente leggeri come vasi di fiori, secchi dell'immondizia e cassette delle lettere.
"Caspita che macello, non appena finirà questo caos dovrò andare là fuori e rimettere tutto in ordine", pensò.
Oltretutto, in casa c'era un freddo insolito. D'accordo, era inverno. Ma un calo delle temperature così improvviso non era solito neanche per quel periodo.
Si diresse verso il camino per provare ad accenderlo, e usare il bel fuoco che ne sarebbe venuto per scaldarsi e preparare un buon pranzo. Entrò nella stanza adibita a magazzino, dove teneva un baule con la legna per il camino. Aprì il baule.
Vuoto. Il baule era vuoto. Assurdo, pensò, aveva fatto rifornimento pochi giorni prima.
Chissà, forse la moglie aveva sperperato la legna in maniera impropria, com'era già successo altre volte.
Così pensò, e si rassegnò ad accendere il camino con la legna che era avanzata dall'ultimo fuoco. Ma quel che vide lo sorprese.
I pezzi di legna nel camino erano ricoperti di neve. Esatto, di neve! Da dov'era venuta fuori?
Forse il vento aveva provocato danni al camino, ipotizzò, e si decise ad affrontare la bufera per uscire a controllare. Si diresse verso la porta. Niente, bloccata. Troppa neve là fuori.
Fu costretto ad uscire dalla finestra. Il cumulo di neve era così alto che non dovette neanche saltare giù. Alzò lo sguardo verso il comignolo. Ed ecco la conferma dei suoi sospetti, una parte del comignolo era stata abbattuta da un qualcosa di piuttosto pesante. Mosse lo sguardo un pò più in là. Terrore! L'antenna della TV era sparita! Una rapida occhiata, ed eccola lì, a terra, distrutta.
Teoria: l'antenna si era staccata e volando giù si era schiantata contro il comignolo.
Perfetto, chi l'avrebbe sentite le lamentele di Spenda al suo ritorno? Le soap erano il 90% della sua giornata, povera ragazza.
Doveva risolvere il tutto il prima possibile, ma con quel tempaccio non avrebbe potuto combinare nulla. Se solo avesse provato a salire sul tetto con una scala, chissà dove avrebbe potuto spedirlo una folata di vento ben assestata.
Velocemente si ritirò in casa e sbarrò la finestra. Mentre pensava a come risolvere la questiopne e a come scaldarsi, il suo sguardo cadde sulla stufetta elettrica. Uno dei tanti acquisti di Spenda, dopo i suoi vari tentativi d'imparare a gestire un camino a legna.
"E va bene, a mali estremi...". Si avvicinò alla stufa, la trascinò verso la presa elettrica. Inserì la spina. Nulla. Attese qualche minuto. Nulla.
"Forse ci mette tempo a scaldarsi", pensò. E mentre pensava gli venne in mente d'un altro aggeggio elettronico che aveva in casa, il phon, che avrebbe potuto usare per sciogliere la neve che gli aveva invaso il camino.
Si avvicinò al camino, attaccò il phon alla presa là vicino, e nulla.
"Ma che...non è possibile, questo sono sicuro che parte subito...a meno che..."
Provò anche ad accendere la TV, la radio, e altri apparecchi che teneva in casa. Sempre nulla. Conclusione, per qualche motivo la corrente elettrica non arrivava a casa sua.
Salì al piano di sopra, si affacciò ad una finestra da cui aveva una buona panoramica del quartiere...ed eccolo lì, un palo della corrente a terra, e alcuni tecnici sul posto a esaminare la situazione.
Riscese al piano di sotto, si mise a tavolino, carta e penna, s'appuntò: camino da riparare, elettricità non funzionante, antenna da cambiare.
Tornò alla finestra del piano di sopra. I tecnici non c'erano più. Un volantino era apparso sul posto. Nalìr si fece coraggio e andò a leggerne il contenuto.
"Linea elettrica interrotta per questo quartiere. Il motivo potete vederlo voi stessi, alla vostra destra. A causa delle attuali condizioni metereologiche siamo impossibilitati a risolvere la situazione. Ci scusiamo per il disagio."
A destra del messaggio, il palo disteso al suolo, che pian piano stava ricoprendosi di neve.
Per evitare che anche il volantino avesse fatto la stessa fine, lo staccò e lo portò con se. Arrivò a casa. Ne manoscrisse una copia su un pezzo di cartone. Tornò indietro e affisse allo stesso palo la copia manoscritta.
Sarebbe durato di più d'un semplice foglietto di carta, pensò.
Fatto questo, si ritirò in casa. Si distese sul letto. Accese la radio che, oltre a corrente, poteva funzionare a batterie.
L'insolita tormenta durò fino a sera. Pranzo e cena, sempre a carote. Fredde.
E un altro giorno se ne andò. Disteso sul letto ad ascoltar la radio. E a guardar fuori dalla finestra, nella speranza d'una tregua che nemmeno accennava a presentarsi.
Un giorno sprecato. Il giorno dopo, tempo permettendo, avrebbe avuto parecchio da sistemare, pensò.
E s'addormentò.


7: AL LAVORO!
La sveglia a batterie fece il suo dovere. Nalìr saltò giù dal letto e guardò per l'ennesima volta fuori dalla finestra. Un ancora quasi insignificante sole stava sorgendo all'orizzonte.
L'anomala bufera del giorno prima aveva fatto da sfogo, e le nuvole si eran pian piano allontanate spinte dal vento.
Giusto il tempo di fare colazione.
Tornò al tavolino dove aveva lasciato i suoi appunti. Vi aggiunse "Spalare neve. Trovare e rimettere al proprio posto oggetti portati via dal vento. Contattare compagnia elettrica."
Prese la pala, corse fuori e cominciò a spalare i metri di neve che si erano accumulati nei giardini.
Dopo un paio di ore, finalmente i giardini erano di nuovo puliti. Non verdi, ma almeno meno bianchi. Si mise allora alla ricerca dei vari oggetti che il vento aveva sparpagliato di qua e di là. Un altra ora di lavoro e tutto era al suo posto.
Passate quelle tre ore di lavoro, si diresse in casa per provare a contattare la compagnia elettrica. Mentre avanzava, ecco un rumore in lontananza. Una piccola carrozza in lontananza. La carrozza parcheggiò a fianco al palo steso al suolo e ricoperto di neve. Ne scesero tre pony incappottati e infreddoliti che furono ben sorpresi di vedersi arrivare incontro un pony così entusiasta di spalare neve sotto quel gelo.
Nalìr con la sua pala spostò la neve che aveva ricoperto il palo e assistette ai lavori di rimessa in funzione del collegamento elettrico. Gli avrebbe volentieri lasciato una mancia, disse, ma non aveva soldi con se in quel momento.
Tornò sotto casa, con qualche ora di lavoro riuscì a risistemare l'antenna, che per buona sorte non si era danneggiata più di tanto, e a rattoppare il buco del comignolo, con una scorta di mattoni e cemento che teneva sempre in magazzino, per ogni evenienza.
Era pomeriggio inoltrato ormai. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Aveva portato a termine tutti i lavori programmati.
E cos'altro poteva fare a questo punto? Andarsene a dormire? Nooo, per carità, rimaneva da controllare che gli elettrodomestici funzionassero e da buttare fuori la neve accumulata in casa per colpa del comignolo sfasciato.
Qualche altra ora di lavoro passò tra lavori e lavoretti vari. Giunse la sera. Mentre rifletteva sul fatto che avrebbe dovuto procurarsi della legna per il camino, e mentre faceva questi pensieri seduto sul divano del salotto, cadde addormentato.


8: SORPRESA!
Solo il mattino dopo si accorse di essere rimasto addormentato sul divano. E, con quel freddo che faceva, si era beccato anche un bel raffreddore, mal di gola compreso.
Ma non poteva restarsene in casa, rimaneva da procurarsi la legna per il camino.
Guardò l'orologio. Quasi mezzogiorno, caspita quanto aveva dormito! Prese l'ascia e andò a trovare un suo amico che, nell'immensa distesa di pianure, aveva in gestione un boschetto di alberi che procuravano ottima legna da ardere. Questo amico gli lasciava scegliere gli alberi da abbattere, e gli faceva anche un buon prezzo.
Quando Nalìr riprese la strada di casa erano le tre passate. Il suo buon amico gli aveva anche offerto il pranzo. Un bel brodo caldo per il mal di gola, gli aveva detto.
In lontananza, quando casa sua cominciava ad essere visibile, Nalìr vide una strana grande macchia fuori il cancello di casa. Con la foschia che c'era, una macchia era l'unica cosa che riusciva a scorgere, ma più si avvicinava e più quella "cosa" prendeva forma. Eccola, ora era ben visibile. Una carrozza.
Una carrozza? Chi mai poteva essere? Il postino? Un ambulante? I tecnici della compagnia elettrica tornati a rivendicare la propria mancia?
Mentre rifletteva su chi poteva essere il misterioso visitatore, vide ripartire la carrozza.
"Ma come? Ehi, sono, qui aspett..."
Un occhiata verso la porta. Spalancata. Oh cielo, i ladri, erano ladri, ecco perchè eran scappati via così all'improvviso. Non teneva niente di troppo prezioso in casa, ma non era comunque una bella cosa.
Una corsa verso la porta e...una voce conosciuta giunse alle sue orecchie. Una voce che sembrava discutere animatamente con un altra voce conosciuta.
La prima voce s'avvicinò, comparve sull'uscio.
"Ma bravo, invece di stare qui ad aiutare la tua povera mogliettina con i bagagli te ne vai in giro a gongolare, eh? Pigro come al solito"
"Papà, entra a guardare cosa ha comprato la mamma", disse la seconda voce.
Una massa di scatole e buste varie stavano nel salotto.
Tra le tante, la più grossa, nel centro della stanza. Scritto sul fronte: "Antenna parabolica 90 canali. Perfetta per ogni esigenza. Concedetevi un sano relax con la vostra famiglia con un ampia programmazione..."
"Ma come mai...", prese parola Nalìr, "come mai già qui, è successo qualcosa?"
"Tuo figlio, tuo figlio! Tuo figlio stava combinando un pandemonio e i professori, dato che per puro caso mi trovavo a passare per Canterlot, mi hanno scongiurato di riportarlo a casa"
"Per puro caso? Confessalo che mi stavo venendo appresso per controllar..." provò ad intervenire Limìt.
"Zitto tu! Dopotutto avevo anche finito i soldi ed era inutile che rimanessi in giro a fare shopping. Ah, per la carrozza e lo scarico dei bagagli ho firmato una cambialuccia, ci penserai tu, vero? Ah, ovviamente quell'antenna non si monterà da sola, ci penserai tu, vero? Oltretutto qui si gela, dove sei stato finora che neanche il camino avevi acceso? Bisogna accenderlo subito...ci penserai tu, vero? Tanto con tutto il gongolare e il riposare di questi giorni, non avrai senz'altro problemi a sbrigare qualche lavoretto, no?"
Uno starnuto fu l'unica risposta che ottenne.
"Ecco vedi, sei un trascurato, anche il raffreddore ti sei preso. Non ti si può lasciar da solo per qualche giorno che subito ne approfitti per...ehi, ma dove stai andando?"
"Vi chiedo scusa, la stufetta elettrica è lì, vicino la presa elettrica, devi solo attaccarla. Io ho da fare, in camera da letto. Non disturbatemi"
"Signor Nalìr Nchon, torna subito indietro altrimenti...altrimenti...Nalìr, Nalìr!"
Nalìr raggiunse la camera tra le urla della moglie. Si distese sul letto. Accese la radio a batterie.
E s'addormentò.


9: E PER FINIRE...
La nostra storia era cominciata il 19 dicembre. Oggi, passati quattro giorni di puro e sano relax per il nostro Nalìr, è il 23 dicembre.
Domani sarà la vigilia, dopodomani il giorno di festa più bello dell'anno.
Lasciamo che la felice famiglia Nchon si goda tranquillamente le feste.
Lasciamo il buon Nalìr ai piacevolissimi pranzi di famiglia, alle divertentissime discussioni con la moglie e ai rilassantissimi lavoretti di casa.
E poi, l'antenna ancora aspetta di essere montata.
Buone feste dalla famiglia Nchon.
E pure dal narratore, ovviamente.
Ultima modifica di tizietto il 23/12/2013, 13:02, modificato 6 volte in totale.
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda Thunderstorm » 16/12/2013, 17:47

Non ho mai letto una fanfiction natalizia. Questa è la prima. Per ora non ho niente da dire. Vedremo in seguito cosa succederà.
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 16/12/2013, 18:56

elisapiccolo ha scritto:Non ho mai letto una fanfiction natalizia. Questa è la prima. Per ora non ho niente da dire. Vedremo in seguito cosa succederà.

ma si, dire "natalizia" sembra chissà cosa, è semplicemente ambientata a natale e scritta a natale :asd:
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 18/12/2013, 12:07

aggiunto il terzo capitoletto
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 19/12/2013, 11:42

capitoletti 4 e 5 :sisi:
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 21/12/2013, 14:00

capitolo 6 :sisi:
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda fengrin » 21/12/2013, 17:02

Ti piace scrivere di freddo, Inverno e neve, veeeerooooo? 8D
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Re: Fanfic natalizia: il natale della famiglia Nchon

Messaggioda tizietto » 23/12/2013, 12:57

fengrin ha scritto:Ti piace scrivere di freddo, Inverno e neve, veeeerooooo? 8D

veeeerooooo ^3^

ecco qua, capitoli 7 e 8...e 9

e anche questa storiella è giunta al termine, gente!

commenti e insulti ben accetti, come al solito

:twilightclop:
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