[fanfic] Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

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[fanfic] Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 19/07/2013, 12:42

Così, vi presento una nuova storiella, leggera leggera e semplice semplice.
Buona lettura.

1 - Broglio l'alicorno, senza ali e nè corno.
In una casa a cinque metri da terra, con una scalinata da centoventuno gradini circa e un ascensore che spesso si pure inceppava, viveva Broglio, un alicorno senza ali nè corno.
Ogni mattina Broglio si svegliava, si lucidava il corno con un lucidante trasparente e si ammorbidiva le piume delle ali con un ammorbidente invisibile, perchè oltretutto era tirchio e soldi da spendere per lucidanti ed ammorbidenti non ne aveva; poi faceva una ricca ed energetica colazione, per sostenere sia le acrobazie che amava fare in volo sia gli incantesimi che si esercitava e divertiva non poco a lanciare su qualsiasi cosa gli passasse davanti.
Sulla parte principale della sua carta d'identità, "Broglio Dellim", razza "Alicorno"; sul retro un grosso e rosso "Fac Simile".
Quando andava in giro per le strade, tutti lo guardavano con ammirazione; non era cosa da tutti avere un alicorno in paese. Abitava in un piccolissimo e sperduto villaggio chiamato "Dellimpoli".
Eh si, era stato un suo lontanissimissimissimissimissimissimissimo parente di almeno una ventina di generazioni precedenti, anch'egli senza ali nè corno ma grande lavoratore, a fondare quel paese, che aveva dato casa a decine di nomadi che vagavano senza meta alla ricerca di una dimora fissa per quelle immense quasi infinite valli.
Fatto sta che Broglio era l'unico rimasto dell'originaria famiglia. Anzi, mai più di due o tre Dellim alla volta avevano abitato Dellimpoli, contando le tre generazioni nonno-padre-figlio. Ora Broglio, che non aveva moglie e quindi nemmeno figli, e, buon anima loro, nonno e padre gli eran defunti, era rimasto solo e, come tradizione, sarebbe dovuto essere a capo del villaggio.
Tutti lo rispettavano e gli volevano bene, e gli pagavano l'affitto delle case con assoluta puntualità. Suo nonno, molto tirchio anch'esso, inizialmente aveva costruito il suo fortino tra quattro grandi mura per abitarci da solo, ma poi i nomadi erano arrivati a chiedergli insistentemente di poter abitare con lui, stanchi di vagare senza meta. Da lì la sua grande idea di costruire e affittare delle case intorno al suo fortino. E così la famiglia Dellim era anche la più ricca del villaggio.
A Broglio sarebbe spettato di diritto il fortino di famiglia del defunto padre, e il titolo di capo del villaggio, come già detto; ma non ci teneva molto e nella casetta a cinque metri da terra si trovava bene. Oltretutto, per acquistarne i diritti avrebbe dovuto sottostare a una terrificante clausola: ammogliarsi. Suo nonno, per quanto tirchio, era molto ricco, e tutte le giovani puledre del villaggio lo corteggiavano; per evitare che i suoi eredi avessero fatto strage di puledrine e che quindi il capo del villaggio avesse goduto di una cattiva reputazione, aveva messo quella condizione.
E così Broglio se ne stava lì, nella sua casetta a cinque metri d'altezza e comunque la proprietà e l'incasso dell'affitto di tutte le case del villaggio, tranne naturalmente il fortino; e il villaggio se ne stava così, senza nessuno a governarlo. Tutto sommato, non ne aveva bisogno.


2: Broglio, mago dell'imbroglio.
Dellim era un ottimo prestigiatore e un ottimo pilota di deltaplano, doti tramandate dal nonno di generazione in generazione. Questo perchè, avendo egli sentito parlare di Equestria dove i reali più importanti erano alicorni, voleva che anche nel proprio villaggetto si sarebbe potuto dire che i capi avevano doti da alicorno. Eh si, il nonno di Broglio era un pony molto particolare e amava essere sempre un passo avanti a quelli che a quel punto poteva definire suoi "sudditi".
Così, ogni mattina, Broglio si fiondava dalla sua casetta a cinque metri d'altezza dritto dritto sulla bottega del villaggio, parcheggiava il suo deltaplano e andava a fare compere. Non pagava nulla, aveva spesa gratis in cambio di un fortissimo sconto sull'affitto della bottega. Poi passava all'asilo a far divertire i piccoli studenti con giochini di prestigio, in modo da inculcargli già da piccoli che il loro capo-villaggio era un figo; non era il capo-villaggio, ma rimaneva un figo, e le maestre gli permettevano di farlo in cambio di un forte sconto sull'affitto dell'asilo.
Poi ancora, passava nelle scuole elementari a fare discorsi sul buon senso civico e sulla pacifica convivenza nel villaggio, per fare in modo che si pensasse che il capo-villaggio fosse un pony molto sensato. Non era il capo-villaggio, ma rimaneva un pony molto sensato. E anche il preside delle elementari otteneva un forte sconto sull'affitto.
Infine, dopo essersi riavvicinato a casa sua, si dirigeva dal fabbro a chiedere una riparazione veloce dell'ascensore, che puntualmente si era di nuovo inceppato. Inutile dire che la riparazione era gratuita in cambio del solito sconto sull'affitto.
Anche questa tiritera giornaliera era una tradizione tramandata dal solito furbacchione nonno di Broglio, che voleva che gli abitanti del villaggio rispettassero sin da giovanissimi la supremazia dell'alicorno capo del villaggio.
E così tutti ammiravano e volevano bene a Broglio, l'alicorno senza ali e nè corno. Il motivo? A Dellimpoli, paesino sperduto nel nulla, erano tutti pony semplici, e, tra le nuove generazioni, si era persa memoria di come fosse fatto un pegaso o un unicorno...figuriamoci un alicorno!


3: Broglio ricco sfondato, senza mai aver lavorato.
Non c'era giorno che, durante la sua tiritera quotidiana, una qualche puledrina non facesse gli occhi dolci a Broglio. In quei casi, tirava fuori una monetina dalla tasca e pensava "croce, è quella giusta, testa, sorrido saluto e tiro avanti tranquillo". E in tanti anni la sua moneta, sempre la stessa, non lo aveva mai tradito nel tirare sempre fuori testa.
Caso? Una monetina miracolosa? No! Una moneta a doppia testa, tramandatagli anch'ella dal nonno, che l'aveva trovata in un altro sperduto villaggio in cui circolavano monete con la testa su entrambe le facce. Avevano poca fantasia, in quel villaggio.
Broglio possedeva molti tipi di monete diverse. I nomadi erano arrivati da molti paesi e regni diversi, ed era troppo costoso metter su una zecca apposta per il villaggio. Così suo nonno aveva stabilito che qualunque moneta fosse circolata nel villaggio sarebbe stata ufficialmente accettata, riducendo qualsiasi moneta al valore di "1 moneta". I nomadi, che non erano così ricchi e andavano in giro con le tasche piene di monete di scarso valore, accettarono volentieri quella "legge".
Rimaneva un solo problema da risolvere: i nomadi, pur avendo una gran quantità di monete, non ne avevano a sufficienza per supportare il costo di anni di affitto. E poi, se tutte le monete fossero andate a lui, cosa sarebbe rimasto nel villaggio per mandare avanti quella seppur chiusa pseudo-economia? Non era un ignorante, e sapeva che grossi problemi provocava il baratto. Decise allora che l'affitto delle case sarebbe stato pagato in natura. Avendo ogni casa un orticello, i nomadi ormai sedentarizzati avrebbero semplicemente dato una loro parte di raccolto al capo-villaggio come affitto delle loro casette. Un ottimo metodo, che funzionava. E nei periodi in cui il clima non permetteva il raccolto, il capo-villaggio distribuiva a chi ne aveva bisogno quello che gli avanzava; i beni alimentari, se non consumati in breve, andavano a male, e con quel metodo eran tutti contenti. Il capo villaggio si liberava del troppo distribuendo l'essenziale ai bisognosi.
E anche questa legge contribuiva a fare in modo che il capo-villaggio venisse visto di buon occhio dai cittadini del villaggio. E a fare in modo che il capo-villaggio tirasse a campare senza un solo giorno di lavoro.
E Broglio si godeva così la sua quieta e serena nullafacenza.


4: Broglio, da tutti rispettato e da altrettanti un pò ignorato.
La vita nel villaggio procedeva tranquilla. Il fatto che Broglio non avesse intenzione di diventare il capo-villaggio non interessava granchè alla popolazione. Infatti, non c'era bisogno di nuove leggi, nè di qualcuno che le facesse rispettare. Dopotutto, c'erano solo una decina di leggi di sola organizzazione, varate dal fondatore, come quella riguardo al valore delle monete.
I nomadi erano gente paziente e tranquilla, e pian piano avevano imparato a convivere e, nonostante i vari e diversi linguaggi che si parlavano alla fondazione, anche a comprendersi fino a creare un linguaggio comune. Erano troppo stanchi da migliaia di chilometri di viaggio per mettersi a litigare su chi dovesse avere la supremazia nel villaggio. Il fondatore oltretutto era stato bravo a garantire a tutti pari diritti e casette tutte uguali, di medesima estensione, altezza e grandezza, come fatte con uno stampino.
Dopo le tante generazioni poi, con la reputazione da alicorno che si era venuta a creare per i membri della famiglia Dellim, nessuno osava fare nulla di sbagliato, temendo una reazione da parte del capo-villaggio. L'obiettivo del nonno di Broglio era stato raggiunto: calma, pace, rispetto per le poche leggi in vigore e, soprattutto, un insensato timore per una famiglia di alicorni senza ali e nè corno.


5: Broglio maestro ignorante, dove il lavoro era il vero insegnante.
Sin da piccoli gli abitanti del villaggio frequentavano gli asili, per poi passare, a una certa età, alle elementari. Qui gli venivano insegnate le leggi del villaggio, l'assoluto rispetto per la famiglia Dellim e varie altre cosette di base a livello pratico, oltre che gli pseudo-insegnamenti dati dalle visite quotidiane di Broglio nelle scuole.
Finora abbiamo sbagliato, però, a parlare al plurale: il villaggio non era così grande e a reggere tutta la baracca formativa bastava un solo asilo e una sola scuola elementare, e una decina di insegnanti.
Per diventare insegnanti non bisognava sostenere corsi o prove d'accesso, bastava la volontà di farlo. C'era così poco da imparare che chiunque poteva andare ad insegnarle. E poi non era un lavoro ambito, interrompere la cura del proprio orticello o comunque i ben più importanti lavori di casa per andare a inculcare nella testa dei giovinotti quelle quattro sciocchezzuole che c'erano da imparare. Ma qualcuno doveva pur farlo, e non essendoci una scrittura comune nel villaggio e quindi neanche libri, il tutto era da tramandare oralmente in quell'oretta al giorno che era la lezione. Una cinquantina di minuti per la lezione del giorno e una decina per il discorso quotidiano di Broglio.
Questo succedeva nelle scuole elementari. Negli asili i piccoli pony rimanevano quasi tutto il giorno, mentre i loro genitori erano impegnati a lavorare. Gli insegnanti dell'asilo si limitavano a tenere d'occhio i piccoli mentre lavoravano l'orticello comune dell'asilo, che a quel punto diventava casa loro.
Il tempo che non passavano a scuola i pony delle elementari lo passavano a imparare i lavori più comuni del villaggio oltre che, ovviamente, la cura dell'orticello di casa.
Non abbiamo detto che nel villaggio si lavorava gratis; chi svolgeva un lavoro diverso dalla cura del proprio orticello lo faceva solo per il bene comune, proprio come gli insegnanti. Anche l'uso delle monete era ormai prossimo a finire nel dimenticatoio.
La cultura nel villaggio era quindi ridottissima. Si era arrivati pian piano a un punto che si viveva solo per lavorare e si lavorava solo per vivere. Gli abitanti del villaggio non sapevano nulla del mondo esterno e il loro unico passatempo era il lavoro. Ecco perchè tutte le ragazze ambivano a diventare le spose del capo-villaggio: per avere il diritto di passare la propria vita nella stessa quieta e serena nullafacenza in cui vivevano i Dellim.


6: Broglio chiuso nel villaggio, ignorando ch'altri pony sono in viaggio.
Erano decenni che nessun nomade capitava più a Dellimpoli. In sole circa venti generazioni il villaggio era diventato come un mondo a parte. Che bisogno c'era di quel di cui non c'era bisogno? Tutto quel che serviva per vivere lo avevano nel villaggio.
Ma, come un fulmine a ciel sereno che becca dritto dritto sul parafulmini di casa nello stesso giorno che avevi deciso di disinstallarlo che ti pareva troppo brutto da tenerlo sul tetto, ecco giungere dal nulla un viandante. Un viaggiatore. Un cercatore. Uno studioso. Un viandate che viaggiava nel vuoto alla ricerca di culture chiuse e autoctone da studiare. Uno che viaggiava da così tanto tempo che ormai ricordava a malapena la strada che aveva fatto per arrivare fin dove era arrivato.
Eccolo, sotto le tanto enormi che quasi non se ne vedeva la cima mura di Dellimpoli. Seppur disperso nel nulla, il nonno di Broglio aveva deciso di costruirle con l'aiuto dei nomadi per ogni evenienza. Pagandoli a sconti sugli affitti, ovviamente.
Il viandante/viaggiatore girò e rigirò quelle mura, fino a che, stanco e sdraiato a riposarsi, osservando il cielo, non trovò la porta del villaggio che stava a due metri da terra. Altra sofisticata e pacchiana trovata del solito nonno di Broglio: chi voleva entrare nel suo villaggio, aveva da faticare, se davvero ci teneva.
Il cercatore/studioso a quel punto iniziò a ragionare sul come poter entrare. Era un semplice pony di terra, non poteva fare granchè. Ma aveva una buona forza e la migliore idea che gli venne fu di prendere a sassate la porta a suon di calcioni.


7: Broglio giù dal letto buttato, da un improvviso ed inatteso comunicato.
La forza delle sassate del pony di terra fece in modo che il loro rumore attirasse l'attenzione degli abitanti del villaggio, che in quel momento erano tutti a lavorare i loro campi. Ma nulla poteva scansarli dal loro lavoro; nacque così una discussione sul cosa poteva essere quel picchiettare che proveniva dalle porte della città. Tra chi consigliava di far finta di nulla e continuare a lavorare e chi invece consigliava di andare ad avvertire il capo-villaggio dato che rumori dalle mura della città non ne arrivavano da tempo immemorabile, prevalsero i secondi, ma nessuno comunque voleva abbandonare l'orto per andare ad avvertire Broglio, che oltretutto capo-villaggio nemmeno lo era.
Un giovane, stanco della discussione, si avviò in solitaria ad avvertirlo.
Era pieno pomeriggio e lo trovò che dormiva, stanco dalla faticosa e stressante routine mattutina. Ma qualsiasi rimasuglio di sonno scomparve di colpo quando gli venne comunicato dei rumori che arrivavano dalle mura.
Broglio ringraziò il popolano e si avviò confusamente verso le porte.


8: Broglio giunge sotto le mura, tanta indecisione ed un poco di paura
Mentre si avvicinava alle porte e rifletteva sul cosa poteva essere e sul come avrebbe dovuto comportarsi nel caso di una visita di un qualsiasi forestiero, dovette scansarsi di colpo per un masso da un buon quintale che sfondò il portone e che quasi stava prendendolo in pieno. Iniziò a sudare freddo, chi mai avrebbe avuto interesse a sfondare il portone del villaggio? Nomadi che volevano combatterli e conquistarli? Sedentari di qualche villaggio relativamente vicino che venivano a rubare le loro inesistenti ricchezze?
Si avvicinò, salì le scalette che arrivavano ai due metri del portone e, come temeva, sentì delle voci provenienti da oltre le mura.
Ma non sembravano voci minacciose. Una era una voce squillante, entusiasta; l'altra una voce pacata, affaticata, forse di colui che aveva lanciato il masso.
Si fece coraggio e si affacciò. E il sudore freddo che per un attimo si era intiepidito gli si congelò sulla fronte.


9: Broglio di fronte all'avvenimento temuto; decidere per forza, impossibile star muto
Oltre le mura stavano, seduti l'uno accanto all'altro e col naso all'insù, un semplice pony di terra e un unicorno. Un unicorno. Un unicorno. Un unicorno!
Ne aveva sentito parlare da suo padre, i Dellim da sempre un minimo di istruzione sul mondo esterno la ricevevano per gestire situazioni come quella; non esistevano solo pony semplici, ma la cosa importante su cui aveva ricevuto decine, centinaia di raccomandazioni era assolutamente che il popolo non fosse venuto a scoprirlo. Una simile scoperta per loro avrebbe potuto significare la rottura dell'equilibrio che tanto si era lottato per raggiungere all'interno del villaggio.
I due pony erano lì, cosa doveva fare? Il paese era sperduto nel nulla, di sicuro quei due erano stanchi e affamati e lasciarli lì fuori sarebbe stato quasi un crimine; ignorarli era impossibile, ormai il portone era aperto e non vedendo nessuno sarebbero entrati da soli.
Dovette smuoversi nel decidere quando il semplice pony con la voce squillante cominciò ad urlare chiedendo se nel villaggio ci fosse qualcuno. E subito vide Broglio, che senza pensarci troppo su gli calò la scala e li fece salire, per parlargli da vicino e farli smettere di urlare.


10: Broglio accoglie i cercatori; inizia la serie degl'errori.
]Arrivati all'ingresso della città dopo la lunga salita su quella scaletta di corda che poco ci mancava facesse cadere i due malcapitati a pochi scalini dall'arrivo, quei due chiesero asilo per la notte. Si presentarono studiosi, esploratori, a caccia di culture lontane, chiuse, autosufficienti e un pò ignoranti. Proprio come quella che si era radicata nel tempo all'interno di Dellimpoli.
Broglio avrebbe voluto rifiutare, consegnare loro qualcosa da mangiare e bere e mandarli via subito; dopotutto, se avevano viaggiato di notte fino a quel momento, una notte di più sotto le stelle non gli avrebbe fatto male. Ma mentre ragionava silenzioso, lo sfacciato pony di terra, esclamando un buon vecchio "chi tace acconsente", si lanciò giù dalla scalinata sul lato opposto e in pochi minuti fu già per i vicoletti della città, seguito a ruota dall'assistente unicorno.
Per buona sorte di Broglio, a quell'ora per quei vicoli accanto all'entrata non c'era nessuno, erano tutti a lavorare i campi. Anzi, nessuno mai andava nei pressi delle porte del villaggio. Non ce n'era motivo. I più giovani non sapevano nemmeno dell'esistenza, di quelle porte.
Così Broglio, che quei vicoli li conosceva bene come ogni buon Dellim che si rispetti, potè abbastanza velocemente tagliare la strada ai due e, seppur col fiatone, comunicare loro l'informazione ambigua che il villaggio era per lo più disabitato.


11: Broglio e la capanna, e la porta non s'appanna.
Ormai la frittata era fatta, così, per vicoli secondari e terziari, Broglio condusse gli avventurieri ad una vecchia capanna, a pochi metri dalle porte della città, capanna abbandonata che spacciò per casa propria. Gli chiese di aspettarli lì per qualche minuto. Li chiuse a chiave all'interno della capanna per essere sicuro che non fossero usciti e corse a casa propria a recuperare qualcosa per la cena.
Tornato alla capanna, trovò la porta aperta e l'avventuriero che analizzava la vegetazione che li circondava. La porta stranamente non si apriva, comunicò, così, credendola difettosa, l'aveva dovuta sfondare e riparare in fretta e furia con l'aiuto del suo compare unicorno. Ora funzionava perfettamente.
Broglio ringraziò, sconcertato, e li invitò a cenare e a riposare, dato che ormai il sole era calato. Con la promessa che il giorno dopo avrebbe fatto esplorare loro il villaggio.


12: Broglio e i due in visita al villaggio, davvero un faticoso faticoso viaggio!
Giunse il mattino, il terzetto si ridestò e Broglio era pronto ad affrontare ogni possibile situazione compromettente. Aveva passato la notte a elaborare complessi piani di reazione a qualsiasi cosa sarebbe potuta andare storta.
E così, messo un grosso cappello in testa all'unicorno (perchè a detta sua gli stava veramente bene e perchè era tradizione del villaggio mettere un grosso cappello in testa agli unicorni visitatori), si diresse seguito dai due verso il centro dei quartieri abitati.
Cominciò a spiegare che all'interno del villaggio si viveva dei frutti della terra, e si beveva la sana acqua del ruscello che il suo sapiente nonno aveva saputo far rientrare all'interno delle mura. Spiegò che il tutto era cominciato dalla grossa torre al centro e che i nomadi avevano costruito poi attorno a quello, tutti insieme e di comune accordo avevano infine costruito le mura. E questo era tutto.
L'esploratore chiese allora di poter visitare la torre. Ma non era possibile. La torre era pericolante e vigeva il divieto di accesso per chiunque.
Detto questo, vedendo i due comunque abbastanza soddisfatti, li ricondusse alla capanna.
Giunse un altra notte, l'ultima del soggiorno degli studiosi all'interno del villaggio. Broglio, seppur stanco dopo quasi due giorni senza sonno, decise di rimanere sveglio per tenere d'occhio i due. Ma non riuscì e dopo pochi minuti era già nel mondo dei sogni.


13: Broglio deve correre al centro del villaggio, in piena notte doveva accadere il peggior fattaccio!
Un rombo improvviso spaccò il silenzio della notte. Brogliò saltò giù dal letto, vide vuoto il letto occupato dai due esploratori, si affacciò, sentì un vociare generale, corse a vedere cosa stava accadendo.
La torre al centro del villaggio. Era crollata. Pietre dappertutto. Gli abitanti del villaggio che di corsa cercavano di sistemare le pietre in grossi mucchi attorno al luogo del fattaccio. Un bagliore improvviso. Le pietre presero a levitare. Broglio prese a sudare freddo. Esploratore e unicorno compare vennero fuori dal mucchio di pietre, indenni, entusiasti dell'avventura appena vissuta.
A quanto pare, la torre era davvero pericolante, ma possibile che il vecchio nonno di Broglio avesse costruito una torre pericolante? No, doveva esserci dell'altro.
Il simil-capo-villaggio prese parola, si rivolse ai due che eran appena riemersi dal mare di pietre, chiese loro spiegazioni, si sentì rispondere che quella strana biblioteca doveva avere al suo interno un qualche macchinario trappola che aveva fatto crollare tutto.
La biblioteca, dove i Dellim da generazioni andavano a studiare per apprendere quelle cose che sempre sarebbero dovute rimanere ignorate dal popolo. La biblioteca, di cui il popolo ignorava anche l'esistenza e al cui ingresso era posta una trappola che avrebbe fatto crollare tutto se qualche curiosone del popolo che ignorava la manovra esatta d'accesso (conosciuta solo dai Dellim) si fosse azzardato a entrarvi.
Popolo che stava appunto chiedendosi che razza di tecnologia poteva aver generato un bagliore del genere, come era possibile che sulla testa dell'unicorno fosse uscito un bernoccolo così ben strutturato ed elegante, ma, soprattutto, cosa fosse una biblioteca.
Domande che sarebbero dovute rimanere senza risposta, perchè l'unica risposta era quella che si sarebbe data alla domanda: "cosa ne facciamo di questi due?"
Ovvio, i due avrebbero dovuto ricostruire la torre.


14:Broglio e della sua famiglia la forza, quella di avere un immacolata scorza!
Non è finita, la storia, no. Anzi. Il tutto prese una piega tremenda quando l'unicorno rimise, con un semplice "zazappete", la torre apposto in pochi secondi, davanti gli occhi stupiti dei popolani. E davanti a Broglio, ancora più stupito.
E tutto era come se non fosse accaduto nulla. La torre svettava di nuovo, grande e grossa, al centro del villaggio.
I due si scusarono con Broglio e decisero di riprendere il viaggio, per non creare ulteriori disturbi. Ma i popolani, curiosi, presero a domandare loro quale fosse quell'assurda tecnologia che avrebbe fatto molto comodo anche all'interno del villaggio.
Quelli risposero che si trattava di magia, di quella che sanno usare gli unicorni, e che il suo collega con la magia se la cavava egregiamente.
Ricevettero risposta che Broglio anche usava la magia, ma mai aveva ottenuto un risultato così grandioso.
I due risposero che non era possibile che Broglio, semplice pony, potesse usare la magia.
Ricevettero risposta che si, Broglio sapeva usare la magia, in quanto alicorno.
I due risposero che davvero non era possibile una cosa del genere, e che se un pony di terra si spacciava per alicorno e raccontava di poter usare la magia, si era di fronte a un ignobile impostore.
Ricevettero risposta che erano degli ignoranti, che non si dovevano permettere di insultare il membro onorario della famiglia dei fondatori e dei capi-villaggio, e vennero scacciati dal villaggio in malo modo.
E il tutto si concluse, per l'appunto, come se nulla fosse accaduto.
I due ripresero il loro viaggio, appuntando che con le comunità troppo chiuse è inutile ragionare, e nel villaggio continuò a regnare l'ignoranza.
L'ignoranza insieme alla famiglia Dellim, ovviamente.


15: Il futuro senza Broglio, anarchia e nessun imbroglio!
Si, tutta la storia si concluse come se nulla fosse accaduto, come ho già detto.
Possiamo dire qualcosa a proposito del futuro del villaggio a questo punto.
Broglio non volle mai ammogliarsi, così la famiglia Dellim si estinse.
Ormai il popolo si era abituato a tirare avanti senza nessuno a governarli, così nessuno sentì l'esigenza di assegnare il ruolo di capo a una nuova famiglia.
Molti molti anni dopo la torre crollò da se, pietra dopo pietra, e la biblioteca rivenne alla luce.
Nessuno conosceva più nemmeno l'esistenza della scrittura, nessuno si ricordava più nemmeno della famiglia Dellim che in passato li aveva governati. La torre ormai era solo usata per calcolare in maniera molto rude l'ora del giorno.
Così i libri vennero usati mano a mano per accendere i camini in inverno.
E l'ignoranza continuò a regnare suprema. Senza la compagnia del Dellim stavolta.
Ultima modifica di tizietto il 21/10/2013, 12:13, modificato 13 volte in totale.
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda -Thunderbolt- » 19/07/2013, 12:51

Bella,ma non farai tipo un atro capitolo?
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 19/07/2013, 13:05

-Thunderbolt- ha scritto:Bella,ma non farai tipo un atro capitolo?

ovvio :asd: l'1 sta per "primo capitolo", seguiranno altri :sisi:
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda ArtistHeart » 20/07/2013, 1:49

Mi piace :D aspetto il prossimo capitolo ^3^
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 20/07/2013, 13:13

messo capitolo due...scusate se son capitoli piccoletti, ma ormai dovreste averlo capito che scrivo pochino, semplice, leggero e veloce :asd:
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda -Thunderbolt- » 21/07/2013, 0:50

tizietto ha scritto:messo capitolo due...scusate se son capitoli piccoletti, ma ormai dovreste averlo capito che scrivo pochino, semplice, leggero e veloce :asd:




Un altro bel capitolo <3.
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 22/07/2013, 12:33

grazie, lieto che vi piaccia.
aggiunto il terzo capitol(ett)o.
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 23/07/2013, 13:09

aggiornato coi capitoli 4 e 5
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda Oscar95 » 23/07/2013, 14:52

Complimenti! Stile bello e orginale:
Ricorda molto quelle storie che si raccontano ai piccini per raccontare di qualche personaggio, molto belle le rime che spesso divertono anche, così come la storia delle monete con la sola testa XD XD Mi piace comunque questo posto, economia autarchica mirata solo al proprio sostentamento, mi pare solo di capire che ci sia una certa chiusura verso l'esterno. Anche la storia degli affitti e degli sconti, molto originale. broglio è comunque un figo! B)
... la canzone che io so, e che mai mi scorderò, viva Binks e il suo liquor d'amore è un elisir! Yohohooooo Yohohohoooooo!
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Re: Il regno dell'alicorno senza ali e nè corno.

Messaggioda tizietto » 24/07/2013, 12:37

aggiunti 6 e 7

Oscar95 ha scritto:Complimenti! Stile bello e orginale:
Ricorda molto quelle storie che si raccontano ai piccini per raccontare di qualche personaggio, molto belle le rime che spesso divertono anche, così come la storia delle monete con la sola testa XD XD Mi piace comunque questo posto, economia autarchica mirata solo al proprio sostentamento, mi pare solo di capire che ci sia una certa chiusura verso l'esterno. Anche la storia degli affitti e degli sconti, molto originale. broglio è comunque un figo! B)

E devo ammetterlo, non sono un grande lettore di libri narrativi, ma di fiabette/favolette/storielle per bambini ne fo una scorpacciata ogni volta che me ne capitano sottomano :asd: adoro quello stile così semplice, leggero, rilassante :sisi:
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